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Operatori e categorie a confronto al Digipass sulle opportunità dello smartworking

Le opportunità dello smartworking per rendere attrattiva la città non solo dal punto di vista turistico. Il tema è stato discusso sabato 4 febbraio alla sala Digipass della biblioteca comunale “Luigi Fumi” nel corso dell’incontro “Orvieto best place to smartwork – Istruzioni per l’uso”. Un appuntamento riservato agli operatori delle strutture ricettive (alberghi, B&B, agriturismi, case vacanze, etc), alle agenzie immobiliari e alle agenzie di viaggio che fa seguito all’accordo sottoscritto tra Comune di Orvieto e HqVillage, la piattaforma digitale che mette in contatto borghi e città con le community di smart workers e nomadi digitali.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti il sindaco di Orvieto e assessore al Turismo, Roberta Tardani, il co fondatore di Hq Village, Luca Piras, il destination manager Giancarlo Dell’OrcoGiulia Vinci dell’associazione DestinAction, e i rappresentanti delle categorie coinvolte che hanno avuto la possibilità di fare domande e approfondire l’argomento. Nel Mondo – è stato detto – si stima che nel post pandemia il numero di smart workers e nomadi digitali abbia superato il miliardo. Secondo il Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia 2022, l’87% dei nomadi digitali cercano un alloggio per un soggiorno oltre 1 mese, il 20% del totale oltre i 6 mesi, il 42% vivrebbe in Italia 1 anno intero, il 73% cerca case in affitto, il 64% spenderebbe mensilmente meno di 1.000 euro, il 36% più di 1.000 euro.

Un importante e necessario momento di approfondimento e confronto – spiega il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – per dare gambe a un progetto che coinvolge la parte pubblica ma che necessita della condivisione e dell’apporto dei privati. Come amministrazione dobbiamo sapere intercettare le necessità di smart workers e nomadi digitali e garantire loro non solo esperienze che li facciano sentire cittadini temporanei ma anche servizi essenziali, a partire da una connessione web efficiente. In questo senso ci sono progetti in corso di importanti operatori del settore delle telecomunicazioni per estendere la fibra anche alle frazioni. Allo stesso tempo, da parte delle strutture ricettive e dei proprietari immobiliari è fondamentale il contributo per assicurare una accoglienza adeguata e dedicata ai bisogni di questa categoria emergente di persone. Da luglio scorso – aggiunge – Orvieto è presente nella piattaforma di HqVillage con quanto di meglio ha da offrire in termini di qualità della vita e servizi. L’incontro che abbiamo promosso è servito a creare una massa critica di strutture per poter cominciare a rispondere a una domanda che già c’è. Turismo e residenzialità – conclude – sono gli assi di riferimento della nostra azione e le opportunità dello smartworking possono essere il passaggio intermedio che può aiutarci a destagionalizzare i flussi, intercettare target altospendenti, proporre Orvieto come luogo da vivere e quindi contrastare lo spopolamento”.

Attrarre smart workers e nomadi digitali è una sfida globale – afferma Luca Piras, intervenuto anche a nome dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali – e in tutto il mondo Nazioni, governi, regioni e città stanno varando iniziative, agevolazioni e visti speciali per riuscire ad attrarli. La nostra piattaforma ha già molte richieste ma l’offerta di strutture è ancora inferiore alla domanda. Quello che vogliono gli utenti è selezionare in pochi e semplici passi le migliori destinazioni con spazi di lavoro gratuiti e alloggi adatti per soggiorni medio-lunghi. Non cercano solo posti belli, ma servizi, esperienze e una comunità locale accogliente che li faccia sentire come a casa. Si tratta di un’opportunità per le pubbliche amministrazioni di rendere le città e i borghi attrattivi non solo da punto di vista turistico ma anche lavorativo mentre per i proprietari immobiliari di avere nuove fonti di reddito con affitti brevi o medio-lunghi. La sfida – conclude – da un lato è quella di riuscire a coinvolgere la comunità locale, dall’altra adeguare case e strutture ai bisogni lavorativi e di vita per un periodo medio-lungo e soprattutto fare rete con altri host e fornitori di servizi”.

