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Il GIP di Terni, archivia la querela di Sartini contro Gnagnarini e altri. Le critiche sono dure ma legittime, “errato partecipare alla manifestazione anti Ddl-Zan”

Lo scorso 15 febbraio il GIP del Tribunale di Terni, Simona Tordelli, ha disposto l’archiviazione per il procedimento che vedeva l’ex-assessore Massimo Gnagnarini e altre nove persone indagate per diffamazione su denuncia dell’allora assessore alle politiche sociali Angela Maria Sartini. Nel frattempo anche Sartini è stata “licenziata” dalla sindaco Roberta Tardani per il post tristemente noto che accostava il premier Mario Draghi a Hitler. I fatti risalgono al 26 luglio del 2020 nel pieno dibattito sul DDL Zan-Scalfarotto con i leghisti guidati dal Senatore Pillon fortemente contrari. Era un momento topico e anche in Piazza della Repubblica, in pieno solleone, un gruppo di manifestanti scese in piazza per un pacifico momento di protesta. Anche l’assessore Angela Maria Sartini, che non aveva mai fatto mistero di appartenere alla linea seguita da Pillon, ha partecipato alla manifestazione in piazza. Sui social si è aperto subito un feroce dibattito sull’opportunità o meno di presenziare a una manifestazione contro il Ddl Zan. I toni si sono immediatamente accesi e oltre Gnagnarini sono stati querelati dall’ex-assessore Sartini anche altri nove autori di post che il GIP riporta nelle motivazioni della sentenza con gli opportuni “omissis”.

Proprio il GIP, Simona Tordelli bacchetta Angela Maria Sartini, “…si osserva come i post censurati debbano essere contestualizzati alla luce del comportamento obiettivamente inopportuno tenuto dalla Sartini nella vicenda, la quale, dotata di una carica istituzionale, ben avrebbe dovuto astenersi dal partecipare, anche a titolo personale, ad una manifestazione politica espressiva di una ideologia indiscutibilmente antitetica rispetto alle funzioni dalla stessa esercitate in materia di prevenzione e contrasto alla discriminazione di genere”. In pratica il GIP spiega, nel seguito, che il diritto alla critica deve essere tutelato e può anche essere dai contenuti forti, apparentemente lesivi ma sempre con attenzione a non ledere “la sfera personale”.

Si conclude, quindi, con un’altra bocciatura di Angela Maria Sartini che non potrà ottenere soddisfazione in Tribunale per le frasi piuttosto dure scritte sui social e che, alla fine, è stata sfiduciata dal suo stesso sindaco così come già all’epoca era stato richiesto a gran voce dall’opposizione in consiglio comunale.




Il nuovo assessore ancora non c’è e la Lega intanto scrive, “stiamo individuano la persona giusta”

Sono passati una decina di giorni e ancora del nuovo assessore della giunta Tardani non vi è traccia.  Il profilo, a meno che non si apra a un rimpasto più ampio, è semplice, della Lega e donna.  E si vocifera di qualche mal di pancia nella maggioranza consiliare tanto che è ormai quasi chiaro, salvo sorprese dell’ultimo minuto, che la discussione e il confronto finale con la sindaco è rinviata al termine del prossimo consiglio comunale del 7 febbraio dove c’è all’ordine del giorno il bilancio, una questione piuttosto delicata e che non ha bisogno di ulteriori scossoni.  Un primo messaggio arriva proprio dai diretti interessati, cioè dalla Lega che dovrebbe avere il diritto di segnalare un nome che poi deve essere di gradimento del primo cittadino.  In un comunicato scrive la Lega che “sta lavorando, a tutti i livelli, per individuare in tempi brevi il miglior profilo possibile che possa gestire le deleghe relative a scuola famiglia, politiche e servizi sociali, pari opportunità, giovani e futuro, del Comune di Orvieto.  E’ necessario trovare – scrive ancora la Lega – una figura autorevole in grado di rapportarsi al meglio con i cittadini e che si impegni quotidianamente per risolvere le relative criticità, in settori fondamentali per la vita degli abitanti del nostro Comune.  Gli orvietani, alle elezioni amministrative del 2019, hanno fornito un chiaro segnale, dandoci fiducia e chiedendoci quel cambio di passo doveroso per rivitalizzare la nostra città.  E’ quindi prioritario che in giunta ci sia una persona in grado di rappresentare questa volontà.  Abbiamo responsabilità – si conclude il comunicato del partito di Salvini – di scegliere per il bene di Orvieto e stiamo agendo in questa direzione”

