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Germani chiede informazioni sui rifiuti e Tardani risponde, “con il nuovo piano regionale discarica residuale e via a iter per il termovalorizzatore in Umbria”

Giuseppe Germani, rappresentante di Orvieto Civica e Riformista, ha sollevato durante il question time del consiglio comunale del 27 dicembre, interrogativi riguardo dell’arte dopo l’approvazione del nuovo piano regionale dei rifiuti. La sua attenzione si è focalizzata sull’atteggiamento che il Comune di Orvieto adotterà nella scelta del sito destinato alla realizzazione del termovalorizzatore.

La sindaca e assessora all’Ambiente, Roberta Tardani, ha risposto alle preoccupazioni di Germani in menira chiara, “esprimo soddisfazione per l’approvazione di un piano dei rifiuti che riduce in modo significativo l’uso delle discariche e finalmente individua una chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso la termovalorizzazione”. Il piano, approvato di recente, punta a limitare drasticamente l’utilizzo delle discariche, che negli anni sono state la principale destinazione dei rifiuti nella regione. Tardani ha precisato che l’iter per il nuovo termovalorizzatore inizierà nel mese di febbraio, con Auri che indirà a marzo la manifestazione di interesse per l’individuazione del sito idoneo. Successivamente, si procederà con una gara per la sua realizzazione in modalità di project financing, prevedendo che l’impianto diventi operativo a partire dal 2028. La sindaca ha spiegato che, una volta ricevute le manifestazioni di interesse, sarà possibile comprendere quali Comuni e soggetti gestori saranno coinvolti nel progetto. Con il nuovo piano dei rifiuti, la discarica di Orvieto accoglierà solo il residuo di quanto sarà prodotto, riducendo notevolmente l’impatto ambientale nella zona.

Tardani ha concluso ringraziando il governo regionale per aver intrapreso una direzione moderna e sostenibile nella gestione dei rifiuti. L’approvazione del piano regionale rappresenta un passo significativo verso un approccio più responsabile nei confronti dell’ambiente e delle risorse.




Amici della Terra, “sul piano dei rifiuti la Regione non ci ascolta e si contraddice”

Nella giornata di lunedì 12 si è svolto un incontro sul nuovo piano dei rifiuti promosso dall’assessore Morroni al quale sono stati invitati Amici della Terra, Legambiente e WWF.
Abbiamo molto apprezzato l’invito dell’assessore Morroni anche se abbiamo dovuto constatare la chiusura della Regione alle proposte degli Amici della Terra contenute nelle osservazioni presentate in sede di VAS, con particolare riferimento all’utilizzo delle discariche nella fase transitoria del piano prima che entri in funzione un nuovo inceneritore previsto per il 2028. La nostra posizione prevede l’utilizzo dell’inceneritore di Terni e delle cementerie di Gubbio, cioè di impianti esistenti senza ricorrere alla costruzione di un nuovo inceneritore o anche alla possibilità di giungere ad eventuali accordi con altre regioni, così da minimizzare il ricorso allo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti nelle discariche umbre altrimenti destinate ad un loro rapido esaurimento.
Per contro l’assessore ha ribadito l’assoluta necessità di ricorrere allo smaltimento in discarica per affrontare la fase transitoria sino all’entrata in funzione di un nuovo inceneritore, con il conseguente bisogno di ampliare le discariche strategiche dell’Umbria.
Ciò è in profonda contraddizione con le indicazioni dello stesso piano laddove parla di “indifferibilità di efficaci strategie di riduzione dei conferimenti per salvaguardare i volumi residui” e richiama la DGR 1409/2018 che “riconosce i volumi disponibili nelle discariche regionali quali riserva strategica regionale, da preservare con ogni ulteriore azione di contenimento dello smaltimento in discarica, compreso l’eventuale avvio delle frazioni non destinabili a recupero/riciclaggio a impianti di recupero energetico ubicati fuori dal territorio regionale”. È inoltre in contraddizione con la “inderogabile necessità di limitare lo smaltimento in discarica nonché l’improrogabilità di mettere in atto tutte le azioni volte a contrastare il climate change”, così come riportato nei “Lineamenti preliminari per la definizione della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile dell’Umbria”, di cui al documento preadottato con DGR n. 1016 del 27/10/2021 e che ha coinvolto come partner ANCI e FELCOS, ARPA Umbria, Parco 3A, PUNTOZERO, SVILUPPUMBRIA, UNICEF, Università di Perugia.
È poi inaccettabile che il piano non indichi chiaramente le modalità di ampliamento delle tre discariche strategiche di Belladanza (Città di Castello), Borgogiglione (Magione) e Le Crete (Orvieto), fermo restando che, entro il 2028 (data dell’entrata in funzione di un uovo inceneritore che, a parere nostro e di altri esperti, slitterà almeno sino al 2030), dovranno essere reperiti nuovi volumi per complessivi 1.200.000 mc, come è possibile dedurre dalla DGR n. 2 del 5.1.2022. In quest’ultimo atto si ipotizzano i seguenti ampliamenti di cui non c’è traccia sul piano: Belladanza mc 300.000, Borgogiglione mc 700.000, Le Crete mc 500.000. Ebbene, durante l’incontro la Regione ha fatto presente che sono in corso i lavori a Belladanza e che partiranno quelli di Borgogiglione per i volumi suddetti, mentre per Le Crete “si vedrà” ha detto l’Assessore, con il chiaro intento di spostare in avanti il birillo delle responsabilità decisionali e di tentare di giungere indenni alle prossime elezioni amministrative, diciamo noi.
Il piano che non pianifica e che non fornisce dati, è un piano improcedibile e impresentabile. È completamente fuori luogo ricorrere a questo uso massivo dello smaltimento in discarica, quale sistema collocato all’ultimo posto nella gerarchia europea e principale responsabile delle emissioni di gas climalteranti rispetto ad altre forme relative alla gestione dei rifiuti.
E l’Umbria, “mare verde d’Italia”, perde di significato!

