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Il PD di Ficulle, “basta con la politica degli annunci, servono idee”

Premesso che noi viviamo in un Paese dove nel 2011, mentre il mondo andava a catafascio, si riusciva a credere a Berlusconi che ci raccontava che andava  tutto bene, che i ristoranti erano pieni e che si faceva fatica a prenotare un volo sugli aerei.  Ora però, verrebbe da pensare, che dopo quell’esperienza disastrosa, sarebbe stato normale averne fatto tesoro e compreso che non sempre è tutto oro quello che luccica come, invece, ci viene spesso raccontato dai nostri governanti.

Invero, se le cose non le conosci e sei in buona fede, le castronerie le dici, ma devi prendere atto che non puoi fare l’ amministratore perché un amministratore locale le cose le deve conoscere sul serio.

Se invece le conosci, non fosse altro perché il Circolo del PD non solo te le dice, ma te le comprova pure con tanto di documenti e foto, allora sei in malafede e tutto assume un aspetto diverso e diventa indiscutibilmente evidente che le castronerie le dici per coprire le tue responsabilità e/o inefficienze, quindi entriamo nel campo del raggiro nei confronti dei cittadini e dell’opinione pubblica in generale, male che spesso caratterizza e affligge il potere e la politica peggiore.
Un bravo amministratore per portare avanti le scelte fatte e le decisioni non deve basarsi su impressioni o illusioni create dalla fantasia, ma su statistiche e numeri. 

Allora, a riprova di quanto affermato,  leggiamo e consultiamo i numeri delle statistiche:
➢ al 1 gennaio 2021 i ficullesi residenti (l’argomento  “residenza” poi meriterebbe una riflessione più approfondita) sono 1.587 (fonte ISTAT). Parliamo del numero più basso di residenti dall’Unità d’Italia, dal 1861 ai giorni nostri. Un problema certamente diffuso, ma che in altri Comuni è stato comunque  affrontato intraprendendo iniziative per cercare di  porre un freno al fenomeno, due esempi per tutti il Comune di Allerona e di Parrano,  invece, nel nostro Comune non è stato posto in essere niente di niente. Se non si hanno idee a volte basta copiare; 

➢ Gli strumenti di programmazione urbanistica (PRG) e territoriale  sono ancora in attesa di definizione ovvero in sospeso,  perché in tutti questi anni l’iter non è stato concluso, di conseguenza, se a Ficulle due persone volessero andare a vivere insieme e costruirsi una casa, non saprebbero dove farla; 

➢ La percentuale dei dati delle presenze turistiche al 31/12/2020 è stata  del -58,7% rispetto all’anno precedente (fonte Regione Umbria). Ma, direte voi, è stato un anno terribile. Sì, è vero che è stato un anno terribile, ma lo è stato per tutti: Montegabbione -26,4%, Monteleone -19.2%, Allerona -33,8%, Castelviscardo -8,9%. La media della Provincia di Terni è stata del – 44,8%, quella dell’Umbria -48,4% quindi i dati di Ficulle scivolano verso il fondo della classifica. . Vediamo in particolare e in totale che nel 2020,  i turisti a Ficulle sono stati 892 e le presenze 5.320 e la presenza media è stata di 5.96 giorni (dati Regione Umbria…). Non siamo stati certamente i migliori, anzi. Comunque anche a consultare le altre voci,  c’è poco per cui stare allegri:
➢ I dati sulle attività economiche: A Ficulle negli ultimi anni c’è stato un calo verticale delle partite IVA ovvero  pari al 34,7% (fonte Mediacom 043), sono state chiuse oltre un terzo. Siamo all’ 86° (ottantaseiesimo)   posto in Umbria su 92 comuni sotto i 5.000 abitanti e al penultimo posto nella Provincia di Terni;

