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Umbria, probabile ritorno in fascia arancione da domenica. Ancora alta la curva dei contagi

Claudio Dario – direttore regionale alla Salute

L’andamento epidemiologico dell’ultima settimana e la campagna vaccinale anticovid, sono stati alcuni degli argomenti al centro della conferenza stampa di aggiornamento settimanale sull’emergenza covid in Umbria.  All’incontro erano presenti il direttore regionale alla Salute, Claudio Dario, il vicecommissario covid, Massimo D’Angelo, il professor Fabrizio Stracci, la dottoressa Carla Bietta e il dottor Mauro Cristofori del Nucleo epidemiologico regionale.

In apertura della conferenza stampa il nucleo epidemiologico ha evidenziato come la curva epidemica abbia ripreso a crescere dopo 2-3 settimane dall’aumento degli spostamenti nel periodo prenatalizio, spostamenti tracciati da Google per l’intera regione e che mostrano complessivamente un discreto movimento della popolazione verso luoghi di tempo libero soprattutto nel periodo prenatalizio e poi residenziale nei giorni di festa.  “I dati sugli spostamenti messi in relazione con la curva – ha spiegato il professor Stracci – ci danno la spiegazione che sotto le feste, quindi con l’allentamento delle restrizioni, è stata registrata una mobilità all’esterno, magari anche legata agli acquisti, mentre invece la mobilità nei festivi è stata perlopiù residenziale e quindi legata alle visite ai parenti. Speriamo – ha concluso Stracci – che queste riunioni non portino a un trascinamento dei contatti intrafamiliari e l’auspicio è che, con la fine delle feste e con le nuove misure di contenimento, si possa riportare la curva del contagio sotto controllo”.

In merito alle vaccinazioni anticovid il direttore Dario ha reso noto che al 13 gennaio, 11 mila 124 persone sono state sottoposte alla prima dose vaccinale.  Gli ospiti delle Rsa vaccinati ad oggi sono 2162, mentre in Umbria la vaccinazione antinfluenzale ha coinvolto 174.390 soggetti.




Umbria salva, è in fascia gialla, ma per le superiori ancora dad fino al 23 gennaio

Dal prossimo 11 gennaio la Regione Umbria sarà in fascia gialla, quella a minor rischio, ma contemporaneamente la presidente Donatella Tesei ha firmato l’ordinanza che prolunga la didattica a distanza per le scuole superiori sino al prossimo 23 gennaio.

Nell’ordinanza firmata nel primo pomeriggio dell’8 gennaio è scritto che permane “in Umbria un numero molto elevato di persone attualmente positive al Covid, 4.108, tale da evidenziare una situazione preoccupante, che evidenzia  forti rischi e criticità a livello regionale”; continua l’ordinanza “negli ospedali umbri i ricoveri sono 323 di cui 43 in rianimazione; atteso che appare necessario pertanto, sulla base della situazione epidemiologica, ispirare l’azione amministrativa regionale al principio della massima precauzione a tutela del bene primario della salute e che in questo senso si rende necessario provvedere all’applicazione della didattica a distanza per il 100% della popolazione studentesca delle scuole secondarie superiori di secondo grado statali e paritarie, per un congruo periodo, al fine di monitorare e verificare l’andamento dei dati epidemiologici per l’intera regione anche con riferimento all’impatto delle misure adottate a livello nazionale per il periodo 24 dicembre 2020 – 6 gennaio 2021”.  Nella stessa ordinanza si fa anche riferimento al report INAIL che vede nella riapertura delle scuole superiori di secondo grado un possibile veicolo di diffusione del virus in un momento molto delicato, con le vaccinazioni in atto, e con numeri che sono a cavallo dei limiti decisi dal governo nazionale per essere inseriti in fascia arancione.

Quindi la prossima settimana bar e ristoranti potranno aprire regolarmente fino alle 18 per poi tornare al delivery e all’asporto, ma continueranno ad essere chiusi i centri commerciali nei festivi e prefestivi, praticamente nei prossimi week-end e il divieto di spostamento fuori Regione.  Per gli studenti delle superiori, invece, tutto p rimandato alla prossima revisione del ministro della Salute Roberto Speranza di venerdì 15 con i dati relativi ai tamponi e ai positivi più continui e non a fisarmonica per i tanti festivi delle scorse settimane.




Consiglio dei ministri, le superiori riaprono l’11 e no agli spostamenti fra regioni sino al 31 gennaio

Il consiglio dei ministri del 4 si è concluso a notte fonda ma con alcune decisioni piuttosto importanti per gli italiani e per le scuole.  Durissimo lo scontro tra Regioni, ministri del PD in particolare e la ministro Azzolina e la delegazione di Italia Viva sulla riapertura generalizzata delle scuole.  Alla fine, anche grazie alla mediazione di Franceschini si è arrivati al compromesso che prevede l’apertura di elementari e medie dal 7, così come previsto, mentre per le superiori bisognerà attendere l’11 gennaio ma sempre al 50%.  Ogni Regione, poi, potrà decidere in autonomia il calendario così come hanno già fatto Campania, con un tempistica più lenta, Friuli e Veneto che riapriranno le superiori a febbraio.  C’è poi la questione della ripartenza dopo il 7 gennaio.  Rimane il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino e verrà esteso il divieto di spostamento tra regioni fino al prossimo 31 gennaio.  Dopo due giorni di relativa normalità il 9 e 10 gennaio tutto il Paese torna in zona arancione con bar e ristoranti che potranno lavorare solo per asporto o consegna a domicilio.

In attesa delle decisioni del ministro Speranza dopo l’analisi dei dati provenienti dalle varie regioni il consiglio dei ministri ha deciso anche un stretta sui criteri per il cambiamento di fascia con l’indice RT che scende a 1 per divenire arancioni e a 1,25 per il rosso.   C’è la conferma delle restrizioni per chi si troverà in zona rossa con la possibilità di spostarsi una sola volta al giorno, sempre in due esclusi gli under 14, vero un’altra abitazione privata.  E dopo il 15?  C’è già l’impegno a costruire una sorta di zona gialla rafforzata con il blocco degli spostamenti tra regioni, fatti salvi i casi già previsti attualmente, almeno fino al 31 gennaio.  La novità riguarda la creazione di una cosiddetta “zona bianca” dove potrebbero riaprire praticamente tutte le attività, comprese palestre e cinema, per quelle aree particolarmente virtuose che, ad oggi, non sono esistenti in Italia, ma, come ha spiegato il ministro Franceschini, “è un segno di speranza che dobbiamo assolutamente dare”.   Il nuovo giro di vite serve soprattutto per prepararsi a dare risposte veloci al possibile aumento dei contagi che il CTS teme dopo la socialità natalizia che purtroppo una parte della popolazione ha avuto nonostante i divieti, e alla settimana delle riaperture pre-natalizie i cui effetti si potranno analizzare tra l’inizio della prossima settimana e quella ancora successiva.