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L’Oltremondo in scena nella Cappella di San Brizio

Nell’ambito delle iniziative per il quinto centenario dalla morte di Luca Signorelli, l’Opera del Duomo propone a settembre tre giorni di teatro nella Cappella di San Brizio, nel Duomo di Orvieto. In scena “L’Oltremondo  – Luca Signorelli a Orvieto”, di Fabrizio Sinisi, a cura di Federico Tiezzi, luci di Gianni Pollini, suono di Alessandro Di Fraia, produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi.

Violenta, dolorosa, estrema: così è la fine del mondo dipinta da Luca Signorelli nel duomo di Orvieto; un’apocalisse così “presente” da sembrare una performance teatrale. Una “messinscena delle ultime cose”, in cui si rispecchia potentemente il sentire contemporaneo che, tra crisi economiche, guerre e cambiamenti climatici, mai come oggi torna a frequentare il pensiero dell’apocalisse, della fine del mondo. Fabrizio Sinisi compone per Sandro Lombardi un testo che, continuando la ricerca intorno alle Vite di Giorgio Vasari inaugurata da Federico Tiezzi, attraversa la vita e l’opera di Luca Signorelli a Orvieto, immaginandone il capolavoro come un teatro di visioni, una vasta e crudele profezia dell’oggi.

La produzione dello spettacolo, con pubblicazione del testo di Fabrizio Sinisi, si aggiunge alle attività promosse dall’Opera del Duomo nell’anno del Signorelli: il video divulgativo realizzato da Mario Tozzi, il ciclo di conferenze su Signorelli in corso, con gli ultimi attesi interventi del Cardinal Ravasi ad ottobre e del Vescovo di Orvieto-Todi mons. Sigismondi a novembre, a cui seguirà la presentazione di un volume con i testi degli incontri tenuti, il lancio della visita on line della Cappella di San Brizio in collaborazione con haltadefinizione.com, la moneta commemorativa da 2 euro emessa in questi giorni dalla Repubblica di San Marino.

Lo spettacolo “L’Oltremondo  – Luca Signorelli a Orvieto”, andrà in scena con repliche nei seguenti giorni ed orari:
Venerdì 22 settembre, ore 21
Sabato 23 settembre, ore 12, 19 e 21
Domenica 24 settembre, ore 17, 19 e 21.

I posti, limitati alla capienza della Cappella di San Brizio, potranno essere prenotati scrivendo a opsm@opsm.it, indicando nome, cognome, telefono, numero posti, data e ora spettacolo di interesse.

Lo spettacolo verrà trasmesso nei giorni successivi da Rai Radio 3, media partner dell’iniziativa.




Cantina Argillae presenta “Il Signorelli 500” con un’etichetta iconica e pop mixata dall’intelligenza artificiale

“Ad Orvieto siamo innovazione e tradizione insieme e questo mix emerge prepotentemente nel progetto culturale di Argillae legato al Signorelli 500 perché unisce bellezza, eccellenza e cultura attraverso il messaggio universale del vino. Con questa etichetta siete riusciti ad esprimere l’anima di Orvieto ed è molto importante vedere come nuove generazioni di imprenditori come voi, ed altri ancora, credano nel messaggio della nostra città e lo stiano portando con orgoglio e determinazione al di fuori delle mura” ha dichiarato il sindaco Roberta Tardani di fronte alla sessantina di ospiti, tra i quali anche il Presidente dell’Opera del Duomo Andrea Taddei, che hanno gremito la sala dell’enoteca Cantina Vera sabato 20 maggio nel tardo pomeriggio per la presentazione dell’iniziativa dell’azienda vinicola Argillae dedicato alla ricorrenza del Signorelli che si festeggia nel 2023.

“È un progetto culturale dedicato alla città di Orvieto, non solo perché una parte del ricavato delle vendite di questa nuova ed originale etichetta sarà destinato a sostenere i lavori dell’Opera del Duomo, ma perché questa magica città è l’orgoglio della nostra identità e con immenso piacere stiamo riscontrando che molti stanno partecipando e condividendo questo messaggio. Del resto non potevamo di certo rimanere indifferenti di fronte a colui che per affrescare sua Maestà il Duomo decise di farsi pagare con 1000 litri di vino Orvieto all’anno e che, molti anni fa, ispirò le nostre etichette più tradizionali grazie ai suoi bozzetti conservati al British Museum di Londra. Per noi oggi è quindi un po’ come chiudere un cerchio” ha dichiarato Giulia Di Cosimo, l’anima della cantina Argillae che coltiva le vigne ad Allerona.

