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IIsacp e Airc insieme per “Cancro io ti boccio!” e un menù che ha avuto come protagonista “l’arancia”

E’ stata una giornata particolare per l’istituto alberghiero e per tutto l‘Iisacp guidato dalla dirigente Cristiana Casaburo. Il primo giorno di febbraio, grazie alla campagna di AIRC, “Cancro io ti boccio!”, la ricerca ha fatto il suo ingresso a scuola. All’Alberghiero gli studenti e i docenti hanno voluto coniugare la convivialità, il buon cibo, il buon bere con la prevenzione e con Airc, utilizzando un ingrediente che è anche divenuto il simbolo della ricerca, l’arancia. Giuliana Bianconi per la Fondazione Airc delegazione di Orvieto e comprensorio, ha sottolineato il “grande valore di quest’iniziativa fortemente voluta da Airc. Per combattere, per investire bisogna conoscere e i giovani sono pronti a rispondere se guidati e sollecitati. Mi piace sottolineare che questa iniziativa ha avuto una spinta determinante da Elisabetta Sarpano, docente dell’istituto e volontaria molto attiva e attenta di Airc”. Per il Rotary era presente la presidente Patrizia Ceprini, da sempre vicina al mondo della scuola soprattutto durante questi ultimi due anni di grandi difficoltà dovuti alla pandemia.

Studenti e docenti hanno così voluto ringraziare a modo loro con un menù che ha avuto come protagonista l’arancia, simbolo della campagna di raccolta fondi e informazione di Airc, dall’aperitivo fino al dolce. La responsabile orvietana di Airc, Giuliana Bianconi, ha anche rilanciato proponendo la presenza dell’istituto nel suo complesso sia alla prossima iniziativa delle azalee per la ricerca, che anche per ulteriori eventi e appuntamenti tesi a informare la cittadinanza tutta ma con un occhio di riguardo ai giovani anche perché la prevenzione e i corretti stili di vita devono assolutamente partire dall’adolescenza per sortire il giusto effetto. E sempre dai giovani deve partire la spinta per la ricerca che già ha dato risultati importanti. Giuliana Bianconi ha concluso sottolineando con forza il grande risultato delle raccolte fondi a livello regionale tanto che “una buona parte della risorse, oltre il milione di euro, viene indirizzata alle strutture di ricerca umbre”.

Al cronista non resta che promuovere a pieni voti chi ha pensato il menù e chi ha realizzato i piatti mettendoci impegno, attenzione e amore; ma soprattutto bisogna sottolineare la rete di impegno di Airc e Rotary e la risposta attenta e puntuale della scuola, una cosa non sempre scontata in città




UISP Umbria e Federfarma insieme per promuovere l’attività sportiva con “pillole di Movimento”

Al via anche in Umbria il progetto “Pillole di Movimento”, campagna nazionale Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti di contrasto alla sedentarietà e di promozione della cultura del movimento, che vede protagonisti in tutta Italia 31 Comitati Uisp e da febbraio coinvolgerà oltre 235 Comuni e 370 tra associazioni e società sportive dilettantistiche.

Il progetto è nato a Bologna nel 2010, grazie ad una rete molto capillare creatasi tra Uisp, le aziende Asl e le farmacie coinvolte. Un’idea vincente e assolutamente innovativa, che si è affermata nel territorio e che viene lanciata per la prima volta a livello nazionale.   Il bugiardino contenuto nella confezione, molto simile a quella di un farmaco da banco, consente di poter usufruire di un mese gratuito di attività fisica e verrà consegnato dal farmacista, così come un qualsiasi medicinale, alle persone di tutte le età che potranno scegliere tra una rosa di oltre 1200 attività sportive e motorie promosse in tutta Italia.

