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Pier Augusto Breccia, maestro della pittura ermeneutica dal 3 febbraio in mostra alla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto a Palazzo Coelli

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Sabato 3 febbraio alle 11, all’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, si terrà l’inaugurazione della Mostra Permanente dedicata al Maestro della Pittura Ermeneutica, Pier Augusto Breccia (1943-2017).

Pier Augusto Breccia ha introdotto un “altro modo di intendere l’arte”, basato sull’arte dell’interpretazione strettamente legata al metodo e alla tecnica del comprendere. Con la sua pittura, ha invitato gli spettatori a entrare in uno spazio che permette loro di interpretare il mondo non come cosa, ma come parola. La mostra permanente esporrà più di milletrecento quadri, opere grafiche e disegni, offrendo uno sguardo approfondito sulla vasta tematica che permea la sua arte.

Il Maestro Breccia ha espresso attraverso le forme della pittura una visione profondamente radicata nella natura umana, unendo in modo indissolubile i problemi “della specie” con quelli “dell’individuo”, i valori “dello spirito” con quelli “della materia”, i temi “dell’oggi” con quelli “del sempre”. L’immenso patrimonio artistico di Breccia, composto da oltre milletrecento opere, venticinque pubblicazioni e ottanta mostre personali, sarà ora accessibile al pubblico nella mostra permanente allestita negli spazi di Palazzo Coelli. Questo percorso visivo rappresenta un viaggio attraverso la creatività, la sensibilità e la forma mentis di un uomo coraggioso che ha saputo cogliere il senso ultimo dell’essere con eleganza e maestria.

In occasione dell’inaugurazione, il professor Gabriele Simongini illustrerà sinteticamente il percorso artistico dell’artista, offrendo uno sguardo approfondito alle opere esposte. La decisione di dedicare uno spazio espositivo permanente al Maestro Pier Augusto Breccia rappresenta un sincero e meritato riconoscimento a un grande artista profondamente legato alla città e al territorio di Orvieto.




Il 31 luglio al Museo Faina inaugurazione della mostra “Omaggio a Luca” dell’artista Thomas Lange

Si inaugura il 31 luglio per terminare il 1° ottobre all’interno dell’Exhibition Center del Museo Claudio Faina, la mostra personale “Omaggio a Luca (Signorelli)” dell’artista Thomas Lange. L’artista tedesco in occasione del 500mo anniversario della morte di Luca Signorelli ha voluto proporre una mostra in omaggio al Maestro che ha lasciato una traccia indelebile a Orvieto con gli affreschi nella Cappella di San Brizio. L’inaugurazione si terrà alle 19 alla presenza dell’artista, di Daniele di Loreto, presidente della Fondazione Claudio Faina, di Umberto Garbini, presidente del consiglio comunale e di Marco Tonelli, docente all’Accademia di Belle arti di Venezia, che terrà l’introduzione della mostra.

Sempre il 31 luglio in occasione dell’inaugurazione verrà presentata anche la grafica personalizzata “Donna di Porpora 2023”.

Thomas Lange è un artista noto per le mostre di pregio in Italia e all’estero, tra cui la Berlinische Galerie e il Martin Gropius-Bau di Berlino, la Kunstverein di Mannheim, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il Palais de Beaux-Arts di Bruxelles, la Kunstverein di Bielefeld, il Mocak Museum di Cracovia, la Kunsthalle di Budapest, Museum am Dom di Wurzburg, Collezione Wurth, Mori Center Tokyo, Fondazione Mudima di Milano, Palazzo Collicola di Spoleto, Fondazione Volume! di Roma, ZAC di Palermo, Fondazione 107 di Torino.




Anteas presenta “TrasfoArte”, la personale pittorica di Barbara Rossi Magnabene all’Atrio del Palazzo dei Sette il 15 e 16 ottobre

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Il 15 e 16 ottobre l’Atrio del Palazzo dei Sette si apre all’arte. Si tratta di TrasfoArte, personale di Barbara Rossi Magnabene, artista eclettica e orvietana doc che presenta al pubblico le sue opere grazie alla collaborazione di Anteas Orvieto, associazione di volontariato presieduta da Andreina Sperati e molto attiva in particolare a Orvieto Scalo. Un altro artista e soprattutto ex-preside dell’Istituto d’Arte, Donato Catamo, ha scritto una breve nota che pubblichiamo qui di seguito.

