1

Michele Fattorini e Conad Fanello insieme per una nuova sfida

Michele Fattorini e il main sponsor Silvio Corinti di Conad Fanello Orvieto hanno presentato, sabato 17 aprile, la nuova macchina, la Wolf Thunder, con cui il driver orvietano parteciperà al Campionato Italiano Sport Prototipi, intervista di Roberto Pace.

 
Michele Fattorini e il main sponsor Silvio Corinti di Conad Fanello Orvieto hanno presentato, sabato 17 aprile, la nuova macchina, la Wolf Thunder, con cui il driver orvietano parteciperà al Campionato Italiano Sport Prototipi, intervista di Roberto Pace.  
Leggi tutto su: OrvietoSport
Michele Fattorini e Conad Fanello insieme per una nuova sfida





Ceban vola a Ancona. Record regionale e personale nell’asta a 5,17

Colpo grosso dell’atletica leggera umbra ai Campionati Italiani Assoluti indoor in corso al PalaIndoor di Ancona. E’ Eugenio Ceban, nome di spicco della Atletica Libertas Orvieto a volare alto e agganciare nel salto con l’asta il terzo scalino del podio con la misura di 5,17 metri che vale anche come record regionale e suo personale.

Ceban, laureato in Scienze motorie a Roma, è cresciuto fin da quanto aveva 14 anni nelle fila dell’Atletica Libertas Orvieto di cui oggi è anche colonna portante e istruttore con due corsi con i quali segue i ragazzi che si specializzano nei salti in elevazione, alto e asta, che poi è la sua specialità. Ad Ancona Ceban è arrivato terzo dietro il fortissimo Max Mandusic (Fiamme Gialle) primo con la misura di 5,52, e Matteo Miani (Assindustria Sport) che ha fatto registrare un salto di 5,32. Per Ceban (classe 1993) prima quattro salti omologati fino a 5 metri, poi i 5,10 acciuffati al terzo tentativo in pedana, e il 5,17 arrivato al secondo tentativo.

L’atleta ventottenne orvietano ha provato anche i 5,22 ma tutti e tre i tentativi sono andati falliti. Il record italiano appartiene a Giuseppe Gibilisco ottenuto a Donetsk nel febbraio 2004 con la misura di 5,82. Ceban porta a casa invece il nuovo record regionale umbro, e il suo nuovo personale; si tratta per l’astista orvietano di un miglioramento perché il precedente record era sempre suo, con la misura di 5,10 ottenuta sempre al PalaIndoor di Ancona il 2 febbraio 2020.

Di lui il preparatore atletico Alessio Stocchetti dice: «Eugenio è un atleta dotato di una passione fuori del comune, un ragazzo eccezionale che può fare molto, una grande soddisfazione per tutti noi.» L’ottimo piazzamento, e le tre prove sul 5,22 promettono un grande 2021 per il giovane atleta gialloblu.




“Orvieto Sporte”

“Orvieto Sporte” di Giuseppe San Giorgio

Mi manca, quello stare insieme, comunicare per gettare il seme, rapporti senza filtri, senza malizia, giocare, correre, in amicizia. Come fratelli di uno sforzo atletico, senza se, senza ma, niente dubbio amletico! Che tempra fisico e tempra la mente, si cresce e si è più cosciente, e manca, in modo angoscioso, manca quell’ essere gioioso, mancano quei ragazzini allegri e indolenti, quelle sedie che sembrano bollenti che non riesci a tenerceli sopra, attendono un riconoscimento, non c’è voce che quel brusio copra, e ogni premio è sentimento. Ogni motivazione è un emozione forte, manca quel premio, Orvieto Sporte…

Mancano i premi quelli sicuri, mica roba posticcia… La Sora Pedetti e Romolo Pelliccia. Quelle targhe messe in fila, fiori, coppe, quelle squadre forti ma sempre co le toppe, quelle che ogni anno è correre a perdifiato, con i soldi, che non arrivi, sempre pochi, che vorresti far fare a tutti un campionato, che se finisci, magari vinci e allora fuochi!! Ecco i premi sono loro, sudati, vinti, di tutti quei ragazzi belli, forti, convinti, gli occhi lucidi, i sentimenti, i cuori stretti, abbracci forti, complimenti schietti, e manca Fabio, come mancava Giulio, come Corrado, come Quinto, come Paolo Rossi… Come mancano tanti… troppi! Come manca sto premio, la passione, la fretta, l’angoscia, la pressione, di non arrivare, di scordare, di lasciare… Ma è tutto, sempre, indimenticabile, è troppo forte…
Me manca Orvieto Sporte!!!

(Tutta la redazione ringrazia Giuseppe per il suo grande cuore che in ogni momento ci è stato sempre vicino e che tornerà sicuramente a farlo appena lo sport orvietano tornerà in campo, eh si manca tanto anche a noi!”