Il Comitato Regionale Uisp Umbria Aps è tra i protagonisti della campagna, con Federfarma Umbria partner del progetto e la preziosa collaborazione delle farmacie aderenti dove sarà possibile ritirare le confezioni di “Pillole di Movimento”. In Umbria verranno distribuite 21 mila confezioni di “Pillole di Movimento” in 63 farmacie di 15 Comuni.  Le attività gratuite saranno organizzate dai Comitati Uisp Perugia-Trasimeno e Uisp Orvieto-Medio Tevere e dalle associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate Uisp. Si potranno provare lezioni gratuite di corsi in palestra, danza, attività in acqua e attività all’aperto. Basterà contattare la società sportiva più vicina, i cui riferimenti sono riportati sul bugiardino presente all’interno della confezione di “Pillole”.

“C’è bisogno di far muovere le persone, di promuovere il benessere e ridurre paure e aggressività, vere e proprie emergenze sociali e di salute nell’Italia della pandemia, che ha aumentato malattie e disturbi, sia psichici che fisici – commenta Fabrizio Forsoni, Presidente Uisp Umbria ApsPillole di Movimento, grazie ad una semplice scatolina, vuole dare un contributo alle persone affinché inizino o ricomincino a muoversi. La proposta di lezioni gratuite è pensata proprio con questo spirito”.

“La cultura del movimento è fondamentale e le farmacie umbre sono da sempre a disposizione anche per veicolare importanti campagne che vanno in questa direzione – aggiunge Augusto Luciani, Presidente Federfarma Umbria -. C’è bisogno di sensibilizzare continuamente i cittadini da questo punto di vista, perché un sano e corretto stile di vita deve essere condizione rilevante per affrontare con maggiore serenità la vita quotidiana, indipendentemente dall’età”.

“Le farmacie sono presìdi sanitari preziosi per la salute dei cittadini – sottolinea inoltre Silvia Pagliacci, Presidente di Federfarma Perugiae grazie alla loro capillarità sul territorio possono fungere da riferimenti anche per diffondere questi importantissimi messaggi”. “Dobbiamo spingere sul tasto della prevenzione ed in questo caso contrastare la sedentarietà è d’obbligo – aggiunge Stefano Monicchi, Segretario di Federfarma Umbria e Federfarma TerniIl ruolo della farmacia è strategico anche per mettere doverosamente in evidenza progetti mirati alla promozione del concetto globale che abbraccia tutti gli aspetti legati alle tematiche della salute”.

“Le opportunità sono varie, per persone giovani, adulte o anziane, con la musica, con attività intense o dolci, in acqua o nelle palestre, nei parchi o per le vie delle città: l’Uisp e i suoi operatori si prenderanno cura delle persone per iniziare a fare movimento o per ricominciare se, a causa della pandemia, si fosse interrotto. Il successo del progetto si concretizzerà nel creare le condizioni affinché il maggior numero di persone possa continuare poi a praticare le attività fisiche e sportive iniziate durante la campagna promozionaleRingrazio Uisp Nazionale che ha creato le condizioni per lanciare in tutta Italia l’esperienza vincente nata a Bologna più di dieci anni fa. Ringrazio per il supporto e la collaborazione Anci Umbria e il suo presidente Michele Toniaccini, con il quale abbiamo di recente siglato un Protocollo d’intesa proprio per promuovere stili di vita sani, il benessere della persona e la salute di comunità”. Il progetto è finanziato a livello nazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per lo Sport nell’ambito del Bando EPS 2020 e attraverso le farmacie dei circuiti Gruppo Lloyds e delle Federfarma provinciali.




PrometeOrvieto, Casa di Comunità nel vecchio ospedale: tre errori (enormi) con una sola mossa

Il Servizio Sanitario Nazionale ha definito nuove importanti linee guida a cui le Regioni debbono adeguarsi ed ha posto al centro del sistema la Sanità territoriale. Il Covid ha fatto emergere la debolezza del Sistema sanitario sui territori, dopo anni di potenziamento degli ospedali come centro di diagnosi e cura. In Lombardia è già stata inaugurata la prima Casa di Comunità, la prima delle oltre 200 previste, una ogni circa 50mila abitanti. In essa lavoreranno 5 medici di medicina generale, 10 infermieri, 2 Oss, 40 specialisti, oltre a medici di comunità e pediatri di libera scelta. Un modello organizzativo che sarà replicato anche ad Orvieto, dove la Regione ha previsto i servizi della Casa di Comunità del territorio, che, sia chiaro, non sono quelli che vengono erogati a Via Postierla.

