Gli Amici della Terra lanciano un appello a Regioni e Comuni, “che fine farà il giardino La Pellegrina?”

Monica Tommasi, presidente dell’Associazione Amici della Terra Onlus, ha inviato un appello per salvaguardare il Giardino “La Pellegrina” alle Regioni Lazio e Umbria ed ai Comuni di Bagnoregio, Bolsena, Lubriano, Celleno, Montefiascone, Viterbo, Orvieto, Castel Giorgio e Porano. “Ci domandiamo che ne sarà di questo giardino”, sottolineano, “ubicato nel Comune di Bagnoregio, sul confine di quello di Orvieto in Località Casa Nuova, distante appena 4 Km in linea d’aria da Bolsena. I Signori Graham, che hanno scelto di vivere nelle nostre campagne, hanno recentemente realizzato questo magico spazio verde avvalendosi del noto paesaggista Stuart Barfoot, che ha creato cinque giardini tematici impiegando oltre 500 specie di piante. Sono poi riusciti ad inserirlo nel network Grandi Giardini Italiani che comprende tra gli altri Ninfa, Villa Lante, Villa D’Este, Villa Adriana e Castello di Ruspoli. Il giardino è destinato ad essere visitato da professionisti e appassionati da tutti Europa, senonchè sono intervenuti una serie di progetti per impianti eolici e fotovoltaici che rischiano di cancellarlo dal territorio.

Prima il progetto eolico PHOBOS (sette grandi aerogeneratori alti 200 metri, di cui PEOS 6 e 7 sul territorio a nord del giardino) quindi il progetto eolico Bagnoregio (anche in questo caso sette grandi aereogeneratori alti 200 metri, di cui TRC 1,2,3, sul territorio ad est e a sud del giardino), per ultimo un progetto agrivoltaico denominato Deimos esteso su circa 70 ha che abbraccia il giardino su tre lati (notiza di pochi giori fa desunta dal sito del MASE, ove è in corso di procedimento il VIA con scadenza delle osservazioni fissata al 26 Aprile 2024). Non abbiamo parole per commentare la scriteriata politica energetica nazionale, iniziata dal Governo Draghi e poi proseguita senza soluzioni di continuità dal Governo Meloni. Proprio quest’ultimo ha approvato il progetto PHOBOS lo scorso mese di Giugno, laddove i Ministeri competenti (MASE E MIC) erano entrati in contrasto, provocando la presentazione di ricorsi da parte dei proprietari coinvolti, di Associazioni (Amici della Terra) e di Comuni (Orvieto e Castel Giorgio), che saranno discussi nel prossimo mese di Luglio presso il Tar dell’Umbria. Elemento comune a molti progetti di impianti eolici/fotovoltaici di un ampio territorio a carattere interregionale è costituito dalla nuova stazione elettrica prevista nel progetto PHOBOS in Località Torraccia nel Comune di Castel Giorgio a confine con quello di Acquapendente. Proprio qui gli amici della Terra ed i Comitati locali organizzarono un sit-in nell’Aprile 2023 per scongiurare il pericolo di invasione dell’Alfina con pali e pannelli made in Cina. Oggi siamo oltre il pericolo, siamo avvolti da paura (PHOBOS) e da terrore (DEIMOS), grazie ad assurde normative che, in nome della crisi energetica e climatica, non fanno altro che favorire la speculazione da parte di grandi gruppi imprenditoriali attraverso una colonizzazione selvaggia del Bel Paese, senza risolvere i problemi ambientali e, probabilmente, aggravandoli”




La dura replica alla Cgil dell’assessore regionale Melasecche, “i trasporti non sono materia da bar”

“La Giunta Regionale dell’Umbria ha riservato, fin dal suo insediamento, una particolare attenzione ai servizi ferroviari di tutta l’Umbria e quindi in particolare a quelli del bacino orvietano, collaborando attivamente con le associazioni di rappresentanza dei pendolari, per condividere le priorità di intervento. Negli ultimi anni sono stati concretamente potenziati i servizi: sia quelli a vocazione pendolare, sia quelli volti a facilitare la raggiungibilità di Orvieto nel tempo libero, anche sotto il profilo dell’intermodalità”.  È quanto evidenzia l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche, che elenca nello specifico “i collegamenti aggiuntivi che sono stati progressivamente introdotti negli ultimi anni, tutti attualmente attivi”.

