Liste d’attesa, la Regione punta ad azzerarle entro la fine dell’anno

Smaltimento dell’82% delle prestazioni accumulate prima del 1 maggio, gestione entro i primi di ottobre della maggior parte di quelle rimaste, contenimento e gestione delle nuove al fine di raggiungere un totale di circa 35 mila prestazioni in lista di attesa entro la fine dell’anno. Questi alcuni dei temi al centro della riunione di questo pomeriggio che si è tenuta a Palazzo Donini alla presenza della Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, dell’assessore alla Sanità, Luca Coletto, del direttore regionale, Massimo D’Angelo e dei direttori delle Aziende ospedaliere e sanitarie locali.

Entrando nello specifico dell’andamento, delle 77.597 prestazioni in sospeso al primo maggio se ne sono gestite circa 64 mila, mentre lo smaltimento della quasi totalità delle 13 mila rimaste sarà contrattualizzato entro i prossimi 10 giorni, raggiungendo così l’obiettivo del Piano con la gestione di tutte le prestazioni pregresse. Per ciò che concerne le nuove prestazioni, si è registrato un incremento tra agosto e settembre, così come annualmente accade, raggiungendo quota 38 mila accumulate da maggio ad oggi. Di queste circa 20 mila riguardano i fragili per i quali si è scelto di preservare il principio di prossimità territoriale (over 65, oncologici e invalidi gravi) scelta che, seppur abbia rallentato lo smaltimento e provocato come detto gran parte delle nuove liste d’attesa, permette di offrire all’utenza un servizio più agevole. Intanto, la capacità produttiva delle Aziende sanitarie ed ospedaliere si conferma anche per questo ultimo periodo in linea ai livelli pre Covid, dato dimostrato anche dal fatto che ben oltre il 50% delle prestazioni pregresse è stato effettuato dal sistema pubblico mentre il restante è stato svolto dal sistema convenzionato, senza dunque ulteriore spesa da parte dell’utenza.

Durante la riunione la Presidente Tesei ha chiesto una ancor maggiore ottimizzazione nella gestione, una verifica puntuale delle agende e maggiori controlli nelle varie strutture che erogano le prestazioni al fine di arrivare a fine anno con 35 mila pazienti totali in lista di attesa. La presidente si è inoltre riservata di valutare la possibilità di ripetere un Piano straordinario per il prossimo anno, allo scopo di riuscire ad avere un equilibrio strutturale rispetto alla nuove prestazioni richieste.–




Ospedale di Orvieto, mancano apparati medicali e il paziente è costretto a girare l’Umbria

Una giornata qualsiasi in ospedale a Orvieto.  Un paziente è stato convocato per una visita controllo che prevede anche la sostituzione di un apparato.  Nulla di estremamente complesso o elettronico, ma pur sempre importante. La persona che ci ha raccontato il fatto non è più giovane e vive con la moglie in uno dei quartieri della città.  Vive con la moglie che ha, a sua volta, dei problemi di salute e non ha parenti in grado di poter collaborare e aiutare per le frequenti visite. Fin qui la storia è simile a quella di tanti altri, ma ecco che arriva la notizia.  Il nostro paziente si reca con congruo anticipo nella sala ambulatori del nosocomio orvietano e si mette in fila.  Ad accompagnarlo è la Croce Rossa di Orvieto. 

Arriva il suo turno ed entra nell’ambulatorio.  Ad accoglierlo una dottoressa e un’infermiera.  Inizia la visita e poi si arriva al dunque.  Bisogna sostituire l’apparato.  Sembra una cosa semplice e invece non lo è, almeno all’ospedale di Orvieto.  Le due professioniste iniziano la ricerca del “pezzo” anche all’esterno presso altri ambulatori ma poi si devono arrendere.  Per il paziente l’attesa non è terminata, anzi è appena iniziata. Sì, perché la dottoressa scrive che per la sostituzione può recarsi in un altro ospedale sempre della stessa USL.  Questa volta, per fortuna, il paziente è accompagnato da una persona della Croce Rossa che inizia a seguire tutto l’iter burocratico per il trasferimento. La Croce Rossa segue passo dopo passo e poi inizia il viaggio verso la nuova destinazione, dove finalmente il paziente riesce a ottenere la prestazione richiesta.

