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Ciao Don Augusto, pastore di Ciconia che ora piange il “suo” parroco

Nella tarda mattinata del 14 febbraio è tornato alla casa del Padre don Augusto Passeri, così ha scritto don Emanuele Frenguelli, il suo più stretto collaboratore sui social. La notizia ha iniziato a rimbalzare come un tam tam senza sosta. Il parroco di Maria Santissima Madre della Chiesa era ricoverato da alcuni giorni al Policlinico Gemelli. Don Augusto, 81 anni, se ne è andato in silenzio, quasi in punta di piedi nel giorno delle Ceneri e, coincidenza, di San Valentino dedicato all’Amore, sì con la “a” maiuscola, quello che ha dato per decenni alla comunità di Ciconia che silenziosamente piange.

E’ difficilissimo ricordare una persona che ha dedicato la sua intera vita pastorale e non solo alla “sua” comunità quella di Ciconia. Nel ’68 diventa sacerdote e dieci anni dopo viene assegnato a Ciconia. E’ il quartiere che ha segnato il passaggio dal centro storico alla valle del Paglia, considerato a torto dormitorio e don Augusto questo termine non lo ha mai accettato. E allora inizia la sua avventura, il suo cammino di pastore senza una vera e propria chiesa. Un garage dove celebrare Messa, dove fare catechismo, dove incontrare tante coppie e fedeli. Ma se volevi il “don” lo potevi incontrare in giro nelle strade dove viveva la comunità. Poi decide che è arrivato il momento di costruire una vera parrocchia per il quartiere che è diventato il più popoloso della città.

Uno sforzo che ai più sembrava insostenibile e invece, passo dopo passo ci è riuscito. Una grande emozione per tutta la comunità. Don Augusto un pastore vero, una persona disponibile e alla mano, pronta ad aiutare senza apparire in prima persona. La comunità si allarga con le festa di Ciconia e tanti altri eventi che uniscono le persone. Ecco “non è un dormitorio – soleva dire don Augusto – ma un quartiere vivo, dove si dorme, si lavora, si gioca, si litiga e si fa pace e soprattutto dove si prega”.

La comunità di Ciconia s’identifica con don Augusto tanto che quando in diocesi decidono di trasferirlo a Castel Giorgio parte prima una petizione e poi tante manifestazioni di protesta, addirittura in molto erano pronti a manifestare davanti al Duomo. Allarme rientrato, il vescovo fa retromarcia e lascia tutto così. Don Augusto può tornare a seguire il suo gregge.

E così ha fatto fino a qualche giorno prima del ricovero al Policlinico Gemelli. “Appena possibile – ha scritto sempre don Emanuele Frenguelli – verranno date tutte le indicazioni sulle esequie e altri momenti di preghiera”. Ora è il momento del raccoglimento, del ricordo e della preghiera.




Si è insediata Ilaria Bernardini nuova direttrice dell’ospedale di Orvieto a tempo pieno

Si è insediata lunedì scorso, 5 febbraio, alla guida della struttura ospedaliera “Santa Maria della Stella” di Orvieto, la dr.ssa Ilaria Bernardini che assume l’incarico di vertice per i prossimi cinque anni dopo essere risultata vincitrice dell’avviso pubblico bandito dalla Usl Umbria 2. Per l’occasione sono stati convocati i responsabili di reparto e dei servizi dell’ospedale, tutti presenti all’incontro.
Dirigente medico, specialista in Igiene, la dottoressa Bernardini vanta un’importante esperienza professionale presso la Direzione Medica di Presidio dell’Azienda Ospedaliera di Perugia dove ha ricoperto il ruolo di responsabile della Gestione operativa dei processi clinico assistenziali e raccordo con l’Ufficio Controllo di Gestione, occupandosi in particolare  del percorso del paziente chirurgico programmato, dalla lista di attesa alla sala operatoria e svolgendo attività quotidiana di verifica delle sedute operatorie e reportistica dei dati di attività. Particolarmente attiva inoltre nel campo delle liste operatorie, nella verifica dei tempi, nell’analisi delle criticità e nell’organizzazione di incontri, per la loro risoluzione, con professionisti chirurghi, anestesisti, infermieri per ottimizzare l’organizzazione e le risorse.