2019 – creazione del nuovo treno Regionale 18710, “che ha realizzato una nuova soluzione di viaggio per il rientro serale da Roma ad Orvieto e Chiusi. Tale opzione costituisce un’alternativa, espressamente dedicata ai pendolari, in sostituzione del collegamento Euronight Roma-Vienna, precedentemente utilizzato dai pendolari stessi e poi modificato per esigenze legate al traffico internazionale. Il treno regionale 18710, che dal 2021 circola tutto l’anno, estate inclusa, viene utilizzato da circa sessanta pendolari orvietani nei giorni lavorativi. (RV 4734: Roma Termini 19.02 – Orte 19.44; R 18710 partenza da Orte 19.55, arrivo ad Orvieto 20.25, a Chiusi 20.55)”.

2020 – creazione del nuovo treno Regionale 18724, “che ha realizzato una nuova soluzione di viaggio per raggiungere Firenze da Orvieto entro le 8.00 del mattino che prima non esisteva. Antecedentemente – ricorda -, il primo collegamento da Orvieto per Firenze arrivava alle ore 9:52. (R 18724: Orte 5:20 – Orvieto 5:48– Chiusi 6:14; R 4120 Chiusi 6.22 con arrivo a Firenze SMN 7:58)”.

2020 – creazione del nuovo treno Regionale 18723, “collegamento mattutino Orvieto – Terni diretto senza cambio che, aggiungendosi alle corse esistenti realizza al primo mattino una frequenza alla mezz’ora circa tra Chiusi/Orvieto e Terni che prima non c’era”.

2020 – creazione dei nuovi treni Regionali 18726, 18727 e 18713/PG065, “grazie ai quali Orvieto gode nel pomeriggio di collegamenti a frequenza oraria sia con Terni, sia verso Roma, a partire dalle 14.28 ogni ora”.

Nel 2021 “per ottimizzare l’accesso degli umbri alla rete Alta Velocità da Orte, grazie alla nuova fermata dei treni Frecciarossa 9508 Roma-Milano-Torino e Frecciarossa 9563 Milano-Roma,  rimodulazione oraria del treno RV4151, realizzando nuovi interscambi nel nodo di Orte. Si è realizzata, tra le altre, una nuova soluzione di viaggio per raggiungere Orvieto da Terni al mattino (Terni 6.11 – Orvieto 7.23), oltre alla possibilità di viaggiare da Orvieto a Milano e viceversa in 4 ore circa (andata: Orvieto 5.54 – Milano Centrale 9.50; ritorno Milano Centrale 19.10 – Orvieto 23.10). In alternativa – sottolinea -, altre soluzioni di viaggio richiedono almeno 5 ore, quindi la istituzione del Frecciarossa ad Orte costituisce un vantaggio rilevante anche per gli orvietani”.

“Dichiarare, come fa la CGIL, che sulla Direttissima passano centinaia di Frecciarossa ma non fermano ad Orvieto è ridicolo – sottolinea Melasecche – perché è come dire che sui cieli dell’Umbria passano centinaia di aerei, ma non atterrano. Come noto – ricorda – i Frecciarossa sono treni a mercato e, mentre ad Orte raccolgono una utenza rilevante anche se da sola comunque insufficiente a coprirne i costi, la ipotetica fermata ad Orvieto costituirebbe un rallentamento di quel treno, che quasi nessuno più prenderebbe, con una utenza talmente minimale su un convoglio da 600 posti che porterebbe ad un debito elevatissimo della società di trasporto, tant’è che né Trenitalia né Italo accettano di praticarla. Fare dichiarazioni fuorvianti – prosegue – non qualifica i soggetti che strumentalizzano situazioni spiegate più e più volte nel corso dei confronti che ci sono stati. I trasporti sono materia non da bar né da populismi inconcludenti, ma da soggetti che hanno o sono disponibili a riflettere su strategie e problemi molto complessi”. 

2022 – rimodulazione dei treni Regionali 4700 e 4072, “con realizzazione di due nuove soluzioni di viaggio per raggiungere Orvieto da Perugia in circa 1 ora e mezza al mattino (partenza da Perugia 7.18 arrivo ad Orvieto 8.56; partenza da Perugia 9.50 arrivo ad Orvieto 11.19, entrambe le soluzioni con cambio a Terontola).

“Oltre che di questi potenziamenti, Orvieto ha beneficiato di nuovi servizi dedicati ai viaggi del tempo libero”, ricorda ancora l’assessore regionale. “Dal 2021 in estate, prolungamento su Orvieto di alcuni servizi “Trasimeno Line”: corse circolanti il fine settimana, che collegano i due versanti del lago Trasimeno (Perugia↔Chiusi/Orvieto), effettuate con elettrotreni Jazz, nate per promuovere il viaggio in treno in Umbria in ambito leisure”. Dal 2023, possibilità di spostarsi tra Orvieto e Perugia nei giorni festivi con arrivo alle 9.00 del mattino, grazie all’introduzione dei due nuovi treni festivi R5109 e R5114 (partenza da Perugia 7.23, arrivo ad Orvieto 8.56; partenza da Orvieto 7.24, arrivo a Perugia 9.05, entrambi con cambio a Terontola)”. Orvieto è inoltre “protagonista dei progetti di sviluppo intermodale: infatti da aprile 2022 è attivo “Orvieto Link”, il servizio che consente di programmare ed acquistare in unica soluzione i viaggi in treno+funicolare fino a Orvieto Centro, servizio che è risultato molto apprezzato dai passeggeri”.

