Il Centro Pari Opportunità umbro, approvata proposta per “premiare” le donne vittime di violenza nell’assegnazione delle case popolari

L’assemblea del Centro Pari Opportunità nella seduta del 12 maggio 2021, presieduta dalla presidente, Caterina Grechi, ha approvato all’unanimità la proposta di modifica alla Legge Regionale n. 23 del 28 novembre 2003, affinché possano essere riconosciute premialità per le donne vittime di violenza con figli a carico nell’assegnazione degli alloggi popolari.  La proposta a firma delle consigliere del Centro Pari Opportunità, Tatiana CirimbilliCristina Calcagni e Elda Rossi, ha raccolto il consenso unanime dell’assemblea.
Esprime viva soddisfazione la Presidente del Centro, Caterina Grechi, che auspica ora un recepimento integrale dei proposti emendamenti alla Legge Regionale 23/2003 da parte della Terza Commissione della Assemblea Legislativa dell’Umbria.  Così come viene registrato in un report della Polizia di Stato ogni 15 minuti si verificano reati di violenza contro il genere femminile. Nei soli primi due mesi del 2021 i femminicidi sono stati 12.  La violenza di genere si manifesta in svariate modalità, con la violenza fisica, la più tangibile ed evidente, la violenza psicologica ed economica. Essa si può manifestare in contesti culturali e socio economici di ogni livello, celati tanto quanto evidenti. La proposta approvata dal CPO è diretta a fornire un ulteriore aiuto, oltre a quelli messi in campo, a tutte quelle donne che vivono situazioni difficili e spesso sommerse che coinvolgono anche i minori, perché si possa attuare un fattivo e concreto cambiamento nella vita delle donne e delle ragazze vittime di violenza e che possa restituire loro, autostima, autonomia e libertà.  La proposta di modifica attiene:
– la modifica dell’assegnazione degli alloggi destinati a edilizia popolare, prevedendo l’inserimento di un ulteriore punteggio nella composizione delle graduatorie, oltre a quelli già previsti, a vantaggio delle donne vittime di violenza con minori a carico, inserendo lo stesso all’interno della proposta di modifica della Legge n°23 del 28 novembre 2003;
– di ricomprendere un’attenzione specifica alle donne vittime di violenza nella riserva di alloggi a favore di famiglie mono-parentali;
– di considerare nelle assegnazioni per l’emergenza abitativa il collocamento di donne vittime di abusi o violenze con minori a carico.
La nostra proposta è volta a restituire dignità, libertà e fiducia alla donna perché trovi il coraggio di uscire da spirali di violenza psichica e/o fisica con la consapevolezza di non trovarsi da sola e di avere punti di riferimento che la aiutino nel ricostruirsi una nuova vita.




Colpo di acceleratore della Regione sul piano vaccinale, via con la classe 60-69 anni

Da mercoledì prossimo verranno effettuati i primi vaccini per la classe di età 60-69 anni, mentre dal giorno successivo, giovedì, saranno aperte le pre adesioni per la fascia di età 50-59 anni per la quale agli inizi di giugno è previsto l’avvio delle vaccinazioni.  A seguire, saranno aperte le pre adesioni anche per la fascia di età 40-49 anni, fino ad arrivare entro la fine di giugno alla pre adesione per tutte le fasce d’età vaccinabili, inclusa quella dei 16-29 anni.

E’ il crono programma vaccinale reso noto dal direttore regionale alla salute della Regione Umbria, Massimo Braganti e dal commissario straordinario emergenza coronavirus, Massimo D’Angelo, durante i lavori del Centro operativo regionale, coordinato dal direttore regionale alle infrastrutture e protezione civile, Stefano Nodessi Proietti.  Si tratta di ulteriore accelerazione delle vaccinazioni in Umbria – si comunica in una nota della Regione Umbria – che consentirà entro la fine di maggio la pre adesione dei cittadini di tutte le fasce di età vaccinabili e l’effettuazione almeno della prima dose di vaccino entro la fine del mese di luglio ad ogni cittadino umbro.  La nuova rimodulazione del Piano vaccinale regionale è resa possibile dall’aumento a 42 giorni dell’intervallo di tempo tra l’inoculazione della prima e della seconda dose di Pfizer e, comunque, a condizione che vengano garantite adeguate dosi di vaccino da parte della struttura del Commissario straordinario nazionale. Alla velocizzazione dei tempi di vaccinazione concorre anche la definizione dei protocolli con i medici di medicina generale, le farmacie e gli ordini professionali.

