Al via i lavori per la Casa di Comunità presso l’ex-ospedale di Todi

Il 26 febbraio, iniziano i lavori per la realizzazione della Casa di Comunità presso l’ex ospedale di Todi in Via Matteotti, nella zona di Porta Romana. A darne comunicazione in una nota il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano e la Usl Umbria1, che ha chiesto la collaborazione del Comune per l’allestimento dell’area cantiere.

L’intervento di riqualificazione, finanziato con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, vedrà un investimento di oltre 400 mila euro. 

All’interno della nuova Casa di Comunità a servizio del territorio, secondo gli standard previsti dal Decreto ministeriale 77/2022 che è stato recepito dalla Regione Umbria a fine 2022, è prevista la presenza di una équipe multiprofessionale composta da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali e altre figure sanitarie e socio-sanitarie. Ci sarà la presenza medica H4, sette giorni su sette, anche attraverso l’integrazione della continuità assistenziale, garantita dal personale del Punto di Primo intervento nell’orario 8-20 e dai medici in orario notturno nei giorni festivi e prefestivi.

La riconversione degli spazi prevede inoltre nella sede dell’ex nosocomio dei seguenti servizi: la presenza infermieristica H24, sette giorni su sette, oltre al Punto unico di accesso (Pua) sanitario; punto prelievi; programmi di screening; servizi diagnostici finalizzati al monitoraggio della cronicità (ecografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc.) anche attraverso strumenti di telemedicina; servizi ambulatoriali specialistici per le patologie ad elevata prevalenza; servizi infermieristici, sia in termini di prevenzione collettiva e promozione della salute pubblica, inclusa l’attività dell’Infermiere di Famiglia o Comunità (IFoC), sia di continuità che di assistenza sanitaria, per la gestione integrata delle patologie croniche; sistema integrato di prenotazione collegato al Cup aziendale; servizio di assistenza domiciliare di base; integrazione con i servizi sociali; partecipazione della comunità e valorizzazione della collaborazione con i servizi sociali del Comune, le associazioni di cittadini e di volontariato.

“Siamo di fronte ad un passo concreto e decisivo non solo per il completo recupero della ex  sede ospedaliera e per la conseguente rivitalizzazione dell’area di Porta Romana – sottolinea il Sindaco Antonino Ruggiano – ma soprattutto per dare completezza e quindi efficienza ed efficacia ai servizi previsti nel nuovo piano sanitario regionale. Il disegno di riorganizzazione della sanità territoriale vede aggiungersi un altro importante tassello a beneficio di tutta la popolazione, in particolare quella più anziana”, conclude il primo cittadino di Todi.




Si è insediata Ilaria Bernardini nuova direttrice dell’ospedale di Orvieto a tempo pieno

Si è insediata lunedì scorso, 5 febbraio, alla guida della struttura ospedaliera “Santa Maria della Stella” di Orvieto, la dr.ssa Ilaria Bernardini che assume l’incarico di vertice per i prossimi cinque anni dopo essere risultata vincitrice dell’avviso pubblico bandito dalla Usl Umbria 2. Per l’occasione sono stati convocati i responsabili di reparto e dei servizi dell’ospedale, tutti presenti all’incontro.
Dirigente medico, specialista in Igiene, la dottoressa Bernardini vanta un’importante esperienza professionale presso la Direzione Medica di Presidio dell’Azienda Ospedaliera di Perugia dove ha ricoperto il ruolo di responsabile della Gestione operativa dei processi clinico assistenziali e raccordo con l’Ufficio Controllo di Gestione, occupandosi in particolare  del percorso del paziente chirurgico programmato, dalla lista di attesa alla sala operatoria e svolgendo attività quotidiana di verifica delle sedute operatorie e reportistica dei dati di attività. Particolarmente attiva inoltre nel campo delle liste operatorie, nella verifica dei tempi, nell’analisi delle criticità e nell’organizzazione di incontri, per la loro risoluzione, con professionisti chirurghi, anestesisti, infermieri per ottimizzare l’organizzazione e le risorse.

