Via libera della Regione all’abbattimento selettivo dei cinghiali

La giunta regionale ha approvato la proposta del regolamento per la gestione del prelievo venatorio degli ungulati che inserisce la specie fra quelle previste, rafforzando ulteriormente le misure per arginarne l’abnorme diffusione sul territorio umbro”. È quanto rende noto l’assessore regionale all’agricoltura e alla caccia, Roberto Morroni.  “Dopo le misure urgenti attuate lo scorso anno, si concretizza – sottolinea l’assessore – un’altra linea di intervento delle politiche regionali per la gestione dei cinghiali, la cui presenza massiccia è causa di danni alle produzioni agricole e mette a rischio l’incolumità pubblica e la sicurezza stradale”.      “L’estensione delle specie prelevabili con caccia di selezione anche ai cinghiali, oltre che ai caprioli, daini e cervi – spiega – è già stata oggetto di confronto in sede di consulta faunistico-venatoria, ed ora trova forza nel nuovo regolamento in arrivo. Verrà infatti trasmesso alla competente commissione consiliare dell’assemblea legislativa per acquisire il parere obbligatorio, dopodiché diventerà operativo, mettendo in campo un altro strumento utile per il superamento di un problema per troppi anni trascurato”.

Il regolamento definisce finalità e modalità della caccia di selezione agli ungulati, compreso il cinghiale, i requisiti dei soggetti coinvolti e, nelle norme transitorie e finali (art. 9), stabilisce che è previsto il riconoscimento dell’abilitazione al prelievo eseguito con caccia di selezione per i cacciatori già abilitati per le specie capriolo e daino, previa frequentazione di un corso integrativo; viene inoltre stabilito l’obbligo di usare munizioni atossiche (senza piombo) a partire dalla stagione venatoria 2021/2022.




Test diagnostici rapidi in farmacia anche per studenti delle scuole elementari e medie dell’Umbria

Si allarga la platea della popolazione studentesca che potrà essere sottoposta a test antigenico rapido nelle farmacie umbre aderenti. E’ stata infatti implementata la campagna di testing avallata dalla Regione Umbria dopo l’accordo con le associazioni delle farmacie pubbliche e private convenzionate, che in primis prevedeva la possibilità di effettuare test gratuiti a studenti e personale delle scuole secondarie di secondo grado dell’Umbria. Nell’ottica del rafforzamento dello screening particolarmente mirato al mondo della scuola, da mercoledì 3 febbraio 2021 anche studenti e corpo docente e non docente delle elementari e delle medie, potrà sottoporsi a test rapido gratuito, su base volontaria, in farmacia. L’elenco delle farmacie aderenti all’iniziativa è consultabile sul sito www.umbria.federfarma.it e sulla pagina Facebook ufficiale di Federfarma Umbria.

Va ricordato che il test si svolge previo appuntamento da prendere con la farmacia e previa compilazione di un modulo di autocertificazione. I privati cittadini possono svolgere invece il test a pagamento sempre senza ricetta medica ma con autocertificazione da presentare in farmacia. La comunicazione di esito negativo viene trasmessa direttamente via email all’interessato, mentre in caso di positività è inviata anche al medico di medicina generale che potrà prenotare il tampone molecolare presso i servizi di igiene e sanità pubblica della Regione. “Pensiamo che la campagna di testing per gli studenti e più in generale per la popolazione sia particolarmente importante – commentano i presidenti di Federfarma Umbria Augusto Luciani, di Federfarma Perugia Silvia Pagliacci e Federfarma Terni Maurizio Bettelli -. Le farmacie con la loro rete capillare in grado di abbracciare tutto il territorio si sono messe a disposizione per dare un prezioso contributo nell’ottica della strategia di contenimento del Covid-19”.

Intanto l’aggiornamento sulla campagna di testing effettuata in farmacia, parla di quasi 20 mila test antigenici rapidi (per la precisione 19.822). Di questi 13.627 riguardano la popolazione studentesca e 6.446 i privati cittadini (eseguiti anche 109 test sierologici). Le comunicazioni di esito positivo sono 277: di queste 96 tra la popolazione studentesca, 172 tra i privati e 9 tra i sierologici.




