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Il caos, il caso, l’amicizia

Una presentazione a Canale di Orvieto di: Stanisław Lem, Summa technologiae. Scritti sul futuro, traduzione e cura di Luigi Marinelli, Luiss Universityt Press, Roma 2023.

Metti che per un caso fortunato ritrovi un vecchio amico su uno dei social (quello più tipico di noi boomer ormai desueto per i più giovani), metti che a questo amico ti eri dimenticato di aver regalato un frac trent’anni fa (dopo che avevate fatto insieme letture teatrali di testi futuristi polacchi), metti che quest’amico presiede un’associazione culturale denominata, come lui e quelli come lui, “Estroversi”, e che quest’associazione ha sede in un borghetto umbro fuori Orvieto. Metti che dopo un anno e più di lavoro, una casa editrice accademica, ma non come penseresti (Luiss University Press) ti pubblica un libro che hai tradotto e curato (autore: Stanisław Lem; titolo: Summa technologiae; anno della prima pubblicazione originale: 1964 a Varsavia), e che questo libro comincia a girare e a incuriosire persone le più varie, perché intende parlare liberamente dei “problemi dei pronipoti dei nostri pronipoti”, cioè dell’evoluzione del mondo e di noi, esseri cosiddetti umani, nel mondo. Metti infine che l’Associazione Estroversi si mette in contatto con te e con Luiss University Press per organizzarne una presentazione per i suoi fedelissimi e affettuosi “adepti e adepte”: gente più o meno del posto con molta voglia di incontrarsi, leggere, chiedere, partecipare. E così capita che un sabato di sole, il 13 aprile, dopo una breve passeggiata a Orvieto e una sosta prolungata in Duomo a guardare il Signorelli a bocca aperta, si presenti quel libro in campagna: un libro su tecnologie (realtà virtuale e aumentata, intelligenza artificiale, neuro-robotica, creazione di mondi, esplorazione del cosmo e del cervello umano…) oggi appena agli albori, figuriamoci allora, nel 1964! E metti che durante la discussione fra chi l’ha tradotto e curato quel volume di 430 pagine, un giovanissimo matematico dell’Università di Ginevra (Alessio Ranallo) e un meno giovane filosofo dell’Università di Siena (Giancarlo Baffo) s’incontrino e si scontrino punti di vista diversi su quel libro e sui suoi temi, stimolati, provocati e rintuzzati dallo spirito (o spiritello) benefico di Gianluca Foresi che fa da presentatore, mattatore, intrattenitore e tiene viva l’attenzione del pubblico, che gremisce perfino in piedi o sulle scale interne di casa, la saletta dell’Associazione, e che poi – nonostante le pizzette e il buon vino in attesa per il previsto aperitivo generosamente offerto dalla Casa – alla fine le domande le fa, e che domande!

“Come posso io persona semplice, affrontare questi temi tanto ‘difficili’”? “Cosa si può dire, noi popolo, del sonno culturale in cui il Potere tende a farci cadere, specie i giovani, proprio attraverso l’imposizione di un uso irresponsabile e irragionevole della tecnologia avanzatissima (le “scatolette” degli smartphone) di cui tutti possiamo, anzi, dobbiamo disporre?”. La signora Paola, la signora Patrizia portano così la discussione su un piano solo apparentemente più generale, ma esattamente quello che interessava a Lem: il rapporto fra gli uomini e le macchine: Summa technologiae è infatti un libro sul passato e sul futuro bio-tecnologico dell’umanità dal punto di vista della cibernetica, cioè visti attraverso dei modelli (e degli esperimenti mentali) logico-matematici che possano servire a migliorare, non a peggiorare le sorti del mondo. C’è ancora un elemento ottimisticamente (illuministicamente)  costruttivo in questo libro (il cui penultimo capitolo s’intitola per l’appunto “Costruzione di mondi”), che poi via via sarebbe sparito anche in Lem, portandolo sempre più verso forse di scetticismo e a un vero e proprio “umanesimo misantropo”, a fronte dell’incurabile tribalismo, aggressività e imbecillità (in senso etimologico e letterale) degli esseri umani. Che fare a quel punto?