Una cosa è certa: è da pazzi infilare nell’ex ospedale in piazza Duomo un servizio che riguarda 50 mila potenziali pazienti provenienti da tutto il territorio dell’Orvietano, ne deve servire centinaia al giorno e sopportare traffico e parcheggio di altrettante auto. In questo sciagurato caso si produrrebbero tre danni enormi con un solo movimento:

– mortificare piazza Duomo, privandola di un bene (il complesso dell’ex ospedale) che potrebbe e dovrebbe essere destinato alla fruizione da parte dei turisti;

– aumentare il traffico veicolare in quell’area centrale della città, compromettendone la sua naturale vocazione;

– ospitare la Casa di Comunità nel luogo in assoluto più difficile da raggiungere dal territorio, senza parcheggi e con il traffico già appesantito per la presenza in loco delle scuole.

L’idea paventata di costruire nell’ex ospedale la Casa di comunità è talmente illogica che la sua realizzazione violenterebbe irreparabilmente la naturale vocazione di piazza del Duomo. Speriamo, dunque, che si estingua da sola e che, comunque, se ci fossero dei dubbi, che l’amministrazione convochi un consiglio comunale, aperto a cittadini e soprattutto agli amministratori dell’Ente regionale (effettivo deus ex machina), in cui ciascuno esprima le proprie idee e si assuma le responsabilità conseguenti. Le decisioni che verranno prese oggi sulla questione potrebbero costituire una svolta storica per i servizi (ma anche per lo stesso sviluppo) della nostra città e del nostro territorio perché mai come ora sono stati disponibili altrettanti fondi per realizzare progetti di così ampio respiro.

Fondamentale sarà utilizzarli in modo appropriato, in modo tale da impostare il futuro della nostra Comunità, senza procedere alla cieca, senza ricercare una soluzione qualunque e non ponderata, pur di mostrare un effimero efficientismo.

Vorremmo che chi decidesse per queste scelte avesse anche il coraggio di mettere il proprio nome su una targa inaugurativa, per i posteri.

PromoeteOrvieto




Ictus, telemedicina e chance di cura, Orvieto guadagna posizioni secondo uno studio di USL Umbria2

Nuova pubblicazione scientifica di rilevo dei professionisti dell’Azienda Usl Umbria 2. L’indagine è stata realizzata dai dottori Francesco Corea, responsabile Stroke Unit ospedale di Foligno e dal suo staff composto da Monica Acciarresi, Laura Bernetti, Pierluigi Brustenghi, Anna Gidubaldi, Mariangela Maiotti, Sara Micheli, Vilma Pierini; dai dottori Giuseppe Calabrò, primario e direttore del dipartimento di Emergenza Urgenza, Alessio Gamboni e Chiara Busti del Pronto Soccorso del “San Giovanni Battista” di Foligno, dai dottori Cesare Magistrato e Gian Luca Proietti Silvestri, primari del Pronto Soccorso degli ospedali “Santa Maria della Stella” di Orvieto e “San Matteo degli Infermi” di Spoleto, dal dottor Massimo Bracaccia, direttore del dipartimento di Medicina della Usl Umbria 2, dalla dottoressa Valeria Caso, Stroke Unit “Santa Maria della Misericordia” di Perugia e dal dottor Mauro Zampolini, direttore del dipartimento di Riabilitazione nonché direttore del presidio ospedaliero di Foligno. L’utilizzo della telemedicina e delle moderne tecnologie, progetto fortemente sostenuto dalla direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2, è in grado di azzerare le distanze e risulta decisiva per garantire parità di accesso alle cure, omogeneità ed efficacia del trattamento per le patologie neurologiche, ma non solo, tempo-dipendenti.