Qual è la morale di questa storia?  E’ complessa.  Il personale ospedaliero cerca sempre una soluzione ma a un certo punto deve arrendersi per manifesta assenza di mezzi tecnici e medicali.  La Croce Rossa Italiana del comitato di Orvieto segue con attenzione e umanità ogni caso.  Poi c’è la parte principale della morale.  I disagi per i pazienti che in maniera assolutamente “democratica” devono subire le manchevolezze della USL.  Sì perché per un supporto medico non di alta tecnologia e particolarmente costoso, che comunque è assicurato in maniera totalmente gratuita al paziente, non si può obbligare una persona al tour forzato dell’Umbria.

No, non è possibile che non si prenda in considerazione la situazione sociale e familiare, che non si pensi a tutto quello che si deve muovere per la sostituzione di un apparato medicale, non di un esame diagnostico o di un apparato ad alta tecnologia e costoso.

Questa volta a pagare tutto è stata la USL, anche il trasferimento grazie alla perseveranza della persona di Croce Rossa che assisteva il paziente.  Ma la prossima volta?  Programmare e rifornire gli ambulatori e i reparti almeno di strumenti di utilizzo quotidiano e/o ordinario, almeno questo, poi per le specializzazioni già siamo pronti a trasferimenti e viaggi che si possono programmare con calma e non senza alcun preavviso.

Ricordiamo che la sanità pubblica è un diritto Costituzionale!




La sanità è sempre più lontana da Orvieto

Prendiamo spunto da quanto sta accadendo nel Consiglio Comunale di Orvieto dove, stancamente e distrattamente, è stata posta più volte all’ordine del giorno, senza però mai affrontarla, la discussione sulla chiusura del Distretto Sanitario dell’Orvietano previsto dal nuovo piano regionale in fase di approvazione.  Riteniamo che su questo argomento, di importanza basilare, debba essere fatta chiarezza.  L’organizzazione sanitaria può essere divisa in due parti:

operativa, di cui abbiamo a lungo parlato con comunicazioni che ne evidenziavano le fortissime criticità e che un piano operativo, fatto più di annunci che di sostanza, tenderà inevitabilmente ad aggravare;

gestionale, fatta di monitoraggio, governo e correzione di quanto accade.

Questa seconda parte è stata organizzata dal piano nazionale con il Nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria (N.S.G. DM12 marzo 2019) che, attraverso una puntuale rilevazione di ciò che accade, verifica se i livelli di assistenza siano adeguati a garantire la salute della popolazione. Esistono 88 indicatori che consentono di misurare con numeri tali livelli di assistenza, con ciò uscendo dalla logica degli “aggettivi” e dei “pubblici encomi”, spesso utilizzata dalle Istituzioni sanitarie, ma senza alcun significato se non quello di fornire messaggi fuorvianti ai cittadini. I livelli di servizio rilevati devono essere monitorati dai Distretti Sanitari che, organizzati con più Centri di Assistenza Territoriale devono proporre tutti gli aggiustamenti, sia preventivi che correttivi, necessari. È del tutto evidente che la funzione del Distretto e dei Centri di Assistenza Territoriale sia molto importante per il territorio, sia in termini di presenza qualificata con rilasci economici certi, sia per evitare che la distanza faccia perdere di sensibilità rispetto alle esigenze del territorio.

Il piano sanitario proposto dalla Regione prevede la chiusura del Distretto di Orvieto, che verrà accorpato a quello di Terni, e la realizzazione di due Centrali Operative Territoriali, anche queste previste entrambe a Terni. Orvieto verrà quindi ulteriormente marginalizzata, non solo dalla chiusura del Distretto, ma anche dal fatto di non essere stata considerata nemmeno come sede di una Centrale Operativa Territoriale. In sostanza, mentre la Politica ed i Sindacati locali si baloccano stancamente intorno a questo argomento, non dimostrando alcuna volontà di contrastare il potere regionale, il nostro territorio viene sempre più impoverito di competenze professionali e marginalizzato.