➢ Sul numero  dei servizi presenti e funzionanti a pieno regime, dall’ufficio postale ormai dal 2015 chiuso tre giorni su sei, all’unico Bancomat del paese trasferito dal centro storico e come per tutto il resto anche in questi casi, non é stata  registrata e intrapresa nessuna iniziativa concreta ed efficace di contrasto da parte dell’amministrazione;
➢ Sull’efficienza dei servizi pubblici, in queste ultime settimane abbiamo dimostrato che anche l’ordinaria amministrazione, dalla manutenzione degli impianti sportivi, a quella del Cimitero per arrivare addirittura ai giochi per i bambini al paro e all’orologio e al campanile della Piazza del paese, si registra uno stato di abbandono e trasandatezza diffuso e preoccupante.
 Il centro storico è sempre più desertificato, residenti e attività economiche che con grande sforzo in questi anni hanno cercato di resistere, stanno diminuendo costantemente. 

 La vivacità culturale che ha contraddistinto Ficulle negli anni scorsi, grazie all’importante lavoro di ricerca del Gruppo Storia e dei tanti volontari che con amore e competenza hanno sfornato la più grande produzione letteraria storica e culturale che ha conosciuto la nostra comunità negli ultimi decenni, è ormai soltanto un ricordo sbiadito.

Si potrebbero fare anche altri esempi e ragionamenti, con l’unico risultato di rafforzare l’idea di un quadro complessivo allarmante, che a parte la critica doverosa di chi non si riconosce in questa amministrazione, ci impegna tutti a trovare soluzioni e a intraprendere strade virtuose per il bene della collettività.

Considerato che troppo spesso il Comune di Ficulle siede sul banco dei peggiori della classe, capirete da soli che certi toni trionfalistici nei ripetuti annunci sono del tutto irritanti e fuori luogo. Ma non è solo un problema di natura estetica, la mancanza di consapevolezza e la relativa presa d’atto delle difficoltà che sussistono fa sì che non si affronti mai la realtà e di conseguenza non si risolvano mai i problemi.

Per prima cosa,  bisogna uscire dalla politica degli annunci enfatici, consapevoli che per ripartire non servono affermazioni e dichiarazioni pompose, ma idee, proposte e progetti concreti che possano consentire di uscire dallo stato letargico di questi ultimi anni e risolvere i problemi veri del paese. Smettetela di raccontare che i problemi non ci sono e che i ristoranti sono tutti pieni.

E’ un film già visto e abbiamo visto che cosa è successo dopo.

Noi siamo disponibili a dare una mano e mettere a disposizione le nostre forze migliori per avanzare proposte e percorsi per tentare di uscire da questa situazione. Ovviamente solo su temi specifici, perché la nostra collocazione culturale ed ideale è in un altro luogo. Noi non abbiamo nemici, abbiamo avversari.–

Circolo Comunale di Ficulle del Partito Democratico




Parrano, via ai lavori di riqualificazione per il parco pubblico “Vittorio Valletta”

La prossima settimana partono i lavori di riqualificazione del parco pubblico di Parrano intitolato a Vittorio Valletta con sistemazione area giochi bambini e realizzazione di spazio da adibire ad attività laboratoriali/ricreative.

