Torna l’amatissimo “Concorso delle Pizze di Pasqua orvietane”

Dopo la sosta dovuta alle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid, torna con la XVI edizione il Concorso delle Pizze di Pasqua orvietane. A riprendere in mano una delle tradizioni gastronomiche più amate dagli orvietani è l’associazione “Club Amici della Stampa” con l’obiettivo di portare avanti questa piccola ma grande sfida tutta orvietana. “La manifestazione – spiega Alessandro Li Donni, presidente del Club Amici della Stampa – si pone obiettivo la rinascita del concorso, negli anni portato avanti con grande impegno dalla Fisar Orvieto, ma anche la valorizzazione delle eccellenze della tradizione pasquale orvietana”.
La XVI edizione del Concorso delle Pizze di Pasqua orvietane ricalca in larga parte la tradizione che ne ha visto la nascita e la prosecuzione negli anni. “In questa edizione abbiamo deciso di valorizzare le produzioni amatoriali – spiega Li Donni – per cui chiamiamo a partecipare tutti coloro che nelle proprie cucine orvietane ogni anno, ormai per tradizione, hanno piacere a creare la loro pizza di Pasqua”»”. A giudicare le pizze saranno alcuni dei professionisti della pasticceria orvietana, che insieme al resto dei “giurati”, tra cui anche alcuni soci del Club, anche quest’anno si impegneranno per eleggere la pizza più buona di tutte tra le salate e le dolci che vorranno partecipare. “«”Scaldare i forni e preparare gli ingredienti – conclude il presidente del Club – presto comunicheremo tutti i dettagli del concorso”.




La sindaco di Amelia premiata in Corea per il progetto Amerino© sviluppato con Cittaslow

Nei prossimi giorni Laura Pernazza, Sindaco di Amelia e Presidente della Provincia di Terni, riceverà il premio internazionale “Jeonju World Slowness Forum and Awards”dalle mani del sindaco di Jeonju  Bom-Ki Woo, accompagnata dal segretario generale di Cittaslow International, Pier Giorgio Oliveti.

Il sindaco in partenza per Seoul esprime grande soddisfazione per un premio che certifica in sede internazionale la qualità dell’idea alla base del progetto: “il progetto  Amerino© – afferma Laura Pernazza – prevede azioni integrate per la strategia territoriale del cibo e del paesaggio amerino, e  vede collaborare assieme undici Comuni: oltre ad Amelia capofila, ci sono Alviano, Attigliano, Avigliano Umbro, Baschi, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montecchio e Penna in Teverina.  Il nostro progetto porta innovazione e aggregazione in area vasta attraverso la cooperazione fra soggetti pubblici e privati, affermando il brand “Amerino©” come volano per il futuro del territorio stesso”.

Al centro dell’originalità vincente del progetto, riconosciuta oggi anche a livello internazionale, è il coinvolgimento attivo di cittadini e imprese, in perfetto stile Cittaslow, la Rete delle città del buon vivere fondata in Umbria nel 1999.   Il cibo è riconosciuto come elemento chiave che aggrega e distingue una comunità intera come quella dell’Amerino. Il Segretario generale di Cittaslow Oliveti spiega che “non è stato facile ottenere il riconoscimento: Amelia  e l’Amerino si sono fatti largo in una competizione tra progetti di diverse Cittaslow da svariati paesi, dal Giappone alla Polonia, dalla Turchia alla Francia, da Stati Uniti alla Germania. È stata premiata l’idea di “partecipazione” e “codecisione” dei protagonisti di una comunità, che guidati dall’impegno pubblico diventano agenti del proprio sviluppo, sostenibile e durevole”.

CittaSlow partecipa al progetto con la collaborazione e il supporto strategico a marketing e comunicazione del brand; la creazione di pacchetti turistici Cittaslow Tourism nell’Amerino; internazionalizzazione del progetto.

