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La politica spiega “la sanità migliorerà”, invece “mentre il medico studia il malato se ne va”

E’ arrivato il 2023 ma la sanità è ferma al 2022, a quel 29 novembre dell’incontro pubblico a cui ha partecipato il gotha regionale oltre al direttore generale della USL Umbria2 Massimo De Fino. I progetti presentati sono tanti ma la sanità orvietana soffre: questo è il dato di partenza. Il 30 dicembre in consiglio comunale si è parlato a più riprese di sanità. La maggioranza non ha approvato la proposta di Cristina Croce di convocare un tavolo sulla situazione orvietana perché ritenuta “ridondante” dalla sindaca Tardani. Possibile, invece, che la conferenza dei capigruppo si attivi per una serie di incontri magari anche con gli altri sindaci del territorio. Ma qual è la situazione reale? Partiamo da primo punto che ha sottolineato il sindaco in consiglio comunale: l’ospedale di Orvieto è un DEA di primo livello. Sì, è una conferma, DEA di I° livello era e quello rimane. Bene, verrebbe da dire invece la realtà è ben diversa. I servizi di una DEA di I° livello non sono assicurati a Orvieto perché manca personale medico e infermieristico, un male antico che in questi ultimi anni si è accentuato. Non solo, tanti medici hanno scelto altri lidi lasciando scoperte posizioni che non si riescono a coprire.  Rimane ancora irrisolto il problema della terapia intensiva con poco personale medico soprattutto se raffrontato con altri ospedali di simili dimensioni della stessa USL.  Ortropedia è sempre a corto di personale medico e lavora a scartamento ridotto, ben al di sotto delle possibilità e soprattutto delle necessità del territorio.  Non mancano le eccellenze come oculistica, ginecologia o l’intero settore della diabetologia ma non sono punti di riferimento per un territorio più ampio.  Insomma servono Orvieto e l’attuale distretto in chiusura e nulla di più, fatte salve le prestazioni da CUP.  Anche le strumentazioni sono in alcuni casi obsolete e vengono riparate dopo lunghi periodi di inattività e non sono previste sostituzioni.

E’ un ospedale dell’emergenza-urgenza?  Anche in questo caso lo è sulla carta mentre la realtà è ben diversa.  Ottimi i risultati nelle urgenze legate all’ictus con la trombolisi che ha evitato numerosi trasferimenti verso altri nosocomi ma soprattutto ha permesso tempestività d’intervento.  Lo stesso non si può dire per le emergenze cardiache e un reparto che potrebbe lavorare meglio se venisse risolto il problema dell’emodinamica, necessaria per assicurare la stessa tempestività d’intervento dell’ictus.  Il consiglio regionale ha votato all’unanimità il via libera all’emodinamica ormai quasi due anni fa ma non se ne è fatta menzione il 29 novembre e soprattutto non c’è alcuna parola in merito nel piano regionale della sanità.  Certo costa ma in un’area che è a un’ora di distanza dall’ospedale più vicino attrezzato e con autostrada e ferrovia e tanti turisti sarebbe necessaria e, purtroppo, come evidenziato in queste ultime ore, la mancanza viene drammaticamente a galla.

Nel frattempo, mentre manca tutto questo e non solo, mentre le liste d’attesa rimangono insopportabili, questo è un male comune di tutta la Regione, mentre i posti letto mancanti nel ternano verranno assicurati dal privato come previsto sempre dalla Regione, arriva in comodato gratuito un super-robot in 4k per la chirurgia ma il punto di riferimento per la formazione, che dovrà essere fatta, sarà a…Foligno, dove non hanno e non avranno per i prossimi due anni il super-robot chirurgico.  Verranno risparmiati diverse centinaia di migliaia di euro con interventi per il risparmio energetico ma questi soldi andranno nel calderone della USL e non per la sanità orvietana.  Però arriveranno milioni di euro per la ristrutturazione del pronto soccorso della terapia intensiva e delle sale chirurgiche, ma rimane la stranezza tutta orvietana di reparti dell’emergenza separati l’uno dall’altro con primariati diversi.  Arrivano i soldi del PNRR per concretizzare il progetto presentato sempre il 29 novembre, dell’ex-ospedale al Duomo che verrà convertito in Casa di Comunità e Ospedale di Comunità con una ventina di posti letto per lungodegenti, l’esatto contrario di quello che sta avvenendo nella sanità dei Paesi più avanzati dove l’acuzie prevede l’ospedalizzazione e poi il ritorno in casa con assistenza domiciliare, monitoraggio e controllo medico da remoto e visite di controllo calendarizzate e personalizzate sul paziente.  Scampato, così ha assicurato la sindaca Tardani, il pericolo REMS in pieno centro storico, rimane scoperto il problema della palazzina mensa della Piave laddove era prevista dal 2008 una Casa di Comunità o meglio, così come era definita all’epoca, una Casa della Salute.