Il messaggio, tradotto dal politichese, è piuttosto chiaro.  Prima di tutto il sindaco non deve pensare di tirare fuori dal cilindro un’altra persona esterna come è successo con l’ingegner Mazzi che ha sostituito Angelo Ranchino perché la Lega, viene ricordato tra le righe, è l’azionista di maggioranza relativa all’interno della coalizione di governo, e quindi ha il diritto di essere rappresentata in giunta in numero adeguato.  L’altro messaggio, forse non voluto, è che il partito ha delle difficoltà nell’individuare il profilo adatto.  La strada è dunque stretta e probabilmente anche le piccole contrapposizioni interne stanno avendo il loro peso specifico in questa fase.

E se alla fine si prendesse la strada di un minirimpasto?  E’ una strada percorribile e potrebbe concedere spazi di manovra più ampi alla Lega, da una parte, ma potrebbe anche manifestare difficoltà e asperità di percorso che in questa fase di schermaglie pre-elettorale di metà mandato, potrebbero nuocere a equilibri delicatissimi e complessi.  Intanto la Lega ha chiarito la sua posizione, l’assessore sarà del partito di Salvini, ma non ci si deve dimenticare dall’autonomia di scelta di Roberta Tardani, e un precedente esattamente un anno fa già c’è stato.




La Lega interviene sul carcere di Orvieto, “serve assolutamente un dirigente a tempo pieno”

Da molto tempo il carcere di orvieto è in sofferenza per la cronica mancanza di un dirigente penitenziario a tempo pieno.  Da troppo tempo, infatti, manca una figura full-time che sia pronto a intervenire in caso di problematiche più o meno acute.  Eppure, in questi ultimi due anni momenti di tensione non sono mancati. Più volte anche il sindacato Sappe della polizia penitenziaria ha chiesto a gran voce di riempire questo vuoto. 

Ora a intervenire è la Lega, uno dei partiti principali dell’attuale maggioranza di governo. “Auspichiamo che nel più breve tempo possibile, il Ministero della Giustizia prenda atto della situazione del penitenziario di Orvieto a cui, negli ultimi anni, non è mai stato assegnato un dirigente penitenziario in pianta stabile, ma sempre e solo figure part-time che dovevano dividersi nella gestione di più istituti detentivi. E’ pertanto necessario che gli organi competenti si impegnino a risolvere tempestivamente tale problematica. Sottoscriviamo quindi l’appello del Sappe nel quale si chiede che, anche al carcere di Orvieto, venga assunto un dirigente in pianta stabile che si occupi solo delle incombenze della casa di reclusione in questione. Una figura apicale dedicata ad Orvieto e la sua conseguente presenza costante, garantirebbe una gestione più efficiente della struttura e migliorerebbe sensibilmente le condizioni di lavoro di chi opera al suo interno.

E’ quindi prioritario intervenire non ripetendo gli errori del passato, con dirigenti assegnati a più penitenziari e che trascorrevano ad Orvieto soltanto poche ore alla settimana. Il ‘nostro’ istituto ha le sue criticità e le sue esigenze, ed ha bisogno di un impegno assiduo. Basta con le figure part-time”.




La sindrome “Hitler” spazza via Sartini e ora? Si apre il dialogo Tardani-Lega

Un uragano si è abbattuto sull’assessore Angela Maria Sartini. A provocarlo lei stessa con un post su FB che raffigura Hitler che al telefono si complimenta con Mario, Draghi…Troppo anche per gli alleati e il suo stesso partito, la Lega, che l’ha immediatamente sospesa mentre la sindaco Roberta Tardani le ha ritirato le deleghe.