Finita la presentazione e la discussione, finito l’ottimo aperitivo con pizzette, tramezzini e dolcetti offerti e preparati dalle “adepte” di “Estroversi”, non resta che andare verso sera in paese a tentare di ricomporre il caos dei pensieri e delle emozioni di un bellissimo incontro di metà aprile. Il caso vuole che questo avvenga nella Cantina Foresi, dove chi scrive riincontra dopo oltre trent’anni la padrona, la bellissima ostessa nonché mamma di Gianluca: mi guarda e mi dice che si ricorda di me. Possibile? Sì. I prodigi del cosmo esistono, e il caso, in questo caso, ricompone tutto in una cena fra amici vecchi, nuovi e ritrovati, e nel bellissimo ricordo che ne rimarrà.




“Un sogno lungo un film”, il racconto di Guido Barlozzetti al Teatro del Carmine

Venerdì 5 aprile alla Sala del Carmine di Orvieto un racconto-spettacolo sul Cinema, sul piacere delle immagini e delle storie che raccontano.  Il cinema è un fascio di luce che prende forma su uno schermo e va a colpire l’emozione di uno spettatore. Una storia che comincia alla fine dell’Ottocento e continua a coinvolgere nella sala buia.

“Un sogno lungo film” vuole raccontare come nel tempo il cinema abbia costruito un rapporto affascinante con chi guarda e di volta in volta abbia alimentato un mondo possibile in cui tanti si sono immersi e proiettati.  Un sogno a occhi aperti e un gioco ininterrotto con i sentimenti dello spettatore: meraviglia, paura, gioia, amore, angoscia, piacere…

Guido Barlozzetti vi entrerà di volta in volta aprendo una porta diversa per scoprire le tante facce di una magia che continua a rinnovarsi in quella sala che oggi, con fatica certo e in una realtà che cambia, cerca di rinnovare e rilanciare la sua proposta.  Via via con le sue parole e le immagini a cura di Massimo Achilli si racconterà di un treno che arriva, di un razzo sulla Luna, del silenzio e dell’avventura, di lui&lei, del musical e dell’irriverenza, e poi la suspence, il gioco, l’indisciplina, il delirio, la memoria, l’onnipotenza e il passato che diventa futuro.  Partecipano Pierre e Auguste Lumière, George Méliès, Buster Keaton, John Wayne, James Stewart, Orson Welles,  Marilyn Monroe, Gene Kelly, Judy Garland, Marlon Brando, Ingrid Bergman, Jean-Paul Belmondo, Stanley & Federico e Kōji Yakusho.

Hanno collaborato: Scuola Comunale Musica, Istituto Storico Artistico Orvietano/ISAO, Università della Terza Età, Fidapa AGE/Associazione Italiana Genitori Orvieto

Biglietto 12 euro, 10 per i soci delle Associazioni.




Sigfrido Ranucci e Giuseppe Giulietti Alla Sala dei 400 di Palazzo del Popolo

Venerdì 22 marzo alla 17,30 presso la Sala dei 400 di Palazzo del Popolo. Presentazione del libro “La scelta” di Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, la trasmissione di Inchiesta di RaiTre. Con lui ci sarà Giuseppe Giulietti, già Parlamentare, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa e Fondatore e Coordinatore e portavoce nazionale dell’Associazione “Articolo21… Liberi di” per la difesa dei valori custoditi dall’Articolo 21 della Costituzione Italiana. A moderare il dibattito sarà il giornalista Antonello Romano.

Sigfrido Ranucci è fra i più importanti giornalisti d’inchiesta del panorama italiano e l’incontro permetterà di affrontare il tema della libertà di stampa e del giornalismo d’inchiesta attraverso il racconto della sua vita professionale. Sarà come entrare all’interno della redazione di Report e comprendere come si sviluppano le inchieste della nota trasmissione televisiva, baluardo del giornalismo investigativo e di inchiesta nel nostro Paese. Una trasmissione la cui “chiusura” viene “minacciata” quasi ogni anno ma il cui legame con il pubblico fa sì che possa avere una scorta mediatica collettiva in grado di superare ogni tentativo di controllo della politica e dei poteri “forti”.

Il dialogo a due, con Giuseppe Giulietti, che con l’associazione Articolo 21 si è trovato più volte a difendere “Report” dagli attacchi della politica di diverso colore per quelle inchieste capaci di metterla a nudo, sarà particolarmente interessante anche per fare il punto sullo stato del giornalismo di inchiesta in Italia.

Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. La forza di Report è nella semplicità della scelta: offrire ai cittadini il romanzo crudo dei fatti attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali dei giornalisti. Per la prima volta ne “La Scelta”, edito da Bompiani,  Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure – come suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24 – che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale.

Giornalista inviato Rai, Ranucci, ha realizzato numerose inchieste sulle stragi di mafia tra le quali l’ultima intervista al giudice Paolo Borsellino.
Laureato in Lettere alla Sapienza, ha iniziato la sua carriera lavorando a Paese Sera. Nel 1989 è passato al TG3 dove si è occupato di cronaca, attualità e sport, ma è stato anche inviato nei Balcani e a New York per l’11 settembre 2001.
Nel 2001 e 2002 ha vinto il primo “Premio per l’informazione Internazionale Satellitare” con un’inchiesta sul traffico di rifiuti radioattivi.
Nel 2005 ha vinto il Premio “Ilaria Alpi” per l’inchiesta “Servitù Militari”.
Sempre nel 2005 ha realizzato “Fallujah, la strage nascosta”, un’inchiesta che ha fatto il giro del mondo e che denunciava l’utilizzo del fosforo bianco da parte dell’esercito americano sui quartieri della città irachena.  Con “Fallujah” ha ricevuto nel 2006 il premio “Ilaria Alpi”; la “Colomba d’oro per la Pace”, un riconoscimento della giuria dell’Archivio Disarmo, il premio Cronista dell’Anno; e il premio Mario Francese.
Ha sostituito Milena Gabanelli alla conduzione della trasmissione RAI di inchiesta Report.
Con Nicola Biondo ha scritto Il patto. Da Ciancimino a Dell’Utri. La trattativa Stato e Mafia nel racconto inedito di un infiltrato (Chiarelettere, 2010). Nel 2024 esce per Bompiani, La scelta.




Il 19 gennaio lo storico e archivista Andrea Maori presenta, “La valigia di Herbert Kappler, cronaca di una fuga annunciata”

Venerdì 19 gennaio alle 17.30, presso la Sala DigiPass della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” di Orvieto, in Piazza Febei 1, Andrea Maori, storico e archivista, terrà una conferenza straordinaria dal titolo “15 agosto 1977, La valigia di Kappler. Cronaca di una fuga annunciata”.

Il protagonista di questo dramma storico è Herbert Kappler, un tenente colonnello delle SS, giudicato colpevole dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine nei processi svoltisi tra il 1948 e il 1952. Questo tragico evento si verificò come rappresaglia all’attentato partigiano di Via Rasella. La condanna di Kappler, per aver superato di 15 unità il numero massimo di ostaggi da fucilare previsto dal diritto internazionale bellico, divenne simbolo del riscatto dell’Italia liberata dai nazisti. Durante la detenzione di Kappler a Gaeta, i giornali e le associazioni partigiane occasionalmente affrontarono il suo caso. La svolta avvenne nel 1976, quando per ragioni di salute fu trasferito all’ospedale militare del Celio a Roma. Il suo status giuridico cambiò da detenuto a prigioniero di guerra in libertà vigilata. Questo influenzò le operazioni di sorveglianza, che si dimostrarono poco rigorose. Nel Ferragosto del 1977, Kappler fuggì in modo rocambolesco, causando uno scandalo e una gioia inaspettata in Germania. La moglie di Kappler, Anneliese, dichiarò di averlo nascosto in una valigia e trasportato da sola all’automobile per far credere che la fuga fosse avvenuta senza aiuto esterno. Ma, mentre in Germania si sosteneva che Kappler fosse solo un preteso criminale di guerra, in Italia la sua fuga fu oggetto di scandalo, considerando l’efferatezza dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine.

La conferenza di Andrea Maori si propone di ricostruire questi eventi intricati, esaminando le relazioni italo-tedesche attraverso documenti di polizia e la consultazione di quotidiani. Emergono dettagli intriganti sulla fuga di Kappler: la segnalazione dell’auto in vari caselli autostradali fino al Brennero suggerisce il coinvolgimento dei servizi segreti di Italia, Austria e Germania, che sembrano aver organizzato un corteo per agevolare la fuga.