Il Signorelli 500, etichetta in tiratura limitata di soli 1000 esemplari per l’Orvieto Superiore Doc vendemmia 2022, è stata realizzata dall’Art Director Saverio Wongher attraverso un programma di Intelligenza Artificiale che ha mixato, con spirito pop, tutti i ritratti che il Signorelli si fece. L’evento di presentazione è stato inoltre arricchito da una dotta disquisizione dello storico dell’arte Raffaele Davanzo che ha illustrato molte delle relazioni tra il vino e l’arte classica attraverso raffigurazioni che, partendo dal Duomo di Orvieto, hanno toccato diverse opere di fama assoluta.




Thomas Lange e Mutsuo Hirano presentano la mostra “La zattera di Medusa” fino al 26 giugno alla Sala Expo del Palazzo del Popolo

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Si è aperta la mostra “La zattera di Medusa” alla Sala Expo del Palazzo del Popolo degli artisti Thomas Lange e Mutsuo Hirano che abbiamo intervistato con il contributo del presidente del consiglio comuna, Umberto Garbini, a margine del vernissage che si è tenuto il 19 giugno. Pittura e scultura sono le protagoniste assolute, con il tema del naufragio, del viaggio nel tempo, e di Signorelli che, tra l’altro è presente nelle due opere che gli artisti hanno donato al Comune di Orvieto. Chi vuole può visitare la mostra fino al prossimo 26 giugno dalle 16 alle 20.




Il Dante barbuto in mostra al Museo Faina dal 14 settembre al 14 novembre

Si terrà dal 14 settembre al 14 novembre 2021, al Museo “Claudio Faina” in piazza Duomo a Orvieto, la mostra “Il vero volto di Dante Alighieri – L’avventura di un quadro”. 
Al centro dell’esposizione il singolare dipinto di un autore ignoto, da almeno sessant’anni custodito nell’ufficio del Sindaco di Orvieto, che raffigura Dante Alighieri con la barba, una fedele descrizione che del Sommo Poeta fa il suo primo biografo, Giovanni Boccaccio, nel Trattatello in laude di Dante scritto tra il 1351 e il 1355 («Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso»). L’iniziativa, organizzata dal Comune di Orvieto e dalla Fondazione per il Museo“Claudio Faina”, aprirà i battenti il 14 settembre, data della morte di Dante Alighieri di cui quest’anno si celebra il settecentesimo anniversario.