L’Umbria, inoltre, è predisposta per avviare l’operatività dei punti vaccinali presso i luoghi di lavoro, in attesa delle specifiche direttive da parte dei Ministeri competenti e, al fine di intensificare l’attività vaccinale la Regione metterà a disposizione altri due team itineranti che di volta in volta potranno affiancare i diversi punti vaccinali del territorio regionale.  Relativamente alla ripresa dell’attività ordinaria dei presidi ospedalieri il direttore regionale alla salute, Braganti ha ribadito che la Regione sta perseguendo questo tale obiettivo, affinché gradualmente gli ospedali Covid – o i reparti Covid presso gli ospedali – possano riprendere le attività ordinarie: chirurgiche, specialistiche e di diagnosi. “Tenendo però sempre in considerazione – ha però precisato Braganti – che il COVID ancora c’è e quindi occorre essere prudenti e procedere per step, osservando e valutando in questo percorso sia l’andamento dell’epidemia, sia gli effetti delle vaccinazioni”.




Museo della Ceramica a Palazzo Simoncelli, progetto da oltre 600 mila euro inserito negli interventi di interesse regionale

La giunta regionale dell’Umbria ha inserito il progetto di adeguamento post Covid e ampliamento del Centro integrato di documentazione, ricerca e sperimentazione della ceramica orvietana a palazzo Simoncelli nell’elenco degli interventi di interesse regionale proposti all’Agenzia per la Coesione territoriale da finanziare con le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.   Il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale ha infatti assegnato alla Regione Umbria una prima quota di risorse del Fondo pari a 27,7 milioni di euro per interventi di immediata cantierabilità e attivazione. Nella ricognizione effettuata dalla giunta regionale, e nello specifico dall’assessorato al Bilancio, sono stati presi in considerazione progetti inseriti in bandi già pubblicati riservando particolare attenzione ai settori produttivi più colpiti dagli effetti generali della crisi pandemica da Covid-19. Tra i 15 progetti di interesse regionale presentati dalla Regione Umbria è stato dunque inserito l’intero finanziamento del progetto definitivo relativo al Museo della ceramica di Orvieto per un importo complessivo di 620.000 euro.

“Il progetto figurava già nel programma regionale di interventi strutturali per gli attrattori culturali diffusi e la Regione si era impegnata a reperire la quota di cofinanziamento prevista, circa 300mila euro

“Il progetto – spiegano il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani e l’assessore ai Lavori pubblici, Piergiorgio Pizzo – figurava già nel programma regionale di interventi strutturali per gli attrattori culturali diffusi e la Regione si era impegnata a reperire la quota di cofinanziamento prevista, circa 300mila euro. La decisione di inserirla tra le azioni da finanziare con le risorse del Fondo di coesione nel settore Cultura – Patrimonio e paesaggio non solo potrebbe accelerare i tempi ma ci consentirebbe di finanziare interamente l’intervento. Restiamo ora in attesa delle valutazioni dell’Agenzia per la coesione territoriale e della successiva approvazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess)”.“Portare a compimento questo progetto – proseguono – servirebbe a rifunzionalizzare uno degli importanti contenitori del centro storico come Palazzo Simoncelli, a valorizzare un settore produttivo di lunga tradizione come quello della ceramica e ad arricchire l’offerta turistica ed esperienziale della città. Come amministrazione crediamo molto in questa operazione per rilanciare il comparto e le decisioni dell’assessore al Bilancio, Paola Agabiti testimoniano l’attenzione della Regione per il nostro territorio. Un altro segnale importante è arrivato in questi giorni anche dal Parlamento con l’approvazione nelle commissioni Bilancio e Finanze del Senato dell’emendamento al ‘Decreto Sostegni’ presentato dai senatori umbri Luca Briziarelli e Fiammetta Modena che prevede l’aumento da 2 a 4 milioni di euro dei fondi per il comparto della ceramica artistica e tradizionale di cui auspicabilmente potrà beneficiare anche Orvieto”.