Cari Amministratori, ma anche consiglieri dell’opposizione, crediamo sia giunto il momento di un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza sulla situazione dei Servizi Sanitari, poiché un approccio superficiale e dilatorio, come evidenziato sinora da parte vostra, non può bastare a tranquillizzare i cittadini, con i quali dovrete prima o poi confrontarvi. PrometeOrvieto, da parte sua, seguirà come sempre con molta attenzione le risultanze e le azioni che si origineranno dal vostro confronto.




Dove sono i fondi del Pnrr per la sanità orvietana?

Circa un anno fa, nel Palazzo del Capitano del Popolo, fin dal medioevo destinato ad annunciare eventi importanti per il territorio, venne con enfasi dichiarata l’esistenza di progetti di prossima realizzazione per: riqualificazione sismica e energetica dell’Ospedale S. M. della Stella, ristrutturazione del suo Pronto Soccorso, e potenziamento delle sale operatorie.

È stato inoltre illustrato un progetto di riqualificazione del vecchio ospedale come sede, a nostro avviso infelice, per realizzare la Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità dell’orvietano.

Tutto con i fondi del Pnrr.

Oggi, dopo un anno, nulla si è tradotto in cantiere siamo ancora fermi alla politica degli annunci.  Nessuno sa se queste opere saranno più finanziate dal piano suddetto, infatti il Ministro Fitto ha proposto di toglierle prevedendo di realizzarle con fondi da reperire e inserendole in altri piani che prevedano tempi di esecuzione che arrivano al 2029 e che, secondo quanto riportato da uno studio de Il Sole 24 ore (in foto), riuscirebbero a coprire a malapena la metà degli importi necessari. Per quanto riguarda in particolare l’Ospedale di Comunità e la Casa di Comunità, dove si è previsto l’appalto integrato entro la fine dell’anno, dobbiamo rilevare che i numerosi passaggi necessari per poter iniziare i cantieri sono fermi; a più di un mese dalla pubblicazione della procedura non è ancora stato dato il via pubblicando il bando sui quotidiani in essa individuati. Rimaniamo, inoltre, convinti che la gara andrà deserta per l’insufficienza di fondi destinati.

Ribadiamo con forza, se vogliamo parlare di cose reali, la necessità di individuare un piano transitorio per adeguarsi al modello sanitario previsto dal nuovo progetto nazionale. Mentre tutto ciò accade, abbiamo cercato di capire chi nel territorio risolve le esigenze della popolazione per la necessità di accertamenti specialistici diagnostici e strumentali.

Attraverso una rapida analisi dei bilanci ed in modo necessariamente approssimativo, sembra di rilevare che le prestazioni specialistiche rese da privati sarebbero all’incirca 40.000 all’anno: questo numero appare superiore a quello erogato dalla Sanità Pubblica nel nostro territorio, a maggior ragione se togliamo quelle fornite in degenza ospedaliera ed in Pronto Soccorso. Di fatto, secondo quanto analizzato, la Sanità privata in questo settore di attività avrebbe prevalenza sulla Sanità pubblica, dunque nel nostro territorio la privatizzazione sarebbe già in fase molto avanzata, tanto che per curarsi si debba prevalentemente mettere mano al portafoglio.

Se i numeri e i fatti ci daranno torto ne daremo volentieri atto, saremo felici di dire che ci sbagliamo, ma la domanda sorge spontanea: quanto annunciato nella riunione di novembre 2022 era propaganda o realtà? La risposta con i fatti a chi ne ha la responsabilità.




PrometeOrvieto, nuovi dubbi e nuove richieste dopo la replica del dg della USL Umbria2 su Casa e Ospedale di Comunità

Gentile D. G. Dott. De Fino,

riscontriamo la Sua risposta alla nostra comunicazione dell’11.8.2023, che rendiamo pubblica ai cittadini del territorio con il testo in calce, per trasmetterLe a nostra volta alcune nostre considerazioni sul punto. La Sua comunicazione, descrittiva dello stato in essere, non ci lascia sereni sul fatto che l’Ospedale di Comunità e la Casa di Comunità dell’Orvietano possano essere realizzati con certezza, come noi desideriamo, nei tempi previsti e rimangono irrisolte le preoccupazioni che ci hanno spinto a scriverLe chiedendoLe delucidazioni. Abbiamo appreso che la Regione Umbria non conosce con esattezza gli interventi finanziati dal Pnnr che verranno tolti dal piano ed il termine “prevalentemente”, da Lei usato per indicare tali siti, è rilevatore delle incertezze che ci sono e che non sono marginali in quanto, come vedremo, incidono pesantemente sui tempi e sulle procedure da attuare. Visti i tempi di analisi (tre mesi) dell’Unione Europea per fornire riscontro alla richiesta del ministro Fitto, l’incertezza è destinata a durare fino al mese di ottobre. 

