E’ il dottor Nando Scarpelli il nuovo direttore sanitario della USL Umbria 2

In seguito alle dimissioni della dottoressa Simona Bianchi che ha assunto, nelle Marche, il ruolo di direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Fermo per il prossimo quadriennio, il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 dott. Massimo De Fino ha provveduto, con delibera n. 1385 del 31 luglio, alla nomina del nuovo direttore sanitario che assumerà l’incarico dal 1° agosto fino al 31 gennaio 2024.

E’ stato individuato il dottor Nando Scarpelli quale nuovo direttore sanitario dell’Azienda Usl Umbria 2. Dirigente medico dell’azienda sanitaria, oncoematologo e designato dalla Regione Umbria per la definizione e realizzazione del terzo polo ospedaliero Foligno-Spoleto, il dottor Scarpelli, classe 1959, vanta una qualificata esperienza professionale e gestionale.

Una personalità autorevole della Direzione Strategica che affiancherà il direttore generale dott. Massimo De Fino e il direttore amministrativo dott. Piero Carsili nella guida dell’azienda sanitaria e in grado di offrire da subito, per l’ottima conoscenza della struttura aziendale, un prezioso e valido contributo.




Pietro Grasso si racconta con i suoi libri

Dal meraviglioso “rapporto” tra Demea Eventi Culturali e Comune di Acquapendente è stato “partorito” il riuscitissimo incontro culturale con Pietro Grasso. Archiviati i saluti istituzionali della Sindaca Alessandra Terrosi, Grasso dialoga con gli uditori in merito a due suoi libri : “In Paolo Borsellino parla ai ragazzi”, sottolinea, “rileggo l’ultima mattinata della vita del Magistrato. Che prima di morire in Via Mariano d’Amelio causa il posizionamento di un ordigno bellico di stampo mafioso, ha lasciato una lettera a metà. Una sorta di testimonianza civile per le nuove generazioni nel rispondere alle domande postegli dagli studenti di un Liceo di Padova. Risposte in cui esprime il dolore che provava in quei giorni ma anche la determinazione che lo spingeva a lavorare senza sosta per combattere la mafia. Nel libro il mio amico Giovanni racconto una storia che non finirà mai perché è una storia di amicizia, rapporto professionale, condivisione di tempi e spazi, studio intenso, paure grandissime, gioie immense, piccoli passi avanti e cocenti frustrazioni. Il mio sguardo è rivolto al futuro. Partendo dalla strage di Capaci per arrivare a tutto ciò che ancora non è stato fatto e che potrebbe realizzarsi. Non c’è di meglio che raccontare ai ragazzi le tante battaglie contro la mafia vissute accanto al Giudice Simbolo”.




Il primo Premio ENAC per la cultura e la rievocazione storica assegnato a Gianluca Foresi

Si è tenuta sabato 15 luglio a Latiano la prima edizione del Premio nazionale ENAC per il patrimonio culturale, artistico, demoetnoantropologico e immateriale, curato dalla dottoressa Giuseppina Baldari, dirigente del dipartimento rievocazioni storiche. Sono stati premiati artisti che rappresentano e hanno portato in alto il mondo della rievocazione storica e della cultura. Fra questi spicca il nome dell’attore orvietano Gianluca Foresi, noto a livello nazionale per le sue performance in rima estemporanea, a cui si uniscono le varie direzioni artistiche e regie. Gianluca Foresi è ormai da venticinque anni uno degli artisti più apprezzati nell’ambito delle rievocazioni storiche ed è stata questa la motivazione che ha spinto il comitato dell’ENAC a conferirgli il premio. La rievocazione storica, che in Italia ha visto una crescita inarrestabile da diverso tempo e che solo quest’anno è riuscita a risollevarsi dopo i difficili anni della pandemia, può essere considerata a buon diritto un patrimonio nazionale della cultura immateriale: i borghi medievali che costellano la nostra penisola ben si prestano ad accogliere feste e manifestazione che affondano le proprie radici nella storia lontana di comuni e signorie.

