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Al via i servizi di operatore di quartiere e trasporto sociale per l’area Interna “Sud-Ovest Orvietano”

Dal 14 febbraio sono attivi i servizi denominati “Operatore di Quartiere” e “Trasporto Sociale”, ricompresi nel progetto per l’organizzazione e gestione di interventi e servizi da realizzarsi nell’ambito dell’Area Interna “Sud Ovest Orvietano” per le azioni a valere sull’asse II “inclusione sociale e lotta alla povertà” del POR FSE – Umbria 2014-2020.   Queste azioni sono volte a produrre il miglioramento della accessibilità, sostenibilità dei servizi sociali per migliorare la qualità della vita, garantire il permanere dei residenti nel territorio e per incrementare l’attrattività dell’area interna nei confronti di nuovi residenti e l’effettiva realizzazione dei progetti di vita degli individui e delle famiglie.

Tali prestazioni fanno seguito all’Avviso Pubblico emanato dall’Ufficio di Cittadinanza ai fini dell’individuazione di un soggetto del Terzo Settore per la coprogettazione e gestione di entrambi i servizi finalizzati al potenziamento della rete infrastrutturale e dell’offerta dei servizi socio-sanitari.

Nello specifico, l’Area interna Sud Ovest Orvietano, con una popolazione di circa 62.500 abitanti, è caratterizzata da piccoli comuni quasi tutti sotto i 3000 abitanti ad eccezione del Comune di Orvieto più esteso degli altri. Caratteristica del territorio è l’invecchiamento della popolazione dove gli over 65 sono sempre più numerosi e sempre più bisognosi della compagnia, delle cure e dell’assistenza che la famiglia moderna non è sempre in grado di garantire. Accanto a questa esigenza si registrano altre criticità quali: processi di spopolamento, bassi tassi di natalità, minor partecipazione delle donne alla vita lavorativa attiva, precarietà del sistema di offerta di servizi socio educativi per la prima infanzia che, sommate alle misure di contenimento del virus Covid-19, hanno costretto le persone a limitare per un lungo periodo i rapporti sociali all’interno delle comunità di appartenenza, e il conseguente mutamento dell’esercizio di molti dei propri diritti e delle iniziative di solidarietà sociale in favore dei cittadini più deboli. Ne è scaturito un maggiore carico di cura che si è riversato quasi per intero sulle famiglie trovatesi a surrogare azioni educative di tipo formale in condizioni di disagio spesso sommate alle attività di cura rivolte ai familiari anziani e alle difficoltà economiche sopraggiunte con l’emergenza sanitaria.

L’Operatore di quartiere è un servizio volto a identificare e monitorare bisogni, situazioni di difficoltà e di solitudine delle famiglie fragili e anziani soli, dei minori e dei disabili al fine di fornire un supporto per affrontare problemi legati alla quotidianità, facilitare l’accesso ai servizi pubblici e privati, attivare le risorse presenti sul territorio e contrastare e prevenire l’isolamento sociale, l’emarginazione, il disagio e promuovere il benessere. Il servizio consiste nell’assegnazione di un operatore presso i centri rurali dislocati nell’area, figura presente sul territorio e reperibile telefonicamente, al fine di attivare le risorse presenti: centri sociali, associazioni, farmacie, medici, esercizi commerciali ecc.  Il servizio si configura come un sistema di prestazioni programmate e personalizzate sulle necessità della persona, da svolgersi prevalentemente presso il suo normale domicilio o la sua dimora abituale.

Il Servizio di accompagnamento e trasporto sociale è rivolto a persone in condizioni, anche temporanee, di fragilità (anziani, minori o persone con disabilità), prive di una rete familiare di supporto e/o non in grado di servirsi autonomamente dei mezzi pubblici, finalizzato, a consentirne l’accesso alla rete di servizi sanitari, sociali, educativi, sportivi e ricreativi o eventi aggregativi.  Si configura pertanto come un servizio di prossimità territoriale finalizzato a garantire l’accesso a strutture sanitarie, socio-sanitarie, socio-assistenziali, che e aggregative (ad esempio, la frequenza ai centri aggregativi nei quali potrà socializzare).  Prioritariamente il Trasporto sociale è finalizzato a facilitare l’accesso alle: strutture sanitarie; strutture socio sanitarie e/o sociali; strutture scolastiche e/o di formazione e lavoro; uffici e servizi pubblici e di pubblica utilità; luoghi di iniziative e manifestazioni valide all’integrazione e socializzazione.  Il servizio consiste nella messa a disposizione, senza costi aggiuntivi per i destinatari, di un pulmino attrezzato per gli spostamenti dalla propria abitazione per recarsi nei diversi luoghi di erogazione di interventi e servizi sociali e può essere utilizzato anche per partecipare ad attività ludico-sportive e culturali integrate. Non rientra nel servizio di accompagnamento sociale il trasporto: di ammalati gravi, di persone affette da patologie contagiose o particolarmente debilitanti e l’accompagnamento per ricoveri urgenti in ospedale.

Il contesto di intervento per la realizzazione delle attività sono i comuni della Zona Sociale n. 11 e 12, ovvero: Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Parrano, Porano, Guardea, Alviano, Attigliano, Lugnano in Teverina, Giove, Penna in Teverina e per la Zona Sociale n. 4 il Comune di San Venanzo. I servizi sono attivi dal lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle 20:00. La fascia oraria dedicata al servizio è di 6 ore e per quelle non coperte dal servizio è garantita la reperibilità telefonicaI cittadini potranno rivolgersi al proprio Comune di residenza per avere tutte le informazioni e i numeri dedicati all’attivazione dei 2 servizi.