Orvieto ha pagato tanto in passato con la chiusura della USL4, tra l’altro sana dal punto di vista finanziario, che ha apportato in dote alla USL2, ad esempio, l’ex-ospedale in piazza Duomo.  Lo smantellamento della scuola per infermieri, la centralizzazione su Terni e Foligno di ogni servizio amministrativo e ora la ciliegina sulla torta del Distretto.  Un territorio ampio, isolato dal resto dell’Umbria, non viene inserito nel “club” dei poli ospedalieri, in favore di Foligno-Spoleto, a meno di 30 minuti da Perugia.  Non è questione di campanile ma il polo ternano è connesso con Narni-Amelia, l’altro polo copre Foligno, Spoleto e la Val Nerina mentre Orvieto è isolata e troppo spesso per “semplici” fratture o emergenze chirurgiche o cardiache i mezzi del 118 prendono la strada di altri nosocomi perdendo tempo prezioso, a volte vitale. Ma non era dell’emergenza-urgenza?  Sicuramente sulla carta e sicuramente non per lo scarso impegno di chi lavora in ospedale, ma per la mancanza di strumentazioni adeguate; per scelte discutibili nella gestione dei reparti dell’emergenza; per lo scarso appeal del Santa Maria della Stella per i professionisti della sanità; per la mancanza di accordi di partnership non con il privato ma con l’ospedale di Terni al fine di valorizzare le eccellenze che esistono a Orvieto ma vengono tenute nascoste e in. Alcuni casi penalizzate dall’interno, dal chiacchiericcio che colpisce tutti, anche chi lo esercita ma soprattutto colpisce i cittadini che quotidianamente vedono respinte le loro legittime richieste e in alternativa o si mettono a girare l’Umbria o ricorrono al privato. 

“La sanità a Orvieto ha qualche criticità, ma nel complesso ha un futuro radioso”, così si dice nei Palazzi della politica, però mai è più azzeccato un detto siciliano, “Mentre u medico studìa u malato s’nni va”.




Sanità, via della Regione al terzo polo ospedaliero per la Valnerina e Orvieto perde un’altra occasione

A Orvieto si parla e si discute di tutto e si dice che “va tutto bene”, intanto ecco cosa succede in Regione: “mettere  a sistema i 5 presidi ospedalieri di Foligno, Spoleto, Norcia, Trevi e Cascia, per un totale di 560 posti letto, individuando per ognuno una specifica mission in modo da garantire ai pazienti i giusti percorsi di cura: questo in sintesi l’obiettivo del Terzo polo ospedaliero dell’Umbria”. E ancora, “questa programmazione – ha detto la presidente Tesei – è frutto di un lavoro corposo che, se non ci fosse stata l’emergenza sanitaria, sarebbe già stato fatto due anni fa. Abbiamo ritenuto importante creare una rete con gli ospedali di Spoleto e Foligno al centro”. La presidente ha quindi ricordato l’altro importante percorso che è quello dell’elisoccorso “che stazionerà a Foligno e diventerà importantissimo per la gestione in particolare delle patologie tempo dipendenti e sarà di grande ausilio per i territori della Valnerina che per motivi logistici, hanno difficoltà a raggiungere in tempi brevi gli ospedali”.

