Piano straordinario per smaltire le liste d’attesa entro luglio nella sanità, esami anche di sera e nei festivi

La Giunta regionale ha deliberato il ” Piano operativo straordinario di recupero delle liste d’attesa”, volto all’abbattimento delle prestazioni sospese e al loro futuro contenimento. Gestire le liste di attesa rappresenta una sfida per tutti i Servizi Sanitari Regionali, ed attese significative sono presenti in Umbria da anni, tanto che in passato sono stati adottati molteplici provvedimenti tesi a contenere proprio i tempi di attesa. Lo stato di emergenza Covid, che ha colpito la Nazione ad inizio 2020, ha certamente acuito il problema. Le crisi epidemiche che si sono susseguite, infatti, hanno portato ad adottare misure volte al contenimento della diffusione virale tra cui la sospensione di tutte le attività programmabili, la garanzia delle attività indicate come non procrastinabili e la adozione di procedimenti di sicurezza che hanno visto come risultati l’aumento dei tempi delle singole prestazioni.A fine aprile 2022, terminata l’emergenza, le prestazioni in sospeso erano circa 76mila mentre oggi risultano circa 74mila.

Occorre, quindi, abbattere lo stock di prestazioni accumulate, gestendo nel contempo le nuove richieste della cittadinanza. La delibera approvata, pertanto, ha il duplice scopo da un lato di smaltire entro il prossimo 31 luglio le prestazioni in sospeso e dall’altro di mettere in campo una serie di azioni per evitare futuri percorsi di tutela ed assicurare di conseguenza prestazioni rapide sulle nuove richieste. Nello specifico, per il primo obiettivo la Regione mette a disposizione il finanziamento aggiuntivo per l’Umbria, che ammonta a circa 5,3 milioni di euro ai quali si sommano altri 1,6 milioni già presenti nei bilanci delle Aziende ospedaliere e sanitarie, proprio al fine di smaltire le 74mila prestazioni. Le Aziende andranno, infatti, a trasmettere alla Direzione regionale una tabella contenente le prestazioni in questione al fine di pianificare il loro smaltimento entro il 31 luglio 2023, anche attraverso l’eventuale coinvolgimento di strutture convenzionate.

Il secondo obiettivo ha come scopo quello di non far creare nuovi percorsi di tutela o al massimo di effettuare le prestazioni entro una o due settimane dal momento della richiesta del paziente. Il tutto attraverso una serie di attività che, in sintesi, prevedono: offrire un’offerta ampliata basandosi sul numero delle prestazioni che oggi vanno ad alimentare i percorsi di tutela, salvando, quando possibile, il principio di prossimità rispetto alla residenza del richiedente; prevedere l’utilizzo dei macchinari per gli esami per minimo 12 ore al giorno nei giorni feriali (8-20) e con programmazione anche di apertura serale (almeno una alla settimana) e nei giorni festivi (almeno 2 domeniche al mese); attivare l’overbooking che, con l’offerta ampliata in maniera corretta, diviene residuale e permette il recupero tempestivo delle prestazioni; attivare la presa in carico da parte degli specialisti così da prescrivere le prestazioni di approfondimenti/completamento diagnostico senza che il paziente sia rinviato al medico curante; monitorare costantemente l’offerta dei primi accessi e dei secondi accessi (esami successivi) per riallineare l’offerta al recupero dei posti disponibili; revisione dell’ambito di riferimento per gli over 65 e i pazienti fragili che sarà attivato a livello distrettuale e non più regionale.

  Inoltre, attraverso ulteriori attività specifiche sia da parte degli specialisti che della governance, ci si prefissa di aumentare l’appropriatezza delle prescrizioni. Parallelamente alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, nella delibera, si indica come ottimizzare anche il governo delle liste di attesa chirurgiche attraverso strategie simili a quelle indicate per le prestazioni ambulatoriali e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle sale operatorie.




Un cardiografo e una poltrona sono stati donati al reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale

Un cardiografo e una poltrona sono state donate, dalle famiglie Basili, Testore e Paolocci, alla struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto diretta dal dott. Tommaso Ciacca.