Due casi sospetti della variante brasiliana al covid in Umbria. Ora si attende la risposta dell’ISS

L’Istituto Superiore di Sanità ha comunicato alla Direzione Regionale Salute e Welfare dell’Umbria la sospetta presenza di una variante brasiliana (o similare) in due campioni, prelevati da altrettanti pazienti umbri, inviati a Roma per effettuare specifici approfondimenti.
In una nota della Regione Umbria viene specificato che “la variante brasiliana rappresenta una mutazione ritenuta particolarmente aggressiva del virus Sars-Cov-2 e meno riconoscibile dal sistema immunitario addestrato a riconoscere le versioni del virus non mutate. I due campioni, che erano stati selezionati nei giorni scorsi per le caratteristiche cliniche e di laboratorio che presentavano, sono stati inviati dalla Microbiologia dell’Ospedale di Perugia all’Iss, con richiesta di massima urgenza del direttore regionale Claudio Dario al presidente dello stesso istituto Silvio Brusaferro”.
La Regione fa sapere, inoltre, che le attuali misure di contenimento progressivamente adottate in Umbria, già compatibili con gli interventi necessari a fronteggiare anche questa variante, saranno oggetto di un’apposita riunione del Comitato Tecnico Scientifico per una completa e ampia valutazione.
Al fine di approfondire la situazione epidemiologica, sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità altri 42 campioni, anch’essi rispondenti a determinate peculiarità, che saranno sequenziati per la ricerca di questa o altre eventuali varianti. L’esito delle ricerche sarà comunicato entro la fine della settimana.



La giunta dice “no” all’impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi previsto a Ponte Giulio

Nella riunione della giunta comunale del 28 gennaio c’era un punto in discussione delicato, l’autorizzazione per un impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi.  La location prevista è Ponte Giulio; l’azienda che ha richiesto il permesso, così come risulta dagli atti ufficiali e dalla documentazione della Regione, è la Gi.Ga srl con sede a Gubbio, capitale sociale 10 mila euro.  Dalla visura camerale la società ha trasferito la propria sede legale dalla provincia di Caserta e i soci al 50% sono Belgiro Di Marzo e Biagio Vallefuoco, quest’ultimo è l’amministratore unico. C’è anche una richiesta di autorizzazione inviata alla Regione Umbria per lo stesso impianto con variazione al P.R.G. con una prima convocazione datata 18 gennaio.  La stessa conferenza è stata poi rinviata al 29 gennaio.

Nella documentazione allegata all’autorizzazione inviata alla Regione e al Comune di orvieto la società chiede di poter avviare un impianto per il recupero di rifiuti non pericolosi. Stando sempre alla richiesta è scritto che l’impianto andrebbe a pretrattare i rifiuti anche per la produzione di combustibile, in sostanza, “pretrattamento di rifiuti destinati all’incenerimento o coincenerimento”.  Nel documento approvato dalla giunta è chiaramente scritto che l’impianto così come presentato non è conforme all’attuale PRG e che si dovrà, nel caso specifico, procedere ad una variante. I problemi evidenziati sono molteplici.  Si parte dal sistema della viabilità che, a differenza di quanto scritto nel progetto della società eugubina, non è assolutamente a scorrimento veloce e £grande viabilità” ma ordinaria e i numerosi mezzi pesanti che andrebbero a transitare aggraverebbero ancor di più il già precario equilibrio esistente tra le esigenze di buon vivere della popolazione e quello delle imprese.  Insomma il traffico pesante andrebbe ad incidere ancor di più su Orvieto Scalo e Sferracavallo, in attesa della costrizione della seconda parte della variante, quartieri che già soffrono degli attuali carichi.