Il CRU alla Presidente Tesei: “Fate allenare i nostri giovani!”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ datata 22 gennaio 2021 la lettera che il Presidente del C.R.U. Luigi Repace ha inviato alla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con la quale il massimo esponente del calcio regionale vuole sensibilizzare circa l’inopportunità di vietare ancora gli allenamenti dei giovani calcatori Under 18, anche in forma individuale.
Il divieto, già contenuto nell’Ordinanza Regionale n. 69 del 30 ottobre 2020, viene ribadito nell’ultima, in ordine cronologico, emanata ieri, dove l’art. 3 estende la validità del divieto fino al 13 febbraio 2021.
Certamente condivisibili le motivazioni addotte, soprattutto con riferimento al fatto che le nostre società sportive, che si occupano della formazione calcistica degli atleti, stanno perdendo pezzi a favore di altri sport, non soggetti a tali limitazioni.
In pratica – sostiene Repace – i giovani aspiranti calciatori dilettanti, non potendo praticare il calcio, emigrano verso altri sport che invece sono consentiti.
Da chi sono consentiti? E in che modo?
Per rispondere a queste domande – argomento peraltro già in parte approfondito in un nostro precedente articolo – dobbiamo fare un passo indietro al 24 ottobre scorso, quando il DPCM di allora ha sospeso tutte le competizioni sportive, salvando solo quelle “di interesse nazionale”. Il tutto poi ribadito nel DPCM del 3 novembre 2020. In  pratica, secondo l’art. 1, comma 9, lettera D del citato DPCM, sono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva.” 
Sono quindi il CONI, il CIP e le diverse federazioni sportive che stabiliscono a quali gare può essere riconosciuta questa rilevanza nazionale. Il DPCM del 3 dicembre 2020 aggiunge infine l’aggettivo “preminente” alle competizioni di interesse nazionale. Ebbene, alcune federazioni – per esempio la FIPAV, a cui di recente si è aggiunta anche la FIP – hanno incluso nelle competizioni di interesse nazionale praticamente tutti i campionati indetti dalla stessa federazione, con pochissime eccezioni. Il CONI, dal canto suo, ha avallato queste scelte (qui sono riportati gli eventi classificati dal CONI di preminente interesse nazionale). E questo è il motivo per cui, nonostante l’Ordinanza Regionale restrittiva, alcune discipline sportive hanno potuto proseguire la loro attività, nel rispetto dei protocolli di sicurezza.
Frugando nel link al sito istituzionale del CONI, troviamo quali sono per la FIGC, e quindi per il CONI, le Competizioni Agonistiche Nazionali dei Dilettanti. Non c’è traccia dei campionati giovanili, nemmeno quelli agonistici Under 15, 17 o 19 e nemmeno per quelli disputati nella massima categoria regionale A1, traccia che invece si ritrova nei comunicati (sempre a titolo esemplificativo e non esaustivo) di FIPAV e FIP.
Qualche autorevole commentatore aveva ravvisato il preminente interesse nazionale in tutti quei campionati suscettibili di terminare, potenzialmente, con una finale nazionale. E, con questa accezione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio potrebbe ammettere almeno l’attività di quelle società sportive dilettantistiche che hanno squadre che militano in A1. Se non l’ha fatto, ci sarà sicuramente un motivo, anche se a noi sconosciuto. Diverse devono essere state le motivazioni che, al contrario, hanno fatto ritenere a FIPAV e FIP che anche un campionato regionale Under 13 – e non solo – avesse preminente interesse nazionale.
Noi, nel nostro piccolo, abbiamo già avuto modo di affermare, in assoluto accordo con il Presidente Repace, che lo sport ha, in tutto il suo complesso, rilevanza nazionale. Innanzi tutto, già da molto tempo, il diritto allo sport, sia pure inteso come diritto di seconda generazione – cioè non contemplato dalle fonti giuridiche tradizionali – è stato sancito anche da organismi sovranazionali autorevoli, quali le Nazioni Unite, che hanno riconosciuto lo sport quale elemento fondamentale per il sano sviluppo psico-fisico di ciascun individuo. Lo Stato Italiano certifica questa visione, nel momento in cui contempla, tra le massime istituzioni governative, il Ministero dello Sport. Inoltre, un bambino sportivo in più oggi sarà un adulto malato in meno domani, il cui benessere psico-fisico gli consentirà di condurre una vita più serena e di evitare alcune patologie, non gravando in questo modo sul Servizio Sanitario Nazionale, i cui evidenti limiti, in questo sciagurato momento storico, sono sotto gli occhi di tutti.
Del resto, la Presidente della Regione Umbria, su espressa richiesta della FIPAV Umbria, ha già avuto modo di precisare che non c’è alcuna limitazione allo svolgimento dell’attività sportiva per gli atleti che partecipano a campionati di interesse nazionale.
In conclusione, è bene, come fatto dal Presidente del CRU, sensibilizzare il governo regionale sul tema; altrettanto importante, a giudizio di chi scrive, sarebbe un intervento diretto al Presidente della FIGC Gabriele Gravina, il quale, analogamente a quanto fatto dai vertici di altre federazioni, potrebbe includere diversi campionati, quantomeno quelli agonistici – giovanili e non – fra gli eventi di preminente interesse nazionale, la cui attività andrebbe condotta comunque entro il perimetro stretto dei protocolli di sicurezza, peraltro già esistenti e a suo tempo autorizzati.
 