Monica Tommasi – presidente Amici della Terra Onlus
Taira Bocchino – presidente Amici della Terra Orvieto




Amici della Terra, Comitato Leonia e SaveOrvieto chiedono un’assemblea pubblica sui rifiuti

L’Associazione amici della Terra – Orvieto, il Comitato Civico Leonia e il comitato SaveOrvieto, dopo aver organizzato un SIT IN il 31 agosto u.s. a Orvieto per richiamare l’attenzione sulle criticità del piano in oggetto, con particolare riferimento all’uso delle discariche ed alla discarica Le Crete di Orvieto, destinata a divenire la più grande dell’Umbria, ha proposto la convocazione urgente del Consiglio comunale di Orvieto e lo svolgimento di una assemblea pubblica per un necessario confronto sugli scenari previsti dal piano.
Ritiene inoltre inaccettabile che, a fronte dell’esaurimento delle volumetrie disponibili di tutte le discariche regionali entro il 2024 e della necessità di un loro ampliamento di oltre 1.000.000 di mc per fronteggiare la fase transitoria prevista dal piano stesso sino al 2028 (anno della presunta entrata in funzione di un nuovo inceneritore, che a noi sembra assolutamente improbabile, tant’è che in altri documenti regionali si prevede il 2030), nulla si dica nel piano stesso circa le modalità, i tempi, le quantità, ecc. degli ampliamenti che dovranno inevitabilmente riguardare anche Le Crete di Orvieto, già discarica prima comprensoriale, poi a servizio dell’Ambito 4 ed oggi divenuta di carattere regionale.

Le associazioni ritengono opportuno informare su quanto sopra esposto i Comuni della Provincia di Terni per eventuali loro osservazioni sulla procedura di VAS del PRGIR ancora in corso.




Preadottato il nuovo piano dei rifiuti. Più differenziata, termovalorizzazione e Le Crete attiva

La giunta regionale ha preadottato il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti che è stato presentato alla stampa il 16 giugno dalla presidente Donatella Tesei e dall’assessore all’ambiente Roberto Morroni. I punti salienti riguardano la diminuzione del 4,4% della produzione dei rifiuti, una ulteriore spinta sulla differenziata al 75% e la riduzione della frazione non recuperabile e non riciclabile a un massimo del 7% in anticipo di 5 anni sugli obiettivi prefissati a livello nazionale e europei.

“Il percorso del nuovo Piano – ha ricordato la Presidente Tesei – è stato avviato nel luglio di due anni fa, con la costituzione e l’istituzione di un Comitato Tecnico Scientifico che, con un lavoro rigoroso e puntuale, ha fornito un quadro della situazione dell’Umbria, evidenziandone le criticità e i ritardi notevoli causati dalla mancanza di una programmazione coerente con le esigenze del territorio regionale. Analisi scientifiche e approfondimenti tecnici sulle migliori esperienze in materia di gestione dei rifiuti a livello nazionale ed europeo sono stati le basi per la definizione della proposta che abbiamo preadottato ieri per un Piano – ha rilevato – che fa compiere un passo in avanti all’Umbria, garantendo risposte concrete a problematiche di grande rilevanza”.

 “Un Piano – ha detto il vicepresidente Morroni – che persegue due scopi fondamentali: garantire la stabilità e l’autosufficienza regionale del ciclo integrato dei rifiuti e collocare l’Umbria fra le regioni più avanzate del nostro Paese e dell’Europa. Un Piano moderno, che introduce criteri di efficienza e di miglioramento sotto il profilo della sostenibilità ambientale ed economica. Punti salienti del nuovo Piano sono il recupero di materia, scandito dall’obiettivo di incrementare la raccolta differenziata al 75%, e la valorizzazione energetica del rifiuto e degli scarti della raccolta indifferenziata con l’entrata in funzione di un termovalorizzatore dal 1° gennaio 2028. “Un Piano, quindi, di svolta – ha ribadito Morroni – capace di assicurare la chiusura del ciclo dei rifiuti, proposito fallito dalle precedenti amministrazioni”.

Il vicepresidente Roberto Morroni, nell’illustrare in dettaglio il percorso svolto dal Comitato tecnico-scientifico dal 20 luglio 2020 ad oggi, si è soffermato, in particolare, sulla novità rappresentata dal servizio di incenerimento con recupero energetico. “L’impianto, nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità, avrà una capacità effettiva limitata a 160mila tonnellate all’anno di rifiuti trattati, sia urbani che speciali, di produzione regionale. Una quantità – ha evidenziato – appropriata, in linea con le esigenze dell’Umbria”.

“Sarà l’Auri – ha specificato ancora Morroni – a decidere la localizzazione puntuale dell’impianto di termovalorizzazione, attraverso un apposito iter che prevede varie fasi. Entro quattro mesi dall’approvazione del Piano regionale, tramite avviso pubblico di manifestazione d’interesse, sarà avviata la procedura per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’impianto. Entro diciotto mesi dall’approvazione, avverrà l’affidamento, cui seguiranno trenta mesi per realizzare l’impianto. La messa in esercizio, che stimiamo dal 1° gennaio 2028, segnerà l’interruzione del conferimento in discarica dei rifiuti derivanti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani che possono essere recuperati dal punto di vista energetico”.

Quanto alla localizzazione dell’impianto, “sono state definite le mappe delle aree non idonee del territorio regionale e si terrà conto comunque, in quelle che non vi sono comprese, di vincoli come la presenza di zone agricole di pregio” ha detto il vicepresidente Morroni, sottolineando come “compete alla Regione la pianificazione e la programmazione degli impianti pubblici, mentre sarà l’Auri a stabilire dove sarà realizzato l’impianto di recupero energetico”.

Le discariche diverranno sempre più marginali e nel Piano è previsto che quelle attive saranno ridotte a tre, Borgogiglione, Belladanza e Le Crete, poi in una seconda fase rimarranno solo le ultime due, quindi Orvieto sarà sempre più centrale per quanto riguarda i rifiuti non riciclabili. Morroni ha poi sottolineato che “per superare l’attuale frammentazione e polverizzazione che limita l’efficienza del sistema, con un servizio organizzato per l’intero territorio regionale: un solo gestore si occuperà dei servizi di superficie, raccolta, spazzamento e trasporto; un solo gestore per i servizi di trattamento e smaltimento; un solo gestore per il servizio di trattamento termico con recupero energetico”.