L’impegno della dottoressa Bernardini al “Santa Maria della Misericordia” di Perugia si è rivolto anche al monitoraggio dei principali indicatori di performance aziendali con analisi dei sistemi di valutazione dell’organizzazione. Numerosi i ruoli e le mansioni svolte nel nosocomio del capoluogo di regione: dalle attività del comitato infezioni ospedaliere a quelle legate all’accreditamento, alla gestione del rischio clinico, al registro tumori e ai flussi informativi regionali relativi alla mobilità sanitaria, solo per citarne alcuni.

La dottoressa Ilaria Bernardini sostituisce alla guida dell’ospedale di Orvieto il dott. Patrizio Angelozzi che, malgrado l’impegno di responsabile della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia, con grande disponibilità, capacità e competenza, dal mese di luglio 2022 ha guidato anche la struttura ospedaliera. Il dottor Angelozzi, che torna al suo originario ed esclusivo incarico di direzione del reparto di Ostetrica e Ginecologia, ha ricevuto il ringraziamento, per l’importante contributo in termini di dedizione, professionalità, impegno e risultati raggiunti, del direttore generale ff dott. Piero Carsili presente al “Santa Maria della Stella” per il passaggio di consegne e per il primo giorno di lavoro della dott.ssa Bernardini. “Per la prima volta – ha dichiarato il manager sanitario – l’ospedale di Orvieto ha al vertice un direttore di struttura complessa a tempo pieno, parte integrante dell’organico aziendale. Un segnale inequivocabile del ruolo strategico del nosocomio orvietano nella rete ospedaliera regionale, ribadito nei programmi della Regione Umbria e confermato dai progetti di potenziamento e sviluppo in termini strutturali, di dotazione organica, di innovazione tecnologica”.

Il direttore generale ff della Usl Umbria 2 dott. Piero Carsili ha quindi rivolto i migliori auguri di buon lavoro alla nuova direttrice dell’ospedale di Orvieto, allo staff della direzione di presidio e ai professionisti impegnati nei reparti con l’auspicio e l’impegno comune di offrire, grazie ad un lavoro corale e ad un’organizzazione efficiente ed efficace, risposte sempre più di qualità ai cittadini”.

Il nuovo direttore dell’ospedale di Orvieto dott.ssa Ilaria Bernardini si è detta “onorata di assumere questo prestigioso incarico” e ha garantito “massimo impegno, dedizione e attenzione puntando sul lavoro di squadra con la certezza di poter migliorare ulteriormente la performance e l’efficienza della struttura ospedaliera grazie a questi elementi e al supporto indispensabile dei professionisti, delle istituzioni, della comunità cittadina”.




Fabrizio Cortoni è il presidente della neonata sezione di Orvieto dell’ANPI

Venerdì 26 gennaio, presso il Community Hub di Orvieto Scalo, si è tenuta l’assemblea dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) che ha rinnovato gli organi della neonata Sezione di Orvieto, evidenziando il crescente impegno dei cittadini nella difesa dei valori costituzionali.

L’assemblea, che ha visto la partecipazione attiva dei soci dell’ANPI di Orvieto, ha portato alla formazione del nuovo Comitato di Sezione. Il presidente eletto è Fabrizio Cortoni, il quale sarà affiancato nei suoi compiti da due vicepresidenti, Roberto Bettoja e Tonino Ciarlora. Annarita Manuali assumerà il ruolo di tesoriere, mentre Paola Polimeni sarà la referente per il mondo della scuola. L’iniziativa di istituire una Sezione ANPI per Orvieto e il comprensorio Orvietano è stata presa lo scorso ottobre, dopo anni di impegno come Gruppo ANPI del Provinciale di Terni. La decisione è stata motivata dalla crescita significativa del numero dei soci di ogni età e dalla necessità di intensificare l’azione sul territorio. L’ANPI, Ente morale dal 1945 e riconosciuto dal Ministero della Difesa, è un soggetto in prima linea nella difesa dei valori costituzionali, che quotidianamente sono a rischio di revisione e svalutazione. L’impegno della Sezione di Orvieto si inserisce in questo contesto, contribuendo a preservare la memoria storica e a promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nella tutela dei principi fondamentali della nostra democrazia.