Il progetto è gestito da un’ATI composta da quattro cooperative sociali radicate sul territorio dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano: Il Quadrifoglio Società Cooperativa Sociale di tipo A e B, CIPSS Società Cooperativa Sociale di tipo A, O.A.S.I. (Organizzazione di Allerona per lo Sviluppo Integrato) e “Luigi Carli” Società Cooperativa Sociale di tipo B.




La nuova area comunale per i servizi sociali e di cittadinanza di Orvieto Scalo finanziata con 4,8 milioni dal PNRR

Il Comune di Orvieto ha ottenuto un finanziamento di oltre 4,8 milioni di euro nell’ambito degli interventi di rigenerazione urbana previsti dal decreto “sblocca cantieri” i cui contributi per gli anni 2021-2026 sono confluiti nel PNRR. Questi soldi verranno utilizzati per il nuovo Centro polivalente per le politiche sociali e della famiglia. Il progetto di fattibilità tecnica e economica – redatto dall’architetto Rocco Olivadese, responsabile del Servizio Urbanistica, SIT e patrimonio del Comune – prevede la demolizione dell’attuale fabbricato dismesso di via Monte Nibbio, di proprietà comunale, e la realizzazione di un nuovo edificio con interventi di miglioramento sismico ed efficientamento energetico nonché la sistemazione e riqualificazione dell’area a verde esterna compresi gli impianti sportivi che insistono sul giardino comunale. Il Ce.Pol. (Centro Polivalente per le Politiche Sociali e della Famiglia) del Comune di Orvieto, ospiterà l’Ufficio di Cittadinanza e i Servizi Sociali che attualmente si trovano nei locali dell’ex caserma Piave. Il nuovo edificio sarà realizzato su due livelli. Al piano terra, di oltre 670 metri quadrati, troveranno spazio il Front office con relativa sala d’attesa, tre uffici per il Servizio Sociale, tre uffici per il Servizio Reddito di cittadinanza, due uffici per lo Sportello immigrazione, quattro stanze destinate a spazio accoglienza/colloqui, un’aula multifunzionale, uno spazio educativo/ricreativo e gli uffici dell’assessorato. Sempre al piano terra è prevista anche la realizzazione di un piccolo alloggio con ingresso indipendente per la prima emergenza a supporto del Pronto intervento sociale. Al primo piano, su una superficie di circa 560 metri quadrati, saranno invece realizzati nove uffici di cui quattro per il Servizio tutela minori, un archivio, uno spazio neutro, una sala riunioni e un ambiente ristoro attrezzato. “Un risultato importantissimo – commenta il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – frutto del grande lavoro di squadra messo in campo dalla Giunta e dagli uffici comunali che ringrazio per l’impegno profuso. All’idea dell’assessore Angela Maria Sartini di dare una ‘casa’ a tutto il settore dei servizi sociali è seguita la concretezza dell’Ufficio Urbanistica sotto il coordinamento del Vicesindaco Mario Angelo Mazzi. Questo progetto, al quale vogliamo dare rapidamente le gambe, qualifica e rivitalizza un quartiere strategico come quello di Orvieto scalo che con la prossima realizzazione della complanare e gli interventi previsti dal progetto DivAirCity, finanziato dalla Commissione europea, vedrà migliorare anche la qualità di vita dei cittadini e diventerà più attrattivo. In questo bando – conclude – il Comune di Orvieto è riuscito a ottenere il massimo del finanziamento possibile per i comuni tra 15.000 e 49.000 abitanti come previsto dal governo a testimonianza della capacità di questa amministrazione di cogliere le opportunità che arriveranno dal Pnrr con interventi mirati alle reali esigenze della città e del territorio”. 
“L’area di Orvieto scalo individuata
 – spiega il vicesindaco con deleghe all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi – è infatti baricentrica per mettere agevolmente a disposizione di tutto il territorio dell’ambito sociale n.12 dell’Orvietano i servizi e le nuove funzioni di un settore diventato cruciale soprattutto dopo l’emergenza sanitaria. L’intervento, finanziato interamente per oltre 4.8 milioni di euro di cui circa 437mila euro per la progettazione, non ci darà soltanto la possibilità di dare ai cittadini una porta di accesso unica a tutta la rete dei servizi sociali e per la famiglia ma anche di riqualificare un’area dismessa e degradata riaffermando la centralità del quartiere di Orvieto scalo. Il primo step – continua – sarà quello di predisporre il progetto esecutivo, demolire la struttura esistente e avviare gli interventi di riqualificazione di tutta l’area esterna dopodiché si procederà alla realizzazione del nuovo edificio”. 

“Un progetto che mette insieme visione politica, programmazione, tempestività e professionalità”, afferma l’assessore ai Servizi sociali, Angela Maria Sartini“In tempi rapidi, infatti, è stata data forma a un’idea, quella di dare spazi e modalità di accesso che garantiscano la libertà e la dignità della persona nonché il giusto riconoscimento delle professionalità di cui dispone l’amministrazione comunale nei servizi sociali e di assistenza alla famiglia. Una scelta di visione perché nel periodo in cui l’emergenza sanitaria è diventata emergenza sociale questa Giunta non solo lavora quotidianamente per mettere a disposizione dei cittadini più fragili tutti gli strumenti di assistenza ma programma le proprie politiche e investe in termini di risorse umane, con le nuove assunzioni, e ora anche in termini strutturali per ampliare, integrare e migliorare la fruibilità e la qualità delle prestazioni”.