PREMESSO:
– che la Regione Umbria – Servizio Urbanistica, Riqualificazione urbana e Politiche della casa, tutela del paesaggio con DGR n. 307 del 30.04.2020 ha avviato la seconda edizione del “Programma di Riqualificazione e decoro urbano del verde pubblico, ovvero di spazi pubblici all’aperto dedicati al gioco dei bambini”, rivolta a quei comuni non ricompresi nel finanziamento di cui alla DGR 917/2016, seguendo un criterio progressivo a partire dal comune umbro con minor numero di popolazione residente, al fine di assegnare a ciascun comune la somma di € 27.000,00;
– che con la DGR n. 307/2020 sopra citata è stato approvato l’Avviso, di cui all’Allegato A, a cui i comuni interessati dovranno attenersi;
– che il Comune di Parrano con nota Pec del 29.09.2020 prot. n. 3933, ha partecipato all’avviso suddetto proponendo un intervento relativo a “riqualificazione e decoro urbano del verde pubblico con sistemazione area giochi bambini e realizzazione di spazio da adibire ad attività laboratoriali/ricreative presso l’area ludica del parco pubblico “Vittorio Valletta”” sito in Via Osteria, il cui progetto di fattibilità tecnica-economica, redatto dal Responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Parrano, Geom. Marco Pellorca, è stato approvato con deliberazione di G.C. n. 68 del 28.09.2020 per un importo complessivo di € 32.600,00 da finanziare in parte – € 27.000,00 – con l’eventuale contributo regionale, e in parte – € 5.600,00 con cofinanziamento comunale mediante fondi propri di bilancio;
– che la Regione Umbria, con nota agli atti comunali prot. n. 5248 del 16.12.2020, ha comunicato di aver impegnato in favore del comune di Parrano con Determinazione Dirigenziale n. 10852 del 23.11.2020, l’importo complessivo di € 27.000,00 per l’intervento suddetto, stabilendo come esigibilità il 100% della somma per l’esercizio finanziario 2021;
– che la Regione Umbria, con nota agli atti comunali prot. n. 1645 del 20.04.2021, ha comunicato le
modalità di erogazione del contributo concesso, nonché rammentato che l’intervento finanziato deve essere ultimato entro il 31.12.2021;
Vista la Deliberazione di G.C. n. 43 del 28.05.2021 con la quale è stato approvato il progetto definitivo esecutivo per lavori di “riqualificazione e decoro urbano del verde pubblico con sistemazione area giochi bambini e realizzazione di spazio da adibire ad attività laboratoriali/ricreative presso l’area ludica del parco pubblico “Vittorio Valletta””, di cui alla DGR n. 307/2020, redatto dal Geom. Cinfrignini Luca di Fabro Scalo (TR), ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., che prevede una spesa complessiva di € 32.600,00 di cui € 19.047,97 per importo lavori ed € 13.552,03 per somme a disposizione amministrazione, da finanziare in parte – € 27.000,00 – con il contributo regionale concesso e, in parte – € 5.600,00 – con cofinanziamento comunale mediante fondi propri di bilancio – CUP: J67H20001900006;
Dato atto che con Determinazione del Responsabile del servizio Ufficio Tecnico n. 208 del 03.06.2021, è stata impegnata la spesa complessiva relativa al progetto definitivo-esecutivo sopra citato, ad eccezione delle spese già impegnate a favore del progettista e direttore dei lavori, ovvero complessivi € 29.450,00 (€ 32.600,00 – 3.150,00);

DETERMINA
Per le motivazioni in premessa, da intendersi integralmente richiamate e riportate:
1) Di affidare i lavori di “riqualificazione e decoro urbano del verde pubblico con sistemazione
area giochi bambini e realizzazione di spazio da adibire ad attività laboratoriali/ricreative presso l’area ludica del parco pubblico “Vittorio Valletta”
di cui alla DGR n. 307 del 30.04.2020, alla ditta Umbra Costruzioni s.r.l. con sede in Via Oslavia, 5 – 53043 Chiusi Scalo (SI), – C.F. e P.Iva
01334710553 per l’importo complessivo di €. 20.778,46 (€. 18.889,51 oltre IVA 10%);

