1

Due giorni di approfondimenti sull’Arte Accessibile all’Opera del Duomo di Orvieto

Saranno due giorni intensi quelli organizzati dal MODO.  Si tratta di due approfondimenti sull’arte accessibile, realizzati grazie alla collaborazione del Museo Tattile Statale Omero MO di Ancona e al contributo del Lions Club Orvieto. Il corso, curato dal professor Andrea Socrati esperto del Museo Omero, prevede due moduli da circa 3 ore ognuno. Il primo si terrà venerdì 1° aprile ore 17.00 – 20.00 in modalità on line su piattaforma Zoom.  Gli argomenti saranno: il concetto di disabilità; la normativa relativa all’accessibilità, la “conoscenza” senza la vista, la funzione vicariante dei sensi residui, la percezione tattile, la comunicazione accessibile. Il secondo modulo si svolgerà sabato 2 aprile dalle ore 16.00 alle 19.00 in presenza presso lo spazio conferenze del Museo Emilio Greco e sarà dedicato all’accoglienza, esplorazione tattile e supporto verbale; metodi, strumenti e ausili per la realizzazione di percorsi tattili di architettura, scultura, pittura; “toccare l’arte” e i beni culturali come un arricchimento per tutti; con esercitazioni pratiche.

Il corso sarà aperto gratuitamente (fino a un massimo di 50 partecipanti) a docenti, personale dei musei e luoghi della cultura, guide autorizzate, referenti associazioni, e a tutti gli interessati che vorranno iscriversi presso il Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto (MODO) all’indirizzo biglietteria@operadelduomo.it (per informazioni: 0763 343592). Potendo accogliere fino a un massimo di 50 partecipanti, essi verranno registrati in base all’ordine di iscrizione. A chi lo richiederà verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Un ringraziamento particolare va al Museo Statale Tattile Omero di Ancona che collabora con il MODO nel progetto Arte Accessibile, sin dal suo avvio. E al Lions Club Orvieto, associazione di volontariato civico che da anni offre al museo sostegno e collaborazione. Sono inoltre partners del progetto: UICI Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti; l’Associazione Pro Retinopatici ed Ipovedenti A.P.R.I. con il suo referente a Orvieto Sandra Grassini; e l’Istituto IISACP con il Liceo Artistico. Con l’auspicio che l’Umbria sia sempre più “cuore” sensibile e accessibile del nostro Paese.




Il 17 marzo alle 17 al Museo Greco, “In tela d’imperatore” il libro di Mino Lorusso

E’ un romanzo storico e si intitola “In tela d’imperatore” l’ultimo libro del giornalista Mino Lorusso. Il volume edito da Oltre edizioni, ambientato nell’Umbria del ‘700, sarà presentato giovedì 17 marzo, alle ore 17, al Museo Emilio Greco, alla presenza dell’autore.   L’incontro sarà introdotto dal presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto, Andrea Taddei, alla presenza di don Alessandro Fortunati, direttore dell’ufficio cultura della Diocesi di Orvieto-Todi, del giornalista e scrittore, Guido Barlozzetti, e del curatore del Museo dell’Opera del Duomo, Alessandra Cannistrà.

Mino Lorusso è giornalista di lungo corso, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, scrittore, autore di saggi politici e di economia, ma anche esperto d’arte contemporanea e questo lo ha portato a realizzare alcuni documentari come Il Carapace di Arnaldo Pomodoro (2015); La forma in evoluzione dinamica. Incontro con Nicola Carrino (2010); La logica fantastica. Incontro con Giuseppe Uncini (2007). “In tela imperatore” parla di tre mistiche che “sconvolgono la vita” del loro padre confessore, un gesuita milanese, incaricato dal Papa di vigilare su loro caso. Più di recente, uno storico dell’arte scopre nei sotterranei di una chiesa un vecchio stendardo processionale. È quello che raffigura un miracolo accaduto 250 anni prima. L’episodio unisce i due personaggi e spinge entrambi, distanti nel tempo, alla ricerca della verità. Una “verità sfuggente” – spiega l’autore Mino Lorusso -, che “li costringe a confrontarsi con se stessi, con il mistero della vita e il desiderio d’infinito”. Alla presentazione, con ingresso gratuito, l’accesso sarà consentito nel rispetto delle normative AntiCovid-19 vigenti, pertanto è richiesto il Super Green Pass e l’utilizzo della mascherina FFP2. Per info 0763 342477 – biglietteria@operadelduomo.it – www.opsm.it




