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27 gennaio, Giorno della Memoria, gli studenti dell’IISACP leggono Elie Wiesel alla Sala del Carmine

Gli studenti danno forma alle parole di Elie Wiesel per raccontare la Shoah in occasione del “Giorno della Memoria”. “La voce di Elie Wisiel – Dal campo di sterminio al premio Nobel per la pace” è il titolo dell’iniziativa che si terrà venerdì 27 gennaio alle 11.30 alla Sala del Carmine, organizzata dall’Istituto di istruzione superiore Artistica Classica e Professionale di Orvieto con la collaborazione della Scuola comunale di musica “Adriano Casasole” e il patrocinio del Comune di Orvieto.

Filosofo, scrittore, giornalista e diplomatico, nei suoi scritti – tra i quali “Le chant des morts” (“L’ebreo errante) – Elie Weisel ripercorre il suo lungo viaggio dai campi di sterminio di Auschwitz e Buchenwald dove fu deportato sino all’impegno di “messaggero di pace”, come fu definito dalla Commissione che gli conferì il Premio Nobel per la Pace nel 1986.

A dare voce a quegli scritti, con letture e immagini, saranno gli studenti della classe III A dell’indirizzo Audiovisivo e Multimediale del Liceo Artistico di Orvieto accompagnati dalle esecuzioni musicali curate dalla Scuola comunale di musica.

Con il passare degli anni – spiegano gli organizzatori – la celebrazione del Giorno della Memoria nelle scuole e per le giovani generazioni si fa sempre più insidiosa. La distanza temporale, con la scomparsa dei testimoni, l’inevitabile banalizzazione, attraverso le solite ricorrenti immagini e le solite frammentarie citazioni, minacciano seriamente la corretta trasmissione dell’enormità della Shoah, della sua drammatica unicità nella storia e del suo insegnamento. Si può evitare il rischio della banalizzazione, che poi porta all’indifferenza e all’anestesia, ovvero a quanto i sopravvissuti si sono opposti tenacemente, solo attraverso l’immersione nel documento, nella testimonianza e nella fonte scritta che non perdono la loro potenza di significato. La voce di Wiesel, quindi, accompagna i giovani lettori sino all’ultimo estremo bilancio di una vita spesa nella scelta del bene e nella trasmissione dei valori inalienabili dell’uomo. Alcuni spunti di riflessione e di scottante attualità che si concentrano sulla perdita e sulla ricerca di Dio, sulla condizione e il fine di un sopravvissuto, sul problema del male assoluto sino alla responsabilità di messaggero di pace presso tutti i popoli del mondo i cui diritti vengono negati. Forse Wiesel, che si dedicò con passione all’insegnamento e al dialogo con i giovani, si compiacerebbe di questa celebrazione ad alta voce che turba profondamente, ma che illumina la notte di speranza”.

In occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria, istituita dalla Repubblica Italiana con la legge del 20 luglio 2000 nella data dell’anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, per tutta la settimana e fino al 27 gennaio la Biblioteca comunale “Luigi Fumi” proporrà una selezione di libri sul tema.




L’Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi, una maratona letteraria per non dimenticare gli orrori della Shoah

Ci sono tanti modi per celebrare la Giornata della Memoria. L’istituto Comprensivo Orvieto- Baschi ha deciso di partecipare con alcune classi, la 2D, la 3F, la 3C, alla maratona letteraria organizzata dalla Demea eventi culturali. Un’occasione per incontrare scrittori che hanno trattato il tema della Shoah sotto molteplici punti di vista. A condurre l’iniziativa il giornalista Salvatore Di Salvo. La maratona è iniziata alle ore 9.00 e si è conclusa alle 18.30 in collegamento live dall’archivio di Stato di Roma, nella spettacolare Sala Alessandrina del Borromini.

I ragazzi hanno avuto l’opportunità di conoscere Rosella Pastorino, autrice de “Le assaggiatrici”, un romanzo ispirato a fatti realmente accaduti, protagoniste giovani ragazze tedesche assunte per assaggiare i pasti cucinati per Hitler. La scrittrice ha conosciuto causalmente una delle protagoniste e ha deciso di raccontare la sua storia. Gli alunni hanno posto interessanti domande sul motivo per il quale, pur odiando Hitler, le giovani tedesche avessero accettato di lavorare per il Führer. Ne sono scaturiti interessanti spunti di riflessione, ad esempio sulla fame, una fame disperata che spinse giovani donne a rischiare ogni giorno la propria vita pur di soddisfare questo bisogno primario. La nostra società oggi, nel cosiddetto mondo occidentale, è opulenta e non fa caso allo spreco, spreco di cibo, di acqua, di risorse; dalle parole della Pastorino sono seguite considerazioni sulla necessità di assumere atteggiamenti diversi, più “virtuosi”, più consapevoli del fatto che tutto ciò di cui oggi disponiamo, diritti, beni, certezze,  non sono per sempre e che  potrebbero  essere spazzate via dalla furia di una guerra o dalla follia di una perversa ideologia. “Il sonno della ragione genera mostri”, capolavoro indiscusso del genio quanto mai profetico di Francisco Goya, è un potente monito che ci giunge dalla fine del ‘700. La letteratura deve aprire le finestre all’attualità, deve stimolare curiosità e deve riverberarsi  sui comportamenti odierni, altrimenti diventa una sterile rievocazione e si scade sul piano del “celebrazionismo”; invece è fondamentale coltivare la memoria, anno dopo anno, con la consapevolezza che ogni giorno deve essere il 27 gennaio. Ogni giorno a scuola, in famiglia, in palestra è necessario educare i giovani a celebrare la cultura della tolleranza e del rispetto, in una parola della vita.

Con “Le valigie di Auschwitz” di Daniela Palumbo, l’autrice ha presentato attraverso un oggetto apparentemente banale e comune, come una valigia, le tante vite di donne, uomini, e bambini   spezzate e spazzate via dalla pura follia, travolte da una gigantesca ondata di irragionevole odio e disumanità.  Dalla interazione con gli autori, dalle loro parole ed esperienze (molto forti quelle di Lia Levi) sono nati momenti di confronto molto intensi. Oggi i  testimoni diretti della Shoah,  che hanno impresso sulla propria pelle il marchio dell’orrore,  sono sempre di meno, proprio per questo motivo i loro ricordi devono essere preservati e  le loro esperienze divulgate, gridate o  semplicemente raccontate. I libri hanno il grande merito di dare nuova voce a chi non l’ha più, di tramandare storie ed emozioni, di educare alla tolleranza e al rispetto.   E se non più tardi di qualche giorno fa un dodicenne è stato aggredito da un branco di adolescenti perché ebreo, vuol dire che non basta insegnare educazione civica nelle scuole, occorre implementare questa disciplina con l’educazione alla memoria. Questa è stata una frase emersa dal confronto con gli scrittori che ha molto colpito i ragazzi.

La maratona letteraria del 27 gennaio ha messo in contatto studenti appartenenti ad ordini diversi di scuole, dalla primaria, alla secondaria di primo e secondo grado, provenienti da tutt’Italia, ha creato un momento corale, di scambio di idee e di esperienze. L’Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi ha offerto ai suoi alunni la possibilità di viverla.