Una testimonianza di vicinanza, affetto, solidarietà attraverso una donazione utile alle attività ospedaliere che rappresenta un riconoscimento importante per il prezioso lavoro quotidiano svolto dai professionisti che operano nel reparto.  

Il 17 aprile la consegna del materiale, alla presenza dello staff sanitario, del direttore dott. Ciacca, del direttore del presidio ospedaliero “Santa Maria della Stella” dott. Patrizio Angelozzi, della dottoressa Maria Quaranta, responsabile della struttura semplice di terapia intensiva e della coordinatrice infermieristica Daniela Ciuco che hanno rivolto un sentito ringraziamento per il generoso gesto di vicinanza.

Alle famiglie Basili, Testore e Paolocci il ringraziamento anche della direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2, del direttore generale dott. Massimo De Fino, del direttore sanitario dott.ssa Simona Bianchi e del direttore amministrativo dott. Piero Carsili. 




Lettera di encomio per il Pronto Soccorso dell’ospedale di Orvieto diretto da Cesare Magistrato

Riceviamo e pubblichiamo la lettera della figlia di un paziente, inviata nei giorni scorsi al direttore della struttura complessa Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Orvieto dott. Cesare Magistrato, in cui ringrazia i sanitari del “Santa Maria della Stella” per l’assistenza e le cure prestate al padre.

“Pregiatissimo Dott. Cesare Magistrato, vorrei ringraziarla e complimentarmi per la professionalità, efficienza, disponibilità e attenzione di tutto lo staff del pronto soccorso dell’ospedale di Orvieto ‘Santa Maria delle Stella’. Troppo spesso si parla solo di criticità mentre ci sono delle realtà e situazioni di eccellenza della sanità italiana che vanno riconosciute come la vostra.

In data 6.4.2023 ho avuto esperienza con mio papà, gestito presso il Pronto Soccorso dal Dott. Damiano Vincenzo, una persona di altissimo livello professionale e umano. L’assistenza e la presa in carico del paziente sia da un punto di vista clinico che umano sono state incredibili!

Colgo l’occasione per ringraziare Lei e tutto l’organico e augurare una felice e serena Pasqua”.

Il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 dott. Massimo De Fino, ringraziando la signora e rivolgendo i migliori auguri di un pronto e completo recupero al papà, si congratula con lo staff del Pronto Soccorso dell’ospedale di Orvieto che, come testimonia questa ennesima nota di encomio pervenuta alla Direzione, garantisce prestazioni e risposte assistenziali di alta qualità grazie ad un’organizzazione efficace ed efficiente del servizio e all’impegno, alla dedizione, professionalità ed empatia assicurati giorno e notte dai sanitari che vi operano.




L’infermiere del Pronto Soccorso Massimo Filippi nominato Cavaliere della Repubblica

Massimo Filippi, infermiere classe ’62 del dipartimento Emergenza Urgenza- Pronto Soccorso del presidio ospedaliero, nominato Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana con decreto del Presidente della Repubblica del 27/12/22 pubblicato sul supplemento ordinario alla G.U n 81 Del 5/4/2023. La cerimonia si terrà il prossimo 2 giugno al Palazzo del Quirinale.

Grande soddisfazione e la congratulazioni a FIlippi sono arrivate della direzione strategica aziendale, della direzione del “Santa Maria della Stella”, del direttore del Pronto Soccorso Cesare Magistrato e degli amici e colleghi. “Un prestigioso e meritatissimo riconoscimento ad un professionista di grande valore e sempre in prima linea, con passione e impegno, insieme ai colleghi e operatori del Santa Maria della Stella, per salvare vite umane e garantire cure e assistenza di qualità alla popolazione”.

Da parte della redazione e del direttore di OrvietoLife sincere congratulazioni per il prestigioso riconoscimento, frutto del lavoro quotidiano e dello sforzo che tutti gli operatori sanitari hanno profuso in questi anni di pandemia.