Proprio in questa ottica, è stato illustrato un possibile sviluppo del progetto rivolto agli operatori e basato su un sistema di accoglienza turistica diffusa elaborato da DestinAction che ha scelto Orvieto e altre destinazioni italiane come oggetto di studio dei suoi bootcamp con giovani professionisti del settore e aspiranti destination manager.




A ciascun socio Cosp dona un buono spesa da 200 euro per il Natale

La cooperativa di servizi Cosp Tecno Service ha distribuito nei giorni scorsi un buono spesa di 200 euro a ciascuno dei 525 soci attualmente al lavoro nei numerosi cantieri dell’azienda in 11 regioni italiane. “In un momento di forte difficoltà per tante persone, abbiamo voluto compiere un gesto di vicinanza che fosse il più concreto possibile nei confronti di chi costituisce l’anima della nostra impresa”, spiega il presidente di Cosp Danilo Valenti.

I buoni spesa sono stati consegnati con gli stipendi di dicembre per consentirne l’utilizzo nel periodo delle spese natalizie. Questa iniziativa di welfare aziendale è stata realizzata giusto qualche mese prima del cinquantenario dell’azienda e s’inserisce in una chiara politica di governance aziendale, portata avanti con determinazione da molto tempo. Già nel 2018, infatti,  Cosp Tecno Service aveva stipulato una polizza assicurativa a favore dei soci, a totale carico della cooperativa, attivabile qualora dovessero sopraggiungere condizioni di non autosufficienza fisica a causa di malattie neuro-degenerative o gravi infortuni.

“Solidarietà e responsabilità sociale dell’impresa sono e devono essere parte di noi – prosegue Valenti – la solidità di un’azienda, la sua capacità di far fronte alle difficoltà e di costruire sviluppo risiede in primo luogo nel valore riconosciuto alle persone e nella qualità dei rapporti tra di loro. Investire nelle persone è investire nel lavoro e nei valori della cooperazione e costituisce senza ombra di dubbio un buon investimento”.




Il nuovo Rapporto di Cittadinanza Territorio Sviluppo, in fuga da Orvieto i giovani e le fasce di popolazione produttive. E’ l’autunno demografico

Cittadinanza Territorio Sviluppo srl sociale, presenta il 4° Rapporto del 2022 dedicato all’andamento demografico dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano curato da Annalisa Bacciottini e Antonio Rossetti.  Già dal titolo, “Questo non è un Paese per giovani (né per lavoratori)” s’intuisce che i risultati sono piuttosto negativi, o meglio drammatici per l’intero territorio.  Alla fine del 2021 in Umbria risultano residenti quasi 860 mila abitanti con una diminuzione dello 0,68% sull’anno precedente.  E’ la conferma di un trend già nel 2019.  Scendono anche i residenti stranieri e questo conferma che in Umbria sono sempre meno gli abitanti in età produttiva mentre crescono gli over 64 anni.  Nell’intero periodo preso in esame dal report la popolazione totale è calata dell’1,3%. 

Il mero dato demografico conferma il trend nazionale e non è particolarmente drammatico.  Una lettura più approfondita che lega la demografia all’economia fa emergere un quadro ben diverso e drammatico cisto che i residenti fino a 14 anni, cioè la forza lavoro futura, è diminuita in totale del 6%, mentre nella fascia di età produttiva tra i 15 e i 45 la flessione è del 5,3%.  A crescere è la fascia tra 46 e 64 anni, cioè chi si prepara a entrare nella cosiddetta età improduttiva, quella dei pensionati.  Proprio la crescita nelle fasce over 45 rende più dolce la curva comunque discendente dei residenti totali in Umbria. Nell’introduzione al report si legge che “i dati relativi all’Area Interna mostrano una situazione qualitativamente analoga ma quantitativamente peggiore del dato regionale: la popolazione è scesa nell’ultimo anno dello 0,78%, ma il dato relativo all’intero periodo (2018-2021 ndr) mostra un calo assai più sensibile di oltre il 3%; ma soprattutto – continua il report – sono scese nell’ultimo anno tutte le classi di età con esclusione degli over 85…”.  E a Orvieto?  Nel 2021 la popolazione totale è scesa sotto i 20 mila abitanti e sono calate tutte le prime tre fasce di età per un totale del 4%.  Preoccupante è la variazione negativa degli under 14 che ha toccato quasi il 2%.  Nel Rapporto viene spiegato che “non solo si palesa un trend calante – che pare inarrestabile – del dato dei residenti, ma soprattutto ciò avviene a detrimento sia delle classi già occupate sia di quella fino a 14 anni, il giacimento demografico su cui si basa il futuro; a fonte di ciò crescono i residenti della fascia di età più elevata”.  Questo dato in economia si traduce in “flessione del prodotto per via del rarefarsi degli occupati e la relativa difficoltà nel sostenere un numero di inoccupati sempre più incidente; stasi della domanda per i consumi; una cronica eccedenza di risparmio”.  Questa stasi demografica causa, poi flussi di popolazione in uscita negli under 45 e minori nascite creando un pericoloso e difficilmente gestibile effetto a catena, ma soprattutto una carenza d’investimenti che aggrava il fenomeno del “nanismo delle imprese”. 

