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I coccodrilli “piangono” sulla privatizzazione della sanità e il cittadino paga

Sanità vero punto dolente del nostro territorio.  Non solo di Orvieto perché, e la consolazione è piuttosto magra, anche altrove le liste d’attesa per alcuni esami diagnostici sono lunghissime e gli screening languono.  A dire il vero bisogna sottolineare che alcuni screening di prevenzione oncologica sono comunque stati effettuati ma in molti hanno rinviato per timore del virus. 

Torniamo al territorio orvietano, da tempo penalizzato nelle scelte e che continua ad esserlo.  Basta scorrere velocemente la propria pagina FB per imbattersi praticamente con cadenza quotidiana in post che testimoniano i gravi ritardi per esami e visite specialistiche nelle strutture pubbliche.  Sì, in quelle pubbliche perché ormai, più o meno apertamente, già in fase di prenotazione viene “suggerito” di rivolgersi al privato.  E allora le domande da porsi sono due: è giusto che il privato si sostituisca al pubblico? La politica, e in particolare l’opposizione, perché non interviene in maniera determinata e anche dura se necessario?

Alla prima domanda la risposta è piuttosto evidente, “no”, mille volte “no”.  Il privato giustamente fa il proprio lavoro, investe ed è pronto ad accogliere le legittime richieste di visita, ma deve essere una libera scelta del cittadino.  Non è possibile che si sostituisca la sanità pubblica, gratuita o in concorso di spesa, con quella privata a totale carico del cittadino.  Si parla da tempo di una “privatizzazione” del sistema sanitario umbro strisciante ma sempre più evidente; allora che si faccia in convenzione ma assicurando il primato delle strutture pubbliche con seri investimenti in mezzi e personale. 

Alla seconda domanda la risposta deve essere necessariamente più complessa.  In Umbria abbiamo votato per le regionali con anticipo per i problemi legati proprio alla sanità utilizzata come “ufficio di collocamento degli amici” e la sinistra ha perso le elezioni perché si è resa poco credibile.  L’attuale centro-destra si è presentata spiegando di voler rendere un servizio di eccellenza ai cittadini.  Oggi non è proprio così.  Diminuiscono i servizi, si tagliano presidi e il cittadino soffre.  Il paragone con il Veneto non può valere.  Anche orograficamente l’Umbria è totalmente diversa e le distanze sono ampliate dalla difficoltà nei collegamenti stradali in particolare per alcuni territori, e tra questi c’è sicuramente l’orvietano che avrebbe il vantaggio di avere una struttura ospedaliera che però è in sofferenza per persone e mezzi ma soprattutto per la risposta ad eventuali emergenze e urgenze.  Anche il Veneto entra in sofferenza nell’area montana per motivi simili, così come la Lombardia.  E poi c’è la questione dei numeri.  Non si possono legare le prestazioni esclusivamente alla massa degli interventi e della popolazione, si deve superare questo metodo o almeno si deve inserire quello delle patologie tempo-dipendenti, altrimenti si rischia un peggioramento delle condizioni di vita di un intero territorio se non di un’intera Regione

Per l’attuale opposizione il gioco sembrerebbe apparentemente facile, ma poi, basta andare a ritroso nel tempo, rileggere i dossier delle tante commissioni locali e regionali, per rendersi conto che il processo di privatizzazione era iniziato ben prima e senza paracadute per i meno abbienti.  Ma soprattutto che alcuni territori sono stati impoveriti da tempo.  L’unica USL, prima della ulteriore riforma, ad essere sacrificata fu quella di Orvieto, dai bilanci in equilibrio e con cespiti di tutto rispetto; il nuovo ospedale è stato inaugurato già vecchio; il turn-over dei primari assomiglia molto a quello dei calciatori delle squadre di Serie A di secondo livello e quindi non si è assicurata una crescita sia delle prestazioni che professionale; al centro dei ragionamenti politici c’è Perugia, poi Terni e ancora Foligno, mentre all’orvietano restano le briciole con interventi spot di maquillage che nascondono i difetti ma solo per un breve periodo di tempo.  E Orvieto? E gli orvietani?  Sembrano rassegnati a subire il progressivo e non più lento impoverimento di servizi sul territorio, quasi senza colpo ferire.  Se poi piangono in particolare i coccodrilli allora la reazione non s’innesca.  Nella vicina Pantalla in una domenica assolata e post-lockdown, i cittadini si sono messi a manifestare di fronte all’ospedale insieme ai sindacati, tutti, senza distinzione politica, per difendere un bene comune.  Basterebbe prendere esempio da lì facendo rete, una parola quasi sconosciuta nella Città del tufo, ma che oggi è necessaria per tentare di non perdere ulteriori servizi di primaria importanza e perché vengano rispettati le decisioni unanimi del consiglio regionale in materia di urgenze sanitarie e crescita professionale dell’ospedale.




