Lettera all’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, “prima gli umbri…”

In questi ultimi giorni è andato in onda, e ancora è in onda, l’ultimo sgarbo di una infinita serie nei confronti della sanità orvietana. Da domenica 20 giugno il nuovo punto vaccinale di Orvieto sarà momentaneamente trasferito a Sferracavallo nella palestra della scuola primaria. In poche ore l’amministrazione comunale ha individuato la soluzione all’improvvisa inagibilità di Bardano e ha messo in campo tutte le forze disponibili per rendere concreto il trasloco e la sistemazione. Dalle parole scritte dal sindaco si evincono gli sgarbi della Regione. Niente, di niente, neanche una parola per avvisare con congruo anticipo della necessità di trovare una nuova location. Improvvisamente i cittadini, non il sindaco, sono stati avvertiti con due sms successivi che si sarebbero dovuti recare all’ospedale prima, alla palestra del Liceo Scientifico o a Fabro, poi, per vaccinarsi. E questa è l’ultima scortesia per il territorio e allora proviamo a scrivere una lettera aperta all’assessore regionale Luca Coletto per capire se e quanto ancora dovrà subire l’orvietano, oppure se finalmente si potrà guardare oltre con fiducia.

Egregio Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto,

è vero che l’orvietano è una marca di confine, piuttosto isolata dal resto dell’Umbria, ma di questa Regione fa parte a tutti gli effetti. Da troppi anni, però, quest’appartenenza fa rima con dimenticanza. La sanità è sicuramente il settore più colpito in tal senso. In tempi remoti, con l’allora PDS al governo è stata tagliata una sola USL, la numero 4 dell’orvietano in virtù di una riforma che aveva come obiettivo il risparmio. Altre erano in lista ma l’unica ad essere sacrificata, nonostante i bilanci positivi, fu proprio la USL4. Di punto in bianco Orvieto non solo perse la sua USL, non ne facciamo una questione di campanile, ma anche un cespite di grade pregio e rilievo, quello che oggi tutti chiamiamo tristemente ex-ospedale, proprio su piazza Duomo. Nel giro di pochi anni è stato inaugurato il nuovo nosocomio, dopo oltre vent’anni di gestazione complicata, e già allora con evidenti debolezze concettuali e operative. Ma lo specchietto per le allodole ha fatto centro almeno per alcuni anni. Del resto la sanità pubblica in tutta l’Umbria, funzionava a pieno regime, le liste d’attesa non erano contemplate nel vocabolario degli utenti umbri. A piccoli passi ma inesorabilmente la sanità di territorio è stata smantellata dalla politica e da interessi che poco hanno a che fare con quelli dei cittadini. Il partito che ha guidato ininterrottamente la Regione fino a ottobre 2019, il PCI-PDS-DS-PD e alleati misti, porta questa colpa in solitudine, come unico responsabile. Le liste d’attesa erano già un problema nel 2015 a Orvieto e una commissione guidata proprio dall’attuale sindaco Roberta Tardani, mise in evidenza le debolezze strutturali della sanità territoriale e ospedaliera.

Da allora a Orvieto è continuato l’impoverimento, passo dopo passo. I primari cambiano a velocità da Formula1, i pensionamenti non sono stati rimpiazzati, un male comune questo al resto della Regione a cui si è posto parziale riparo con l’ultimo concorso, i macchinari fuori uso vengono riparati con lentezza ingiustificabile e chi più ne ha più ne metta. Intanto il servizio al cittadino è notevolmente peggiorato. In Regione vince per la prima volta il centro-destra; potrebbe essere la svolta.