Come un’improvvisa tempesta Sartini si è ritrovata senza partito e senza deleghe e la sindaco ha già aperto la fase di interlocuzione con la Lega per la sostituzione. Certo che Hitler è veramente galeotto per gli assessori orvietani; prima ci è cascato Massimo Gnagnarini, delega al bilancio nella giunta Germani, che ha chattato una frase chiaramente ironica ma fuori delle righe. La gogna mediatica in quel caso è partita a scoppio ritardato ma travolse Gnagnarini che alla fine si dimise con tanto di lettera di spiegazione. Ora è la volta di un altro assessore “scomodo” sicuramente non popolare, Angela Maria Sartini, provocatoria così come il suo predecessore che in silenzio, per ora senza alcuna lettera, è stata licenziata in tronco. Anche in questo caso ironia, pesantissima, corrosiva così come è l’ironia e la satira. Può non piacere, essere molto sopra le righe, dissacrante ma è satira. C’è però il ruolo di chi fa satira. Quando un comico assurge a politico, lo abbiamo visto, difficilmente riesce a separare i due ruoli, ma quando un politico, un rappresentante delle istituzioni decide improvvisamente di fare il comico il risultato è lo sconquasso, in tutti i sensi. Chi ha incarichi istituzionali deve avere equilibrio, attenzione e non usare i social a ogni starnuto, forse il “giovane” presidente Garbini non aveva proprio torto.

E ora? Ancora una volta i social hanno avuto un tempismo politico incredibile. Ieri Gnagnarini, che nella maggioranza in molti volevano sostituire, inciampò in “zio Adolfo”; oggi Sartini, che in molti vogliono sostituire, è inciampata sempre nello stesso “Adolf” e proprio mentre qualche scossone nella maggioranza c’è stato con Beatrice Casasole uscita sbattendo la porta da Fratelli d’Italia e le esternazioni del presidente Umberto Garbini non gradite alla minoranza, ovvio, e a parte della maggioranza. Ecco, la consigliera Casasole è delegata proprio a parte delle deleghe, perdonate il gioco di parole, dell’assessore uscente e magari…certo bisogna convincere la Lega che non ne vorrà proprio sapere di perdere un assessore dopo il sacrificio “Mazzi”.

Dunque la palla passa a Roberta Tardani che dopo aver tirato fuori dal cilindro il vice-sindaco Mazzi e spento velocemente le polemiche su Sartini, ora ha l’arduo compito di scegliere il nuovo assessore, già perché è lei a decidere, senza alterare gli equilibri apparentemente stabili della maggioranza e garantendo una presenza femminile ora largamente minoritaria in giunta.




Scontro tra minoranza e presidente del consiglio Garbini su invio PEC per il consiglio comunale, deciderà il Prefetto

Il consiglio comunale di 19 agosto non è cosa che avviene sempre ma bisognava approvare il bilancio e quindi non si poteva attendere. Così il 13 agosto sono partite le PEC per convocare i consiglieri comunali dalle 9 di mattina in prima convocazione.

Nonostante tutto sembrava una giornata normale ed invece sono partite subito le bordate fra maggioranza e minoranza in consiglio. Il capogruppo della Lega, Andrea Sacripanti accede la miccia scrivendo un post in cui stigmatizza il comportamento della minoranza del tutto assente. Ed ecco la sorpresa. Cristina Croce, capogruppo di “Siamo Orvieto”, spiega piuttosto contrariata, non abbiamo ricevuto alcuna convocazione. Ho controllato la mail, niente”. Ora Croce è un fiume in piena, “il modus operandi è sempre lo stesso, non è stata convocata neanche la capigruppo. Ho saputo del consiglio comunale dalla stampa e pensavo che fosse, come sempre, di pomeriggio. Poi mi sono ritrovata il post di Sacripanti e allora insieme ad altri consiglieri di minoranza che a loro volta non hanno ricevuto la convocazione, abbiamo deciso di scrivere al Prefetto. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Martina Mescolini, capogruppo del PD in consiglio comunale, “non abbiamo ricevuto alcuna mail per la convocazione. Così è difficile fare opposizione anche perché le convocazioni vengono ufficializzate senza la capigruppo, insomma in autonomia della maggioranza. Non ci rimane che chiedere al Prefetto se tale modus operandi sia rispettoso delle regole o meno. Il problema, poi, dei rapporti tra minoranza e maggioranza è ben più ampio ma non apriamo altri fronti, per ora”.