Gianluca Foresi svolge un ruolo quasi unico all’interno di questo panorama di nicchia, quello del rimatore all’improvviso, arte che nei secoli si è andata sempre più perdendo, ma che lui è riuscito a far rinascere grazie a un sapiente uso di comicità e contaminazioni: non è raro trovarlo in una delle numerose piazze italiane nelle vesti di presentatore, a giocare e interagire con il pubblico, nello stupore generale di chi, a fine spettacolo, non manca mai di domandarsi se la rima sia la sua seconda natura, talmente fluido è l’uso che ne fa. Ma Gianluca Foresi non è solo attore: da alcuni anni veste anche i panni di direttore artistico e regista delle rievocazioni storiche di Salerno (Fiera del Crocifisso Ritrovato), Solomeo (Solomeo Rinascimentale), San Gimignano (Ferie delle Messi), oltre a curare le regie teatrali delle feste di Trevi (Palio dei Terzieri) e Acquasparta (Il Rinascimento ad Acquasparta). Alla luce di tutto ciò, un riconoscimento meritato: “Sono onorato di ricevere questo premio che mi permette, nel mio piccolo, di rappresentare la mia città e la mia regione. Lo dedico a chi da molti anni è al mio fianco in questa meravigliosa avventura in giro per l’Italia, mia moglie Marzia Elisabetta Polacco”.




“Siamo grati per l’attenzione e l’empatia dimostrata dal personale del Santa Maria della Stella”

La settimana scorsa nostro padre è stato ricoverato presso il reparto di ortopedia e riabilitazione dell’ospedale di Orvieto e operato al femore dall’equipe di ortopedia. 

Teniamo a parlare della nostra esperienza perché siamo rimasti davvero colpiti dalla grande professionalità, ma soprattutto umanità di tutto il personale che opera inizialmente in pronto soccorso e nei reparti di chirurgia ed in quello di ortopedia e riabilitazione.

Nostro padre era stato colpito da ictus ormai tanti anni fa e non poteva più parlare. Il personale tutto, dalle oss, infermiere e dottori, tuttavia è riuscito sempre ad ascoltarlo, accogliere le sue richieste e coccolarlo. Anche la loro disponibilità verso noi parenti è stata davvero eccezionale e ci ha fatto sentire seguiti, al sicuro e in buone mani. 

Purtroppo il nostro papà ci ha lasciati a causa di un attacco cardiaco inaspettato e, anche in questa circostanza, la loro sensibilità e vicinanza con parole d’affetto ci hanno consolato ed accompagnato.

Comprendiamo la grande difficoltà delle persone che lavorano in questo settore, la continua necessità di affrontare situazioni difficili, quindi siamo oltremodo grati dell’attenzione ed empatia che ci hanno dimostrato.

Grazie ancora per tutto

Famiglia Pesci

P.S. Alla famiglia Pesci e in particolare a Fabio giungano le più sentito condoglianze del direttore e della redazione di OrvietoLife.




Rocco Olivadese è il nuovo dirigente del settore tecnico del Comune di Orvieto

L’architetto Rocco Olivadese è il nuovo dirigente del Settore Tecnico del Comune di Orvieto. La sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, ha firmato il decreto di nomina ex art. 110 comma 1° del Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs.vo n. 267/2000). Prende il posto dell’architetto Marco Roberto Rulli il cui incarico era giunto a scadenza.

Originario di Girifalco in provincia di Catanzaro, 58 anni, l’architetto Olivadese ricopriva già il ruolo di funzionario responsabile del servizio Urbanistica, Sit e Patrimonio del Comune di Orvieto di cui è stato dipendente dal ’97 al dicembre 2018 prima di essere nominato dirigente tecnico del Comune di Guidonia Montecelio, Ente dove è rimasto fino all’agosto 2019.

L’amministrazione comunale “ringrazia l’architetto Marco Roberto Rulli per il lavoro svolto in questi ultimi tre anni e augura buon lavoro all’architetto Rocco Olivadese per il nuovo incarico”.