Il progetto, con il  coordinamento scientifico  del Prof. Marco Filippucci e amministrativo del dott. Riccardo Passagrilli, è reso possibile grazie al finanziamento del PSR per l’Umbria 2014 – 2020 Mis. 16.7.1. che prevede 5 assi progettuali: innovazione delle infrastrutture amministrative pubbliche; innovazione delle infrastrutture digitali; innovazione delle modalità di racconto del territorio e creazione e valorizzazione del brand Amerino© con azioni integrate di marketing.




Le cinque stelle d’oro della cucina di AIC vanno allo chef “orvietano” Emanuele Rengo

Prosegue la scalata “green” dal Cuore verde d’Italia. Emanuele Rengo, Chef del Vis à Vis di Orvieto, si aggiudica le “Cinque stelle d’oro della cucina” dell’Associazione Italiana Cuochi (AIC). E lo fa con una ricetta, per sua natura, 100% vegetariana. Dopo la nomina a Responsabile provinciale di Terni dell’AIC, Emanuele Rengo ha accettato un’altra sfida e risposto con l’“Unconventional Caprese”: una mozzarella e pomodoro come non l’avete mai vista. E gustata.

Si parte da uno dei piatti più sinceri della tradizione italiana e forse più identificativo della cucina tricolore all’estero. Poi, il tocco dello Chef Emanuele Rengo. Tecniche di lavorazione e cucina enfatizzano colori e consistenze e riscattano una ricetta semplice e di grandissimo valore. Così, nel piatto, suggestivo e invitante: mozzarella di Bufala soffiata con spuma di pomodoro, “terra&spugna” di basilico, macedonia di pomodori Pink Vernissage, Green Zebra e Tondo Giallo con “caviale” di Pomodoro Tomatillo. I pomodori scelti sono frutto del lavoro di Mirca Brancaleone dell’Azienda Agricola Diffusa Semetella di Nocera Umbra, sulla stessa lunghezza d’onda del Vis à Vis di Orvieto per ricerca, diversità e professionalità.

“Sono stato molto felice della proposta di partecipare alla competizione. Ancora di più di aver ottenuto questo riconoscimento – ha detto lo Chef Emanuele Rengo –. Il premio è giovane, ma ha grandi obiettivi. Primo fra tutti, valorizzare le eccellenze del nostro territorio: protagonisti e aziende”. Poi ha aggiunto: “Mi rende ancora più orgoglioso aver ottenuto il premio portando in gara un piatto che rappresenta me e il mio progetto di cucina che, con orgoglio e passione, porto avanti ormai da 6 anni insieme a mia moglie Rea Picchiarati. Spero che questa mia scelta mi renda ancor più un punto di riferimento per il territorio che rappresento, quello della provincia di Terni, in AIC”. 

Per questa competizione il piatto di ogni candidato è stata sottoposto al vaglio della commissione AIC presieduta dallo Chef Simone Falcini. La “Unconventional Caprese” farà premiare Emanuele Rengo in un evento ufficiale a Firenze il prossimo 18 ottobre.




Il 5 agosto a Ficulle Calici di Stelle con l’inaugurazione del Teatro San Lorenzo, cibo, vino e musica

Torna a Ficulle la manifestazione Calici di Stelle, l’evento a marchio nazionale estivo nato dalla collaborazione tra l’Associazione Nazionale Città del Vino e Movimento Turismo del Vino. L’antico borgo trasformato per l’occasione in una seducente vetrina a cielo aperto dei grandi vini dell’Etruria orientale. L’evento organizzato da Comune e Proloco di Ficulle che hanno coinvolto la Strada del Vino Etrusco Romana in provincia di Terni e la Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese e la Strada dei Colli del Trasimeno. Un’ interessante cooperazione quella tra le Strade del vino per far conoscere ed apprezzare al meglio queste aree enologiche contigue ad alto profilo produttivo. Un connubio di territori dove la coltura del vino è cosi radicata nei secoli da contribuire alla storia del vino italiano con vere eccellenze enologiche conosciute in Italia e nel mondo.