“La parità di accesso alle cure per l’ictus e le malattie neurologiche nel territorio della Usl Umbria 2 è una sfida determinante – spiega Francesco Corea -. Fin dalla fusione tra Asl 3 ed Asl 4 e l’istituzione nel 2014 dell’Azienda Usl Umbria 2 – prosegue il neurologo dell’ospedale di Foligno – la parità di accesso nei diversi ambiti assistenziali è stata una priorità. Una svolta strategica è stata l’implementazione di una Piattaforma di Telemedicina per il teleconsulto neurologico a distanza per gli ospedali di Foligno, Spoleto, Orvieto e Norcia”

L’implementazione della piattaforma consente la valutazione in tempo reale di casi clinici neurologici tra la rete ospedaliera aziendale e l’hub di riferimento dell’ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno. Questo per ottimizzare il percorso decisionale diagnostico e soprattutto terapeutico che vedono nelle competenze dei professionisti un nodo cruciale. I dati inerenti procedure, mortalità e volume di ricoveri nei vari presidi della Usl Umbria 2 acquisiti tramite i dati del Centro Controllo Malattie del Ministero con il Progetto Nazionale Esiti PNE permette di stimarne gli effetti a distanza di anni.

“I dati di mortalità, gli indicatori di performance pubblicati dal gruppo multidisciplinare dei medici della Usl Umbria 2 mostrano come, grazie alla telemedicina, si siano colmati i gap nell’ambito dell’ictus, molto netti nel 2016-18, tra chance di ricevere appropriate cure tempo-dipendenti a seconda di accedere in un presidio o nell’altro” – afferma il dottor Corea.

dottor Corea

Il grafico blu arancio mostra il numero di procedure effettuate negli anni dopo l’implementazione della piattaforma di telemedicina. Si osservi come crescono, ad Orvieto, le procedure effettuate fino a non esserci più differenza significativa rispetto a Foligno in rapporto al volume di ricoveri.

Il timore che le procedure effettuate con assistenza remota in telemedicina tra un ospedale e l’altro potesse esporre a maggiori rischi o mortalità vengono esclusi dall’analisi della mortalità a trenta giorni. (Grafico giallo mortalità stabile).

Il volume di ricoveri per ictus presso l’ospedale di Orvieto (Grafico arancio) si è incrementato grazie al minor ricorso al trasferimento urgente dal Pronto Soccorso. Lo sviluppo del percorso riabilitativo consensualmente implementato completa il percorso di cura. (volume ricoveri ad Orvieto per ictus che aumenta dal 2017, mentre prima era in costante calo dal 2012).

Indubbi anche i benefici in termini economici. Un ictus, per costi diretti ed indiretti, in media può gravare sul sistema sanitario e la comunità per oltre 150.000 euro a persona colpita.

Con l’utilizzo della telemedicina, si evita una grave disabilità ogni 3-4 persone trattate nella prima ora dall’esordio di un ictus (number needed to treat 3-4 ad 1). L’investimento iniziale sostenuto dall’azienda sanitaria per l’implementazione tecnologica è stato ampiamente ammortato nel primo biennio di esercizio.




Marcello Meffi, “il covid non è stato pesante, preoccupano le spese, i rincari di beni e servizi e la mancanza di tutele”

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Marcello Meffi la scorsa settimana ha comunicato la sua positività al covid. Ha chiuso la propria attività e le dipendenti hanno iniziato il monitoraggio e a loro volta l’isolamento contumaciale. Meffi ha avuto sintomi nella norma, raffreddore, febbre e gola arrossata e ora attende il prossimo tampone il 21 gennaio per uscire dalla quarantena. I problemi riguardano i costi sopportati in questo periodo e non solo. Negozio chiuso e bollette che sono arrivate con prezzi quasi raddoppiati, in particolare per il gas.

Marcello Meffi è pronto a ricominciare ma lo preoccupano i rincari anche delle merci utilizzate che potrebbero incidere sul costo finale per il cliente.




Corso di bioetica gratuito online di ginecologi e ostetrici cattolici

A partire dal 3 dicembre prende il via il “corso di bioetica”. Ogni appuntamento è curato da professionisti nel campo della ginecologia e ostetricia, formati all’istituto di bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, membri dell’Associazione dei Ginecologi e Ostetrici Cattolici Italiani e da una specialista psicologa e psicoterapeuta, esperta nella prevenzione dell’aborto volontario e nella terapia del post-aborto.