Il “caso Kappler” rimane una pagina oscura della storia repubblicana italiana, svelando depistaggi e verità scomode. La conferenza promette di offrire una prospettiva approfondita su questi avvenimenti cruciati tra politica, giustizia e memoria storica.

ENGLISH VERSION

ON JANUARY 19, THE HISTORIAN AND ARCHIVIST ANDREA MAORI PRESENTS, “HERBERT KAPPLER’S SUITCASE: CHRONICLE OF A FOREWARNED ESCAPE”

On Friday, January 19, at 5:30 PM, in the DigiPass Room of the New Public Library “Luigi Fumi” in Orvieto, located at Piazza Febei 1, Andrea Maori, historian and archivist, will hold an extraordinary lecture titled “August 15, 1977: Kappler’s Suitcase – Chronicle of a Forewarned Escape.”

The central figure in this historical drama is Herbert Kappler, a lieutenant colonel in the SS, found guilty of the Fosse Ardeatine Massacre in trials held between 1948 and 1952. This tragic event occurred as a reprisal for the partisan attack on Via Rasella. Kappler’s conviction, for exceeding by 15 units the maximum number of hostages to be shot according to international war law, became a symbol of Italy’s redemption from the Nazis. During Kappler’s detention in Gaeta, newspapers and partisan associations occasionally addressed his case. The turning point came in 1976 when, for health reasons, he was transferred to the military hospital on the Celio in Rome. His legal status changed from detainee to a prisoner of war under supervised release. This influenced surveillance operations, which proved to be lax. On August 15, 1977, Kappler escaped dramatically, causing scandal and unexpected joy in Germany. Kappler’s wife, Anneliese, claimed to have hidden him in a suitcase and transported him alone to the car to create the impression that the escape had occurred without external assistance. While in Germany, it was argued that Kappler was merely an alleged war criminal, in Italy, his escape was scandalous, considering the brutality of the Fosse Ardeatine Massacre.

Andrea Maori’s lecture aims to reconstruct these intricate events, examining Italo-German relations through police documents and newspaper consultations. Intriguing details about Kappler’s escape emerge: the sighting of the car at various highway toll booths up to the Brenner Pass suggests the involvement of the secret services of Italy, Austria, and Germany, which seemed to have organized a convoy to facilitate the escape.

The “Kappler case” remains a dark page in Italian republican history, revealing cover-ups and uncomfortable truths. The lecture promises to provide an in-depth perspective on these intertwined events involving politics, justice, and historical memory.




L’Unitre di Orvieto celebra Lev Tolstoj in un incontro dal titolo, “Una guerra e quale pace?”

L’Auditorium “Giacchino Messina” di Palazzo Coelli sarà il luogo d’incontro per un’esperienza culturale straordinaria giovedì 9 novembre alle 10. L’evento, promosso dall’Unitre e intitolato “Una guerra e quale pace? La rinascita secondo L. N. Tolstoj,” rappresenta un tributo speciale all’acclamato autore russo Lev Tolstoj. L’incontro è stato ideato dal presidente dell’Unitre, Riccardo Cambri, e dal segretario Angiolina Vonmoos, ed è parte della rassegna aperiodica “Visioni Letterarie.” Il professor Natale Fioretto, ordinario dell’Università per Stranieri di Perugia e uno dei massimi esperti italiani di lingua e letteratura russa, sarà il protagonista di questo evento. Il suo intervento accenderà l’attenzione sull’epico romanzo di Tolstoj, “Guerra e Pace,” un capolavoro letterario che racconta un periodo complesso nella storia della Russia e dell’Europa, ovvero le campagne dell’imperatore Napoleone in Europa orientale e Russia tra il 1805 e il 1812.