Passano pochi mesi, che però non fanno presagire nulla di buono, e arriva la pandemia a spazzare via ogni progetto. “E’ emergenza!” e con questo mantra si giustifica tutto. “L’ospedale di Orvieto è blindato”, così scrivemmo a fine febbraio attirandoci le critiche furiose di molti politici ma era la semplice e drammatica realtà. Siamo stati destinati ad essere “no-covid”, ma i servizi sono rimasti praticamente cristallizzati a febbraio 2020. Le liste d’attesa sono letteralmente esplose in tutta l’Umbria, è vero, con punte di “eccellenza” a Orvieto e con dipendenti USL che suggeriscono neanche molto sommessamente, di rivolgersi al privato per “saltare l’attesa”. Il tutto avviene alla luce del sole con il polo ospedaliero di Narni-Amelia che conclude un accordo con Terni; Foligno che marcia a pieno regime; le distanze che non valgono per tutti…e la lista potrebbe continuare a lungo.

In consiglio regionale sembra aprirsi uno spiraglio per la sanità orvietana con il voto unanime per la costituzione di un’emodinamica in ospedale. Ecco un’eccellenza che potrebbe far ripartire una sanità “seduta” e dare una risposta alla domanda di cura per le patologie tempo-dipendenti , quelle che preoccupano il cittadino medio. E’ passato poco più di un anno da quell’impegno e ancora non si è mossa paglia. Nel frattempo provi a prenotare una semplice ortopanoramica. Dovrà assolutamente scegliere Amelia o Terni perché qui la macchina è rotta e non si ripara da oltre un anno. Torniamo all’emodinamica. Certamente l’investimento è importante, ma per un territorio isolato della resto della Regione ma che serve anche aree extra-regionali, potrebbe essere il simbolo della rinascita. Campanilismo? Assolutamente, no! La sanità orvietana tornerebbe ad essere attrattiva professionalmente perché un giovane di belle speranze qui oggi non cresce, o meglio non può andare oltre il livello minimo, mentre con reparti funzionanti, strumentazioni all’avanguardia e potendo offrire un servizio completo per l’emergenza-urgenza, a questo ci è stato sempre spiegato serve l’ospedale Santa Maria della Stella, le occasioni di accrescimento medico sarebbero molteplici. Ci ritroviamo, invece, con un maquillage, l’ennesimo specchietto per le allodole, programmato; la creazione di un indefinito centro medico-assistenziale a due passi dal Duomo, laddove sarebbe stato assai più giusto vederci servizi per il turismo; last but not least torna di moda l’elisoccorso, giustissimo visto che da qui passano autostrada, ferrovia lenta e ferrovia veloce, che dovrebbe dare risposta alla tempo-dipendenza. Ma con quali costi fissi? E perchè gli orvietani devono essere pendolari anche per la sanità?

Assessore, il Piano Sanitario Regionale è “in costruzione” e non vorremmo ritrovarci, all’improvviso, con la demolizione di un presidio necessario come la sanità di territorio e l’ospedale. Non vorremmo ritrovarci con il privato come unico referente per le esigenze del cittadino, creando una diseguaglianza che mal si accorda con lo slogan “Prima gli umbri”, mancherebbe un pezzo, “che possono pagare”. La Costituzione dice altro, però, e il voto del 2019 ha voluto indicare con forza che Orvieto vuole essere la “porta dell’Umbria” mentre troppo spesso rimane come piccolo uscio, entrata di servizio e come conseguenza c’è il progressivo spopolamento, l’impoverimento economico e la chiusura o il ridimensionamento di servizi essenziali per una popolazione sempre più anziana. Per un volta smentiamo la vulgata e puntiamo su Orvieto, sulla sanità, investendo in servizi, strumentazioni, personale, professionisti e infrastrutture anche in virtù di quel decongestionamento che richiedono i due grandi ospedali regionali, Perugia e Terni.




Vaccini, la USl ricontatterà tutti i cittadini per indicare la nuova sede

Abbiamo la conferma ufficiale che il punto vaccinale di Bardano è chiuso. Lo ha comunicato direttamente il sindaco, Roberta Tardani, con un post sulla sua pagina FB.