 
                      E’ datata 22 gennaio 2021 la lettera che il Presidente del C.R.U. Luigi Repace ha inviato alla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con la quale il massimo esponente del calcio regionale vuole sensibilizzare circa l’inopportunità di vietare ancora gli allenamenti dei giovani calcatori Under 18, anche in forma individuale. Il divieto, già contenuto nell’Ordinanza Regionale n. 69 del 30 ottobre 2020, viene ribadito nell’ultima, in ordine cronologico, emanata ieri, dove l’art. 3 estende la validità del divieto fino al 13 febbraio 2021. Certamente condivisibili le motivazioni addotte, soprattutto con riferimento al fatto che le nostre società sportive, che si occupano della formazione calcistica degli atleti, stanno perdendo pezzi a favore di altri sport, non soggetti a tali limitazioni. In pratica – sostiene Repace – i giovani aspiranti calciatori dilettanti, non potendo praticare il calcio, emigrano verso altri sport che invece sono consentiti. Da chi sono consentiti? E in che modo? Per rispondere a queste domande – argomento peraltro già in parte approfondito in un nostro precedente articolo – dobbiamo fare un passo indietro al 24 ottobre scorso, quando il DPCM di allora ha sospeso tutte le competizioni sportive, salvando solo quelle “di interesse nazionale”. Il tutto poi ribadito nel DPCM del 3 novembre 2020. In  pratica, secondo l’art. 1, comma 9, lettera D del citato DPCM, sono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva.”  Sono quindi il CONI, il CIP e le diverse federazioni sportive che stabiliscono a quali gare può essere riconosciuta questa rilevanza nazionale. Il DPCM del 3 dicembre 2020 aggiunge infine l’aggettivo “preminente” alle competizioni di interesse nazionale. Ebbene, alcune federazioni – per esempio la FIPAV, a cui di recente si è aggiunta anche la FIP – hanno incluso nelle competizioni di interesse nazionale praticamente tutti i campionati indetti dalla stessa federazione, con pochissime eccezioni. Il CONI, dal canto suo, ha avallato queste scelte (qui sono riportati gli eventi classificati dal CONI di preminente interesse nazionale). E questo è il motivo per cui, nonostante l’Ordinanza Regionale restrittiva, alcune discipline sportive hanno potuto proseguire la loro attività, nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Frugando nel link al sito istituzionale del CONI, troviamo quali sono per la FIGC, e quindi per il CONI, le Competizioni Agonistiche Nazionali dei Dilettanti. Non c’è traccia dei campionati giovanili, nemmeno quelli agonistici Under 15, 17 o 19 e nemmeno per quelli disputati nella massima categoria regionale A1, traccia che invece si ritrova nei comunicati (sempre a titolo esemplificativo e non esaustivo) di FIPAV e FIP. Qualche autorevole commentatore aveva ravvisato il preminente interesse nazionale in tutti quei campionati suscettibili di terminare, potenzialmente, con una finale nazionale. E, con questa accezione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio potrebbe ammettere almeno l’attività di quelle società sportive dilettantistiche che hanno squadre che militano in A1. Se non l’ha fatto, ci sarà sicuramente un motivo, anche se a noi sconosciuto. Diverse devono essere state le motivazioni che, al contrario, hanno fatto ritenere a FIPAV e FIP che anche un campionato regionale Under 13 – e non solo – avesse preminente interesse nazionale. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo già avuto modo di affermare, in assoluto accordo con il Presidente Repace, che lo sport ha, in tutto il suo complesso, rilevanza nazionale. Innanzi tutto, già da molto tempo, il diritto allo sport, sia pure inteso come diritto di seconda generazione – cioè non contemplato dalle fonti giuridiche tradizionali – è stato sancito anche da organismi sovranazionali autorevoli, quali le Nazioni Unite, che hanno riconosciuto lo sport quale elemento fondamentale per il sano sviluppo psico-fisico di ciascun individuo. Lo Stato Italiano certifica questa visione, nel momento in cui contempla, tra le massime istituzioni governative, il Ministero dello Sport. Inoltre, un bambino sportivo in più oggi sarà un adulto malato in meno domani, il cui benessere psico-fisico gli consentirà di condurre una vita più serena e di evitare alcune patologie, non gravando in questo modo sul Servizio Sanitario Nazionale, i cui evidenti limiti, in questo sciagurato momento storico, sono sotto gli occhi di tutti. Del resto, la Presidente della Regione Umbria, su espressa richiesta della FIPAV Umbria, ha già avuto modo di precisare che non c’è alcuna limitazione allo svolgimento dell’attività sportiva per gli atleti che partecipano a campionati di interesse nazionale. In conclusione, è bene, come fatto dal Presidente del CRU, sensibilizzare il governo regionale sul tema; altrettanto importante, a giudizio di chi scrive, sarebbe un intervento diretto al Presidente della FIGC Gabriele Gravina, il quale, analogamente a quanto fatto dai vertici di altre federazioni, potrebbe includere diversi campionati, quantomeno quelli agonistici – giovanili e non – fra gli eventi di preminente interesse nazionale, la cui attività andrebbe condotta comunque entro il perimetro stretto dei protocolli di sicurezza, peraltro già esistenti e a suo tempo autorizzati.    
Leggi tutto su: OrvietoSport
Il CRU alla Presidente Tesei: “Fate allenare i nostri giovani!”