“Il maestro affronta argomenti che in un primo momento possono risultare slegati fra loro, cosa che invece svanisce procedendo ad una visione più accurata. Nel confronto tra le varie opere che spaziano tra il moderno con riferimento al passato, utilizzando vari strumenti di realizzazione come i pastelli, l’olio, l’acrilico ed altro. Anche i supporti variano, su cui l’autrice riesce ad intervenire in maniera adeguata ottenendo risultati tecnici e contenutistici piuttosto rilevanti.
I soggetti sono i più vari, ma ciò consente al maestro di immedesimarsi in realtà apparentemente distanti. I riferimenti alle opere del passato, con particolare attenzione agli affreschi Signorelliani sono piacevoli sia formalmente che tecnicamente, passando attraverso momenti di esegesi dell’arte del maestro cortonese, a cui ha rivolto l’attenzione lo stesso Buonarroti, durante le soste ad Orvieto nei suoi viaggi Firenze-Roma e viceversa.
Barbara, allieva dell’ Istituto Statale d’arte di Orvieto, quindi mia discente per cinque anni, di cui ne siamo orgogliosi ambedue, sia per le capacità ed i risultati che ella ha raggiunto ed io, per mia parte, per aver contribuito alla sua crescita culturale ed umana”.




Dal 7 al 9 ottobre “Bolsena Letteraria” con incontri, libri e opere d’arte

Una città amica dell’arte e della cultura. Bolsena Letteraria svela il programma della prima edizione del festival che animerà la cittadina in riva al lago vulcanico più grande d’Europa dal 7 al 9 ottobre, tra mostre d’arte, conferenze, salotti letterari e incontri, con la partecipazione di prestigiosi nomi del giornalismo, della letteratura e della satira italiani. Cuore pulsante del festival sarà Palazzo Copa-Savi, piazza San Rocco e l’asse viario che attraversa il centro storico e unisce piazza San Giovanni a piazza Santa Cristina. Bolsena Letteraria sarà inaugurata a Palazzo Copa-Savi venerdì 7 ottobre, alle 12, con la conferenza del ministro dell’università e della ricerca Maria Cristina Messa e del critico d’arte, onorevole Vittorio Sgarbi.

La giornata di sabato 8 ottobre

Alle 16,30, ospite di Palazzo Copa-Savi sarà il ministro per il turismo Massimo Garavaglia. In piazza San Rocco, dalle 17 alle 19,30, Virginia Saba, autrice del saggio “Il suono della bellezza. Note di vita e filosofia”, Luigi Contu, direttore dell’Ansa e autore del saggio “I libri si sentono soli”, Flaminia Marinaro, autrice della biografia romanzata dell’attrice del cinema muto Francesca Bertini “L’ultima diva”, e Federico Palmaroli, vignettista e autore del libro “Carcola che ve sfonno” – Il meglio (e il peggio) di un anno italiano” daranno vita al salotto letterario che vedrà nelle vesti di moderatori i giornalisti del TG5 Marco Ferrante e Giuseppe De Filippi e il giornalista e conduttore di Radio Rai Giancarlo Loquenzi. Alle 19,30, saranno proiettate e verranno commentate dallo stesso Palmaroli alcune vignette della sua famosa pagina Facebook satirica “Le più belle frasi di Osho”.