Il presidente neo-eletto, Fabrizio Cortoni, ha espresso la sua gratitudine per la fiducia accordata dai soci e ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme per difendere i valori che sono alla base della nostra società. La Sezione di Orvieto si propone di organizzare una serie di iniziative culturali e sociali per coinvolgere sempre più persone nella riflessione su temi cruciali per il nostro Paese.




Liliana Segre e Sami Modiano sono cittadini onorari di Orvieto, per non dimenticare

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Dal 25 gennaio Orvieto ha due nuovi cittadini onorari: Sami Modiano e Liliana Segre. L’ufficialità, dopo l’approvazione all’unanimità in consiglio comunale, è arrivata proprio durante l’evento organizzato dal Comune per celebrare il “Giorno della Memoria”. La senatrice a vita Liliana Segre non era presente alla cerimonia, come già annunciato, mentre Sami Modiano non ha potuto collegarsi neanche in remoto per motivi di salute. Non meno emozionante la giornata con il video di Liliana Segre, l’intervista rilasciata a Senato tv nel 2019 e quello di Sami Modiano quello del suo viaggio insieme agli studenti proprio nel campo di sterminio di Birkenau dove ha vissuto i drammi dell’odio razziale, della separazione dai familiari, della loro scomparsa, della lotta quotidiana per sopravvivere. Entrambi i testimoni dell’Olocausto non hanno tuttavia fatto mancare un messaggio di saluto alla città di Orvieto rispettivamente letto da Giada Cuccurullo, della 4B del Liceo artistico “Livio Orazio Valentini”, e da Riccardo Chiasso, rappresentante d’istituto del Liceo scientifico “E. Majorana”. A Maria Elisa Leonte della 4B del Liceo artistico, il compito di leggere alcuni passaggi del libro scritto sulla storia di Sami Modiano.

A Liliana Segre il consiglio comunale ha conferito la cittadinanza onoraria nell’aprile 2021 votando contestualmente l’adesione del Comune di Orvieto alla “Rete dei Comuni per la memoria, contro l’odio e il razzismo”. “Stimato Sindaco di Orvieto – ha scritto la senatrice a vita – da qualche tempo ormai ho l’onore di potermi dire vostra concittadina. Purtroppo non potrò essere presente di persona alla cerimonia ufficiale di conferimento della Cittadinanza Onoraria, che coinciderà con le celebrazioni della Giornata della memoria 2024, ci tengo però giungano a tutte le mie concittadine e tutti i miei concittadini i più sentiti ringraziamenti e calorosi saluti. Un pensiero particolare però all’amico Sami Modiano, anche lui infaticabile testimone dell’orrore della Shoah. La mia opera decennale in fatto di trasmissione della memoria è stata sempre improntata a questo criterio: non semplice testimonianza e rievocazione, ma sforzo indefesso di formazione delle ragazze e dei ragazzi, della coscienza dei cittadini tutti. Certa di avere la comprensione e la condivisione di una terra come quella umbra che ha grande tradizione di Resistenza e di democrazia, rinnovo a voi tutte e tutti il ringraziamento per la Cittadinanza Onoraria di Orvieto ed auspico il miglior successo alle iniziative legate alla Giornata della memoria“.

