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Tre giorni di festa con “Orvieto in Fiore”, come cambia il traffico veicolare nel centro storico

In occasione dello svolgimento della manifestazione “Orvieto in Fiore” che si terrà ad Orvieto nelle giornate di venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 giugno 2022 a cura dell’Associazione “Comitato Cittadino dei Quartieri”, del tradizionale evento della “Palombella” nella solennità della Pentecoste e del “Palio della Palombella” che si terranno rispettivamente domenica mattina in Piazza Duomo e domenica pomeriggio in piazza del Popolo, il Settore Polizia Locale del Comune ha emanato la seguente ordinanza della circolazione nel centro storico: 

• Durante le giornate di venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 giugno, la circolazione veicolare in ingresso al centro storico potrà essere interrotta all’altezza della rotatoria di Porta Romana ed all’altezza di Piazza Cahen, con deviazione dei flussi veicolari all’interno dei parcheggi insilati o in alternativa verso le direttrici esterne al centro storico; da tale disciplina sono esentatati i veicoli dei residenti del Centro Storico, i veicoli diretti agli Hotel, i mezzi adibiti alla raccolta differenziata, i veicoli di pronto intervento e soccorso ed i veicoli del servizio del Trasporto Pubblico Locale.

• Dalle ore 08:00 di venerdì 3 fino alle 21:00 di domenica 5 giugno, è previsto il divieto assoluto di sosta con rimozione dei veicoli su una parte di parcheggio a strisce blu situato in Piazza D’Armi nell’area antistante la sala riunioni della protezione civile.

• Dalle ore 08:00 di venerdì 3 alle 21:00 di domenica 5 giugno vige il divieto assoluto di sosta con rimozione dei veicoli in Via Belisario, su tutta l’area di parcheggio a strisce bianche riservata ai residenti del centro storico, per consentire l’allestimento della infiorata. 

• A partire dalle ore 18:00 di sabato 4 giugno, in occasione del giro delle infiorate da parte delle autorità e della giuria, sarà temporaneamente interrotto il transito veicolare per il tempo strettamente necessario nelle seguenti vie:  Corso Cavour – Via Belisario – Via Angelo da Orvieto – Via Roma – Piazza XXIX Marzo – Via Felice Cavallotti – Piazza Gualterio – Piazza della Repubblica – Via Garibaldi – Piazza Ranieri – Via Loggia dei Mercanti – Via Filippeschi – Via Malabranca – Piazza San Giovenale.

• Dalle ore 18:00 alle 20:00 di sabato 4 giugno il divieto assoluto di sosta con rimozione dei veicoli sarà anche in Piazza San Giovenale per consentire l’arrivo del corteo della giuria del giro delle infiorate.

• Dalle ore 14:00 alle 24:00 di sabato 4 giugno è programmato il divieto assoluto di transito e sosta con rimozione dei veicoli in Piazza Simoncelli per consentire lo svolgimento della premiazione dei concorsi “Balconi e vetrine fiorite” e lo svolgimento dell’evento musicale “Tombolamenti” La Festa in piazza.

• Dalle ore 13:00 alle 24:00 di sabato 4 giugno è fatto divieto assoluto di sosta con rimozione dei veicoli in Piazza XXIX Marzo, su tutta l’area di parcheggio a strisce blu adiacente la chiesa, per consentire lo svolgimento dell’evento “Ritorno al Passato” scuola di danza Scarpette Rosse.

 Dalle ore 10:00 alle 13:00 di domenica 5 giugno il divieto assoluto di transito e sosta riguarda tutta Piazza Duomo per consentire lo svolgimento della discesa della “Palombella”.

• Dalle ore 15:00 di sabato 4 fino alle 21:00 di domenica 5 giugno il divieto assoluto di transito e sosta con rimozione dei veicoli interesserà Piazza del Popolo, Piazza Vivaria e Piazza Mazzini per consentire l’allestimento e lo svolgimento del “Palio della Palombella”.

• Dalle ore 08:00 alle 21:00 di domenica 5 giugno divieto assoluto di sosta con rimozione dei veicoli anche in Piazza d’Armi, sui posti auto a strisce bianche disciplinate a disco orario situate nell’area lato antistante il Liceo Artistico per consentire l’uscita e il rientro del corteo dei figuranti della Palombella e del corteo dei balestrieri.

 A partire dalle ore 17:00 di domenica 5 giugno, in occasione del passaggio del corteo dei Balestrieri e figuranti da Piazza d’Armi fino a Piazza del Popolo, sarà interrotta la circolazione veicolare nelle seguenti zone:

Piazza Cahen – Corso Cavour – Piazza della Repubblica – Via Garibaldi – Piazza Ranieri – Piazza della Repubblica – Torre del Moro – Via della Costituente – Piazza del Popolo – Corso Cavour con rientro del corteo all’interno di Piazza d’Armi.