Si chiama Anna la mascotte in AI che guiderà i turisti più piccoli a Orvieto

Ideata da Skylab Studios per il Comune di Orvieto, Anna sarà la piccola mascotte che racconterà ai bambini, che visiteranno Orvieto, la storia della città in un modo del tutto innovativo

Si chiama Anna la piccola mascotte ideata da Skylab Studios per il Comune di Orvieto che avrà il compito di raccontare al piccolo pubblico di visitatori la storia della città in un modo del tutto innovativo. Il nome della simpatica guida speciale vuole essere citazione/omaggio ad Anna Marchesini, l’indimenticabile attrice teatrale, comica, doppiatrice e scrittrice italiana nata ad Orvieto.  Anna racconterà Orvieto in un modo originale guidando i più piccoli lungo un percorso kids friendly, portandoli alla scoperta della città raccontando e spiegando tutto con un linguaggio semplice, chiaro, divertente e interattivo. Attraverso l’innovazione di Skylab Studios i bambini impareranno ad avvicinarsi alla cultura in un modo nuovo, educativo, ma senza mettere da parte l’aspetto divertente. Basterà infatti prendere il proprio smartphone, e con l’aiuto di Linkar, l’app per la realtà aumentata nata nei laboratori di Skylab Studios, disponibile sia per IOS che per Android, inquadrare Anna per vederla prendere vita raccontando tanti aneddoti e storie su Orvieto, la sua amata città. 

Nata dalla matita dell’illustratrice Silvia Amantini, vestirà i panni di cinque figure differenti: in versione etrusca, esploratrice, turista, in costume medievale e di giornalista per onorare Luigi Barzini, il primo inviato speciale della storia del giornalismo italiano anch’esso nato ad Orvieto. Un modo originale e innovativo di far conoscere la città di Orvieto ai bambini con l’aiuto di una guida speciale. Anna è pronta ad accogliere i piccoli turisti per portarli alla scoperta della sua amata cittadina e fargli conoscere tutti i suoi segreti. A breve infatti verrà presentato l’innovativo progetto turistico che vede protagonista Orvieto, che permetterà di conoscere e visitare il comune a grandi e piccini, con l’aiuto di un’innovativa segnaletica turistica interattiva e non solo. Il turismo a misura di bambino è il futuro – dice Leonardo Tosoni, Art Director di Skylab Studios – l’utilizzo dell’innovazione per accompagnare e migliorare la visita delle famiglie trasforma Orvieto in un’esperienza accessibile a chiunque dove, grazie al gioco e alla realtà aumentata, anche i più piccoli vanno alla scoperta di notizie e curiosità per renderli più partecipi e comprendere al meglio il patrimonio culturale e naturalistico della cittadina umbra”.

“Anna è simpatica e curiosa – afferma il sindaco di Orvieto e assessore al Turismo, Roberta Tardani – ma soprattutto è innamorata della sua città ed è pronta a raccontarla ai piccoli turisti che arriveranno a Orvieto. Quello delle famiglie è uno dei target che la nostra città ha riscoperto con il turismo post Covid e sul quale vogliamo continuare a investire. Anna sarà la protagonista della nuova segnaletica pedonale turistica interattiva che sarà installata nei prossimi giorni, un altro tassello del progetto di valorizzazione turistica del territorio cofinanziato dalla Regione Umbria con il quale vogliamo raccontare Orvieto anche attraverso le nuove tecnologie e la realtà aumentata”. 




La politica social, non sempre vince chi fa più post

La moda della politica social è ormai dilagata irreversibilmente.  Sarà anche colpa del covid, non vi è dubbio, ma già da prima foto, commenti e saluti impazzavano sui vari canali e pagine.  Addirittura, è stata annunciata la fine di una maggioranza di governo dal Papeete, tra un cocktail e un Inno d’Italia sguaiato e scomposto

Il covid ha spersonalizzato la politica anche istituzionale allontanando tutti, tenendoli forzatamente a casa e obbligando consiglieri comunali e regionali a lunghe dirette in streaming.  Cambiano i tempi e cambiano anche le modalità di fare politica e di comunicarla ai cittadini e oggi internet, più in generale, è il canale privilegiato perché immediato e apparentemente senza mediazioni, magari del giornalista puntuto che pone domande anche scomode.  Cosa c’è di meglio del comizio 2.0, senza applausi live, ma con tante emoticon di approvazione?  Certo, di approvazione perché il social ti permette, di fatto, di scegliere chi ti è amico, chi vedere, chi seguire, in poche parole manca il contraddittorio.  E i politici, in particolare locali, sono così disabituati ad avere di fronte un cittadino da convincere, magari della parte avversa, che poi ce li ritroviamo a parlare sopra le righe, quasi in preda ad un delirio di onnipotenza che, nel breve giro di qualche mese, può divenire impotenza politica.  E’ questo il caso del politico che minaccia sanzioni a quell’avversario o all’altro, che scrive messaggi neanche tanto “in codice” per aprire una crisi o tentare di aprirla.  Ma, tornando al caso Papeete, la nuova classe politica spesso sbaglia a fare di conto e si ritrova con un pugno di mosche in mano, cioè al “delirio di impotenza” o alla sindrome della belva ferita, che attacca, graffia, morde, ma, alla fine, viene inevitabilmente messa in trappola e domata se non peggio uccisa.