A Sami Modiano è stata conferita la cittadinanza onoraria nell’ottobre 2023 facendo seguito alla proposta lanciata in occasione dell’incontro pubblico (qui il link per seguire la giornata del febbraio scorso con Sami Modiano ndr) con lo stesso Modiano organizzato dal Club Amici della Stampa. Ad avanzare la proposta in quella occasione il giornalista e già vicepresidente della Comunità ebraica di Roma, Ruben Della Rocca, che alla platea di studenti ha tratteggiato la figura di Modiano. A lui, dalle mani del sindaco Tardani e dei vicepresidenti del consiglio comunale Silvia Pelliccia e Federico Giovannini, è stata affidata la targa che consegnerà a Sami Modiano. “Ringrazio il sindaco, il consiglio comunale e la città di Orvieto – ha detto – per aver accolto la nostra proposta. Eravamo tutti in lacrime quel giorno ascoltando le parole di Sami. Con me, ad accompagnarlo nel racconto, i colleghi Roberto Conticelli e Alessandro Li Donni che ringrazio ancora per aver organizzato quel momento così emozionante. Purtroppo Sami non è potuto essere qui per motivi di salute. Due giorni fa ha avuto un incontro a La Sapienza ma questi appuntamenti per lui possono essere paragonati alle performance di un’atleta in una gara di altissimo livello. E ogni volta che racconta il suo passato è un’atleta stanco e provato. Tutti i sopravvissuti dai campi di sterminio, ci hanno messo 30-40 anni per raccontare il loro vissuto da bambini. Si vergognavano. Sami era un ragazzo come voi e come spesso ripete e come ha detto anche la senatrice Segre la cosa che li ha colpiti ancora prima dei campi di sterminio sono state le leggi razziali e il non poter andare a scuola. Sami Modiano è stato espulso da scuola a 8 anni con l’unica ‘colpa’ di essere ebreo. La generazione di Sami sta finendo – ha aggiunto Della Rocca – è il nostro compito oggi è quello di stipulare un patto tra Istituzioni, mondo della comunicazione e scuola per raccogliere e portare avanti il testimone della Memoria. E questo potete farlo informandovi, studiando per il piacere di studiare e di crearsi una coscienza civica. Non è facile informarsi al tempo dei social che ci hanno reso dei robot, occorre cercare le informazioni corrette, pulite. Lo dobbiamo a Sami, a Liliana Segre e tutti coloro che anche oggi nel Mondo stanno vivendo momenti terribili solo perché ebrei, musulmani o discriminati“.

Il ruolo delle scuole e degli insegnanti è fondamentale – ha rimarcato l’assessore all’Istruzione, Alda Coppola, che ha moderato la giornata – ed è particolarmente significativo che oggi ci siano i nostri giovani a celebrare il conferimento della cittadinanza onoraria a due personaggi che saranno ricordati nella storia e alla quale sarà legato indissolubilmente anche il nome di Orvieto“.

Un ringraziamento particolare al Sindaco – ha scritto Sami Modiano nella sua lettera – e a tutti coloro che hanno desiderato conferire a due Sopravvissuti all’inferno nazista la cittadinanza onoraria di Orvieto, città che ho potuto apprezzare nella sua bellezza e nella cortesia ed accoglienza ineccepibili lo scorso anno. Il tempo passa e la forza di raccontare ciò che abbiamo passato, noi Sopravvissuti, nel ricordo costante di tutti coloro che abbiamo perduto, sta venendo sempre meno. Spero che le mie parole che ho detto lo scorso anno, il racconto di ciò che un bambino ha dovuto passare nell’inferno, siano rimaste nel ricordo di qualcuno di voi. Il mio compito è stato sempre di fare in modo che il ricordo di ciò che è stato sia sempre costante e forte, a voi tutti il compito e l’augurio che possiate fare in modo che le differenze razziali non trovino terreno fertile nelle generazioni future“.

Arriviamo a questa giornata – ha detto il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – con una condivisione di intenti che Orvieto ha saputo dimostrare con il voto espresso dal consiglio comunale. Quello di oggi è un giorno speciale per la nostra città, il giorno nel quale accogliendo a pieno diritto nella nostra comunità due testimoni viventi dell’Olocausto non vogliamo soltanto celebrare il Giorno della memoria ma dare alla memoria un senso e un valore. Non conosco personalmente la senatrice Segre ma ho ascoltato la sua storia e seguito il suo impegno quale presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo. Ho avuto invece il piacere di conoscere e ascoltare direttamente Sami Modiano nell’incontro pubblico organizzato qui a Orvieto un anno fa e ho ancora scolpite nella memoria le sue parole, il silenzio e la commozione di una platea che ascoltava la storia di un ragazzo come voi che ha visto l’orrore. ‘Io sono ancora là a Birkenau, ci disse, non potrò mai andarmene via da li. I miei occhi hanno visto cose orrende, che non si possono cancellare. Ero solo un ragazzo…’. Liliana Segre e Sami Modiano, erano ragazzi come voi quando sono diventati testimoni di una delle più grandi atrocità della storia. Oggi li accogliamo nella nostra comunità come interpreti dei valori di pace e di giustizia, come simboli di speranza. Per Orvieto – ha proseguito – avere due cittadini come Liliana Segre e Sami Modiano è motivo di orgoglio, è un atto di gratitudine e una immensa responsabilità. Essere cittadini, infatti, non è solo essere membri di una comunità, implica un senso di appartenenza, significa condividere valori, cultura e storie comuni. Essere concittadini di Liliana Segre e Sami Modiano ci consegna quindi una responsabilità collettiva ancora maggiore. Quella di custodire la memoria, di assicurare che simili tragedie non si ripetano, di lottare contro l’ingiustizia, di promuovere la comprensione e il rispetto per la diversità, di non rimanere indifferenti alle conseguenze dell’odio e della discriminazione, di preservare i valori fondamentali della dignità umana. È un orgoglio per la città di Orvieto poter condividere le storie drammatiche e straordinarie di Liliana Segre e Sami Modiano. Riconoscerli come cittadini onorari non è solo un atto formale ma un segno tangibile della nostra gratitudine per la loro testimonianza e l’impegno a custodire la memoria delle vittime della Shoah. La loro presenza nella storia della nostra città ci arricchisce e oggi più di prima ci deve ispirare a costruire un futuro basato sulla tolleranza, sulla solidarietà e sulla giustizia“.