Quanti punti in comune con la situazione dell’interno territorio orvietano; a partire proprio dalla difficoltà nel raggiungere gli altri ospedali di riferimento: Terni, Narni, Foligno. Se a cavallo delle due province ci si muove per risolvere reali esigenze da queste parti, con la stessa USL di riferimento non si riesce a cavare un ragno dal buco. Gli investimenti arriveranno per una (in)utile Casa di Comunità accanto al Duomo e probabilmente i fondi non saranno sufficienti, come anche a livello nazionale stanno spiegando in Europa, per i progetti legati al PNRR. L’idea di un polo ospedaliero al servizio della corrispondente Area Interna non sarebbe peregrina e andrebbe a potenziare, di fatto, l’ospedale di Orvieto rendendolo un punto di riferimento insieme a Terni e Narni. Ma di questa parte dell’Umbria ci si occupa solo per il turismo e i maquillage sanitari non per la reale vita quotidiana dei cittadini che hanno bisogno di cure veloci, puntuali e gratuite. L’elisoccorso unico dell’Umbria sarà a Foligno, quindi anch’esso distante da Orvieto e territori limitrofi; il Distretto viene sacrificato in nome della razionalizzazione e del risparmio; le assunzioni sono bloccate dalla Regione almeno fino al 2023. E intanto l’ospedale di Orvieto langue e anche per gli esami diagnostici più semplici ci vuole tempo, tanto tempo, a meno che non si abbia la possibilità di pagare, allora le porte si aprono miracolosamente.

A pensarci bene, poi, Orvieto potrebbe entrare nel secondo polo ospedaliero, quello già costituito da Terni e Narni, ma regna il silenzio più completo. La stessa Regione ha spiegato che Orvieto è fondamentale anche per le prestazioni sanitarie extra-regionali, quelle provenienti dal viterbese e dalla bassa Toscana, ma fino a quando? C’è chi sostiene che la Regione stia investendo su Orvieto e indubbiamente le risorse vengono destinate al territorio ma non laddove effettivamente servono. Lo stesso direttore sanitario facente funzione, in un editoriale scritto su orvietonews.it spiega che spesso mancano risorse per riparare i macchinari, ecco basterebbe almeno questo, ma niente anche questa sembra essere una “mission impossible” in Umbria e in particolare a Orvieto.

Va tutto bene? La Regione investe su Orvieto? La sanità funziona anche se con qualche evidente difficoltà…e tutta la vulgata per non disturbare il macchinista che lavora per tutti noi. Ma il macchinista dovrebbe anche usare gli specchietti per controllare che all’interno vada tutto per il verso giusto e che intorno non ci siano minacce per l’incolumità dei passeggeri-cittadini. Invece ci si dimentica troppo spesso della sanità, o meglio si risponde in maniera stizzita che a Orvieto va tutto bene, che sta migliorando la situazione delle liste d’attesa, che si sta procedendo con le assunzioni, che si sta potenziando la sanità, nel senso del servizio e non delle ristrutturazioni. Ma se il cittadino non nota differenze, non vede miglioramenti chi è in torto? Solo ed esclusivamente i menagrami, coloro che sperano nel peggio, oppure c’è oggettivamente un problema e un lento ma inesorabile isolamento e depotenziamento dell’ospedale in favore di Narni-Amelia, ben più vicini al polo ospedaliero di Terni? In Valnerina si pensa a creare una rete ospedaliera mentre a Orvieto si lascia tutto così e si obbligano i cittadini a viaggi della speranza in giro per l’Umbria, ma va tutto bene.




Intervento su una neoplasia allo stomaco eseguito su un paziente 92enne sveglio e non intubato

Un uomo di 92 anni, con una neoplasia dello stomaco sanguinante e stenosante, proveniente da altro ospedale extra-regionale dove era stato rifiutato l’intervento a causa di una grave insufficienza respiratoria, è stato operato di gastrectomia sub-totale con analgesia peridurale toracica senza necessità di intubare il paziente che è quindi rimasto sveglio ed in respiro spontaneo per tutta la durata dell’intervento di circa tre ore.  L’intervento chirurgico, perfettamente riuscito, è stato eseguito dalla équipe del dott. Massimo Buononato, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia dell’Ospedale di Orvieto, con il coordinamento del prof. Amilcare Parisi, consulente chirurgico del presidio “Santa Maria della Stella”.

“L’intervento di gastrectomia con questa tecnica, eseguito per la prima volta nella nostra regione e tra i primi in Italia – spiega il prof. Amilcare Parisi – consente un decorso post-operatorio molto più sicuro nei soggetti con grave insufficienza respiratoria tanto che il paziente, che durante l’intervento è rimasto sveglio ed ha parlato con gli operatori, è stato dimesso in ottime condizioni in settima giornata post-operatoria”.