L’incontro sarà inaugurato da Angelo Marocco, docente del Liceo Classico “F.A. Gualterio” di Orvieto, e vedrà anche il contributo di alcuni studenti dell’IISACP di Orvieto, coordinati dalla professoressa Marella Pappalardo. Il romanzo di Tolstoj, “Guerra e Pace,” è un’opera monumentale che narra la vita di centinaia di personaggi, cercando di catturare la complessità dell’epoca in cui è ambientato. L’autore va oltre la semplice narrazione degli eventi principali e si immerge in questioni profonde di scienza storica, sociologia, psicologia, morale e moralità, libertà e necessità. Il titolo stesso, “Guerra e Pace,” nasconde un significato filosofico profondo, collegato alle diverse sfumature del termine “pace” nell’epoca prerivoluzionaria, rappresentando non solo la mancanza di conflitto militare, ma anche la concordia morale tra le persone nella vita quotidiana, al di là delle barriere sociali e morali. Il professor Fioretto dichiara: “Viviamo tempi difficili, bui. Tempi in cui la guerra sembra voler obliterare il suo contrario: la pace. Eppure è proprio in questi frangenti che la pace va ricercata e perseguita con folle determinazione. In Guerra e Pace si parla, velatamente, di concordia come conformità di sentimenti e voleri e la pace viene inquadrata come parte costitutiva della vita giocata non nella contrapposizione, ma, appunto, nella concordia perché la vita è tanto più vita quanto più è connessa con la vita degli altri.”

Questo incontro offre un’opportunità straordinaria di esplorare il pensiero di Tolstoj e la profondità della sua analisi della vita umana. È anche un richiamo urgente a cercare la pace e la concordia in un mondo turbolento. La cultura, la letteratura e la filosofia di Lev Tolstoj continuano a ispirare e a offrire preziose lezioni di vita.

ENGLISH VERSION

THE UNITRE OF ORVIETO CELEBRATES LEV TOLSTOY IN EVENT TITLED “A WAR AND WHAT PEACE?”

The “Giacchino Messina” Auditorium in Palazzo Coelli will be the venue for an extraordinary cultural experience on Thursday, November 9th at 10:00 AM. The event, promoted by the Unitre and titled “A War and What Peace? The Rebirth According to L.N. Tolstoy,” represents a special tribute to the acclaimed Russian author Lev Tolstoy. The event was conceived by the president of Unitre, Riccardo Cambri, and the secretary, Angiolina Vonmoos, and is part of the non-periodic series “Literary Visions.” Professor Natale Fioretto, a professor at the University for Foreigners of Perugia and one of Italy’s leading experts in Russian language and literature, will be the protagonist of this event. His presentation will shed light on Tolstoy’s epic novel, “War and Peace,” a literary masterpiece that recounts a complex period in the history of Russia and Europe, namely, the campaigns of Emperor Napoleon in Eastern Europe and Russia between 1805 and 1812. The event will be inaugurated by Angelo Marocco, a teacher at the “F.A. Gualterio” Classical Lyceum in Orvieto, and will also feature contributions from students of the IISACP in Orvieto, coordinated by Professor Marella Pappalardo.

Tolstoy’s novel, “War and Peace,” is a monumental work that portrays the lives of hundreds of characters, seeking to capture the complexity of the era in which it is set. The author goes beyond mere narration of the main events and delves into profound issues of historical science, sociology, psychology, ethics and morality, freedom and necessity. The title itself, “War and Peace,” conceals deep philosophical meaning, connected to the various shades of the term “peace” in the pre-revolutionary era, representing not only the absence of military conflict but also moral harmony among people in everyday life, transcending social and moral barriers. Professor Fioretto states, “We live in difficult, dark times. Times when war seems to want to obliterate its opposite: peace. Yet it is precisely in these moments that peace should be sought and pursued with crazy determination. In War and Peace, concord is discussed veiledly as conformity of feelings and desires, and peace is framed as a constitutive part of life played not in opposition but, indeed, in concord, because life is more life the more it is connected with the lives of others.”

This event offers an extraordinary opportunity to explore Tolstoy’s thinking and the depth of his analysis of human life. It is also an urgent call to seek peace and harmony in a turbulent world. The culture, literature, and philosophy of Lev Tolstoy continue to inspire and offer valuable life lessons.




Per la ricorrenza di San Giuseppe al Museo Greco il 17 marzo “il custode del Redentore” attraverso l’arte ceramica moderna

Il complesso profilo iconografico di San Giuseppe torna al centro di un nuovo approfondimento, promosso dall’Opera del Duomo di Orvieto a cura del MODO, che si terrà venerdì 17 marzo 2023 alle 16,30 al Museo Emilio Greco, con il titolo Il “Custode del Redentore” attraverso l’arte ceramica moderna.