Silvio Manglaviti nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna di Orvieto

Già designato socio benemerito dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, per l’impegno profuso nell’organizzazione del 34° Raduno Nazionale tenutosi a Orvieto nel settembre 2022, il Generale granatiere Silvio Manglaviti è stato eletto nuovo presidente della sezione di Orvieto dell’associazione. Manglaviti ha servito il Paese fregiandosi sempre dei Bianchi Alamari, sin dagli inizi di carriera nella Brigata Granatieri di Sardegna, Terzo Reggimento Granatieri “Guardie” culminata circa quarant’anni dopo nello Stato Maggiore della Difesa, Raggruppamento Autonomo del Ministero della Difesa, Distaccamento di Orvieto al Comando della Caserma “Nino Bixio”; ha prestato servizio presso l’Istituto Geografico Militare in Firenze, lo Stato Maggiore dell’Esercito nella Capitale, ancora a Roma nel Comando Operativo di Vertice Interforze e a Viterbo presso la Scuola Sottufficiali dell’Esercito, rivestendo tutti ruoli di comando previsti, specializzandosi quale Ufficiale Geografo e Insegnante Militare presso i Corsi di Laurea dell’Università della Tuscia per gli Allievi Marescialli.

Ha svolto attività operative, di rappresentanza ed esercitazioni in teatri operativi esteri e nazionali. Ha ricevuto vari riconoscimenti ed onorificenze tra i quali quelli di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La Sezione di Orvieto dell’ANGS fu fondata dal Cav. Mario Tordi negli anni ’70 con la collaborazione del Granatiere Averino Monachino, nonno del Generale Silvio Manglaviti. Il Comune di Orvieto è Socio Benemerito dell’ANGS, anche per essere stato sede del Terzo Battaglione, prima e Reggimento, poi, Granatieri “Guardie”; ha ospitato due Raduni Nazionali ed è la città dove Padre Gianfranco Maria Chiti, Servo di Dio, Granatiere e Generale, ha riportato alla luce il convento dei Cappuccini di San Crispino. Orvieto e i Granatieri, Granatieri e Orvieto: uomini e luoghi Alti, che svettano verso il Cielo, coi piedi ben saldi sulla Terra. Sempre Avanti Granatieri! A Me le Guardie!




Il consigliere Olimperi chiede di “intitolare uno spazio pubblico all’ingegnere Araldo Forbicioni”

Il consigliere comunale del Gruppo Misto, Stefano Olimpieri ha presentato un mozione che ha pre oggetto la richiesta di intitolare un luogo pubblico all’ingegnere Araldo Forbicioni, ecco il testo integrale:

Il Consiglio Comunale di Orvieto, premesso che:

  • grazie ad alcuni finanziamenti regionali e statali (nel 2020 è stata rifinanziata la legge speciale per la rupe di Orvieto ed il colle di Todi), il Comune di Orvieto procederà a consolidare e fortificare alcune cavità sotterranee nel centro storico, le cui finalità sono anche quelle di fare alcune di queste cavità degli spazi vivibili ed usufruibili per l’intera comunità;
  • tale interventi – seppur in forma molto minore e con finalità diverse, ma non confliggenti – si possono correlare a quello che qualche decennio fa l’Ing. Araldo Forbicioni ebbe l’ardire di chiamare “progetto talpa”: un progetto avveniristico per quel tempo che fondava la sua ratio principale nel recupero delle potenzialità del sottosuolo del centro storico, al fine di farne una realtà funzionale ai nostri tempi contemporanei, oltre a creare opportunità per impedire lo spopolamento ed il decadimento della rupe. In buona sostanza, il progetto, in linea con la funzione che per millenni hanno avuto le cavità sotterranee, si proponeva l’ambizione di migliorare la vivibilità del centro storico, oltre ad avere la grande intuizione di un ambientalismo ante litteram e non ideologico teso a liberare il più possibile il pianoro dalla sosta (spesso selvaggia) delle macchine. Orvieto, per la sua morfologia, ha caratteristiche tali da poter essere “sfruttata” anche nel sottosuolo e ciò – secondo il “progetto talpa” – avrebbe prodotto nuovi e maggiori  elementi di crescita per l’intera città;
  • un segnale in questo senso è stato dato con la costruzione dei due parcheggi insilati e coperti, ubicati ai due estremi della rupe: i parcheggi di Foro Boario e di Via Roma, seppur con le debite differenze, possono inquadrarsi come una piccola – ma significativa – porzione del  “progetto talpa” che anni prima aveva elaborato l’Ing. Forbicioni;
  • oltre alla visione di prospettiva incarnata nel “progetto talpa”, Araldo Forbicioni nella sua vita professionale ha contribuito in prima persona a riqualificare alcuni importanti luoghi storici della città, a partire dal palazzo dei Signori Sette, all’interno del quale aveva proposto un “poliforum” a disposizione della città. L’attività professionale lo ha portato a lavorare per Enti pubblici, Enti ecclesiastici e molte realtà private: dai calcoli delle fondamenta del nuovo Ospedale, alla progettazione della chiesa di Ciconia; dalla ristrutturazione del Monastero del Buon Gesù, allo studio delle cause ed alla risoluzione del crollo della strada della Badia; dallo studio sul consolidamento della rupe (in Joint con Geosonda), alla ristrutturazione del Convento dei Cappuccini. L’ingegnere ha anche prestato la sua professionalità in Comuni del comprensorio, uno tra i tanti lavori è stato la progettazione del palazzetto dello sport di Porano. Nel settore privato sono stati numerosissimi i progetti e gli interventi messi in campo, dagli storici palazzi del centro storico fino  ad alberghi e realtà ricettive ad Orvieto Scalo;
  • oltre alla sua attività professionale, Araldo Forbicioni ha contribuito a fondare movimenti culturali finalizzati a riscoprire le radici profonde dalla nostra città e del nostro territorio: l’ambizione di ritrovare un senso di appartenenza ad una comunità che – oggi come ieri – necessita di essere riscoperta e rivitalizzata;
  • l’Ing. Forbicioni, oltre ad essere stato uno stimato, capace e lungimirante professionista orvietano, ha avuto anche l’onere e l’onore di svolgere la funzione di Consigliere Comunale, carica svolta sempre con la massima serietà e rettitudine e con il solo fine di rappresentare al meglio le esigenze e le aspettative dei cittadini orvietani;
  • compito di chi rappresenta le Istituzioni è anche quello di ricordare persone che hanno dato lustro alla città e che hanno operato ed agito per il bene dalla nostra comunità: per questo ritengo doveroso dare un segno in questa direzione sollecitando il Sindaco ad impegnarsi per individuare uno spazio pubblico da titolare all’Ingegner Araldo Forbicioni che, da figlio di questa città, da professionista e da uomo delle Istituzioni ha sempre agito per il bene di Orvieto e degli orvietani. In questo contesto occorre anche ricordare che il 2023 è l’anno in cui ricorre il centenario della nascita di Araldo Forbicioni;

per quanto esposto in premessa,

il Consiglio Comunale di Orvieto, impegna

il Signor Sindaco e la Giunta Comunale di prendere atto positivamente di quanto rappresentato in premessa e di individuare – di concerto con i famigliari – uno spazio pubblico adeguato e consono da intitolare all’Ing. Araldo Forbicioni.