I social rischiano di diventare una straordinaria arma di distrazione di massa per tentare di spostare l’attenzione mentre si sta consumando una durissima conta interna.  Potrebbe essere questo il caso della Lega locale e umbra.  L’altro partito protagonista è sicuramente Fratelli d’Italia che si gode i sondaggi che a livello nazionale, in alcuni casi, lo pongono già sopra i diretti concorrenti della Lega.  Le bordate tra i due, che si dicono alleati, arrivano ciclicamente ma questa volta, stando ai rumors dei palazzi, il malessere è interno alla Lega.  L’eterna guerra tra Caparvi e Briziarelli si declina anche a livello locale con il capogruppo Andrea Sacripanti che dopo lo stop del sindaco Tardani al suo ingresso in giunta, dato per scontato dopo l’addio di Ranchino, è in agguato, pronto a tendere imboscate magari a costo di affondare la nave, almeno questo si vocifera ormai da qualche settimana.  Intanto, sempre da voci vicine al partito, sembrerebbe che i due “dissidenti” della linea ortodossa del partito, e cioè Luciani e Moscetti, abbiamo ricevuto un’ammonizione per aver partecipato ad un consiglio comunale nonostante l’ordine di scuderia fosse quello di disertare.  D’altronde senza Barbara Saltamartini, che garantiva equilibrio e soprattutto era unica responsabile piuttosto ruvida, oggi tutte le divisioni interne sono venute quasi allo scoperto tanto che nel governo Draghi nessun umbro del Carroccio, ha avuto almeno uno strapuntino nonostante i rumors ne davano per praticamente certi due.  Niente da fare! 

Ora la Lega ha compiuto una nuova inversione a “U” nel tentativo di rimescolare le carte ma probabilmente i tempi non sono ancora maturi visto che un po’ tutti, maggioranze e opposizioni, si vogliono contare, prima di sparare le loro cartucce, su numeri parziali, sì, ma reali e non sempre chi spara in anticipo poi esce vincitore, anzi, e la storia insegna.




Il nuovo orario FS, da Orvieto a Milano in meno di 4 ore con scalo a Orte

Inizieranno da domenica 13 giugno i nuovi collegamenti Frecciarossa tra Umbria e Milano, le cui partenze si possono prenotare ad Orte. I treni fermeranno anche a Roma Tiburtina, Firenze SMN, Bologna AV, Reggio Emilia AV, Milano Rogoredo, Rho Fiera di Milano, Torino Porta Susa, Torino Porta Nuova.  

Per il bacino di Orvieto, il nuovo servizio mette a disposizione delle combinazioni con corse regionali già esistenti, e consentire: al mattino, il collegamento Orvieto-Milano C.le in 3h56’ (partenza da Orvieto ore 5:54 con treno RV4095) in luogo dell’attuale tempo di viaggio di 4 h 51’ e alla sera, il collegamento Milano-Orvieto in 4h (arrivo a Orvieto ore 23:10 con treno RV 4108).Lo comunica una nota della Regione Umbria / Assessorato ai trasporti e infrastrutture secondo cui, l’intesa Regione / Trenitalia garantisce maggiore fruibilità dei servizi Alta Velocità per tutti i bacini umbri. Inoltre nelle prossime settimane sarà valutata la possibilità di rendere il servizio ancora più fruibile.




Sì al calendario venatorio 2021/22 dalla commissione regionale

La Terza commissione consiliare, presieduta da Eleonora Pace, ha emesso a maggioranza parere favorevole alla proposta di calendario venatorio 2021-22, apportandovi però l’indicazione di un rinvio alla stagione 2022-23 per quanto concerne il divieto di caccia nei valichi di Bocca Trabaria, Fossato di Vico e Passo Carosina, previa parere favorevole dell’Ispra. Allo stato attuale infatti, non si sa ancora se la Regione Marche osserverà il divieto di caccia nei valichi per proteggere la fauna migratoria, quindi innanzi al rischio di disomogeneità sui territori di Umbria e Marche e disparità di trattamento fra i cacciatori delle due regioni si chiede una deroga specifica.

Non hanno partecipato al voto i consiglieri di minoranza Bettarelli, Bori (Pd) e Fora (Patto Civico). Quest’ultimo ha richiesto invece un’altra votazione per dare parere favorevole senza l’indicazione sui valichi, per evitare che non siano coerenti con le indicazioni dell’Ispra e demandando alla giunta le opportune conclusioni, richiesta bocciata dai voti contrari della maggioranza Lega-Fratelli d’Italia.

L’assessore Roberto Morroni ha spiegato che, dopo le richieste dei consiglieri della Lega, segnatamente del capogruppo Stefano Pastorelli e di Valerio Mancini, è stata inviata una lettera all’Ispra per chiedere la deroga sull’indicazione dei tre valichi montani in questione dove, secondo quanto previsto dal Piano faunistico venatorio, non si dovrebbe cacciare per un raggio di mille metri nel rispetto delle migrazioni dell’avifauna. In caso di parere contrario dell’Ispra, comunque non vincolante, il calendario venatorio potrebbe essere esposto ai ricorsi delle associazioni di tutela della fauna selvatica, come già accaduto alla Regione Lombardia, con possibilità di impugnazione dell’atto e di sospensione della sua validità. 