I dubbi principali vengono però dalla vicinanza dell’impianto al Parco fluviale del Paglia, ma soprattutto ai vigneti di Bigi (Gruppo Italiano Vini) e poco distante di quelli di Antinori.  L’impatto ambientale rischia di essere elevato in una zona che non è. come descritto nel progetto, secondo la giunta, in piena area industriale, ma al limite e circondato da terreni coltivati di pregio, oltre che in un’area che è già gravata dal punto di vista ambientale, dalla presenza dell’impianto di discarica “Le Crete”.    Nella delibera 12 del 2021 approvata dalla giunta all’unanimità dei presenti, vengono richiesti all’azienda numerose integrazioni, viene nominato come rappresentante del Comune il dirigente del settore tecnico, l’architetto Rulli per trattare in ogni luogo preposto l’intera vicenda e viene espresso parere negativo in sede di conferenza dei servizi al progetto.  Ora la palla passa alla conferenza dei servizi della Regione che, stante il parere del Comune può anche decidere eventualmente di autorizzare l’impianto, magari con prescrizioni e indicazioni vincolanti.

 

 




Alcuni genitori, docenti e studenti scrivono alla Regione per aprire un tavolo che assicuri sempre scuole aperte

Un gruppo di genitori, docenti e studenti scrive alla presidente Tesei e agli assessori regionali per chiedere che dopo la riapertura delle scuole si pensi a una serie di iniziative per mantenere l’intera “filiera” in sicurezza e assicurare così la didattica in presenza

 

A scriverle sono alcuni, tra genitori e/o docenti, di coloro che le hanno inviato n. 5 Istanze per richiedere la riapertura delle scuole superiori di primo grado, firmate nel complesso da 615 tra genitori, docenti, studenti maggiorenni e altre persone residenti in Umbria intenzionate a perorare la causa, tra i quali anche alcuni genitori, con figli alle scuole medie inferiori, che hanno presentato ricorso al Tar dell’Umbria per la riapertura di tutte le classi delle stesse.  Abbiamo accolto la possibilità da parte del Governo di riapertura delle Scuole Superiori di Secondo Grado in maniera positiva e confidiamo nella data del 25 gennaio per la loro riapertura anche nel nostro territorio.

Da genitori e/o docenti osserviamo tutti i giorni le difficoltà che i nostri ragazzi affrontano in questa situazione di confinamento sociale, non solo a livello didattico, ma soprattutto a livello psicologico e cognitivo.  Si stanno alzando in questo senso molte autorevoli voci: da Miozzo, all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, a pedagogisti come Daniele Novara.  Lo stesso ordine degli psicologi ha sollevato più volte durante questo periodo le problematiche alle quali potrebbero essere sottoposti i nostri ragazzi. Non meno di pochi giorni fa la cronaca locale ci ha dato notizia della perdita di un’adolescente: ecco, siamo qui, per far sì che questo non si ripeta e per tutelare la salute a 360 gradi dei nostri ragazzi, non solo quella fisica ma anche quella mentale.

L’OMS stessa definisce il concetto di salute non solo dal punto di vista fisico, che non è comunque da sottovalutare in mancanza della possibilità per i nostri ragazzi di poter svolgere anche attività sportiva organizzata, ma anche dal punto di vista dell’integrità psicologica e mentale, aspetti entrambe strettamente connessi con la necessità di impostare e mantenere sane relazioni sociali.  Interpretare “l’andare a Scuola” esclusivamente come luogo di raccolta delle conoscenze svilisce questa Istituzione e la priva dell’alto compito che dovrebbe svolgere collaborando con le famiglie e le altre istituzioni: formare cittadini dotati di senso civico, responsabilità e degli strumenti necessari a sviluppare la capacità di intessere e mantenere sane relazioni e una attiva partecipazione sociale.  Siamo convinti che per tutte queste ragioni, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, già forniti dai Ministeri competenti e attuati dalle Istituzioni scolastiche, si sia aspettato troppo e sia ormai non ulteriormente procrastinabile la riapertura della Scuola in presenza.