Come mai in Umbria non si riesce a vaccinare sotto i 70 anni? Proviamo a rispondere ai dubbi del nostro lettore

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Marco Ravelli sulla campagna vaccinale e tutte le perplessità sul suo andamento in Umbria.  Dopo la riflessione abbiamo provato a trovare risposte plausibili e suffragate da numeri e percentuali, senza colorazioni politiche e speriamo, almeno, di aver soddisfatto il nostro lettore e non solo.

C’è proprio qualcosa che non va! Quando senti il Generale con la penna sul cappello che dichiara “da Lunedi 10/5/21 abbiamo aperto alle vaccinazioni degli over 50”!!!! Quando tutti sappiamo perfettamente che nel Lazio (ovvero a 15 km da noi) stanno vaccinando le classi di età 1966-1967 (sito Regione Lazio)!!! Poi apri il sito della Regione Umbria e vedi che non puoi prenotare avendo 60 anni e che la fascia di età tra i 70-79 anni dovrà prendere accordi con il proprio medico di medicina generale (se ci riflettiamo un bello “scarica barile”)…..Interpelli il tuo medico che non sa assolutamente darti una tempistica….Poi vai sul sito del Ministero della Salute e vedi che la Regione Umbria ha il 91% di inoculazioni effettuate rispetto ai vaccini consegnati, rispetto all’86% della Regione Lazio (dato al 11/05/2021).

Come diceva il buon Antonio Lubrano…… ora le domande nascono spontanee: non vengono distribuiti i vaccini in percentuale con la popolazione? Siamo una Regione esclusivamente di vecchi, caregiver, personale sanitario, forze dell’ordine insegnanti e chi più ne ha più ne metta? Oppure sono saltate le file e vaccinati i raccomandati? Bha! Aspettiamo ma con poca fiducia……….

Marco Ravelli


Caro Marco Ravelli,

effettivamente ci siamo posti molto spesso la domanda sul perché di questo iato tra Lazio e Umbria.  Abbiamo cercato delle risposte certe e alla fine ci è sembrata corretta quella derivante dalla ricerca approfondita su dati, modalità di distribuzione e demografia.  E’ vero, l’Umbria all’inizio ha avviato la campagna vaccinale in maniera prudenziale, cioè conservando una parte dei vaccini per non si è mai capito bene cosa.  Poi è patita a spron battuto.  Ma allora perché questa differenza?  L’inghippo quasi sicuramente sta nel numero di dosi distribuite per ogni Regione.  A livello nazionale hanno stabilito dei criteri a seconda del numero di abitanti e della percentuale media italiana di anziani e fragili.  Non si è tenuto minimamente conto delle specificità umbre.  Qui abbiamo un tasso di over 70 pari al 26% contro un 18% medio italiano e già con solo questo dato si potrebbe spiegare il ritardo nell’avanzare delle fasce di età vaccinabili.

C’è poi un secondo dato che riguarda il numero di dosi per abitante, anche qui l’Umbria, come la Basilicata o il Molise è fortemente penalizzata.  Due penalizzazioni fanno male anche ai grandi, se poi a subirle è una Regione piccola allora il patatrac è servito.  ascoltando alcuni team vaccinali, poi, di furbetti ce ne sono stati ma in numero assai limitato, fatta la tara sui care-giver che, all’inizio, erano senza alcun limite per ogni fragile.  Ora a livello nazionale e regionale hanno posto alcuni paletti.  Non possiamo definirli “furbetti” perché avevano tutti i loro diritti, ma se andiamo a prendere il dato dei fragili, piuttosto alto in Umbria, ecco che il rallentamento è servito.  Fin qui i dati, poi c’è il gossip e la battaglia politica, ma è tutta un’altra faccenda.  I piccoli favori ci sono, ci mancherebbe, ma sono a livello basso, laddove c’è il giudizio, la scelta determinata da addetti locali.  Chi può vaccinare, ad esclusione dei centri diretti delle USL e della Regione, deve scegliere perché ha poche dosi disponibili e molto probabilmente anche qui c’è il rischio di trovarsi di fronte a qualcuno che ha avuto accesso immediato e di chi invece ancora attende disciplinatamente il proprio turno.  La scelta dei medici di base è comune a quasi tutte le Regioni perché sta dando la possibilità di vaccinare gli estremamente fragili, chi abita in piccoli comuni lontani dai centri vaccinali e, certo, alleggerisce il carico di lavoro del centro regionale, sia esso umbro o laziale o emiliano, non è una questione di colore politico. 