Il presidente del consiglio comunale, Umberto Garbini, al termine del consiglio comunale ha a sua volta replicato alla accuse della minoranza, “ho avuto contezza soltanto dalla stampa delle problematiche riscontrate da alcuni consiglieri di minoranza relativamente alla convocazione del consiglio comunale che si è regolarmente svolto nella mattinata di giovedì 19 agosto. Non ho infatti ricevuto alcuna informazione nel merito da parte dei consiglieri stessi. Ho altresì ricevuto da parte di due consiglieri di minoranza la giustificazione di essere impossibilitati a partecipare alla seduta per motivi personali”. Sempre Garbini, spiega, “ho verificato la PEC della convocazione del consiglio comunale che ha numero di protocollo 0026587 del 13/08/2021, ore 18.38. Come è possibile dimostrare, la PEC della convocazione è stata inviata correttamente, secondo i termini del Regolamento Comunale, a tutti gli indirizzi mail dei consiglieri, membri della giunta e dipendenti comunali, Prefettura, Polizia, Carabinieri e revisori dei conti. Non comprendo le iniziative che i miei colleghi consiglieri vogliono intraprendere – conclude Garbini – ma spero che vadano fino in fondo. Sono consapevole di aver svolto il mio compito nella piena trasparenza e correttezza, come ho sempre fatto”.

Questa è in sintesi la cronaca di quanto avvenuto in consiglio comunale dal punto di vista formale, poi si è discusso di bilancio, salvaguardia, riconoscimento debito e tanto altro…La forma spesso è sostanza soprattutto quando si è chiamati a discutere e votare di questioni importanti per la città e i cittadini.




Briziarelli (Lega), “Più controlli sugli affitti dei pascoli per evitare frodi alla UE e ai piccoli produttori onesti”