TEMPI

Dal piano reso pubblico con delibera DG Ausl Umbria2 del 9.8.2023, si deduce che l’appalto integrato va aggiudicato entro il corrente anno così come previsto dal PNRR ed i tempi, evidentemente, sono strettissimi, visti i passaggi formali previsti nello stesso bando. Chiedevamo una rassicurazione sul fatto che questi sarebbero stati rispettati e, seppure come Lei dice la fattibilità ancora c’è, ciò richiede comunque tempi veloci di attuazione poco usuali nella Pubblica Amministrazione.

COSTI

Siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà causate dall’alto tasso di inflazione degli ultimi tempi e la nostra richiesta di chiarimenti era volta ad avere rassicurazioni proprio sul fatto che lo stanziamento disponibile fosse sufficiente a non far andare deserta la gara di appalto. Apprendiamo che le strutture tecniche sono in grado di fare una valutazione di congruenza sul fatto che sia possibile assorbire gli extra costi di circa il 30% che l’inflazione ha generato, anche se questo appare poco probabile, perché significherebbe che il precedente valore era stato sovrastimato. Se i fondi non fossero sufficienti, andranno trovati in altre fonti di finanziamento da Lei indicate e questo comporterebbe, oltre all’incertezza nel reperimento, una nuova gara che non potrà avere come riferimento il bando precedentemente elaborato, che prevede un ribasso rispetto al plafond stanziato nel PNRR. Tutte queste preoccupazioni, generate da un contesto generale particolarmente complesso, non ci lasciano tranquilli e crediamo, visto il contenuto della Sua risposta, che nemmeno Lei lo sia. Riteniamo pertanto sempre più urgente approntare un piano provvisorio su cui lavorare da subito che, in attesa della realizzazione delle opere previste, possa fornire ai cittadini i Servizi Sanitari con le modalità individuate dalla nuova riforma. Le richiediamo infine un nuovo incontro nel quale, oltre approfondire questi temi, sia possibile ottenere dati quantitativi e qualitativi sulle prestazioni specialistiche fornite in questi mesi ed il trend del prossimo futuro, particolarmente relative all’Orvietano.

PrometeOrvieto

Di seguito, il testo integrale della lettera del Direttore Generale Ausl Umbria 2 Dott. M. De Fino del 24.8.2023 con le risposte ai nostri quesiti:

“In riferimento alla Vostra richiesta, va premesso che la rimodulazione quantitativa del target a livello nazionale delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità è giustificata dal rialzo dei prezzi delle materie prime ed energetiche, legato anche alla crisi energetica acuita dal conflitto russo-ucraino. La rimodulazione riguarda prevalentemente i nuovi edifici, per i quali la realizzazione entro giugno 2026 è a rischio. A tal proposito, si precisa che la Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità di Orvieto non rientrano nella fattispecie in oggetto trattandosi di ristrutturazioni di edifici esistenti. Per quanto riguarda le tempistiche di attuazione degli interventi, allo stato attuale, risultano in linea con i target temporali posti dalMinistero che prevedono la stipula del contratto con l’operatore economico aggiudicatario dei lavori di realizzazione delle opere entro il 31.12.2023 e il collaudo delle strutture entro il 30.06.2026. Da ultimo, si rappresenta che l’Amministrazione Titolare degli investimenti in oggetto individuata nel Ministero della Salute, adoggi non ha comunicato alle Regioni gli interventi rientranti nella rimodulazione quantitativa del target, tuttavia gli investimenti stralciati verranno comunque realizzati, con le modalità già programmate, assicurando la copertura finanziaria mediante il ricorso alle risorse nazionali del programma di investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico ex art. 20 della legge n. 67/1988 o mediante la riprogrammazione delle risorse della politica di coesione (FSC). 