Tuttavia siamo consapevoli di tutte le problematicità che la Scuola in presenza può mettere in evidenza all’esterno di essa, criticità che il più delle volte non si adducono alla Scuola stessa, bensì ad altre ragioni ormai palesate, che peraltro erano già emerse ben prima del manifestarsi dell’epidemia.  In qualità di genitori e/o docenti responsabili, nonché membri della “comunità educativa”, siamo comunque pronti, per quanto possibile, a fare la nostra parte per contribuire al superamento di dette criticità.  Dopo la riapertura imminente delle Scuole secondarie superiori, auspichiamo di poter collaborare ai tavoli allestiti tra i vari ambiti insieme a Regione, Province, Comuni, Ufficio Scolastico Regionale ed altri soggetti, per poter lavorare in sinergia al fine di poter mantenere la Scuola aperta in condizioni di sicurezza anche dal lato dei trasporti e della sanità con particolare riguardo al sistema dei tracciamenti.  Al contempo ci auguriamo che anche i Sindacati che rappresentano le categorie di lavoratori nella scuola (docenti e personale A.T.A.), svolgano un ruolo di propulsori e non di ostacolo al mantenimento della Scuola in presenza al fine di evitare spiacevoli “strumentalizzazioni” dei nostri ragazzi.

Questi i temi che siamo disposti ad affrontare con voi:

TRASPORTI:

  • avviare un’indagine rivolta a tutte le famiglie con figli che frequentano le scuole per conoscere LE REALI ESIGENZE DI SPOSTAMENTO CON I MEZZI PUBBLICI PER MOTIVI SCOLASTICI in tutto il territorio umbro; invitiamo ad attivarsi a tal fine in particolare le figure dei MOBILITY MANAGERS SCOLASTICI individuati in base alla Legge n. 221 del 28 dicembre 2015, nello specifico del comma 6 dell’articolo 5, nell’ambito delle “disposizioni per incentivare la mobilità sostenibile”, secondo quanto indicato dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca per favorirne l’istituzione, in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia amministrativa ed organizzativa;
  • spostare le corse “semi-vuote” nei momenti di maggior afflusso, attivando quindi corse multiple nelle fasce orarie e sulle direttrici di maggior necessità;
  • attivazione di modalità digitali di acquisto del biglietto e/o prenotazione della corsa, in modo da prevedere il carico degli autobus;
  • vietare l’acquisto dei biglietti sul mezzo;
  • affittare bus ad uso turistico o con Ncc, che al momento si trovano fermi, a causa della mancanza di turismo;
  • stipulare convenzioni con taxi per il trasporto di studenti non coperti da adeguato servizio pubblico;
  • impiegare le figure degli Steward per il controllo in salita e discesa dai mezzi alle fermate dove possono verificarsi assembramenti;
  • stilare eventuali patti di corresponsabilità con i genitori/tutori dei ragazzi che si vogliano far carico di accompagnare i figli con il proprio mezzo evitando l’impiego di mezzi pubblici.

SCUOLA

  • garantire il massimo rispetto delle regole di sicurezza all’interno delle scuole con il coinvolgimento diretto di figure appositamente individuate all’interno di ogni istituto scolastico;
  • incaricare le forze dell’ordine all’ingresso e all’uscita delle scuole per monitorare su eventuali assembramenti;
  • favorire, dove necessario, lo sviluppo di investimenti finalizzati al miglioramento e all’integrazione dell’edilizia scolastica pubblica;
  • favorire il percorso di riduzione graduale del numero di studenti per classe (classi pollaio);
  • favorire il necessario e conseguente processo di assunzione di nuovo personale docente ed

A.T.A.

  • favorire il miglioramento ed il mantenimento di norme igienico-sanitarie in particolare attraverso l’installazione di purificatori d’aria all’interno dei plessi scolastici;
  • promuovere l’educazione ad un sano regime alimentare;
  • contribuire al processo di potenziamento dell’offerta formativa relativa all’esercizio di attività sportive all’interno delle scuole.

SANITA’

  • riteniamo che l’iniziativa promossa dalla Regione attraverso le Farmacie al fine di testare su base volontaria gli studenti e il personale scolastico, sia un punto di partenza ma non basti. Riteniamo infatti opportuno che i test debbano essere eseguiti a SCUOLA (tramite apposite figure ASL) predisponendo un piano di tracciamento in ambito scolastico che miri ad osservare un campione realmente rappresentativo della popolazione scolastica, con tamponi di frequenza non mensile, ma settimanale, sulla fattispecie per esempio di quanto già predisposto dalla Regione Toscana;
  • promuovere la figura del medico scolastico che si occupi della prevenzione e del tracciamento in ambito scolastico e potenziare le figure di supporto piscologico presso gli istituti scolastici;
  • favorire l’inserimento in prima fascia per la somministrazione del vaccino, subito dopo i sanitari, dei docenti e del personale Ata.