Per la ripartenza turistica di Orvieto si punta su itinerari esperienziali, eventi e “adventure”

Itinerari esperienziali immersivi, eventi e gamification, sono queste le tre linee progettuali con obiettivi di medio-lungo periodo contenuti nel piano di marketing territoriale del Comune di Orvieto presentato alla Sala Digipass della biblioteca comunale nel corso dell’iniziativa “Turismo, l’esperienza autentica di Orvieto per la ripartenza” alla quale ha partecipato l’assessore al Turismo e alla Cultura della Regione Umbria, Paola Agabiti Urbani.

Il piano, che comprende una fase di analisi dell’offerta turistica, del sentiment dei turisti sull’esperienza a Orvieto e l’elaborazione di tre proposte per la valorizzazione delle risorse turistiche del territorio, fa parte degli interventi inseriti nel progetto “Orvieto, un’esperienza aumentata”, di cui è partner anche il Comune di Porano, cofinanziato della Regione Umbria.  Il lavoro, curato dall’agenzia di comunicazione H2H, ha idealmente proseguito quello realizzato in occasione della campagna di promozione post lockdown “Orvieto città viva esperienza autentica” ed è il frutto di tre workshop che hanno coinvolto tutti i principali stakeholder cittadini (istituzioni, operatori di settore e associazioni) nel rebranding del portale di promozione turistica del territorio www.liveorvieto.com e nella definizione delle idee vincenti sulle quali costruire le politiche turistiche dei prossimi anni.   Ad illustrare i risultati sono stati Marcello Pavan responsabile Business Development di H2H che ha parlato di “un progetto molto ampio e di lunga prospettiva, una visione più che un punto di arrivo” e Andrea Di Napoli Ux Designer; presente Gianni Trotta, responsabile Digital Strategy & Performance.  Nel corso dei workshop sono stati raccolti più di 70 spunti e 26 idee progettuali concrete focalizzati sull’arricchimento del valore esperienziale del territorio. Sono progetti di costruzione di un’offerta originale, in grado di coinvolgere direttamente il turista, di portarlo dietro le quinte e di farlo interagire con il territorio in maniera diversa. Dall’analisi e la rielaborazione di tutti i contributi emerse durante i workshop sono nati tre concept differenti: Orvieto Experience, Orvieto Always On e Orvieto Adventure.

Orvieto Experience mette al centro dell’esperienza il viaggio inteso come esplorazione, scoperta e immersione in un tema, una passione, una cultura. L’ispirazione e l’immersione sono al centro dell’esperienza per scoprire e vivere il territorio dell’Orvietano in modo vivo e autentico. Le aree di interesse tematico, che diventano ognuno un prodotto turistico, sono Storie di artigianato, I piaceri della tavola, Religione e misteri, Rivivere la storia, Land Art&Territorio. Nel corso della presentazione è stato sviluppato il tema delle “Storie di artigianato”. L’obiettivo è quello di promuovere una strategia collettiva che superi l’individualità della singola bottega, spesso troppo nascosta e sconosciuta, creare itinerari-tour permanenti che possano mettere in evidenza le eccellenze del territorio dell’Orvietano, le piccole botteghe storiche e i maestri artigiani, con l’intento di mostrare e tramandare i loro preziosi antichi mestieri e manufatti. Si vuole cosi valorizzare il turismo esperienziale legato alle eccellenze artigiane costruendo un’offerta di workshop e attività sul territorio per rendere i turisti protagonisti attivi, entrando in sintonia con la cultura e tradizioni della bottega che visita.

Orvieto Always On invece non significa solamente vivere la città, ma farlo live, “dal vivo” grazie agli eventi che durante tutto l’anno animano il territorio, arricchendo il palinsesto di attività già in essere con eventi di diverso tipo e durata, capaci di stimolare curiosità intellettuale ed emozioni. Eventi speciali che riflettano l’autenticità e I valori della comunità per permettere a turisti e cittadini di partecipare e vivere il territorio in modo differente e partecipativo. Tra gli obiettivi indicati quello di creare nuovi eventi per completare l’offerta annuale e rendere attrattivo il territorio in ogni stagione, inserendo eventi dedicati a quelle tematiche non ancora sufficientemente sviluppate, potenziare l’attività di comunicazione degli eventi lavorando su marketing mix diversi come tipologia e canali, creare pacchetti turistici ad hoc per ogni evento/festival/iniziativa puntando sulla formula chiavi in mano in modo da facilitare la promozione e la prenotazione.

Orvieto Adventure è infine un programma di esplorazione interattiva che si propone di offrire esperienze di storytelling e gioco che guidano il turista nella scoperta del territorio e delle sue attrazioni. Il progetto, attraverso un’app dedicata che prevede audiobook, quiz e  a giochi ad alta interazione attraverso la realtà aumentata, offre l’occasione di raccontare in modo diverso la città, spinge il turista ad un ruolo attivo, trasformandolo da passivo fruitore e osservatore ad un esploratore coinvolto in prima persona nella storia della città.Per quanto riguarda la parte di sentiment analisys, lo studio ha analizzato i feedback rilasciati dai visitatori di Orvieto sul canale digitale Google Places, evidenziando criticità e punti di forza che possono influenzare la visita di un turista nella città. L’analisi ha interessato diverse categorie: Attrazioni, Ristorazione, Hospitality, Parcheggi. Per ciascuna di queste sono stati calcolati il sentiment medio aggregato e il rating medio aggregato degli ultimi due anni (dal 1 gennaio 2019 al 1 gennaio 2021) e si è proceduto al confronto tra la città di Orvieto e i cinque principali competitor rilevati: Siena, Assisi, Spoleto, Pienza e Civita di Bagnoregio. Dall’analisi sulle attrazioni è emerso un sentiment decisamente positivo (4.35), con un rating medio di 4.67. Il tema del prezzo è quello che riscontra opinioni e feedback meno positivi. Molto buoni anche i giudizi sulla ristorazione, con un sentiment di 4.37 e un rating di 4.41, e sulle strutture ricettive, con un sentiment di 4.40 e un rating di 4.35. Nel confronto con i competitor, sulle attrazioni Orvieto si contende il primo posto nel rating con Assisi e Siena e batte tutti nel campo della ristorazione. Abstract del progetto al link https://share.h2h.net/index.php/s/H3DpiWtpmgcHY3D