Certi di aver chiarito i dubbi da Voi espressi, si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti. 

Massimo De Fino” 




La sindaca Roberta Tardani replica a Paparelli e De Luca sull’emodinamica, “lavoriamo per difendere il diritto alla salute degli orvietani”

In merito alle note diffuse dai consiglieri regionali Fabio Paparelli (Pd) e Thomas De Luca (M5S), il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

”Non avevamo previsto la struttura di Emodinamica all’ospedale di Orvieto perché nessuno ce l’aveva chiesto”. Questa l’imbarazzante giustificazione che ha dato il consigliere regionale del Pd, ma soprattutto ex presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Fabio Paparelli, dopo che il recente dibattito nel consiglio comunale di Orvieto ha smascherato l’evidente ipocrisia politica che ha accompagnato la discussione sull’attivazione del laboratorio di Emodinamica all’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto. Parole che si commentano da sole e che testimoniano una volta in più, se ce ne fosse ancora bisogno, su cosa si basa e si è fondata la visione, la lungimiranza e la capacità di programmazione della classe politica che ha governato l’Umbria e la città di Orvieto per decenni”.

“Purtroppo – prosegue il sindaco – devo constatare che, malgrado anche i suoi colleghi di partito a livello locale abbiano preso le distanze, il consigliere Paparelli continua senza vergogna a strumentalizzare le tragedie a fini politici. L’amara verità è che lui, e l’allora maggioranza politica regionale, questo territorio lo hanno sempre snobbato. L’amara verità è che chi governava questa città, seppure davanti a tanto disinteresse, rimaneva in silenzio rispettando sì, in quel caso, gli ordini di scuderia, anzi di corrente. L’unica vera novità che si scorge tra le sue dichiarazioni è che solo adesso si è messo a disposizione di Orvieto perché, quando aveva ben più importanti responsabilità e poteri, era evidentemente impegnato a soddisfare le esigenze di altri territori. Su richiesta!”

“Quanto alle dichiarazioni del consigliere De Luca – aggiunge – apprendo con vero piacere che ha finalmente scoperto l’esistenza di Orvieto in Umbria. Lo invito personalmente a visitare la città e sarò felice di accompagnarlo agli scavi di Campo della Fiera di cui è venuto a conoscenza solo una settimana fa”.

Continuerò con impegno a difendere il diritto alla salute dei miei cittadini come ho sempre fatto e sto facendo sin dall’inizio del mandato – conclude – e noi tutti continueremo senza alcuna timidezza a lavorare e a interloquire con la Giunta regionale per migliorare e potenziare i servizi sanitari sul nostro territorio”.




Thomas De Luca, M5S, “siamo allibiti per le dichiarazioni della sindaca Tardani sull’emodinamica”

Durissima replica del consigliere regionale e portavoce del Movimento 5 Stelle Umbria, Thomaas De Luca alle dichiarazioni della sindaca Roberta Tardani sull’emodinamica a Orvieto. “Siamo allibiti per le dichiarazioni della sindaca Tardani in merito all’ennesima porta in faccia della Regione Umbria sulla realizzazione di un laboratorio di emodinamica. La prima cittadina dovrebbe spiegare se difende gli interessi di Orvieto e del suo ospedale oppure quelli di Coletto, assessore che si sta prodigando indefessamente nell’opera di smantellamento della sanità dell’Umbria meridionale.

Un vero e proprio piano scientifico di distruzione che parte dalle strutture ospedaliere di Orvieto e Spoleto. C’è però una differenza sostanziale. Mentre il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, si batte senza riserve per difendere la sua comunità, la sindaca di Orvieto fa l’avvocata d’ufficio delle scelte della Regione. Non solo, ma lo fa attraverso una narrazione contraria alla realtà.