 

Confidando nell’accoglimento delle richieste esposte e dell’offerta di collaborazione manifestata, rimaniamo in attesa che vengano prese decisioni a riguardo da parte della Regione Umbria.

Cordiali saluti.

Perugia, 21 gennaio 2021

I FIRMATARI:

  • Francesca Leone
  • Martina Leonardi



Umbria, probabile ritorno in fascia arancione da domenica. Ancora alta la curva dei contagi

Claudio Dario – direttore regionale alla Salute

L’andamento epidemiologico dell’ultima settimana e la campagna vaccinale anticovid, sono stati alcuni degli argomenti al centro della conferenza stampa di aggiornamento settimanale sull’emergenza covid in Umbria.  All’incontro erano presenti il direttore regionale alla Salute, Claudio Dario, il vicecommissario covid, Massimo D’Angelo, il professor Fabrizio Stracci, la dottoressa Carla Bietta e il dottor Mauro Cristofori del Nucleo epidemiologico regionale.

In apertura della conferenza stampa il nucleo epidemiologico ha evidenziato come la curva epidemica abbia ripreso a crescere dopo 2-3 settimane dall’aumento degli spostamenti nel periodo prenatalizio, spostamenti tracciati da Google per l’intera regione e che mostrano complessivamente un discreto movimento della popolazione verso luoghi di tempo libero soprattutto nel periodo prenatalizio e poi residenziale nei giorni di festa.  “I dati sugli spostamenti messi in relazione con la curva – ha spiegato il professor Stracci – ci danno la spiegazione che sotto le feste, quindi con l’allentamento delle restrizioni, è stata registrata una mobilità all’esterno, magari anche legata agli acquisti, mentre invece la mobilità nei festivi è stata perlopiù residenziale e quindi legata alle visite ai parenti. Speriamo – ha concluso Stracci – che queste riunioni non portino a un trascinamento dei contatti intrafamiliari e l’auspicio è che, con la fine delle feste e con le nuove misure di contenimento, si possa riportare la curva del contagio sotto controllo”.

In merito alle vaccinazioni anticovid il direttore Dario ha reso noto che al 13 gennaio, 11 mila 124 persone sono state sottoposte alla prima dose vaccinale.  Gli ospiti delle Rsa vaccinati ad oggi sono 2162, mentre in Umbria la vaccinazione antinfluenzale ha coinvolto 174.390 soggetti.




Federico Pompei, presidente ordine tecnici sanitari, “estendere le vaccinazioni a tutti i professionisti del settore”

“Estendere a tutti i professionisti sanitari, indipendentemente dalla natura del datore di lavoro o dallo stato libero professionale, la priorità di accesso alla campagna vaccinale, seguendo anche l’esempio di Regione Lazio”. E’ quanto chiede Federico Pompei, presidente dell’Ordine TSRM PSTRP (Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione) di Perugia e Terni, in una lettera inviata alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, all’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, al direttore generale della sanità umbra, Claudio Dario, e, per conoscenza, ai consiglieri regionali ed al presidente della Federazione nazionale TSRM PSTRP, Alessandro Beux.