Ogni incontro, che si terrà online, avrà la durata di circa un’ora a partire dalle 21,15 di venerdì con il seguente calendario:

3 dicembre: La meraviglia della vita prenatale. Le diagnosi e le cura prenatali a cura del dr. Alberto Virgolino;

17 dicembre: gli attentati alla vita nascente: aborto volontario, aborto terapeutico, aborto nascosto e contraccezione abortiva a cura del dr. Angelo Francesco Filardo;

14 gennaio: La fecondazione extracorporea FIVET a cura del dr. Alberto Virgolino;

21 gennaio: Le conseguenze psichiche dell’aborto volontario e della FIVET a cura della dr.ssa Cinzia Baccaglini

28 gennaio: L’educazione della sessualità: l’identità sessuale e l’identità di genere a cura del dr. Alberto Virgolino.

Per informazioni ci si può rivolgere al 3534279888

Questo è il link https://meet.google.com/wzx-xaxv-dwt per il collegamento al Corso di bioetica

Per scaricare la locandina clicca qui




Per la Giornata mondiale del diabete Coletto assicura, “necessaria una rete diabetologica regionale”

In occasione della Giornata mondiale del diabete che si celebra ogni anno il 14 novembre per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e della gestione del diabete, l’assessore regionale alla salute Luca Coletto ha incontrato i rappresentanti delle associazioni umbre: Angela Lepri e Massimo Cipolli, presidente e vicepresidente di AGD Umbria, Osvaldo Bassini presidente di FAND, Mauro Andretta presidente di AILD Associazione Italiana Lions per il diabete.

“L’incontro è stato un momento proficuo di dialogo – ha affermato l’assessore Coletto – che è servito per fare il punto della situazione sui progetti in corso e su quelli da sviluppare in futuro, dopo il periodo critico legato alla pandemia covid. Ho ascoltato le criticità evidenziate dalle associazioni e confermo che da parte mia c’è il pieno sostegno ai cittadini che soffrono di questa malattia complessa e a coloro che li rappresentano. Per dare maggior vigore ai percorsi dedicati ai malati di diabete e ai loro familiari è fondamentale l’appropriatezza e la sostenibilità dei progetti. Per questo motivo è necessario dotarsi di una rete diabetologica regionale che dia risposte efficaci ed efficienti. Particolare attenzione sarà posta al diabete giovanile per il quale è essenziale una gestione non solo farmacologica in collaborazione con il mondo scolastico e allo sviluppo della telemedicina, che consente di avvicinare sempre di più specialisti, famiglie e utenti”.




Schermaglie tra Lega e Pd di Orvieto sul nuovo Piano Sanitario Regionale

Duro botta e risposta tra la Lega e il Pd di Orvieto sulla questione sanità e il nuovo Piano regionale appena approvato in preadozione dalla giunta guidata da Donatella Tesei.