Il Comune aderisce alla protesta di ANCI, luci spente al Duomo contro il caro-energia il 10 febbraio

Il rincaro dell’energia sta colpendo anche gli Enti pubblici tanto che si moltiplicano i casi di impianti sportivi, in particolare piscine, che vengono chiuse e ridotti gli orari di apertura, per limitare le spese soprattutto del gas. L’ANCI ha deciso di alzare le voce e simbolicamente nella sera del 10 verranno spente le luci su un monumento simbolo. A Orvieto la scelta è caduta sul Duomo che, grazie alla collaborazione dell’Opera del Duomo, rimarrà al buio tra le 20 e le 20,30 per ricordare al governo l’urgenza di un provvedimento che limiti l’aumento di gas e luce. Il sindaco, Roberta Tardani, spiega “anche nella nostra comunità come in tutto il Paese sta crescendo la preoccupazione per i rincari energetici che stanno impattando pesantemente sulle famiglie e sulle imprese e rischiano di avere conseguenze anche sui bilanci degli enti pubblici e quindi a cascata sui servizi ai cittadini. Servono interventi urgenti – sottolinea il sindaco – e efficaci da parte del governo per evitare che questa situazione comprometta la ripresa proprio nel momento in cui il Paese è impegnato a cogliere le grandi opportunità che arriveranno con i fondi del Pnrr”.

Il caro-bollette sta risvegliando bruscamente tutti, cittadini, imprese e amministratori pubblici dal sogno della ripresa. Tra l’altro proprio in questi giorni molti Comuni stanno rivedendo le tariffe e le imposte di loro competenza, così come previsto dal governo, per recuperare l’aumento dei costi di gestione, bollette comprese, e la contrazione delle entrate per le tante aziende in crisi e cittadini in difficoltà economica. Anche sui social alcuni comuni hanno pubblicato le loro bollette per le scuole o gli edifici comunali che hanno evidenziato un raddoppio secco delle utenze.

Anche gli amministratori, dunque, si sono accorti delle difficoltà di cittadini e imprese e giustamente si sono messi al loro fianco, ma speriamo che a questo corrisponda una forte pressione sull’esecutivo per prendere provvedimenti strutturali e non congiunturali così come sottolineato dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, perché un Paese manifatturiero come l’Italia, non può essere dipendente dagli avvenimenti internazionali avendo la possibilità di sfruttare risorse interne.




Il MODO sempre più interattivo, protagoniste App e realtà aumentata

Al MODO, il Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, accanto a due importanti opere del percorso museale, sono state posizionate le plance interattive che dalla fotocamera del cellulare permettono di far “vivere” un narratore d’eccezione: Luca Signorelli. 

Si tratta di una nuova esperienza multimediale che sta affascinando i visitatori soprattutto i più giovani, che possono così sperimentare il nuovo percorso interattivo dedicato alle opere di Signorelli: il doppio ritratto dipinto su una tegola romana in laterizio, che raffigura l’artista insieme al camerlengo Niccolò d’Agnolo Franchi, e la grande tavola della bellissima Santa Maria Maddalena. Vicino alle due opere sono state collocate delle speciali plance interattive contenenti dei QRCode che, inquadrati con la fotocamera del cellulare, permettono di scaricare Linkar, l’app per la realtà aumentata sviluppata da Skylab Studios. bL’applicazione riconosce l’opera che si sta inquadrando con lo smartphone e fa apparire dei pulsanti cliccabili che aprono inediti approfondimenti, nel caso della Maddalena, mentre da vita ai personaggi del quadro stesso, come nel caso di Luca Signorelli nel suo autoritratto.

Lo rende noto l’Opera del Duomo di Orvieto evidenziando che in questa lunga e imprevedibile fase di difficoltà per i luoghi della cultura, l’innovazione ha permesso di riscoprire musei e patrimonio artistico e di avvicinare a una fruizione coinvolgente gli amanti dell’arte e le nuove generazioni. Come dimostra il gradimento espresso dai visitatori del Museo MODO sin da quando le plance sono state installate, riscuotendo curiosità e interesse in special modo dal pubblico giovane e dalle famiglie. Il progetto “IncontrArti oltre l’immagine” – così si chiama la nuova realizzazione – è coordinato dall’associazione dei Musei Ecclesiastici Umbri (MEU) e finanziato dalla Regione Umbria. Intanto si stanno approntando altri strumenti multimediali che presto potranno rinnovare la didattica del Museo e del Duomo di Orvieto.