E

2) Di affidare la fornitura e posa in opera di giochi per bambini in merito ai lavori di
“riqualificazione e decoro urbano del verde pubblico con sistemazione area giochi bambini e
realizzazione di spazio da adibire ad attività laboratoriali/ricreative presso l’area ludica del parco
pubblico “Vittorio Valletta””, di cui alla DGR n. 307/2020 del 30.04.2020, alla ditta THE
UNIVERSAL KEY s.a.s. di Mario Panzetta
con sede in Via Nazionale, 50 – 05015 Fabro (TR), –
C.F. e P.Iva 01334710553, per l’importo complessivo di €. 8.052,00 (€. 6.600,00 oltre IVA 22%);
2) Di assumere in favore della ditta THE UNIVERSAL KEY s.a.s. di Mario Panzetta contestuale
impegno di spesa per complessivi €. 8.052,00 (€. 6.600,00 oltre IVA 22%), che trova imputazione
alla Missione 06, Programma 01, Titolo 2, Macroaggregato 203 Cap. 1711.220 del Bilancio di
Previsione 2021-2023 competenza 2021 e che viene finanziata in parte con il contributo regionale
e in parte con cofinanziamento comunale;
3) Di stipulare idoneo contratto di appalto con la ditta THE UNIVERSAL KEY s.a.s. di Mario
Panzetta sopra meglio specificata, mediante procedura Me.Pa




I sindaci del territorio preoccupati per i tagli delle filiali CRO, “è un nuovo colpo al rilancio dei borghi e delle Pmi”

Inizia a muovere i primi passi l’aggiornamento del piano industriale della Banca Popolare di Bari controllata da MCC e, di conseguenza, della controllata CR Orvieto.  Alla presentazione ai dipendenti hanno partecipato l’ad di MCC, Bernardo Mattarella, il presidente della BPB, Gianni De Gennaro e l’ad della stessa, Giampiero Bergami.  Sono cinque le linee strategiche all’interno delle quali si muoverà il gruppo, il riposizionamento strategico, focalizzazione su famiglie e Pmi, il rilancio di CariOrvieto, il ritorno alla redditività e il mantenimento di adeguati livelli di liquidità e di solidità patrimoniale.  E per ottenere questi risultati?  Nella presentazione e nel conseguente comunicato viene sottolineato che le due banche “assumeranno il ruolo di facilitatori e aggregatori di interessi sia nella filiera istituzionale di MCC sia, nei territori di riferimento, per i settori dell’agrifood e del turismo.  Un focus dedicato sarà rivolto al sostegno da fornire alle Pmi del territorio, rispetto alle quali le banche, anche grazie al loro ruolo istituzionale, diventeranno interfacce naturali”.  Un capitolo corposo viene dedicato al taglio dei costi e in tal senso sono da leggere le programmate chiusure delle nove filiali della CariOrvieto, un tributo alto per il territorio di riferimento dove dovrebbero essere 6 quelle da chiudere.  Il tam-tam si è messo subito in moto anche perché l’altro settore che dovrebbe essere sacrificato, ma non vi è alcuna conferma ufficiale, è la direzione commerciale.  Se l’impianto fosse confermato sarebbe un prezzo altissimo perché improvvisamente le imprese si troverebbero ad avere risposte da un centro non solo lontano fisicamente ma soprattutto dal punto di vista della conoscenza approfondita delle esigenze e dei bisogni di operatori economici e famiglie.

I sindaci dell’orvietano hanno avuto un incontro con i vertici della Fondazione che non ha potuto far altro che ricordare come l’Ente non possa interferire sulle decisioni operative e finanziare dell’azienda bancaria.