“In questo anno, anche grazie alla collaborazione con la Regione Umbria e con l’assessore Paola Agabiti – ha detto il sindaco di Orvieto e assessore al Turismo, Roberta Tardani – non abbiamo mai smesso di raccontare l’esperienza autentica che si vive nella nostra città facendo accendere su Orvieto i riflettori di tutti i media nazionali e non solo, rivendicando un ruolo da protagonisti in Umbria e non da semplice foto di copertina. Ma in questo anno non abbiamo mai smesso di pianificare il futuro e abbiamo lavorato insieme alla città per costruire un piano di marketing territoriale che dopo l’emergenza ci desse delle prospettive di medio-lungo termine. Oggi quel lavoro arriva a compimento. Un piano che, sin dall’inizio, abbiamo voluto essere concreto e operativo, che ci dicesse sì quali sono i nostri problemi e quali le criticità del nostro sistema ma che ci facesse capire come ci vedono da fuori, cosa dicono di noi, quale è il confronto con altre realtà simili alla nostra ma soprattutto che individuasse soluzioni e ci fornisse una progettualità spendibile da subito per valorizzare le risorse turistiche del territorio”.“E’ stato un lavoro lungo – ha aggiunto – complicato anche per via delle limitazioni dell’emergenza sanitaria che ci hanno impedito di organizzare incontri e workshop in presenza, ma è stato un lavoro corale dove tutti hanno potuto dare il loro contributo. Abbiamo un nuovo brand turistico, che mette il territorio al centro dell’offerta ma pone Orvieto al centro del territorio, abbiamo un sito web di promozione turistica rinnovato, più completo e più efficace, oggi presentiamo le tre proposte che sono già progetti da mettere in campo sui quali coinvolgere tutta la città e reperire risorse a partire da quelle che la Regione Umbria si appresta a mettere a disposizione. Quello di oggi non è dunque un punto di arrivo ma un punto di partenza, anzi di ripartenza”.

“Un ringraziamento particolare va al Comune di Orvieto e alla Regione – ha affermato Marco Conticelli, sindaco di Porano – perché abbiamo iniziato ad intraprendere un percorso che vede Orvieto al centro ed il suo territorio protagonista di questo progetto e di altri che seguiranno. Sono felice di poter collaborare a questo progetto di territorio che, per il Comune di Porano vede evidenziati due aspetti fondamentali: gli attrattori culturali e gli itinerari naturalistici. Porano è il Comune più vicino ad Orvieto situato in una posizione collinare e meta di persone, anche di una certa notorietà, che hanno scelto il nostro territorio per la loro residenza. Stiamo lavorando sulle emergenze culturali e naturali. Porano è un territorio di Etruschi e infatti la sezione del progetto si intitola ‘territorio degli Etruschi’. In questo senso abbiamo intrapreso una collaborazione concreta con la Soprintendenza e sono prossimi gli interventi sulla tomba Hescana e le tombe Golini e poi c’è il gioiello di villa Paolina sede del CNR che, relativamente al parco, è gestita direttamente dal Comune di Porano su convenzione con la Provincia di Terni. Quel sito diventerà una ulteriore possibilità di sviluppare iniziative. Quanto ai percorsi naturalistici il territorio di Porano che guarda verso l’alto viterbese, ne è ricco. Nei giorni scorsi è stato inaugurato un nuovo percorso con il CAI. Un territorio quindi quello di Porano che costituisce una continuità importante rispetto all’ambito comunale di Orvieto. L’importanza del progetto sta nella continuità territoriale che è possibile con le collaborazioni trasversali di territorio”. 