Quasi quarant’anni di lavoro in Polstrada, il comandante Stefano Spagnoli lascia il 30 giugno

Carissimi Amici,

Il 30 giugno, dopo quasi 40 anni di servizio, lascerò la Polizia di Stato per raggiunti limiti di età. Non posso nascondere la malinconia che mi assale al pensiero di lasciare “il servizio attivo” nella Polizia di Stato ma, in tutte le cose, c’è sempre un inizio ed una fine.
Per questo motivo sento, intimamente, il desiderio di salutare tutti coloro che, a vario titolo, si sono relazionati con me nel corso della mia “vita operativa” nella Polizia di Stato e, in particolare, di quella trascorsa presso il Reparto che ho avuto l’onore di comandare per oltre 17 anni, la Sottosezione Polizia Stradale di Orvieto, ufficio nel quale anche mio padre, quasi 40 anni fa, prestò servizio. Furono la sua passione e la sua dedizione che mi spinsero ad entrare in Polizia e poi chiedere, dopo un periodo alla Questura di Roma, di essere assegnato alla Polizia Stradale, prima a Roma e poi ad Orvieto, dove arrivai nel 1991 da Agente e fui, inizialmente, impegnato in servizi di vigilanza stradale, infortunistica e polizia giudiziaria, quest’ultimo settore, fin dall’inizio, la mia grande passione.

Nel 2006, dopo essere riuscito a raggiungere alcuni importanti traguardi nella mia carriera di Poliziotto, fui nominato Comandante e, con grande orgoglio e gratificazione per essere stato scelto dai miei superiori per un tale rilevante e delicato incarico, ne assunsi l’onere ma soprattutto l’onore, nella piena consapevolezza della grande e delicata responsabilità che mi era stata affidata. Ripercorrendo il tracciato della mia attività di Poliziotto ma, soprattutto, di Comandante, non posso non ringraziare, principalmente, la grande squadra che ho avuto l’onore di coordinare e che è stata sempre al mio fianco, anche e soprattutto nei momenti più difficili.
Senza la loro competenza, professionalità, dedizione e spirito di sacrificio mai sarebbe stato possibile ottenere i tanti, numerosissimi, successi raggiunti dalla Polizia Stradale di Orvieto, soprattutto nel contrasto alla criminalità, anche di elevatissimo spessore.
Una squadra che, nel tempo, si è rinnovata o comunque modificata ma che non ha mai perso lo smalto, la vivacità e il brio di un gruppo coeso e vincente ed è a loro, appunto, che va tutta la mia riconoscenza.
Speciale gratitudine, poi, la devo alla mia famiglia che non mi ha fatto mai mancare il sostegno incondizionato e la costante vicinanza anche quando io, spesso, per ragioni di servizio, non potevo esserle altrettanto vicino e presente. Un riverente, sincero e caloroso ringraziamento va all’Autorità Giudiziaria e, in particolare, a tutti i Magistrati delle Procure di Terni, Viterbo, Siena e Rieti con i quali ho avuto l’onore di collaborare e che mai mi hanno fatto mancare il loro indispensabile supporto con manifestazioni di stima e fiducia.
Rispettosa riconoscenza la rivolgo alle varie autorità Prefettizie dell’ufficio Territoriale del Governo di Terni con le quali, nel corso degli anni, ho avuto l’onore ed il piacere di collaborare ed a tutti i funzionari ed impiegati con i quali è stato sempre agevole rapportarsi per ogni esigenza di servizio, merito della loro professionalità, disponibilità e senso del dovere.
Nondimeno, ringrazio la Protezione Civile di Orvieto e tutte le istituzioni cittadine, civili e religiose, i Sindaci e le autorità ecclesiastiche che nel tempo si sono avvicendate e che hanno sempre fatto sentire la Polizia Stradale di Orvieto parte essenziale delle Comunità da essi rappresentata. Un amichevole gratitudine va invece ai colleghi di tutte le altre Forze dell’Ordine, Armate e dei Vigili del Fuoco del territorio con i quali c’è sempre stata una proficua ed efficiente collaborazione costantemente finalizzata all’unico comune obbiettivo: garantire la sicurezza della collettività. Infine, ma ovviamente non per importanza, ringrazio calorosamente i miei Superiori gerarchici che, nel tempo, con la loro vicinanza, disponibilità e sostegno, non mi hanno mai fatto sentire né lasciato solo, soprattutto nei momenti più difficili e complessi, talvolta anche molto critici, della mia attività operativa.