Il Comunicato della Lega

“Plaudiamo al buon lavoro dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto e della presidente Tesei, che con la preadozione del nuovo piano sanitario regionale stanno dimostrando lungimiranza ed attenzione alle esigenze dei territori”.
Così la nota della Lega Comprensorio Orvietano e del gruppo consigliare Lega Salvini per Orvieto.
“Prima di criticare a prescindere, in maniera strumentale – affermano- invitiamo la sinistra locale a leggere approfonditamente i contenuti del Piano che sarà comunque oggetto di confronto e dibattito in Commissione e in Assemblea legislativa. Ci teniamo a precisare che il Piano sanitario regionale adottato in Umbria applica per la prima volta, a distanza di quasi sette anni e dopo dieci anni dall’ultimo documento, i principi del DM 70/2015 sugli standard ospedalieri, al fine di rendere i servizi più specializzati ed ancora più attrattivi ed efficienti, sempre più a misura di cittadino. Ringraziamo l’assessore Coletto e la giunta Tesei, per la vicinanza e l’attenzione che stanno dimostrando verso il nostro comprensorio, e per collaborazione con il sindaco di Orvieto, Tardani e con la maggior parte  degli altri sindaci dell’orvietano”. “Per il nosocomio di Orvieto e la medicina del territorio – spiegano i leghisti- sono previsti  dieci milioni di euro di investimenti ed entro dicembre, è in programma la realizzazione dell’hospice con cinque posti letto. Inoltre per abbattere le liste d’attesa, tra novembre e dicembre, sono state calendarizzate tre giornate di visite domenicali. Ad Orvieto è stata già installata una seconda nuova Tac all’avanguardia che consentirà una maggiore interazione con gli specialisti delle aziende ospedaliere dell’Umbria, verranno poi implementate le dotazioni strumentali per la terapia intensiva e verrà adeguata la terapia sub intensiva. Per quanto riguarda il Pronto Soccorso, verrà riqualificato ed ampliato,e  comprenderà anche un’ area di semi intensiva con un progetto pilota che rimodulerà il servizio sulla scorta dell’esperienza Covid. In programma c’è anche il potenziamento del servizio di screening senologico con una unità dedicata. Questi sono solo alcuni degli interventi che verranno effettuati nella nostra struttura”.
“Non capiamo – proseguono – su che base l’opposizione continui a dire che la sanità ad Orvieto verrà depotenziata. Il nuovo documento punta a snellire le procedure, riducendo gli sprechi e le poltrone, meno dirigenti e più prossimità e servizi al cittadino. L’obiettivo che si sta proponendo la Regione Umbria è quello di ripulire la sanità, eliminando la solita politica del poltronificio, tanto cara alla sinistra. Per anni, e le inchieste e gli scandali lo stanno dimostrando, la sanità in Umbria è stata spremuta, vittima di clientele e favoritismi”.
“Ora grazie alla Lega- concludono dal carroccio- si entra in una nuova fase, la politica torna a mettere al centro il cittadino, a lavorare per soddisfare i suoi bisogni. Deve essere la sanità al servizio del cittadino e non viceversa. Evidentemente questo approccio guidato dal buon senso,  ad una parte politica ancora legata ai retaggi del passato non sta bene. Se ne faranno una ragione”.

Il comunicato del PD

La salute non può essere un diritto di pochi e la Presidente Tesei, con il silenzio della Sindaca Tardani, non possono demolire la rete di servizi ai cittadini con una nuova geografia dei distretti sanitari, facilitando la deriva privatistica del nostro sistema sanitario.

Questo è invece lo scenario che delinea il nuovo Piano Sanitario Regionale, preadottato dalla giunta Tesei. Le scelte dalla Presidente e dell’Assessore Coletto, e la “nuova fase” cui la Lega locale plaude, peraltro non sorprendono, rispondendo alla chiara volontà di “lombardizzare/venetizzare” l’Umbria importando un modello che, trapiantato nel contesto di un sistema sanitario come il nostro, non può che determinare la situazione allarmante cui stiamo assistendo e che stanno subendo cittadini ed operatori.

Accorpamento e perdita di autonomia dei territori, cinque macroaree disomogenee tra di loro, troppo vaste per dare risposte efficienti ed efficaci alle esigenze dei cittadini; la figura del coordinatore che rischia di essere un concentrato di poteri e di responsabilità incompatibili con la necessità di sintesi tra i vari distretti; completa disattenzione al tema delle dotazioni di personale, del tutto inadeguate come nel caso del nostro Ospedale: questo il quadro allarmante e contorto tratteggiato dal nuovo piano sanitario regionale.

Un orizzonte inaccettabile ed incompatibile con la necessità impellente di garantire accessibilità, qualità delle cure ed efficienza.

Desta inoltre preoccupazione l’annunciata creazione di un Hospice territoriale all’interno del nostro Ospedale. Tralasciando la totale incongruenza di inserire un servizio del “fine vita” all’interno di un nosocomio e l’utilizzo di forza lavoro del territorio, già martoriato dal carico di lavoro e mortificato dalle scelte politiche, non si intravede alcuna prospettiva di rilancio dell’Ospedale, sempre e solo annunciata e puntualmente disattesa nei fatti. Ospedale che, nonostante le parole rassicuranti dell’Assessore Coletto, è stabilmente sovraccarico.