E’ chiara e percettibile la preoccupazione per i comuni che già soffrono la mancanza di alcuni servizi fondamentali e che con la paventata chiusura di alcune filiali vedrebbero peggiorare ulteriormente il quadro.  Per Damiano Bernardini, sindaco di Baschi, “sicuramente per una comunità come la nostra sarebbe un danno anche perché il piano industriale è esclusivamente incentrato sulla finanza e perde di vista il ruolo anche sociale della banca.  Il Comune si sviluppa su 8 frazioni e più di 70 Km quadrati di territorio, e abbiamo un’area industriale importante e proprio per quelle aziende l’unica filiale presente è un punto di riferimento di grane rilievo”.  Sempre Bernardini sottolinea come si stiano facendo grandi sforzi per aiutare i borghi a sopravvivere “ma senza servizi tutto è reso più difficile se non quasi impossibile”.  Per Federico Gori, sindaco di Montecchio e responsabile piccoli comuni di Anci Umbria, “la vera anomalia è che per discutere della banca ci siamo interfacciati come la Fondazione con cui, nella normalità, si discute di arte, cultura, sociale. La paventata chiusura di filiali nei piccoli comuni va a peggiorare una situazione già critica e poi non ne possiamo veramente più del solito leit motiv della razionalizzazione come giustificazione del depotenziamento di uffici e servizi per i cittadini verso i quali abbiamo responsabilità”.   Gori per evitare la cosiddetta razionalizzazione è disponibile ad ogni tipo di collaborazione “ma si deve ricordare che i cittadini, tutti, hanno di fatto aiutato il sistema bancario e ora quest’ultimo dovrebbe essere di aiuto ai territori e alle comunità più piccole che stanno provando ogni strada per il loro rilancio ma tutto viene reso difficile se si continua con la politica dei tagli dei servizi”.   Sempre secondo indiscrezioni due filiali a rischio sembrano essere quella del centro storico di orvieto e quella di Porano.  In merito Marco Conticelli, sindaco di Porano, ha dichiarato, “abbiamo saputo tutto la scorsa settimana e abbiamo chiesto un incontro con la Fondazione.  Pensavamo che tutto fosse rientrato dopo che dalla banca avevano parlato di rilancio della territorialità di CariOrvieto, invece si è tornati ai tagli.  La banca svolge un servizio soprattutto nei confronti degli anziani e di coloro che non hanno competenze digitali.  Ci saremmo attesi un minimo coinvolgimento in fase decisionale e invece non è stato così”.

Spicca proprio questo malinteso rilancio della territorialità della banca che sicuramente non può passare per la chiusura di filiali nel comprensorio di elezione e nella chiusura della direzione commerciale.  Per Giampiero Bergami, ad di BPBari, “intendiamo diventare il motore economico e sociale per lo sviluppo attivo del territorio, ponendoci come il partner di riferimento di famiglie e imprese, con l’obiettivo di trasformare il territorio in una realtà che valorizzi a pieno le sue risorse e crei valore nel sociale”.  Ecco proprio da qui si potrebbe ripartire, sul valore sociale e sul territorio, per cambiare effettivamente passo e iniziare il rilancio della banca insieme al territorio, comprendendone a pieno il suo valore e le sue criticità, senza invece andare a colpire proprio i piccoli comuni impoverendoli di un servizio necessario soprattutto per chi non ha ancora le competenze digitali necessarie.




Imprenditore agricolo dell’orvietano denunciato dalla polizia per caporalato, vittime due uomini rumeni sfruttati 7 giorni su 7

Il commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto ha scoperto e posto fine ad una situazione di sfruttamento e di degrado che ha visto come vittime due lavoratori di origine rumena.  Secondo gli investigatori un imprenditore agricolo de posto ha per lungo tempo impiegato due cittadini rumeni facendoli lavorare senza alcun tipo di contratto, senza tutele, sottopagati, senza riposi o ferie.  Le giornate di lavoro iniziavano all’alba per terminate al tramonto, senza riguardo ad orari o tutele di ogni tipo e senza pausa per i festivi.  Tutti i giorni per due uomini erano uguali, sempre e solo lavoro, dopo l’imprenditore li portava a dormire un un casolare fatiscente a Parrano sempre di sua proprietà.  Durante le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Terni, Marco Stramaglia, i due venivano anche impiegati per accudire il bestiame dell’imprenditore e per fare lavori presso altri agricoltori della zona; a volte venivano pagati con denaro, altre volte solamente con derrate alimentari.  Questa situazione di degrado e povertà è stata scoperta dopo che al commissariato di polizia di Orvieto è arrivata la notizia di un possibile caso di caporalato.  Gli agenti hanno effettuato appostamenti  e poi sono scesi in azione per porre fine all’attività criminosa.  Entrati nel casale gli agenti sono rimasti impressionati dalle pessime condizioni igienico sanitarie in cui vivevano i due lavoratori: ambienti malsani, senza riscaldamento, tra escrementi di topi ed in un generale stato di degrado.