Promulgato dal Dicastero delle cause dei Santi il decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio Gianfranco Maria Chiti

La Diocesi di Orvieto-Todi accoglie con gioia la notizia riguardante l’iter della causa di beatificazione e canonizzazione di Padre Gianfranco Maria Chiti. Mercoledì 24 gennaio, infatti, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi e ha autorizzato lo stesso Dicastero a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio, sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.

Fra’ Gianfranco Maria Chiti nacque a Gignese il 6 maggio 1921. Generale di brigata dei Granatieri di Sardegna, all’età di 57 anni, anziché “fare zaino a terra”, come la legge gli imponeva con il congedo, preferisce “arruolarsi volontario” nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Sacerdote professo in tale Ordine, indossando il saio di San Francesco sopra la mimetica, svolge un intenso apostolato soprattutto ad Orvieto, dove era stato inviato come custode del Convento di San Crispino. Qui rimane fino al 2004, anno in cui, a Roma, nell’Ospedale Militare del Celio, muore, il 20 novembre, in concetto di santità.

Il suo ricordo rimarrà indelebile per aver salvato, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, più di 200 partigiani da sicura fucilazione, creando un fittizio “corso di arruolamento” nei Granatieri, e permettendo loro, poi, di far ritorno nelle proprie famiglie. Il suo nome, inoltre, è annoverato nel Libro dei Giusti della Sinagoga di Torino per aver posto in salvo alcune famiglie di ebrei. Il 13 aprile 2015 monsignor Benedetto Tuzia emette l’editto che ne promuove la causa di beatificazione e di canonizzazione.

L’8 maggio, in Duomo, lo stesso vescovo, nel corso di una solenne celebrazione, dà ufficialmente inizio all’inchiesta diocesana, dando lettura del “libello” e nominando gli officiali incaricati di curare la procedura canonica: giudice delegato monsignor Carlo Franzoni, promotore di giustizia don Stefano Puri, notai Rossella Borgia e Paolo Bambini, postulatore e vice postulatore della causa, rispettivamente, i padri cappuccini Carlo Calloni e Flavio Ubodi. Il 30 marzo 2019, nella Basilica Cattedrale di Orvieto, ha luogo la sessione di chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio.

Fonte: Diocesi Orvieto-Todi




Intitolato ad Araldo Forbicioni il piazzale antistante la chiesa di Ciconia

Intitolato all’ingegner Araldo Forbicioni il piazzale antistante la chiesa di Maria Santissima Madre della Chiesa di Ciconia. Sabato 13 gennaio 2024, la cerimonia pubblica alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, del vicesindaco Mario Angelo Mazzi, del sindaco emerito di Orvieto, Toni Concina, dei familiari di Araldo Forbicioni, e del consigliere comunale Stefano Olimpieri che aveva presentato la mozione per l’intitolazione di uno spazio pubblico all’ingegnere orvietano approvata all’unanimità dal consiglio comunale nel luglio 2023.

La scelta è ricaduta sul piazzale della chiesa di Ciconia in via degli Olmi che lo stesso Forbicioni aveva progettato. Ma il professionista orvietano, di cui nel 2023 è ricorso il centenario della nascita, oltre che per aver contribuito a riqualificare importanti luoghi storici della città come il Palazzo dei Sette ed essere stato consigliere comunale, è ricordato anche per il cosiddetto “progetto talpa” che consisteva nel recupero delle potenzialità del sottosuolo della Rupe di Orvieto al fine di farne una realtà funzionale ai tempi contemporanei.