La proposta di Piano preadottata dalla Giunta regionale prosegue il suo iter partecipativo e autorizzativo; l’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea Legislativa è prevista entro l’anno in corso.




Tariffe TARI: aumenti e disattenzioni di un’amministrazione che ignora le determinazioni del Consiglio Comunale.

Il Consiglio Comunale ha approvato con il voto contrario della minoranza le tariffe della TARI che comportano un aumento sia per le famiglie che per le imprese tra l’8 e l’11 percento senza che l’amministrazione abbia voluto muovere un dito per ammortizzare e/o mitigare l’impatto dei costi sui cittadini, nonostante gli aumenti fossero prevedibili già dallo scorso anno quando era stato possibile utilizzare le risorse provenienti dai fondi Covid.

Del tutto sottaciuto, inoltre, il “vulnus” già evidenziato in seconda commissione che riguarda i costi dello smaltimento dei rifiuti Covid di cui l’amministrazione ignora sia la procedura sia i relativi oneri che inevitabilmente ricadranno sulle spalle dei cittadini ignari, già provati in questo difficile periodo storico. 

La stessa maggioranza, approvando l’atto obtorto collo, non ha potuto fare a meno di rilevare come del tutto disattesa da parte dell’amministrazione sia rimasta la risoluzione approvata un anno fa all’unanimità dei consiglieri, che impegnava il Sindaco a dare mandato all’ ufficio legale di attivare uno studio  finalizzato ad approfondire, a tutela dei cittadini, i contratti in essere con il gestore e di intraprendere un confronto fattivo con la Regione al fine di intervenire per riequilibrare e bilanciare i costi a carico dei comuni.

Ancora una volta questa amministrazione ignora le deliberazioni del consiglio comunale, dimostrando di sapere governare solo con le chiacchiere a discapito delle azioni concrete che rimangono mera aspirazione e lettera morta.

Cristina Croce-Martina Mescolini-Federico Giovannini-Franco Raimondo Barbabella-Giuseppe Germani




TARI, approvate le nuove tariffe con aumenti e tre rate a luglio, settembre e dicembre

Il Consiglio Comunale ha approvato (9 favorevoli: maggioranza; 5 contrari: opposizione) le tariffe TARI per l’anno 2022 già stabilite dall’esecutivo nonché le rate di pagamento e le scadenze relative all’anno 2022 (utenze domesticheutenze non domestiche) che sono:

– prima rata: 31 luglio 2022

– seconda rata: 30 settembre 2022

– terza rata: 02 dicembre 2022

– con possibilità di versamento delle tre rate entro il 31 luglio 2022

Relatore dell’atto è stato l’assessore al bilancio e tributi, Piergiorgio Pizzo che ha spiegato: “il Consiglio Comunale è chiamato a deliberare sulla tassa rifiuti scelta da questo Comune che, finché la normativa lo permetterà, intende continuare a portare avanti la tassa in luogo della tariffa. Quest’anno non ci sono le misure del governo. Dal 2022 la redazione del Piano Economico Finanziario della Tari dovrà essere effettuata in coerenza con la Deliberazione ARERA del 2021 che ha approvato il ‘Metodo Tariffario Servizio Integrato di gestione dei rifiuti 2022/2025’, stabilendo nuovi principi per procedere all’individuazione dei costi per la determinazione delle tariffe TARI. Il Piano Economico e Finanziario per il triennio 2022-2025 evidenzia costi complessivi per 4.604.079 euro (IVA inclusa) che, per effetto delle economie di spesa risultanti dallo scostamento tra costi approvati nel PEF 2020 e costi a consuntivo approvati nel PEF 2021 pari a 184.079,00 euro, portano l’importo del PEF a 4.400.000,00 euro. L’Amministrazione ha ritenuto di ripartire i costi fissi e variabili tra utenze domestiche e non domestiche in base alla potenzialità di produzione dei rifiuti, imputando il 60% dei costi fissi e variabili a carico delle utenze domestiche, e il 40% a carico delle utenze non domestiche. Proponiamo quindi di approvare le Tariffe per l’anno 2022 secondo i prospetti delle utenze suddette. Abbiamo approvato di inviare la bollettazione in tre scadenze di pagamento relative all’anno 2022”.

Dibattito:

Martina Mescolini (Capogruppo “Partito Democratico”): “il voto del gruppo PD è contrario perché dai confronti che abbiamo fatto le tariffe sono in netto aumento sia per le famiglie che per le imprese con aumenti che in media vanno dall’8 all’11%. Abbiamo capito che ciò dipende dalla delibera ARERA ma l’Assessore ha sorvolato sul perché di questi aumenti e queste percentuali, quindi ci sembra riduttivo dire che quest’anno non ci sono state risorse Covid da utilizzare per mitigare l’impatto. L’Amministrazione non ha alcuna accessibilità finanziaria su cui intervenire e ci troviamo ingessati senza poter prevedere un contenimento degli aumenti che, ripeto, sono davvero impattanti per le imprese che stanno ripartendo lentamente. Lo scorso anno approvammo le tariffe Tari perché ci fu in intervento dell’amministrazione di abbattimento del 50% grazie alle risorse Covid. Questo stallo e questa non volontà di curarsi di trovare risorse seppure ingenti determina la nostra contrarietà”.  

Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “annuncio il voto favorevole, tuttavia esprimo un senso di frustrazione su una questione su cui per anni ci siamo scontrati in modo diretto. Queste tariffe sono l’epilogo di anni e anni di aumenti e dell’impossibilità di Comuni di incidere. Da quanto è arrivata Auri e si è inserita Arera la questione della pressione sui cittadini non cambia. Ma questo non è più tollerabile. Germani che cercava di trattare vie alternative alla fine dovette firmare la convenzione. Oggi di fatto non possiamo dire nulla. Denuncio lo scempio dell’Auri che dal 2015 doveva razionalizzare risorse ed efficientare servizi. Il gestore Cosp deve finire di dire che i mezzi di spazzamento non entrano nei vicoli quando diciamo che la città è sporca. Di positivo nella delibera c’è il ripristino delle tre scadenze di pagamento che speriamo possano almeno andare incontro alle esigenze economiche di famiglie e imprese. Il Comune ha messo 200 mila euro. Il problema è che dobbiamo garantire altri servizi. Lo scorso anno grazie ad una iniziativa di Olimpieri votammo all’unanimità una risoluzione che dava mandato all’Amministrazione Comunale di incaricare il proprio ufficio legale ad attivare uno studio finalizzato ad agire in via giudiziaria per tutelare gli interessi del Comune e dei propri cittadini, in relazione ai rapporti contrattuali stipulati con il gestore; e perché intraprendesse un confronto immediato con gli organi regionali competenti in materia, per intervenire fattivamente per superare le forti differenze in relazione al costo di smaltimento in discarica ed agire per riequilibrare e bilanciare i medesimi costi a carico dei Comuni umbri. La mia sollecitazione è finalizzata a che il mio Sindaco applichi ciò che è stato approvato”.

Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “prima gli Orvietani”): “se Sacripanti è sconcertato figuriamo noi! Io lo sono moltissimo e ha fatto bene a ricordare i punti della risoluzione approvata un anno fa. Dopo un anno siamo preoccupati perché c’è una fase storica difficile che tutti sappiamo, c’è un costo delle attività che sta diventando insopportabile per tutti (il suolo pubblico ad esempio), con questo aumento il quadro è estremamente preoccupante per il funzionamento delle attività sociali e della sussistenza sociale. Io non ho visto una vera azione amministrativa seria né del Comune né della Regine che deve fare qualcosa sull’Auri. Questo non è un ragionamento contro la regione ma contro un modo di approcciare e gestire questi problemi e questo sistema. Voto contro”.

Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “condivido le considerazioni fatte dai colleghi e anche il richiamo alla risoluzione da noi approvata un anno fa. Il problema è più complesso e rimanda al ‘decreto semplificazioni’ con la gestione privatizzata di tutti i servizi locali, attraverso provvedimenti capestro messi in atto in questi anni dai governi nazionali. Giustissimo sollecitare la Regione ma il punto è il decreto semplificazioni. Il punto politico è che i Comuni sono stati completamente esautorati dalla gestione di questi servizi il che ha determinato gravi problemi per le comunità e i comuni. Oggi si deve invertire la rotta ma è un percorso in salita perché il costo non lo decide il comune ma il gestore privato con scadenze capestro. Il Comune ha messo 200 mila euro che sono in aggiunta per attenuare in parte minima il Pef. Tutti i Comuni dell’Umbria pagheranno di più. Chi è già passato da tassa a tariffa vedrà un aumento esponenziale verso i propri concittadini. La rateazione certo è una piccola cosa ma è un segnale. Ribadisco che la risoluzione approvata lo sorso anno venga attuata, peraltro ci sono già dei contenziosi in atto fra gestori e Auri. Certe operazioni vanno fatte in tempi brevi per avere la certezza che in futuro la situazione non degeneri ancora”.

Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”): “oggi apprendiamo che dopo un anno una disposizione come quella votata all’unanimità dal Consiglio Comunale non è stata attuata dal Sindaco che fa il suo piano di bilancio mettendo le mani nelle tasche dei suoi concittadini. Cosa che non ci aspettavamo dato che era paladina di famiglie, commercianti e imprese. Oggi prendiamo atto che le strade asfaltate le paghiamo con l’aumento della Tari. Questo è il risultato tecnico e politico”.

Cristina Croce (Capogruppo “Siamo Orvieto”): “annuncio il voto contrario. Mi fa piacere che anche dai banchi di maggioranza alla prova dei fatti si dica che la risoluzione di un anno fa non è stata praticata dal Sindaco. Ulteriore vulnus alla questione tariffe è quello dei costi dei kit di smaltimento dei rifiuti Covid gestiti da Cosp ma di cui ignoriamo la quantificazione dei costi che dovranno ricadere sui cittadini. A quanto ammontano questi e chi li pagherà?”.

Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “sulla privatizzazione prendo atto della certificazione del fallimento del sistema delle Pubbliche Amministrazioni chiamate a cedere la gestione di servizi come rifiuti e acqua ai soggetti privati. La legge supera i Comuni e questo è un dato. Non abbiamo la certezza di poter governare questi importanti comparti con la giusta serenità. Oggi, nonostante gli sforzi fatti, vediamo un aumento dei costi che non sappiamo a cosa sono dovuti in termini di investimenti e costi di esercizio. Costi mascherati perché hanno la funzione di colmare dei vuoti lasciati nel passato. Queste strutture hanno difficoltà economiche e scaricano sui cittadini questa difficoltà. Il senso di responsabilità non sta solo in capo a chi governa ai livelli locali ma soprattutto a chi governa queste grandi agenzie di servizi. Il problema è che se il sistema è ormai diventato insostenibile, chi pagherà? Questo discorso non vuole essere populista né mediocre ma di preoccupazione per il futuro e per chi pagherà questi servizi”.




Amici della Terra presenta la “sua” mozione ai sindaci dell’orvietano per evitare ampliamenti della discarica

L’Associazione “Amici della Terra” da anni segue con molta attenzione le vicende che hanno riguardato la discarica de Le Crete e, più in generale, la pianificazione inerente la gestione dei rifiuti e la sua attuazione. Le recenti decisioni assunte dalla Giunta regionale e dall’AURI in tema di nuove strategie pianificatorie e di indirizzi per il razionale smaltimento dei rifiuti nelle more della formazione del nuovo Piano di gestione integrata dei rifiuti, non sono condivisibili in quanto spostano in avanti i problemi, nonostante il preoccupante clima di emergenza per l’esaurimento delle capacità residue di smaltimento delle principali discariche regionali.

In tale contesto risultano evidenti le penalizzazioni a carico del territorio orvietano, che assumono una valenza non solo di tipo ambientale, ma anche e soprattutto politica.

Per tale motivo abbiamo proposto, insieme agli Amici della Terra club di Orvieto, uno schema di mozione sottoponendola al Consiglio comunale di Orvieto con l’auspicio che la possa approvare e farne oggetto di un serrato confronto con la Regione Umbria per sostenere le ragioni della Città di Orvieto.