Il quadro, probabilmente realizzato nei decenni finali del Cinquecento, lo raffigura in maniera completamente diversa dall’iconografia ufficiale e rappresenta una rarità. Dante viene immortalato con la barba solo in miniature presenti in alcune versioni illustrate della Divina Commedia mentre altre due immagini che lo ritraggono con pizzetto e baffi sono state rintracciate in un disegno di Tito Lessi (1858-1917) e nel “Ritratto di Dante” del pittore russo Il’jaRepin (1844-1930) esposto al Kostroma State Historical-Architectural and Art Museum“Il primo accenno al quadro –  ha spiegato il curatore della mostra, Giuseppe Maria Della Fina – si trova in un articolo de L’Osservatore Romano del 22 novembre 1967 a firma di V. Presicci, recuperato e valorizzato di recente da Aldo Lo Presti. L’inquadramento cronologico e stilistico si deve allo storico dell’arte Michele Maccherini. Di certo la barba sul volto di Dante è autentica e non è stata aggiunta successivamente come hanno confermato le analisi effettuate dai restauratori del Consorzio Pragma, Valentina Romé, Davide Rigaglia e Massimiliano Massera. Il quadro, insieme ad altri – ha aggiunto – arrivò probabilmente in Comune nel 1927 trasferito dopo la soppressione della Sottoprefettura di Orvieto che a sua volta aveva acquisito opere d’arte provenienti almeno da due antiche nobili famiglie orvietane: Pandolfi Alberici e Gualterio. In mostra, insieme al quadro di Dante, interessato da un intervento di ripulitura ad opera di Chiara Munzi e Giuseppe Ammendola di Keorestauro, ci saranno anche un dipinto di Petrarca attribuito allo stessa mano del Dante, una versione del 1927 del ‘Trattatello di Boccaccio’ e la cartolina tratta dal dipinto di Tito Lessi, entrambi provenienti dalla collezione privata di Aldo Lo Presti, e due statue di Papa Bonifacio VIII realizzate nel 1297 per essere posizionate sulle porte di ingresso alla città. Il pontefice, citato con parole durissime nella ‘Divina Commedia’, ebbe infatti un’influenza considerevole nella vita politica di Orvieto. Per gentile concessione della Bonelli Editore, inoltre, saranno esposte anche la copertina e le tavole del racconto a fumetti ‘PapeSatànAleppe!’, inserito nello speciale n. 38 di Martin Mystère dell’agosto 2021, che s’ispirano  al Dante con la barba di Orvieto”.
“Il ritratto del Dante con la barba di Orvieto
 – ha sottolineato Michele Maccherini, storico dell’arte dell’Università degli Studi de L’Aquila – si presenta come un unicum e sembra essere ispirato dal frontespizio della ‘Comedia’ di Francesco Sansovino uscita a Venezia nel 1564 di cui si ebbero due riedizioni nel 1578 e nel 1596. La data del dipinto deve quindi essere successiva ad una delle tre edizioni del volume. Sempre nella stanza del Sindaco di Orvieto, accanto al ritratto di Dante con la barba e frutto di uno stesso progetto intellettuale e anche dello stesso pennello, si trova un ritratto di Petrarca. Quest’ultimo consente di formulare almeno un’ipotesi sul contesto artistico in cui venne creato. Una certa vivezza del ritratto, certe sottolineature epidermiche, la rotondità delle forme, una sorta di morbidezza neoraffaellesca, il tutto ancorato all’universo della maniera moderna, sembra indicare soluzioni nate nell’ambito dei fratelli Zuccari”. 
“Riscoprire
 – ha detto il sindaco di Orvieto e Assessore alla Cultura, Roberta Tardani – significa mostrare nuovo interesse verso qualcosa di dimenticato o scarsamente valorizzato e questo abbiamo fatto, osservando con uno sguardo diverso e con curiosità quello che avevamo avuto sempre sotto agli occhi. Ma determinante è stato poi il lavoro della Fondazione per il Museo ‘Claudio Faina’ e del presidente Daniele Di Loreto nell’andare a cercare se quella raffigurazione del Sommo Poeta, così distante dall’iconografia ufficiale, fosse in realtà diffusa o, al contrario, unica. Oggi si cercano storie e quel dipinto ne racconta una. La storia di un pittore che, con ogni probabilità negli ultimi decenni del Cinquecento, ha voluto dare vita alle parole con cui nientemeno che Boccaccio aveva descritto Dante Alighieri. In quel momento, magari inconsapevolmente, l’autore del nostro quadro ha scattato un’istantanea unica e oggi, sicuramente, inedita. Ma questo è solo la premessa del racconto perché il Dante con la barba non ci consente solo di ‘riscoprire’, ma anche di andare a rileggere un pezzo della storia della città. Quella dei capolavori di Luca Signorelli che dipinge la Cappella di San Brizio lasciando una delle raffigurazioni più iconiche del Sommo Poeta, quella del pozzo di San Patrizio così legato al concetto del Purgatorio dantesco narrato nella Divina Commedia, lo stesso dove Dante ‘incontra’ le nobili famiglie orvietane dei Monaldeschi e Filippeschi. Una lunga e bellissima storia, la nostra, che non dovremmo mai stancarci di guardare con occhi sempre diversi e curiosi”.
“Questa mostra nasce per caso
 – ha affermato il presidente della Fondazione per il Museo “Claudio Faina”, Daniele Di Loreto – dalla diversa curiosità con cui abbiamo osservato quel quadro nello studio del Sindaco che avevamo visto chissà quante altre volte senza mai coglierne l’aspetto più singolare, una rarità iconografica che ci era sempre sfuggita. Una mostra che nasce per caso ma con una grande passione per la cultura, questa non casuale, senza la quale nulla si potrebbe realizzare”. 
La mostra “Il vero volto di Dante Alighieri sarà compresa nel biglietto di ingresso del Museo Etrusco e Civico “Claudio Faina” (4,50 euro intero, 3 euro ridotto) mentre sarà gratuita per i residenti del Comune di Orvieto esibendo un documento d’identità alla biglietteria. Il catalogo della mostra, edito da Intermedia Edizioni, è a cura di Giuseppe M. Della Fina con testi di Aldo Lo Presti, Michele Maccherini, Francesco Federico Mancini e Teresa Nocita. 

Per informazioni www.comune.orvieto.tr.it – www.museofaina.it