Nel corso del sopralluogo, inoltre, i poliziotti hanno anche accertato che l’imprenditore, per fornire il casolare di acqua e di luce, aveva effettuato un allaccio abusivo alla rete elettrica ed alla condotta idrica per un danno di oltre 10 mila euro. Al termine delle indagini, con le quali, per la prima volta nella provincia Terni, si riesce a portare alla luce un caso di caporalato, l’imprenditore è stato denunciato per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nonché per l’allaccio abusivo alla rete elettrica e idrica del casolare.




Il Comitato Tutela Monte Peglia dice no con forza al progetto di fotovoltaico “San Faustino FV”

Il comitato “Tutela Monte Peglia” si oppone con decisione al progetto “SAN FAUSTINO FV” di una centrale fotovoltaica e lancia un appello alla popolazione, al Comune di Orvieto e ai Comuni del comprensorio.   Il progetto, di circa 20 milioni di euro, risulta presentato dalla società ECG Umbria s.r.l.s.  e prevede l’installazione di circa 74000 pannelli fotovoltaici su 40 ettari di terreno agricolo produttivo in 3 lotti, in località Morrano – S. Faustino e località Poggente – S. Bartolomeo.  ECG Umbria s.r.l.s. – costituitasi nel 2019 – non solo non ha comprovato alcuna esperienza pregressa circa la realizzazione di impianti di tale natura e dimensione ma altresì risulta “inattiva” così come dimostrato dal Certificato camerale presentato dalla stessa Società a sostegno della domanda di approvazione del progetto.

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La comunità locale era completamente ignara, fino a poche settimane fa, che ci fosse un simile progetto. Il Comune di Orvieto, per dichiarati errori tecnici, aveva omesso di darne informazione nell’Albo Pretorio. L’ormai indispensabile attenzione delle associazioni ambientaliste e della cittadinanza ha portato alla luce questa mancanza e il comune di Orvieto ha dovuto porre rimedio: sono riaperti dunque i termini per le osservazioni sul progetto da parte di organizzazioni e cittadini.  Un impianto fotovoltaico industriale, di così vasta estensione, su terreni agricoli inseriti in un contesto di elevato valore ambientale, sarebbe un’azione impattante sulla biodiversità e deturpante il paesaggio. Sarebbe inoltre l’ennesimo consumo di suolo agricolo, in totale controtendenza con le politiche e gli indirizzi di tutela attuati da oltre 20 anni su questo territorio.  La zona di incidenza del progetto è infatti inserita in una vasta area di pregio e interesse naturalistico, agricolo e storico, riconosciuta a tutti i livelli di pianificazione territoriale, attraverso l’istituzione di Aree Naturali Protette, Zone Speciali di Conservazione della Rete Natura 2000.  Da ultimo, nel 2018, l’UNESCO con il riconoscimento di una riserva Man and Biosphere (MAB) riconosce in particolare la sostenibile integrazione delle attività umane in un contesto ad alta naturalità. L’impatto sulla biodiversità e sulla fauna per interferenza dell’habitat naturale a causa delle lunghe recinzioni che circonderanno gli impianti non può essere trascurato.

Abbiamo timore che un progetto di tale ampiezza rappresenti un precedente che possa aprire la strada ad uno stravolgimento della vocazione del nostro territorio.  Negli ultimi anni, questi luoghi hanno attratto l’attenzione e i capitali di molte persone che credono in progetti di sviluppo di un tessuto economico sociale che si basa su un’agricoltura sostenibile di qualità. Far realizzare un progetto come questo significherebbe arrecare un danno enorme alle realtà imprenditoriali presenti, ed espone il Comune di Orvieto a prevedibili quanto fondate azioni per il risarcimento dei danni.  Il Comitato “Tutela Monte Peglia” non è assolutamente contrario alle energie rinnovabili e in particolare al fotovoltaico, ma crede che queste opere debbano essere realizzate in aree dove la loro costruzione non incida in modo così pesante sul territorio, sulla vita e sull’economia della popolazione locale.  I cittadini stanno dimostrando un enorme spirito di coesione e in modo coordinato lavorano alla scrittura delle osservazioni che saranno presentate entro il 6 aprile alla Regione Umbria affinché sia presa in considerazione la posizione di chi questo territorio lo vive e lo custodisce.