In occasione della diciottesima Giornata del Contemporaneo organizzata da Amaci (Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani), pittori, scultori e fotografi daranno forma con le loro opere a una mostra d’arte contemporanea che da piazza San Giovanni si snoderà su via di Porta Fiorentina, piazza San Rocco, corso Cavour, piazza Matteotti e piazza Santa Cristina. I lavori di Mara Van Vees, Tommaso Cascella, Massimo Saverio Ruiu, Marco Fioramanti, David Fagioli saranno in piazza Santa Cristina al civico 14; Francesco Maria Capotosti esporrà al civico 62 di corso della Repubblica; al civico 9 di corso della Repubblica sarà presente la mostra d’arte collezione Onofrio; Giovanni di Carpegna e Sara Spaccino esporranno al civico 9 di piazza Matteotti; IKO Studio – Diego Tolomelli sarà presente al civico 12 di corso Cavour; Maurizio Cavicchiola sarà alla galleria Cavour al civico 21 della via omonima; la cappella Torzilli farà da sfondo alle opere di Gianmarco Sanna; al civico 53 di corso Cavour si potranno ammirare i lavori di Massimo Mancini, mentre al civico 3 e 12 di piazza San Rocco rispettivamente quelli di Cristina Focarelli e Onno Boerwinkel; Massimo Chioccia e Olga Tsarkova saranno con le loro creazioni al civico 2 di via Porta Fiorentina; al negozio Medusa, al civico 9 di via Porta Fiorentina, si potranno apprezzare le opere di Giuseppe Utano; Franco Stella sarà con i suoi lavori di fronte al civico 6 di via Porta Fiorentina.

La giornata di domenica 9 ottobre

Dalle 10 alle 13, in piazza San Rocco, Francesco Barberini, autore del libro “I dinosauri che volano tra noi”, Roberta Mezzabarba, scrittrice del romanzo “Iulia Farnesia – Lettere da un anima”, Sophia Socciarelli, autrice del romanzo “Momentaneamente assente”, Paolo Bologna, autore del libro “Il sogno delle città perdute”, e Sara Ovidi, autrice del libro “Il cinema di Pasolini- Elogio dell’antimodernità”, saranno i protagonisti dell’incontro “Autori del territorio dialogano e si confrontano”.

In caso di maltempo le iniziative previste in piazza San Rocco si svolgeranno al teatro San Francesco. Tutti gli eventi sono gratuiti. Per rimanere aggiornati è possibile visitare il sito internet www.bolsenaletteraria.it. Promosso dal Comune di Bolsena, in collaborazione con la Pro loco Bolsena, Vesconte – Palazzo Cozza Caposavi e l’associazione In Arte, il festival “Bolsena Letteraria” ha come direttore artistico Francesco Cozza Caposavi. La manifestazione gode del sostegno di IST srl, dell’Associazione Dimore Storiche Italiane Sezione Lazio (ADSI), di Archeoares, dell’azienda vitivinicola Ciù Ciù, dell’associazione La Fontana e dell’associazione Social Fablab.




A Palazzo Coelli fino al 5 ottobre in mostra le opere di Rupert Kreuzer e Markus Lehrmann

L’associazione TerraMedia APS, in collaborazione con l’associazione Casa Fornovecchino degli artisti Thomas Lange e Mutsuo Hirano, presenta la doppia mostra di Rupert Kreuzer e Markus Lehrmann, a cura di Davide Sarchioni, ospitata dal 02 settembre al 05 ottobre 2022 nelle sale espositive di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. L’inaugurazione è fissata il giorno venerdì 2 settembre alle ore 11.30 con una presentazione del curatore e alla presenza degli artisti. Rupert Kreuzer (Grossarl, 1971), noto a tutti come Astei, è uno scultore austriaco la cui ricerca si radica nella tradizione culturale alpina, attingendo all’antica ed eccelsa scultura lignea gardenese, ma con tratti personali accentuatamente contemporanei e un linguaggio forte e viscerale. Markus Lehrmann (Braunschweig, 1969) è un architetto urbanista tedesco, attualmente Direttore Generale della Camera degli Architetti della Renania Settentrionale-Westfalia e della Fondazione dell’Ordine degli Architetti Tedeschi a Düsseldorf. Parallelamente si dedica alla pittura e alla fotografia da cui emerge l’interesse ad indagare indistintamente il paesaggio, l’architettura e la figura umana, filtrati dalle personali esperienze di viaggio e di vita.