Studente per un giorno. Il Master in Diritto dello Sport della Sapienza apre a chiunque voglia partecipare

Allenare le emozioni. E’ questo il titolo dell’ultima lezione del Master in Diritto e Sport, organizzato dall’Università La Sapienza di Roma, che, per una volta, sarà aperto a tutti coloro che vorranno partecipare.
Il Covid ha privato senz’altro gli studenti delle lezioni in presenza, ma l’online dà a tutti la possibilità di seguire a distanza corsi e incontri a cui altrimenti non sarebbe stato possibile partecipare.
L’incontro di venerdì 29 gennaio – ore 15,30 – prende le mosse da un volume scritto a quattro mani da Giuseppe Carzedda, Giuseppe Godino, Silio Limiti e Gianluca Panella, dal titolo Allenare le emozioni nello sport, con la prefazione di Daniele Masala.
Il libro pone l’accento sulla necessità, per gli atleti, di riconoscere le proprie emozioni, anche attraverso il linguaggio del corpo, mutuando contributi e metodo dalle neuroscienze.
Di qui, il sottotitolo del Master: “Professionisti, consulenti, dirigenti federali, responsabili di ASD sono sempre più chiamati a gestire lo sport con passione e forte senso etico ma anche con competenze professionali; la stessa riforma in atto ne evidenzia i profili imprenditoriali. Resta l’esigenza di valorizzare gioco, competizione, agonismo; una “dimensione umana” da non ridurre solo a fenomeno economico. A cominciare dagli atleti, spesso giovani, esposti mediaticamente e sottoposti a pressioni emotive. Anche chi si appresta a trattare di diritto, economia, organizzazione deve maturare la necessaria sensibilità.”
L’incontro, riservato a 12 studenti, già laureati in discipline giuridiche e già iscritti al Master – i quali potranno interagire coi relatori –  è anche aperto, come poc’anzi detto, anche al pubblico indistinto, che, in maniera del tutto gratuita, si potrà collegare e ascoltare, ma non interagire.
I lavori saranno aperti dall’avv. Giorgio Sandulli, docente e coordinatore del Master Sapienza in Diritto dello Sport.
A seguire, i partecipanti potranno assistere all’intervento del Dott. Francesco Iaccarino, romano di nascita ed orvietano di adozione, ex direttore sportivo dell’Orvietana Calcio e scopritore di talenti, o talent scout che dir si voglia, per diverse società professionistiche. Il titolo del suo intervento è “Ruolo dello scout, tra talento e relazioni umane con atleti e genitori.”
Come racconta lo stesso Iaccarino al taccuino di OrvietoSport, “quando lo scout intravede un talento in un giovane atleta, si instaura un rapporto con lui, con la famiglia e con le società sportive che possono essere interessate ad aggiudicarsi le sue prestazioni. Parlerò di questo, con un approfondimento particolare circa le caratteristiche che cerca lo scout in un ragazzo e tutto il percorso di crescita che si deve fare sul ragazzo stesso, una volta individuato. Mi hanno chiesto di portare all’attenzione dei discenti un caso specifico ed io ho deciso di raccontare loro la storia di Niccolò Nocera. Niccolò è un attaccante, classe 2003, che viene da Catanzaro e che è stato reclutato dall’Orvieto FC nell’organico della Juniores U19, proprio in previsione di tentare con lui la strada del professionismo. Causa lo stop dovuto alla pandemia, non ha mai potuto giocare gare ufficiali nel campionato umbro, ma si sta allenando individualmente, perché, a giorni, sarà provinato dalla Salernitana, che ha bisogno di un profilo come il suo per la Primavera, allenata da un altro orvietano, Antonio Rizzolo. Il giovane atleta si è trasferito a Orvieto ed io mi sono occupato della sua iscrizione a scuola, di trovargli l’alloggio, di seguirlo nel suo percorso di studi e di sport e di curare i rapporti con la sua famiglia lontana.”
Il terzo relatore è il Dr. Gianluca Panella, psicologo e psicoterapeuta, nonché uno degli autori del libro Allenare le emozioni nello sport, che parlerà de “la gestione della dimensione emotiva per la costruzione del sé-Sportivo”.
Chiude la serie degli interventi il Dott. Giorgio Abeni, Project Manager del Modena e Direttore Sportivo Professionista, con un approfondimento sul “ruolo del Direttore Sportivo nella creazione del talento: aspetti giuridici e tecnici”.
Ognuno dei quattro interventi avrà una durata di 20 minuti e, al termine, gli studenti regolarmente iscritti al Master in Diritto dello Sport potranno intervenire e porre domande.
La giornata di studio sarà chiusa dall’avv. Sandulli, che tirerà le conclusioni su tutto il percorso di studi intrapreso durante il Master.
Chiunque volesse partecipare dovrà collegarsi venerdì 29 gennaio alle ore 15,15, attraverso il link presente sulla locandina dell’evento, reperibile anche qui.
 