Parimenti inviamo lo schema di mozione suddetto ai Sindaci dell’Orvietano, in ragione della natura comprensoriale che ha caratterizzato la discarica in località Le Crete nei suoi primi lustri di vita, affinché sostengano le ragioni del territorio da un punto di vista ambientale e politico.

Nel segnalare la nostra disponibilità a partecipare ad eventuali audizioni sull’argomento ed a fornire ogni utile chiarimento, porgiamo

Distinti saluti

Monica Tommasi

LO SCHEMA DI MOZIONE

Riferimenti istruttori

Deliberazione di Giunta regionale n. 1409 del 4/12/2018 “Gestione dei rifiuti. Azioni volte all’accelerazione del processo di riorganizzazione dei servizi di raccolta domiciliare, individuazione della disponibilità strategica per lo smaltimento dei rifiuti e indicazioni per il mantenimento della stessa nell’ottica dei principi dell’economia circolare”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 602 del 17 Luglio 2020 “Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. Istituzione del Comitato Tecnico Scientifico e avvio della fase di predisposizione dell’aggiornamento del Piano” è stato dato avvio alla redazione dell’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. L’esigenza nasce da una duplice osservazione: da una parte, con la direttiva (UE) 2018/850 il legislatore comunitario ha definito nuovi standard di gestione che impongono una revisione dell’attuale assetto, dall’altra, motivo ancor più cogente e rilevante del primo, si assiste ad un sistema di gestione territoriale che ancora, purtroppo, fonda la sua sostenibilità territoriale sullo smaltimento in discarica seppure, in questi anni, ha raggiunto obiettivi consolidati di raccolta differenziata di buon livello.

Deliberazione di Giunta regionale n. 110 del 24/02/2021 “Aggiornamento del Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti – Documento Preliminare. Approvazione e avvio processo di VAS”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 1 del 5/1/2022 “Aggiornamento del Piano di Gestione integrata dei Rifiuti. Indirizzo della nuova strategia pianificatoria” (fanno parte integrante dell’atto i seguenti allegati: Scenari di Piano ed indicatori_06_12_2021, Verbale_CTS_15-11-21-verspdfA);

Deliberazione di Giunta regionale n. 2 del 5/1/2022 “Discariche strategiche regionali: Fabbisogno di smaltimento e specificazioni tecniche e gestionali per il razionale utilizzo. Linee di Indirizzo in attesa dell’approvazione del Piano di Gestione integrata dei Rifiuti”;

Deliberazione del Consiglio Direttivo dell’AURI n. 1 del 14/01/2022 “Programmazione dei flussi di rifiuti agli impianti di trattamento e smaltimento nelle more dell’approvazione del Piano d’Ambito – primo semestre anno 2022”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 895 del 29/09/2021 “L.R. 16 febbraio 2010, n. 12, art. 12, comma 5. Pronunciamento della Giunta regionale sul motivato dissenso espresso da Amministrazioni non statali nell’ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale coordinato con A.I.A. del progetto di “Estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico-termovalorizzatore UL1 di Acea Ambiente srl ubicato in via Ratini n. 23 località Maratta Bassa, Terni (TR)”. Soggetto proponente: Società ACEA Ambiente srl”;

Premessa

La Regione Umbria, con DGR n. 602/2020, ha dato avvio all’aggiornamento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR) e con DGR 110/2021 ha approvato il documento preliminare di piano ed il rapporto preliminare ambientale ai fini dell’avvio della fase di consultazione propedeutica all’attività di elaborazione del piano (cd. scoping di VAS). Il nuovo piano dovrà analizzare, affrontare e risolvere le seguenti tematiche connesse al ciclo dei rifiuti:

  • “la chiusura del ciclo, ed in particolare il raggiungimento dell’obiettivo di conferimento in discarica non superiore al 10% dei rifiuti urbani così come stabilito dalla direttiva 850/2018/UE del cosiddetto pacchetto per l’economia circolare di prossimo recepimento;
  • il rispetto del principio di prossimità, che si declina con la tendenziale autosufficienza del sistema regione”.

La Regione Umbria, poi, con DGR n. 1/2022 e DGR n. 2/2022, ha rispettivamente fornito le indicazioni per dare seguito alla pianificazione in tema di rifiuti ed ha stabilito, nelle more del nuovo PRGR, le indicazioni per la razionale gestione delle discariche strategiche regionali.

In particolare, con la DGR n. 1/2022, vengono individuati vari scenari caratterizzati ciascuno da un diverso grado di impiantistica, rispetto ai quali viene approvato lo “scenario 1” descritto come segue: “Scenario Impiantistico 1: potenziamento del sistema di Raccolta Differenziata rispetto all’attuale livello con raggiungimento di performance pari ad almeno il 75%. Invio del rifiuto residuale indifferenziato a valorizzazione energetica per una quantità prevista di 130.000 t/anno a nuovo impianto di servizio per tutto il territorio regionale. Questa soluzione prevede l’impiego residuale di discarica per una quantità massima di circa il 7% dei rifiuti prodotti esclusivamente per la parte non valorizzabile e scarti di trattamento”.

L’allegato 2 della DGR n. 1/2022 prevede la messa a regime dello Scenario 1 tra il 2026 e il 2035.

La stessa deliberazione, in sede di analisi SWOT, prevede quanto segue a proposito di MINACCE e CONSEGUENZE MINACCE:

MINACCE Accettazione localizzazione impianto di WTE (cioè di un termovalorizzatore, ndr). Tempistica per l’approvazione e realizzazione impianto. Sovra dimensionamento nel caso di ulteriore riduzione del flusso di produzione.

CONSEGUENZE MINACCE La non realizzazione dell’impianto a causa della difficoltà localizzativa e di accettazione implica il mantenimento dello stato di fatto con la necessità di ulteriore sensibile programmazione spazi discariche con sensibile superamento dell’obiettivo di utilizzo discarica del 10%.