PrometeOrvieto, “nella sanità abbiamo bisogno di programmazione, non di improvvisazione”

Quando è venuto ad Orvieto il 29.11.2022 l’Assessore alla Sanità Umbra Coletto ci ha illustrato il piano sanitario regionale che prevede il mantenimento dell’Ospedale di Orvieto come DEA di primo livello e della realizzazione della Casa di Comunità nell’immobile storico dell’ex ospedale in piazza Duomo, strutture considerate pietre angolari dei servizi sanitari del futuro nel nostro territorio, e la soppressione del Distretto di Orvieto. In quell’incontro Coletto ed i suoi hanno, ad onor del vero, parlato più che altro della ristrutturazione urbanistica dell’immobile storico e dell’utilizzo di tecniche “green” per l’esecuzione di lavori presso l’ospedale, senza parlare invece di ciò che a noi ed alla popolazione orvietana interessa di più, cioè della erogazione dei servizi e della loro fornitura all’utenza.

I cambiamenti che si sono e che si stanno verificando nella nostra Società impongono per il futuro un mutamento radicale nell’organizzazione dei servizi sanitari, mutamento che è stato recepito a livello legislativo nazionale e che inevitabilmente si ripercuote anche sulle singole organizzazioni regionali e locali. In sostanza, ci sarà: 1) Casa di Comunità (struttura centrale per l’erogazione dei servizi sanitari preventivi, programmati e di urgenza); 2) Ospedale (interventi solo per acuzie); 3) Distretto sanitario di Orvieto viene cancellato e spostato a Terni, allontanando con esso il monitoraggio e la supervisione del territorio orvietano.

La scelta di realizzare la Casa di Comunità ad Orvieto in piazza Duomo dà invece l’impressione che si sia pensato in primo luogo a recuperare un immobile storico ristrutturandolo, ma non ad organizzare i servizi necessari a garantire la salute dei cittadini.  Se poi pensiamo alle grandi complessità degli appalti pubblici in Italia, i relativi tempi impossibili (basti soltanto pensare alle problematiche inerenti l’attuazione del PNRR in Italia e, più specificamente, i tempi biblici per la realizzazione di un piccolo tratto di complanare ad Orvieto), ci sembra che la Casa di Comunità dell’orvietano funzionante nel 2026 sia una professione di fede, più che un evento effettivamente realizzabile. Ma se anche si riuscisse nel 2026 a fare ciò che è stato programmato, in questo frattempo come si curerà la popolazione di Orvieto e dell’Orvietano? Esistono iniziative in sostituzione della Casa di Comunità, visto che in altre città dell’Umbria già ci sono case di comunità aperte o in apertura? Specialmente in un territorio come il nostro, lontano da Terni e da Perugia, dunque dai maggiori centri di erogazione dei servizi sanitari?

Ad esempio, a Terni Ausl Umbria 2 e Azienda Ospedaliera di Terni hanno siglato un accordo per la presenza di un medico di Medicina Generale tutti i giorni dalle 9 alle 19 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria per accogliere i pazienti in codice bianco e decongestionare lo stesso P.S., quasi realizzando un embrione di casa di comunità all’interno dell’ospedale.  Un’azienda che si rispetti, in presenza di una ristrutturazione così profonda nell’erogazione dei servizi sanitari come quella attuale, dovrebbe fornire al pubblico una chiara indicazione di quale sia il punto di partenza, il punto di arrivo, ma anche come sopravvivere nel frattempo per arrivare all’obiettivo, perché lasciare la situazione così com’è sarebbe ingiusto e finirebbe per esacerbare scontentezza e provocare proteste sempre più forti.

Noi vogliamo per la cittadinanza orvietana dei L.E.A. adeguati e soprattutto che i cambiamenti fisiologici siano apportati senza improvvisazione, possibilmente senza imitare in alcun modo quanto fatto per il Cup regionale, entrato in vigore senza sperimentazione adeguata e che tanto disagio ha creato e sta creando ai pazienti umbri.

Tutto è forse più semplice di quanto sembrerebbe: programmare e realizzare ciò che è possibile realizzare, senza voli pindarici e mettendo al centro di tutti gli interventi il servizio sanitario, non altre cose come recuperare un immobile (intenzione nobile che però non risolve i problemi dell’organizzazione sanitaria).

Programmazione, non improvvisazione, questo è ciò che vogliamo!

Il 2026 è più vicino di quanto sembra.