E’ un “circolo perverso” che più essere risolto solo con interventi sul carico fiscale per le abitazioni date in locazione, con investimenti sulle infrastrutture e sui servizi per attrarre nuove famiglie residenti.

Scarica l’intero rapporto di Cittadinanza Territorio Sviluppo srl Impresa Sociale




CNA sottoscrive un protocollo antiabusivi nel settore bellezza con Gdf, Inps, Inail, Agenzia delle Entrate e Anci

CNA sottoscrive un nuovo protocollo di intesa con gli enti di controllo e lancia una campagna di comunicazione sul lavoro irregolare nel settore del benessere. “Chi esercita una professione in modo abusivo non pratica solamente una forma di concorrenza sleale contro le imprese che agiscono alla luce del sole, drenando risorse all’economia e sottraendosi al fisco e a ogni altro tipo di controllo, ma espone il cliente finale e gli stessi lavoratori coinvolti a grossi rischi in termini di salute e sicurezza. Per questo il fenomeno va combattuto senza tentennamenti, unendo tutte le forze in campo.” Sono queste le motivazioni che hanno spinto CNA Umbria a farsi promotrice della sottoscrizione di un nuovo protocollo d’intesa con i principali attori coinvolti nella lotta all’esercizio abusivo della professione, dalla Guardia di Finanza all’Agenzia delle Entrate, dall’Inps all’Inail, fino all’associazione dei Comuni dell’Umbria, e a lanciare una campagna di comunicazione specifica.

“Il contrasto a questo fenomeno – ha affermato Marina Gasparri, responsabile del progetto per CNA Umbria – partirà innanzitutto dalla condivisione delle segnalazioni di presunti casi di abusivismo che perverranno all’indirizzo abusivismo@cnaumbria.it con gli enti deputati ai controlli. L’impegno comune è quello di arginare l’esercizio abusivo delle professioni artigiane e del lavoro sommerso e irregolare e sviluppare di azioni a supporto dell’attività di vigilanza e controllo, quali ad esempio indagini e formazione degli operatori“. Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandra Ligi, direttrice regionale di Inail, “sicurezza e legalità sul lavoro sono un binomio inscindibile. Questo protocollo è un ulteriore strumento di convergenza per individuare strategie di intervento efficaci nel contrasto di tutte le attività illegali”. Per Michele Toniaccini, presidente regionale di Anci,una delle mission dell’associazione è lavorare al servizio delle istituzioni e di chi favorisce lo sviluppo e la competitività dei territori. Oggi, come già in passato, rinnoviamo la sottoscrizione a questo protocollo, che porteremo in discussione anche all’interno della nostra consulta allo sviluppo economico e diffonderemo nei Comuni umbri”.