L’apertura della manifestazione è prevista venerdì 5 Agosto alle 17 con l’inaugurazione del Teatro, dopo il recente restauro e riqualificazione, che è stato intitolato a S. Lorenzo, in memoria della antica chiesa di S. Lorenzo dalla quale l’edificio trae origine. La serata entra poi nel vivo, dalle 19 con le “stazioni di degustazione” food e musica per le vie del borgo medievale allestite nel labirinto di vicoli del centro storico. Molte le aziende vitivinicole socie delle tre strade del vino presenti all’evento con le loro eccellenze enologiche.  Tante le etichette DOCG, DOC, IGT di queste terre di confine tra Umbria e Toscana, offerte dalle cantine, in degustazione e pronte per essere stappate sotto le stelle da sommelier della FISAR.

A seguire alle ore 21 in Piazza Comunale seguirà l’atteso evento musicale del Festival Internazionale Green Music: il 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗲𝗿𝘁𝗼 del 𝗗𝘂𝗼 𝗠𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝗹, Pianoforte e clarinetto.




I Distretti del Cibo promossi dal GAL Trasimeno-Orvietano diventano realtà. L’elenco delle aziende e degli enti aderenti a quello Sud-Ovest Orvietano

È arrivato proprio a ridosso del 18 giugno scorso, in occasione della Giornata nazionale dedicata ai Distretti del Cibo, il riconoscimento della Regione e il conseguente inserimento nell’elenco del Ministero delle Politiche Agricole dei primi due Distretti del Cibo costituiti in Umbria: il Distretto del Cibo Agroalimentare delle Produzioni Certificate e Tutelate dell’Area Trasimeno-Corcianese e il Distretto del Cibo Agroalimentare delle Produzioni Certificate e Tutelate dell’Area Sud Ovest Orvietano. Ad annunciarne oggi la nascita, quale primo coronamento del percorso avviato nel marzo 2020 dalla Regione Umbria, sono stati l’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni, ebi vertici del Gal – Gruppo di azione locale Trasimeno Orvietano, soggetto promotore dei due Distretti, con una conferenza stampa a Palazzo Donini. Vi hanno partecipato Gionni Moscetti, presidente del Gal Trasimeno-Orvietano e del Distretto del Cibo Sud-Ovest Orvietano; Romeo Pippi, presidente del Distretto del Cibo Trasimeno–Corcianese; Francesca Caproni, direttore Gal Trasimeno-Orvietano, che cura il coordinamento di entrambi i Distretti. Sono intervenuti, inoltre, il sindaco di Orvieto Roberta Tardani, l’imprenditrice Dominga Cotarella e gli imprenditori Roberto Berioli e Riccardo Prudenzi (consiglieri, rispettivamente, del Distretto Trasimeno-Corcianese e del Distretto Area Sud Ovest Orvietano).   

“Siamo qui per inaugurare i primi Distretti del Cibo, obiettivo che abbiamo perseguito con determinazione in quanto rappresentano una preziosa opportunità di sviluppo dei territori” ha affermato l’assessore Morroni, che ha rivolto un plauso al Gal e a tutti coloro che hanno raccolto la sfida per dotare la regione di “un valido strumento, introdotto dalla legge di bilancio 2017, ma fin qui ignorato, e che porta in dote risorse e valore aggiunto”.

“Oggi i primi Distretti sono diventati realtà – ha dichiarato ancora Morroni – Il lavoro di animazione, che coinvolge già un’ottantina di aziende e attira l’interesse di un’altra settantina, proseguirà per estendere questa esperienza in altre realtà regionali. Intanto, plaudiamo a un’ottima partenza – ha evidenziato – e ora si apre la partita vera: costruire insieme progettualità per attrarre le significative risorse messe in campo dal bando del Ministero delle Politiche agricole”.   

Il percorso che ha portato alla formazione dei due Distretti è stato illustrato dal direttore del Gal Trasimeno Orvietano, Francesca Caproni, e dai presidenti dei due Distretti, Romeo Pippi e Gionni Moscetti, che hanno manifestato soddisfazione per la “scommessa vinta”, frutto di una interlocuzione diretta con le aziende, iniziata durante l’emergenza pandemica, e di un grande lavoro di squadra con imprese e istituzioni.