L’impegno della dottoressa Bernardini al “Santa Maria della Misericordia” di Perugia si è rivolto anche al monitoraggio dei principali indicatori di performance aziendali con analisi dei sistemi di valutazione dell’organizzazione. Numerosi i ruoli e le mansioni svolte nel nosocomio del capoluogo di regione: dalle attività del comitato infezioni ospedaliere a quelle legate all’accreditamento, alla gestione del rischio clinico, al registro tumori e ai flussi informativi regionali relativi alla mobilità sanitaria, solo per citarne alcuni.

La dottoressa Ilaria Bernardini sostituisce alla guida dell’ospedale di Orvieto il dott. Patrizio Angelozzi che, malgrado l’impegno di responsabile della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia, con grande disponibilità, capacità e competenza, dal mese di luglio 2022 ha guidato anche la struttura ospedaliera. Il dottor Angelozzi, che torna al suo originario ed esclusivo incarico di direzione del reparto di Ostetrica e Ginecologia, ha ricevuto il ringraziamento, per l’importante contributo in termini di dedizione, professionalità, impegno e risultati raggiunti, del direttore generale ff dott. Piero Carsili presente al “Santa Maria della Stella” per il passaggio di consegne e per il primo giorno di lavoro della dott.ssa Bernardini. “Per la prima volta – ha dichiarato il manager sanitario – l’ospedale di Orvieto ha al vertice un direttore di struttura complessa a tempo pieno, parte integrante dell’organico aziendale. Un segnale inequivocabile del ruolo strategico del nosocomio orvietano nella rete ospedaliera regionale, ribadito nei programmi della Regione Umbria e confermato dai progetti di potenziamento e sviluppo in termini strutturali, di dotazione organica, di innovazione tecnologica”.

Il direttore generale ff della Usl Umbria 2 dott. Piero Carsili ha quindi rivolto i migliori auguri di buon lavoro alla nuova direttrice dell’ospedale di Orvieto, allo staff della direzione di presidio e ai professionisti impegnati nei reparti con l’auspicio e l’impegno comune di offrire, grazie ad un lavoro corale e ad un’organizzazione efficiente ed efficace, risposte sempre più di qualità ai cittadini”.

Il nuovo direttore dell’ospedale di Orvieto dott.ssa Ilaria Bernardini si è detta “onorata di assumere questo prestigioso incarico” e ha garantito “massimo impegno, dedizione e attenzione puntando sul lavoro di squadra con la certezza di poter migliorare ulteriormente la performance e l’efficienza della struttura ospedaliera grazie a questi elementi e al supporto indispensabile dei professionisti, delle istituzioni, della comunità cittadina”.




Orvieto Contro il Cancro conferma l’attenzione per i malati con importanti donazioni per l’ospedale

Nel corso dell’anno 2023, l’organizzazione di volontariato “OCC – Orvieto Contro il Cancro” ha donato al distretto sociosanitario e al day hospital oncologico del presidio “S. Maria della Stella” una Fiat Panda ad uso esclusivo del servizio di cure palliative domiciliari, due poltrone per la chemioterapia, un classificatore metallico per l’attività di psico-oncologia, una scaletta scendiletto, uno sgabello girevole per l’attività di fisioterapia e un televisore per la sala d’aspetto. “Tutto questo è stato eccezionalmente possibile – spiega la presidente Aura Cintio –  poiché nel 2022 la I’azienda sanitaria ha assunto, nel proprio organico, una psicologa formata in oncologia e un medico palliativista che, a suo tempo e su incarico di OCC che ne aveva sostenuto gli oneri, hanno costituito il primo embrione dell’équipe delle cure palliative sul territorio orvietano”. “Orvieto Contro il Cancro” ha pertanto deciso di destinare i fondi, prima destinati ai due professionisti, per consolidare e potenziare ulteriormente le attività assistenziali e di cura finanziando e affidando un incarico ad una fisioterapista che svolge la propria attività sia all’interno del team di cure palliative, sia presso il day hospital oncologico e facilitando il lavoro a domicilio dello staff sanitario attraverso la donazione di un’autovettura esclusivamente destinata a questo servizio.