 
Allenare le emozioni. E’ questo il titolo dell’ultima lezione del Master in Diritto e Sport, organizzato dall’Università La Sapienza di Roma, che, per una volta, sarà aperto a tutti coloro che vorranno partecipare. Il Covid ha privato senz’altro gli studenti delle lezioni in presenza, ma l’online dà a tutti la possibilità di seguire a distanza corsi e incontri a cui altrimenti non sarebbe stato possibile partecipare. L’incontro di venerdì 29 gennaio – ore 15,30 – prende le mosse da un volume scritto a quattro mani da Giuseppe Carzedda, Giuseppe Godino, Silio Limiti e Gianluca Panella, dal titolo Allenare le emozioni nello sport, con la prefazione di Daniele Masala. Il libro pone l’accento sulla necessità, per gli atleti, di riconoscere le proprie emozioni, anche attraverso il linguaggio del corpo, mutuando contributi e metodo dalle neuroscienze. Di qui, il sottotitolo del Master: “Professionisti, consulenti, dirigenti federali, responsabili di ASD sono sempre più chiamati a gestire lo sport con passione e forte senso etico ma anche con competenze professionali; la stessa riforma in atto ne evidenzia i profili imprenditoriali. Resta l’esigenza di valorizzare gioco, competizione, agonismo; una “dimensione umana” da non ridurre solo a fenomeno economico. A cominciare dagli atleti, spesso giovani, esposti mediaticamente e sottoposti a pressioni emotive. Anche chi si appresta a trattare di diritto, economia, organizzazione deve maturare la necessaria sensibilità.” L’incontro, riservato a 12 studenti, già laureati in discipline giuridiche e già iscritti al Master – i quali potranno interagire coi relatori –  è anche aperto, come poc’anzi detto, anche al pubblico indistinto, che, in maniera del tutto gratuita, si potrà collegare e ascoltare, ma non interagire. I lavori saranno aperti dall’avv. Giorgio Sandulli, docente e coordinatore del Master Sapienza in Diritto dello Sport. A seguire, i partecipanti potranno assistere all’intervento del Dott. Francesco Iaccarino, romano di nascita ed orvietano di adozione, ex direttore sportivo dell’Orvietana Calcio e scopritore di talenti, o talent scout che dir si voglia, per diverse società professionistiche. Il titolo del suo intervento è “Ruolo dello scout, tra talento e relazioni umane con atleti e genitori.” Come racconta lo stesso Iaccarino al taccuino di OrvietoSport, “quando lo scout intravede un talento in un giovane atleta, si instaura un rapporto con lui, con la famiglia e con le società sportive che possono essere interessate ad aggiudicarsi le sue prestazioni. Parlerò di questo, con un approfondimento particolare circa le caratteristiche che cerca lo scout in un ragazzo e tutto il percorso di crescita che si deve fare sul ragazzo stesso, una volta individuato. Mi hanno chiesto di portare all’attenzione dei discenti un caso specifico ed io ho deciso di raccontare loro la storia di Niccolò Nocera. Niccolò è un attaccante, classe 2003, che viene da Catanzaro e che è stato reclutato dall’Orvieto FC nell’organico della Juniores U19, proprio in previsione di tentare con lui la strada del professionismo. Causa lo stop dovuto alla pandemia, non ha mai potuto giocare gare ufficiali nel campionato umbro, ma si sta allenando individualmente, perché, a giorni, sarà provinato dalla Salernitana, che ha bisogno di un profilo come il suo per la Primavera, allenata da un altro orvietano, Antonio Rizzolo. Il giovane atleta si è trasferito a Orvieto ed io mi sono occupato della sua iscrizione a scuola, di trovargli l’alloggio, di seguirlo nel suo percorso di studi e di sport e di curare i rapporti con la sua famiglia lontana.” Il terzo relatore è il Dr. Gianluca Panella, psicologo e psicoterapeuta, nonché uno degli autori del libro Allenare le emozioni nello sport, che parlerà de “la gestione della dimensione emotiva per la costruzione del sé-Sportivo”. Chiude la serie degli interventi il Dott. Giorgio Abeni, Project Manager del Modena e Direttore Sportivo Professionista, con un approfondimento sul “ruolo del Direttore Sportivo nella creazione del talento: aspetti giuridici e tecnici”. Ognuno dei quattro interventi avrà una durata di 20 minuti e, al termine, gli studenti regolarmente iscritti al Master in Diritto dello Sport potranno intervenire e porre domande. La giornata di studio sarà chiusa dall’avv. Sandulli, che tirerà le conclusioni su tutto il percorso di studi intrapreso durante il Master. Chiunque volesse partecipare dovrà collegarsi venerdì 29 gennaio alle ore 15,15, attraverso il link presente sulla locandina dell’evento, reperibile anche qui.    
Leggi tutto su: OrvietoSport
Studente per un giorno. Il Master in Diritto dello Sport della Sapienza apre a chiunque voglia partecipare





Semaforo verde sulla Castellana edizione 2021

Terminato il 2020, anno della pandemia, anno del rinvio di molte manifestazioni sportive, in cui ha dovuto chinare il capo anche la Cronoscalata della Castellana, il 2021, nonostante il perdurare della precarietà, si presenta con grosse novità in campo motoristico e la gara orvietana è pronta a accendere i motori.