L’atto, infatti, rinsalda una collaborazione già in atto ormai da anni e fa seguito a documenti analoghi già sottoscritti nei mesi scorsi da CNA Umbria con le prefetture di Perugia e Terni e con l’Agenzia delle Dogane. In concomitanza con l’entrata in vigore del nuovo protocollo, CNA Umbria lancia anche la sua campagna di comunicazione specifica contro l’abusivismo nel settore del benessere. “L’estetica e l’acconciatura sono due ambiti in cui purtroppo il fenomeno sembra essere in crescita, anche per effetto della pandemia – ha dichiarato Simone Cecchetti, presidente regionale di CNA Acconciatura -: nei mesi in cui gli esercizi regolari osservavano le chiusure imposte dai lock down, operatori irregolari sotto tutti i profili proliferavano nelle abitazioni private. Ancora oggi, sono tanti gli operatori che, senza alcun titolo, qualifica, formazione, offrono i loro servizi e sono presenti addirittura sui social!”. A questo proposito, il comando provinciale della Guardia di Finanza, nel corso degli ultimi mesi, ha predisposto un piano di interventi che ha portato all’accertamento di diverse irregolarità. “Le attività si inseriscono nell’ambito dell’azione di contrasto all’evasione fiscale e alla concorrenza sleale a tutela degli operatori di settore che lavorano correttamente, si attengono in maniera rigorosa alle regole, investendo risorse ed energie per adeguarsi alle misure igienico-sanitarie a tutela della sicurezza dell’ambiente di lavoro“.

“Oltre ai risvolti negativi che tutto questo ha per l’economia – ha aggiunto Piera Santicchia, presidente regionale di CNA Estetica vorrei ricordare i rischi per salute che si corrono quanto un trattamento estetico, a partire da una semplice pedicure, non viene realizzato seguendo tutte le procedure, a cominciare dalla sanificazione, che solo in un centro estetico attrezzato possono essere garantite, anche grazie alla formazione continua e agli aggiornamenti cui gli operatori si sottopongono“. Per Marina Gasparri “vigilanza, controlli e sanzioni sono essenziali ma da soli non bastano”. Per questo abbiamo deciso di far leva sul consumatore finale, con una campagna di comunicazione che contrappone al mondo del sommerso quello degli operatori che rispettano le regole, realizzata grazie alla disponibilità dei professionisti del direttivo regionale CNA Benessere a trasformare i propri centri in set cinematografici.”

“Legalità, competenza e sicurezza – hanno concordato Cecchetti e Santicchia -. sono le parole chiave di una comunicazione che vuole ricordare al consumatore a cosa rinuncia ogni volta che ricorre a un operatore abusivo. Il messaggio che vogliamo far arrivare è che il vero benessere, si trova solo all’interno dei centri di acconciatura ed estetica che rispettano le regole e offrono le necessarie garanzie. E – hanno concluso i dirigenti CNA – con i nostri colleghi sul campo vogliamo condividere una certezza: la nostra vera arma è la qualità del servizio che sappiamo offrire, per cui su quello non dobbiamo mai smettere di investire.”




Michele Carloni, CNA, “l’Umbria perderà 29 mila lavoratori in 9 anni, servono nuovi flussi migratori”

“Le previsioni del Sole24Ore sulla perdita di lavoratori in Umbria confermano quanto avevamo già denunciato alla presentazione della nostra ultima ricerca condotta in collaborazione con il Cresme. Occorre avviare una riflessione che ci porti verso un nuovo modello di sviluppo, agendo su più fronti: invecchiamento e natalità, perdita di abitanti in età lavorativa, politiche per la famiglia e capacità attrattiva dell’Umbria, ma anche immigrazione: appare evidente, infatti, che per lo svolgimento di alcune professioni e mestieri sia necessario andare a una revisione dei flussi migratori se vogliamo che le imprese crescano. E dobbiamo farlo urgentemente.” Michele Carloni, presidente di CNA Umbria, interviene a commento delle previsioni pubblicate dal Sole24Ore, che per l’Umbria stima la perdita di ben 29mila lavoratori nei prossimi 9 anni.

“Le cifre pubblicate dal quotidiano economico sono allarmanti e vanno di pari passo con quello che abbiamo evidenziato anche noi appena due settimane fa. L’Umbria ha già perso 30mila abitanti nell’ultimo decennio, le morti sono il doppio delle nascite (10mila contro 5mila), mentre gli stranieri che arrivano bastano appena a compensare il numero di persone che lasciano la regione per altre città italiane o per l’estero. E le previsioni per il futuro sono altrettanto drastiche. Si stima, infatti, che da qui al 2031 ci sarà un calo di ulteriori 35mila residenti, mentre ancora più drammatica è la stima degli abitanti umbri nel 2041, quando si prevede che la popolazione scenderà di altre 55mila unità, portando la regione a circa 735mila residenti rispetto agli attuali 859mila. È evidente che questa tendenza debba essere contrastata con decisione. La questione è sicuramente complessa.