“In circa 28 anni di vita e di attività l’associazione Orvieto.Contro il Cancro – afferma sempre la presidente, Aura Cintio – ha pensato e realizzato importanti servizi per essere sempre più e sempre meglio accanto ai bisogni dei pazienti e dei loro familiari. L’Associazione ha operato, sin dalla sua costituzione, per fornire assistenza ai pazienti oncologici e ai malati in fase terminale. Tale impegno si è concretizzato nel 2016 con la realizzazione di un progetto che l’anno successivo, è diventato un servizio sperimentale di cure palliative domiciliari”. “Dall’avvio ‘soft’ del servizio – ricorda Cintio – alla diffusione tra la popolazione della conoscenza e della consapevolezza delle sue potenzialità, di strada ne è stata percorsa attraverso la promozione di eventi e incontri che hanno toccato gran parte dei comuni del territorio. Durante il primo anno, attraverso la palliativista e la psico-oncologa messe a disposizione da OCC e una infermiera dell’Assistenza Domiciliare Integrata, questo servizio ha dato risposte a 10 pazienti, passando ben presto a 15. Grazie anche al lavoro svolto dal dott. Andrea Sdrobolini, coordinatore dell’unità di cure palliative, il servizio è cresciuto ulteriormente e nel 2022 è stato preso in carico – come prevede la legge n. 38 del 2010 – dall’Azienda Usl Umbria 2 ed oggi è una realtà efficiente per tutto il territorio orvietano”.

Nel corso di un incontro molto partecipato svolto presso la sede del Distretto di Orvieto dell’azienda sanitaria in via Postierla – presenti il sindaco di Orvieto Roberta Tardani, le direzioni del distretto e dell’ospedale di Orvieto, gli staff sanitari che operano nel settore oncologico e delle cure palliative – la direzione strategica della Usl Umbria 2 con il direttore generale ff dott. Piero Carsili ha voluto ringraziare i rappresentanti e volontari dell’organizzazione di volontariato “OCC – Orvieto Contro il Cancro”, la presidente Aura Cintio e quanti sostengono con generosità e impegno la onlus.

“Il fondamentale lavoro di squadra – ha affermato il direttore generale ff della Usl Umbria 2 – tra l’associazione e l’azienda sanitaria garantisce l’accesso alle cure palliative e ad un servizio di qualità grazie all’impegno di un team multidisciplinare altamente specializzato nei vari ambiti di intervento. Le cure palliative – ricorda il manager sanitario – sono un diritto di ogni cittadino che si vede diagnosticata una patologia che richiede una prestazione sanitaria attiva e globale con azioni per controllare il dolore e gli altri sintomi, i problemi psicologici, sociali e spirituali. La nostra azienda sanitaria – conclude il dott. Carsili – seguendo le disposizioni normative e le indicazioni regionali, è impegnata per assicurare ai pazienti un servizio efficiente e di qualità in tutte le aree territoriali grazie all’impegno quotidiano degli operatori, che si caratterizza per competenza, professionalità, umanità ed empatia e al lavoro fondamentale e irrinunciabile delle associazioni”.




Una domanda alla USL da un paziente, ma urologia a Orvieto esiste veramente?

Una nuova piccola ma significativa storia che rappresenta la reale situazione dell’ospedale di Orvieto. Un cittadino orvietano ha cerato risposte dalla sanità orvietana per un problema di salute. Il nostro lettore, che chiameremo Luca, si rivolge al suo medico. Da quest’ultimo viene indirizzato allo specialista che decide per l’operazione chirurgica. A Luca viene spiegato che tutto l’iter verrà svolto a Orvieto. A questo punto parte tutto il percorso che dovrebbe portare all’operazione per risolvere il problema. Siamo nel 2023.

Il nostro Luca attende fiducioso di essere chiamato e pensa, sarà questione di settimane, magari un paio di mesi. Il servizio di urologia in ospedale viene gestito da uno specialista di…provate a indovinare?