La DGR 2/2022 individua invece i fabbisogni di smaltimento ed il necessario incremento delle volumetrie delle discariche strategiche (Belladanza a Città di Castello, Borgogiglione a Magione e Le Crete a Orvieto), stabilendo le specifiche tecniche e gestionali per il loro razionale utilizzo. In particolare prevede un fabbisogno di oltre 1.000.000 di mc da ricavare mediante riprofilature e/o sopraelevazioni, e, dove non sia possibile, si prevede anche l’opzione di effettuare un limitato ampliamento con la creazione di un nuovo bacino limitrofo, di estensione limitata rispetto alla discarica preesistente indicativamente comunque non superiore al 30% dell’estensione del bacino esistente, nel periodo transitorio sino alla piena attuazione della nuova pianificazione.

A seguito degli atti regionali sopra richiamati, l’AURI, con deliberazione del Consiglio Direttivo n. 1/2022, ha programmato i flussi di rifiuti da smaltire nelle discariche umbre nel I semestre 2022, dando atto che la programmazione per l’intero anno 2022 sarà definita entro il 30/6/2022; la capacità residua delle discariche a quest’ultima data è stata calcolata in mc 513.250, di cui mc 369.050 riguardanti la discarica Le Crete dei Orvieto.

In considerazione dei quantitativi di rifiuti annui da smaltire, pari a circa 195.000 t (1 t = 1 mc), il sistema delle discariche regionali è destinato a esaurirsi già alla fine del 2024 / inizio 2025.

L’eventuale loro ampliamento sino a oltre 1.000.000 di mc, come sopra evidenziato, esaurirebbe la capacità delle discariche entro il 2030, mentre per giungere sino al 2035 ci sarebbe la necessità di un ulteriore ampliamento di 1.000.000 di mc e di rilevante consumo di nuovo suolo.

Tutto quanto ciò premesso,

Richiamate le competenze del Consiglio comunale in tema di pianificazione territoriale ed urbanistica ai sensi dell’art. 42 del TUEL (D.Lgs. 267/2000);

Considerato che, in base agli atti citati nei riferimenti istruttori, emergono enormi difficoltà su scala regionale per la gestione dei rifiuti a seguito dell’esaurimento oramai prossimo delle volumetrie disponibili e delle carenze impiantistiche;

Visto lo “Scenario 1” individuato dalla Regione Umbria per dare seguito alla formazione del nuovo PRGR, che tende ad esaurire nel breve termine (fine 2024/inizio 2025) le capacità residue delle discariche umbre, ipotizzando di chiudere il ciclo con la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore nella provincia di Perugia a regime nel 2026-2035;

Atteso che la costruzione dell’impianto suddetto, come anche evidenziato nell’analisi SWOT del documento preliminare approvato con la DGR 1/2022, andrà incontro a sicure difficoltà per la contrapposizione da parte delle comunità locali, come è facilmente deducibile da analoghe situazioni locali che riguardano il possibile utilizzo del CSS nei cementifici di Gubbio o dei rifiuti urbani indifferenziati nel termovalorizzatore di Terni;

Considerato che la stessa Regione Umbria, con DGR n. 895 del 29/09/2021, ha evitato di pronunciare un motivato dissenso nei confronti dei Comuni di Terni e Narni che avevano espresso un parere sfavorevole sulla possibilità di utilizzare anche rifiuti urbani nel termovalorizzatore sito a Maratta Bassa (Terni) e di proprietà di ACEA, ove si continuano a bruciare circa 100.000 t/anno di rifiuti speciali provenienti da altre regioni;

Evidenziato che tale ipotesi avrebbe ridotto sensibilmente il conferimento di rifiuti urbani in discarica, allungandone la durata nel tempo, con una riduzione delle emissioni in atmosfera da parte delle discariche e senza comportare un aggravio delle emissioni in atmosfera da parte del termovalorizzatore;

Sottolineato che, in sede di programmazione dei flussi di rifiuti stabilita con deliberazione del Consiglio Direttivo dell’AURI n. 1/2022, il Comune di Orvieto, tramite il proprio Sindaco quale membro dello stesso organo, ha espresso un voto contrario, peraltro ribadendo la contrarietà del Comune ad un ampliamento della discarica in loc. Le Crete durante una recente intervista sul TG3 regionale (Edizione delle 19,30 del 29/1/2022);

Ritenuto opportuno sostenere tale posizione di contrarietà per l’inaccettabile scenario definito dalla Regione Umbria che comporterebbe il rapido esaurimento delle capacità residue delle discariche a fronte della improbabile realizzazione di un nuovo inceneritore nella provincia di Perugia;

Atteso quindi che lo scenario suddetto comporterebbe un sicuro esaurimento delle volumetrie residue delle discariche nel breve termine ed una conseguente necessità del loro ampliamento, mentre appare sin da subito poco praticabile e non del tutto condivisibile la costruzione di un nuovo termovalorizzatore, che rischierebbe di non avere sufficienti quantitativi di rifiuti da bruciare a fronte del progredire del riciclo e della qualità della raccolta differenziata;

Considerato che gli atti della Regione Umbria e dell’AURI, mentre da un lato sottolineano la necessità di salvaguardare la capacità residua delle discariche, considerandole strategiche, peraltro in armonia con quanto indicato dal PRGR vigente e nelle linee della nuova pianificazione, dall’altro assumono decisioni in senso completamente opposto;

Visto che nel documento istruttorio contenuto nella DGR 2/2022, a proposito dei volumi delle discariche, si afferma che “sono stati riconosciuti quali riserva strategica regionale, da preservare con ogni ulteriore azione di contenimento dello smaltimento in discarica, in forza della Deliberazione n.1409 del 4/12/2018”, che peraltro prosegue come segue: “6) … compreso l’eventuale avvio delle frazioni non destinabili a recupero/riciclaggio a impianti di recupero energetico ubicati fuori dal territorio regionale; 7) di ribadire, nell’ottica di preservare la riserva strategica di cui al punto precedente e nel rispetto del principio di autosufficienza e prossimità di cui all’art.182-bis del D.Lg.s152/2006, il principio di prevalenza, nell’accesso agli impianti umbri, dei rifiuti urbani provenienti dal circuito umbro, rispetto a quelli di provenienza extraregionale;

Per quanto sopra riportato e nel sostenere la validità dell’inserimento della discarica in loc. Le Crete nel sistema di gestione dei rifiuti in Umbria, senza pertanto farne oggetto di sterili prese di posizione di tipo campanilistico;

Impegna il Sindaco

a sostenere con ogni iniziativa le ragioni finalizzate a impedire il rapido esaurimento delle discariche e di quella de Le Crete in modo particolare, e di adoperarsi affinché si proceda con estrema urgenza a ridurre drasticamente il conferimento dei rifiuti nelle discariche umbre.