“E’ un piacere vedere la realizzazione di questo importante progetto, perché la Regione dà tutto il supporto; ma vedere realizzati con risorse pubbliche progetti che hanno coinvolto due Enti Pubblici e i loro Sindaci, con la partecipazione diretta degli operatori che ogni giorno sono a contatto con la realtà è un segnale molto positivo” ha detto l’assessore regionale al Turismo e alla Cultura, Paola Agabiti Urbani che ha proseguito “presto pubblicheremo un nuovo bando che consentirà di completare questo progetto. La profilatura del turista che il progetto di marketing territoriale di Orvieto ci rappresenta, è una istantanea dei punti di forza non solo di questa città ma di una importante parte del territorio regionale. E’ stato fatto un lavoro fondamentale e importante che è una base anche per la Regione, che fornirà un aiuto e un supporto necessario per portarlo a compimento”.“Quello di Orvieto e il suo territorio è un legame fortemente attrattivo – ha proseguito – in questa città si respira la storia, il sapere, la maestria delle botteghe artigiane, il vivere lento che caratterizza anche i nostri borghi quindi fa particolarmente piacere vedere che, nonostante questi mesi difficili, i Comuni hanno messo in cantiere progetti importanti che riguardano non solo il brand ma anche gli eventi che il Comune sta già mettendo in campo, da UJW ad altri appuntamenti. Un territorio che ben si presta alle produzioni cinematografiche che, come Regione, attraverso la nuova Umbria Film Commission ci auguriamo di poter attrarre per nuove produzioni in tutta la regione e quindi anche in questa realtà territoriale.   Le idee progettuali che il progetto ci rappresenta tendono al turismo esperienziale che lascia al turista emozioni nuove e la voglia di tornare. Il lavoro fatto ricalca molto di ciò che come Regione abbiamo iniziato a fare per conoscere meglio il turista che sceglie la nostra regione. Oggi sappiamo che la domanda che proviene dal ‘turista post Covid’ è molto diversa da quella del ‘turista pre Covid’ ed anche per questo l’impostazione della campagna di promozione della Regione Umbria – ‘io amo il mare dell’Umbria’ – è stata molto modificata. La strada da percorrere è lunga, stiamo però lavorando sotto una molteplicità di aspetti, come sanno gli operatori del settore che ho incontrato proprio questa mattina presso il Comune. Stiamo lavorando ad un’app regionale con partner nazionali e internazionali per fare un progetto che ossa fare dell’Umbria un brand corporate che sia da collettore per tutte le realtà territoriali. Oggi abbiamo la dimostrazione tangibile che la strategia regionale per avere successo non può andare da sola ma deve essere condivisa e declinata il più possibile a livello territoriale, facendo del turismo un elemento essenziale di crescita economica”. 




La ricerca agroalimentare premia l’attenzione ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile

Presentata la terza edizione del progetto nazionale AGER – AGroalimentare E Ricerca, al quale aderisce la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Stanziati oltre 5 milioni per sostenere progetti di ricerca finalizzati a promuovere il rilancio e lo sviluppo del settore.

Dall’adattamento del grano duro ai cambiamenti climatici alle strumentazioni innovative per ottimizzare la quantità di sale necessaria per la produzione di prosciutti crudi di qualità fino al recupero dei sottoprodotti della filiera olivicola da riutilizzare in ambito alimentare. Sono, questi, solo alcuni dei “frutti” delle ricerche scientifiche sostenute da AGER – AGroalimentare E Ricerca, progetto partito nel 2008 in seno ad ACRI, l’organizzazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa. All’iniziativa, giunta quest’anno alla terza edizione, ha aderito anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.

Questa mattina, nel corso di una videoconferenza stampa, il Vicepresidente della Fondazione Nicola Bastioni e la Project manager di AGER, Valentina Cairo, hanno presentato il progetto delineandone il potenziale fortemente innovativo. Grazie a tematiche di intervento di rilevanza nazionale l’iniziativa si propone di promuovere il rilancio e lo sviluppo dell’agroalimentare italiano, prestando attenzione anche agli effetti positivi che le ricerche produrranno nelle varie filiere e nei diversi territori attraverso il trasferimento tecnologico dei risultati alle imprese. Con un’unica finalità: sostenere una filiera agroalimentare made di Italy che incentivi la crescita delle comunità locali, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti nell’Agenda 2030. 

Come spiegato da Valentina Cairo, la terza edizione di AGER è indirizzata a sostenere azioni di ricerca per l’identificazione di soluzioni innovative al fine di garantire una produzione agricola sostenibile, che ottimizzi e limiti il ricorso alle risorse naturali e sia in grado di far fronte alle conseguenze del cambiamento climatico. I fondi a disposizione, oltre 5 milioni di euro, verranno assegnati attraverso bandi pubblici rivolti agli Enti di ricerca nazionali, nell’ambito di quattro aree di intervento: colture e cambiamenti climatici, contrasto ai patogeni, zootecnia e impatto ambientale, gestione forestale sostenibile. I progetti verranno selezionati con il supporto di esperti internazionali secondo criteri condivisi di peer review, garantendo la massima trasparenza e un livello scientifico d’eccellenza.  

 Nicola Bastioni, Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia

“Ciascun territorio potrà avanzare delle proposte – ha sottolineato il Vicepresidente della Fondazione Nicola Bastioni – pertanto è fondamentale che si apra un confronto su scala locale affinché vengano focalizzate le priorità che anche l’Umbria potrà portare al tavolo nazionale per l’individuazione delle tematiche finali su cui verranno indirizzati i bandi. Grazie allo sforzo comune delle Fondazioni che aderiscono al progetto sarà possibile creare e rafforzare le partnership tra Centri di ricerca che vanno oltre la dimensione locale e offrire così ai nostri scienziati un’occasione per continuare a sviluppare le proprie conoscenze e competenze in un ambito che ha un ruolo cardine nell’economia del Paese. Nel contempo abbiamo l’opportunità di valorizzare le nostre eccellenze agroalimentari prestando attenzione a temi come la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici e la sostenibilità ambientale, che saranno centrali per lo sviluppo futuro di questo comparto e per acquisire maggiore competitività sui mercati nazionali e internazionali”.