Chiediamo al Comune di Orvieto di essere coerente con le politiche di tutela che hanno preservato l’integrità di questo territorio, esprimendo parere negativo sulla realizzazione del progetto.

Chiediamo a tutti i Comuni del territorio di prendere posizione ed assumere ogni atto ed impegno per contrastare questo e altri simili progetti che ricadono in zone per le produzioni agricole di alta qualità, ad elevata vocazione turistica e che entrano in collisione con la tutela ambientale e paesaggistica.

Abbiamo bisogno del supporto di tutta la cittadinanza, ognuno con le sue competenze, per difendere l’identità del paesaggio e della natura umbra.

Per questo siete tutti invitati a spargere la voce utilizzando l’hashtag #tutelamontepeglia e rimanere aggiornati attraverso la pagina Facebook – @TutelaMontePeglia – e il sito www.tutelamontepeglia.info




La Lega insorge contro il progetto del mega impianto fotovoltaico sul Monte Peglia

Il progetto che prevede l’utilizzo di 40 ettari di terreno dove dovrebbero essere posizionati più di 74 mila pannelli fotovoltaici con potenza di picco pari a 460 W, ha messo in allerta i consiglieri comunali della Lega di Orvieto e San Venanzo.  La zona individuata dall’azienda ECG Umbria srls e presentata in Regione e in Comune (Orvieto) è costituita da tre lotti di terreno, rispettivamente in zona San Faustino, San Bartolomeo e Colonnetta. Il progetto si ascrive nel più grande Piano Nazionale Energia Clima, che prevede entro il 2030 la triplicazione di energia rinnovabile da fotovoltaico e la duplicazione di quella prodotta con eolico su scala nazionale.
La nostra contrarietà, non è relativa alla produzione di energia green, ma sul luogo dove questo impianto dovrebbe sorgere, ovvero nel contesto paesaggistico del Peglia, Area Mab Unesco e territorio STINA – Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale.  “Come ho già dichiarato con la mia interrogazione rivolta al sindaco in sede di question time durante l’ultimo consiglio comunale del 12 febbraio – afferma il capogruppo della Lega, al consiglio comunale di Orvieto, Andrea Sacripanti –  esprimo la mia più totale contrarietà all’ennesimo progetto che rischia di deturpare il nostro pregiato territorio. La tutela e la valorizzazione dell’ambiente, non solo si pongono come dovere morale per chi amministra, ma possono e devono rappresentare un’opportunità di rilancio per la quasi totalità dei principali comparti economici e produttivi della nostra realtà. Per questi motivi vigileremo e porremo in essere tutto quanto sarà nelle nostre possibilità affinché non trovi attuazione un progetto che, sottraendo decine e decine di ettari all’agricoltura e all’economia rurale, risulta fortemente lesivo degli interessi della nostra comunità”

Gli fa sponda il consigliere comunale di San Venanzo Riccardo Nucci (Lega) che, nonostante il progetto non riguardi specificatamente il territorio del suo comune, nota sicuramente ricadute negative anche per San Venanzo. “La vocazione turistica del Monte Peglia – sottolinea Nucci –  è incompatibile con progetti di questo tipo, in più la Regione Umbria ha da poco finanziato un progetto “Le vie del Peglia” volto a valorizzare un territorio dal potenziale turistico enorme e ancora non completamente espresso, in questa ottica qualsiasi altro tipo di iniziativa antitetica ai progetti in essere, non può trovare spazio nell’orvietano. Non è la classica sindrome NIMBY ma una valutazione oggettiva sulle ricadute negative dell’iniziativa”.

Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore della Lega Comprensorio Orvietano,  Davide Melone. ”Come referente della Lega del comprensorio orvietano – conclude Melone – sarà sempre mio compito vigilare sulla salvaguardia del nostro territorio. Lo sviluppo economico e sociale dell’orvietano deve passare necessariamente per il rispetto delle bellezze paesaggistiche che insistono nei nostri territori. Non siamo per i no a priori a questo tipo di impianti, ma la riflessione deve aprirsi sul come mai si scelga una zona a forte vocazione turistica come quella al confine con il Mab Unesco e il parco STINA”.




Il progetto di centrale fotovoltaica sul Peglia fa scoppiare la polemica tra “Amici della Terra” e Comune

Una potenziale nuova tegola arriva sul tavolo della sindaco Roberta Tardani.  Questa volta si tratta del progetto di realizzazione di un impianto fotovoltaico sul Monte Peglia.  La richiesta è stata presentata in Regione e in Comune dalla ECG Umbria srls di Frosinone, capitale sociale di mille euro per un costo realizzativo di circa 20 milioni di euro.  In realtà si tratta di tre campi fotovoltaici da realizzare in località Borgo San Faustino, all’esterno del perimetro del Parco del Peglia in una zona agricola ritenuta ufficialmente non di pregio.  Se si dovesse dare il via all’impianto verrà costruito su 40 ettari di terreno per un totale di 75 mila pannelli, qui sicuramente con un importante impatto paesaggistico.

La critica mossa all’amministrazione riguarda le modalità di informazione.  Dal 30 ottobre non vi è stata alcuna forma di pubblicità del progetto così poi da permettere eventuali rilievi da parte di singoli cittadini e associazioni.  C’è un termine, 90 giorni giorni, scaduto proprio il 30 gennaio, quindi ora solo gli uffici tecnici del Comune possono redigere tutti gli atti e i pareri relativi all’impianto.  Sembra essersi più o meno ripetuto lo stesso corto circuito comunicativo dell’impianto di lavorazione dei rifiuti di Ponte Giulio; anche in quel caso è stato lasciato tutto sotto traccia per poi intervenire praticamente a tempo scaduto.  Il Comune, dunque, parteciperà alla procedura di VIA ma ancora non si ha un pronunciamento in merito da parte dell’amministrazione.

Naturalmente è partito il tam tam delle associazioni ambientaliste che non vedono di buon occhio impianti di produzione elettrica soprattutto se posti nelle vicinanze di parchi o zone di pregio.  L’associazione “Amici della Terra” è stata piuttosto chiara da questo punto di vista, “Il procedimento autorizzativo è iniziato a ottobre e i termini per presentare osservazioni da parte dei cittadini e associazioni è scaduto sabato 30 gennaio. Ma il Comune sapeva di questo progetto già da ottobre e non ha fatto nulla per far circolare la notizia che, infatti, era sfuggita anche a noi. Ora il Comune parteciperà alla prima Conferenza di Servizi per la Valutazione di impatto ambientale (VIA). Non sappiamo nemmeno che parere esprimerà non avendo consultato in nessun modo i cittadini, in barba alla trasparenza e alla partecipazione”. La nota continua con un’altrettanto dura presa di posizione sulla tipologia d’impianto, “Adesso va di moda chiamarlo ‘agrivoltaico’, ma di agri c’è molto poco. Anzi, c’è una massiccia sottrazione di suolo agricolo alle colture e di paesaggio a tutti i residenti e a tutti coloro che potrebbero continuare ad incrementare il proprio reddito con il turismo. Con l’accordo dell’azienda agricola a cui evidentemente è stato fatto capire che potrà guadagnare molto di più che non con le colture. Si apre una stagione in cui il territorio e il paesaggio di Orvieto, come altri di particolare pregio in Italia, saranno sotto attacco da parte di una speculazione mascherata da benefattrice dell’ambiente”.