“Frenare subito l’aumento dei casi delle grandi aziende agricole che fanno man bassa di pascoli (distribuiti spesso a prezzi troppo elevati per i piccoli produttori) senza poi portare in quota gli animali, solo per intascare gli incentivi europei. Un problema che se non arginato, metterà in crisi centinaia e centinaia di micro aziende e che riguarda tutta Italia, da nord a sud, Umbria inclusa. In particolare da noi questo fenomeno interessa le aree della Valnerina”. Sono le parole del Senatore della Lega, Luca Briziarelli primo firmatario, insieme ad altri colleghi, di una interrogazione al governo a cui si chiede quali misure si intenda mettere in atto per prevenire fenomeni illeciti che “riducono significativamente – spiega il senatore – la credibilità del nostro Paese nei confronti dell’Unione Europea e mettono a rischio il necessario supporto finanziario che consente ogni anno alle giovani imprese il rilancio delle attività, e quindi, dell’economia del territorio e dell’Italia”. E’ recente la notizia della condanna, da parte della Corte dei Conti, di un imprenditore triestino per contributi europei (previsti per i giovani imprenditori agricoli titolari di terreni per il pascolo di bestiame) incassati indebitamente tra il 2010 e il 2014 per alcuni terreni in Abruzzo. Lo stesso è stato condannato, insieme a un “prestanome” al pagamento di oltre 111 mila euro di danno erariale per frode ai danni dell’Unione europea, rimarcando la natura fittizia dell’azienda, sui cui terreni sembra non siano mai arrivati i bovini previsti. Secondo l’esponente del Carroccio questo annoso problema va fermato subito anche perché “La pandemia ha avuto, e continua ad avere, un impatto senza precedenti sul settore agricolo che ha quindi necessità di un supporto concreto per consentire una giusta e pronta ripresa, a garanzia anche dell’approvvigionamento alimentare dell’UE e quindi della salute e del benessere dei cittadini”. Recentemente al fenomeno è stato anche dedicato un libro inchiesta “Pascoli di carta” di Giannandrea Mencini che conferma quanto sia esteso. Il senatore Briziarelli spiega infatti che “gli illeciti sui fondi europei sono drammaticamente frequenti nel nostro Paese, secondo un’analisi condotta dall’Ufficio Valutazione d’Impatto del Senato della Repubblica, i controlli della Guardia di Finanza hanno fatto emergere un numero significativo di frodi in campo agricolo, con una concentrazione importante nell’Italia centrale. Tra il 2014 e il 2020, l’Unione europea ha accantonato per l’Italia risorse finanziarie pari ad oltre 77 miliardi di euro, di cui 46,5 miliardi per politiche di coesione e 31 miliardi per la Politica Agricola Comune quali contributi allo sviluppo rurale. Questi fondi devono andare agli allevatori e agricoltori onesti e chiediamo quindi che vengano messi in atto controlli adeguati e processi rapidi che garantiscano condanne per i disonesti. Crediamo che queste azioni possano rappresentare uno strumento importante non solo a riparo del danno erariale avvenuto, ma per prevenire e disincentivare azioni illegali da parte di altre aziende”.




Matteo Salvini a Orvieto il 19 luglio per inaugurare sede della Lega e raccolta firme per i referendum

Matteo Salvini sarà a Orvieto, il 19 luglio, per inaugurare la sede locale del partito e per promuovere la raccolta firme per il referendum di riforma della giustizia. Il segretario federale della Lega è atteso alle ore 17 in via Filippeschi n.12 per l’inaugurazione della sede orvietana e poi, alle 17.30, terrà un incontro pubblico in piazza Gualterio, dove i cittadini potranno sottoscrivere i sei quesiti referendari.

“Il nostro partito continua a crescere e radicarsi sempre più in Umbria – spiega Virginio Caparvi, segretario regionale Lega – Dopo Terni, inauguriamo nella provincia un’altra sede locale a Orvieto, ennesima riprova della volontà della Lega di essere vicino ai cittadini e a contatto con le esigenze del tessuto sociale e imprenditoriale in un momento di incertezza in cui la fase di ascolto e di confronto con il territorio risulta fondamentale per impostare le basi della ripartenza. Noi lo stiamo facendo grazie ai nostri amministratori e ai tanti militanti che credono realmente in un progetto che guarda esclusivamente al bene della comunità. La presenza in Umbria di Matteo Salvini, il quale a differenza degli altri leader politici viene a trovarci anche fuori dal periodo elettorale, è di forte stimolo alla campagna referendaria che in Umbria sta procedendo a gonfie vele. Anche questa settimana organizzeremo gazebo per la raccolta delle firme nelle piazze di tanti comuni delle due province e ovunque stiamo riscontrando un forte interesse sul tema della riforma della giustizia che non riguarda solo gli addetti ai lavori, ma tocca anche giovani e anziani, famiglie e imprenditori”.

“Aprire una nuova sede a Orvieto rappresenta per la Lega il compimento di un lungo percorso e di un importante lavoro di squadra – spiegano il referente Lega della provincia di Terni, Nico Nunzi e quello di Orvieto, Davide Melone – Un ringraziamento ai tanti militanti, agli eletti, ai simpatizzanti del partito che hanno collaborato per raggiungere questo risultato. Siamo davvero contenti che sia Matteo Salvini ad inaugurare la nostra sede, nella quale vogliamo accogliere chiunque ne avesse bisogno per confrontarsi, condividere idee, progetti e problematiche”.