Avete risposto?, Vi sveliamo l’arcano. Lo specialista è di Foligno. Il medico è disponibile solo in alcuni giorni stabiliti con buona pace di eventuali urgenze e necessità improvvise anche perché non ha mai avuto la disponibilità della sala operatoria. Siamo nel 2024 e il problema di salute di Luca non è ancora risolto. La visita di pre-ospedalizzazione fatta e poi…Niente messaggi, mail, sms, telefonate da parte della USL per fissare una data certa. E allora il nostro lettore-paziente, decide di chiamare per avere nuove informazioni. E la risposta è disarmante.

La richiesta non è stata gestita e per avere certezza consigliano di andare direttamente a Foligno visto che a Orvieto il servizio di urologia non è continuo. In pratica a Orvieto ‘urologia è assicurata in ospedale “nei ritagli di tempo”, verrebbe da pensare. Questo incredibile limbo per l’urologia dura da tempo, troppo e una soluzione non sembra essere alle viste. Quindi i malati, oncologici o meno, sono praticamente obbligati a un tour sanitario in Umbria per ottenere cure adeguate.

E allora le indicazioni “urologia” in ospedale assomigliano tanto come una beffa. Una semplice domanda: è’ reale e continuo il servizio? Eppure L’ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto è un DEA di II livello, almeno così è definito anche nel nuovo piano sanitario regionale, sulla carta.




Perché assessore regionale e sindaco non rispondono alle domande in tema di Sanità?

Tanti annunci di opere finanziate e cantierabili e rassicurazioni di servizi previsti nel territorio sono stati fatti, ma ad oggi nulla si è visto e i rappresentanti delle istituzioni non rispondono alle domande che abbiamo posto nel recente passato.

Allora riproponiamo le domande ancora senza risposta:

1) E’ vero che più del 60% delle prestazioni diagnostico-strumentali sono pagate per l’intero e direttamente da cittadini e quali conseguenze provoca ciò sul corretto sviluppo del modello sanitario? 

2) Quando l’Ospedale di Orvieto sarà concretamente ed operativamente un D.E.A. (dipartimento emergenza accettazione) di primo livello?

3) quando saranno veramente realizzati la Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità dell’Orvietano? 

In particolare:

– quando potranno essere effettivamente aggiudicati i lavori?

– Perché ci si è ridotti agli ultimi giorni utili?

– Potranno essere ancora conclusi i lavori entro giugno 2026, data prevista dal PNRR?

– I fondi che verranno utilizzati saranno ancora quelli del PNNR? Saranno sufficienti?

– E’ stata prevista un’organizzazione transitoria per evitare che i cittadini debbano pagarsi da soli le prestazioni?

– Come si provvederà alla dotazione di arredi, macchinari, personale?

– E’ stato predisposto il piano di viabilità per l’accesso a Casa e Ospedale di Comunità?

– Qual è il costo di questo piano e dove saranno reperiti i fondi necessari?

– Non sarebbe necessario che tali ultime scelte vengano partecipate alla cittadinanza?

Due, a questo punto, sono le possibili motivazioni: o non ritengono i cittadini degni di sapere come stanno veramente le cose o, cosa peggiore, non sanno cosa dirci perché quanto promesso era soltanto una colossale bugia.

Vogliamo fatti e non date sparate a casaccio, perché sono i fatti quelli con cui ci si cura.  Non vi nascondete dietro la burocrazia e diteci ad oggi come stanno le cose, siete voi che avete scelto di rappresentarci, nessuno vi ha costretto. Rispondete è il vostro dovere.  Il fatto che in sette anni non siete riusciti a decidere se è più importante il “fagiolo secondo del piano” o la complanare non ci lascia fatto tranquilli.

Fonte: PrometeOrvieto




La nuova sanità regionale, non c’è da stare tranquilli a Orvieto

Sanità, la regione ha ricevuto il placet dal governo e il Piano sanitario è pronto a partire. Diventa realtà il terzo polo, quello di Foligno-Spoleto-Trevi, diventa realtà l’ingresso pieno del privato nella sanità pubblica, diventa realtà la marginalizzazione di Orvieto. Ma perché si può parlare proprio di marginalità della sanità cittadina? Poche righe per ricordare che Orvieto è un ospedale DEA di I livello e che l’ospedale di comunità avrà 20 posti letto extra-ospedalieri, cioè per lungodegenti e per chi necessità di cure in fase non o post acuta.