Il vero problema sta nel numero di dosi messe a disposizione dell’Umbria tanto che più di una volta sia la presidente Tesei che l’assessore Coletto hanno chiesto di avere circa 50 mia dosi in più in maniera stabile, ma di queste si sono perse le tracce tra Roma e Perugia…




Massimo De Fino, dg USL Umbria2, “per ripartire a pieno regime con servizi di qualità dobbiamo sconfiggere definitivamente il covid”

Obiettivo comune: migliorare la qualità dell’assistenza attraverso la condivisione di percorsi assistenziali e la collaborazione tra professionisti della salute per offrire alla popolazione servizi di prossimità nel segno della qualità, dell’efficacia e dell’efficienza.   La strategia, in linea con le indicazioni regionali, è quella di imprimere un ulteriore slancio alle politiche di integrazione interistituzionale, in parte già realizzate, tra Azienda Usl Umbria 2 ed Azienda Ospedaliera di Terni per rispondere al meglio ai nuovi bisogni delle comunità.  Questo lo scenario e le linee programmatiche al centro dell’incontro, svoltosi nella sede centrale  della Usl 2, tra le direzioni strategiche delle due aziende sanitarie del territorio. Presenti i direttori generali dell’Azienda Usl Umbria 2 e dell’Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni, Massimo De Fino e Pasquale Chiarelli, le direttrici sanitarie Simona Bianchi ed Alessandra Ascani e i direttori amministrativi Piero Carsili e Anna Rita Ianni.  Una riunione operativa di grande importanza per definire politiche e strategie unitarie per gestire anzitutto questa fase di emergenza pandemica, in cui si registra un confortante calo dei contagi ma che richiede sempre massima attenzione delle aziende sanitarie su prevenzione, tracciamento, cura ed assistenza, oltre alla necessaria collaborazione dei cittadini chiamati al rispetto rigoroso delle norme anticontagio. 

Risultano prioritari – è stato ribadito dalle due direzioni strategiche – il massimo impegno e lo sforzo comune per accelerare sulla campagna di vaccinazione con l’obiettivo di raggiungere, in tempi ragionevoli, l’immunità di gregge, un traguardo ora possibile grazie alla maggiore disponibilità sia delle dosi che dei quattro vaccini autorizzati dall’Ema.   La guerra al Covid si combatte su più fronti. È indispensabile uno sforzo integrato delle due aziende per continuare a presidiare i territori in modo capillare attraverso la presenza di strutture, servizi e professionisti per garantire piena efficienza alle varie attività di prevenzione, protezione, contact tracing, assistenza territoriale e domiciliare, cure ospedaliere e soprattutto dare massimo impulso alla campagna vaccinale di massa, fondamentale per il ritorno alla normalità e per la definitiva ripartenza.  Si programma intanto la ripresa, a pieno regime, delle attività non Covid progettando un modello organizzativo più funzionale ed in grado di fornire ai pazienti servizi di prossimità e di vicinanza e la necessaria continuità assistenziale. La finalità è di far ripartire tutte le attività sanitarie territoriali ed ospedaliere e garantire, attraverso una organizzazione puntuale, omogeneità di prestazioni in tutto il territorio provinciale abbattendo liste e tempi di attesa ed evitando agli utenti disagi negli spostamenti in altre città e strutture sanitarie.  Dalla proficua collaborazione tra gli staff delle due aziende in atto nelle varie realtà territoriali ed ospedaliere della provincia di Terni all’ottimizzazione organizzativa ed economica dei percorsi di reclutamento del personale, “la base, sulla quale realizzare ulteriori progetti di integrazione e di sviluppo delle attività, è solida – dichiara il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Terni Pasquale Chiarelli – e interesserà anche l’anatomia patologica, i trattamenti di dialisi, le terapie oncologiche ed alcune attività chirurgiche specifiche, solo per citare alcune delle aree più delicate e strategiche”

“C’è la volontà comune delle due aziende – spiega il direttore generale della Usl Umbria 2 Massimo De Fino – di procedere insieme sulla strada della collaborazione e dell’integrazione dei servizi mettendo in campo strutture, professionalità e tecnologie che ci consentano di offrire prestazioni all’altezza delle aspettative in tutti i settori: medico, chirurgico, della diagnostica e della riabilitazione. Un percorso che stiamo definendo e costruendo giorno dopo giorno, forti dell’esperienza positiva sin qui maturata negli ospedali di Narni-Amelia e di Orvieto e consapevoli che solo in questo modo saremo in grado di assicurare efficacia degli interventi e prestazioni di qualità nei vari ambiti territoriali”.