“È l’ennesima testimonianza della risposta altamente professionale, innovativa e di qualità che forniamo quotidianamente ai nostri pazienti grazie ad uno staff altamente motivato e competente – afferma il primario di Chirurgia dell’ospedale di Orvieto dott. Massimo Buononato. La collaborazione continua e il proficuo confronto con i nostri anestesisti ed il loro primario dott. Tommaso Ciacca – prosegue – ci ha permesso di sviluppare tale tipologia di approccio, che avevamo adottato già precedentemente su interventi di minore complessità. La perfetta sintonia durante la pianificazione e gestione intraoperatoria degli interventi è stato il prerequisito indispensabile per giungere a questo risultato. La strada è quella giusta – conclude il dott. Buononato – con prospettive di potenziamento del sistema e ulteriore sviluppo delle attività”.

Grande soddisfazione per l’esecuzione di questa tecnica innovativa e per gli esiti favorevoli dell’intervento chirurgico, è stata espressa dal direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 dott. Massimo De Fino che sottolinea come l’ospedale di Orvieto stia svolgendo appieno il compito di DEA di primo livello. “Grazie alla intensa attività multidisciplinare degli operatori sanitari, all’acquisizione di tecnologie all’avanguardia, all’incremento degli interventi per la cura di patologie digestive oncologiche dello stomaco, del colon e del retto – spiega il manager sanitario – il ‘Santa Maria della Stella’ sta facendo registrare un significativo flusso di migrazione attiva da altri territori e da altre regioni, segno di una rinnovata attrattività della struttura ospedaliera di Orvieto”.




Il 28 e 29 ottobre due giorni per il Comitato “Ci Casco”. In pediatria i super eroi acrobatici

Sarà molto probabilmente una giornata difficile da dimenticare per i piccoli pazienti del reparto della Unità Operativa Complessa di Pediatria dell’Ospedale “Santa Maria della Stella ” di Orvieto, diretta da Elena Neri. Per loro, infatti, è in programma una grande sorpresa che regalerà di certo gioia e felicità.

La direzione medica del Presidio Ospedaliero, diretta da Patrizio Angelozzi, in accordo con la direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2, con la presenza e il contributo di associazioni, cooperative sociali ed enti del territorio quali Vip Orvieto – Clown di corsia, Unitalsi, Gruppo Scout Agesci, Associazione Genitori, Cooperativa Mir Onlus e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Orvieto e della Protezione Civile, promuove, sabato 29 ottobre alle 9, l’esibizione dell’associazione SEA, Super Eroi Acrobatici che si caleranno dal tetto del nosocomio per regalare un sorriso ai piccoli pazienti e ai bambini e ai ragazzi che parteciperanno all’evento.

Ci sarà inoltre una iniziativa di mototerapia e uno show effettuato da abili piloti con trik, salti e acrobazie. si conclude con supercar, moto, buggy e biciterapia per le persone disabili iniziativa che vedrà la partecipazione di Omar “Ironwalk” Bortolacelli. L’importante evento al “Santa Maria della Stella” è inserito nella due giorni di manifestazione “Cicasco al Quadrato” promossa dal Comitato di volontariato per l’inclusione sociale delle persone “fragili” e con disabilità “Cicasco” venerdì 28 e sabato 29 ottobre.




Paolo, paziente dell’ospedale, ringrazia tutto il personale per la professionalità, l’umanità e l’organizzazione

Il signor Paolo, residente ad Orvieto e ricoverato nelle scorse settimane al “Santa Maria della Stella”, ha inviato al direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 dott. Massimo De Fino una lettera di encomio rivolta al personale sanitario evidenziando “un’ottima ed efficiente organizzazione dei reparti, elevata professionalità ed umanità degli operatori”.

Egregio Direttore,

nelle scorse settimane sono stato ricoverato presso l’Ospedale di Orvieto in seguito ad una seria emorragia interna.Dal Pronto soccorso sono stato trasferito al reparto di Medicina d’urgenza e da qui, all’aggravarsi delle condizioni, al reparto di Terapia intensiva. Dopo alcuni giorni di nuovo al reparto di Medicina d’urgenza, fino alla dimissione.

Mi sembra doveroso riferirle, nella sua qualità di responsabile dell’azienda sanitaria, della mia esperienza. In questo percorso, a tratti non facile, sono stato accompagnato da personale di altissimo livello. Medici, Infermieri e Operatori hanno dimostrato grandi capacità professionali e un’attenzione veramente ammirevole per la cura del paziente. Scrupolosi, sempre disponibili anche in condizioni di lavoro difficili, presenti in ogni circostanza, pronti a dare a me e ai familiari le giuste informazioni, senza le quali si alimenta una scoraggiante incertezza. Oltre alle capacità e all’impegno individuali, mi ha molto colpito il livello dell’organizzazione.