Accordo tra Parte Civile e Croce Rossa di Orvieto per l’apertura di un punto di ascolto all’ospedale

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Importante novità all’ospedale di orvieto con l’accordo sottoscritto da Gianni Pietro Mencarelli a nome dell’associazione Parte Civile APS e Luigi Maria Manieri, commissario della Croce Rossa Italiana – Orvieto che prevede l’apertura di un Punto di Ascolto all’interno del nosocomio della città. Non sarà un punto per sfogare la rabbia ma per discutere, suggerire e raccogliere le criticità e poi confrontarsi con lui responsabili della USL Umbria 2. La Croce Rossa – Comitato di Orvieto, grazie all’impegno di Laura Cicognolo vuole aprire e puntare sull’impegno sociale e essere presente sul territorio. Questo è il primo tassello di un progetto più ampio che prevede l’apertura di un secondo punto di ascolto nel centro storico di Orvieto, grazie anche all’ingresso di nuovi volontari pronti a impegnarsi all’interno della Croce Rossa.

Luigi Maria Manieri ha colto l’occasione per ringraziare tutti i volontari nuovi e quelli di esperienza che ogni giorno assicurano tanti servizi per la cittadinanza. Non mancano le criticità ma anche per questo verrà messa in campo l’esperienza di Croce Rossa per promuovere soluzioni adeguate.




La USL Umbria 2 risponde alle accusa dei sindacati, “gratuite e con accuse tendenziose”

La Direzione Strategica ritiene doverosa una risposta, necessariamente articolata, alle ingiuste accuse diffuse a mezzo stampa da tre rappresentanti aziendali di Cgil, Cisl e Uil. Il CCNL del personale del comparto Sanità è stato sottoscritto a livello nazionale in data 2 novembre 2022. Allo stesso è stata data pronta e tempestiva applicazione con la corresponsione degli arretrati dovuti al personale dipendente, pagati con lo stipendio di novembre 2022.

Da novembre 2022 ad oggi sono stati effettuati ben 7 incontri con le Organizzazioni Sindacali del comparto (14 e 24 novembre, 15, 20 e 30 dicembre 2022; 31 gennaio e 2 febbraio 2023), per la discussione delle tematiche relative all’applicazione del contratto medesimo.  Nonostante le sollecitazioni rivolte dalla delegazione di parte pubblica della Usl Umbria 2 finalizzate ad acquisire dalle OOSS e dalle RSU la piattaforma per l’avvio del confronto per la sottoscrizione del contratto decentrato (in applicazione del CCNL del 2.11.2022) e in assenza di ciò la Direzione aziendale, facendosi interprete delle esigenze istituzionali e dei lavoratori, ha convocato, con nota protocollo 59540 del 15 marzo 2023, un incontro con le OOSS e le RSU per discutere anche il regolamento per l’attribuzione degli incarichi di responsabilità del Personale.

Tutto questo – lo si ribadisce – in assenza di proposte della parte sindacale. Ed allora quali sono le ragioni alla base di questo attacco duro e immotivato? Come mai non si riconosce oggi tutto il lavoro svolto in questi anni con spirito propositivo e nella massima trasparenza? Perché ci si dimentica che il Piano Sanitario Regionale, in bozza e in discussione nella quarta commissione consiliare, non è ancora legge e non è pertanto esecutivo?

E perché non sono degni di menzione gli sforzi straordinari dell’Azienda per assicurare, anche nel periodo buio dell’emergenza pandemica, le necessarie risorse per garantire la funzionalità dei servizi attraverso le stabilizzazioni, il concorso degli infermieri, le assunzioni straordinarie, anche a tempo determinato, per le sostituzioni per gravidanza o malattia? Corrisponde infine al vero questa sbandierata volontà delle OOSS orientata alla definizione di un nuovo e moderno modello organizzativo o siamo di fronte, viceversa, al tentativo di tenere tutto congelato e conservare quindi l’esistente?

Relativamente a due annose problematiche quali il riconoscimento dei minuti per la vestizione e la svestizione del personale sanitario, come riconosciuto dal CCNL del 21.5.2018 nonché le progressioni economiche orizzontali, va sottolineato come questa azienda sanitaria abbia sottoscritto due accordi in data 9 dicembre 2021 che, dopo anni di attesa, hanno definito queste due questioni.