“Ieri pomeriggio (il giorno 18 giugno ndr) ho ricevuto dalla Usl Umbria 2 la comunicazione della necessità di trasferire temporaneamente il punto vaccinale dalla sede di Bardano per consentire alla Regione di effettuare una serie di lavori urgenti alla struttura dove si trova il SIM-Serd. Mi sono subito attivata per trovare una sede alternativa e questa mattina (il 19 giugno ndr) si stanno effettuando i sopralluoghi presso la palestra della scuola elementare di Sferracavallo, uno dei locali che come Comune possiamo mettere a disposizione in tempi strettissimi per consentire alla campagna vaccinale di non avere rallentamenti.

Ho chiesto alla Usl una comunicazione puntale, tempestiva ed efficace per creare meno disagi possibili ai cittadini e di recuperare immediatamente gli appuntamenti che sono stati rimandati per via del trasloco. Anche questa è una emergenza e mi sarei aspettata una maggiore flessibilità da parte di altre istituzioni ma risolveremo al meglio e in tempi rapidi la situazione perchè la campagna vaccinale è il tassello fondamentale per consentire la ripartenza e non possiamo permetterci rallentamenti. Ringrazio la direzione dell’Istituto Comprensivo Orvieto-Montecchio per la disponibilità dimostrata e chiedo ai cittadini residenti della zona di avere pazienza per questo temporaneo disagio che ci auguriamo di risolvere in tempi rapidi”.

Rimane il dubbio nei cittadini che nelle ultime ore hanno ricevuto più messaggi che indicavano come nuove sedi, prima l’ospedale e poi la palestra del Liceo Scientifico Ettore Majorana a Ciconia. Alcuni hanno poi ricevuto un sms per recarsi all’hub di Fabro. Il sindaco ha risposto ad una nostra sollecitazione, che “la USL ricontatterà in giornata tutti i cittadini che devono fare il vaccino per indirizzarli alla nuova sede vaccinale”.




Che succede all’hub vaccinale di Bardano? Forse è chiuso o forse no

Cosa succede all’hub vaccinale di Bardano? Non è tutto ancora ben definito ma sembrerebbe, cercheremo conferme nel più breve tempo possibile, che a brevissimo venga trasferito alla palestra del liceo scientifico Majorana di Ciconia. Da fonti non ufficiali ci è stato riferito che dopo un controllo da parte di uno o più funzionari inviati dalla Regione il centro di Bardano sia stato dichiarato non idoneo.

Immediatamente è scattata la ricerca di un sito alternativo individuato in un primo tempo nell’ospedale cittadino. Alcuni persone hanno infatti ricevuto un sms che comunicava proprio lo spostamento dell’appuntamento da Bardano all’ospedale. Proprio al Santa Maria della Stella, però, era stato necessario lo spostamento perché ritenuto poco idoneo. Troppe persone, spazi angusti, scarsa privacy e la quasi impossibilità di trovare un luogo con entrata e uscita separate, almeno queste sono state le motivazioni per cui fu scelto proprio l’hub di Bardano.

Dopo, pensiamo, febbrili consultazioni, c’è stato il nuovo spostamento, con i vaccinandi che hanno ricevuto un nuovo sms con la nuova location, la palestra dello Scientifico Ettore Majorana. Ma anche lì sarà possibile organizzare in poche ore un hub in piena regola? In pratica, i percorsi potranno essere totalmente separati, ci sarà il pieno rispetto della privacy? Gli spazi sono adeguati? L’unica certezza riguarda la scomodità nel raggiungere il punto vaccinale con il parcheggio relativamente distante dalla palestra, tra l’altro con la concomitanza degli esami di maturità proprio allo Scientifico e non solo.

Alle 22,30 di venerdì 18 giugno, non abbiamo alcuna comunicazione ufficiale se non le richieste di chiarimenti da parte di coloro che hanno ricevuto gli sms dalla regione con il cambiamento, duplice, di location.