Per quanto mi riguarda ho sempre ispirato il mio servizio (essere un poliziotto ritengo sia, appunto, da considerare un “servizio” alla comunità) e la mia azione di Comando al rispetto del giuramento fatto a me stesso il primo giorno in cui ho assunto l’incarico di Comandante: fare del dialogo lo strumento principe nella gestione del Reparto, ponendomi al servizio del territorio, e facendomi guidare dai valori della nostra Costituzione quali la solidarietà, l’uguaglianza, la giustizia, la dignità ed il valore della persona.
La mia porta è stata sempre aperta sia per la collettività che per i colleghi, per e con i quali ho avuto il piacere e l’onore di lavorare. Penso e spero di non aver mai lasciato indietro niente e nessuno nella certezza, comunque, di aver profuso incessantemente il massimo dell’impegno in tal senso, avendo sempre svolto il mio servizio con il massimo rigore e la massima determinazione applicando questi due principi, anzitutto, su me stesso e senza mai trascurare però altri tre valori che ritengo assolutamente altrettanto essenziali nella vita: l’onestà, la sensibilità ed il buon senso.

Lascio la Polizia di Stato con tristezza perché, come amo sempre dire, è una professione che, una volta entrata dentro di te, scorrerà per sempre nelle tue vene ma, tuttavia, con il sollievo che il mio legame, con questa straordinaria Istituzione, continuerà nel tempo grazie al mandato di segretario nazionale del Coisp (sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato), che durerà fino a tutto il 2026 e che mi permetterà di continuare ad essere sempre vicino ai colleghi per la tutela delle loro condizioni lavorative e all’Amministrazione nelle sfide che continueranno ad impegnare la Polizia di Stato in futuro.
Un particolare legame con la Polizia di Stato poi, comunque, rimarrà anche perché mia figlia Giulia seguirà le mie orme, una scelta di cui sono ovviamente molto orgoglioso: il destino ha voluto, benevolmente, che il passaggio di testimone, tra la mia uscita e l’ingresso di mia figlia nei ruoli della Polizia di Stato, utile a perpetuare questo legame, si realizzerà proprio nello stesso giorno, il 30 giugno p.v..
Ed in ultimo, ma non come ultimi, mi rivolgo a voi giornalisti. Ho aperto questa mia lettera scrivendo “CARISSIMI AMICI” !!! Non è stato un caso, il “CARISSIMI AMICI” è rivolto proprio a voi (tali vi considero) cui inoltro questa mia lettera di commiato perché, oltre alla doverosa comunicazione della mia collocazione in quiescenza che, attraverso i vostri canali comunicativi vorrei diffondere alla comunità, sento fortemente il desiderio di esprimervi il mio particolare e sincero ringraziamento per l’attenzione che avete sempre riservato alla Polizia Stradale di Orvieto nel raccogliere, documentare e raccontare, con eccellente professionalità, attraverso i vostri media, ogni attività svolta nell’ambito della polizia giudiziaria, infortunistica e in ambito sociale.
Abbiamo vissuto insieme, purtroppo e nostro malgrado, moltissime tragedie, da ultimo anche appena qualche giorno fa, ma anche grandi successi nel contrasto alla criminalità e voi avete sempre raccontato tutto con quello stesso sentimento di dolore o quella stessa passione ed esultanza di come noi poliziotti vivevamo quel momento e di questo io ve ne sono grato.
Vi siete continuamente rapportati con me e con i miei colleghi con correttezza, lealtà, obiettività, sensibilità e pazienza e, oserei dire appunto con Amicizia, specialmente nelle circostanze più drammatiche che, nel corso di questi anni, abbiamo vissuto insieme, anche se ognuno nell’ambito delle rispettive competenze.
Avete sempre accolto, con condivisione e comprensione, le mie sensibilità e reticenze nel fornire informazioni personali sulle vittime e protagonisti di tragedie stradali, dimostrando una delicatezza e attenzione non sempre scontata in chi svolge la vostra professione.
Così come in circostanze di arresti importanti o eccellenti, pur “tartassandomi”, comunque avete sempre avuto l’attenzione e la pazienza di comprendere le difficoltà del momento ed attendere la mia disponibilità.
Non posso concludere questa mia lettera di saluti e ringraziamenti senza prima ricordare con profonda commozione tutti quei colleghi con i quali, nei miei 40 anni di servizio, ho lavorato e che purtroppo sono scomparsi prematuramente.
In particolare vorrei ricordare il collega Salvatore Mirabella che, a soli 23 anni quando io ne avevo 25, mentre eravamo in servizio insieme a Roma, durante la fase di rilievi di un incidente, precipitò da un ponte e perse la vita tragicamente; e poi i colleghi Alessandro Di Cintio e Mauro Melis che prestarono servizio proprio alla Sottosezione di Orvieto ed entrambi scomparsi, purtroppo, per una brutta malattia, il primo a 36 anni ed il secondo a 56 anni. Nell’intima speranza che il servizio da me reso, per circa 40 anni, sia stato utile per l’intera comunità ed apprezzato dalla stessa, vorrei congedarmi dalla mia città “soltanto come Poliziotto” e a quanti, tantissimi, tra rappresentanti di varie istituzioni, enti e concittadini, manifestandomi affetto, gratitudine e stima, da tempo mi sollecitano a continuare ad impegnarmi per la collettività in altri ambiti, voglio assicurare che, laddove si presenterà l’occasione, non mancherò di mettermi a disposizione della comunità.