Non va sottaciuto come le OOSS Cgil Cisl Uil, relativamente all’accordo sottoscritto per le progressioni economiche orizzontali, abbiano citato in giudizio la Usl Umbria 2 per condotta antisindacale salvo poi ricredersi, con il ritiro precipitoso del ricorso. Che dire? Ai posteri l’ardua sentenza. Nonostante tutto questo la Direzione aziendale ha proseguito il suo percorso di confronto aperto, democratico e trasparente per tutelare gli interessi dei lavoratori e mantenere un clima lavorativo favorevole testimoniato da sette incontri promossi in tre mesi e mezzo.

Nell’arco di tempo compreso tra il 2018 e il 2022 questa Usl ha incrementato notevolmente la dotazione organica del personale del comparto con particolare riguardo agli infermieri (+180 unità circa in servizio) e gli OSS operatori sociosanitari (+70 unità circa in servizio). La Usl Umbria 2 inoltre in piena pandemia ha espletato il concorso per infermieri cui erano iscritti oltre 9000 partecipanti e la cui graduatoria è stata approvata a giugno 2021 con oltre 1200 idonei fornendo professionisti a tutto il Servizio Sanitario dell’Umbria.

L’azienda sanitaria, che secondo quanto dichiarato dai delegati aziendali di Cgil Cisl e Uil sarebbe “allo sbando”, ha espletato il mega concorso degli infermieri affrontando oltre alla complessità dovuta all’alto numero di partecipanti, anche le problematiche legate al Covid-19 e ai lockdown presenti in quel momento che prevedevano ferree misure di prevenzione e di controllo.

Ai tre esponenti sindacali va anche ricordato che nel momento in cui c’è stata la riconversione dell’Ospedale di Spoleto in Ospedale Covid e non c’era una graduatoria disponibile per gli operatori socio sanitari (OSS), questa Direzione, d’intesa con il Sitro, nel brevissimo lasso di tempo di circa 40 giorni ha pubblicato una procedura di selezione pubblica a cui hanno partecipato oltre 1500 candidati e redatto la relativa graduatoria (!!)

E tutto questo per far fronte al periodo più brutto in assoluto della pandemia (novembre – dicembre 2020). Anche qui giova ricordare che quella graduatoria, come avvenuto per gli infermieri, è stata poi utilizzata da tutto il Servizio Sanitario Regionale per garantire funzionalità dei servizi e assistenza ai pazienti Covid positivi. Si potrebbero inoltre ricordare a chi parla di “disastro”, denotando una memoria alquanto corta, le procedure di reclutamento per tecnici di laboratorio, altra figura cardine nel periodo pandemico e tante altre selezioni espletate per reclutare il personale della dirigenza sanitaria.

False e tendenziose sono pertanto le dichiarazioni diffuse a mezzo stampa volte a gettare discredito sul Personale della Usl Umbria 2 che quotidianamente presta la sua opera in silenzio e a cui va il ringraziamento della Direzione Strategica e della collettività tutta. Esempi e testimonianze giungono quotidianamente alla Direzione attraverso apprezzamenti ed encomi che vengono spesso resi pubblici. Non è assolutamente vera la notizia di pazienti ricoverati in corsia se non per situazioni assolutamente eccezionali e sono inaccettabili le dichiarazioni che screditano l’attività del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Foligno.

Il “fantomatico progetto di Terzo Polo” è stato presentato in due circostanze pubbliche, come mai era avvenuto nella storia della sanità Umbria. Nei consigli comunali di Spoleto e di Foligno le forze politiche, sindacali, associative, istituzionali hanno potuto partecipare in maniera democratica e costruttiva al confronto.  Va detto, in replica a quanto affermato nella nota sindacale, che il Terzo Polo Ospedaliero è un progetto di grande lungimiranza e strategia politica e sanitaria, necessario per mantenere il livello di eccellenza delle risposte assistenziali e di cura erogate nei territori di Foligno, Spoleto, Valnerina.