Il 19 giugno è il giorno di Livio Orazio Valentini con una monografia e l’apertura delle mostre

Con un anno di ritardo, un anno sospeso, annullato per gli eventi, finalmente ci siamo. Sabato 19 giugno è il giorno di Livio Orazio Valentini. Orvieto celebra e ricorda il “suo” artista contemporaneo con un doppio evento. Prima verrà ufficialmente presentata la monografia “Livio Orazio Valentini100. Opere 1945-2004: figurativo-informale-post-quaternario”, in occasione del centenario della nascita del maestro. Poi l’associazione che porta il suo nome, invita i cittadini a partecipare all’inaugurazione della mostra, o meglio sarebbe meglio dire delle mostre che saranno in alcuni dei luoghi più significativi della città.
È prevista l’esposizione di circa 150 opere fra lavori pittorici, sculture in ceramica e metallo, disegni, grafiche. Numerose opere inedite, mai pubblicate ed esposte, frutto di una capillare ricerca sul territorio all’interno di numerose collezioni pubbliche e private che rappresentano il vasto e variegato lavoro dell’artista. Nella sede della Fondazione Centro Studi per la Città di Orvieto verrà esposto, con proiezioni multimediali, il ciclo di opere pittoriche eseguite dall’artista durante i suoi numerosi soggiorni negli Stati Uniti, nella città di Aiken gemellata con Orvieto dagli anni ‘90.

Sarà come far riaffiorare e riunire un importante e vasto patrimonio collettivo, attualmente frammentato e diviso in spazi privati e pubblici.




Tutto il bello della 1000Miglia a Orvieto

Una mattinata intensa e un’atmosfera vivace, emozionante, quella che ha salutato la 39^ edizione della #1000Miglia. Sin dalle prime ore del mattino i servizi organizzativi della viabilità e sicurezza hanno messo a punto gli ultimi dettagli dell’evento che, grazie ad una perfetta coordinazione e collaborazione hanno assicurato allo svolgimento della manifestazione la necessaria efficienza ed assistenza. “Quella di oggi – afferma il sindaco e assessore al Turismo e alla Cultura, Roberta Tardani – è stata una giornata semplicemente intensa e speciale. La 1000 Miglia emoziona sempre, ma quest’anno il rombo dei motori delle meravigliose auto storiche e più recenti è stata un po’ come la colonna sonora della ripartenza e del tornare a sorridere. Non nascondo di essermi commossa perché dopo tanti mesi di preoccupazioni abbiamo tutti bisogno di tornare a sorridere, a gioire insieme, ad essere orgogliosi di quello che sa fare il nostro Paese e di quello sanno essere le nostre città e i nostri territori che hanno tanto desiderio di futuro.  Orvieto ha accolto con gioia gli equipaggi italiani e stranieri – prosegue – offrendo loro una Città gioiello d’Arte che si promuove al mondo con un biglietto da visita straordinario come è il nostro Duomo che in questa edizione della 1000 Miglia, i tanti driver hanno potuto ammirare frontalmente facendo il loro ingresso nella nostra città. Un colpo d’occhio sorprendente che soprattutto è una emozione intensa, difficile da dimenticare e quindi è una promessa per tornare. Gli orvietani hanno risposto con grande partecipazione popolare e gioioso entusiasmo. Ne siamo veramente felici e orgogliosi. Un grande grazie agli organizzatori della 1000 Miglia che ancora una volta hanno creduto in Orvieto dando grande visibilità al nostro territorio. Grazie alla città tutta che ha dato un’ottima prova di organizzazione ed efficienza. Grazie all’Associazione ‘Lea Pacini’ che ha schierato una rappresentanza del Corteo Storico di fronte al palazzo del Capitano del Popolo. Grazie, soprattutto a tutti i partners organizzativi, Enti ed Associazioni. Grazie ai servizi messi in campo dalla Polizia Municipale affiancata dalle Forze dell’Ordine, dalla Protezione Civile, dalle Associazioni sportive motoristiche ‘La Castellana’ e ‘Vespa Club Orvieto’ e da tutta la struttura operativa del Comune di Orvieto. L’eccellenza italiana della 1000 Miglia 2021 è un bellissimo avvio della stagione di eventi che la città di Orvieto sta promuovendo da qui a settembre, nel segno della qualità. Eventi per i quali l’amministrazione comunale ha accesso i motori già da tempo”. Per accogliere il “museo viaggiante più bello del Mondo” l’amministrazione comunale ha organizzato una serie di iniziative con il contributo di Aci Terni e Confartigianato Imprese Terni, e in collaborazione con: Regione Umbria, Polizia di Stato, associazione Carta Unica, associazione Lea Pacini, Comitato cittadino dei quartieri e Panathlon Club Orvieto.