Il prezioso reliquiario del Corporale in restauro nel laboratorio allestito al MODO

È stato allestito alla Libreria Albèri nel museo Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, il laboratorio temporaneo all’interno del quale si procederà al delicato restauro dell’antico Reliquiario del Corporale realizzato da Ugolino di Vieri nel 1338. Il prezioso manufatto è stato, inizialmente, sottoposto a un’accurata documentazione fotografica, a cura della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, e a una nuova approfondita campagna diagnostica con tecnica fotografica non invasiva. Il restauro del Reliquiario, su progetto dell’Istituto Centrale per il Restauro ICR approvato dalla Soprintendenza ABAP Umbria, è affidato a Mari Yanagishita, professionista e docente, selezionata per lo straordinario curriculum di formazione ed esperienza specifica dalla commissione di valutazione istituita dall’Opera del Duomo e composta da: Elvira Arianna CajanoSoprintendente ABAP Umbria; Flavia Callori di VignaleLaboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani; Stefano Ferrari ed Elisabeth HuberLaboratorio Manufatti Ceramica, Vetro, Metalli e Smalti ICR; Elisabetta GianiLaboratorio di Fisica di ICR; Gerardo De Canio – esperto consulente per la prevenzione anti-sismica del patrimonio culturale, e, per l’Opera del Duomo, dal presidente Andrea Taddei e da Alessandra Cannistrà curatore del museo.

Il Reliquiario del Corporale, realizzato da Ugolino di Vieri nel 1338, costituisce non soltanto una delle più straordinarie opere dell’oreficeria medievale ma anche il più “imponente esempio di manufatto in smalto traslucido esistente, come ricordava, Giuseppe Basile, in occasione della restituzione dopo il complesso intervento conservativo condotto da parte dell’allora Istituto Centrale per il Restauro negli anni ‘80 del secolo passato. La struttura portante dell’opera è in argento dorato, come pure le parti decorative lavorate a tutto tondo. Ad essa sono unite mediante piccoli chiodi, placche di diverse forme e dimensioni, lavorate a bulino e cesello e poi smaltate con paste vitree traslucide. Conservato nella Cappella del Corporale in Duomo all’interno della vetrina fatta realizzare da ICR e Soprintendenza dell’Umbria a fine restauro, il Reliquiario è stato trasferito nel 2014 al MODO nella Libreria Albèri in occasione del Giubileo Eucaristico, allo scopo di garantire un maggior controllo delle condizioni microclimatiche e nuove campagne di studio e diagnostica finalizzate ad arginare i processi di degrado che affliggono lo straordinario manufatto. ICR ha infatti continuato a seguire le vicende conservative del manufatto costituendo un gruppo di lavoro composto da esperti dei laboratori scientifici di Fisica e Chimica e di Restauro per il settore ceramiche, vetri e smalti, metalli e leghe. Attraverso il costante monitoraggio dell’opera e le campagne fotografiche di documentazione, ICR con Soprintendenza e Opera del Duomo hanno avviato un percorso che ha segnato importanti tappe fin dal 2019 quando è stata avviata sia la realizzazione dell’impianto di monitoraggio microclimatico nella Libreria Albèri, che si è esteso a tutte le sale dei Palazzi Papali; sia la progettazione della nuova vetrina, commissionata nel 2020 nella prospettiva di garantire la stabilizzazione del microclima, la qualità dell’aria e la protezione anti-sismica. Nel 2021, un ulteriore importante passaggio è stato l’adeguamento delle condizioni termiche della sala. Quindi, all’esito della complessa fase di ricerca e studio sul manufatto e sui processi di degrado, è stato redatto da ICR il progetto di intervento e, tra una rosa di alte professionalità del settore, è stato selezionato il restauratore alle cui competenze e cure viene ora affidato il Reliquiario, capolavoro artistico profondamente legato alla storia, alla devozione e all’identità della comunità orvietana.