In primo luogo la sindaca dovrebbe sapere che il bacino di utenza potenziale del nosocomio di Orvieto è di 120 mila persone e non 60 mila. Stiamo parlando di un centro che è un punto di riferimento non solo per l’Umbria ma anche per l’alto Lazio e la bassa Toscana. In Italia il rapporto tra laboratori di emodinamica e cardiochirurgie è circa di 5:2, dimostrazione del fatto che ciò che affermano sindaca e assessore è del tutto fuori dal contesto nazionale. Infine la distanza di 80 chilometri tra l’ospedale di Orvieto e quello di Terni costituisce una deroga precisa secondo l’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) rispetto al bacino richiesto di 300 mila persone per aprire un laboratorio di emodinamica. Ergo, Orvieto ha tutte le carte in regola per avere questo servizio.

La sindaca Tardani ha invece sposato la posizione di Coletto, lo stesso assessore che propone di risolvere i problemi sanitari dell’area interna dell’Orvietano attraverso l’elisoccorso che vola solo in orario diurno. Rimane solo la preghiera che non debba mai servire un laboratorio di emodinamica di notte”.




Per Fabio Paparelli, consigliere regionale PD “sull’emodinamica è la sindaca Tardani che distorce la realtà”

E’ ormai aperta la polemica politica sulla questione dell’emodinamica a Orvieto. E’ lo scaricabarile tra maggioranza e opposizione sulla possibilità o impossibilità di avere un servizio che sarebbe di grande importanza per il territorio e per le infrastrutture viarie di rilievo nazionale che insistono sul territorio. Alla sindaca Tardani che nelle scorse settimane ha parlato di ipocrisia della sinistra e di difficoltà reali per la realizzazione ora replica il consigliere regionale, Fabio Paparelli del Pd.

“Prendo atto, leggendo le recenti dichiarazioni della Sindaca Tardani, che sulla mancata realizzazione del laboratorio di emodinamica dell’Ospedale di Orvieto si continua a voler distorcere la realtà, prendendo a pretesto ricostruzioni fantasiose che poco hanno a che fare con la verità dei fatti. L’unica amara verità – scrive in una lunga nota il consigliere PD Paparelli – è che nonostante la volontà espressa della massima assise cittadina oltre che dell’Assemblea legislativa regionale, quella che è ritenuta, apparentemente da tutti, una priorità per Orvieto e il suo comprensorio, non lo è di fatto per chi governa questa regione. La Sindaca, dunque, piuttosto che cercare attenuanti generiche, dica se intende o meno continuare a fare sponda ad una Giunta regionale che sta trattando questa vicenda come Penelope faceva con la sua tela”.

Paparelli continua “tralascio quindi le considerazioni tecniche sulla fattibilità e sulla natura logistico/demografica dell’operazione per le quali invito la Sindaca a rileggersi il testo della mozione approvata in Consiglio Regionale. Tuttavia mi preme sottolineare due aspetti. Il primo ha a che vedere con il piano sanitario, solo preadottato nel 2019 e mai adottato dal Governo regionale. La struttura di emodinamica allora non era prevista perché nessuno ne aveva mai avanzato la richiesta. Nessuna sollecitazione giunse dal territorio, neppure in fase di partecipazione dell’atto. Se oggi parliamo di questa possibilità è perché, anche attraverso la mozione che ho presentato in Regione due anni fa, mi sono sentito in dovere di rappresentare le istanze concrete di tanti cittadini e cittadine oltre che di quelle di molti sanitari che mi hanno rivolto direttamente sollecitazioni sulla base di bisogni reali ed emergenti. Alla Sindaca non sfuggirà che alcune esperienze vissute tragicamente in quel territorio hanno segnato una comunità intera e hanno creato una domanda sanitaria precisa che ho ritenuto di dover accogliere e rappresentare. A questo serve, secondo me, la politica. A ben guardare, lo stesso assessore Coletto, proprio in Assemblea legislativa, propose un emendamento alla mia mozione, dicendo che il laboratorio non poteva essere programmato se non fosse stato prima inserito nel piano sanitario in divenire: di fatto quindi non escluse la sua realizzazione ancorché rimandandola ad una fase successiva. Ricordo inoltre che poiché nel piano preadottato dall’attuale Giunta, non si prevede, a tutt’oggi, il laboratorio di emodinamica di Orvieto, disattendendo l’indirizzo unanimemente assunto dalla assise regionale, ho ritenuto doveroso presentare un atto che richiama la stessa Giunta al rispetto di quanto stabilito dal Consiglio regionale. Ho adottato questa ulteriore iniziativa non per fare polemiche inutili ma per rafforzare l’ipotesi della realizzazione del progetto dell’emodinamica. Per questi motivi mi risulta assai curioso che proprio in questa fase la sindaca Tardani se la prenda con quanti, come me, si stanno adoperando, con gli strumenti che hanno a disposizione, per conseguire questo risultato, invece che smascherare il gioco delle tre carte portato avanti dal Governo regionale guidato dalla Presidente Tesei. Per quel che vale, continuerò ad essere a disposizione della Sindaca e di tutti i cittadini di Orvieto, per continuare questa battaglia che ritengo sacrosanta. La Sindaca può decidere, legittimamente, di temporeggiare, di accampare scuse o dare la colpa a chi c’era prima. La verità, è che dovrebbe dire ai suoi cittadini se per lei è è più importante difendere il diritto alla salute o rispettare gli ordini di scuderia”.




