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“Oltre le nuvole per Roberta” dona all’oncologia dell’ospedale di Orvieto una poltrona multifunzione

L’associazione “Oltre le nuvole per Roberta” ha consegnato, il 9 agosto una poltrona multifunzionale per la somministrazione di terapie mediche al reparto di Oncologia dell’Ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto. Il presidio sanitario, di ultimissima generazione, è stato subito messo in uso nella sala infusioni e può essere gestito autonomamente dai pazienti tramite semplici dispositivi elettronici. Grande soddisfazione e gratitudine per questa utile e preziosa donazione sono state espresse dal direttore dell’ospedale di Orvieto Patrizio Angelozzi e dal personale medico e infermieristico del reparto presente alla cerimonia di consegna.

Anche la direzione strategica aziendale con il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2, Massimo De Fino ha voluto rivolgere un sentito e affettuoso ringraziamento ai tanti volontari di Porano dell’associazione “Oltre le nuvole per Roberta” per questo generoso gesto di attenzione, sensibilità e vicinanza ai pazienti oncologici del “Santa Maria della Stella” e ai sanitari impegnati con passione, impegno e grande professionalità nella struttura ospedaliera. Alla consegna della poltrona erano presenti anche il sindaco di Porano, Marco Conticelli e una delegazione dell’Amministrazione municipale insieme ai rappresentanti delle varie associazioni del comune.

La donazione è stata possibile grazie ai proventi di una cena di beneficenza che ha coinvolto l’intero paese e quanti hanno creduto nell’idea dell’associazione. Nel tempo “Oltre le nuvole per Roberta” ha effettuato altre iniziative di solidarietà e a breve – annunciano i volontari – sarà organizzata una nuova raccolta fondi per la realizzazione di altri progetti.




Via libera ufficiale alla progettazione e realizzazione della Casa e Ospedale di Comunità in Piazza Duomo

A distanza di poche settimane dall’approvazione degli interventi di adeguamento antisismico dell’ospedale “Santa Maria della Stella” per un importo che sfiora i 7,5 milioni di euro, procede spedita all’Azienda Usl Umbria 2 l’attività di potenziamento dei servizi territoriali ed ospedalieri del comprensorio Orvietano con l’apertura del cantiere, a Fabro, della Casa della Comunità e ora la firma, del direttore generale Massimo De Fino, alla delibera di affidamento, mediante appalto integrato, della progettazione definitiva ed esecutiva nonché della realizzazione della Casa della Comunità e dell’Ospedale di Comunità in Piazza Duomo. L’importo complessivo per questa importante opera di edilizia sanitaria, definita nel progetto e nella sua collocazione con il sindaco di Orvieto Roberta Tardani, l’amministrazione comunale e con le componenti economiche e sociali del territorio, è di 6 milioni 233 mila euro.

Il complesso iter di progettazione e realizzazione delle due strutture sanitarie, giunto alla sua fase esecutiva dopo un qualificato lavoro di ideazione e definizione culminato con l’approvazione del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica, prevede l’affidamento di un lotto unico e la scelta di un appalto integrato nell’ottica della semplificazione, della economicità del procedimento, dell’ottenimento del miglior rapporto qualità prezzo. La delibera n. 1424 pubblicata nel sito web istituzionale dell’azienda sanitaria, contiene il dettaglio, riportato in tabelle, degli interventi richiesti sul versante della progettazione (esecutiva e definitiva) e della realizzazione delle due opere, la stima dei costi, le tempistiche dei vari step, i requisiti di idoneità e di capacità tecnica e professionale e, ovviamente, tutte le indicazioni relative alle modalità di presentazione dell’offerta.

L’importante intervento strutturale, finanziato con i fondi europei del PNRR, che conferma l’impegno della direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2, in linea con le indicazioni regionali, per il potenziamento dei servizi ospedalieri e territoriali di Orvieto, consentirà di riqualificare, dopo anni di degrado, un’area pregevole nel centro storico cittadino, valorizzare le strutture dell’ex ospedale e restituire alla comunità un polo sanitario moderno, una “porta di ingresso” ai servizi sociali e sanitari offerti dall’azienda sanitaria, dall’amministrazione comunale, dalle associazioni.