Già ora, al netto dei problemi enormi indotti dal rincaro eccezionale dei costi energetici e delle materie prime, uno dei principali problemi riscontrati dalle imprese è ancora quello della mancanza di manodopera specializzata. Ma è anche vero che è molto difficile trovare giovani, e meno giovani, disposti a frequentare corsi di formazione, anche se molto qualificanti e in grado di fornire prospettive concrete di impiego. Sono tutte questioni che non possono restare sullo sfondo. Dobbiamo decidere ora che tipo di futuro vogliamo per l’Umbria, affrontando il problema del progressivo invecchiamento della popolazione regionale, della perdita significativa di persone in età lavorativa, di quali politiche adottare per il sostegno alla natalità e alla famiglia, di come l’Umbria possa diventare maggiormente attrattiva, e di flussi migratori adeguati alle esigenze delle imprese: Insomma – conclude Carloni – va cambiato il modello di sviluppo.”




I dipendenti della Basalto la Spicca consegnano in Comune 2500 firme a difesa del lavoro e dell’azienda

La data del 30 giugno è sempre più vicina e il rischio che l’attività della cava “Basalto la Spicca” si blocchi è sempre più concreta. I dipendenti stanno da tempo combattendo per il diritto al lavoro e per il loro futuro e il 24 giugno hanno consegnato nelle mani del sindaco e del presidente del consiglio comunale, le firme raccolte a loro sostegno e dell’azienda.

“Noi dipendenti della Basalto la Spicca SpA, a dimostrazione del consenso raccolto, accompagnati dal nostro sindacato, abbiamo consegnato il 24 giugno nelle mani del sindaco, vice-sindaco e presidente del consiglio comunale, più di 2500 firme per mantenere in attività la cava della Basalto la Spicca Spa e salvare i posti di lavoro.

C’è chi “confeziona” articoli e locandine allarmiste e mistificatrici contro una realtà lavorativa storica e importante come la nostra e ci sono persone che dimostrano il loro sostegno e una forte solidarietà perché ben conoscono le difficoltà del mondo del lavoro soprattutto in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo.

Tale supporto, con nostro piacere, non è venuto soltanto da cospicuo indotto che teme a sua volta un effetto domino con ripercussioni sul proprio lavoro, ma anche da coloro i quali sostengono la nostra causa ben conoscendo la realtà di una comunità che si sta sempre più spopolando, anche a causa della carenza di posti di lavoro, accentuando in modo rilevante la crisi del territorio orvietano.

Non è nostra intenzione assistere inermi, vorremmo evitare l’irreparabile, ovvero la chiusura di un sito estrattivo storico che non è assolutamente una “vergogna” bensì una risorsa da non perdere per Orvieto e per tutto il territorio nel quale siamo nati, cresciuti e orgogliosi di lavorare.

Ringraziamo pubblicamente coloro che ci sostengono”.




CNA costruzioni, con il blocco delle cessioni dei crediti a rischio 500 imprese e 2,5 mila posti di lavoro

La CNA torna a chiedere interventi urgenti per il settore edile penalizzato dal blocco della cessione dei crediti maturati con il Superbonus. Secondo un’indagine nazionale condotta dalla stessa associazione nella sola Umbria con il blocco del sistema sono a rischio 500 imprese del settore e oltre 2,5 mila posti di lavoro. La CNA chiede che il governo nazionale intervenga con urgenza per dare garanzia sulla chiusura dei cantieri che sono stati già avviati ma soprattutto per rassicurare le tante aziende oggi in bilico perché si è scelto di bloccare in corsa invece di modificare dopo la chiusura della fase dei lavori, l’intero sistema dei bonus edili. “Sono mesi che denunciamo questo rischio e in questi giorni le imprese stanno concretamente ricevendo lettere dalle banche – afferma Pasquale Trottolini, responsabile di CNA Costruzioni Umbria -. Non c’è più tempo da perdere.”