Amici della Terra, uscire dall’emergenza rifiuti si può, serve il CSS e il termovalorizzatore di Terni

Presentata da “Amici della Terra” in conferenza stampa una proposta per la gestione dei rifiuti.

Amici della Terra si è presentata in conferenza stampa con una sua proposta di gestione dei rifiuti. A partecipare c’era anche Antonino Ruggiano, sindaco di Todi ma soprattutto presidente di Auri. La presidente nazionale, Monica Tommasi, snocciola numeri, percentuali e bacchetta la Regione rea di essere stata ferma, “di non aver cambiato passo comportandosi in maniera simile alle altre giunte”; come dire destra o sinistra ma la musica non cambia sui rifiuti.

Amici della terra spiega che per gestire la politica dei rifiuti e uscire dalla gestione emergenziale in tempi brevi, “si deve partire con il CSS a Gubbio e utilizzare il termovalorizzatore già presente a Terni. Non si deve attendere quello previsto a Perugia che dovrebbe essere pronto non prima del 2024 per poi andare a regime nel giro di qualche anno. Troppo tardi per le discariche che rimarrebbero fondamentali e non marginali visto che i rifiuti destinati agli impianti esistenti in Umbria dovrebbero arrivare al 7% del totale ma in tempi non predeterminati. Potrebbe essere tardi”.

Per Amici della Terra è necessario avviare un impianto di produzione di CSS a Gubbio e autorizzare l’impianto di termovalorizzazione di Terni senza perdere ulteriore tempo nella ricerca e costruzione di un impianto ex-novo nel perugino. “Non possiamo perdere tempo e con questi due impianti potremmo evitare che le discariche rimangano ancora un punto fondamentale nel ciclo dei rifiuti in Umbria. Con il piano presentato dalla Regione tutto andrebbe a rilento e a rimetterci sarebbero i territori su quali insistono le discariche”.

Alla conferenza ha partecipato anche Maurizio Conticelli, ex-amministratore ma soprattutto esponente della prima ora dell’ambientalismo equilibrato e attento. “Ricordo che promuovemmo il comitato Leonia, dal nome della città invisibile di Calvino simbolo del consumismo, per evitare ampliamenti della discarica. Con Amici della Terra siamo su una lunghezza d’onda simile ma l’attenzione rimane e rimarrà sempre alta”. Ruggiano, da parte sua, ritiene giusto il progetto presentato dall’associazione guidata da Monica Tommasi a livello nazionale e da Taira Bocchino, a livello locale, ma “è ingeneroso dire che la Regione è stata ferma. Abbiamo dovuto affrontare un’emergenza e le strade percorribili nel brevissimo termine sono assai strette. Tutto si può migliorare e ritengo il contributo di Amici della Terra scevro da ideologie politiche, tecnico e puntuale. Sicuramente verrà preso in considerazione anche perché oltre all’emergenza rifiuti c’è anche la necessità di tenere sotto controllo le tariffe, alte in Umbria”.

Il progetto di Amici della terra, dunque, sembra essere quello più veloce per tornare a una gestione del ciclo dei rifiuti non emergenziale, andando anche a produrre energia per le cementiere di Gubbio e a Terni mentre le discariche diverrebbero effettivamente marginale nel giro di pochissimi anni evitandone il collasso e il mantenimento dell’emergenza sine die.

Link al sito di “Amici della Terra”: https://www.amicidellaterra.it/




Gian Luigi Maravalle al PD di Ficulle, “Politica dalla memoria corta con indiscutibili responsabilità che stride con la realtà ed il presente”

Forse sbaglio ma la situazione dei rifiuti non nasce ieri come il Circolo PD vuol far credere e la soluzione ad una seria crisi a livello regionale non è l’apertura dell’isola ecologica a Fabro. Siamo ormai abituati alla politica dalla memoria corta, ma le giravolte, prescindendo dall’autocritica, non sono altro che goffi tentativi di rinnovarsi, che evidentemente non assolvono dalle responsabilità di quanto fatto e non fatto in passato: a Ficulle, a proposito di ambiente, un esempio è la mancata tutela del calanco di Santa Cristina previsto nel potenziale aumento della discarica di Orvieto, che sarà risolta dall’attuale Amministrazione in sede di approvazione del PRG Operativo. Ma stiamo all’attualità anche considerando che il Mondo non finisce al bel Borgo dell’Alto Orvietano.  

Strategia Rifiuti zero. Come riportato da innumerevoli studi la realizzazione di un sistema “Zero Waste” che tutti auspichiamo non è attuabile in un giorno e non può prescindere da una strategia nazionale ed internazionale. Nel mentre a causa dei ritardi accumulati dalle amministrazioni passate in Umbria sussiste una situazione di grave emergenza rifiuti. Oggi urgono soluzioni all’altezza dell’emergenza, e considerando la crisi attuale, che tengano conto anche di altri fattori, come ad esempio l’impennata dei costi dell’energia che grava sulle famiglie, sulle imprese ed avrà riflessi su ogni genere di approvvigionamenti, oltre che evidentemente sul costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Inoltre, l’idea del termovalorizzatore, vale ricordare al Circolo PD, nasce dalle precedenti amministrazioni regionali: non è un’originale soluzione di oggi. Tanto è vero che in passato si discuteva sul dove realizzare l’impianto e della sua sostenibilità, al tempo con buona pace del Circolo PD ficullese.  