Dal 25 aprile negozi aperti e sì al consumo di alcolici all’aperto. Le scuole superiori saranno in presenza al 70% fino al 9 giugno

Da lunedì l’Umbria torna in fascia gialla e la presidente Donatella Tesei ha firmato una propria ordinanza (pdf dell’ordinanza della Regione Umbria) per ciò che rimane di sua competenza a partire dalla scuole superiori.  Decadono, poi, alcuni divieti a partire da domenica. 

SCUOLA

Dal 26 aprile al 9 giugno, giorno di chiusura dell’anno scolastico, tutte le attività didattiche degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, statali e paritarie, saranno svolte in presenza per il 70% della popolazione studentesca.  La stessa disposizione vale anche per i corsi d’istruzione e formazione professionale e per quelli approvati da Regione e Arpal, con lezioni in presenza al massimo al 70%.  E’ consentita l’attività in presenza nelle sedi scolastiche delle scuole secondarie di primo e secondo grado per gli studenti che parteciperanno alle prove Invalsi.

NEGOZI

Da domenica 25 aprile non sarà più vietata l’apertura festiva dei negozi di vicinato, di medie e gradi dimensioni.  Sarà permessa, sempre dal 25 l’attività commerciale su aree pubbliche per quanto riguarda generi alimentari e prodotti agricoli e florovivaistici.  Cancellato il divieto per i centri commerciali ma, in quest’ultimo caso, a bloccare le attività è il decreto Aperture che stabilisce ancora la chiusura nei week-end dei centri commerciali.

 

RISTORANTI E BAR

Da domenica decade il divieto di consumazione di bevande alcoliche all’aperto nei luoghi pubblici e di assembramento negli stessi spazi e in prossimità degli esercizi commerciali durante il consumo di bevande e alimenti.  Decade anche il divieto di distribuzione di cibi e bevande con i distributori automatici in vigore dalle 18 alle 5.   Andando ad approfondire la parte dedicata ai ristoranti, potranno aprire solo quelli con tavoli all’aperto.

 

CALENDARIO E DISPOSIZIONI DEL DECRETO APERTURE

La guida alle riaperture

E’ libera la circolazione tra aree bianche e gialle e si possono andare a trovare amici e parenti.  Per le zone arancioni e rosse servirà il “pass” che attesterà: tampone antigenico o molecolare fatto nelle 48 ore precedenti con esito negativo, oppure ciclo completo di vaccinazione o guarigione dal Covid da non più di 6 mesi con certificato medico.  Per muoversi in zona arancione o rossa per motivi di lavoro, salute o urgenza basterà l’autocertificazione.

Riaprono cinema, teatri, sale concerto e live club.  I posti verranno assegnati con prenotazione a distanza di un metro frontale e laterale.  La capienza massima sarà del 50% e comunque non superiore ai 500 spettatori al chiuso e di mille all’aperto.   Musei e gallerie, mostre e parchi archeologici aperti anche al chiuso nel rispetto di tutte le normative e protocolli vigenti in materia di anti-contagio.  E’ consentito lo svolgimento di tutte le attività sportive all’aperto.  Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 fino al 31 luglio, fatti salvi eventuali aggiornamenti nel corso di tale periodo.

Le piscine all’aperto riapriranno dal 15 maggio mentre le palestre dal 1° giugno.  Dal 15 giugno ripartiranno le fiere mentre dal 1° luglio convegni e congressi.

 




La Regione presenta il PNRR umbro, 45 progetti per 3,1 miliardi. Ora la palla passa al governo e al premier Draghi

Le proposte umbre per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono state al centro della conferenza stampa tenuta dalla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei. “È stato chiarito alcuni giorni fa dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, –  ha affermato la Presidente Tesei – il ruolo che avranno le Regioni, così come da noi era stato da tempo richiesto. È previsto che le Regioni non abbiano una quota diretta di fondi nel Pnrr nazionale né un ruolo ufficiale programmatorio, ma vi sono alcune progettualità nazionali e linee guida progettuali nelle quali verranno allocate risorse a cui potranno poi concorre le Regioni e gli enti locali e sulle quali cercheremo di inserire i nostri progetti. L’obiettivo dell’Umbria – ha detto – è quello, in un quadro di forte crisi economica regionale già pre Covid, accentuata decisamente dalla pandemia, di individuare delle linee organiche di intervento, e non a spot, che traccino la rotta per il rilancio economico dell’intera regione”.