Il distretto agroalimentare del sud-ovest orvietano avrà sede a Orvieto e comprende 15 comuni tra Umbria e Lazio: Allerona, Baschi, Castel Viscardo, Castel Giorgio, Castiglione in Teverina, Fabro, Ficulle, Orvieto, Montecchio, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione, Parrano, Porano, San Venanzo e Todi. Il presidente è Gionni Moscetti, vice, Andrea Oreto e consigliere Riccardo Prudenzi.

Ma chi sono le aziende, gli istituti e associazioni che animano e hanno aderito al Distretto? Le aziende agricole sono: Lattuada Alessandro, Le terrazze di Spazzavento, Marceddu e C, Zappitello Nicola, Neri Enrico, Pelagrilli, Pietrangeli Luigi, Cantine Monrubio, Famiglia Cotarella, Feudi Spada, La Sapienza, L’Orvietan, Moncelsi Fernando, Pincredi, Podere Acquaccina, Podere Caselle, il Pogliano, Rotanselva, il Fossile, Lupetto, Tenuta Decugnano dei Barbi, tenuta di Freddano, Fattoria La Cacciata, Fattoria La Cerchiara, Bioviridis, Il Vecchio Frantoio, Norcineria Oreto. Gli enti e le istituzioni che hanno già aderito sono: Cnr-Iret, Consorzio Tutela Vini di Orvieto, Fondazione Cotarella, Cittadinanza Territorio Sviluppo srl, Università degli Studi di Perugia e Cnr.

 




Cna turismo, “le sagre devono essere regolamentate per salvaguardare gli operatori della ristorazione”

Con il progressivo allentamento delle regole dovute alla pandemia si apre un nuovo potenziale fronte di scontro per la ristorazione che riguarda le sagre. Per due anni, infatti, anche nei periodi di riapertura, le sagre sono state bloccate per le regole piuttosto restrittive in materia di prevenzione del covid, ma ora è stato dato il via libera. Immediato l’allarme lanciato da CNA Turismo con una presa di posizione piuttosto energica del presidente Paolo Ercolani che chiede con forza regole severe. E’ un problema “antico, quello della svolgimento della manifestazioni enogastronomiche locali che ora, dopo due anni pesanti e di emergenza torna prepotentemente di attualità

“Dopo due anni difficilissimi dovuti alla pandemia, che hanno ridotto drasticamente i nostri fatturati, e di fronte alla nuova emergenza rappresentata dai rincari di energia e materie prime, ci manca solo la ripresa delle sagre di paese in assenza di regole chiare e stringenti per dare il colpo di grazia alle imprese della ristorazione che, ricordiamolo, rappresentano anche un presidio fondamentale di uno dei fattori di maggiore attrattività della regione: l’enogastronomia umbra di qualità.” Il presidente di Cna turismo spiega che “palazzo Donini debba fare una valutazione molto attenta e concertata delle scelte sul fronte della disciplina delle sagre e delle feste popolari , che in alcuni territori diventano un competitor ulteriore senza però concorrere in condizioni di parità, sia per quanto riguarda i costi generali di esercizio, sia in termini di qualità. E se questo ha sempre costituito un problema, a maggior ragione lo rappresenta oggi, dopo lo tsunami sanitario ed economico che ha investito il nostro come altri settori. Aggiungiamoci i forti rincari energetici e delle materie prime, che aumentano le nostre spese e al tempo stesso contraggono i consumi e le capacità di spesa delle famiglie. Senza dimenticare la tassazione locale: innanzitutto la fine dell’esenzione relativa alla Tosap per coloro che hanno ampliato le superfici esterne per ospitare la clientela in condizioni di sicurezza; ma anche il passaggio alla Taric è un ulteriore elemento di complicazione e di impatto sui nostri bilanci. Non ultimo va tenuto presente quanto le imprese della ristorazione debbano investire per i propri lavoratori anche sul fronte della sicurezza e per conformarsi agli standard di igiene e di qualità richiesti dalla normativa di settore. Tenuto conto di tutti questi fattori, i rischi per il nostro settore legati anche alla ripresa indiscriminata delle sagre sono facilmente intuibili.”