In questa chiave giocherà un ruolo fondamentale il secondo filone a cui guarda AGER: la possibilità di realizzare un piano di trasferimento delle conoscenze ottenute dai progetti sostenuti da AGER, o generate in altri contesti di ricerca, attraverso l’organizzazione di iniziative e tavoli di confronto nei territori delle Fondazioni. Individuando le modalità più efficaci per i diversi comparti produttivi per accelerare i flussi di trasferimento della conoscenza ed offrire soluzioni innovative, praticabili e sostenibili.

Nel corso della videoconferenza è stato illustrato un caso di studio relativo al recupero dei sottoprodotti della filiera olivicola da riutilizzare in ambito alimentare e che potrebbe trovare diretta applicazione anche nelle realtà imprenditoriali locali.

Ad oggi AGER ha sostenuto 32 progetti in ben otto settori: ortofrutticolo, cerealicolo, zootecnico, vitivinicolo, agricoltura di montagna, prodotti lattiero caseari, olivo ed olio, acquacoltura, i cui risultati sono disponibili e a beneficio di tutti gli operatori della filiera agroalimentare.

Con l’adesione al progetto la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia si propone di diventare un punto di riferimento su scala locale per chi è interessato ad avere informazioni sulle ricerche e sui relativi progetti sostenuti da AGER. Sul sito www.fondazionecrpg.com è stata aperta, inoltre, una apposita sezione che verrà costantemente aggiornata con le iniziative future e che contiene approfondimenti su quanto è stato già fatto fino ad ora.




Il PNRR, tanti sogni e due incubi, sanità e rifiuti. Sindaci, siamo sicuri che va tutto bene?

Il PNRR dell’Umbria è stato consegnato a Roma.  Come quello di altre Regioni è un po’ un libro dei sogni, dove c’è dentro tutto, ma proprio tutto.  E come tutti i libri dei sogni che si rispettano, leggendolo si intravede il progetto futuro di Regione che ha in testa la presidente Tesei.  Si spinge sul digitale, certamente, si implementa la centralità (sic!) di Bastia Umbra, si pensa a una mission adeguata per Terni sempre meno a trazione industriale pesante.  E Orvieto?  Ecco, anche il futuro di Orvieto è disegnato.  Soprattutto è delineato il grado d’importanza della città all’interno dell’Umbria.  Otto volte è citata la città del Duomo; sembrano tante ma nella realtà così non è, visto che l’unica ripetizione e gli unici progetti definiti già nel libro dei sogni riguardano l’incubo-rifiuti.  Sarà un caso?

Ma vediamo brevemente come è pensata Orvieto del futuro per l’Umbria.  I collegamenti dovrebbero essere il piatto forte e invece, solo generici impegni a migliorare, migliorare, migliorare…nulla di più.  Ma cosa e dove?  Sicuramente i collegamenti ferroviari da e per Roma e Firenze, andandosi a collegare in maniera veloce con i due punti extra-regionali dell’AV umbra (il pensiero di utilizzare Orvieto non è mai venuto né a sinistra né a destra) e con l’aeroporto di Roma Fiumicino, quello di riferimento per la città del Tufo.  Sarebbe auspicabile un netto miglioramento della viabilità da e verso il capoluogo regionale nei punti dei cosiddetti “Fori di Baschi” e rendendo meno tortuosa, laddove economicamente sostenibile, la Orvieto-Todi che poi si collega alle E45 per Perugia.  Orvieto città isolata, ma allo stesso tempo di confine con alto Lazio e bassa Toscana e attraversata da tre direttrici di grande traffico nazionale (due linee ferroviarie e una autostradale) dovrebbe avere una sanità semi-autonoma, non si pretende di avere in house anche i trapianti, per rispondere in particolare alle emergenze denominate “tempo-dipendenti”.  Ci ritroviamo con un hospice a due passi dal Duomo e ambulatori, in un punto dalla viabilità difficile e dove auspicabilmente non si dovrebbe proprio arrivare in auto.  Un ospedale DEA di I livello con alcune operazioni di maquillage e una manciata di operatori in più.  Per il resto Orvieto è inserita in “altre città” nel PNRR targato Tesei.

Poi, per finire, c’è l’incubo dei rifiuti, un male ma necessario.  E’ vero, i rifiuti li produciamo tutti ma perché poi il conto lo paga solo uno?  Insomma, anche nell’ossatura del nuovo piano e nel libro dei sogni, Orvieto appare come punto di riferimento per il settore.  Sì da una parte si recupera e si mette in sicurezza il calanco più “antico” quello con i rifiuti importati per intenderci, ma dall’altro non si nasconde più la mano che ha scritto “revamping”.  Sì, ci si è giustamente preoccupati della vicinanza di un possibile futuro impianto di trasformazioni di rifiuti plastici, ancora una volta sempre di rifiuti si parla, perché troppo vicino a zone di alto pregio vitivinicolo, e poco più in là c’è la discarica che dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, rimanere come riferimento per l’intero ATO2, anche se in forma residuale, ma tanto basta per sapere che continueranno gli scarichi a “Le Crete”.  Contro questa realtà hanno alzato la voce, di un tono, sindaci e amministratori, di più, le associazioni, ma alla fine la discarica continua a rimanere a Orvieto come un moloc.