Kreuzer e Lehrmann frequentano da diverso tempo i corsi d’arte estivi dell’Accademia di Bad Reichenhall (Germania), tenuti dagli artisti Thomas Lange e Mutsuo Hirano presso Casa Fornovecchino ubicata nella campagna umbro-laziale. Questo ha consentito loro non solo la reciproca conoscenza, ma anche la possibilità di esplorare il territorio orvietano con le sue bellezze storico-artistiche. Nonostante la diversità dei mezzi espressivi e dei rispettivi background di appartenenza, Rupert e Lehrmann hanno scelto di presentare a Orvieto gli esiti recenti della propria ricerca cimentandosi in questa doppia mostra personale concepita come confronto tra le proprie opere che sembrano accogliere anche le influenze e le atmosfere dei paesaggi del territorio, trovando un interessante e inaspettato dialogo sia con l’arte etrusca sia con gli affreschi di Signorelli nel Duomo di Orvieto. I lavori di entrambi si pongono così anche come testimonianza del rispettivo, personale incontro con l’Italia e con la città di Orvieto.

La mostra propone un’ampia selezione di opere disposte in senso contiguo nelle quattro sale al piano terra di Palazzo Coelli, alternativamente dedicate a Kreuzer e a Lehrmann seguendo un unico itinerario visivo che genera un incalzante momento dialettico tra due differenti personalità. Kreuzer presenta numerose sculture di diverse dimensioni e materiali: teste e torsi di spiriti, demoni o creature semiumane che sono caratterizzati da una forte espressività, Realizzate in legno pieno scolpito a mano con abilissima maestria e talvolta in fusione di bronzo, queste opere sono state concepite a partire dalla rielaborazione della tradizionale maschera di Krampus (rappresentazione mitologica-folkloristica di un demone tipica delle zone alpine di area tedesca derivata dalla cultura pagana e cristiana) e simboleggiano tuttavia la forza della natura, l’ebbrezza dionisiaca, l’amore, la vitalità. Ad esse sono accostati alcuni dipinti e una selezione di piccole sculture in bronzo e legno prese in prestito dal suo giovane figlio Rupert Elias Kreuzer (1997) che, seguendo un approccio più audace, rappresentano senzatetto, bambini o giovani soli.

Nei dipinti di Lehrmann, tratti da diverse serie, è centrale la capacità di creare associazioni visive e di pensiero in maniera dinamica ed esplorativa, tra dettagli architettonici, forme naturali, umane e geometriche, colori e contesti differenti come il cinema, il paesaggio e la città, quale espressione di un ampio bagaglio di esperienze personali che vengono rielaborate in un tutto indistinto, ma cangiante e articolato, e riemergono nella pittura come un flusso continuo e mai casuale, in grado di cogliere la realtà in ogni sua sfumatura. Ad essi fanno da controcanto gli scatti fotografici realizzati in differenti aree e paesi del mondo disposti a dittico per creare associazioni inedite, echi e rimandi tra dettagli e visioni più ampie, tra ambienti, persone e momenti di vita quotidiana, in cui l’ordinario diventa sorprendente. La sperimentazione visiva di Lehrmann può essere definita come un ponte tra arte, architettura e urbanistica.

Durante i giorni di apertura della mostra, sarà possibile effettuare su richiesta visite guidate e consultare i cataloghi di recente pubblicazione di Kreuzer e Lehermann che contengono gli apparati fotografici con le opere in mostra e diversi testi critici.




Al Museo Claudio Faina dal 9 luglio l’arte contemporanea legata agli etruschi di Luigi Marinella

“L’arte degli Etruschi riesce a parlare ancora agli artisti – sostiene Daniele Di Loreto, presidente della Fondazione Faina – e per questo il Museo “Claudio Faina” accoglie un incontro tra un artista contemporaneo e un passato solo all’apparenza lontano”. Sabato 9 luglio alle 11 sarà inaugurata la mostra di Luigi Marinella “Quarta dimensione. L’azione creatrice del tempo“.  Il pittore, che ha trascorso la sua adolescenza ad Orvieto, ha guardato indietro nel tempo, verso gli “Etruschi di Orvieto” – che dialogavano con gli Etruschi di altre città-stato, col mondo greco e magnogreco – e si è soffermato su diverse opere conservate proprio presso il Museo Faina: la “Venere” di Cannicella, il cippo a testa di guerriero proveniente dalla necropoli di Crocifisso del Tufo, la statua in terracotta da uno dei frontoni del tempio di Belvedere, il Gorgoneoin dalla stessa area sacra, canopi, vasi figurati di produzione attica ed etrusca, buccheri.