«Come tanti altri, anche il nostro progetto per il 2020 è rimasto soltanto sulla carta – spiega il presidente della associazione La Castellana, Luciano Carboni – adesso ripartiamo, con una titolazione nuova. Aci Sport ha deciso, di fatto, la sostituzione della prova “unica” del Campionato Italiano a Squadre, comunque difficile da realizzare, assegnata a Orvieto l’anno scorso, con la Finale Nazionale del Trofeo Velocità Montagna. Un appuntamento nuovo, a calendario per la prima volta, una gara di ampia visibilità, sponsorizzata in maniera egregia, alla quale si prevede partecipino piloti e macchine di primo piano.  Aci Sport pare intenzionata a farne l’evento clou delle salite, con una possibile rotazione Nord-Centro-Sud. Orvieto, con la sua salita, sarà la prima città protagonista – continua Carboni – c’è un titolo italiano in palio, i premi saranno adeguati all’importanza dell’evento. Noi, come associazione, siamo pronti a tornare in pista, in ogni senso, Covid permettendo».

Finale Nazionale Tivm, con una formula abbastanza diversa, da quella accreditata l’anno scorso: «Diciamo che siamo ancora un po’ nel limbo – precisa il presidente – ad ogni modo, posso garantire come, quella cui ci stiamo preparando, sarà di livello superiore alla precedente. Per noi si tratta di vera e propria promozione, anche nell’ottica del possibile ingresso nel circuito delle gare titolate, come il Civm. Se poi riusciremo ad essere più bravi di sempre, non è da escludere il mantenimento della finale titolata anche per il futuro».

Quindi, la rinuncia dell’anno scorso ha avuto poche conseguenze: «Ricordo come, a Maggio del 2020, fossimo combattuti tra la conferma e l’annullamento della gara. Eravamo piuttosto indietro sui tempi dell’eventuale allestimento – spiega ancora – dovevamo fare i conti con problemi sanitari di difficile soluzione. La quasi certezza di promuovere la gara senza pubblico, il rischio di una scarsa adesione di piloti, senza dimenticare la fuga, più che giustificata dei nostri amici sponsor, ci convinse a rinunciare. Oggi, siamo certi di aver preso la decisione più responsabile. Avremmo corso il rischio di compromettere la compattezza del nostro gruppo, con i conti in rosso, non escludibile a priori.  Molti organizzatori hanno fatto altrettanto, altri, decidendo diversamente, non hanno avuto gli attesi riscontri».

A proposito dell’associazione, quanto sentite la mancanza dei momenti aggregativi, riunioni, cene, feste, da sempre momenti importanti per amici e consiglieri: «Molto. C’è stato soltanto il breve risveglio estivo, seppur di poco conto. Abbiamo cercato di mantenere il contatto con le “conference”, ma non è la stessa cosa. Aspettiamo Febbraio per riprendere a pieno ritmo, sperando di potersi ritrovare “in presenza”, perché le cose vanno vissute dal di dentro».

Mancano circa dieci mesi al grande giorno, lontano soltanto per chi non ha incarichi operativi: «La gara dovrebbe svolgersi il 24 Ottobre. Il tempo non manca ma abbiamo i nostri tempi e non possiamo togliere più ore alle normali attività professionali. Come tempistica, entro Aprile dovremo terminare la pianificazione, sia nei termini organizzativi, che economici. Poi inizieremo a tirare le fila, con l’intenzione di migliorare la promozione della manifestazione, anche con eventi di contorno che servano a fornire una maggiore visibilità alla gara e alla nostra città».