Ma c’è un ultimo elemento sul quale Paolo Ercolani pone l’accento. “Il cibo e la sua filiera sono un fattore fortemente caratterizzante dell’identità dell’Umbria: non dimentichiamo che oltre il 50% dei turisti che scelgono la nostra regione come destinazione lo fanno per l’offerta enogastronomica diffusa su tutto il territorio regionale. La valorizzazione delle produzioni locali e di eccellenze umbre quali la norcineria, l’olio, il cioccolato, il tartufo, la birra, il miele è strategica e – è bene ricordarlo – passa innanzitutto per il sostegno agli operatori della ristorazione di qualità, anch’essi reali ambasciatori dell’immagine di una regione autentica, in cui le produzioni locali sono espressione del territorio, sono sinonimo di genuinità, qualità, sostenibilità e sono il risultato di una lunga e sapiente tradizione delle imprese della filiera agroalimentare. La Regione deve valutare bene chi debba presentare e rappresentare l’offerta enogastronomica umbra, che deve contraddistinguersi per il profilo professionale e per la qualità dei prodotti che offre. Perché il brand Umbria – conclude il portavoce regionale dei ristoratori di Cna Turismo – si costruisce anche ai tavoli dei nostri ristoranti.”




Lo chef Emanuele Rengo, “portare un menù tutto vegetariano in Umbria è una sfida difficile che abbiamo vinto”

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Abbiamo incontrato Emanuele Rengo, chef del ristorante Vis à Vis a Orvieto. E’ considerato uno demi migliori 30 chef italiani che partecipano al contest “Miglior cuoco Italia” in onda su Sky. L’avventura continua mentre a Orvieto ogni giorno c’è la sfida innovativa e particolare del menù totalmente vegetariano in terra d’Umbria.

Emanuele è timido, scherza e in ansia per l’intervista…poi inizia a parlare della sua avventura televisiva, del suo ristorante, o meglio del “nostro” ristorante, suo e della moglie, il punto fermo. Ingredienti biologici, del territorio con piccole incursioni per il tocco dello chef, personalissimo. Risotti e tanto altro con verdure e formaggi locali, anche della tradizione come la roveja o il fagiolo secondo del piano.




Lo chef orvietano Emanuele Rengo in semifinale nello show di Sky “Il miglior chef Italia”

Il cuore d’Italia è verde? Si, e anche la cucina. Di certo lo è quella di Emanuele Rengo del “Vis à Vis, cucina&eventi” di Orvieto che si è aggiudicato la semifinale della competizione “Il Miglior Chef Italia” di Sky. Rengo – chef umbro e vegetariano – entra a pieno titolo fra i migliori 30 colleghi del Paese. E già c’è attesa per il prossimo turno.
Sono felice di aver avuto la possibilità di portare la mia proposta 100% vegetale a una grande platea come quella nazionale e di Sky“, commenta lo Chef. Poi racconta il suo concept, quello che muove il Vis à Vis, in piazza 29 Marzo a Orvieto. “Il mio lavoro – spiega – è fondato sulla ricerca delle eccellenze italiane e nel pieno rispetto della Natura, dei suoi ritmi. Assecondare i cicli naturali delle materie prime significa portare armonia nella mia cucina: una rivoluzione continua di colori, sapori e abbinamenti creativi”.
Proprio a piazza 29 Marzo – per gli orvietani più comunemente ‘piazza San Domenico’ dalla preziosa Chiesa che vi sorge – sono attese le telecamere di Sky e la troupe al seguito dello Chef Simone Falcini, master della trasmissione. In questo turno, in giro per l’Italia, i 30 Chef gareggeranno ognuno nella propria cucina per aggiudicarsi, poi, la finale a tre. “Questa occasione – sottolinea lo Chef Rengo – mi darà la possibilità di dare maggiore visibilità alla mission di Vis à Vis. Nella mia cucina la tradizione italiana, naturalmente vocata al vegetale, incontra la ricerca di preparazioni e cotture moderne che sempre di più rispettano la materia prima. Una grande attenzione che mira a valorizzare e conservare al massimo le proprietà di ogni cibo. Il tutto dentro la nostra visione complessiva del futuro, di un domani sempre più ‘cruelty free’ e attento al ‘green’ in ogni suo aspetto”.
Prossimo passaggio quindi proprio nel cuore del centro storico di Orvieto, nella cucina di Vis à Vis. Un palco che da sempre Emanuele Rengo condivide con la moglie Rea. “A lei va il mio più grande grazie – conclude – per aver avuto l’idea di aprire la nostra casa con un ‘home restaurant’, 5 anni fa. La sua intuizione da un anno si è trasformata in un vero ristorante che oggi ci permette di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto il nostro progetto di cucina e di vita”.