Sul fronte dei collegamenti ferroviari a lunga percorrenza, “Orvieto è storicamente servita ogni giorno da 12 treni Intercity e Intercity notte”.

“In questo momento storico, in cui l’Italia vive un’intensa fase di rinnovamento infrastrutturale anche grazie all’utilizzo dei fondi PNRR – rileva l’assessore -, le indisponibilità della rete conseguenti dai lavori in corso si ripercuotono anche sui collegamenti ferroviari a lunga percorrenza, che temporaneamente possono essere rimodulati, al fine di consentire l’effettuazione degli interventi di potenziamento. Con riferimento ad Orvieto, nel 2023, la Regione Umbria è intervenuta con azioni volte a mitigare gli impatti sul territorio di tali rimodulazioni. In particolare – spiega -, visto che durante l’estate 2023 alcuni degli Intercity normalmente passanti per Orvieto sono stati instradati sul versante Adriatico, scelta ineludibile per migliorare strutturalmente la rete nazionale, la Regione ha autorizzato l’effettuazione delle corse ferroviarie regionali aggiuntive, nel mese di luglio, per il rientro pomeridiano ad Orvieto da Roma e da Terni (R18716 e R18718) ed in direzione opposta (R18717 e R18727)”.

“Giova rammentare – dice l’assessore – che l’Umbria trarrà notevoli benefici dai potenziamenti infrastrutturali in corso, tra cui i più significativi riguardano il raddoppio di binario tra Campello e Spoleto, la manutenzione straordinaria della tratta Giuncano – Terni, l’attivazione del sistema di sicurezza ERTMS sia tra Orte e Foligno che sulla linea Direttissima Firenze-Roma. E notevoli benefici deriveranno anche dalle nuove progettazioni che entro poche settimane daranno prova dell’enorme lavoro di questa legislatura, come le nuove progettazioni della tratta Terni-Spoleto, di quella relativa alla riqualificazione delle stazioni di Assisi e di Ellera, e non ultima la progettazione della nuova stazione Aeroporto a Collestrada, per tacere dell’enorme lavoro che ha portato a risultati brillanti sul fronte aereo e stradale”.

“Per comprendere gli impatti sul servizio di questi importanti interventi – continua l’assessore – la Regione Umbria ha fin qui fatto e farà riferimento al tavolo di confronto aperto sin da luglio 2023 con i Comuni di volta in volta interessati e con il Comune di Orvieto, il Sindaco e l’Assessore ai Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia, il dialogo è continuo, così come con i rappresentanti dei pendolari che nell’ambito del tavolo hanno rappresentato alcune richieste di ulteriore miglioramento, già oggetto di approfondimenti in corso sulla fattibilità tecnica”.

“Scorciatoie, polveroni in vista di scadenze elettorali sollevati con obiettivi ben diversi dell’interesse collettivo – conclude Melasecche -, non giovano né ai viaggiatori né alle nostre comunità che questa Giunta regionale ha sempre tenuto nella massima considerazione”.




Primo incontro per discutere di ritardi, treni, possibili soluzioni tra Regione, Comune e Trenitalia

Si è riunito martedì 9 gennaio a Perugia il tavolo tra la Regione Umbria, la direzione regionale Umbria di Trenitalia e il Comune di Orvieto per analizzare la situazione dei trasporti ferroviari sul territorio orvietano alla luce degli ultimi episodi che si sono verificati lungo la linea ferroviaria Roma-Firenze. All’incontro hanno partecipato Enrico Melasecche, assessore regionale ai trasporti; Amelia Itlaiano, direttore generale Umbria di Trenitalia; Marina Balsamo, amministratore unico di Umbria Mobilità; Gianluigi Giusti, per il coordinamento dei comitati dei pendolari umbri e il sindaco di Orvieto insieme all’assessore comunale ai trasporti, Gianluca Luciani.