Come di consueto la Castellana si propone ambasciatore delle bellezze di Orvieto, da qualche giorno, inoltre, ed è la prima volta che capita, la Castellana ha posto la sua bandierina in seno alla commissione per le gare in salita, organo da cui dipendono le decisioni per calendari, titolazioni e tanto altro. Un esito che, certamente, vi riempie d’orgoglio: «Infatti. Posso annunciare con vero piacere, essendo la nomina ufficiale che il nostro Federico Giulivi sarà tra i membri della commissione. Siamo veramente felici per lui, noi e anche per la nostra città. Confidiamo che l’incarico sia beneaugurante per la gara».
Giulivi, già fiduciario di Aci Sport provinciale, giovane brillante e preparato, è una vostra creatura. Mi viene da pensare ad Andrea Stella, il nostro amico ingegnere oggi ai vertici della McLaren, perché, pure lui, e non smette mai di ricordarlo, si convertì agli studi aerodinamici che l’hanno condotto dov’è, dopo l’esperienza con la Rossa, frequentando l’ambiente motoristico e la Castellana in particolare. Veramente una seconda, grande gratificazione per riproporre l’associazione e la corsa quale fabbrica di talenti: «E’ uno dei tanti motivi che ci spingono a insistere e continuare – continua Carboni – in proposito mi piace ricordare anche la crescita del movimento di piloti e ufficiali di gara come, a titolo d’esempio, Michele Fattorini e i commissari di gara cui è toccato l’onore di prestare la loro opera nelle gare mondiali di F1 e Moto GP di quest’anno e senza dimenticare Paolo Roselli, ormai da anni nei ruoli dei direttori di gara. Tornando a Federico, non puoi immaginare quanto sia stato e continuerà a esserlo per l’associazione. E’ preparatissimo, continua a studiare e non lascia cadere una chiamata ogni qualvolta sia richiesta la sua presenza a gare che si svolgano dalle Alpi alle Piramidi, copiando umilmente il Manzoni».

Le buone notizie non finiscono qui, perché Alessandro Battaglia è il nuovo presidente della stessa commissione: «Vero. Per chi lo ricorda, è stato il direttore di gara dell’ultima edizione della Castellana disputata, quella del 2019. Persona intelligente, pure lui molto preparato e con tante idee per ridare vitalità al settore delle salite delle quali ha già accennato qualcosa. Nello specifico, contiamo possa riuscire affinché la meritocrazia non sia più subordinata alla politica per quanto attiene all’assegnazione delle titolarità, riaffermando la centralità di chi organizza. Meno politica e più sport, in sostanza. Con il nuovo presidente intratteniamo ottimi rapporti, che vedremo di intensificare. Insomma, per dirla tutta, auspico che arrivi anche il momento per vedere premiato il lavoro del nostro gruppo. Ci sarà più competizione anche fra noi organizzatori e come si sa, la concorrenza, quella leale, stimola. Sia chiaro, non c’aspettiamo regali e il nostro modo di fare dovrà rimanere impeccabile. E su questo non ho dubbi, sapendo di poter contare, ad occhi chiusi, sulle varie componenti  che, da anni, assicurano ossigeno alla salita di Orvieto».




Anno nuovo, vita nuova. La Pallavolo AZ Zambelli dà il via ufficialmente alla ripresa degli allenamenti