PrometeOrvieto, “Vogliamo notizie sulla viabilità e l’accessibilità a Casa e Ospedale di Comunità”

Abbiamo letto con stupore la risposta della sindaca di Orvieto al quesito, posto dal consigliere Barbabella nell’ultimo consiglio comunale e volto ad ottenere precisazioni su tempi e modi di realizzazione della Casa di Comunità e dell’Ospedale di Comunità. Non si può giocare sugli equivoci poiché non c’è nessuno – certamente non la nostra associazione – che non vuole che le strutture sanitarie indicate nel progetto regionale (peraltro ancora non approvato definitivamente) vengano rese disponibili per tutelare la salute nel territorio Orvietano.

PrometeOrvieto si è infatti attivata come attenta osservatrice del relativo processo di realizzazione e fatta promotrice del mantenimento del Distretto, che reputiamo fondamentale, sia dal punto di vista economico che sanitario. Dobbiamo invece rilevare, su quest’ultimo aspetto, che già in due consigli comunali non si è trovato il tempo per parlarne. Su questo ci attendiamo iniziative concrete che vadano oltre la semplice dichiarazione dai sindaci del territorio. I cittadini chiedono che per Orvieto il piano di ristrutturazione dei servizi sanitari non sia soltanto un piano dei sogni, ma che venga realizzato presto e bene. Ribadiamo che la scelta di posizionare le due strutture (Cdc e Odc) in piazza del Duomo, nel sito del vecchio ospedale, è secondo noi sbagliata.

Ci piace qui riportare le parole del sindaco di New York, che valgono certamente per le grandi città e a maggior ragione per i centri storici delle città d’arte: “Il problema centrale della mobilità è quello dello spazio. Più spazio recuperiamo per i pedoni e ciclisti sottraendolo alle vetture e più abbiamo come risultato una città vivibile e bella. Il concetto di bellezza è associato alla liberazione dalle auto”.

Riteniamo giusto non aver ceduto la struttura del vecchio ospedale a chi la voleva ottenere quasi gratuitamente, ma pensiamo che prima di metterla sul mercato fosse necessario affidare uno studio di valorizzazione a una società specializzata per avere disponibile un progetto pronto a catturare i finanziamenti che di volta in volta si fossero resi disponibili. La Città ha una lunga storia di scelte urbanistiche sbagliate, ma questo non vuol dire che sia giusto farne una in più. Va ricordato che la scelta possibile era tra un immobile della ex caserma (più comoda, più veloce da realizzare e, crediamo, meno costosa) e il sito del vecchio ospedale, tutti e due di proprietà della Usl. Tuttavia, essendo ormai il percorso realizzativo avviato, la nostra preoccupazione è che sia possibile farlo nei tempi giusti e con i soldi a disposizione, cosa di cui non siamo affatto confidenti visto che, da quando è stato dichiarato esistente il progetto, sono passati ben nove mesi soltanto per definire la struttura del bando di gara.