Le interminabili liste d’attesa, tema su cui il piano non prevede alcun intervento strutturale, e l’impossibilità di prenotare una visita specialistica o un esame diagnostico in tempi ragionevoli, non lasciano ai cittadini altra alternativa che rivolgersi alla Sanità privata, per chi ne ha la possibilità, aprendo di fatto una ferita all’equità e al contrasto alle diseguaglianze nella tutela della salute.

E’ indispensabile un’inversione di rotta, che, a partire dalla programmazione del PNNR. sappia investire su una riorganizzazione lungimirante e sul potenziamento della sanità territoriale e di prossimità in grado di dare risposte alle esigenze reali e ai diritti primari dei cittadini.

E’ tempo che i rappresentanti dei numerosi comitati spontanei a difesa del diritto alla salute, che continuano a lanciare grida di allarme a tutt’oggi inascoltate, siano coinvolti nel processo, per una riorganizzazione della sanità che parta dalla base.

La Presidente Tesei, l’Assessore Coletto, la Sindaca Tardani, la Lega devono rassegnarsi alla forza della nostra Costituzione che riconosce quanto fondamentale sia un sistema sanitario concepito sul principio universalistico. E questo non è negoziabile. Il Partito Democratico di Orvieto e dell’Orvietano non si sottrae al dovere di difendere il presidio della nostra sanità pubblica, aprendo una discussione costruttiva sul potenziamento e sull’organizzazione dei servizi del territorio e del nostro Ospedale, risorsa e patrimonio pubblico di confine.




Movimento per la Vita si presenta agli orvietani on-line il 9 novembre alle 21

Il Movimento per la Vita/Centro di Aiuto alla Vita è nato lo scorso 13 aprile ad Orvieto ricevendo l’augurio del Vescovo Gualtiero Sigismondi e del vicario episcopale per la carità, don marco Gasparri. Dopo alcuni mesi parte il 9 novembre il primo appuntamento online per conoscere le attività capire e confrontarsi con il dottor Alberto Virgolino.

Il Movimento per la Vita aiuta ed accompagna le mamme in attesa di un figlio ed ha come obiettivo la formazione, la sensibilizzazione e responsabilizzazione delle coscienze sui temi del riconoscimento della dignità umana e del rispetto assoluto della vita.




E’ di nuovo operativa la riabilitazione intensiva in ospedale

È stato riaperto lo scorso 4 ottobre, all’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto, dopo la chiusura imposta nel 2020 a causa del Covid-19, il reparto di Riabilitazione Intensiva, diretto da Fabrizio Mosca e composto da un’équipe medica, riabilitativa ed assistenziale di elevata professionalità. Nei 18 mesi di emergenza sanitaria, il servizio di riabilitazione era in funzione con pochi posti letto dislocati all’interno dell’area medica e chirurgica (ortopedia) continuando a fornire una parziale risposta ai bisogni riabilitativi.

Dai giorni scorsi l’attività è ripresa a pieno regime, con la riabilitazione intensiva dedicata ai pazienti ricoverati per protesi di anca e ginocchio in elezione, per i pazienti chirurgici ortopedici post-traumatici e per gli assistiti neurologici provenienti dalla Stroke Unit, dall’area Medica dell’ospedale o dal proprio domicilio. Malgrado la contingenza legata all’emergenza sanitaria, la riapertura si accompagna con l’attivazione del servizio di Day Hospital Riabilitativo, coordinato da Antonella Cometa e dedicato alla presa in carico clinica e riabilitativa di patologie infiammatorie e neuro-degenerative del Sistema nervoso centrale come la sclerosi multipla, la malattia di Parkinson e, più in generale, le patologie neurologicheMauro Zampolini, direttore del dipartimento di Riabilitazione, sottolinea l’importanza e il “grande valore della ricomposizione della rete riabilitativa dopo la contingenza pandemica” mentre il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 Massimo De Fino evidenzia come gli sforzi del ripristino dei servizi aziendali “proceda in modo progressivo e costante per raggiungere quanto prima il ritorno alla totale funzionalità delle strutture in tutta l’azienda”.