La Casa della Comunità è infatti il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito potrà accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociale. La nuova struttura territoriale della Usl Umbria 2 prevede un innovativo modello di intervento multidisciplinare condotto da gruppi multiprofessionali composti da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri, psicologi, assistenti sociali. L’Ospedale di Comunità è invece una struttura sanitaria di ricovero, costituita nell’ambito della rete di assistenza territoriale con il compito di svolgere una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero.

La delibera rappresenta quindi un ulteriore importante tassello per la costruzione di un nuovo modello di sanità pubblica in grado di rispondere con efficacia alle nuove sfide e ai bisogni della popolazione. Agli investimenti per l’implementazione tecnologica, per l’adeguamento e il rafforzamento della dotazione organica si affiancano cospicui investimenti per l’adeguamento delle strutture esistenti e la realizzazione di nuovi servizi.

Grazie anche ai finanziamenti europei del PNRR, l’Azienda Usl Umbria 2 realizzerà nel territorio di competenza ben cinque Ospedali di Comunità a Montefalco, Spoleto, Amelia, Orvieto, Terni per un importo di 10 milioni di euro, dieci Case di Comunità a Montefalco, Nocera Umbra, Cascia, Norcia, Amelia, Spoleto, Orvieto, Fabro, Narni, Terni per un importo complessivo di oltre 15 milioni di euro, due COT, Centrali Operative Territoriali, a Spoleto e Terni per un importo pari a circa 1,3 milioni di euro. Insieme agli interventi di adeguamento antisismico delle strutture ospedaliere, il valore complessivo degli investimenti è di circa 60 milioni di euro.




Obiettivo Sanità, “bene l’unanimità di intenti della politica sull’emodinamica. Noi terremo alta la guardia”

La nostra attenzione sulle questioni sanitarie del comprensorio rimangono sempre alte. Dopo aver organizzato la manifestazione a giugno alla quale parteciparono moltissimi cittadini, Apprendiamo da organi di stampa istituzionali che vi è stato un voto unanime in consiglio comunale sulla Emodinamica da istituire presso l’ospedale di Orvieto.

Ci piace pensare che la nostra costante ed incessante azione di denuncia sui problemi della Sanità ha porta alcuni positivi risultati.
Bene il voto unanime che di fatto unisce gli intenti civici fuori dalle diatribe di partito, cosa che sinceramente poco producono per l’interesse comune.
I problemi della sanità rimangono, tanti e complessi, speriamo questo sia un punto messo a segno per il bene comune dell’intera comunità orvietana. Continueremo a temere alta la guardia e a continuare la nostra perseverante azione a difesa della sanità




La direzione strategica di USL Umbria2 fa chiarezza sulla gara per i servizi socio-sanitari

Con l’auspicio di fornire alla cittadinanza un contributo, in termini di chiarezza e trasparenza, sull’azione amministrativa condotta dalla Usl Umbria 2, la direzione strategica dell’azienda sanitaria ritiene doveroso replicare alle polemiche di questi giorni sulla gara per la gestione dei servizi socio sanitari. Si intende anzitutto rassicurare la popolazione in relazione ad affermazioni allarmistiche, gratuite e prive di fondamento, secondo cui verrà ridotta la qualità dei servizi con un sostanziale peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori.

La procedura di gara avviata dall’azienda sanitaria contiene ripetute clausole volte a salvaguardare la qualità del servizio attraverso un’attenta selezione degli operatori economici che devono certificare la migliore esperienza professionale maturata nel settore specifico. Per ciò che concerne la condizione lavorativa, la base d’asta è stata determinata con riferimento ai valori di mercato calcolati con parametri retributivi allineati ai vigenti CCNL applicati nell’ambito delle cooperative fornitrici dei servizi.