Sul tavolo – spiega l’assessore ai Trasporti, Gianluca Luciani – sono state analizzate le problematiche e le esigenze di centinaia di viaggiatori che quotidianamente si muovono dal nostro territorio per motivi di lavoro e di studio. Alla Regione e alla direzione regionale di Trenitalia sono state avanzate richieste specifiche per abbattere i tempi di percorrenza con la Capitale, in particolare per il rientro da Roma dell’Ic 598 la cui partenza con l’orario invernale è stata spostata al Binario 2 Est accumulando spesso ritardi, e per andare a colmare alcuni buchi negli orari dei treni in partenza da Orvieto durante la settimana tra le 7 e le 9, e quindi garantire l’arrivo a Roma entro le 9, così come per assicurare collegamenti anche nei giorni festivi. Per quanto riguarda le situazioni emerse in particolare negli ultimi mesi e relative ai ritardi dei treni utilizzati dai pendolari del territorio orvietano da e per Roma, gran parte dei disagi, è stato detto, sono dovuti ai problemi del materiale rotabile e ai numerosi cantieri che si sono aperti lungo le tratte ferroviarie in tutto il territorio nazionale per gli interventi finanziati dal Pnrr che provocano spesso rallentamenti e ritardi dei convogli sull’intera rete. Come richiesto dall’assessore Melasecche, siamo ora in attesa di avere un monitoraggio puntuale degli ultimi mesi per valutare le possibili soluzioni da adottare. Il tavolo di confronto – conclude l’assessore – resta aperto e l’interlocuzione con la Regione e con la direzione regionale di Trenitalia è sempre stata costante e l’attenzione non è mai mancata come dimostra la celerità con cui l’assessorato regionale ai Trasporti ha convocato la riunione. Sabato 13 gennaio incontreremo i rappresentanti dei pendolari orvietani per approfondire alcune questioni e preparare il prossimo confronto che sarà allargato anche alla direzione regionale Toscana di Trenitalia, dalla quale dipendono molti dei treni che attraversano il nostro territorio, e alla divisione competente per gli Intercity”.




Alta velocità a Creti, per la Filt Cgil Umbria una scelta sbagliata

La decisione di collocare la nuova stazione dell’alta velocità Medio Etruria a Creti (Ar) non è una buona notizia per l’Umbria. Ne è convinta la Filt Cgil, il sindacato regionale delle lavoratrici e dei lavoratori del trasporto, che stamattina, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Perugia, ha illustrato, mappe alla mano, le criticità di questa soluzione e le potenzialità, invece, di soluzioni alternative, come ad esempio quella della stazione di Chiusi.
“Risulta difficile – ha detto Ciro Zeno, segretario generale della Filt Cgil dell’Umbria, mostrando tragitto e tempi di percorrenza su Google Maps – capire come si possa considerare un buon risultato per la nostra regione l’aver individuato una stazione che dista quasi 60 chilometri dal capoluogo Perugia, che non è raggiungibile in treno, perché a Terontola la linea si interrompe, e che richiede tempi di percorrenza di circa 45 minuti in auto, se non si trova traffico”. Secondo Zeno, dunque, questa soluzione di fatto non avvicinerà Perugia e l’Umbria all’alta velocità e continuerà comunque a costringere i cittadini umbri ad utilizzare il mezzo su gomma per raggiungere la stazione di partenza. Ma secondo la Filt Cgil, un’alternativa molto più logica e conveniente ci sarebbe stata e ci sarebbe: la stazione di Chiusi, già dotata di servizi e infrastrutture importanti (che a Creti andrebbero ovviamente costruite da zero) e baricentrica per la bassa Toscana, l’Umbria occidentale e l’alto Lazio. “Sarebbe stato sufficiente, come peraltro originariamente ipotizzato dalla stessa Regione Umbria – ha spiegato Zeno – realizzare un piccolo nodo ci collegamento di appena 4 chilometri tra Borghetto e Badiaccia, sulle sponde del lago Trasimeno. Questo avrebbe consentito alla linea per Terontola di collegarsi direttamente con la Roma-Firenze per raggiungere appunto Chiusi. Il tutto – ha sottolineato il segretario Filt – con tempi di percorrenza da Perugia certamente più brevi e soprattutto su rotaia e non su gomma”. Un’ipotesi, quella descritta dalla Filt Cgil, che si integrerebbe benissimo anche con la nuova linea Terni-Todi-Perugia, sulla quale Rfi sta investendo decine di milioni di euro, e che renderebbe “interessante” il collegamento anche per l’Umbria del sud. “Crediamo che, viste pure le forti perplessità della Regione Toscana, la stessa che dovrebbe ospitare la nuova stazione di Creti, ci siano buone ragioni per rivalutare la scelta e prendere in considerazione alternative più funzionali”, ha concluso Zeno.