“Il restauro dell’antico Reliquiario di Ugolino di Vieri – spiega il presidente dell’Opera del Duomo, Andrea Taddeiè un intervento importante di conservazione e valorizzazione di un prezioso simbolo religioso della nostra comunità. L’Opera del Duomo ha fortemente sostenuto questo intervento nell’intenzione, non solo di proseguire il percorso di conservazione come già avvenuto in questo ultimo anno per altre opere d’arte, ma soprattutto per riconsegnare alla città e alla nostra Diocesi lo splendore di un manufatto unico e straordinario nel suo genere. Siamo onorati di poter affidare le cure di questo lavoro ad una professionista che vanta riferimenti internazionali per competenze e professionalità. Il restauro che si svolgerà all’interno della Libreria Albèri è protetto da un laboratorio temporaneo che consente, comunque, di seguire lo sviluppo dei lavori”.




Opera del Duomo, politica a gamba tesa, la Lega chiede alla ministro Lamorgese se il nuovo segretario è Rossini del PD

In questi ultimi giorni si fatta l’ipotesi dell’arrivo di Carlo Rossini come nuovo segretario dell’Opera del Duomo, in sostituzione di Giuseppe Mearilli che andrà in pensione a breve. Nulla di strano, ma sempre Rossini è stato sindaco di Todi per il Pd e sempre per il partito di Letta potrebbe essere scelto quale candidato alla prossima tornata elettorale per il Comune di Todi. La politica entra dunque a gamba tesa nell’Opera del Duomo e fanno sentire la loro voce i senatori della Lega Luca Briziarelli e Stefano Candiani con una lunga nota. “E’ inaccettabile anche solo l’ipotesi, paventata a mezzo stampa in questi giorni, che l’ex sindaco di Todi del Partito democratico, Carlo Rossini possa essere assunto come segretario e amministratore dell’Opera del Duomo di Orvieto. Ciò è tanto più grave se si considera che l’attuale presidente dell’Opera, Andrea Taddei, è stato capogruppo del Partito democratico nel consiglio comunale di Orvieto e Nicola Pepe, membro del consiglio di amministrazione, è un ex esponente della segreteria regionale del PD”.

Una reprimenda piuttosto dura da parte di Candiani e Briziarelli che spiegano, “tenuto conto che il Ministero dell’Interno indica cinque dei sette consiglieri di amministrazione che opereranno la scelta, abbiamo presentato una interrogazione al Ministero chiedendo che la scelta dei componenti del consiglio sia improntata su criteri oggettivi, quali la valutazione dei curricula e preferibilmente l’appartenenza al territorio orvietano, più che sull’orientamento politico. Crediamo sia opportuno che il ministro Lamorgese – spiegano Briziarelli e Candiani – ci dica se è a conoscenza di ciò che sta accadendo, visto che l’Opera adempie ai propri compiti ai sensi del suo statuto, approvato proprio dal Ministero (direzione generale degli affari dei culti) e se non ritenga, per fugare ogni legittimo dubbio, che le scelte dei componenti dell’organo direttivo dell’Opera siano esenti da qualsivoglia connotazione politica. Rossini dal canto suo è tuttora impegnato politicamente, tanto che, sempre secondo notizie di stampa, si potrebbe ricandidare a sindaco di Todi il prossimo anno”.




Opera del Duomo, “non abbiamo valutato alcun progetto eolico”. Alcune precisazioni di OrvietoLife

Pubblichiamo il comunicato stampa integrale inviato dall’Opera del Duomo di Orvieto. In calce le nostre piccole considerazioni in merito e alcuni chiarimenti visto che, come avviene spesso, la colpa è sempre e solo dei giornalisti.

Nel merito delle notizie di stampa diffuse in questi giorni a riguardo di un presunto parco eolico in fase di realizzazione su terreni di proprietà dell’Opera del Duomo di Orvieto ricadenti nel Comune di Castel Giorgio, questo ente ritiene quantomeno singolare l’approccio avuto nel diffondere informazioni prive di sostanziale fondamento.

Ponendo in evidenza la missione statutaria della Fabbriceria riguardante la cura della Cattedrale e la tutela del Patrimonio, e altrettanto dei beni posseduti, si ribadisce che l’Opera del Duomo di Orvieto non ha ricevuto nessuna proposta formale e, tantomeno, il Consiglio di Amministrazione ha analizzato e discusso progettualità riferibili a presunte attività eoliche su terreni dell’ente.