Risulta altresì fuorviante e non corretto definire tale procedura una “gara ponte” in quanto la durata potenziale dell’affidamento è di 18 mesi (e non sei) e impostata unicamente al “massimo ribasso” dato che prevede, nel rispetto delle disposizioni del codice appalti D. Lgs.50/2016, una valutazione riservata alla qualità dei servizi pari al 70% e una valutazione riservata al prezzo pari al 30%, secondo modalità e formule matematiche oggettive, corrette e consolidate. La valutazione del 70% relativa alla qualità è centrale e strategica e prenderà in considerazione concretamente le esperienze maturate sul campo (servizi analoghi resi, esperienze associative realizzate, qualità certificata). Ogni concorrente potrà inoltre elaborare e presentare un proprio progetto con la possibilità di fornire spunti migliorativi secondo le più moderne e attuali dinamiche organizzative relative ai servizi socio sanitari. Illogica e immotivata – per utilizzare gli stessi termini dei detrattori – è anche la polemica su presunti squilibri territoriali in relazione suddivisione in tre lotti (uno per l’area sud e due per l’area nord).

I valori economici posti a base d’asta, lo si ribadisce con assoluta fermezza, sono coerenti con i fabbisogni espressi dal territorio e consolidati nel tempo. Va evidenziato inoltre come nella nuova procedura sia contemplata la possibilità di variare il fabbisogno, che potrà essere ridotto o incrementato, in relazione alle esigenze ed alle risorse disponibili, entro il range massimo del 20%.

L’unico lotto del territorio sud dell’Azienda, che corrisponde alla provincia di Terni con i distretti di Terni, Narni-Amelia e Orvieto, ha un importo maggiore rispetto ai due lotti dell’area nord dovendo far fronte – come evidente – ad un maggior fabbisogno, basti soltanto considerare il diverso peso della popolazione residente. La divisione in due lotti e il servizio da affidare all’area nord risulta essere invece una questione meramente formale che non può essere invocata, se non in modo pretestuoso, come scelta che penalizzerebbe un territorio rispetto all’altro. Tale suddivisione è riconducibile alla presenza nell’area nord (distretti di Foligno, Spoleto, Valnerina) di strutture residenziali a gestione diretta per un totale di 135 posti letto, come l’ex ONPI, per le quali l’Azienda ha già dichiarato la volontà di passare alla gestione indiretta. La separazione in due lotti è quindi funzionale a favorire questa transizione, questo passaggio. Non ci sono differenze né squilibri in termini di remunerazione e di fabbisogno tra le aree territoriali e vengono utilizzati gli stessi identici criteri per determinare lo standard di personale richiesto nell’area sud e nell’area nord con l’obiettivo di armonizzare e rendere pienamente omogenei servizi e situazioni dei vari ambiti. Anzi la base d’asta calcolata per i servizi dell’area nord lascia agli offerenti anche un margine di miglioramento attraverso la presentazione di un progetto per una più efficiente ed efficace organizzazione del servizio. La nuova gara infine premia la professionalità e assegna valore all’esperienza del personale che verrà impiegato nei servizi.

Trattandosi di temi delicati, sensibili e complessi, la direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2 rimane a disposizione per fornire ulteriori approfondimenti, aggiornamenti e chiarimenti all’opinione pubblica con l’auspicio che il dibattito non scada nella disinformazione, attraverso sterili e dannose strumentalizzazioni e confidando in un comportamento corretto e ispirato dalla non ingerenza da parte dei soggetti concorrenti nelle procedure di gara e dei loro rappresentanti di categoria.