La politica social, non sempre vince chi fa più post

La moda della politica social è ormai dilagata irreversibilmente.  Sarà anche colpa del covid, non vi è dubbio, ma già da prima foto, commenti e saluti impazzavano sui vari canali e pagine.  Addirittura, è stata annunciata la fine di una maggioranza di governo dal Papeete, tra un cocktail e un Inno d’Italia sguaiato e scomposto

Il covid ha spersonalizzato la politica anche istituzionale allontanando tutti, tenendoli forzatamente a casa e obbligando consiglieri comunali e regionali a lunghe dirette in streaming.  Cambiano i tempi e cambiano anche le modalità di fare politica e di comunicarla ai cittadini e oggi internet, più in generale, è il canale privilegiato perché immediato e apparentemente senza mediazioni, magari del giornalista puntuto che pone domande anche scomode.  Cosa c’è di meglio del comizio 2.0, senza applausi live, ma con tante emoticon di approvazione?  Certo, di approvazione perché il social ti permette, di fatto, di scegliere chi ti è amico, chi vedere, chi seguire, in poche parole manca il contraddittorio.  E i politici, in particolare locali, sono così disabituati ad avere di fronte un cittadino da convincere, magari della parte avversa, che poi ce li ritroviamo a parlare sopra le righe, quasi in preda ad un delirio di onnipotenza che, nel breve giro di qualche mese, può divenire impotenza politica.  E’ questo il caso del politico che minaccia sanzioni a quell’avversario o all’altro, che scrive messaggi neanche tanto “in codice” per aprire una crisi o tentare di aprirla.  Ma, tornando al caso Papeete, la nuova classe politica spesso sbaglia a fare di conto e si ritrova con un pugno di mosche in mano, cioè al “delirio di impotenza” o alla sindrome della belva ferita, che attacca, graffia, morde, ma, alla fine, viene inevitabilmente messa in trappola e domata se non peggio uccisa.

I social rischiano di diventare una straordinaria arma di distrazione di massa per tentare di spostare l’attenzione mentre si sta consumando una durissima conta interna.  Potrebbe essere questo il caso della Lega locale e umbra.  L’altro partito protagonista è sicuramente Fratelli d’Italia che si gode i sondaggi che a livello nazionale, in alcuni casi, lo pongono già sopra i diretti concorrenti della Lega.  Le bordate tra i due, che si dicono alleati, arrivano ciclicamente ma questa volta, stando ai rumors dei palazzi, il malessere è interno alla Lega.  L’eterna guerra tra Caparvi e Briziarelli si declina anche a livello locale con il capogruppo Andrea Sacripanti che dopo lo stop del sindaco Tardani al suo ingresso in giunta, dato per scontato dopo l’addio di Ranchino, è in agguato, pronto a tendere imboscate magari a costo di affondare la nave, almeno questo si vocifera ormai da qualche settimana.  Intanto, sempre da voci vicine al partito, sembrerebbe che i due “dissidenti” della linea ortodossa del partito, e cioè Luciani e Moscetti, abbiamo ricevuto un’ammonizione per aver partecipato ad un consiglio comunale nonostante l’ordine di scuderia fosse quello di disertare.  D’altronde senza Barbara Saltamartini, che garantiva equilibrio e soprattutto era unica responsabile piuttosto ruvida, oggi tutte le divisioni interne sono venute quasi allo scoperto tanto che nel governo Draghi nessun umbro del Carroccio, ha avuto almeno uno strapuntino nonostante i rumors ne davano per praticamente certi due.  Niente da fare! 

Ora la Lega ha compiuto una nuova inversione a “U” nel tentativo di rimescolare le carte ma probabilmente i tempi non sono ancora maturi visto che un po’ tutti, maggioranze e opposizioni, si vogliono contare, prima di sparare le loro cartucce, su numeri parziali, sì, ma reali e non sempre chi spara in anticipo poi esce vincitore, anzi, e la storia insegna.