Viene cancellato un reparto di cardiologia, non a Orvieto. Salvata la cardiochirurgia di Terni per la quale si paventava il trasferimento a Perugia. Mancheranno venti primariati e anche l’oncologia è destinata a soffrire. Il punto nascite di Orvieto rimane, sempre in deroga. Fine delle notizie sulla città della rupe e la sua sanità. Al distretto si è pronti a dire addio, ora più vicino con la conseguenza che tutto il controllo e il centro di spesa viene spostato probabilmente a terni. Però abbiamo l’UTIC, viene sottolineato. In realtà l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica, non c’è per mancanza di personale medico e infermieristico specializzato e nel particolare per l’assenza di strumentazione adeguata tanto che i trasferimenti verso Terni sono sempre più frequenti. Diventa realtà l’elisoccorso regionale con costi esorbitanti e che non migliorerà l’isolamento dell’orvietano in particolare per le patologie tempo-dipendenti. Già, Orvieto rimane isolata dal resto della Regione con i poli di eccellenza ad almeno 60 minuti di auto e/o ambulanza con buona pace della tempestività del soccorso e cura.

Rimane un’unica speranza quella della Conferenza dei Sindaci della USL Umbria 2 che vede come presidente il primo cittadino di Foligno, Stefano Zuccarini e nel consiglio di rappresentanza, quello di Terni, Trevi, Foligno stessa, Montecastrilli e Orvieto. Il rischio concreto è che le esigenze siano spesso confliggenti tra Orvieto e tutti gli altri. Infatti Terni è il secondo polo e Montecastrilli è a due passi mentre Foligno e Trevi sono parte integrante del costituendo terzo polo sanitario umbro. Il sindaco di Orvieto rischia di ritrovarsi schiacciato tra i due giganti e non, si badi bene, per incapacità politica o altro, ma proprio per la composizione del consiglio.

Le operazioni di maquillage come i lavori previsti sia all’ospedale che accanto al Duomo non bastano per rimanere tranquilli e esultare per il pericolo scampato. Rimangono delle domande in sospeso. Partiamo dall’ex-ospedale. Abbiamo un piano della viabilità che preveda l’inevitabile aumento del traffico quotidiano? E’ chiaro a tutti che non verrà aperto un punto di soccorso nel centro storico? La USL ha analizzato i costi di gestione sia dell’immobile che del nuovo personale necessario? I lavori partiranno nei tempi per rispettare quelli molto rigidi del PNRR?

Sull’ospedale due semplici domande: a quando l’apertura della UTIC con personale adeguato? Gli specialisti mancanti a quando, senza condivisioni con altre strutture? Perché ogni volta che si ridisegna la struttura di controllo Orvieto viene esclusa, come nel caso del distretto?

E infine per la Regione. Investire su Narni a due passi da Terni mentre si pensa al nuovo ospedale del capoluogo è economicamente vantaggioso? Lasciare Orvieto a parte è giusto? Pensare che l’elisoccorso sia la panacea di tutti i mali è corretto?

Al 2024 l’ardua sentenza!




PrometeOrvieto, “benvenuto al dr. Carsili, ma risponda alle nostre domande sulla sanità orvietana”

Come tutti gli orvietani, ci auguriamo che possa risolvere i problemi della Sanità nel nostro territorio. Soltanto una raccomandazione: non ci tratti come bambini. Lasci stare le lettere di encomio, parliamo di investimenti e dell’arrivo del personale sanitario mancante.

PrometeOrvieto non ha mai messo in dubbio la professionalità e la competenza di chi lavora ed opera all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Il problema è che non possiamo non definire fortunato quel paziente che riesce a farsi curare nei giusti tempi che sarebbero previsti.