Tutto si è svolto – almeno questa è stata la mia sensazione- con efficienza e rapidità, anche di notte e nel fine settimana: trasferimenti di reparto, consulenze, prelievi, analisi, trasfusioni, accertamenti diagnostici strumentali complessi, referti in tempo reale, perfino le prescrizioni alimentari per la convalescenza. Un meccanismo ben coordinato e diretto dai medici dei reparti, che dimostravano di avere sempre un quadro completo e aggiornato della mia situazione.

In conclusione, durante il ricovero, posso dire di aver avuto tutte le migliori cure e tutte le attenzioni professionali e umane che aiutano a guarire quanto le buone medicine.

Grazie a tutto questo sono di nuovo a casa e vorrei far arrivare ai dirigenti e al personale di quei reparti (non ricordo tutti i loro nomi, anche se ricordo bene tutte le loro presenze) la mia gratitudine e il mio più profondo rispetto”. Il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 Massimo De Fino augura al signor Paolo un immediato e completo recupero ringraziando per la nota di encomio “che rappresenta l’ennesima testimonianza di una sanità pubblica che funziona e che garantisce alla popolazione, giorno e notte, servizi e prestazioni di alta qualità, nel segno dell’efficacia e dell’efficienza, grazie ad un’adeguata e attenta organizzazione e alla professionalità di tutti gli operatori che con grande dedizione, umanità e passione garantiscono elevati standard assistenziali”.




Le bella lettera di ringraziamento di un paziente allo staff del Pronto Soccorso dell’ospedale di Orvieto

Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri la lettera di elogio del signor Senesio P. allo staff del Pronto Soccorso dell’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto per l’assistenza qualificata e le cure ricevute in seguito ad un trauma domestico.

“Sono un cittadino residente da anni nel nord Italia ma originario del territorio confinante con il comune di Orvieto che, da sempre, ha usufruito, per i genitori ormai deceduti, delle prestazioni del presidio ospedaliero cittadino rilevando in ogni occasione ottime impressioni e risultati soddisfacenti in termini di cura e di assistenza.  Recentemente, trovandomi in ferie ad Orvieto, mi sono rivolto al Pronto Soccorso a causa di un trauma domestico che mi ha provocato una frattura costale. In quattro ore, una velocità incredibile per chi è abituato ai servizi di Pronto Soccorso del nord Italia (per carità, subissati da richieste), mi hanno visitato, eseguito una ecografia, le analisi del sangue, una radiografia toracica e, infine, una flebo antidolorifica prima di essere dimesso.  In tutto questo non sono neanche riuscito a ringraziare e complimentarmi con la vostra magnifica dottoressa Gloria Paganelli perché molto impegnata nelle attività di soccorso e di assistenza e con tutto il vostro personale che mi ha attentamente seguito, a cominciare dagli addetti del punto informazioni, situato all’ingresso del nosocomio, che mi hanno accompagnato al Pronto Soccorso, ai professionisti del triage (mitici), agli infermieri, ai radiologi.

Non sono solito a queste forme di esternazione ma sono un contribuente che crede, apprezza e ha toccato con mano, ancora una volta, l’efficienza del ‘Pubblico’. Vi ringrazio e auguro a tutti voi le più alte soddisfazioni nel lavoro”.

Il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 dott. Massimo De Fino ringrazia, a sua volta, il paziente per questa testimonianza e il personale dello staff del Pronto Soccorso diretto dal dott. Cesare Magistrato.

“Grazie, signor Senesio – scrive il manager sanitario – per queste belle e importanti espressioni che rappresentano un importante e significativo riconoscimento per il lavoro quotidiano svolto da validi professionisti che, all’efficacia e alla qualità della risposta assistenziale, associano umanità, attenzione, passione, dedizione e amore per il lavoro. Nell’augurarle un pronto e pieno recupero, vorrei estendere le parole di encomio, che ci riempiono d’orgoglio, a tutto lo staff del Pronto Soccorso del ‘Santa Maria della Stella’ che, ancora una volta, dimostra di essere all’altezza della situazione grazie all’alta professionalità del personale, impegnato in una struttura che rappresenta la ‘porta di accesso’ al nosocomio e chiamata a gestire, giorno e notte, situazioni critiche, difficili e complesse”.




