Progetto esecutivo del Palazzo del Vino approvato dalla giunta è nella graduatoria del GAL
L’amministrazione comunale rinvia al 30 giugno il Canone Unico Patrimoniale e Mercatale
Dantedì, tutti gli eventi e la scoperta dell’unico quadro al mondo con il Sommo poeta barbuto di proprietà del Comune
Strisce blu di superficie gratuite dalle 16 alle 22 fino al 5 aprile
Il messaggio del sindaco per San Giuseppe, “auguro agli orvietani di ritrovare la spinta ed operare uniti per generare un nuovo futuro di speranza”
Nell’occasione della Festa di San Giuseppe, Patrono di Orvieto, il Sindaco Roberta Tardani rivolge ai concittadini il suo messaggio augurale che riportiamo integralmente
Il nuovo vice-sindaco è Mario Angelo Mazzi, ex-dirigente del Comune a lavori pubblici e urbanistica
Crisi in giunta, l’insostenibile peso delle deleghe e la leggerezza dei nomi di rilevanza nazionale
La crisi istituzionale in Comune sembra essere giunta ad un punto di svolta, o almeno così indicano i rumors. Di progressi nella guerra tra Lega ufficiale e sindaco non sembrano essercene. Sì, perché sembra altrettanto chiaro che in consiglio ci sia la Lega, quella rappresentata dai consiglieri assenti all’ultima seduta e cioè Sacripanti, Pelliccia e Fontanieri, e poi una “Lega del Trasimeno”, con il consigliere Gionni Moscetti che in piena battaglia ha scelto il campo del sindaco. Certamente è una semplificazione ma il quadro che ne emerge è più o meno questo. Ma le questioni sono soprattutto altre e riguardano l’eccessivo peso delle deleghe che sono attualmente in capo a Roberta Tardani e il periodo difficile che, invece, vorrebbe una politica unita nel trovare le giuste leve per far ripartire la città il prima possibile.
Sindaco, assessore all’ambiente, al turismo, all’urbanistica, al personale, alla cultura, al marketing territoriale, alle politiche comunitarie, alla sanità, alle attività produttive e allo sviluppo economico, all’edilizia e al patrimonio; ma dove troverà il tempo per tutto? In realtà non c’è tempo e allora si delega. No, si accentra ancor di più, almeno fin quando dal cilindro non uscirà un nome di rilievo nazionale nel settore dell’urbanistica. Sembra di essere tornati ai tempi degli assessori Margottini e soprattutto Romiti dell’era Concina, l’altro sindaco di centro-destra. Quel Maurizio Romiti che ha gestito un bilancio malandato e che avrebbe dovuto risanarlo e che invece ha lasciato la patata bollente all’assessore Pizzo con il famoso pre-dissesto. Si rischia dunque una frattura insanabile tra Lega e sindaco che poi potrebbe avere delle conseguenze anche nei rapporti con la Regione, dove Tesei è espressione del partito di Salvini. In realtà a nessuno dei due contendenti conviene rompere. In caso di dimissioni Orvieto dovrebbe subire il commissariamento prefettizio fino ad ottobre, prima data utile per andare ad elezioni. Ma a chi convengono? Qualche vantaggio ma effimero potrebbe averlo l’attuale sindaco che dovrebbe addossare tutta la colpa alla Lega, perdendo un alleato fondamentale. La Lega, invece, ha perso un pezzo importante, Stefano Olimpieri con la sua dote di voti, quasi del tutto personale, mentre l’area di riferimento di Moscetti potrebbe giocarsela in una ipotetica lista civica allargata partendo da “Progetto Orvieto”.
E’ certo che l’insostenibile peso delle deleghe da una parte e l’altrettanto insostenibile leggerezza dei grandi nomi, di quello per il turismo se ne sono perse le tracce, devono trovare soluzione in tempi brevi per il bene della città che oggi più che mai, esclusa da ogni tavolo che conta a livello regionale, deve trovarsi unita per affrontare i marosi della tempesta covid ancora per lungo tempo.
I consiglieri di minoranza, “così non si fronteggia la pandemia. Reagire con una generale mobilitazione sociale”
Se la mancanza di coerenza è una delle ragioni della crisi che viviamo, ad Orvieto sembra concentrarsi per responsabilità plurime una lucida incoerenza di governo: da una parte il sindaco chiude le scuole perché è stata superata la “soglia 250” come stabilito a livello nazionale, con un automatismo francamente discutibile; ma dall’altra in contemporanea tutte le autorità lasciano che si svolga sul nostro territorio una manifestazione ciclistica con 800 iscritti e di sicuro molte centinaia di effettivi partecipanti.