In sintesi, per quanto possibile, questo è il profilo che viene delineato per Orvieto nel “libro dei sogni” della Regione Umbria, un territorio ancora marginale, con qualche “aiutino” di facciata e nulla di sostanzioso e due incubi: la sanità e l’ambiente.  E allora per finire due domande agli amministratori dell’orvietano, semplici e dirette.  Ai sindaci dell’intero territorio piace questa situazione?  I sindaci del territorio sono pronti a combattere fino alle barricate senza distintivi politici?




PD di Orvieto, sulla sanità pubblica il “vogliamoci bene” non funziona

Abbiamo più volte segnalato la “disattenzione” dell’attuale amministrazione comunale di Orvieto in materia di sanità pubblica. Lo avevamo fatto durante i mesi più duri dell’emergenza sanitaria e ci vediamo costretti a farlo di nuovo.   Il diritto alla salute sembra non trovare spazio nell’agenda di sindaco e giunta, in altre faccende affaccendati per accorgersi del fatto (o per avallarlo?) che la salute non è merce che se hai i mezzi la compri, altrimenti ti arrangi come puoi.  Tra gli effetti di questa “disattenzione” rientra la grottesca vicenda della gestione della campagna di vaccinazione – in merito alla quale i consiglieri comunali del Partito Democratico hanno già depositato opportuna interrogazione – che, oltre agli inspiegabili ritardi ed all’inerzia della Regione (si veda la campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, avviata dal governo ma assente nella programmazione regionale), costringe gli orvietani a spostarsi a Terni, Narni, Amelia o, per i più fortunati, al caos delle lunghe file sotto il sole presso l’hub di Bardano.  Ma la vicenda dice di più, e parla del totale assoggettamento di Orvieto alle determinazioni che promanano da Perugia.

Nel “Libro Bianco” deliberato dalla giunta regionale nel mese di febbraio, contenente le linee strategiche del nuovo Piano Sanitario Regionale, si preannuncia il dimezzamento dei distretti (da 12 a 5/6).  Tra questi, in ragione dei numeri, Orvieto non è contemplata.  Dal sindaco Tardani solo silenzio.   Non importa se l’accorpamento del distretto di Orvieto suoni completamente distonico rispetto al proposito di rafforzare la medicina del territorio ed in controtendenza rispetto a quanto l’esperienza Covid avrebbe dovuto insegnarci.  Non importa se il taglio andrebbe a colpire un’area interna riconosciuta come tale anche per via della distanza dai principali centri di erogazione dei servizi sanitari.   Non importano le carenze strutturali, strumentali, organizzative e di personale che gravano sul nostro ospedale, che sta pagando un costo altissimo in termini di reale capacità di erogare servizi sanitari ai cittadini.  Non importa se i soldi che arriveranno sul Pronto Soccorso sono stati previsti dal Ministero della Sanità, non certo dalla Regione, e gli interventi strutturali del Recovery Plan sull’ospedale cittadino, in materia di prevenzione del rischio sismico, saranno da dividere con Foligno e Spoleto.  Non importa se la nuova collocazione individuata per la  Casa di Comunità all’interno dell’ex ospedale in piazza Duomo lasci enormi perplessità sia in termini di logistica, funzionalità territoriale ed accessibilità, sia in termini dell’ammontare dell’investimento e dei tempi di realizzazione, considerati i limiti stringenti imposti del Recovery Fund.   Non importa se da una parte si progettano interventi per mitigare le oggettive diseguaglianze sul tema del diritto alla salute e dall’altra si annienta ciò che residuava di quel diritto. 

Non importa se sulla sanità pubblica il “vogliamoci bene” non funziona.

Partito Democratico di Orvieto




Saldi estivi l’assessore Fioroni, “si torna alla normalità con inizio il 3 luglio fino al primo settembre”

E’ la data che tutti attendono, quella dei saldi estivi ed è arrivata la conferma da  parte della Regione Umbria, “la data di inizio dei saldi estivi è confermata per il 3 luglio. La durata sarà di 60 giorni e pertanto, per l’anno 2021, i saldi termineranno mercoledì 1 settembre. Resta ferma la possibilità di svolgimento delle vendite promozionali anche nei trenta giorni precedenti i saldi”.  E’, praticamente, un ritorno alla normalità visto che nel 2020, dopo la lunghissima chiusura forzata da marzo a metà maggio circa, le associazioni avevano chiesto ed ottenuto uno spostamento in avanti dell’inizio dei saldi estivi.  Quest’anno, come ha spiegato l’assessore Michele Fioroni, “il ritorno al tradizionale periodo di inizio dei saldi estivi, rappresenta un passo verso il ritorno ad una normalità dopo il periodo di grande difficoltà che ha visto il settore del commercio fra i più colpiti dalla crisi pandemica.  Colgo l’occasione. ha concluso Fioroni – per rivolgere un sincero buon lavoro a tutte le imprese del settore”.