La notizia, giunta stamattina, non poteva essere più gradita alle atlete tesserate con la Pallavolo AZ Zambelli, che da tempo sognavano il ritorno in palestra.
E’ il direttore sportivo Pino Iannuzzi a rompere gli indugi, in questa giornata uggiosa di inizio gennaio quando tutta l’Italia si trova in zona rossa, e a dare appuntamento alle giovani pallavoliste per il giorno 11 gennaio 2021 al PalaPapini, munite di autocertificazione e delle scarpe di ricambio.
Un barlume di speranza e di certezza, in un momento per tutti così difficile, ma complicato sopratutto per i nostri giovani, costretti a lasciare tutte le proprie attività ormai da mesi, mesi in cui lo sport è stato, al pari di molte altre attività, messo al bando.
In questo periodo, è stato un tira e molla continuo sulla ripresa delle attività sportive degli atleti dilettanti; qualche campionato è addirittura cominciato per essere poi interrotto alle primissime battute.
Tutte le società sportive hanno investito molto nella prevenzione dei contagi, con la stretta osservanza dei protocolli di sicurezza varati dalle Federazioni Sportive di appartenenza, per dar modo ai propri tesserati di non interrompere l’attività. Tutto vanificato, di lì a poco, dalle stringenti normative in materia.
Si sono susseguiti Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, conditi da ordinanze regionali più restrittive molto diverse fra loro, che, per forza di cose, hanno determinato disparità tra regioni.  Ma andiamo con ordine per capire come sia possibile, in vigenza del DPCM del 3 dicembre 2020, riprendere gli allenamenti.
Con il DPCM del 24 ottobre scorso art. 1, comma 9, lettera D, vengono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva.” Nella successiva lettera F, il legislatore sospende le attività delle palestre.
Il tutto poi viene ribadito nel DPCM del 3 novembre 2020.
La Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con l’Ordinanza Regionale n. 69 del 30 ottobre 2020, avente la medesima decorrenza – che abroga la precedente Ordinanza n. 68 del 23 ottobre – sospende, tra l’altro, “limitatamente agli atleti di età inferiore ai 18 anni che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche e amatoriali degli sport di squadra e di contatto come individuati con provvedimento del Ministro dello Sport del 13 ottobre 2020, lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale. È altresì precluso per tutti l’uso delle parti comuni nonché degli spogliatoi.” (art. 3 comma 2).
Il tutto viene poi ribadito nell’Ordinanza Regionale n. 74 del 20 novembre 2020.
La Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV), per quello che qui ci interessa, lo stesso 3 novembre rende noto di aver deliberato e pubblicato (qui il comunicato) il nuovo Regolamento Gare valido dalla Stagione 2020/2021 (qui il testo)
Sostanzialmente, vengono classificati come campionati nazionali tutti quelli indetti dalla stessa Federazione, ad eccezione dei Campionati di Serie D e della Prima, Seconda, Terza Divisione e Under 12, sia maschile che femminile. Il successivo 6 novembre, il CONI ne prende atto e ufficializza questa classificazione. Tutto farebbe sperare in una ripartenza delle attività – al netto del fatto che le palestre, tanto comunali, quanto provinciali, restano chiuse – ma c’è ancora da superare l’ostacolo contenuto nelle ordinanze regionali, che vietano lo svolgimento degli allenamenti, anche in forma individuale, per gli atleti minori d’età.
A questo ci pensa la FIPAV Umbria, che il 26 novembre comunica di aver interpellato sul punto la Regione, la quale rassicura che “Il divieto di allenamento per gli atleti minori di anni 18 è da considerarsi solo per coloro che partecipano a campionati di interesse regionale, provinciale o locale. Non risulta quindi alcuna limitazione per coloro che partecipano a campionati di interesse nazionale.
Nel nostro caso: serie A – B – C – U19 – U17 – U15 – U13″.
A questo punto, però, viene promulgato il DPCM del 3 dicembre 2020, che all’art. 1 lettera E consente “soltanto gli eventi e le competizioni – di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP) – riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni […]”.
L’aggettivo “preminente” cambia di nuovo le carte in tavola, costringendo il CONI a nuove puntualizzazioni, contenute nella circolare del 4 dicembre, indirizzata, tra gli altri, ai presidenti delle Federazioni sportive, in cui si specifica quali siano i requisiti che le competizioni e gli eventi debbono avere affinché possano essere considerati di preminente interesse nazionale. Invita contestualmente gli Enti sportivi a trasmettere allo stesso Coni con urgenza i calendari degli eventi e delle competizioni di livello agonistico e di preminente interesse nazionale.
In virtù di ciò, la FIPAV con la Nota Federale del 5 dicembre 2020  sospende tutti gli allenamenti e le attività connesse ai campionati di serie C e a quelli giovanili, ma il 16 dicembre 2020, come richiesto dal CONI, invia la comunicazione n. 0000999/AGSG con la quale prega lo stesso CONI di voler sostituire gli elenchi delle attività che ai sensi del DPCM del 3 dicembre 2020, sono da intendersi “…eventi e competizioni di livello agonistico e di preminente interesse nazionale…” con le seguenti attività già definite di interesse nazionale dal Regolamento Gare art. 1.”, che sarebbe poi quello del 3 novembre, riportato più sopra e che contempla tutti i campionati, ad eccezione della serie D, Prima, Seconda e Terza Divisione e Under 12.
“La decisione – precisa la FIPAV – assunta dopo la Giunta straordinaria riunitasi nel pomeriggio di oggi, è stata presa con il chiaro intento di non danneggiare ulteriormente le società appartenenti a tali categorie e affiliate alla Federazione Italiana Pallavolo che, come da comunicazione ufficiale del 5 dicembre […], erano state costrette, in base al DPCM del 3 dicembre, a bloccare la propria attività.”
Il CONI infine include la nota della FIPAV fra gli eventi e competizioni di preminente interesse nazionale.
Con questo travagliato percorso e – a quanto pare – dopo aver ottenuto la riapertura della palestra, la Pallavolo AZ Zambelli si accinge a ripartire; unica, crediamo, quantomeno nel panorama sportivo locale. “Ripartire in sicurezza – come giustamente puntualizza il dirigente Pino Iannuzzi – seguendo i protocolli FIPAV e le indicazioni del Governo.”
A questo proposito, ricordiamo che il protocollo FIPAV attualmente in vigore è quello del 21 maggio 2020, Versione 1, la cui validità è stata prorogata al 15 gennaio 2021 (reperibile qui) e sintetizzato per l’Umbria nel comunicato n. 8 2020/2021 (attività solo in maniera individuale, con distanziamento minimo di due metri, dove non sono previsti né prevedibili contatti tra atleti e con palloni ad uso personale da pulire frequentemente).
Non è sicuramente il massimo a cui le giovani tesserate della Pallavolo AZ Zambelli possono ambire, ma sicuramente meglio della inattività pressoché totale a cui finora sono state costrette. L’auspicio è che, nel rispetto delle regole, altre società sportive ne seguano l’esempio.
Infine, permettetemi una notazione personale sul significato di sport di interesse nazionale o di preminente interesse nazionale che dir si voglia. Al di là delle classificazioni ufficiali che provengano dal CONI e dalle Federazioni sportive, sono fermamente convinta che ogni attività sportiva sia di interesse nazionale, perché la persona che fa sport è una persona più sana e meno soggetta a patologie e che, con ogni probabilità, graverà molto meno sul Servizio Sanitario Nazionale che, come noto, è già messo a dura prova.