O.R.VI.ET.A.N.O. parte il 24 aprile con il trekking urbano, il mercatino dei produttori locali e musica

Degustazioni, concerti in vigna, trekking urbano e suggestivi tour in e-bike per scoprire e raccontare Orvieto attraverso la musica e l’enogastronomia. Ecco “O.R.VI.ET.A.N.O” (Occasioni per recuperare visibilità e trasformare le avversità in nuove opportunità) finanziato nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2022 – Intervento 16.7.1- che vede come protagonista un partenariato pubblico-privato, composto dal Comune di Orvieto, 8 aziende agricole del territorio, 6 imprese artigiane e turistiche e 5 partners tra associazioni culturali e sportive ed enti di formazione. Gusto e udito sono i due sensi capaci di rappresentare, sinteticamente, le direttrici di un  progetto in cui è proprio la musica, unita alle eccellenze agroalimentari,  a narrare con un linguaggio originale i diversi attrattori del territorio: enogastronomia, paesaggio, ambiente, artigianato, patrimonio storico-artistico.

“La musica invita alla convivialità, alla socialità, alla partecipazione – spiegano dall’assessorato alla Cultura del Comune di Orvieto, capofila del progetto – e gli eventi di musica jazz, classica o popolare da anni riempiono con successo il calendario degli appuntamenti cittadini sebbene il Covid-19 abbia messo a dura prova questa simbiosi tra città e musica.  Ma è  proprio da qui, dalla possibilità di costruire nuove modalità di progettazione di eventi e attività, che nasce O.R.VI.ET.A.N.O. Il risultato è una rete vasta di soggetti eterogenei ma uniti dalla medesima volontà di operare in sinergia per attivare in un contesto integrato le più ampie leve di promozione territoriale”. Nel paniere di O.R.VI.ET.A.N.O accanto al vino figurano oli, formaggi, legumi, zafferano e  miele. Un giacimento di gusti sorprendenti che tiene insieme qualità organolettiche e varietà dei sapori, conservazione dei paesaggi rurali, salute e benessere. Il tutto legato da un unico fil rouge: la musica, quale invito a stare insieme e strumento di condivisione di esperienze. La formula, dunque, è quella di legare il gioioso piacere del convivio, con mercatini di prodotti a Km Zero, ad un cartellone di eventi da aprile 2022 a febbraio 2023, proponendo appuntamenti di degustazione, animazione e formazione che potranno contribuire a valorizzare tutte le sfaccettate tipicità  e peculiarità del  territorio.

Sette gli eventi principali, di cui quattro in città in cui avranno luogo assaggi e degustazioni, appuntamenti musicali e trekking urbano alla scoperta dei tesori e degli scorci più suggestivi di Orvieto.  E 3 eventi in azienda “Respiriamo Musica” durante i quali sono previsti assaggi e degustazioni, concerti in vigna e E-bike tour tra i vigneti alla scoperta del territorio e dei vigneti che danno vita all’Orvieto Doc.