Sulla chiusura delle scuole il sindaco può invocare l’obbligo di rispettare la normativa nazionale, e sulla manifestazione ciclistica il fatto che questa rientra tra quelle autorizzate a livello centrale. Sta bene che sia così, sta bene che saranno tutti tamponati, sta bene tutto questo, ma l’andamento dell’infezione nel territorio avrebbe dovuto consigliare una decisa richiesta alle autorità della regione e dello stato di fermare tutto in base al principio di prudenza perché comunque in questi casi la possibilità di assembramento c’è e dunque anche di conseguenze successive.
Se il sindaco l’ha fatto gliene daremo atto, ma allora lo deve dire, perché in ogni caso la responsabilità di aver fatto svolgere una manifestazione di questa portata in un momento di pericolo di zona rossa qualcuno se la deve prendere. Non ci possono essere solo automatismi con cui eventualmente giustificare eventi che fanno a pugni tra loro. Naturalmente ci auguriamo che in ogni caso siano state prese tutte le misure prudenziali di gestione e che siano stati effettuati tutti i controlli del caso. Restano i fatti: il sindaco chiude le scuole per le ragioni dette; il presidente di regione chiude le attività commerciali il sabato pomeriggio e la domenica; le autorità permettono però che si svolga una manifestazione nazionale. No, così non va!
L’infezione sta crescendo, mentre il processo di somministrazione dei vaccini sta ristagnando, e non solo per i ritardi nella fornitura ma per l’inadeguatezza dell’organizzazione. Su questo punto dobbiamo domandarci che cosa succederà con lo spostamento del punto di somministrazione a Fontanelle di Bardano. Lì pare che debbano confluire anche i cittadini dei comuni del circondario. I sindaci dell’Alto orvietano chiedono di istituire un altro punto di somministrazione a Fabro. Perché non appoggiare decisamente questa richiesta, che da una parte rende meno problematica la gestione del punto di Fontanelle di Bardano e dall’altra facilita la vita dei cittadini di quella parte del nostro territorio?
Ci permettiamo di chiedere al sindaco anche se non sarebbe stato il caso di muoversi un po’ prima, ad esempio con la richiesta e l’organizzazione di uno screening di massa non appena si è manifestato il nuovo processo di diffusione dell’infezione tale da preoccupare. Se non si interviene sui veri fronti della diffusione si rischia di andare rapidamente in zona rossa, con tutte le conseguenze. E allora come giustificare il fatto che da una parte si invocano le riaperture di ristoranti e bar a pranzo e a cena e poi però nell’esercizio reale del potere non si sa bene a chi spetti e come realmente debba operare per una effettiva prevenzione?
Ripetiamo, noi pensiamo che bisogna cambiare approccio, bisogna reagire decisamente: più prevenzione organizzata per evitare di dover correre dietro al virus e alle irresponsabilità che ne stanno alla base. Allora insistiamo sulla necessità di intervenire su due fronti: da una parte sull’organizzazione di uno screening di massa, come si fa in questi casi in altri comuni; dall’altra su un’attività di sensibilizzazione, assistenza e controllo capillare per evitare a monte i comportamenti che favoriscono la circolazione del virus in particolare tra i giovani e i giovanissimi. Pensiamo che da questo versante la questione non riguardi più solo le forze dell’ordine in funzione di deterrenza e di repressione, ma tutte le organizzazioni della società civile e in particolare del volontariato.
Chiamiamo tutti ad adoperarsi perché i comportamenti responsabili diventino rapidamente esercizio quotidiano. E puntiamo non solo ad evitare che questa nostra zona venga proclamata zona rossa, ma a fare in modo che presto torni ad essere almeno zona gialla. Questo è il vero modo di aiutare i nostri concittadini sia sul piano della garanzia di istruzione che su quello economico del commercio e degli esercizi pubblici di bar e ristorazione, oltre che di condizioni di vita più attinenti al concetto di vita quasi normale.
I consiglieri comunali
Franco Raimondo Barbabella, Cristina Croce, Giuseppe Germani, Federico Giovannini, Martina Mescolini