Come d’altro canto le ragioni della mancata apertura dell’isola ecologica di Fabro non è addebitabile al presente e tanto meno al Comune di Ficulle che non è capofila dell’investimento, come surrettiziamente il Circolo PD ficullese vuol far credere. Oltre tutto, rispetto all’apertura dell’isola ecologica, a Ficulle non è mancato l’interessamento congiunto e collaborativo della maggioranza e dell’opposizione: esiste altro modo di fare politica. Ed è altresì vero che l’Amministrazione di Ficulle ha messo in campo, anche attraverso l’ausilio dei Carabinieri Forestali, ogni azione per migliorare le percentuali di raccolta differenziata. A riguardo dall’analisi svolta con il Gestore è emerso che la percentuale registrata è condizionata anche dalla bassa confluenza di materiali quali: l‘edile, i metalli ed i legnami. Conseguentemente, stando ai dati, si  evidenzia come la migliorabile percentuale della raccolta differenziata nel Comune di Ficulle non è esclusiva responsabilità dei cittadini o dell’Amministrazione e potrà risultare  incrementata con l’auspicata apertura dell’isola ecologica. Come sempre fatto il Comune di Ficulle seguiterà a rivolgere attenzione alla raccolta differenziata ed è prevista un’attività di sensibilizzazione, attraverso le strutture d’accoglienza, per quanto riguarda i turisti. Da altro punto di vista, comprendendo le difficoltà degli operatori del settore turistico, anche auspicando che con l’arrivo della nuova stagione non si verifichino campagne stampa, costruite ad arte, lesive e non rispondenti al vero, come nel famoso caso dei comunicati “Borgo sommerso dai rifiuti” posta in essere dal Circolo piddino ficullese nella primavera dello scorso anno.

Concludendo, la questione della chiusura del ciclo dei rifiuti deve essere affrontata con determinazione e certamente nel caso della realizzazione di nuovi impianti vale il “non nel mio giardino” se un territorio è di altissimo pregio ed economicamente fragile: vale per l’orvietano e per gli altri territori dalle medesime caratteristiche, ovvero quelli la cui economia è fondata quasi esclusivamente su turismo e produzioni d’eccellenza. Quindi non un fatto di campanile sul quale banalizzare attraverso anglicismi googlati, ma valutazioni che trovano ragione anche dallo studio del rapporto economico sul territorio dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano recentemente pubblicato dall’Osservatoriocts.it, oltre che dalle evidenti conseguenze della crisi conseguente la pandemia. 




PD, “il sindaco di Ficulle favorevole al termovalorizzatore, ma non a Orvieto e intanto l’isola ecologica rimane al palo”

Leggiamo da un’intervista del Sindaco di Ficulle che: “Quella che passa per la valorizzazione energetica prevista dal nuovo piano elaborato dalla Regione, che prevede la realizzazione di un termovalorizzatore, è a mio avviso nella giusta direzione”.

Il Sindaco condivide la proposta sui rifiuti formulata dall’Amministrazione Leghista della Tesei, però non nel territorio orvietano, ovvero l’acronimo Nimby Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile sul retro”, si attaglia in maniera perfetta e se proprio vogliamo essere sinceri il fatto non ci meraviglia troppo. L’altro aspetto che non ci sorprende è il fatto che dimentichi di aver approvato in sede di Consiglio Comunale con tutta la Giunta e la sua maggioranza e all’unanimità, appena pochi mesi fa il 29/09/2021, la mozione dell’opposizione “di adesione alla rete rifiuti zero” e nella sua intervista non abbia mai fatto riferimento alla raccolta differenziata che rappresenta l’unica e vera soluzione per completare il ciclo dei rifiuti, mentre all’opposto, pensano di risolvere in maniera definitiva con discariche e termovalorizzatori, con la logica del non se ne può fare a meno, che invece di rappresentare la soluzione sono addirittura un peggioramento delle emissioni di Co2 nell’atmosfera e di inquinamento delle falde acquifere, a parte che le discariche prima o poi si saturano e il problema si ripresenta tale e quale e anche peggio dopo qualche anno.

In questi ultimi anni, il Comune di Ficulle si è distinto per i pessimi risultati proprio sulle percentuali della raccolta differenziata e questo è determinato dall’assoluta assenza di una precisa volontà politica di informazione, sensibilizzazione e formazione sul riciclo dei rifiuti con il loro riutilizzo al 100% e con la riduzione a zero della frazione indifferenziata dimostrando, altresì, di non aver compreso la portata rivoluzionaria per l’economia locale del riuso e del riciclo dei prodotti dismessi che andrebbero a creare una vera e propria economia circolare dei rifiuti, riducendo tra l’altro il peso delle bollette ai cittadini, cosa non trascurabile, viste le tariffe della Tari, e non venissero a spacciare per grande attenzione all’ambiente la casetta dell’acqua e la postazione per la raccolta degli oli esausti, operazioni che altrove sono in uso da molti più anni.

La vicenda del Centro di Raccolta o isola ecologica della Colonnetta è l’ulteriore dimostrazione di quanto sosteniamo. Infatti sono in alto mare le promesse dell’apertura dell’isola ecologica intercomunale della Colonnetta di Fabro. Da ormai troppi anni Fabro, Ficulle, Monteleone d’Orvieto, Parrano, Montegabbione stanno aspettando l’apertura di un centro raccolta adeguato per i rifiuti ingombranti e i materiali RAEE. Da più parti giunge voce che la struttura è pronta, ma mancano alcune autorizzazioni e si assiste al solito teatrino dello scaricabarile tra responsabili della gestione e le amministrazioni. Nella risposta dell’agosto 2019 ad un’interrogazione, il Comune di Ficulle parlava di apertura prevista per la primavera del 2020. Bene, anzi, male!

Il problema dei rifiuti si risolve realizzando e facendo funzionare le cose che sono necessarie per la differenziata, come il centro di raccolta, non con le chiacchiere. All’interno del Centro di raccolta, visto dall’esterno, sembra tutto pronto e terminato, ma nessun movimento di mezzi e persone fa presagire l’imminente apertura dei cancelli. Eppure, nonostante solleciti vari, tutta la pratica giace su qualche scrivania e fa pronosticare ancora tempi lunghi per l’apertura e i cittadini continueranno ad arrangiarsi o, come nel caso di Ficulle, arrivare fino ad Allerona per usufruire del centro di raccolta.

Ecco questi sono i ritardi e le scelte sbagliate o inesistenti di questi ultimi anni. Questo è il risultato della mancanza di una strategia e una visione di futuro, in questi ultimi anni per tutto un territorio.

Circolo Comunale di Ficulle del PD