Nostro padre – ha detto la figlia Emanuela prima dello svelamento della targa – ci ha insegnato e fatto capire quanto la maggior parte delle cose si ottenga senza pagare, che ci sono valori che vanno oltre e che possono cambiare una comunità. Siamo felici che sia stato scelto questo luogo per cui nostro padre ha progettato una chiesa senza barriere e perché qui vivono tante nuove famiglie e bambini che rappresentano il futuro della nostra comunità e che leggendo questo nome avranno la possibilità di conoscerne la storia“.

Il prestigio della nostra città – ha detto il sindaco Roberta Tardani – è frutto del lavoro di cittadini che si sono impegnati nel rendere Orvieto qualcosa di speciale e sono stati capaci di dare alla città senza chiedere qualcosa in cambio ma solo nell’interesse della loro comunità. Questo è stato il buon esempio dato dall’ingegner Forbicioni che deve essere tramandato“.




Il ministro Sangiuliano nomina Andrea Solini Colalè come presidente della Fondazione Claudio Faina

Dopo mesi di presidenza in prorogatio per Daniele di Loreto è arrivato il decreto di nomina da parte del Ministro Gennaro Sangiuliano per il nuovo presidente della Fondazione Claudio Faina. La scelta è caduta su Andrea Solini Colalè (ringraziamo il quotidiano Umbriaon.it e il direttore Fabio Toni per averci concesso l’utilizzo della foto ndr), avvocato orvietano noto in città e che dal prossimo consiglio prenderà la guida della Fondazione dopo l’ottimo lavoro svolto da Daniele Di Loreto in questi anni difficili.




Filippo Girella, nuovo segretario della Federazione Sindacale di Polizia, “manca ancora personale in Umbria”

È Filippo Girella il nuovo segretario regionale della Federazione Sindacale di Polizia, una delle organizzazioni maggiormente rappresentative tra gli agenti sia a livello nazionale che locale. È questo l’esito del congresso straordinario svoltosi nei giorni scorsi durante il quale sia i delegati espressi dalla segreteria provinciale di Perugia che quelli della segreteria provinciale di Terni hanno concordato all’unanimità su questa scelta che conclude l’iter congressuale avviato dopo le dimissioni del segretario regionale uscente Francesco Petitti. Il nuovo organigramma della segreteria regionale dell’FSP Polizia è ora il seguente: Filippo Girella segretario generale regionale, Luca Benvenuti segretario regionale vicario, Alessandra Angeletti segretario amministrativo, Maria Grazia Frescura e Vittorio Mari segretari regionali; nel corso del congresso, inoltre, è stata decisa la nomina a presidente onorario di Francesco Petitti, che a breve lascerà la polizia di stato.

Il nuovo segretario regionale presta servizio al Commissariato di Orvieto e da tanti anni è impegnato nell’attività sindacale per la tutela dei diritti dei poliziotti. “Il problema principale riguardante la sicurezza in Umbria – afferma Girella – è senza dubbio quello della forte carenza di personale che, soprattutto in alcuni reparti della nostra regione, costringe i poliziotti a grossi sacrifici per cercare di garantire un servizio ai cittadini che sia adeguato all’attuale situazione. Inoltre, continua Girella, stiamo pagando il forte impatto che hanno sulle nostre attività la crescente presenza di immigrati stranieri nonché la mancanza della certezza della pena; ciò rischia di favorire un generale clima di impunità, rendendo sempre più difficile il lavoro degli operatori delle forze dell’ordine che ogni giorno, nella loro attività su strada, devono affrontare la criminalità agendo in un contesto normativo palesemente inadeguato. Quando si parla di dati e di statistiche sulla sicurezza reale bisogna essere tutti consapevoli che la vera priorità deve essere la sicurezza percepita dai cittadini perché ad un cittadino che ha paura ed è insicuro le statistiche non interessano. Come Federazione Sindacale di Polizia – conclude Girella – faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per sensibilizzare la classe politica e le istituzioni locali e regionali affinché prendano consapevolezza che il diritto alla sicurezza, come quello alla salute e quello all’istruzione, è un diritto imprescindibile dei cittadini ed è una delle precondizioni necessarie ed indispensabili per lo sviluppo di un territorio”.