Al passaggio in piazza Duomo le vetture sono state salutate dagli sbandieratori e musici del Comitato cittadino dei quartieri mentre ad attenderle al controllo orario, sotto il palazzo del Capitano del Popolo addobbato con gli stendardi medievali, è stata l’Ambasceria del Corteo storico Città di Orvieto a cura dell’Associazione Lea Pacini. Agli equipaggi l’omaggio dei prodotti tipici del territorio e la chiave della città, realizzata in legno dagli studenti del liceo artistico di Orvieto, al quale è stato accompagnato uno speciale portachiavi: una card con la quale potranno avere accesso via smartphone alle informazioni della città e uno sconto per due per l’acquisto di Carta Unica, il biglietto di accesso alle principali attrazioni di Orvieto. Il Panathlon Club di Orvieto ha consegnato invece un omaggio all’equipaggio tutto al femminile, il numero 305 composto da Maria e Benedetta Gaburri, una delle famiglie storiche impegnate nell’organizzazione della Mille Miglia, a bordo di una Fiat Abarth 750 Gt Zagato. In piazza del Popolo sono state esposte anche due preziose auto d’epoca provenienti dal Museo delle auto storiche della Polizia di Stato: la famosa Jeep Willys del 1943, utilizzata dalle truppe Usa nella Seconda Guerra Mondiale e impiegata dalla Polizia nel Dopoguerra, e un’Alfa Romeo Giulietta 1900 del 1957 all’epoca in uso alla polizia stradale. 




Rotti due vasi alla Trattoria “La Palomba”, teppismo o piccola vendetta?

La notte, le tenebre, l’illuminazione soffusa sono tutti ingredienti di una città romantica, però anche di malintenzionati, piccoli teppisti e di chi è alla ricerca di vendette personali senza esporsi. E’ stato così per Giampiero, gestore della Trattoria “La Palomba” quando la mattina del 18 giugno è arrivato, come ogni giorno, ad aprire il locale. Si è trovato di fronte due vasi distrutti e per lui tanta rabbia. E’ da tempo che quel tratto poco illuminato e seminascosto di Orvieto è stato preso di mira da chi non ha buone intenzioni. Ma Giampiero non crede al “normale” atto teppistico ma a qualcosa di diverso.

Non è la prima volta, infatti che le strutture di abbellimento del locale vengono prese di mira. Secondo il gestore del locale il posizionamento di alcuni tavoli all’aperto ha creato qualche malumore perché sono stati sacrificati alcuni posti auto. Recentemente il proprietario ha segnalato la questione alle autorità competenti ma intanto i due vasi con gli ulivi che delimitavano lo spazio esterno del ristorante sono stati distrutti. Sarà teppismo? Sarà un vendetta? Sarà un avvertimento? Questo non si può certamente sapere quel che è certo che sempre più spesso in particolare nel centro storico, si deve assistere ad atti di sfregio del decoro, della bellezza e a danni materiali che subiscono residenti e operatori economici. Non rimane che sperare nel buon funzionamento dell’impianto di videosorveglianza.