Il primo appuntamento si svolgerà domenica 24 aprile. Il programma della giornata prevede il mercatino a Km Zero dei produttori partner del progetto dalle 10:00 alle ore 19:00 presso l’Atrio di Palazzo dei Sette. Sarà possibile assaggiare, degustare e acquistare prodotti tipici locali in un paniere che vede formaggi, legumi, miele, oli e vini. Nel pomeriggio, dalle ore 15:30 alle 17:30, trekking urbano a cura di Uisp Mediotevere alla scoperta dei tesori dell’arte romanica a Orvieto. Il tour è gratuito e il programma prevede alle ore 15:30 il raduno presso Piazza Febei dove si potrà ammirare la facciata della chiesa di San Francesco per poi proseguire alla visita di San Lorenzo de’ Arari. Il percorso proseguirà per il quartiere medievale con la visita guidata a San Giovenale e per i suggestivi vicoli. Si proseguirà poi verso Sant’Andrea, Piazza del Popolo e San Domenico, per concludersi a Palazzo dei Sette presso il mercatino dei produttori. Obiettivo della passeggiata, della durata di circa due ore, è quello di far ri-scoprire le tante bellezze storiche, artistiche e monumentali della città.




Leonardo Perisse, il giovane chef che ha vinto la sfida della “cucina esperienziale a domicilio”

Al tempo del covid e del green pass c’è un modo per riuscire a gustare piatti raffinati, avere “un’esperienza” stando a casa, quello di chiedere allo chef dei VIP, Leonardo Perisse, di preparare una cena o un pranzo praticamente a domicilio. Perisse ha scelto la professione del cuoco da giovanissimo, poi a 18 anni, la improvvisamente lasciato per la rabbia accumulata nelle lunghe giornate di lavoro che non vedeva riconosciuto né il talento né tanto meno proprio il lavoro. Sottopagato decise all’epoca di abbandonare le cucine del ristoranti ma la passione, il tarlo degli aromi, dei prodotti, del fuoco erano ormai entrati nell’intimo del giovane orvietano.

Ha voluto scommettere di nuovo e questa volta sembra aver vinto la sfida davvero. Ora Leonardo Perisse, 24 anni ed esperienze “stellate” alla spalle, ha deciso di lanciarsi in una uova avventura affascinante, “la cucina a domicilio”, “avere un’esperienza” questa la nuova strada che ha portato Leonardo Perisse a studiare di nuovo, a comprendere le esigenze di una clientela selezionata, esigente e allo stesso tempo curiosa.

La partnership con il colosso del turismo online Airbnb ha fatto il resto. Poi è arrivato il maledetto covid a rallentare il progetto ma non a fermarlo. Ora che il turismo è tornato e tutti sono alla ricerca di spazi liberi, esclusivi, senza troppa gente intorno, è il momento di agire e così ha fatto Perisse. La “cucina esperienziale” ha attirato l’attenzione anche della stampa specializzata e dei grandi quotidiani nazionali perché non si tratta del classico cuoco a domicilio, chiamato da clientela facoltosa per soddisfare le proprie esigenze. No, si tratta di turisti facoltosi, certamente, ma che hanno voglia di comprendere, capire, partecipare, ascoltare, gustare.

Leonardo Perisse si è affermato sempre più come chef a domicilio, di primo acchito un azzardo ma oggi è una realtà professionale creata con attenzione al lavoro, relazioni, partnership e recensioni positive sui social perché anche la professione di chef sta lentamente ma inesorabilmente cambiando. Il covid da una parte, e lo sviluppo del turismo esperienziale e sostenibile dall’altra quella di Leonardo Perisse sembra essere una strada ormai ben tracciata e con sviluppi interessanti. E poi avere un giovane di Orvieto considerato fra i professionisti più interessanti in Italia è sicuramente una bella soddisfazione per la città.