S. Commissario Coord.
Polizia di Stato
Stefano Spagnoli

I giornali del circuito Medianetwork salutano il comandante della Polstrada e lo ringraziano per la professionalità, il rispetto, l’umanità e la collaborazione dimostrati in tutti questi anni nei nostri confronti.




Orvieto e tutti gli sportivi piangono la scomparsa della professoressa Maria Amalia Spatola

Oggi è una giornata triste, molto triste. In silenzio, con quel tratto che l’ha sempre contraddistinta di riservatezza la professoressa Maria Amalia Tilli in Spatola, 87 anni, si è spenta. Nella sua riservatezza non può non colpire la data, il 22 giugno, la stessa che tragicamente 15 anni fa ha visto la scomparsa per un incidente del figlio Corrado a soli 44 anni a Spoleto.

Maria Amalia Spatola non amava i riflettori ma ha fortemente voluto insieme al marito e ai figli che il nome di Corrado fosse indissolubilmente legato al basket cittadino, la vera passione di Corrado. E così con determinazione hanno ripreso la tradizione del Torneo dei Quartieri nel campo della scuola di Piazza Marconi.

Il sorriso di Amalia, di Carlo, suo marito, della figlia Lucia e dei figli Andrea e Paolo quasi illuminavano il piazzale della scuola anche quando, nei primi anni, in verità di luce ce ne era ben poca. Poi anno dopo anno, grazie all’Associazione Corrado Spatola e all’impegno di tanti amici e delle istituzioni il sogno è diventato realtà. E la signora Amalia la vedevi semplicemente contenta per la sua “creatura” che cresceva anno dopo anno. Le sue mille attenzioni, la sua creatività nel pensare gadget da mettere in vendita per supportare l’associazione e poi chi può dimenticare i suoi cannoli siciliani…buoni e fatti con amore.

Per l’ultimo saluto chi vuole alla Chiesa di Sant’Andrea alle ore 10,30 di sabato 24 giugno…Intanto vogliamo ricordare la signora Amalia con il post di Stefano Olimpieri non prima di fare le più sentite condoglianze da parte di Orvietolife a tutta la grande famiglia Spatola!