Al Santo Patrono della città di Orvieto e della Diocesi di Orvieto – Todi è dedicato quest’anno un percorso attraverso l’arte ceramica che da secoli ne illustra le diverse posture materiali e morali in particolare nell’ambito del tema della Natività. Questo soggetto, amatissimo dalla devozione popolare ma anche dalla tradizione artistica, è esemplificato da splendidi esemplari che si soffermano spesso sugli aspetti più intimi e sulle sfumature poetiche di un racconto di portata universale.  Ci guideranno in questo percorso i relatori dell’incontro. Inizierà Stefania Colafranceschi, specialista nel campo degli studi iconografici con molte pubblicazioni al suo attivo in materia, nonché animatrice culturale ormai affezionata a Orvieto dove sarà anche sabato 18 marzo per una sessione didattica del corso per volontari della Diocesi. Quindi Maria Selene Sconci, studiosa della ceramica ben nota anche a Orvieto come curatrice di cataloghi, in particolare quello della collezione dell’Opera del Duomo, e mostre di settore. Infine Marino Moretti, maestro e artista che da Orvieto porta nel mondo una tradizione che ha contribuito a rinnovare e rilanciare con continue sperimentazioni e lavoro critico.

L’evento, che vede la collaborazione di UniTre Orvieto, sarà anche l’occasione per conoscere una particolare raccolta di Presepi di Stefano Rappuoli appassionato e competente collezionista che illustrerà e farà ammirare in una piccola selezione di preziosi esemplari.




Si parla di “infinito” il 26 novembre con Danilo Giulietti per la prima conferenza ISAO

Per il Programma delle Conferenze dell’Istituto Storico Artistico Orvietano si comincia, il prossimo 26 novembre al Museo Emilio Greco, con una emblematica riflessione sul Tempo e sullo Spazio. Danilo Giulietti, un orvietano che tutti conosciamo come professore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, ci guiderà nei meandri del concetto di Infinito, in tutte le accezioni possibili: nella fisica, nella filosofia, nella cosmologia. Sono gli infiniti: che, come l’infinito silenzio di Leopardi, ci fanno meditare sulla veridicità o meno delle ininterrotte prospettive di questo Mondo e di questa Umanità, cioè Noi. I limiti ineludibili della conoscenza hanno da sempre illuminato nuove aree prima sconosciute, ed hanno man mano svelato altre incognite sempre più vaste, appunto in un processo infinito. Così, di pari passo, se la nostra società continua a basarsi su un’ipotesi di sviluppo infinito, fiduciosa del sostegno di un inarrestabile progresso tecnologico, nel frattempo la Natura ci manda segnali, come il cambiamento climatico e lo squilibrio degli ecosistemi operato dalla globalizzazione, che ci fanno riflettere come la comprensione umana dell’Universo non possa essere staccata dalla comprensione del destino di questa nostra piccola Terra. E, forse, la prima rappresentazione antica del ben conosciuto simbolo dell’infinito ∞, simile anche alla nota Striscia di Moebius, che è scolpito nella chiesa di San Vittore alle Chiuse nel comune di Genga, della fine del secolo XII.

L’ISAO non ha chiesto il pagamento delle quote relative all’anno 2020-2021, dato che le attività erano state interrotte per la pandemia. Ma ora, anche per poter finanziare al meglio il nostro nuovo ciclo culturale, sollecitiamo la corresponsione della quota sociale 2021-22. E per tutti coloro che, non ancora soci, volessero diventarlo, ricordiamo che i soci riceveranno sempre, direttamente, notizie delle attività dell’Istituto, e potranno ricevere tutte le pubblicazioni recenti e future dell’ISAO, e tutti gli arretrati disponibili, compresi quelli del Bollettino e di Lettera Orvietana; ed il bellissimo volume Orvieto, Imago VV di Alberto Satolli, un libro completo di innumerevoli immagini di Orvieto inserite nel racconto della storia della Città. Un volume che da solo vale almeno il doppio della quota di iscrizione, che è sempre di €40,00. Il presidente Raffaele Davanzo, direttamente nella sede ISAO di Piazza Febei, formalizzerà le nuove iscrizioni (e potrà ratificare i rinnovi dei già soci) e distribuirà tutti gli arretrati del Bollettino, di Lettera Orvietana e di tutte le altre pubblicazioni disponibili che i soci vorranno richiedere. Nonché di altri sette volumi di carattere storico e filosofico che le Assicurazioni Generali ci hanno fornito gentilmente in diverse copie.