Fonte: Filt-Cgil Umbria




Quando la politica occupa la sanità senza titoli, competenze e studio

La Regione Umbria ha affidato come facente funzione la direzione generale della USL Umbria 2.  Bene, almeno non abbiamo cariche in vacatio coperte da qualche burocrate attento al saldo e non ai servizi.  Poi la USL Umbria 2 dopo 18 mesi di responsabilità come facente funzione annuncia l’apertura di un bando per la cardiologia e UTIC dell’ospedale di Orvieto.  Finalmente, a una prima lettura, è stata la reazione.  Poi si scopre che il bando è ancora una volta per avere un facente funzione.  Non è una novità per la debolissima e depotenziata sanità umbra che in tutte le strutture cardiologiche ha facenti funzione.  Non c’è un titolare e intanto si pensa a una cardiochirurgia unica per tutta la Regione.

Ma l’UTIC funziona all’ospedale di Orvieto?  E prima ancora cosa è una UTIC?  Rispondiamo in estrema sintesi alla prima domanda, “le unità di terapia intensiva cardiologica si occupano di garantire il massimo livello di trattamento a tutti i pazienti cardiologici critici e non solo a quelli affetti da patologia coronarica acuta” (questo è l’incipit di un articolo apparso sul Giornale Italiano di Cardiologia ndr).  Ora si può rispondere alla seconda domanda.  A Orvieto la UTIC c’è sulla carta ma manca il personale medico e infermieristico.  Già oggi il reparto è in sofferenza, con l’UTIC andrebbe in tilt ma soprattutto non assicurerebbe un servizio adeguato.  Certo, ha un costo piuttosto alto, non insostenibile, ma si preferisce altro, spendere soldi in operazioni di maquillage che confondono tanti ma non tutti.  Una su tutte l’ospedale di comunità che qualche politico locale ha spacciato per ritorno di un punto di soccorso nel centro storico.  Vediamo come viene definito dal sito pnrr.salute.gov.it: “l’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero”.  Funzioni di primo soccorso? Nella maniera più assoluta, è per i non acuti e lungodegenti che hanno bisogno di cure relative alla loro patologia.  Ma c’è la Casa di Comunità.  No, sbagliato. La Casa di Comunità serve per l’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento, luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale.

Purtroppo la politica quando si occupa di sanità utilizzandola come serbatoio di voti succede questo.  Abbiamo un dg della USL e un responsabile di unità complessa cardiologica facenti funzione: come si può programmare? Come si può investire a medio-lungo termine?  Meglio gestire l’ordinarietà con qualche fuga in avanti data solo ed esclusivamente dalla buona volontà e dalla professionalità dei facenti funzione.  Se si progetta allora entra in gioco la politica che vede Orvieto lontana e periferica, dimenticandosi che l’ospedale serve cittadini extra-regionali tamponando l’emorragia di pazienti umbri verso altre Regioni a carico della casse pubbliche e blocca tutto.

Per intervenire in un settore così delicato e vitale per una comunità si deve studiare, comprendere, affidarsi ai tecnici e professionisti e la politica dovrebbe fare un passo indietro ed essere facilitatore e mediatore.  Troppe parole in libertà, troppe inesattezze mentre la sanità pubblica è sempre meno reattiva e pronta a servire la comunità.




Approvato il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, c’è la discarica di Orvieto che diverrà “residuale”

Il Piano Regionale Integrato dei Rifiuti è operativo dopo il voto positivo del consiglio regionale dello scorso 14 novembre. Sono state dettate le regole per i prossimi 15 anni visto che sono programmati gli affidamenti per pulizia e raccolta fino al 2037. Nel piano viene dato il via libera al nuovo termovalorizzatore per il quale si è candidata Todi e vengono efinite anche le discariche che rimarranno attive per i cosiddetti rifiuti residuali non riciclabili provenienti esclusivamente dalla Regione. La discarica “Le Crete” di Orvieto sarà operativa insieme a Belladanza e Borgo Giglione.

E’ stato sottolineato come nella discarica di orvieto andranno solo rifiuti “made in Umbria” e con la partenza del termovalorizzatore, prevista per il 2028, verrà ulteriormente diminuita la quota di conferimento in discarica. E proprio la partenza del termovalorizzatore farà andare a regime il nuovo Piano che prevede  l’obiettivo del conferimento rifiuti in discarica inferiore al 10 per cento e conseguentemente avere sufficiente spazio residuo nelle tre discariche regionali tale da scongiurare l’ampliamento. Altro nodo che viene sciolto riguarda la tariffazione della raccolta e del conferimento, punto sensibile e di grande interesse per la popolazione. Spiega Valerio Mancini, presidente della Seconda Commissione e relatore di maggioranza, “la Regione Umbria e l’Auri promuovono l’adozione di sistemi di tariffazione puntuale anche con meccanismi incentivanti. Nonostante quindi i due anni di Covid, che hanno di fatto rallentato l’attività amministrativa, ora siamo pronti ad approvare un atto che darà stabilità ad ambiente, imprese e famiglie. Il nuovo Piano dei rifiuti creerà indubbiamente opportunità su cui l’Auri sarà chiamato a lavorare e a centrare importanti obiettivi”. La tariffa puntuale dovrebbe rendere più sostenibile la Tari a patto che tutti facciano la loro parte, soprattutto i cittadini che dovranno essere virtuosi, limitando plastica e indifferenziato per ottenere costi più bassi.