Ogni altra ipotesi diffusa e avanzata a mezzo stampa è frutto di eventuali creatività giornalistiche o personalistiche che – per buona prassi – potevano, quantomeno, essere oggetto di verifica e supportate da dati oggettivi. Esortando, quindi, tutti ad una maggiore contezza nel merito delle argomentazioni trattate, l’Opera del Duomo, qualora ne emergano le circostanze, si riserva di agire a tutela della propria immagine.

Alcune precisazioni in merito al comunicato stampa dell’OPSM

A. il progetto Phebos non è “presunto” ma reale: secondo le nostre fonti è in valutazione di VIA al Ministero della Transizione Ecologica;

B. la esistenza del progetto, peraltro, è autorevolmente confermata da Andrea Garbini, sindaco di Castel Giorgio, che con grande cortesia e tempestività il 26 ottobre u.s. ci spiega “Sono sicuro che il presidente dell’Opera, Andrea Taddei, valuterà con grande attenzione, insieme al consiglio, il progetto in tutti i suoi aspetti.  I prossimi passi che intendiamo compiere insieme al vicesindaco di Orvieto riguardano anche il coinvolgimento dell’Ente guidato da Taddei per raccogliere tutti i dati necessari per discutere nello specifico e fermare questo progetto che cozza con quella valorizzazione del territorio di cui sempre si parla e spesso è al centro di progetti di sviluppo”.

Quindi è un’ulteriore, indiretta, conferma che l’Opera del Duomo lo dovrebbe conoscere, il che non significa assolutamente che la stessa lo abbia esaminato, approvato, respinto.

C. si rimprovera la stampa di “eventuali creatività giornalistiche o personalistiche che – per buona prassi potevano essere oggetto di verifica e supportate da dati oggettivi”. Questa testata ha provato a verificare direttamente alla fonte, cioè l’Opera del Duomo, con ben 9 chiamate e alcuni messaggi nella chat wp. Durante due conversazioni informali si è parlato del progetto e non del “presunto tale” e mai, ripetiamo mai, abbiamo accennato a valutazioni già avvenute da parte dell’Ente. Abbiamo anche provato a chiedere con una mail ufficiale al Ministero della Transizione ecologica se una procedura di VIA può essere processata in assenza di alcun titolo (di proprietà o di locazione) da parte del richiedente sui terreni in oggetto. Il Ministero ha spiegato che i funzionari non rilasciano interviste ai giornalisti e che il Ministro risponde in Parlamento a eventuali interpellanze. Che ci auguriamo qualche parlamentare umbro vorrà fare!

A questo punto non ci resta che tornare a rivolgere le nostre domande da qui sperando che l’Opera del Duomo vorrà rispondere con più contezza:

1) i terreni di cui ai fogli catastali indicati nel progetto Phebos, sono di proprietà dell’OPSM?

2) il Presidente o membri aventi titolo hanno mai avuto contatti con la società committente del progetto?

3) è mai stata rilasciata da codesto Ente alla società Renewables Italia con sede in Roma, documentazione attestante la titolarità della stessa, come proprietà o come locataria, dei terreni coinvolti?

Noi attendiamo con fiducia che qualcuno ci spieghi, perché, come abbiamo scritto, “vogliamo capire” affinché anche i lettori/cittadini possano comprendere quello che sta avvenendo in tempo reale e non a cosa fatte.    

Orvietolife.it

Alessandro M. Li Donni – direttore responsabile




Italia Nostra, non c’è pace per l’Alfina, dopo il geotermico ora arriva l’eolico

Mentre le commissioni Ambiente e attività produttive di Camera e Senato esaminano lo schema di decreto legislativo (AG 292) che dovrà dire dove si possono installare in Italia le nuove migliaia di torri eoliche e i campi intensivi di fotovoltaico per migliaia di ettari, come previsto dal Governo con i piani di settore (PNIEC) finanziati con i 70 miliardi dedicati dal PNRR, è arrivata come una bomba la notizia che presto lo splendido panorama di Orvieto, Castel Giorgio e altri comuni limitrofi potrebbe essere scempiato da sette pale eoliche da 6 MW ciascuno, da realizzarsi tre nell’area di Alfina (Castel Giorgio) su terreni di proprietà dell’Opera del Duomo e quattro a Orvieto su terreni di privati cittadini. Il Parco eolico è ora al Ministero della Transizione Ecologica per la valutazione di rito, e l’istruttoria sembra essere in fase avanzata.