Se la sindaca si fa garante, pur essendo di competenza della Usl garantire i tempi ed il budget disponibile come sufficienti, se ne assumerà conseguentemente le responsabilità. La cosa invece che riteniamo inaccettabile è il modo con cui si liquidano i problemi della raggiungibilità della struttura e dei parcheggi necessari come se fossero un fatto secondario e ovvio. E’ precisa responsabilità dell’amministrazione indicare: a) quante vetture aggiuntive, che noi stimiamo in qualche centinaio giornaliero, dovranno arrivare nelle strutture, b) quale tragitto dovranno fare, c) se i parcheggi saranno a pagamento oppure no, d) quali saranno i costi che riteniamo non trascurabili per l’adeguamento della viabilità e dei parcheggi.

Ogni buon urbanista, quando colloca una struttura dedicata a servire un numero consistente di cittadini, la prima cosa di cui si preoccupa è la sua raggiungibilità. Vorremmo anche capire meglio come una struttura sanitaria dedicata alla salute delle persone possa essere da volano di prossimità al commercio della città, visto che non ci risulta che intorno all’ospedale siano nate importanti attività commerciali.

La rimodulazione del Pnnr è una realtà, come impatta questa sui progetti di Orvieto? A questa domanda crediamo si debba dare una risposta vista anche la preoccupazione che tutti gli altri sindaci d’Italia stanno manifestando.

Non ci riguarda? Meglio, ma lo vogliamo sentire da Voi …




Delibera del DG Ausl Umbria2 su Casa di Comunità ed Ospedale di Comunità di Orvieto: un po’ di chiarezza

Nel ringraziare il D.G. Ausl Umbria2 per aver reso pubblico con delibera 9.8.2023 il bando di gara per la realizzazione della Casa di Comunità e dell’Ospedale di Comunità di Orvieto e l’incarico all’Ufficio Tecnico di procedere con appalto integrato al massimo ribasso, riteniamo tuttavia questo passaggio, seppure importante, insufficiente a tranquillizzare i cittadini. Sappiamo che il Ministro per gli Affari Europei Fitto ha proposto alla U.E. una rimodulazione del P.N.N.R., che è all’esame della stessa e sulla quale risponderà entro tre mesi. Detta rimodulazione terrebbe conto dell’incremento dei costi generati dall’inflazione, che oscillano nei vari territori dal 24 all’80%, e della complessità dei lavori che potrebbe causare il mancato rispetto dei tempi previsti dal Piano, ma soprattutto toglie dal Piano la realizzazione di molte Case di Comunità ed Ospedali di Comunità sostenendo che saranno comunque realizzati con fondi da reperire (sic!).

La domanda che i cittadini si pongono è:

le due strutture di Orvieto stanno in questa lista di lavori per i quali si prevedono fonti diverse di finanziamento da reperire?

La delibera contenente il bando, che, va precisato, dà semplicemente mandato all’Ufficio Tecnico dell’Asl di procedere, è particolarmente complessa, prevede un appalto integrato, progettazione, impianti tecnologici ed opere murarie da realizzare in 25 Mesi dall’aggiudicazione ed una fase propedeutica di qualche mese. Il tutto attraverso una gara al massimo ribasso con tetto di spesa i fondi previsti dal P.N.N.R., naturalmente rispettando i requisiti tecnici fissati. Noi riteniamo la road map evidenziata dal D.G. molto critica, sia per i tempi che sono strettissimi, sia per gli importi di spesa disponibili. Il miglior modo per fugare i nostri dubbi è quello di comunicarci i tempi della fase operativa e darci assicurazione che l’importo originariamente previsto sarà sufficiente per le opere programmate, tenuto presente anche l’elevata inflazione che c’è stata nel periodo.

Il bando, oggetto di delibera e del quale c’è stata data visibilità, è ad oggi un’operazione preliminare, necessaria e complessa, ma non operativa. Con l’occasione abbiamo visto che la rimodulazione proposta dal Ministro Fitto interessa anche i lavori previsti per l’adeguamento degli ospedali e le dotazioni tecnologiche: ci piacerebbe sapere, anche in tal caso, se queste procederanno senza problemi.
Come sempre, confidiamo nella disponibilità del D.G. Dott. De Fino per un’esauriente risposta ai nostri quesiti, giustificando la nostra puntigliosità anche con la storia recente dei nostri territori, quando, a fondi dichiarati disponibili in circa sette anni, non si è visto succedere nulla (paradigmatica è la costruzione della complanare, importante per la riqualificazione del territorio orvietano, che attende senza più alcuna fiducia).