Unitre presenta, “Il Bambino che donò al mondo il vero volto del perdono” le riflessioni di don Luca Conticelli per Natale

Venerdì 17 dicembre, alle ore 16,30, nella Chiesa di Sant’Andrea, l’Unitre – Università delle Tre Età di Orvieto organizzerà un incontro di preparazione spirituale al Natale, con la collaborazione della Diocesi di Orvieto-Todi e della Parrocchia e del Consiglio Pastorale di Sant’Andrea e San
Bartolomeo di Orvieto
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Data l’indisponibilità di Don Danilo Innocenzi, che tradizionalmente si occupa all’Unitre delle tematiche religiose e spirituali, sarà Don Luca Conticelli, Parroco di Sant’Andrea e San Domenico, a trattare l’argomento prescelto: “Il bambino che donò al mondo il vero volto del perdono”.
La cittadinanza è invitata a partecipare; l’ingresso sarà consentito ai muniti di super green pass, con obbligo di mascherina.




Don Luca Conticelli spiega l’importanza delle nuove luci di Sant’Andrea nella liturgia

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La Chiesa di Sant’Andrea da qualche giorno ha qualcosa di diverso. Basta entrare per accorgersene. Luce, una luce intensa che illumina le volte, l’altare, le piccole imperfezioni e poi c’è quel cielo stellato che ti avvicina all’infinito. La luce ha però un significato più profondo, legato alla religione in generale e soprattutto alla liturgia. Il battesimo, la Pasqua con il passaggio dal buio alla luce…Don Luca Conticelli si spiega questi passaggi e sottolinea la grande importanza della comunità in cammino che si apre, che ospita che aiuta il prossimo, proprio il proprio vicino prima di tutto.




13 novembre, il “compleanno” del Duomo

Tutti, troppi, ce l’hanno col “fuori scala” di questo incredibile solenne monumento. Certo, è la prima cosa che salta all’occhio. Che ci fa sto popò de “ottavameravigliadelmondo” in un posto come Orvieto? Perché hanno copiato la facciata del duomo di Siena? Quesiti che rivelano una evidente carenza di Conoscenza. Della Storia e della Storia del Luogo e della costruzione della sua cattedrale. Marcel Reymond nel suo ‘L’antica facciata del duomo di Firenze’ è perentorio e lapidario nell’asseverare che il modello ispiratore originario tricuspidale (di tante facciate famose da Siena a Firenze S. Maria Novella e S. Croce, a St. Urbain a Troyes, etc.) sia proprio il nostro duomo di Orvieto: perché se è vero come è vero che a Siena avevano intrapreso l’opera una quarantina d’anni prima che ad Orvieto è altrettanto vero che quella si interruppe per varie ragioni, soprattutto finanziarie. Il duomo di Orvieto invece da quel 13 novembre del 1290 ininterrottamente fino a metà Trecento fu completato nella mirabile facciata tricuspidale prima di tutti. Ed infatti a Siena ripresero qualche secolo dopo a tirar su la facciata avendo come traccia il nostro Duomo, il Duomo di Orvieto. Perciò, rispetto a quei quesiti di cui si diceva è vero l’esatto contrario. Nessun errore. Nessuna esagerazione. Tutto creduto e voluto. No, non si sono sbagliati i nostri concittadini di sette secoli e mezzo fa a voler realizzare questa opera pazzesca che gemina dalla Rupe vulcanica e si staglia verso il Cielo, non hanno erroneamente voluto esagerare costruendo una meravigliosa mostruosità architettonica fuori scala rispetto al resto urbano che sovrasta.