Il documento prosegue affermando che “il Piano Strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-1, emanato dal Ministero della Salute, individua correttamente al punto 2 gli operatori sanitari e sociosanitari fra le categorie ‘in prima linea’ da tutelare, limitando tuttavia la priorità di accesso al vaccino ai lavoratori del settore pubblico o privato accreditato ed escludendo di fatto tutti quei professionisti sanitari che operano in regime di libera professione o in regime privato puro”.  Un tema caro a questo ordine “che conta – sottolinea Pompei – oltre 3500 iscritti, operano nel settore della diagnosi, della prevenzione e della riabilitazione. Ne consegue che gli iscritti in regime di libera professione, per  la natura stessa dell’attività che svolgono sono esposti a un elevato rischio di contagio, sono anch’essi ‘in prima linea’ e nonostante le innumerevoli difficoltà affrontate, hanno contribuito e contribuiscono quotidianamente a garantire assistenza sanitaria ai loro pazienti, salvaguardando la tenuta del sistema sanitario regionale e nazionale”.  Per questo motivo che il presidente chiede “di estendere a tutti i professionisti sanitari, indipendentemente dalla natura del datore di lavoro o dallo stato libero professionale, la priorità di accesso alla campagna vaccinale, seguendo anche l’esempio di Regione Lazio, che ha confermato l’inclusione nella campagna vaccinale di tutti i professionisti sanitari”.

“Certi di una sua piena comprensione, – conclude la lettera – rimaniamo inoltre a disposizione come Ordine Professionale per ogni modalità di collaborazione che riterrete opportuno adottare al fine di estendere la copertura vaccinale dei professionisti sanitari nel più breve tempo possibile”.




Umbria salva, è in fascia gialla, ma per le superiori ancora dad fino al 23 gennaio

Dal prossimo 11 gennaio la Regione Umbria sarà in fascia gialla, quella a minor rischio, ma contemporaneamente la presidente Donatella Tesei ha firmato l’ordinanza che prolunga la didattica a distanza per le scuole superiori sino al prossimo 23 gennaio.

Nell’ordinanza firmata nel primo pomeriggio dell’8 gennaio è scritto che permane “in Umbria un numero molto elevato di persone attualmente positive al Covid, 4.108, tale da evidenziare una situazione preoccupante, che evidenzia  forti rischi e criticità a livello regionale”; continua l’ordinanza “negli ospedali umbri i ricoveri sono 323 di cui 43 in rianimazione; atteso che appare necessario pertanto, sulla base della situazione epidemiologica, ispirare l’azione amministrativa regionale al principio della massima precauzione a tutela del bene primario della salute e che in questo senso si rende necessario provvedere all’applicazione della didattica a distanza per il 100% della popolazione studentesca delle scuole secondarie superiori di secondo grado statali e paritarie, per un congruo periodo, al fine di monitorare e verificare l’andamento dei dati epidemiologici per l’intera regione anche con riferimento all’impatto delle misure adottate a livello nazionale per il periodo 24 dicembre 2020 – 6 gennaio 2021”.  Nella stessa ordinanza si fa anche riferimento al report INAIL che vede nella riapertura delle scuole superiori di secondo grado un possibile veicolo di diffusione del virus in un momento molto delicato, con le vaccinazioni in atto, e con numeri che sono a cavallo dei limiti decisi dal governo nazionale per essere inseriti in fascia arancione.

Quindi la prossima settimana bar e ristoranti potranno aprire regolarmente fino alle 18 per poi tornare al delivery e all’asporto, ma continueranno ad essere chiusi i centri commerciali nei festivi e prefestivi, praticamente nei prossimi week-end e il divieto di spostamento fuori Regione.  Per gli studenti delle superiori, invece, tutto p rimandato alla prossima revisione del ministro della Salute Roberto Speranza di venerdì 15 con i dati relativi ai tamponi e ai positivi più continui e non a fisarmonica per i tanti festivi delle scorse settimane.




Caccia, sì all’attività venatoria nella Regione per il week-end 9 e 10 gennaio solo ai residenti in Umbria

La presidente delle Regione Umbria, Donatella Tesei, ha firmato l’ordinanza che consente ai cacciatori umbri lo spostamento al di fuori del proprio comune nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 gennaio, per esercitare le attività di controllo della fauna selvatica e la caccia, nel rispetto delle normative venatorie e delle misure di distanziamento sociale e prevenzione antiCovid. È quanto rende noto l’assessore regionale alla Caccia, Roberto Morroni.