Alcuni dei quadri esposti e realizzati meno di recente dialogano invece con soggetti e temi mitologici diversi. C’è, comunque, un filo conduttore suggestivo lungo il percorso espositivo: è la “capacità creativa del tempo”, come l’ha definita il pittore con sensibilità e acume.

Luigi Marinella è nato a Napoli nel 1955. All’età di nove anni, la madre gli regalò un cavalletto e una scatola di colori ad olio e dipingendo trascorse le estati ad Orvieto. Diplomato al Liceo Scientifico e laureatosi poi in economia e commercio, dopo aver lavorato in diverse città italiane, è andato a vivere e ad insegnare a Venezia, città nella quale risiede. Non dimenticando però la passione giovanile, gli etruschi e la Città di Orvieto, ma cercando di “tracciare una linea al giorno”. Ha al suo attivo diverse mostre in Italia e all’estero (Milano, Bologna, Venezia, Friburgo, Los Angeles, Berlino).




Thomas Lange e Mutsuo Hirano presentano la mostra “La zattera di Medusa” fino al 26 giugno alla Sala Expo del Palazzo del Popolo

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Si è aperta la mostra “La zattera di Medusa” alla Sala Expo del Palazzo del Popolo degli artisti Thomas Lange e Mutsuo Hirano che abbiamo intervistato con il contributo del presidente del consiglio comuna, Umberto Garbini, a margine del vernissage che si è tenuto il 19 giugno. Pittura e scultura sono le protagoniste assolute, con il tema del naufragio, del viaggio nel tempo, e di Signorelli che, tra l’altro è presente nelle due opere che gli artisti hanno donato al Comune di Orvieto. Chi vuole può visitare la mostra fino al prossimo 26 giugno dalle 16 alle 20.




L’artista orvietano Maurizio Rosella presenta il suo “circus” dove realtà e anarchia si intrecciano

Tanto affascinante quanto misterioso, il circo ha da sempre costituito una dimensione in cui realtà e anarchia si intrecciano in un filo sottilissimo, quasi invisibile, non dissimile da quello sul quale gli equilibristi compiono le loro acrobazie. È incredibile pensare come un piccolo spazio, delimitato da tende triangolari e dal colore sgargiante, possa nascondere al suo interno un mondo completamente a sé stante, in grado di suscitare quella sensazione di euforico stordimento che ci scombussola e ci lascia appagati, sognanti, meravigliati.

È proprio questa la sensazione che l’artista Maurizio Rosella ripropone nella sua collezione Circus, allestita nella chiesa di San Giacomo nella monumentale piazza del Duomo, ad Orvieto. Oltrepassando la soglia della chiesa, l’occhio è attratto da teli di plastica trasparente che, grazie ai fasci di luce, contribuiscono a rendere l’atmosfera fumosa delle luci da palco. A seguire, quadri di grandi dimensioni in bianco e nero, posti su cavalletti, ci accompagnano verso l’altare dove, alzando lo sguardo, erge il busto imponente di un’antica statua colossale e dalle tinte rosso fuoco che, tuttavia, sembra quasi potersi librare in aria, con una leggerezza tipica di una ballerina (1). Al circo, infatti, la realtà lascia il posto alla fantasia ed è in base a questa consapevolezza che l’artista, in Futura (2), dipinge il mondo secondo i propri desideri, offrendo alla sua nipotina, nata da poco, una manciata di colori affinché anche lei possa fare lo stesso.