“Per stilare il documento, che contiene 45 progetti organizzati nelle 6 misure previste dal Pnrr europeo – ha sottolineato la Presidente – abbiamo messo in campo una condivisione con i rappresentanti di territori, categorie e numerosi stakeholder, che saranno inoltre nuovamente coinvolti nell’importante fase della messa a terra dei progetti. Lo scopo, come detto, creare un nuovo posizionamento dell’Umbria nel post Covid: una regione verde e poco popolata dove va creato il terreno fertile per vivere, lavorare, investire, fare ricerca e fare impresa, coniugando il tutto con l’alta qualità della vita che la regione offre. Un territorio che sia dunque ancora più attrattivo grazie alle nuove infrastrutture materiali e anche alla nuova frontiera digitale che rimetteranno l’Umbria al centro del Paese. Un’Umbria sempre più protagonista del turismo nazionale ed internazionale di qualità, con positivi effetti sui consumi. Una terra dove i giovani vogliano e possano rimanere, dove le famiglie riescano a crescere e dove le donne realizzino una vera parità di genere anche nel lavoro. In questa visione di futuro il Pnrr ha il ruolo di volano, attraverso l’attuazione dei 45 progetti che prima di tutto dovranno rimettere in moto la fiducia e l’impresa, perché questi sono i veri motori del ritorno allo sviluppo”.  La Presidente Tesei si è anche soffermata sulla richiesta economica fatta al Governo. “I 3,1 miliardi di euro sono una cifra che nasce dai 69 richiesti dalle Regioni (su gli oltre 200 di plafond Pnrr spettanti all’Italia) di cui il 4,59%, utilizzando il quoziente di ripartizione dei fondi europei, dovrebbero rappresentare la ricaduta umbra”.   Quanto ai 45 progetti è stato specificato che sono accumunati da linee comuni come: i tempi di esecutività, cantierabilità, realizzazione e rendicontabilità entro il 2026; la possibilità di inserimento nelle linee guida nazionale diventandone una dimensione attuativa fondamentale; la possibilità di partecipare ad eventuali bandi nazionali previsti nel Pnrr; l’essere base fondante della programmazione comunitaria 21-27, in una logica di complementarità delle risorse comunitarie e condivisione della programmazione.

 Ora il prossimo passo a cui l’Umbria è pronta, dopo aver fatto i “compiti a casa”, è iniziare la vera partita che prevede il proseguimento dell’interlocuzione con il Governo, la progettazione fattiva e la realizzazione dei progetti.




Il COR Umbria chiede ulteriori 8 mila dosi di vaccini per completare e anticipare la fascia degli ultra-80enni

Altre 8 mila dosi di vaccino, oltre alle 50 mila aggiuntive che da alcune settimane erano state richieste formalmente dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei metterebbero la regione nelle condizioni di poter mantenere l’attuale  “performance” nella somministrazione dei vaccini che, in rapporto alle dosi consegnate la colloca in testa alla classifica per numero di vaccini inoculati.  Lo comunica una nota della Regione Umbria che riferisce gli esiti della riunione del Centro operativo regionale del 20 aprile, presieduta dal direttore regionale Stefano Nodessi Proietti, alla quale ha partecipato il direttore regionale alle attività produttive, Luigi Rossetti, che è stata introdotta da una comunicazione del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Claudio D’Angelo il quale ha motivato la questione della ulteriore richiesta di 8 mila dosi di vaccini Pfizer, non solo con il deficit di dosi inviate all’Umbria, ma anche dall’andamento epidemiologico del virus nella regione  che presenta uno scenario epidemiologico caratterizzato da una importante presenza di varianti del virus e da una rilevante rappresentatività di soggetti anziani a rischio. 
Secondo il commissario D’Angelo dei 50 mila vaccini richiesti e per i quali la Regione aveva avuto assicurazioni, al 20 aprile ne sono stati consegnati soltanto 3500, frattanto si è dovuto sopperire anche alle disdette di vaccini Astra Zeneca con vaccini Pfizer.   Se nei prossimi giorni saranno garantiti all’Umbria i vaccini richiesti, accanto alla somministrazione già programmata per le diverse categorie – si precisa nella nota – si potrebbe organizzare per il prossimo 25 aprile una sorta di “vaccine day” dedicato agli ultra 80enni così da anticipare le vaccinazioni programmate per i mesi di maggio e giugno e poter completare questa categoria.  Durante la riunione del Cor è stato anche riferito che nella Regione prosegue l’interlocuzione con le organizzazioni di categoria di imprese e lavoratori per la messa a punto della strategia di vaccinazione presso i luoghi di lavoro, così come previsto dallo specifico protocollo nazionale firmato lo scorso 6 aprile dal governo e le organizzazioni datoriali e dei lavoratori.
E’ stato infine reso noto che con l’Esercito italiano si sta perfezionando un accordo per effettuare a domicilio, con team vaccinali dell’Esercito, la vaccinazione di un residuo numero di ultra 80enni fragili nell’area della Valnerina, mentre sempre a cura dell’Esercito, sarà effettuata a breve la consegna dei vaccini a disposizione dei medici di medicina generale per le somministrazioni ambulatoriali.