Italia Nostra, che sulla questione delle energie rinnovabili, insieme alla Coalizione Art. 9, ha da tempo sollecitato il Governo a mitigare gli impatti sul paesaggio conseguenti ad una transizione ecologica piegata a logiche industriali, ritiene assolutamente inopportuno l’impianto, posto in un’area a vocazione turistica, come ha sottolineato il sindaco di Castel Giorgio, Andrea Garbini. Seppure si comprendano a malincuore le ragioni degli agricoltori, abbandonati a sé stessi, fa specie che a piegarsi a modalità di estrazione energetica impattante – come riconosce lo stesso Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani – sia un ente con finalità sociali come l’Opera del Duomo di Orvieto. Ci auguriamo che questo impianto trovi altra e migliore collocazione.

Ad oggi non esistono in Italia regole su dove fare questi nuovi e impattanti impianti, con la conseguenza che, nel frattempo, questi possono essere realizzati su siti archeologici, siti UNESCO, parchi nazionali e regionali, aree agricole (pericolo denunciato anche da Coldiretti) e aree della rete europea Natura 2000. Italia Nostra ha anche suggerito, anziché consumare ulteriore suolo, di utilizzare prioritariamente, per il fotovoltaico intensivo, i 7000 chilometri quadrati di coperture industriali esistenti e i 9000 chilometri quadrati di aree già impermeabilizzate e degradate, in modo da addirittura superare l’obiettivo di 70 gigawatt di energia da rinnovabili, fissato a livello europeo.

FONTE: Italia Nostra




Il sindaco Andrea Garbini sull’eolico all’Alfina, “il progetto non è in linea con la vocazione turistica del territorio”

Il “parco eolico” sull’Alfina inizia a preoccupare.  L’impatto paesaggistico è indubbio con ogni elemento alto, come si evince dal progetto, circa 200 metri.  Il sindaco di Castel Giorgio, Andrea Garbini, appena riconfermato alla guida del Comune si è trovato questa patata che rischia di bruciare più mani.  Proprio Garbini spiega, “ci siamo coordinati con il vice-sindaco di Orvieto, Angelo Maria Mazzi, per trovare una linea d’intervento comune e comprendere tutti i vari aspetti del progetto eolico sicuramente impattante per il territorio dal punto di vista paesaggistico”

Questo è solo il primo dei punti discussi durante l’incontro tra gli amministratori dei comuni su cui andrebbero a insistere le pale eoliche di RWE.  Andrea Garbini spiega, poi, che “il progetto potrebbe avere un forte impatto anche sui comuni del comprensorio del lago di Bolsena e nei prossimi giorni cercherò di coordinarli per approfondire il tema”.  Garbini si trova a dover governare una situazione piuttosto complessa che da una parte vede una serie di progetti per la produzione di energia a forte impatto, a partire dalla geotermia, e dall’altra un territorio sempre più vocato al turismo“Abbiamo una gran numero di presenze – ribadisce Garbini – che scelgono il nostro territorio per la sua bellezza, per la natura incontaminata e il silenzio.  Questi progetti non vanno a braccetto con la tipologia di turismo di Castel Giorgio e più in generale di tutto il territorio circostante”.

L’altro capitolo riguarda i terreni su cui potrebbe sorgere l’eolico.  Per quanto riguarda l’orvietano si tratta di privati singoli mentre per Castel Giorgio insistono su proprietà dell’Opera del Duomo“Sono sicuro – sottolinea Garbini – che il presidente dell’Opera, Andrea Taddei, valuterà con grande attenzione, insieme al consiglio, il progetto in tutti i suoi aspetti.  I prossimi passi che intendiamo compiere insieme al vicesindaco di Orvieto riguardano anche il coinvolgimento dell’Ente guidato da Taddei per raccogliere tutti i dati necessari per discutere nello specifico e fermare questo progetto che cozza con quella valorizzazione del territorio di cui sempre si parla e spesso è al centro di progetti di sviluppo”.