Molto diversa è invece l’atmosfera onirica nell’opera Nocturn (3), nella quale regna l’ambiguità dell’immagine ibrida: una mano alzata che impugna una spada dalla punta animalesca. Le forme contorte incutono un senso di disagio e punteggiano uno scenario distorto e angosciante, quasi a trovarsi all’interno di una gabbia di leoni.

L’opera Achtung Baby (4) è invece introspettiva e irriverente: due volti molto vicini si guardano intensamente, del tutto assorti l’uno dall’altro, con labbra che sono sul punto di sfiorarsi. Tuttavia essi non si toccano mai, ma rimangono bloccati in un attimo di attesa infinito, che sembra scioglierli e raggrumarli. Del resto, il titolo è ripreso dall’album musicale del gruppo irlandese U2 che parla di separazioni e inadeguatezze che consumano il corpo e lo spirito.

A seguire Seduzione ionica (5), che parte da un mito classico – il ratto di Proserpina – e si traduce in una composizione nella quale immagini e combinazioni di colori offrono prospettive sempre nuove e inesplorate: da una nuvola di particelle si arriva a scorgere uno sciame, tramutatosi poi in un abbraccio soffocante. La scomposizione in forze contrarie rende bene l’anarchia del circo, una dimensione caotica in cui anche le leggi della fisica vengono sfidate. A tal proposito, nell’opera Spazio di Hilbert (6), l’artista cerca di trasporre in arte il concetto di spazio e di coordinate cartesiane acquisendo svariate interpretazioni a seconda della distanza, dell’angolo, della traslazione e della rotazione dei movimenti, come ad accentuare il fatto che tutto sia ambiguo e ingannevole. La particolarità del lavoro d Rosella risiede nel suo modo di creare perché, dipingendo sul retro del vetro, sembra quasi mettere l’opera al riparo, renderla inafferrabile. Come dice lui stesso: “Tutti abbiamo un’anima privata e irraggiungibile. Io ho afferrato quest’irraggiungibilità e l’ho applicata all’arte”.




Pinturicchio a Orvieto, una storia molto particolare, anzi quasi un “giallo”

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Il quadro esposto, anzi, no l’affresco, perché in origine questo era il “Bambin Gesù delle Mani” di Pinturicchio, emoziona. Rapisce lo sguardo prima di riuscire a scattare un foto o a leggere la storia complessa, piena di intrighi e affascinante. Un solo quadro che racchiude tutto Pinturicchio, il suo stile, e si porta dietro il suo carico di storia, come quelle mani che “appaiono” intorno al Bambin Gesù o quell’oro che, andando a studiare, arriva direttamente dalle Caravelle di Colombo tornate dalle Americhe nel 1492.

L’audio della presentazione non è dei migliori per alcuni problemi tecnici ma è comunque molto interessante ascoltare il racconto di Andrea Margaritelli, presidente della Fondazione Guglielmo Giordano e di Franco Ivan Nucciarelli, docente all’Università di Perugia ma soprattutto colui che ha ricostruito il “giallo” dell’affresco diventato quadro per noi profani.




“Diavolerie” del pittore Giuliano Baglioni, al Museo Faina il 6 novembre

Nell’ambito della mostra Il vero volto di Dante Alighieri. L’avventura di un quadro, aperta sino a domenica 14 novembre al Museo “Claudio Faina” di Orvieto, i visitatori potranno apprezzare nei prossimi giorni anche l’opera realizzata, in tecnica mista su tavola, dal pittore Giuliano Baglioni che si è ispirato al canto V dell’Inferno della Divina Commedia.

L’opera, realizzata in questo anno in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, verrà presentata nell’evento dal titolo “Diavolerie”, che si svolgerà negli spazi del Museo “Claudio Faina” nel pomeriggio di sabato 6 novembre 2021: primo turno ore 17; secondo turno ore 17:30. Una vera performance artistica che suggerisce un approccio originale e suggestivo alla lettura di un quadro mediante voci, brani musicali e luci. Partecipano l’autore Giuliano Baglioni, il critico Aldo Lo Presti e l’attrice Nadia Tiezzi. L’accesso è gratuito, ma è necessaria la prenotazione (0763-341511 o 328-4742390) e il green pass.