Fonte: Usl Umbria 2




Garbini, “se Olimpieri è contro l’emodinamica a Orvieto lo dica senza artifici d’aula”

Leggo con stupore il comunicato stampa del Consigliere Olimpieri in merito al progetto di emodinamica per l’Ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto. Nell’ultima riunione del 27/07/2023 del Consiglio Comunale ho assistito e ascoltato anche l’intervento del Consigliere Olimpieri che ha votato favorevolmente la Mozione presentata dal Partito Democratico e sembra aver cambiato idea.
Tutti i consiglieri presenti hanno votato favorevolmente, consentendo di approvare all’unanimità un progetto che non assume connotati partitici e politici, ma che delinea i caratteri di un lavoro che è stato portato avanti da mesi a più livelli istituzionali con la volontà di incrementare i servizi del nostro ospedale.
La strumentale ricerca degli eventi storici legati agli errori del centrosinistra alla guida della Sanità regionale sono argomentazioni che dimostrano forse l’incapacità del centrodestra, di cui faccio parte convintamente, di saper invertire quella strada, certamente non entusiasmante, intrapresa dalla sinistra negli di governo regionale.
L’interrogazione presentata in questo caso sembra il solito strumento per ottenere un risultato sottaciuto durante la discussione d’aula. Se il Consigliere Olimpieri insieme ad altri è contrario al progetto di Emodinamica lo dica senza artifici d’aula, funzionali a rinnegare il suo voto in consiglio comunale. La città ci chiede un lavoro corale per il nostro territorio e per chiedere con forza quello che le Giunte targate centrosinistra non sono riuscite a ottenere in tanti anni al governo della Regione Umbria.
Naturalmente non è nuova la situazione in cui i progetti che dovrebbero aiutare la città, vengono affossati silenziosamente da orvietani, che consapevolmente o meno portano avanti interessi di altri territori. Queste poche parole non sono uno sfogo, ma la necessità di informare la città che spesso la politica è animata più da comportamenti che ricalcano le contrapposizioni sterili interne al nostro ospedale, dove medici propongono progetti e altri colleghi fanno a gara per affossarli per mera invidia o incapacità.

Umberto Garbini
Presidente del Consiglio Comunale
Capogruppo di Fratelli d’Italia




Pd e M5S chiedono in Regione che l’emodinamica a Orvieto rientri nel Piano Sanitario Regionale

Il laboratorio di emodinamica di Orvieto rientri subito nel nuovo Piano Sanitario Regionale. Il potenziamento della struttura rappresenta un investimento a lungo termine per la salute dei cittadini umbri e per migliorare le condizioni di vita e il benessere generale della comunità orvietana. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle presentano una mozione per dar seguito a quanto già deciso dall’assemblea legislativa: “Il territorio ha bisogno di una struttura medica in grado di intervenire tempestivamente su diagnosi e trattamento di patologie cardiovascolari tempo-dipendenti come infarto, aneurisma e malattie coronariche” scrivono in una nota PD e M5S.

“Per questo – proseguono Thomas De Luca del M5S e Fabio Paparelli del PD – abbiamo deciso di presentare una mozione che dia seguito a quanto già deciso dall’assemblea, inserendo da subito il laboratorio di emodinamica nel redigendo Piano Sanitario Regionale. Peraltro, anche la presa di posizione unanime presa dal consiglio comunale di Orvieto, sulla scia di quella dell’assemblea legislativa, non lascia spazio ad interpretazioni sulla linea politica che la Regione deve seguire”. La delibera del consiglio regionale n.29 del 26 maggio 2020 prevedeva di inserire “una struttura di emodinamica e di cardiologia interventistica presso l’ospedale di Orvieto al fine di sviluppare le potenzialità del presidio e venire incontro alle nuove esigenze di tutela della salute del territorio circostante”. Tramite l’accesso a procedure diagnostiche e terapeutiche avanzate i pazienti potranno ricevere cure tempestive, si potrà ridurre il rischio di complicazioni e salvare vite umane.

Il laboratorio di emodinamica consentirà di ridurre i trasferimenti dei pazienti verso altre strutture mediche, diminuendo i costi per le famiglie e i disagi per i malati. L’ospedale di Orvieto potrà tornare ad essere una struttura sanitaria competitiva, in grado di attrarre professionisti medici altamente qualificati e migliorando la reputazione dell’ospedale nel centro Italia. “È facile fare l’assessore alla sanità con gli ospedali degli altri, tagliare servizi in Umbria ma risiedere in Veneto – concludono De Luca e Paparelli – Coletto dovrebbe spostare la residenza ad Orvieto e condividere con 100 mila cittadini di quest’area che serve anche l’alto Lazio e l’area sud est dell’Amiata, lo stesso pericolo di perdere la vita lungo il tragitto che porta all’ospedale di Terni, in attesa di un laboratorio di emodinamica che non c’è e che da oltre tre anni deve essere inserito nel Piano Sanitario Regionale”.