Il ricordo di Stefano Olimpieri

Corrado era salito in cielo proprio in questa giornata di quindici anni fa e sua madre, la signora Amalia, lo ha raggiunto proprio oggi. Il destino, nella sua illogicità, ha sempre un senso. Con la signora e con Carlo ci eravamo visti poche settimane fa in occasione del premio che Orvietosport aveva voluto giustamente assegnare all’associazione Corrado Spatola per aver ripristinato lo storico Torneo dei Quartieri di pallacanestro. Monica Riccio mi fece l’onore di poter consegnare il premio ai genitori di “Bingo”. La loro determinazione e la loro grande disponibilità hanno fatto sì che si potesse tornare a vivere un evento che ha fatto la storia della pallacanestro orvietana. Rivedere quel campo pieno di ragazzi che corrono dietro ad un pallone a spicchi risveglia tanti ricordi e riaccende un profondo senso di appartenenza. Era un freddo sabato mattina di febbraio 2010 quando insieme a Massimiliano Ciriciofolo mettemmo le basi per riportare in auge il Torneo dei Quartieri nel nome di Corrado. Subito, senza indugio, babbo Carlo, mamma Amalia ed i fratelli si misero in azione; ed Insieme a Massimo Fiorenzi, Mario Mingardi, Marco Pigozzi e tanti altri iniziammo a lavorare per far tornare a rivivere il Tornei dei Quartieri. I primi anni furono duri (il campo mancava anche di illuminazione) ma poi, pian piano e con l’aiuto di tantissime persone e la fattiva collaborazione delle Istituzioni cittadine si è creato un vero evento nel nome di Corrado ed anche dei tanti amici che ci hanno prematuramente lasciato. Tanta acqua e’ passata sotto i ponti da quella mattina di febbraio: purtroppo il passar del tempo ci mette di fronte anche a momenti tristi come la giornata di oggi. Oggi la signora Amalia è salita in cielo e ritroverà il suo Corrado davanti ad un canestro mentre fa una zonetta con Valeria, Marco, Alessandro, Marco e sotto la supervisione di Spartaco, Giulio e Renato. Ce li saluti.




L’ultimo saluto all’imprenditore e Cavaliere del Lavoro Giuseppe Bonollo ad Anagni

Lo scorso 20 giugno è venuto a mancare il cav. Giuseppe Bonollo ad Anagni con l’ultimo saluto nella cattedrale di Santa Maria alle 11,30 del 22 giugno. Una vita tutta dedicata all’azienda di famiglia, oggi denominata Distillerie Bonollo SpA. I prodotti della distillazione sono il core business ma negli anni ’80 fu proprio Giuseppe Bonollo a fondare ad Allerona l’Azienda agricola “Argillae” con 270 ettari di superficie totali e di questi più di 80 coltivati a vigneti e uliveti. Oggi Argillae è una realtà importante con una cantina moderna e tecnologicamente avanzata ed è guidata dalla nipote Giulia Di Cosimo che ha deciso di trasferirsi in Umbria e trasformarla nell’azienda di famiglia per la produzione di vino e olio di qualità.

Giuseppe Bonollo è nato a Formigine in provincia di Modena il 12 gennaio del 1935 da una famiglia di origine veneta trapiantata in Emilia, attiva nel settore della distillazione già dal 1908. Già dai tempi della scuola è attivo in azienda ma è il 1958 l’anno fondamentale che vede il suo trasferimento ad Anagni, nel frusinate dove realizza una nuova distilleria e un anno dopo si sposa con la signora Clara con cui ha due figlie. Nel ’66 scompare prematuramente il padre e Giuseppe, primogenito assume le redini della Distillerie Bonollo Luigi & Figli Snc di Bonollo Giuseppe & C. che inizia a gestire sempre in accordo e insieme ai suoi fratelli. Da allora la strada è quella dello sviluppo e oggi la Distillerie Bonollo conta quattro stabilimenti produttivi con oltre 130 addetti e sono le prime produttrici di grappa al mondo. Nel ’99 arriva il riconoscimento più importante con la nomina a Cavaliere del Lavoro da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Orvietolife e il direttore fanno le più sentite condoglianze a Giulia Di Cosimo e alla famiglia