Riparte l’attività di screening mammografico e si rilancia l’intera senologia dell’ospedale di Orvieto

Ecco un piccolo ma significativo primo passo portato a termine nel cronoprogramma che il direttore sanitario dell’ospedale di Orvieto, Patrizio Angelozzi, aveva elencato durante un’intervista con il nostro giornale. Lo screening mammografico per la prevenzione dei tumori al seno è pienamente operativo con una settimana di anticipo sui tempio previsti. La conferma arriva con un comunicato della stessa USL che spiega come “i controlli sono ripartiti grazie all’impegno congiunto di direzione e servizi interessati dal programma che si pone l’obiettivo di rendere del tutto operativa la struttura di senologia, sia per la parte clinica che per gli screening mammografici”.

La stessa USL ricorda come tutti i controlli oncologici e le urgenze sono stati sempre eseguiti nei tempi indicati dalla richiesta del medico che ha prescritto gli esami. L’anticipo nei tempi è stato possibile grazie all’ingresso di “nuove professionalità, in particolare di tecnici di radiologia e di un radiologo senologo dai primi giorni di settembre, ha consentito in brevissimo tempo la totale riattivazione degli screening mammografici di prevenzione con i controlli a chiamata del Centro screening aziendale rivolti alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni”.

Intanto verrà a breve installato un nuovo mammografo con tomosintesi di ultima generazione che andrà a migliorare la performance della struttura senologica. “Si tratta di un ulteriore fondamentale tassello verso il potenziamento, ormai in dirittura di arrivo, della senologia sia per la parte clinica che per la parte assistenziale – spiega il direttore generale USL Umbria2 Massimo De Fino – attraverso una modernissima dotazione tecnologica e il lavoro integrato di un’équipe multidisciplinare altamente specializzata composta da chirurgo senologo, radiologo, oncologo e radioterapista per la prevenzione, diagnosi e cura del tumore al seno. Misure concrete che assicureranno alle donne, sette giorni sui sette, risposte complete e di qualità”.




PrometeOrvieto, “sull’ospedale non eravamo tranquilli e il dottor Angelozzi non ci ha tranquillizzati”

L’ospedale di Orvieto “non è in disarmo “, anzi. Ma “bisogna aspettare il nuovo Piano sanitario regionale e da lì far ripartire l‘intera macchina della sanità con nuovo sprint”. Così racconta il nuovo direttore sanitario del Santa Maria della Stella Patrizio Angelozzi, intervistato da un giornale locale.
Riteniamo che sia giusto rilevare  l’impegno e il sacrificio di eccellenti professionalità, ricordare l’etica e l’abnegazione come base del lavoro di assistenza, le difficoltà innestate dal covid su un corpo organizzativo in affanno, gli errori di programmazione a livello centrale, ma queste considerazioni non spostano di un millimetro il problema e non lo risolvono.

Alle domande incalzanti del giornalista di Orvietolife, il Dottor Angelozzi risponde che “i concorsi vengono espletati” e che alcuni sono anche andati deserti o i vincitori hanno scelto altra  destinazione. Sarebbe utile conoscere quale tipo di contratto abbiamo offerto noi e quale gli altri, quelli dove sono andati medici e infermieri. Ammette poi “che non va tutto bene”, ci mancherebbe, ma a parte l’investimento sulla ristrutturazioni di alcuni ambienti, come il pronto soccorso e l’aggiornamento di macchinari, cosa che avviene necessariamente in ambiente sanitario, non ci sono numeri, date, impegni.
L’appello al dovere e alla collaborazione è indice di una giusta sensibilità, ma se per una visita specialistica è necessario pagare parcelle intramoenia per ottenerla in tempi accettabili, se per avere servizi si rende necessario fare almeno un centinaio di chilometri, se le file sono infinite, se ci si accorge all’improvviso che si deve sospendere il sevizio di mammografia, se l’assistenza specialistica è ormai affidata al privato, e per fortuna che c’è, non è questa la Sanità che vogliamo.
E crediamo non sia neppure la Sanità che vuole il Dottor Angelozzi.
Conclusione con appello: “Lei, Dottor Angelozzi, è persona riconosciuta come perbene e professionista apprezzato. La preghiamo quindi, nel suo ruolo di direttore sanitario, di non lasciarsi andare in “stiamo facendo” “faremo”. Grazie per la buona volontà di tutti, conosciamo i medici del nostro ospedale, ma non ci va di sentire liquidare le nostre apprensioni sull’ospedale di Orvieto con promesse vaghe nei tempi, prive di programmazione, ipotetiche, non adeguate a informare ma soltanto a raccontare speranze. È un atteggiamento che affidiamo senza disagio soltanto ad alcuni politici, perché li abbiamo già visti all’opera e quindi misurati.
Dottor Angelozzi, non eravamo per nulla tranquilli, né lei ci ha tranquillizzati  Buon lavoro.”