Si chiude così il cerchio su un punto fondamentale per la Regione che ha confermato l’esistenza della discarica di Orvieto come strategica per l’Umbria seppure definita residuale e ad esclusivo utilizzo endogeno. Basta come assicurazione? E’ sicuramente un punto di partenza interessante perché viene ribadito che si punta ad evitarne l’ampliamento, nodo cogente. Vengono anche stabiliti obiettivi di raccolta differenziata performanti per il territorio regionale e si pongono le basi per definire meglio i costi dei servizi ai cittadini. C’è un piccolo neo che riguarda i territori interessati dalle discariche, quindi anche Orvieto, per cui non sembrerebbero previsti ristori di alcun tipo nonostante il peso ecologico presente.

ENGLISH VERSION

NEW REGIONAL WASTE MANAGEMENT PLAN APPROVED, ORVIETO LANDFILL TO BECOME “RESIDUAL”

The Integrated Regional Waste Management Plan is now operational following the positive vote by the regional council on November 14. The rules for the next 15 years have been set, as contracts for cleaning and collection are planned until 2037. The plan gives the green light to the new waste-to-energy plant, with Todi as a candidate, and defines the landfills that will remain active for the so-called non-recyclable residual waste exclusively from the region. Orvieto’s ‘Le Crete’ landfill will operate alongside Belladanza and Borgo Giglione.

It has been emphasized that only ‘made in Umbria’ waste will go to the Orvieto landfill, and with the launch of the waste-to-energy plant, expected in 2028, the landfill disposal rate will be further reduced. The start of the waste-to-energy plant will bring the new plan into full swing, aiming for a landfill waste disposal rate of less than 10 percent and sufficient residual space in the three regional landfills to prevent expansion. Another issue addressed is the pricing of collection and disposal, a sensitive and of great interest to the population. Valerio Mancini, president of the Second Commission and majority rapporteur, explains, ‘The Umbria Region and Auri promote the adoption of precise tariff systems, even with incentive mechanisms. Despite the two years of Covid, which effectively slowed administrative activities, we are now ready to approve an act that will provide stability to the environment, businesses, and families. The new waste plan will undoubtedly create opportunities for Auri to work on and achieve important goals.’ The targeted tariff is expected to make the Tari more sustainable, provided everyone does their part, especially citizens who need to be virtuous by limiting plastic and non-recyclables to obtain lower costs.

This closes the circle on a fundamental point for the region, confirming the existence of the Orvieto landfill as strategic for Umbria, albeit defined as residual and for exclusive endogenous use. Is this enough as assurance? It is certainly an interesting starting point because it is reiterated that the aim is to avoid its expansion, a crucial issue. Performance targets for separate collection are also established for the regional territory, laying the foundation for better defining the costs of services to citizens. There is a small drawback regarding the territories affected by landfills, including Orvieto, for which no compensation seems to be provided despite the present ecological impact.




Il secondo stralcio della complanare in ritardo, si attende il via libera della Soprintendenza

L’Assemblea legislativa dell’Umbria durante la seduta del 14 novembre ha discusso l’interrogazione a risposta immediata dei consiglieri regionali Michele Bettarelli e Fabio Paparelli (Pd) relativa alla “Situazione del completamento della complanare di Orvieto”.

Dopo aver brevemente ricostruito la storia dell’infrastruttura, Bettarelli ha chiesto “se la Giunta è al corrente dei ritardi nell’attivazione dei nuovi cantieri. Più nello specifico: quando si prevede l’indizione delle gare d’appalto; se tali ritardi sono legati alle mancate autorizzazioni dei vari Enti, compresa la Soprintendenza e Autostrade per l’Italia. Se, considerando l’aumento generalizzato dei costi di materiali ed energetici, saranno rispettate le previsioni di spesa, in caso contrario, se sono eventualmente previsti finanziamenti aggiuntivi e attingendo a quali risorse e per quali importi. La Complanare Orvieto è un’opera infrastrutturale pubblica prevista nell’accordo di programma quadro per la viabilità Governo-Regione Umbria del 2004 e finanziato con le risorse del fondo di sviluppo e coesione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, della regione Umbria, della provincia di Terni e del Comune di Orvieto. Il primo tracciato della Complanare è stato realizzato nel 2017 e consente di collegare Orvieto Scalo con l’abitato di Ciconia e il Polo Ospedaliero con la realizzazione del Ponte Sandro Pertini. Il secondo tratto, ancora da realizzare, consentirà di raggiungere la frazione di Sferracavallo decongestionando così definitivamente il traffico sulle strade delle frazioni di Orvieto Scalo e Sferracavallo”.