Il dibattito sull’eolico all’Alfina è dunque ufficialmente aperto con alcuni quesiti non di poco conto sull’argomento.  Ad esempio; qual è la posizione ufficiale dell’Opera del Duomo?  E’ possibile avviare una procedura di VIA nazionale senza avere titolarità sui terreni dove dovrebbero sorgere le pale eoliche? Quali strumenti hanno a disposizione gli Enti Locali per porre dei paletti e/o bloccare progetti a forte impatto ambientale?




Via col vento

Pale eoliche: quattro a Orvieto, tre a Castel Giorgio per un totale di 42 MW

Il nome è suggestivo, intrigante, sa di antico ma anche di modernità: si chiama PHOBOS, e non è il figlio di Ares, dio della Guerra e di Afrodite, dea della Bellezza, figure della mitologia greca.

E’ un progetto di impianto eolico per 7 areogenetarori (le pale eoliche) da 6 MW ciascuno, da realizzarsi tre a Castel Giorgio su terreni di proprietà dell’Opera del Duomo e quattro a Orvieto su terreni di privati cittadini.

Il committente, RWE – RENEWABLES ITALIA con sede in Roma, una Srl a socio unico che si occupa di “Produzione di energia elettrica”, ne ha affidato la progettazione a News Developments, società di Cosenza per servizi di ingegneria integrata e a Vamirgeoind (Ambiente, Geologia, Geofisica) di Palermo. Il Parco eolico è ora al Ministero della Transizione Ecologica per la valutazione di rito, e l’istruttoria sembra essere in fase avanzata. Dalle nostre parti invece regna il silenzio: è comprensibile riservatezza o deprecabile disinformazione?

In Via col vento Rossella O’Hara l’indimenticabile interprete del film, ossessionata dal suo matrimonio con Rhett e dalla sua passione per Ashley, marito della cugina, conclude con un “Domani è un altro giorno”.

Per i cittadini dei due Comuni è tempo di conoscere, anche per loro da domani inizi un altro giorno. Parlino Andrea Garbini, sindaco di Castel Giorgio e Roberta Tardani, sindaco di Orvieto; parli anche Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo, per sapere se abbia, anche solo informalmente, espresso un placet alla realizzazione del progetto sui suoi terreni, attratto dagli introiti derivanti dall’eventuale concessione: è vero che i soldi non bastano mai, ma la situazione economica dell’Ente è sana e non lo giustificherebbe. Diversa è la situazione dei proprietari dei terreni nel comune di Orvieto; si tratta di campi che rendono poco e reclamano fatica, la resa per loro aumenterebbe almeno di dieci volte: una sorta di “gratta e vinci” senza nemmeno comprare la cartella.

Parlino anche le associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, WWF) e quelle economiche e di categoria. Prendano voce i tanti VIP che popolano le colline dell’Orvietano: sono persone di sicura sensibilità ambientale, si commuovono alla vista di una zucchina che spunta nel loro orto; verifichino dai loro casolari se avranno “finestre con vista” sulle pale eoliche: ciascuna è alta 200 metri dal piano di campagna.

Ad oggi, in quel di Castel Giorgio, sembrerebbe che si registrino solo il “grazioso” disappunto della Principessa del Liechtenstein che un anno fa ha acquistato il rudere di Montiolo per circa 800mila euro, facendo sorridere le casse tristi della Fondazione Claudio Faina, già proprietaria; e la contrarietà, ritengo per niente graziosa, di Alice Rohrwacher, attrice e regista di successo internazionale, che appena può si rifugia nella casa di famiglia. Entrambe hanno fatto la prova “finestra con vista” e vedono le pale a circa 100 metri.

Un accorato appello, infine, alle intellighenzie politiche e culturali dell’Umbria e dell’Alto Lazio (il progetto si estende anche a Bolsena, Civita) perché scendano in campo senza timidezze prima che il Ministero dia la VIA libera al progetto.

A noi, “popolo semplice” – per dirla con Antonio Gramsci – tutti coloro che sanno, possono e vogliono ci convincano se dobbiamo arruolarci con Ares a favore delle pale eoliche o continuare ad amare Afrodite, perché la bellezza e la tutela del paesaggio sono stati finora beni preziosi e inalienabili dei nostri territori. Se potremo sperare in un futuro migliore o se, come sempre, i vantaggi saranno per pochi e gli svantaggi per molti.

Per saperne di più: Parco eolico – www.va.minambiente.it/it-IT/oggetti/documentazione/7975/11719