Florido Fratini – presidente PrometeOrvieto




Patrizio Angelozzi, direttore sanitario dell’ospedale, “non va tutto bene, ma stiamo lavorando per rispondere al territorio”

Le voci sull’ospedale sono troppe, molteplici, allarmanti, quasi da disarmo, “sta per chiudere”, “ormai non fanno più niente” e poi ci sono i difensori a oltranza, “ma assolutamente, è aperto” oppure “va tutto bene, non ci sono problemi”.  Le voci e le testimonianze dirette, in particolare, restituiscono l’immagine di una sanità pubblica in sofferenza palese, con ancora molte eccellenze, con tante persone che lavorano fra mille problemi quotidiani e tutti i problemi che ancora sono presenti con lo stato d’emergenza appena terminato ma con il covid ben presente.  Patrizio Angelozzi è stato recentemente nominato direttore sanitario dell’ospedale facente funzione.  Un ruolo importante e sicuramente oneroso.  Angelozzi non nasconde assolutamente i mille problemi ma sottolinea più volte due concetti “etica e abnegazione” oltre a “orvietanità”, non nel senso campanilistico del termine, ma come valore aggiunto per il territorio e per l’ospedale.

Le voci si moltiplicano, così come le critiche, ma allora è in disarmo l’ospedale di Orvieto?

La risposta è netta, assolutamente no.  Veniamo da quasi tre anni di vera e propria emergenza e non solo a Orvieto ma in tutta Italia, il sistema sanitario è entrato in fibrillazione e ancora oggi, e anche domani, dovrà continuare la cura.  Ci sono liste d’attesa, ci sono controlli e, ora, in estate, chi lavora ha il pieno diritto di godere delle ferie e poi il covid ancora è presente.  E’ vero ci sono stati dei lunghi periodi in cui si è lavorato a scartamento ridotto, ma oggi non è così, anzi si sta cercando di recuperare il tempo perduto seppure tra mille difficoltà, prime fra tutte la carenza di personale.

Ma non si può programmare anche il turn over del personale invece di arrivare ai problemi che sono evidenti a tutti, anche ai non professionisti?

Certamente, la programmazione è il primo e fondamentale passo per avere un servizio sanitario in efficienza e a questo sarebbe dovuto servire, per esempio, il numero chiuso nelle facoltà mediche.  Oggi è più che evidente che la programmazione a monte si è rivelata un boomerang e ne continueremo a pagare le conseguenze per molto tempo.  A livello locale posso assicurare che i concorsi vengono espletati e, come è già successo, alcuni sono andati addirittura deserti, in altri i vincitori hanno scelto destinazioni diverse da Orvieto ma nei prossimi mesi ci sarà un importante reintegro di medici in ortopedia, chirurgia, pronto soccorso, solo per citarne alcuni, proprio per ridurre il più possibile i disagi per i pazienti.

Ma i pazienti sono quelli che stanno protestando per le lungaggini, le liste d’attesa, gli esami e i ricoveri lontani da casa…

In molti casi hanno ragione di lamentarsi.  Personalmente, accettando l’incarico di direttore sanitario fino al prossimo anno, ho comunicato a tutti il mio pensiero.  L’ospedale è al servizio dei pazienti e chi lavora deve essere nelle migliori condizioni.  C’è poi una questione etica che mi preme sottolineare: l’impegno deve essere totale e per questo, senza definizioni eroiche, ritengo che tutti debbano lavorare con l’obiettivo di curare il paziente così come abbiamo sempre fatto.  Ci sono delle difficoltà, lo ribadisco, ma dobbiamo lavorare per superarle, magari con sacrifici anche personali, ma non può pagare il paziente, assolutamente.  Ecco perché sono particolarmente soddisfatto che in questi ultimi mesi siano tornati alcuni professionisti orvietani.  Non è una questione di campanile ma di attenzione al territorio.  Chi è di Orvieto conosce ogni ambito, ogni abitudine, anche ogni vizio e difetto.  Tornando all’etica, poi, mi piace pensare che fra reparti si collabori, per il fine ultimo e cioè, sembrerò ripetitivo, il bene dei pazienti. 