Noi cerchiamo di stimolare le Istituzioni a garantire servizi sanitari adeguati e quindi auspichiamo la creazione di strutture e condizioni di lavoro migliori per tutti gli operatori, in modo che possano operare con serenità e mettere a disposizione dell’utenza la professionalità che indubbiamente li contraddistingue. Ma chi altro dovrebbe fare quanto appena detto, oltre a realizzare le strutture progettate e promesse, dare la giusta soddisfazione alle persone che ci lavorano in modo che si sentano apprezzate e motivate, se non il manager a capo dell’organizzazione sanitaria?

Ci risponda a queste semplicissime domande:

1) è vero no che più del 60% delle prestazioni diagnostico-strumentali sono pagate per l’intero e direttamente da cittadini? 

2) quali conseguenze provoca ciò sul corretto sviluppo del modello sanitario? 

3) quando l’Ospedale d’Orvieto sarà realmente ed operativamente un D.E.A. (dipartimento emergenza accettazione) di primo livello?

4) quando saranno veramente realizzati Casa di Comunità ed Ospedale di Comunità? 

5) ci sono i soldi per fare queste cose? 

Caro Dott. Carsili, eviti di cavalcare quelle lettere di encomio che si sono guadagnati i singoli operatori con la loro professionalità, tanto non saranno sufficienti a dimostrare efficienze che l’organizzazione non riesce a garantire. Le consigliamo di domandarsi come mai un paziente che viene curato bene fa notizia su tutti i giornali come se fosse una vincita al Superenalotto. Non crede che ci sia qualcosa che non funziona? Se proprio vuole dar conto della soddisfazione dei pazienti per i servizi forniti, incarichi un soggetto indipendente ad effettuare sondaggi sulla qualità delle prestazioni ricevute, scegliendo, questo sì, un modo serio e manageriale di procedere.

Sostanza, non fumo per favore!

Buone feste e, se lo vorrà, ci ritenga a sua disposizione.

Fonte: Prometeo Orvieto




Quando la politica occupa la sanità senza titoli, competenze e studio

La Regione Umbria ha affidato come facente funzione la direzione generale della USL Umbria 2.  Bene, almeno non abbiamo cariche in vacatio coperte da qualche burocrate attento al saldo e non ai servizi.  Poi la USL Umbria 2 dopo 18 mesi di responsabilità come facente funzione annuncia l’apertura di un bando per la cardiologia e UTIC dell’ospedale di Orvieto.  Finalmente, a una prima lettura, è stata la reazione.  Poi si scopre che il bando è ancora una volta per avere un facente funzione.  Non è una novità per la debolissima e depotenziata sanità umbra che in tutte le strutture cardiologiche ha facenti funzione.  Non c’è un titolare e intanto si pensa a una cardiochirurgia unica per tutta la Regione.

Ma l’UTIC funziona all’ospedale di Orvieto?  E prima ancora cosa è una UTIC?  Rispondiamo in estrema sintesi alla prima domanda, “le unità di terapia intensiva cardiologica si occupano di garantire il massimo livello di trattamento a tutti i pazienti cardiologici critici e non solo a quelli affetti da patologia coronarica acuta” (questo è l’incipit di un articolo apparso sul Giornale Italiano di Cardiologia ndr).  Ora si può rispondere alla seconda domanda.  A Orvieto la UTIC c’è sulla carta ma manca il personale medico e infermieristico.  Già oggi il reparto è in sofferenza, con l’UTIC andrebbe in tilt ma soprattutto non assicurerebbe un servizio adeguato.  Certo, ha un costo piuttosto alto, non insostenibile, ma si preferisce altro, spendere soldi in operazioni di maquillage che confondono tanti ma non tutti.  Una su tutte l’ospedale di comunità che qualche politico locale ha spacciato per ritorno di un punto di soccorso nel centro storico.  Vediamo come viene definito dal sito pnrr.salute.gov.it: “l’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero”.  Funzioni di primo soccorso? Nella maniera più assoluta, è per i non acuti e lungodegenti che hanno bisogno di cure relative alla loro patologia.  Ma c’è la Casa di Comunità.  No, sbagliato. La Casa di Comunità serve per l’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento, luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale.