Le affermazioni circa il ruolo e la funzione dell’Ospedale di Orvieto sono frutto di ignoranza degli autori. Forse è loro sfuggito che oggi, seppur con difficoltà ma con un progetto altamente innovativo, sono state ricostituite le équipe del Pronto Soccorso e della Chirurgia Generale in grado ora di assicurare un servizio proprio di un ospedale DEA di I livello. Sempre ad Orvieto c’è la presenza di ottimi reparti di Ostetricia e Ginecologia (Punto Nascita), Pediatria, Cardiologia e Medicina Generale e d’Urgenza. Inoltre i servizi costituiscono un punto di eccellenza (Laboratorio Analisi, Diagnostica per Immagini e Oculistica). L’équipe medica dell’Ortopedia è infine in fase di potenziamento.

Per ciò che concerne l’ospedale di Amelia e di Narni è stata data attuazione alle direttive impartite dalla Regione Umbria mentre per la sanità territoriale va sottolineato come questa Usl sia impegnata nella realizzazione di una serie di progetti che prevedono investimenti per circa 60 milioni di euro, finanziati con fondi PNRR e non, che riguardano:
–       Adeguamenti antisismici degli ospedali di Foligno (per un importo complessivo di 19 milioni 435 mila euro), Spoleto (6.5 milioni di euro) e Orvieto (7 milioni e 347 mila euro);
–       Realizzazione di cinque Ospedali di Comunità: Montefalco, Spoleto, Amelia, Orvieto, Terni per un importo di 10 milioni di euro;
–       Apertura di 10 Case di Comunità: Montefalco, Nocera Umbra, Cascia, Norcia, Amelia, Spoleto, Orvieto, Fabro, Spoleto, Terni per un importo complessivo di oltre 15 milioni di euro;
–       Attivazione di due COT, Centrali Operative Territoriali a Spoleto e Terni per un importo pari a circa 1,3 milioni di euro.

Tali opere consentiranno di dare un volto nuovo alla sanità territoriale unitamente ad un prezioso recupero del patrimonio immobiliare che risultava in disuso orami da decenni.
Sono in corso di potenziamento (atti già adottati!) il servizio Patrimonio/Attività Tecniche/Ingegneria Clinica, il servizio Acquisti e il servizio Personale con assunzioni in corso.

Il gratuito attacco sindacale, come detto, getta discredito sull’attività di tanti professionisti, sanitari, tecnici e amministrativi che si stanno adoperando con grande spirito di abnegazione per far fronte a questi impegni di portata epocale. In un momento delicato quale quello attuale, servono coesione e collaborazione e non certo accuse false e tendenziose.

Direzione Sanitaria Usl Umbria 2




I sindacati all’attacco, “la sanità pubblica guidata da USL Umbria 2 è ormai allo sbando”

“La gestione della sanità nella Usl Umbria 2 era critica già prima della pandemia: immobilismo, lentezza decisionale, assenza di una chiara visione programmatica. Adesso, a più di tre anni di distanza, siamo di fronte ad un reale disastro. La Usl Umbria 2 è allo sbando, lo vivono sulla loro pelle le cittadine e i cittadini per la carenza dei servizi ed i dipendenti che si trovano a lavorare in una completa assenza di organizzazione. Sebbene siano stati approvati da tempo sia il nuovo Piano regionale sanitario, sia il nuovo Contratto collettivo nazionale, la Direzione aziendale non ha ancora posto in visione delle organizzazioni sindacali il nuovo modello organizzativo richiesto ed atteso da anni, testimoniando l’atteggiamento arrogante e la mancanza di rispetto per le lavoratrici e i lavoratori che connota le relazioni sindacali della Usl Umbria 2.

Personale infermieristico ed ostetrico, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e di radiologia, operatori socio sanitari e personale amministrativo lavorano ogni giorno con il disagio e le difficoltà di una pianta organica con ruoli vacanti ed obsoleti, per cui è sempre più difficile erogare servizi di qualità, moderni e innovativi che aumentino la soddisfazione dell’utenza e degli operatori. Eppure, sono gli stessi che venivano chiamati eroi e che da tempo vengono considerati meno di zero da questa azienda. La direzione continua a disattendere il confronto sulle norme introdotte con il nuovo contratto: nonostante le innumerevoli richieste da parte delle organizzazioni sindacali ancora non abbiamo avuto risposta riguardo l’introduzione della norma sui tempi di vestizione che da luglio 2021 non viene riconosciuta alle lavoratrici e ai lavoratori.