L’assessore Enrico Melasecche ha risposto che “a seguito della realizzazione del primo stralcio della complanare, il Comune ha proseguito la progettazione con un secondo stralcio, articolato in due lotti, per collegare la zona ovest dell’asse ferroviario con l’abitato. Il primo lotto si sviluppa dalla rotatoria esistente e corre parallela all’autostrada. Il costo complessivo del primo lotto è di 12,9 milioni di euro, che la Giunta regionale ha messo a disposizione. Il secondo lotto si sviluppa dal tratto terminale del lotto 1 per proseguire fino alla Provinciale 44. Il 23 ottobre il Comune ha indetto due distinte Conferenze dei servizi, una decisoria e una istruttoria, entrambe ora sospese per adeguare la documentazione rispetto all’interesse archeologico. C’è stata una particolare complessità nella progettazione perché alcuni settori dell’opposizione al Comune di Orvieto hanno chiesto una variante per ridurre il consumo di suolo e non impattare su aree di pregio. E il Comune ha fatto di tutto per ridurre il consumo di suolo. Si sta procedendo per terminare il primo lotto nei tempi più rapidi possibili”. Michele Bettarelli ha replicato auspicando che “rispetto alle somme stanziate dalla Regione si possa passare presto all’attivazione degli interventi, con una parallela azione di sollecitazione dell’Umbria verso il ministero e i tavoli romani”.

Tradotto dallo slang della politica i tempi si sono dilatati perché la Regione lo scorso ottobre ha inserito il primo lotto del II stralcio per 12,9 milioni di euro tra le opere strategiche da finanziare con il Fondo per lo sviluppo e la coesione che dovrà essere presentato al governo per il definitivo finanziamento, questo certo in quanto è fra le 22 opere approvate. Da parte sua il Comune ha proceduto con la convocazione di due distinte conferenze dei servizi ma si dovrà attendere il via libera della Soprintendenza sul tracciato. Si allungano, dunque i tempi per un’opera strategica per la città e per un possibile futuro sviluppo dell’area industriale di Bardano.




Approvata mozione in Regione per la riattivazione delle sezioni distaccate dopo quella per il Tribunale di Orvieto

Soddisfazione per l’approvazione unanime della mozione da parte del Consiglio regionale dell’Umbria a sostegno della riattivazione delle sezioni distaccate del Tribunale nelle città di Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio e Todi.
E’ quella che esprimono i Sindaci Stefania Proietti, Luca Secondi, Stefano Zuccherini, Filippo Stirati e Antonino Ruggiano per la presa di posizione compatta del massimo consesso regionale a favore del ripristino degli uffici giudiziari di prossimità soppressi dalla riforma del 2012 del Governo Monti.
“La revisione del sistema organizzativo attuale – sottolineano in una nota i Sindaci – diventa ora una richiesta non di singoli territori ma una rivendicazione dell’intera comunità umbra, avvalorando l’azione congiunta intrapresa nei mesi scorsi dai cinque Comuni”.
Una battaglia di civiltà quella di Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio e Todi che si integra, ovviamente, a quella per la riattivazione del tribunale di Orvieto e che ricompone un quadro in grado di tenere conto dell’estensione e delle caratteristiche dell’Umbria”.
“Il passaggio ulteriore, già in atto – scrivono i primi cittadini delle città interessate – è quello di perorare le giuste ragioni di un’amministrazione della giustizia di prossimità a livello parlamentare e di governo affinchè la riforma delineata nel decreto legislativo accolga le nostre legittime richieste”.
I Sindaci Stefania Proietti, Luca Secondi, Stefano Zuccherini, Filippo Stirati e Antonino Ruggiano, a settembre, hanno avanzato richiesta di audizione alla Commissione Giustizia del Senato ed indirizzato una missiva anche al Capo dello Stato, ai Presidenti di Camera e Senato, e al Consiglio Superiore della Magistratura.