Ufficializzata la nomina dell’ispettore Massimiliano Bolli al comando della Polizia Stradale di Orvieto

E’ stata formalizzata la nomina del Comandante della Sottosezione Polizia Stradale di Orvieto per l’Ispettore Massimiliano Bolli, un decreto che reca la firma di Teseo De Sanctis Dirigente del Compartimento Polizia Stradale per il Lazio e l’Umbria, un atto che conferma quanto di fatto accade già dai primi del mese di luglio 2023 dopo il pensionamento di Stefano Spagnoli.

Figlio della realtà orvietana e della Specialità, l’Ispettore Bolli, arriva nel 1998 presso la Sottosezione dopo varie esperienze in Polizia che hanno inizio con il suo arruolamento nel 1992. Anni di attività investigative ricche di successi insieme ai colleghi della Squadra di Polizia Giudiziaria di cui ha assunto il Comando nel 2006. Il percorso professionale – quasi tutto svolto all’interno della specialità della Polizia Stradale – i ruoli e gli incarichi di responsabilità ricoperti, che hanno contribuito ad acquisire e perfezionare le qualità richieste per assolvere alle funzioni di comando, le capacità e le attitudini professionali possedute, hanno determinato il conferimento dell’incarico di Comandante presso l’unità distaccata di Orvieto.




Il saluto di Massimo De Fino, direttore generale della Usl Umbria 2

Il tempo dei saluti è sempre accompagnato da una sensazione di malinconia. Dopo quattro anni intensi, oltre la metà dei quali duramente segnati dall’emergenza pandemica Covid-19, si chiude una pagina importante della vita umana e professionale che lascia ricordi forti, immagini indelebili.

Non sono frasi di circostanza di una lettera di commiato, ma parole dettate dal cuore, da un sentimento di forte unità, condivisione e stima quelle che mi portano a rivolgere un sentito apprezzamento per il vostro lavoro e un caro e affettuoso saluto a tutti voi, amici e colleghi, ringraziandovi per l’impegno, la passione, lo spirito di squadra, la grande professionalità che mi ha fatto sentire sempre, in ogni circostanza, orgoglioso di guidare l’azienda sanitaria Usl Umbria 2. Ricordo con commozione, scorrendo nella memoria immagini forti, cariche di significato, la lunga fase pandemica, a pochi mesi dal mio insediamento da commissario straordinario della Usl Umbria 2 avvenuto il primo gennaio 2020 e mai dimenticherò lo spirito di sacrificio, il coraggio e il senso civico dimostrato da tutti voi, una grande e diffusa forza buona e solidale che ha consentito, nei territori e negli ospedali di salvare vite umane, fornito cure e assistenza alla popolazione, garantito forse l’unico vero approdo sicuro al dolore, alla disperazione, al senso di smarrimento nei periodi più bui del Covid.

La difficile e complessa gestione dell’emergenza, il lento e progressivo ritorno alla normalità, la nuova fase di ripartenza e di ripresa che ha permesso di riprogettare gli elementi cardine della sanità del futuro. Ci sarà tempo per fare i bilanci e apprezzare i risultati conseguiti. In questi quattro anni, oltre a gestire l’emergenza pandemica, abbiamo posto le basi di un cambiamento, per costruire un’azienda sanitaria più efficiente e moderna. Abbiamo raggiunto molti obiettivi, molti progetti sono in avanzata fase di realizzazione. Ricordo il grande lavoro di riprogettazione del nuovo ospedale di Narni e Amelia, l’impegno per i lavori, finanziati in buona parte con i fondi europei del PNRR per gli adeguamenti antisismici degli ospedali di Foligno, Spoleto e Orvieto per oltre 33 milioni di euro; per la realizzazione di cinque Ospedali di Comunità a Montefalco, Spoleto, Amelia, Orvieto, Terni per un importo di 10 milioni di euro; per l’apertura di 10 Case di Comunità a Montefalco, Nocera Umbra, Cascia, Norcia, Amelia, Spoleto, Orvieto, Fabro, Narni, Terni per un importo complessivo di oltre 15 milioni di euro; per l’attivazione di due COT, Centrali Operative Territoriali a Spoleto e Terni per un importo pari a circa 1,3 milioni di euro.