Legittimare e promuovere le professionalità degli operatori del comparto forse non interessa a questa Direzione indubbiamente più incline a incentivare i medici, il Contratto nazionale però prevede il riconoscimento delle professionalità e della formazione degli operatori, istituisce non solo i nuovi incarichi di funzione, ma riconosce e disciplina l’incarico di professionista esperto e professionista specialista, ma l’Azienda non affronta l’argomento, non di meno però dà incarichi ad personam in assenza di comunicazione e trasparenza.

È necessario affrontare punti cruciali come la questione del fabbisogno del personale, ma la Direzione continua a ripetere di aver assunto tantissimi infermieri, stranamente poi sposta con ordine di servizio il personale infermieristico da un territorio all’altro per carenza di personale nelle Unità Operative, inoltre la carenza degli operatori socio sanitari è ormai una criticità di difficile soluzione. Uffici amministrativi svuotati di personale e i pochi impiegati rimasti non riescono a mandare avanti le attività in un vuoto di ruoli di responsabilità e dirigenza, alcuni di questi dipendenti coinvolti nel settore delle gare d’appalto e nella gestione dei contratti aziendali per i lavori e le forniture dal 2016 aspettano ancora gli incentivi previsti dalla legge, la Direzione aziendale non si è mai confrontata con le organizzazioni sindacali su questo tema.

Con questa Direzione sono successe cose mai viste: Unità Operative con i pazienti ricoverati messi nei corridoi, operatori sanitari costretti a posizionare i letti di degenza contro il muro per mancanza di spondine di sicurezza per i pazienti. Non si hanno risposte credibili a domande concrete: cosa si vuole fare del  Presidio Ospedaliero di Foligno dove ormai l’attività chirurgica è ridotta al minimo e le degenze accolgono in prevalenza pazienti di area medica? Qual’è realmente il destino del Presidio Ospedaliero di Spoleto nel fantomatico progetto del Terzo Polo? Il Presidio Ospedaliero di Orvieto quando diventerà realmente Dea di primo livello per l’emergenza urgenza? L’Ospedale di Amelia diventerà veramente un Ospedale di Comunità dopo  l’incresciosa modalità con cui è stato svuotato dalla sera alla mattina di un intero reparto? E quale reale destino avranno i distretti territoriali della Usl Umbria 2, smembrati e accorpati in Direzioni centralizzate di cui ancora non è nota l’organizzazione?

Le organizzazioni sindacali le hanno provate tutte: abbiamo accettato i tavoli tecnici che immancabilmente si sono conclusi con un nulla di fatto, con i documenti prodotti all’ultimo momento dall’Azienda sempre imprecisi, incompleti, da rivedere. Nessun vero, serio, rispettoso confronto per affrontare tutti i reali problemi delle lavoratrici e dei lavoratori. Siamo costretti quindi a ripensare una strategia che contempli un’azione sindacale di rivendicazione e mobilitazione permanente, perché non è più tempo di aspettare.

Giampiero Pincanelli, segretario aziendale Usl Umbria 2 Cgil
Pietro Cancellieri, segretario aziendale Usl Umbria 2 Cisl
Sandro Peciarolo, segretario aziendale Usl Umbria 2 Uil




PrometeOrvieto chiede un incontro con i sindaci della Zona Sociale 12 per discutere di sanità