Non c’è da stupirsi. Orvieto era capitale di uno Stato vasto che dalla Vald’Orcia e Valdichiana, alla Teverina e Lago di Bolsena, giungeva alle Maremme, da Corneto all’Argentario, alle Terre Aldobrandesche dall’isola del Giglio fino all’Amiata. Romea Germanica e Francigena, Micaelica e Lauretana solcavano il Contado (e alleati, amici, signori, feudatari, nobili e cavalieri, almeno centocinquanta di loro provenienti da tutto il territorio orvietano comitale e oltre, scesero col papa nelle fondamenta a benedire la pietra angolare, come riportano le cronache medievali). Papa Urbano IV (che eletto non andò mai a Roma) vi stabilì la Sede Apostolica con la Curia e da Orvieto istituì il Corpus Domini nel 1264 per l’universo cristiano, con l’officio ancora usato di Tommaso D’Aquino, anch’egli con Bonaventura da Bagnoregio, Ugone di Provenza, Alberto Magno, nello Studium orvietano, creato nel 1013 da papa Benedetto e dall’imperatore Enrico il santo. No dunque, nessuno sbaglio. Il Fuori Scala è stato proprio stabilito e realizzato. Perché Orvieto è un Altare, un’Ara Etrusca. Perché i primi esseri umani riconobbero la sacralità di questo Luogo nato dalle lave dei vulcani vulsiniesi nell’antico oceano primordiale. Sull’ara antica Luogo Celeste dei Padri Etruschi; sull’altare maggiore rupestre dei Credenti, dei Fedeli, dei Cavalieri, dei Monaci e degli Eretici, è stato fondato questo sublime immenso Tabernacolo del Duomo di Orvieto che racchiude e custodisce gelosamente un altro tabernacolo incorruttibile di marmo che ancora in sé contiene un incredibile scintillante tabernacoloreliquiario di Luce, custodia e scenografia del Mistero della Salvezza, del Dono Eucaristico, il Lino santo intriso di Sangue del Cristo e l’ostia tramutata in Carne. Il Corpo e il Sangue di Gesù. La Sindone di Orvieto. Urbisveteris Civitas Eucharistica Supra Montem Posita. Orvieto la Città del Corpus Domini.

Silvio Manglaviti-Orvieto Città del Corpus Domini




Movimento per la Vita si presenta agli orvietani on-line il 9 novembre alle 21

Il Movimento per la Vita/Centro di Aiuto alla Vita è nato lo scorso 13 aprile ad Orvieto ricevendo l’augurio del Vescovo Gualtiero Sigismondi e del vicario episcopale per la carità, don marco Gasparri. Dopo alcuni mesi parte il 9 novembre il primo appuntamento online per conoscere le attività capire e confrontarsi con il dottor Alberto Virgolino.

Il Movimento per la Vita aiuta ed accompagna le mamme in attesa di un figlio ed ha come obiettivo la formazione, la sensibilizzazione e responsabilizzazione delle coscienze sui temi del riconoscimento della dignità umana e del rispetto assoluto della vita.




Festa dell’Assunta, 14 agosto Messa Solenne a Sant’Andrea, 15 agosto ostensione del Sacro Corporale e Santa Messa pontificale in Duomo

Anche quest’anno la tradizione della Festa di Maria Assunta – patrona della Città di Orvieto e dell’antico contado medioevale e titolare della Basilica Cattedrale – sarà condizionata dalle misure anti Covid-19.Tuttavia, l’omaggio secolare della comunità orvietana alla Patrona del Comune, si manifesterà ugualmente con l’addobbo dei balconi e delle finestre e con la partecipazione delle autorità cittadine alle celebrazioni religiose. Infatti, nel rispetto delle misure di distanziamento e come già avvenuto lo scorso anno

– Sabato 14 agosto – vigilia della Festa alle ore 19:00 sul sagrato della Chiesa della Collegiata di Sant’Andrea che affaccia in Piazza della Repubblica, si svolgerà la concelebrazione della Messa Solenne presieduta dal Vescovo di Orvieto-Todi Diocesano, Mons. Gualtiero SigismondiNon si svolgerà, invece, la suggestiva processione fino al Duomo della “macchina” della Madonna Assunta.

Domenica 15 agosto solennità di Maria Assunta in Cielo, alle ore 9:00 in Duomo sarà celebrata la Santa Messa e Ostensione del Sacro Corporale, seguita alle 11:30 dalla Santa Messa Pontificale e Benedizione papale presieduta dal Vescovo Diocesano, Mons. Gualtiero Sigismondi.  Le celebrazioni religiose si concluderanno alle 18:30 con la Santa Messa capitolare e la conclusione dell’Ostensione del Sacro Corporale.

Ad Orvieto, l’istituzione della Festa di Maria Assunta risale al 1338 quando la comunità dedicò la Città alla Madonna Assunta.