Alta Velocità, l’assessore Melasecche, “no a Terni, costi alti e pochi passeggeri”. Sì Orte e Media Etruria

“La Giunta Tesei sta lavorando in maniera seria e determinata per dotare l’Umbria dei servizi ferroviari di Alta Velocità e potenziare i collegamenti di tutta la regione: ha ottenuto una fermata aggiuntiva a Terontola del Frecciarossa Perugia-Milano-Torino e, altro risultato che sembrava impensabile, la fermata del Frecciarossa ad Orte, e ora sta trattando positivamente al tavolo per la realizzazione della stazione MedioEtruria. Circa la richiesta del Comune di Terni di arretrare il Frecciarossa da Perugia a Terni, dall’amministratore delegato di Trenitalia, ingegner Luigi Corradi, abbiamo avuto una circostanziata risposta: non risponde alle linee guida nazionali, non rispetta la strategia intrapresa in tutta Italia, sarebbe impossibile reperire fasce orarie, tenendo conto della saturazione delle linee della Direttissima, avrebbe un numero esiguo di utenti. Senza contare che, da una stima degli orari, non sarebbe conveniente per i ternani”. L’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche, lo ha sottolineato nel corso della conferenza stampa che si è svolta questo pomeriggio a Palazzo Donini, con puntuali spiegazioni dei tecnici, convocata per fare il punto sul sistema dell’Alta Velocità in Umbria.

 “Il servizio di Alta Velocità attivato nel 2018 dalla Giunta regionale precedente in base a una convenzione con Trenitalia per l’arretramento del Frecciarossa da Arezzo a Perugia, con enormi problemi durante la pandemia, è ripreso dal 2022 – ha riepilogato – al costo di circa 2,5 milioni di euro, di cui 300mila euro generosamente messi a disposizione dalla Fondazione Perugia, con circa 90 passeggeri al giorno. Oggi è rinnovato di anno in anno, ad un costo sensibilmente più basso, che è riuscita a trattare la presidente Tesei”.

 “Abbiamo ottenuto un primo rilevante miglioramento con la fermata a Terontola – ha ricordato – consentendo a quanti risiedono nei comuni del comprensorio del Trasimeno, ma anche della Valdichiana, di poterne usufruire. Due anni fa, inoltre, abbiamo conseguito un risultato straordinario, quello di far uscire un Frecciarossa 1000 dalla Direttissima alla stazione di Orte per rientrare poi in Direttissima, raggiungendo Milano Centrale al tempo record di 3 h e 7’, treno che è sempre pieno e serve tutto il Ternano, il Viterbese e il Reatino ma anche lo Spoletino”.




Proposta di legge presentata in Regione dalla Lega per sbloccare i crediti incagliati del Superbonus

Anche in Regione Umbria ci si adopera a trovare una soluzione per sbloccare i crediti incagliati del Superbonus. La Lega – nello specifico i consiglieri Marco Castellari (primo firmatario), Manuela Puletti e Valerio Mancini – ha infatti protocollato e presentato una proposta di legge ad hoc “per far assumere all’Ente di Palazzo Cesaroni, agli enti pubblici economici regionali e/o società partecipate da esso controllati, un ruolo attivo nella gestione degli stessi crediti fiscali per favorirne la circolazione”.

Si tratta di contribuire in maniera decisiva ad evitare il fallimento di professionisti e imprese che, dopo aver praticato lo sconto in fattura e acquisito il relativo credito fiscale, non riescono a smaltirlo per la congestione del sistema – spiegano i tre consiglieri altotiberini – La proposta di legge attribuisce infatti alla Regione la facoltà di favorire per il tramite di enti pubblici economici regionali e/o società partecipate, dopo aver valutato la loro capacità di compensazione annua mediante F24, l’acquisto annuale di crediti di imposta relativi a bonus edilizi (superbonus 110%, bonus facciate 90%, bonus efficientamento 65%, bonus ristrutturazioni 50%)”.

La peculiarità di questa proposta di legge – aggiungono Castellari, Puletti e Mancini – è rappresentata dal fatto che deputati all’acquisto possono essere solo gli enti pubblici economici regionali a prevalente caratterizzazione economica e/o società partecipate non inclusi nell’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato individuate ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge n. 196/2009, così come richiamato dal decreto-legge n. 11/2023, per i quali è previsto il divieto”.

Nell’ambito delle operazioni di trasferimento dei crediti – concludono i consiglieri della Lega Umbria – l’acquisto di quest’ultimi dovrà avvenire in ogni caso a condizioni di mercato e, comunque, entro un prezzo non superiore al valore nominale del credito. Va ricordato che tale proposta di legge arriva in quanto la Regione Umbria riconosce il rilevante contributo derivante dalla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e il carattere strategico del settore, promuovendo la massima diffusione degli strumenti previsti, in ambito nazionale o regionale, per il relativo sostegno”.