Dopo l’approvazione della legge di Bilancio 2022 che confermava la possibilità di effettuare lo sconto in fattura e di cedere i crediti fiscali agli intermediari finanziari, le domande presentate all’Enea sono aumentate dell’80%. “Basti pensare – aggiunge Trottolini – che in Umbria sono passate dalle 1.586 di fine 2021 alle attuali 2.872. Parliamo di un valore economico di 535 milioni di euro, di cui solo il 70% concluso, mentre altri 200milioni restano tuttora appesi.” Le domande presentate a livello regionale sono relative a 1.431 abitazioni unifamiliari e 849 cosiddette unità immobiliari funzionalmente indipendenti, con investimenti rispettivamente di 161milioni e 85milioni di euro, mentre 592 sono riferite a condomini, un numero pari a poco più del 20% delle pratiche ma con investimenti previsti che cubano per oltre la metà del totale.

“La stretta sulla cessione del credito obbligherà tante imprese a portare i libri contabili in tribunale perché, dopo aver concesso lo sconto in fattura, oggi si trovano con crediti che, a lavori ormai conclusi, non sono più in grado di cedere. Ma ci sono anche imprese che, pur non avendo applicato lo sconto in fattura, stentano a farsi pagare da privati che, a loro volta, avevano messo mano alla riqualificazione energetica e sismica dei propri immobili facendo conto sulla possibilità di cedere il credito agli intermediari finanziari, soprattutto banche, e oggi non possono più farlo.”

Le imprese umbre del settore Costruzioni (edili e impiantisti) sono circa 11mila, di cui quasi il 70% composto da ditte individuali poco patrimonializzate e a rischio di forte indebitamento per la mancanza di pagamenti di commesse già concluse. “Questo non potrà non avere effetti sul rating d’impresa e quindi sulla possibilità di accedere al credito bancario, i cui costi, peraltro, stanno salendo velocemente spinti dall’inflazione e dal rialzo dello spread. E questo è un autentico paradosso per imprese che, sulla carta, sono piene di commesse. Il Governo e il Parlamento non possono permettere che si verifichi un corto circuito di questo tipo. I dati dimostrano che il sistema dei bonus e la possibilità di cessione dei crediti rappresentano misure anticicliche che hanno permesso di aumentare il Pil, facendo fronte alla crisi pandemica e, ora, anche a quella provocata dal conflitto in corso. Ma sono anche misure utili e necessarie a riqualificare il patrimonio immobiliare. Li si vuole rimettere in discussione? Va bene, ma solo dopo aver sanato le situazioni pregresse, garantendo la chiusura dei cantieri già conclusi o avviati e la messa in sicurezza delle imprese delle Costruzioni. Sempre che la tenuta del sistema, la sostenibilità e il New Green Deal continuino ad essere una priorità per il Paese” – conclude Trottolini.




Cava del Botto, il Comune apre procedimento per inquinamento acustico per l’impianto di frantumazione

A seguito dell’istanza inviata al sindaco sul tema del rumore, il Comune di Orvieto ha avviato formalmente il procedimento per presunte violazioni delle norme in materia di inquinamento acustico.  Infatti, tra le osservazioni, che saranno esaminate dalla Conferenza dei Servizi, è stato presentato anche un report di misurazione del rumore dal quale è emerso un notevole superamento, di circa il doppio, dei limiti di legge, causato dall’impianto di frantumazione.  Un impianto, ricordiamo, che sta proprio sotto l’abitato del Botto, attivo 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana per tutti i giorni lavorativi dell’anno e che adesso vorrebbero portare a 10 ore al giorno per 330 giorni all’anno.

Il Comune di Orvieto, ha quindi avviato il procedimento  nei confronti della società Basalto La Spicca per le presunte violazioni delle norme in materia di inquinamento acustico (Legge Quadro sull’inquinamento acustico del 26/10/1995 n. 447 e s.m.i., DPCM 14/11/1997, L.R. 1/2015 e Regolamento Acustico Comunale (R.A.C.) approvato con D.C.C.n. 34 del 04/04/2016) per la verifica dei superamento dei limiti differenziali prodotti dall’impianto di trasformazione individuando il responsabile comunale del procedimento.