Nuovo tempio individuato agli scavi di Campo della Fiera

Hanno in serbo nuove sorprese le ricerche archeologiche condotte, su concessione ministeriale, in località Campo della Fiera di Orvieto dall’omonima Associazione Onlus.  “Il santuario federale degli Etruschi non cessa di stupire – annuncia, infatti, la professoressa Simonetta Stopponi, direttore dello scavo – recentissima è la conferma dell’esistenza di un ulteriore tempio nell’area sacra di Campo della Fiera di Orvieto. Trincee esplorative hanno infatti confermato l’individuazione di una grande struttura segnalata dalle prospezioni geomagnetiche condotte nel 2020. La nuova costruzione prospetta la Via Sacra del luogo di culto affiancandosi al tempio C e all’edificio E e fronteggiando il recinto del tempio A.  Salgono pertanto a sei i monumenti templari finora presenti nel santuario dedicato al dio ‘Voltumna’, l’etrusco ‘Veltune’, una delle manifestazioni della somma divinità degli Etruschi, Tinia.

Alla pluralità delle strutture sacre, che testimoniano inequivocabilmente l’importanza del sito, si sommava la pluralità degli dei, ciascuno con la propria sfera di competenze, ai quali si rivolgevano i fedeli lasciando cospicui doni. Il nuovo tempio verrà scavato nella campagna prevista per il prossimo agosto, purtroppo ridotta nel tempo e nel numero dei partecipanti a causa delle necessarie restrizioni dettate dalla diffusione del Covid e dai diminuiti finanziamenti che la pandemia ha convinto ad indirizzare soprattutto agli aiuti umanitari giustamente promossi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, che sempre si è dimostrata sensibile al locale patrimonio dei beni culturali”. Come è noto, i risultati finora ottenuti sono di grandissimo interesse e documentano l’importanza storica di un luogo che dal sesto secolo a.C. fu sede del santuario federale etrusco, chiamato dagli Etruschi “Il luogo celeste” e dai Romani Fanum Voltumnae. Il sito venne ristrutturato in età romana e continuò a vivere in epoca cristiana e medievale, fino al XV secolo.  Nelle precedenti campagne di scavo i lavori hanno messo in luce edifici sacri etruschi, depositi votivi con frammenti di statue, ceramiche greche offerte al santuario, due complessi termali, mosaici romani e tombe cristiane. Nell’area circostante il grande tempio etrusco ubicato alla quota più alta dell’area, sono emerse le strutture di un portico e di fontane.

Sono stati inoltre scoperti i resti del convento e della chiesa di San Pietro in vetere, l’unica esistente presso il Ponte del Sole dove avvenne l’incontro tra il Papa e il Corporale portato da Bolsena. Il convento e la chiesa vennero costruiti sopra una grande e lussuosa dimora romana, sede degli incontri ufficiali che annualmente avevano luogo presso il santuario. 




Arriva il caldo, tutte le informazioni utili in caso di “emergenza calore”

I Comuni della Zona Sociale n. 12,  in collaborazione con la Usl Umbria2 – Distretto di Orvieto e il Servizio di Protezione Civile Comunale, facendo seguito e in ottemperanza a quanto stabilito negli anni precedenti dalla Regione Umbria – predispongono le “Linee di azione e direttive per l’emergenza calore 2021” – attive fino al 15 settembre 2021 – per la prevenzione della salute da eventuali ondate di calore durante l’estate, con l’obiettivo di definire misure di sorveglianza e di risposta da attuare in periodi stagionali caratterizzati dall’innalzamento delle temperature al di sopra della media stagionale. A seguito della comunicazione della Regione Umbria – modifica modalità previsioni metereologiche e rilevamento dei livelli di attivazione di cui alla D.G.R. n. 843 del 22 luglio 2013 recante “linee di indirizzo per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute – Aggiornamento marzo 2013 – si comunica alla cittadinanza che a partire dalla giornata di venerdì 18 giugno e per tutto il fine settimana è previsto un innalzamento delle temperature oltre i 35°. Viste tali direttive e, in linea con il “Piano Calore” della Zona Sociale n. 12, al fine di prevenire e contenere i danni alla salute causati da eventuali ondate di calore, i cittadini sono invitati a seguire le seguenti misure preventive: 