• Dalle ore 17:00 alle 19:00 di domenica 5 giugno e comunque fino al termine del passaggio del corteo in Piazza della Repubblica, tutte le linee del trasporto pubblico locale effettueranno capolinea in Strada di Porta Romana (Area Fiorenzi) anziché Piazza della Repubblica.

Per il periodo indicato nell’ordinanza, tutti gli utenti della circolazione stradale dovranno osservare scrupolosamente la segnaletica posta in essere, a norma della vigente disciplina del Codice della Strada e relativo Regolamento di esecuzione.

In caso di estrema necessità la Polizia Locale adotterà tutti i provvedimenti finalizzati al regolare svolgimento del traffico e della circolazione stradale.




Per “Orvieto in Fiore” del 2022 il tema scelto è “Francesco e il coronavirus”

Nel caldo e accogliente grembo dell’aula magna del Liceo Artistico di Orvieto, si è tenuto venerdì 4 febbraio, giornata mondiale della fratellanza, l’incontro introduttivo al tema delle infiorate per la realizzazione dei bozzetti. Con questa iniziativa sono stati ufficialmente avviate le attività per la 10^ edizione di “Orvieto in Fiore”, che auspichiamo, per il 2022, possa essere realizzata nel suo tradizionale format, anche grazie al consueto sostegno dell’Opera del Duomo, della Fondazione Cassa di risparmio e del Comune di Orvieto.

Il presidente Leonardo Mariani e il direttivo del Comitato Cittadino dei Quartieri ritengono che la crescita del progetto infiorate possa proseguire seguendo il percorso iniziato ormai anni fa e che ha come filo conduttore le riflessioni e le iniziative di Papa Francesco, che illuminano la via da seguire per un futuro sostenibile e un corretto rapporto con il nostro ambiente e con gli altri.
Ci è sembrato particolarmente in tema il progetto “Francesco e il Coronavirus”, promosso dal Sacro Convento di Assisi e dall’organizzazione delle Scuole di Pace, come atto piccolo atto concreto ma significativo per creare un legame fra Orvieto e Assisi e tra la Palombella e l’organizzazione della Marcia della Pace.

“Francesco e il Coronavirus” è una proposta didattica originale, tesa ad aiutare le giovani generazioni a riflettere sull’esperienza della pandemia che ancora stiamo vivendo, mettendola a confronto con tre momenti vissuti da San Francesco d’Assisi all’età di vent’anni: la prigionia (il tempo del confinamento); la malattia e la crisi (il tempo della malattia, dell’incertezza e della crisi); il cambiamento (il tempo della ripartenza, del cambiamento e della ricostruzione), per creare un ambiente di fraternità. Presentata questa opportunità a S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi, questi ci ha incoraggiato a cercare contatti con i referenti, che, dopo essere stati edotti sullo spirito e sui contenuti della nostra iniziativa, con semplicità e generosità, si sono resi disponibili a organizzare un laboratorio sul tema.

I ragazzi delle classi 2A, 2B, 2C, 3C e 3D, coordinati dalle docenti Dorella Colonnelli, Sabrina Moretti, Daniela Torsello e Silvia Valentini, alla presenza della dirigente scolastica prof.ssa Cristiana Casaburo, hanno incontrato, insieme a Armando Fratini, vicepresidente del Comitato: Monsignor Gualtiero Sigismondi, Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi; Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, e Padre Simone Tenuti, responsabile del Centro Francescano Giovani ad Assisi. Questi ultimi hanno portato il loro contributo, proponendo un’originale lettura dell’esperienza vissuta dal giovane Francesco d’Assisi: prigionia-crisi-cambiamento, che, nel tempo del coronavirus, ci propone la riflessione, il ripensamento, il cambio di sguardo sulla realtà e un percorso di trasformazione anche interiore.

Essenziale e profondo l’intervento di Monsignor Sigismondi, che ha invitato a riflettere sulle tre parole che descrivono San Francesco: “semplice, umile, libero”, sottolineando come la libertà sia il frutto dell’incontro tra l’essere semplici e l’essere umili.
La pandemia ha anche messo in evidenza quanto siano importanti i rapporti umani, le relazioni e i comportamenti personali di ciascuno, la consapevolezza, l’assunzione di responsabilità, il rispetto reciproco, la cura reciproca, la solidarietà la vicinanza, la collaborazione a tutti i livelli. Ed è proprio sul tema delle relazioni che i nostri giovani artisti rifletteranno e realizzeranno i bozzetti, tra i quali verranno selezionati quelli che, tradotti nelle infiorate, abbelliranno, con i colori dei quartieri, l’interno di chiese e palazzi della nostra città.

Fonte: Comitato Cittadino dei Quartieri




L’omaggio di Orvieto al Maestro Santo Vincenzo Ciconte

Intenso ed emozionante il pomeriggio vissuto alla chiesa di San Domenico, nel ricordo affettuoso del maestro Ciconte.