Nel frattempo la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con decreto n. 32 del 16 marzo 2022, ha dichiarato di interesse particolarmente importante e sottoposto a vincolo il Podere Spicca che sarebbe stato demolito a seguito dell’ampliamento della cava Ricordiamo che sono state depositate le osservazioni al progetto di ampliamento della Cava del Botto che verranno esaminate dalla Regione in vista della Conferenza dei Servizi.

Fonte: Comitato Amici del Botto




Deserta la gara europea per l’affidamento di Teatro, Palazzo del Popolo e IAT

E’ andata deserta la gara europea per l’affidamento in concessione della gestione integrata del Teatro Mancinelli, del Palazzo del Capitano del Popolo e del servizio di informazione e accoglienza turistica. Infatti, alla scadenza del bando emanato dall’Amministrazione Comunale, fissata per l’11 aprile, non sono state presentate offerte. “Il progetto di gestione proposto dall’Amministrazione Comunale – commenta il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – ha ricevuto l’attenzione di diversi operatori del settore che nei giorni scorsi hanno effettuato i sopralluoghi di rito. Con ogni probabilità, tuttavia, sulla scelta finale ha influito l’incertezza che accompagna questo particolare momento storico. La ripresa post pandemia è infatti condizionata non solo dai timori ancora legati agli strascichi dell’emergenza sanitaria ma anche agli effetti del caro-energia e alla difficile situazione internazionale, elementi che stanno rallentando la piena ripartenza delle attività culturali in tutto il Paese e non incoraggiano impegnativi investimenti di medio-lungo termine come quelli oggetto del bando”.
“Continuiamo a credere fortemente nel progetto di gestione integrata dei nostri asset turistico-culturali che assicura una prospettiva e un miglioramento dei servizi
 – prosegue – e l’attenzione ricevuta ce lo conferma, ma a questo punto è necessaria una pausa di riflessione per valutare l’evolversi della situazione e non sottrarre tempo alla programmazione della prossima stagione culturale della città alla quale stiamo già lavorando. In attesa di riproporre il bando in periodi di mercato più favorevoli e meno condizionati da fattori esterni – conclude – proseguiremo nella formula di gestione diretta del Teatro Mancinelli e del Palazzo del Popolo esternalizzando i servizi strumentali e di supporto, una formula che in questa fase di transizione ha comunque garantito la efficiente funzionalità delle strutture come dimostrano i risultati della seconda parte della stagione del Teatro Mancinelli e la programmazione delle attività del Palazzo del Popolo che nel corso dell’anno ospiterà importanti eventi, congressi e manifestazioni”.   




Sicurezza sul lavoro, i Carabinieri sanzionano alcuni cantieri edili a Fabro

Prosegue l’azione dei Carabinieri della Compagnia di Orvieto che, negli ultimi due mesi, sono stati impegnati nel capillare controllo del territorio teso a garantire il rispetto della legalità sui luoghi di lavoro, ancora troppo sovente scenari di incidenti le cui conseguenze sono rese maggiormente tristi dal fatto che il più delle volte risultano corollario del mancato rispetto di normative e procedure di sicurezza.

Nell’ambito di tali servizi, i Carabinieri della Stazione di Fabro, unitamente al personale dell’Ispettorato del Lavoro di Terni, hanno proceduto al controllo di alcuni cantieri edili, rilevando numerose violazioni alle norme del Decreto Legislativo 81/2008 in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, a carico sia dei titolari delle ditte che dei committenti. In particolare, nel mese di dicembre all’esito delle verifiche all’interno di un cantiere ubicato nel comune di Fabro si è riscontrata la presenza di un ponteggio non conforme alle norme pertanto il titolare della ditta è stato sanzionato penalmente con ammenda di € 2.457,02. Nei giorni scorsi sempre a Fabro, all’esito di altro cantiere edile sono stati riscontrati nei confronti di due soggetti gravi mancanze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro consistenti per il primo nella mancata verifica periodica dell’impianto di sollevamento presente sul cantiere, mentre per il secondo il mancato aggiornamento del PIMUS (piano di montaggio, uso e smontaggio del ponteggio). Nella circostanza sono state elevate ammende per complessivi € 4.800,00 e sanzioni amministrative per complessivi € 600,00.