– Bere molti liquidi, in particolare acqua

– Stare in casa o in zone ombreggiate e fresche e, se possibile, in ambienti forniti di aria condizionata tra le 11 e le 16

– Ventilare l’abitazione in particolar modo se si percepisce un surriscaldamento corporeo- Evitare esercizi fisici all’aperto o in luoghi non condizionati limitando le attività all’aria aperta alle ore mattutine e serali

– Consumare cibi leggeri e fare attenzione alla conservazione degli stessi

– Utilizzare, ove possibile, vestiario in fibre naturali quali lino e cotone

– Non sostare in automobili ferme al sole

Si invitano comunque tutti i cittadini, in particolar modo coloro che sono affetti da patologie a rischio, a prendere contatto diretto con il proprio medico curante, al fine di ricevere indicazioni sui comportamenti da tenere e sulle misure da prendere in caso di malessere. Per quanto riguarda le persone gravate da non autosufficienza sarà attivato un particolare monitoraggio delle situazioni di concerto con il servizio ADI e i medici di medicina generale. Numeri utili: Protezione Civile Orvieto 0763-306410.




I coccodrilli “piangono” sulla privatizzazione della sanità e il cittadino paga

Sanità vero punto dolente del nostro territorio.  Non solo di Orvieto perché, e la consolazione è piuttosto magra, anche altrove le liste d’attesa per alcuni esami diagnostici sono lunghissime e gli screening languono.  A dire il vero bisogna sottolineare che alcuni screening di prevenzione oncologica sono comunque stati effettuati ma in molti hanno rinviato per timore del virus. 

Torniamo al territorio orvietano, da tempo penalizzato nelle scelte e che continua ad esserlo.  Basta scorrere velocemente la propria pagina FB per imbattersi praticamente con cadenza quotidiana in post che testimoniano i gravi ritardi per esami e visite specialistiche nelle strutture pubbliche.  Sì, in quelle pubbliche perché ormai, più o meno apertamente, già in fase di prenotazione viene “suggerito” di rivolgersi al privato.  E allora le domande da porsi sono due: è giusto che il privato si sostituisca al pubblico? La politica, e in particolare l’opposizione, perché non interviene in maniera determinata e anche dura se necessario?

Alla prima domanda la risposta è piuttosto evidente, “no”, mille volte “no”.  Il privato giustamente fa il proprio lavoro, investe ed è pronto ad accogliere le legittime richieste di visita, ma deve essere una libera scelta del cittadino.  Non è possibile che si sostituisca la sanità pubblica, gratuita o in concorso di spesa, con quella privata a totale carico del cittadino.  Si parla da tempo di una “privatizzazione” del sistema sanitario umbro strisciante ma sempre più evidente; allora che si faccia in convenzione ma assicurando il primato delle strutture pubbliche con seri investimenti in mezzi e personale. 

Alla seconda domanda la risposta deve essere necessariamente più complessa.  In Umbria abbiamo votato per le regionali con anticipo per i problemi legati proprio alla sanità utilizzata come “ufficio di collocamento degli amici” e la sinistra ha perso le elezioni perché si è resa poco credibile.  L’attuale centro-destra si è presentata spiegando di voler rendere un servizio di eccellenza ai cittadini.  Oggi non è proprio così.  Diminuiscono i servizi, si tagliano presidi e il cittadino soffre.  Il paragone con il Veneto non può valere.  Anche orograficamente l’Umbria è totalmente diversa e le distanze sono ampliate dalla difficoltà nei collegamenti stradali in particolare per alcuni territori, e tra questi c’è sicuramente l’orvietano che avrebbe il vantaggio di avere una struttura ospedaliera che però è in sofferenza per persone e mezzi ma soprattutto per la risposta ad eventuali emergenze e urgenze.  Anche il Veneto entra in sofferenza nell’area montana per motivi simili, così come la Lombardia.  E poi c’è la questione dei numeri.  Non si possono legare le prestazioni esclusivamente alla massa degli interventi e della popolazione, si deve superare questo metodo o almeno si deve inserire quello delle patologie tempo-dipendenti, altrimenti si rischia un peggioramento delle condizioni di vita di un intero territorio se non di un’intera Regione