Purtroppo la politica quando si occupa di sanità utilizzandola come serbatoio di voti succede questo.  Abbiamo un dg della USL e un responsabile di unità complessa cardiologica facenti funzione: come si può programmare? Come si può investire a medio-lungo termine?  Meglio gestire l’ordinarietà con qualche fuga in avanti data solo ed esclusivamente dalla buona volontà e dalla professionalità dei facenti funzione.  Se si progetta allora entra in gioco la politica che vede Orvieto lontana e periferica, dimenticandosi che l’ospedale serve cittadini extra-regionali tamponando l’emorragia di pazienti umbri verso altre Regioni a carico della casse pubbliche e blocca tutto.

Per intervenire in un settore così delicato e vitale per una comunità si deve studiare, comprendere, affidarsi ai tecnici e professionisti e la politica dovrebbe fare un passo indietro ed essere facilitatore e mediatore.  Troppe parole in libertà, troppe inesattezze mentre la sanità pubblica è sempre meno reattiva e pronta a servire la comunità.




Franco Barbabella intervistato da PrometeOrvieto, che succede alla sanità orvietana?

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Andrea Impannati ha intervistato per PrometeOrvieto il dottor Franco Barbabella, già primario del Pronto Soccorso dell’ospedale di Orvieto. Barbabella risponde a 360 gradi sulla situazione della sanità orveitana e dei servizi ospedalieri e anche del futuro servizio di elisoccorso e dei lavori in programma nei prossimi mesi.




Polemiche in Regione sulla trasparenza delle liste d’attesa. La proposta M5S respinta da Fratelli d’Italia e Lega

In Umbria, la trasparenza riguardo alle liste d’attesa sanitarie è diventata oggetto di accesi dibattiti politici. Il Movimento 5 Stelle ha proposto di pubblicare tutti i dati relativi alle prescrizioni mediche per ogni esame, non limitandosi a quelli pervenuti al Centro Unico Prenotazioni (CUP). Tuttavia, la proposta è stata bocciata da Fratelli d’Italia e Lega, suscitando reazioni forti.

“Esami impossibili da prenotare, liste d’attesa interminabili: questa è la realtà drammatica della sanità umbra, sotto gli occhi di tutti. Ma cosa teme la destra? Perché vuole trattenere questi dati? Quante persone rinunciano immediatamente al servizio sanitario pubblico di fronte all’impossibilità di prenotare una prestazione, prima ancora che vengano registrate dal sistema?” dichiara il consigliere regionale del M5S, Thomas De Luca. L’obiettivo della proposta respinta era abbattere le liste d’attesa, recuperare le prestazioni e garantire un’offerta sanitaria adeguata. De Luca aveva presentato un emendamento al Documento di Economia e Finanza Regionale della Regione Umbria, proponendo un sistema di monitoraggio più efficace delle liste d’attesa.

Il sistema proposto avrebbe incluso una presa in carico del paziente dal giorno dell’emissione della prescrizione medica, sia per le prenotazioni telefoniche sia per quelle effettuate tramite sportello. De Luca spiega: “In questo modo, avremmo ottenuto un monitoraggio più affidabile della situazione effettiva delle liste d’attesa. L’emendamento mirava a migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni attraverso la verifica degli specialisti e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano straordinario della Task force regionale per il governo delle liste d’attesa.” Un’inchiesta del Corriere della Sera ha recentemente evidenziato falle nel sistema di monitoraggio in alcune regioni, evidenziando che i tempi di attesa monitorati non tengono conto della prima chiamata del paziente al CUP per prenotare, ma solo della seconda chiamata, quando viene effettivamente fissato l’appuntamento.

“Se i dati reali sulle liste d’attesa non saranno forniti, siamo pronti ad occupare il consiglio regionale,” conclude De Luca. La questione della trasparenza nei confronti delle liste d’attesa in sanità rimane aperta e controversa in Umbria.