I sindacati dei bancari, “è da 10 mesi che attendiamo di incontrare la presidente Tesei su CRO e non solo”

Siamo sinceramente contenti che la Presidente della Regione Tesei, abbia trovato tra i suoi molteplici impegni il tempo di incontrare i nuovi vertici della Cassa di Risparmio di Orvieto ed esprimere le sue considerazioni sulla situazione della banca dopo l’insediamento dei nuovi vertici aziendali nominati dalla capogruppo Medio Credito Centrale.   Siamo altresì sconcertati dall’intempestività, dalla scorrettezza istituzionale che la stessa presidente ha dimostrato, nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori della CR Orvieto e di tutti gli istituti di credito della regione. 

Non ieri, ma da luglio 2020, ben 10 mesi fa è giacente inascoltata la richiesta che tutti i sindacati regionali con viva preoccupazione, indirizzarono alla stessa Tesei per un incontro sulla situazione che si stava appalesando per il futuro della C.R. Orvieto, dei suoi clienti e dei dipendenti, così come per tutte le altre aziende di credito ubicate in Umbria che sono parimenti alle prese con piani di ristrutturazione e riorganizzazione che lasciano prefigurare conseguenze pesanti su qualità del servizio ed occupazione nel settore.

Presentarsi oggi, a giochi fatti, con un piano industriale già delineato, con chiusure e riduzioni di servizi già decisi, con il cappello in mano invocando la clemenza della corte, suona come una inaccettabile sottovalutazione dell’allarme che, in tempi non sospetti, i sindacati lanciarono nel tombale silenzio di chi oggi si proclama paladino dei clienti e territori.

Come rappresentanti dei lavoratori riteniamo inoltre sia una scorrettezza istituzionale gravissima averci escluso da qualsiasi interlocuzione non cercando, ma anzi accuratamente evitando quelle opportune sinergie per una efficace difesa del territorio e dei dipendenti della CRO.




Il ritorno di Massimo Braganti, nominato direttore regionale “Salute e Welfare” dell’Umbria

È Massimo Braganti il nuovo direttore regionale “Salute e Welfare” della Regione Umbria che prende il posto di Dario. È  quanto previsto da una delibera della giunta regionale, a cui seguirà il decreto di nomina della Presidente della Regione, Donatella Tesei. Braganti, classe 1958, nato a Sansepolcro, si è laureato in Economia e Commercio all’Università di Firenze per poi acquisire numerosi titoli post laurea e successivamente accumulare una ampia esperienza professionale in campo gestionale sanitario. 

Braganti ha già svolto la sua attività in Umbria, nel ruolo di commissario straordinario della Asl Umbria 2, dal luglio 2019 al dicembre dello stesso anno. In precedenza ha ricoperto molteplici incarichi tra cui quelli di direttore amministrativo delle Ausl Toscana di Prato, Grosseto e Firenze, della Usl Scandicci, dell’Estav Centro di Firenze, della Usl Toscana Centro (dove è stato anche direttore di dipartimento) e della Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze.   Attualmente Braganti è direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale Integrata con Università della Regione Friuli Venezia Giulia.