La nostra associazione PrometeOrvieto nasce per affrontare singoli problemi, studiarli e
rendere noto a tutti i risultati del nostro studio, nonché cercare di aiutare le persone che
subiscono tali problemi e soprattutto trovare ciò che può essere fatto a favore della
collettività.
PrometeOrvieto, quindi, è sempre per qualcosa e mai contro qualcosa. Abbiamo appreso dalle ultime notizie che, in conseguenza del fatto che i Servizi sanitari pubblici in Umbria sono fuori controllo, in altre città (Spoleto, Terni, Narni, Amelia) sono gli stessi Sindaci che guidano i cittadini imbufaliti, chiedendo pubblicamente con forza ed a gran voce che vengano trovate soluzioni, grida che giungono anche da parte di Sindaci della stessa maggioranza politica che governa in Regione. Ad Orvieto tutto questo non è finora accaduto poiché ogni iniziativa pubblica, anche volta al conseguimento del bene della generalità dei cittadini, viene recepita e poi bollata come partitica, come strumentale per cercare di mettere in difficoltà l’Amministrazione comunale e regionale.
Riteniamo che sia ora di proporre quelle politiche che possano contribuire a risolvere i
problemi dei cittadini, in primis i problemi dell’assistenza sanitaria pubblica umbra, ormai
ridotta al fantasma di ciò che era soltanto pochi anni fa.
Noi lo faremo, anche se non siamo un partito politico, non siamo un sindacato, non siamo
un corpo intermedio tra il potere ed i cittadini, ma siamo soltanto un gruppo di persone che
con un po’ di buona volontà cerca di trovare soluzioni ai problemi.
Sinora non abbiamo avuto riscontro da parte di chi comanda, abbiamo avuto certamente
attenzione dai Media (anch’essi preoccupati per la deriva del Welfare umbro e soprattutto
orvietano), ma non dal potere locale istituzionale della cosiddetta “Zona sociale 12”.
A questo punto, dopo aver letto il rapporto Welfare Italia index 2022 (si veda l’allegato),
che conferma inesorabilmente ciò che ogni cittadino orvietano ed umbro sta sentendo
sulla propria pelle, e cioè che l’Umbria è scesa (dal 2021) dal 5* al 13* posto in Italia in
quanto ad “efficacia, efficienza ed appropriatezza dell’offerta sanitaria”, PrometeOrvieto

C h i e d e

un incontro con il Sindaco di Orvieto e con tutti i Sindaci dei Comuni della zona sociale 12
(Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio,
Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Parrano, Porano) nel quale poter
rappresentare in dettaglio quanto segnalato dai nostri numerosi associati e da noi rilevato
e chiedere quindi che le Istituzioni pongano in atto azioni concrete ed energiche a favore
della salvaguardia della salute dei cittadini del nostro territorio.
Disponibilità piena da parte nostra in ordine a luogo, giorno ed orario per incontrarci.




Il ringraziamento di una mamma alla dottoressa Magnolia e a tutto il reparto di pediatria dell’ospedale di Orvieto

La USL Umbria 2. ha ricevuto una lettera di elogio di una mamma, inviata via email al direttore generale, Massimo De Fino, che parla della sua difficile esperienza di vita esprimendo gratitudine, per la professionalità e l’empatia, alla pediatra dell’ospedale di Orvieto dottoressa Maria Greca Magnolia.

“Sono una mamma di una bambina nata purtroppo, con tantissimi problemi, anche molto complessi. Mi sono rivolta per tre anni all’ospedale specialistico Bambino Gesù di Roma per sottoporla alle cure del caso e ora siamo tornati a casa.

Con questa lettera volevo ringraziarvi per l’operato della dr.ssa Maria Greca Magnolia (dirigente medico pediatra dell’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto NDR), che si è dimostrata eccezionale sia in campo professionale che umano. Ogni volta che abbiamo avuto bisogno ha capito subito il problema e ci ha supportato con grande competenza.

Grazie infinite, perché in questo periodo così difficile bisogna essere riconoscenti e non
dire o scrivere solo le cose che vanno male. Teniamoci stretti questi professionisti che rappresentano per le famiglie una certezza. Ancora congratulazioni dottoressa Magnolia.

Lettera firmata.

Il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 ha risposto via email alla signora.

“Ringrazio delle sue belle parole – scrive il dottor Massimo De Fino – verso la nostra Azienda e in particolare verso una Collega valida professionalmente e molto umana, capace di comunicare tranquillità anche nei casi di estrema difficoltà cliniche come sempre più sta avvenendo in quast’ultimo periodo. Pertanto mi associo anch’io ai suoi complimenti verso la dottoressa Magnolia. Ci tengo a scriverLe direttamente, anche se di domenica e alle ore 20 circa, perché in questo momento molto difficile per la nostra sanità locale e per me che ne rappresento una parte, parole come le sue aiutano, a volte, a ricaricare le pile per andare avanti. Cordiali saluti”.