Un fiore per la Città”, opera che il laboratorio di scultura dell’Unitre di Orvieto, sotto l’attenta guida di Santo, realizzò nel 2015 per “Orvieto in fiore”, è stato posizionato nella prima campata a destra della chiesa di San Domenico, per iniziativa del “Comitato Cittadino dei Quartieri” e dell’Unitre.

La breve cerimonia, di fronte ad una contingentata presenza di cittadini causa l’attuale pandemia, ha rivelato il rapporto di cuore, ancora intatto, che lega Orvieto al maestro Ciconte, il cui contributo artistico e pedagogico offerto a tutti i livelli della convivenza cittadina non è affatto dimenticato.

Le parole, sentite e commosse, del dott. Armando Fratini, vicepresidente del Comitato Cittadino dei Quartieri, e della dott.ssa Roberta Tardani, sindaco di Orvieto, sono state accompagnate da un breve omaggio musicale della Corale Sant’Andrea e della tromba di Gabriele Anselmi, che ho avuto il piacere di dirigere.

L’Unitre ha vissuto un momento toccante: il manufatto del maestro Ciconte e dei suoi Allievi ha trovato degna e definitiva collocazione. Finalmente.

Che il fiore di Santo rappresenti per tutti testimonianza di Grazia e Bellezza

Ringrazio sentitamente gli amici Leonardo Mariani ed Armando Fratini, per aver voluto riscoprire la luminosa bellezza del Fiore di Santo; don Luca Conticelli, che non ha esitato un attimo nell’accogliere l’opera all’interno della splendida Chiesa di San Domenico; la signora Roberta Tardani, per la delicatezza del suo intervento; il signor Gabriele Anselmi, che ci ha aiutato nell’allestimento generale; gli Allievi del laboratorio Unitre che nel 2015 parteciparono alla realizzazione; in maniera particolare, i familiari del maestro Ciconte, che ci hanno onorato della loro presenza. Abbraccio l’Arch. Raffaele Davanzo, alla cui sensibilità ho chiesto la stesura di una nota tecnico-estetica.

Che il Fiore di Santo rappresenti per tutti testimonianza di Grazia e Bellezza.

L’arte di Santo Ciconte: specchi di luce spirituale, di Raffaele Davanzo

Garbato, gentile, affabile; ma riservato e schivo. Sono le caratteristiche umane di Santo che tutti ricordiamo, e che sottoscrivo anch’io, dato che l’ho frequentato davvero sul campo del lavoro artistico: infatti per vent’anni il suo studio è stato sotto casa mia, ed è lì ancora, con tutti i suoi lavori iniziati, con i suoi progetti, i suoi segreti. Segreti anche di perizia tecnica che gli hanno permesso di raggiungere livelli di finitura che si addicono alla porcellana lucida. Perché lui ha sempre prediletto una realtà filtrata, asciutta e scarna nella ricerca di un’armonia e di una bellezza assolute, dove i sentimenti, le emozioni, i desideri e gli impulsi vengono da segni che, anche se in partenza pensati come tesi e dinamici, sono ricondotti ad una sorta di “pacificazione” di gusto ellenico (e infatti la Magna Grecia calabrese, quella tirrenica del Vibonese, era la sua culla culturale). Per mettere in realtà la sua poetica gli bastavano pochi piani prospettici, da cui è quasi assente il chiaroscuro: e il risultato è un etereo simbolismo, ma non certo quello “dotto” degli scultori neoclassici e neanche quello di quelli post-impressionisti, come Rodin. Il mondo invisibile di Ciconte, quello che leggiamo in filigrana dietro all’immagine nettamente espressa, è costruito su semplificazioni di forme sempre più astratte che tendono ad un’armonia quasi mistica che si esalta nell’estrema levigatezza delle superfici, in una purezza assoluta ed in un’integrità plastica che alludono alla lotta tra l’uomo corporeo e l’uomo spiritualizzato. La sua poetica ha fotografato quindi l’ascesa della forma che si libera, “ellenicamente”, dalla materia plastica per tendere alla semplicità di un geroglifico, al divenire emblematico del trascendente.

Pochi piani, poco chiaroscuro, abbiamo detto: con la penombra Santo ha assolutizzato le sue forme tentando di strapparle dalla schiavitù della materia per condurle in un mondo totalmente interiore. Un’operazione di sintesi tra l’armonia e la bellezza ideali e quelle naturali, che tuttavia non può portare che ad un atteggiamento malinconico, di cosciente accettazione dell’arduo compito di un’arte che, pur in quest’ultimo secolo di astrattismo e di concettualismo, tenta sempre di contrastare la posizione di chi afferma l’inattualità della figurazione naturalistica. Ma chi lo fa o chi lo ha fatto, come appunto Santo Ciconte, ed ha affrontato con animo poetico il realismo della realtà, non può che esaltarne con la sua arte il senso del silenzio, della malinconia, della sofferenza interiore, ma sempre in una continua compenetrazione con la morbida delicatezza del lento scorrere della Vita e del Tempo.

Foto, per gentile concessione, di Paolo Maiotti