Thomas De Luca consigliere regionale Movimento 5 Stelle
Fabio Paparelli consigliere regionale Partito Democratico




E’ il dottor Nando Scarpelli il nuovo direttore sanitario della USL Umbria 2

In seguito alle dimissioni della dottoressa Simona Bianchi che ha assunto, nelle Marche, il ruolo di direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Fermo per il prossimo quadriennio, il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 dott. Massimo De Fino ha provveduto, con delibera n. 1385 del 31 luglio, alla nomina del nuovo direttore sanitario che assumerà l’incarico dal 1° agosto fino al 31 gennaio 2024.

E’ stato individuato il dottor Nando Scarpelli quale nuovo direttore sanitario dell’Azienda Usl Umbria 2. Dirigente medico dell’azienda sanitaria, oncoematologo e designato dalla Regione Umbria per la definizione e realizzazione del terzo polo ospedaliero Foligno-Spoleto, il dottor Scarpelli, classe 1959, vanta una qualificata esperienza professionale e gestionale.

Una personalità autorevole della Direzione Strategica che affiancherà il direttore generale dott. Massimo De Fino e il direttore amministrativo dott. Piero Carsili nella guida dell’azienda sanitaria e in grado di offrire da subito, per l’ottima conoscenza della struttura aziendale, un prezioso e valido contributo.




“Grazie ai medici e al personale della cardiologia dell’ospedale di Orvieto”

Accolto nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Orvieto alle ore due dopo mezzanotte del 5 luglio scorso, dopo veloci e vari esami che hanno chiarito il quesito diagnostico, sono stato ricoverato nel reparto di Cardiologia per una pericardite acuta. Sono stato ben curato e ben trattato dai dottori e dal personale infermieristico ed ausiliario, dei quali desidero sottolineare la scienza medica, la professionalità e l’umanità a beneficio di ogni paziente.

Mi sia consentita un ringraziamento profondo e di formulare l’augurio per il potenziamento di un Ospedale che merita. Grazie.

Giancarlo Baciarello, Bagnoregio.




PrometeOrvieto torna a chiedere Casa e Ospedale di Comunità si faranno o no? e se sì quando?

Leggendo Il Sole 24 Ore del 28 luglio abbiamo appreso che, nell’ambito della revisione dei progetti del PNRR, il Governo ha deciso di costruire parte delle nuove strutture sanitarie con i fondi dell’edilizia sanitaria e con quelli della coesione: più precisamente, 414 Case di Comunità su 1350 e 96 Ospedali di Comunità su 304 saranno stralciati dai fondi e dal programma del PNRR. E’ una notizia che accresce, evidentemente, le nostre preoccupazioni sulla struttura che dovrebbe nascere nell’ex Ospedale in piazza Duomo. Qualcuno ci sa dire per quando è previsto l’inizio dei lavori di realizzazione della Casa di Comunità e dell’Ospedale di Comunità di Orvieto?

Non possiamo esimerci dal rilevare che la nostra ultima richiesta, volta a conoscerne i tempi di realizzazione, contrariamente al solito, è rimasta priva di riscontro. Avevamo già accennato al rischio che le stesse potessero essere escluse dal piano di realizzazione previsto nel Pnnr a causa dell’infelice scelta del sito di realizzazione, che certamente richiede risorse importanti, probabilmente più ingenti rispetto a quanto si è sinora immaginato. È stato comunicato in pompa magna l’avvio dei lavori per altre Case ed Ospedali di Comunità che insisteranno sul territorio di competenza dell’Asl 2, ma un silenzio assordante è sceso sulle strutture che dovrebbero nascere nella nostra città. In virtù di quanto appreso stamani (il 28 luglio ndr), a maggior ragione vogliamo una risposta e crediamo che i cittadini orvietani abbiano diritto di sapere come e quando verranno curati.