L’ordinanza regionale prevede che “nelle giornate del 9 e 10 gennaio 2021 è consentito lo spostamento al di fuori del comune di residenza, domicilio o abitazione:

  • per le attività di controllo della fauna selvatica autorizzate dall’amministrazione regionale;
  • per l’esercizio dell’attività venatoria nell’ambito territoriale di caccia di residenza venatorio ovvero di iscrizione, compresa la caccia da appostamento fisso, e tutte le attività complementari alla caccia e al controllo, come, ad esempio, l’addestramento e allenamento cani, il recupero degli ungulati feriti e il trasporto e trattamento delle carcasse presso gli appositi centri di raccolta, nel rispetto della normativa di settore;
  • per l’esercizio venatorio all’interno delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agri-turistico venatorie, in quanto autorizzati dal concessionario dell’azienda, nel rispetto della normativa di settore”.

Il provvedimento è limitato “ai soli residenti anagraficamente in Umbria ed esclusivamente all’interno dei confini amministrativi regionali e, pertanto, non è consentita l’attività venatoria né l’attività di controllo ai cacciatori e ai soggetti abilitati e autorizzati con residenza anagrafica fuori dai confini amministrativi della Regione Umbria, anche nel caso di domicilio o abitazione all’interno del territorio regionale”.

Gli spostamenti e l’esercizio di tutte le attività venatorie e di controllo “dovranno avvenire nel rispetto delle misure di distanziamento sociale e con l’utilizzo dei previsti dispositivi di protezione individuale”.




La Regione pronta a discutere e mettere in campo risorse per la crisi d’impresa

Il tema della risposta alla crisi alla luce dei rischi di impatti occupazionali derivanti dal venir meno delle norme che hanno congelato i licenziamenti richiede un metodo condiviso per affrontare la transizione che si prospetta in molteplici settori delle attività produttive complessivamente considerate. In questo senso, una sede stabile di confronto sul tema delle crisi d’impresa settoriali o territoriali con i diversi attori – organizzazioni sindacali, rappresentanze datoriale, agenzie e società regionali – rappresenta una modalità di condivisione di informazioni e confronto per la predisposizione di politiche e strumenti che la Giunta Regionale dell’Umbria intende attivare nell’ambito delle proprie competenze.

   L’obiettivo è quello di approntare con il contributo di tutti i soggetti coinvolti un insieme organico di strumenti in grado di interfacciare le crisi puntuali che abbiano a determinarsi. Strumenti che per quanto compete alla Regione prevedono in primo luogo il rafforzamento tecnico delle funzioni di task force sulle crisi d’impresa grazie al diverso e più importante  ruolo che sarà attribuito a Sviluppumbria, con riferimento alle funzioni di marketing e scouting finalizzati ai turn-around aziendali, a Gepafin rispetto a temi della finanza d’impresa e ad ARPAL rispetto alle politiche attive del lavoro con particolare riferimento alle competenze del lavoratori ed agli incentivi alla assunzione.

   Rispetto alle crisi che possono coinvolgere imprese plurilocalizzate o di interesse nazionale, le funzioni regionali dovranno essere in ogni caso di partecipazione attiva, come sperimentato in questi mesi recenti alla luce delle procedure attivabili a livello governativo oltre che di proposizione di integrazione e complementarietà tra strumentazione regionale e nazionale.

Da ultimo è obiettivo della Giunta Regionale, in relazione all’ attivazione dell’Organismo per la Composizione della Crisi di Insolvenza costituito presso la Camera di commercio  con il  D. Lgs. 14/2019, ricercare ogni forma di sinergia proprio al fine di individuare un sistema organico di azioni.

   “La Regione – afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni – è pronta a mettere in campo ogni strumento strategico utile ad una sinergica composizione delle problematiche che si presenteranno. Stiamo affrontando già le conseguenze della crisi economica derivante dalla diffusione del virus Covid-19 e con attenzione guardiamo ai preoccupanti allarmi del mondo produttivo. Siamo pertanto pronti a lavorare insieme con le Agenzie regionali e i diversi attori coinvolti per fronteggiare quelli che saranno gli ulteriori effetti della grave congiuntura economica negativa che stiamo vivendo. A tal fine strategico sarà il rinnovato ruolo assunto dalle Agenzie regionali – conclude l’assessore -, pensato per rispondere con maggior flessibilità alle esigenze del tessuto produttivo del nostro territorio”.