Ci risulta che nel passato, anche recente, questo clima di collaborazione abbia un po’ latitato…E’ cambiato qualcosa?

Onestamente per quanto mi riguarda posso affermare che non ho avuto problemi.  Oggi lo spirito di collaborazione sicuramente c’è nonostante le difficoltà. Ad esempio per coprire i turni di pronto soccorso la direzione strategica della USL ha chiesto la collaborazione dei reparti e il dottor Massimo Bracaccia, in particolare, ha risposto immediatamente senza se e senza ma e così deve essere; sottolineo la grande professionalità del responsabile del Pronto Soccorso, Cesare Magistrato, che si è messo anch’egli a disposizione per assicurare agli orvietani le prestazioni d’emergenza.  Poi ci sono sicuramente dei problemi e delle criticità che non possono essere affrontate solo e esclusivamente con la buona volontà.  Anche qui si sta lavorando in stretto contatto con la direzione generale per trovare le soluzioni migliori. 

Però, intanto, troppo spesso arrivano notizie di esami rinviati, di viaggi della speranza verso altri ospedali…

Mi ripeto, quest’ultimo biennio è stato nefasto sotto ogni punto di vista.  Ora si deve programmare bene il futuro partendo dall’assunto che l’orvietano ha caratteristiche peculiari in quanto è isolato dal resto della Regione ma soprattutto è il primo ospedale per un’area che va oltre i confini regionali e penso all’Alto Lazio in particolare ma non solo.  Ma il mio ruolo e soprattutto le mie competenze finiscono qui.  E’ la politica che deve dare delle risposte generali e qualcosa mi sembra che si stia muovendo, penso all’investimento previsto per il nuovo pronto soccorso e non solo.  E’ chiaro che anche la Regione si muove all’interno di una cornice definita a livello nazionale; ecco forse sono da rivedere alcuni termini troppo rigidi che impongono scelte a livello locale e che non tengono in alcun conto le peculiarità dei territori.  Ricordo sommessamente che il punto nascite di Orvieto è ancora attivo perché la Regione ha chiesto e ottenuto una deroga.

Insomma a Orvieto va tutto bene?

No, non va tutto bene.  I problemi ci sono e ritengo sia inutile e dannoso nasconderli. Sul servizio di senologia la USL ha risposto e già da settembre tornerà tutto regolare, ci sono concorsi banditi, altri già espletati e con un vincitore, ci sono lavori programmati, e non ipotesi, che riguardano l’ospedale, abbiamo riattivato il consultorio in collaborazione con il distretto.  Insomma si sta lavorando per migliorare.  Non va tutto bene ma non è vero che l’ospedale sia in disarmo, in chiusura.  Assolutamente! Mancano alcuni primariati? E’ vero ma la struttura ha risposto bene.  Ora bisogna attendere il nuovo Piano Sanitario Regionale e da lì far ripartire l’intera macchina della sanità con nuovo sprint e con l’obiettivo di, ancora una volta, curare il paziente nei tempi e nei modi più consoni.




Al via le iscrizioni on-line per il corso di volontari di “Orvieto Contro il Cancro”

La Scuola di Formazione Permanente dei Volontari, istituita nel 2001 da “Orvieto Contro il Cancro”, ha realizzato in questi anni 7 corsi che hanno formato circa 120 persone al volontariato in ambito socio-sanitario.   Attualmente sono attivi 12 volontari che prestano la loro opera presso il day hospital oncologico dell’Ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto.  Sin dall’origine, l’Associazione ha puntato sulla formazione affinché i volontari impegnati presso il Day Hospital Oncologico, potessero prestare un servizio qualificato ai pazienti.

Quest’anno, l’Organizzazione di Volontariato “O.C.C. – Orvieto Contro il Cancro” ha programmato l’avvio dell’ottavo corso, rivolto a un minimo di 10 e un massimo 20 partecipanti.  Il corsosi svolgerà ad Orvieto nel periodo novembre 2022 – gennaio 2023 con dieci incontri (uno/settimana) della durata di due ore ciascuno e sarà completato poi da un tirocinio pratico in Ospedale. E’ possibile iscriversi “on line” fino al 15 ottobre 2022 al seguente indirizzo: https://www.occorvieto.it/formazione-volontari/ .

La partecipazione al corso è gratuita e comporta, ai fini della copertura assicurativa, il versamento della sola quota d’iscrizione dell’Associazione (€ 12,00).