Abbiamo investito molte risorse per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei servizi, dalla telemedicina all’ammodernamento dei macchinari per le diagnosi e le terapie, ultimo in ordine di tempo l’acquisizione del nuovo acceleratore lineare multienergia di ultima generazione, completo di Tac simulatore per Radioterapia, in dotazione all’ospedale “San Matteo degli Infermi” per un valore vicino ai 4,2 milioni di euro. Abbiamo puntato molto alla valorizzazione del personale, stabilizzando centinaia di professionisti e attribuendo, ad oltre 100 dirigenti medici, incarichi di alta e altissima specializzazione, grazie un confronto costruttivo e propositivo con le organizzazioni sindacali. Abbiamo inoltre approvato una nuova graduazione delle funzioni, ferme da un decennio, garantendo un contributo economico significativo per fornire un impulso all’organizzazione aziendale e all’operatività dei servizi e abbiamo definito la riorganizzazione dei servizi amministrativi, tecnici, professionali, sanitari e socio-sanitari prevedendo l’attribuzione di 188 incarichi funzionali, tra posizioni organizzative e coordinamenti e avanzamenti di fascia per incentivare oltre 600 dipendenti del comparto.

C’è stato un impegno costante e straordinario per la ricerca e l’ingresso in servizio di specialisti, pediatri, cardiologi, radiologi, anestesisti etc. solo per citare alcune figure professionali, medici di medicina generale, di assistenza primaria, dei servizi di continuità assistenziale, negli istituti penitenziari, nei servizi psichiatrici. C’è stata massima attenzione per garantire la copertura dei posti e la continuità dei servizi nelle aree disagiate e in tutti quei settori ospedalieri e territoriali dove si si registra purtroppo, in tutta Italia, una preoccupante carenza di professionalità.   Dalla pandemia alla “ricostruzione”, abbiamo dovuto affrontare numerose problematiche e superare tanti ostacoli in questo lungo percorso. Abbiamo cercato di farlo con onestà e impegno, avendo sempre come faro guida l’interesse della collettività e dei professionisti, dipendenti e convenzionati, dell’azienda sanitaria. C’è ancora da fare sul versante della carenza del personale e dell’abbattimento delle liste di attesa che rimangono i veri punti critici da affrontare, ma abbiamo raggiunto risultati importanti e tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione di tante componenti e di tanti professionisti, in primo luogo dei miei “compagni di viaggio”, i direttori amministrativi Davina Boco e Piero Carsili e i direttori sanitari Camillo Giammartino, Mauro Zampolini, Simona Bianchi e Nando Scarpelli che mi hanno accompagnato in questi quattro anni garantendo qualità e competenza.

Grazie alla professionalità, all’impegno, alla dedizione di tutto il personale, al supporto proficuo e costante delle istituzioni, dalla Regione dell’Umbria – un ringraziamento alla presidente Donatella Tesei, all’assessore Luca Coletto e alla Direzione Regionale Sanità per la fiducia accordata al sottoscritto e alla direzione strategica – ai sindaci dei 54 Comuni del territorio aziendale, ai presidenti delle Province di Terni e di Perugia, alle Prefetture, alle Questure e alle forze dell’ordine, ai direttori delle aziende territoriali e ospedaliere dell’Umbria, alle componenti sociali e sindacali, alle associazioni di volontariato alle forze politiche, con cui c’è stato sempre un confronto aperto, a volte acceso ma sempre franco, rispettoso e propositivo, alle fondazioni bancarie e ai tanti cittadini che hanno manifestato vicinanza ai sanitari e alle strutture ospedaliere e territoriali, agli operatori dell’informazione che ci hanno aiutato ad informare correttamente la popolazione e svolto un ruolo centrale nella drammatica fase della pandemia.

Ringrazio tutti per questa importante esperienza professionale e umana che porterò sempre con me, nel mio bagaglio personale di vita. Un ringraziamento agli amici che in questi quattro anni mi hanno accolto con la mia famiglia e non ci hanno fatto mai sentire soli. A tutti voi, amici e colleghi, a questa splendida regione e a questo territorio che mi ha accolto con grande affetto, i migliori auguri di proseguire sulla strada dello sviluppo per un futuro ricco di soddisfazioni.  

Buon Natale e felice anno nuovo.

Massimo De Fino – direttore generale USL Umbria 2