Attendiamo un riscontro ufficiale, ma soprattutto attendiamo che qualcuno ci dia la certezza di non essere stati inseriti in un piano con risorse da reperire e differito nel tempo. Ci fate cortesemente sapere?




Ospedale, distretto sanitario, emodinamica le tre criticità orvietane che la politica deve affrontare

Il consiglio comunale del 27 luglio è stata una nuova occasione per discutere di sanità a più riprese. Distretto, situazione generale e la questione emodinamica sono state al centro aa più riprese del dibattito politico. Ormai è chiaro il muro contro muro tra maggioranza e opposizione per quanto riguarda il futuro della sanità orvietana. Va tutto bene, tranne qualche criticità, si dice dalla maggioranza, mentre dall’opposizione si sottolinea che è tutto allo sfascio e il comparto è in disarmo. Poi c’è la questione ormai kafkiana dell’emodinamica. Il progetto, fortemente voluto da Andrea Mazza, cardiologo facente funzione di primario all’ospedale di Orvieto, prevede la creazione della struttura con investimenti in machine e personale per rendere il nosocomio orvietano un reale punto di cura dell’emergenza-urgenza. Tale progetto è stato sollecitato e indicato all’unanimità in Regione, ormai da qualche anno impegnando la giunta a inserirlo nel piano sanitario. La giounta presenta un piano sanitario che, però, non prevede per la città l’emodinamica. E allora anche i Comuni dell’area indicano la necessità compreso Orvieto. Anche il consiglio comunale ha approvato all’unanimità, non senza qualche dissenso pesante non proprio ben dissimulato ma che alla fine è rientrato, la mozione presentata dai consiglieri Mescolini, Croce, Barbabella, Germani e Giovannini per l’istituzione del reparto di emodinamica.

Ma non è finita qui perché prima del futuro viene il presente e all’interno dell’ospedale delle criticità ci sono. Strumentazioni non funzionanti, in alcuni casi, mancanza di personale cronica, liste d’attesa ancora troppo lunghe. Non si può definire la situazione drammatica e allo sbando ma un’attenzione particolare deve essere posta anche perché la sensazione che si ha è quella di un ospedale considerato periferico e non al centro della risistemazione più generale della sanità ospedaliera. Narni, ad esempio, è sempre più vicino a Terni con tanto di accordo di collaborazione; Foligno è centro di riferimento per alcune patologie importanti e Orvieto? Lavori, lavori, lavori e una Casa e Ospedale di Comunità di cui ancora non è dato sapere la data d’inizio lavori e sembra scomparsa dai radar anche nei comunicati ufficiali USL. Orvieto ospedale di frontiera? Certamente tanto da tamponare anche lo sbilancio sanitario regionale, almeno in parte, per quanto riguarda esami, ricoveri e degenze extra-regionali. Basterebbe questo per decidere di levare il freno a mano e investire su un ospedale che potrebbe attrarre ancora più pazienti dal vicino Lazio e dalla bassa Toscana e divenire centro di riferimento per alcune patologie così come avviene per Foligno, ad esempio. Non solo, potenziare Orvieto significherebbe alleggerire il sovraccarico di Terni e rendere l’ospedale più appetibile per giovani professionisti che vogliono e devono crescere.

La politica locale è pronta a discutere e, se serve, a combattere? Basta affinità elettive come successo nel passato remoto e prossimo, basta con piccoli contentini in termini di assunzioni. Oggi serve un ospedale al servizio dei cittadini, con mezzi e personale adeguati e pronto ad affrontare le emergenze e le urgenze in particolare tempo-dipendenti visto l’isolamento infrastrutturale del comprensorio che sarà solo parzialmente superato, e con costi maggiori sicuramente, dall’elisoccorso che partirà prossimamente ma che non potrà essere operativo in ogni condizione meteo, ad esempio e che avrà base operativa a Foligno, ben distante anche in volo da Orvieto.