Per l’attuale opposizione il gioco sembrerebbe apparentemente facile, ma poi, basta andare a ritroso nel tempo, rileggere i dossier delle tante commissioni locali e regionali, per rendersi conto che il processo di privatizzazione era iniziato ben prima e senza paracadute per i meno abbienti.  Ma soprattutto che alcuni territori sono stati impoveriti da tempo.  L’unica USL, prima della ulteriore riforma, ad essere sacrificata fu quella di Orvieto, dai bilanci in equilibrio e con cespiti di tutto rispetto; il nuovo ospedale è stato inaugurato già vecchio; il turn-over dei primari assomiglia molto a quello dei calciatori delle squadre di Serie A di secondo livello e quindi non si è assicurata una crescita sia delle prestazioni che professionale; al centro dei ragionamenti politici c’è Perugia, poi Terni e ancora Foligno, mentre all’orvietano restano le briciole con interventi spot di maquillage che nascondono i difetti ma solo per un breve periodo di tempo.  E Orvieto? E gli orvietani?  Sembrano rassegnati a subire il progressivo e non più lento impoverimento di servizi sul territorio, quasi senza colpo ferire.  Se poi piangono in particolare i coccodrilli allora la reazione non s’innesca.  Nella vicina Pantalla in una domenica assolata e post-lockdown, i cittadini si sono messi a manifestare di fronte all’ospedale insieme ai sindacati, tutti, senza distinzione politica, per difendere un bene comune.  Basterebbe prendere esempio da lì facendo rete, una parola quasi sconosciuta nella Città del tufo, ma che oggi è necessaria per tentare di non perdere ulteriori servizi di primaria importanza e perché vengano rispettati le decisioni unanimi del consiglio regionale in materia di urgenze sanitarie e crescita professionale dell’ospedale.




Lab per i Diritti e Fondazione LKT presentano un concorso video per la cultura dei diritti umani

Lab per i Diritti – HR Projects e la Fondazione Luca e Katia Tomassini  hanno presentato il progetto “Connesione, Giovani e Diritti” dai medesimi ideato e gestito in collaborazione con Liceo Scientifico Ettore Majorana -Orvieto ed altri. Esso fa parte di un programma più ampio ideato e gestito da Lab per i Diritti – HR Projects, “Connessioni, Cultura e Diritti” con altre due categorie di partecipanti: le associazioni e tutti i cittadini interessati.

L’idea nasce dal voler promuovere nelle scuole aderenti di ogni grado, con sezioni specifiche dedicate ai fanciulli, agli adolescenti e ai giovani, la Cultura dei Diritti Umani. Attraverso la realizzazione di un breve video (massimo 3- 5 minuti ) su un tema scelto liberamente, si è voluta dare  la possibilità agli studenti a alle studentesse di esprimere i loro desideri ed i loro  bisogni, in un momento storico di restrizioni e limitatezze che i giovani vivono in modo particolare. Con la finalità di creare una rete di condivisioni e collaborazioni abbiamo adottato il metodo “del cantiere aperto”, ovvero del “ work in progress”,  in continua sperimentazione, promuovendo l’uso delle tecnologie digitali per essere in grado di suscitare interesse nei più giovani e per  veicolare i loro contenuti.

In particolare vi sarà un evento conclusivo a settembre dell’anno in corso in data da stabilire con mostra dei lavori svolti​ già messi a disposizione sulla piattaforma predisposta dalla Fondazione Luca e Katia Tomassini (http://www.fondazionelkt.org), per condividere finalmente in presenza, riflessioni ed emozioni di coloro che hanno partecipato  al progetto  con il pubblico.