Roberta Palazzetti chi? Troppo sulla “rupe” e poi il civismo rischia di essere una debolezza

La civica Roberta Palazzetti cammina silenziosa verso la candidatura ufficiale il prossimo maggio, quando si avrà l’ufficialità di candidati e liste.

Nei primi giorni dopo l’annuncio in tanti si domandavano “chi è, un’altra da fuori?”.  Ora a distanza di qualche mese la riconoscono ma non è tutto ora quel che luccica.   Persistono le debolezze, due in particolare, l’essere civica e troppo “rupestre”.

Già, il civismo che in altri comuni ha dato prova di funzionare (basti pensare al caso di Pizzarotti a Parma ndr) qui a Orvieto non ha mai avuto appeal anche se, ad esempio, l’attuale sindaca è espressione di una lista civica.  Ma gli esempi di flop nel passato si sprecano e gli esempi di civici super-targati non aiutano a pensare a un politico non legato a interessi di qualsivoglia partito.  E poi, come sempre, c’è il dubbio sulla forza contrattuale fuori dalla valle del Paglia.  A Perugia, Terni, Roma l’eventuale sindaca civica si ritroverebbe sola, senza alleati nei posti chiave.  Palazzetti vuole essere l’eccezione e per quale motivo?

Secondo punto debole è il suo essere stata fuori Orvieto per molto tempo e contemporaneamente molto legata alla “Rupe”.  Un candidato sindaco deve conoscere il territorio che ha intenzione di governare, le sue debolezze, le sue eccellenze, le sue criticità, le sue tradizioni…insomma tutto.  E invece Roberta Palazzetti, manager molto stimata, si badi bene, è stata lontana per qualche lustro, ha vissuto fuori e nei suoi viaggi tornava a casa, fra gli amici e nei locali della “rupe”.  Sì, la rupe, altro problema irrisolto in città.  E’ il motore, il cuore, muove l’economia in parte ma non tutta e nel corso degli anni ha perso residenti a vantaggio di altri quartieri.  Essere estremamente “tufacei” non è più un vantaggio e chi abita altrove chiede, “Roberta, chi?”.  Tra Ciconia, Orvieto Scalo, Sferracavallo, Canale, Sugano e tutte le altre frazioni in tanti si chiedono chi sia la candidata civica, la manager; che sia un ologramma?

In tempi di intelligenza artificiale e un po’ di metaverso il rischio è alto…




Nuovo atto della guerra tra “Fratelli e fratellastri” d’Italia. Giovani, vecchie conoscenze e richiami non democratici

Nuovo atto della guerra tra fratelli e fratellastri d’Italia.  Galeotto su il consiglio comunale dello scorso 15 marzo e il presidente del consiglio comunale che ha rimarcato le perplessità sull’operato dell’attuale giunta. La risposta del partito da Terni è arrivata durissima, puntuale e in maniera non tanto velata si chiede a Garbini di trarre le conseguenze della propria posizione, ormai in aperto contrasto con quella del partito.

Ora c’è da capire chi è il fratello e chi il fratellastro.  C’è chi ha preso il partito con percentuali ben diverse da quelle odierne e per quattro anni non ha fatto mai mancare nei momenti topici il proprio sostegno e voto alla maggioranza in consiglio.  Il giovin Umberto, con i suoi pregi e difetti si è trovato a dover affrontare liti, lettere di accuse al Prefetto, frecciatine che hanno logorato il rapporto con Tardani in maniera insanabile; il resto lo hanno fatto le varianti al PRG.  D’altronde Garbini da tempo ha rimarcato di non volere più essere alleato di un centro-destra a trazione Tardani.  Giusto o sbagliato che sia lo diranno gli elettori l’8 e 9 giugno prossimi.

C’è chi ha utilizzato il partito a corrente alternata, entrandovi, poi uscendo e rientrandovi oggi che le percentuali sono alte, altissime.  E il papabile capolista a suo tempo si è presentato come candidato sindaco civico, alternativo e iper-critico nei confronti dell’operato della sindaca Tardani, senza sconti anche a pochi giorni dalla scelta di rinunciare alla corsa per entrare in Fratelli d’Italia e appoggiare l’attuale prima cittadina definita incompetente e soprattutto non fedele al programma elettorale con cui si era presentata e aveva vinto le elezioni nel 2019.  Cosa è cambiato in pochi giorni? E ancora dove sono le smentite o le scuse dell’ex-candidato Spagnoli?  Perché altrimenti dovremmo intendere che la sua opinione è rimasta la stessa e la convivenza sarebbe praticamente impossibile come è già successo nel passato con l’unico rappresentante di Fratelli d’Italia in consiglio comunale.

Infine un richiamo al vincolo elettorale che un consigliere ha solo ed esclusivamente con i propri elettori e non con il partito.  Non solo, il consigliere è garante del rispetto del programma da parte del sindaco.  Se ritiene che non ci siano più le condizioni allora il consigliere può cambiare opinione, sempre in virtù di quel vincolo fiduciario nei confronti degli elettori che non hanno votato necessariamente la coalizione ma hanno votato sicuramente la persona scrivendo la preferenza.  Chiedere altro potrebbe essere un nocumento per la democrazia.




I dubbi del Pd di Porano sulla lista “unitaria” alternativa all’attuale maggioranza

Il Circolo PD di Porano condivide perplessità e dubbi manifestati da due Consigliere comunali di minoranza di Porano sul percorso che ha portato alla presentazione di una lista “unitaria” per contrastare quella dell’attuale maggioranza di centrodestra. L’intento lodevole di condurre a sintesi unitaria l’esperienza dei due gruppi di minoranza si è di fatto infranto a causa dell’evidente deficit di democrazia nella costruzione di un valido, ampio e forte fronte in grado di vincere e ben amministrare il Comune di Porano. L’assenza e il mancato coinvolgimento, come sostenuto dalla due consigliere comunali, delle migliori energie della sinistra democratica, cattolica e socialista di Porano inducono il PD a prendere le dovute distanza da comportamenti settari e autoreferenziali che non producono nulla di buono oggi e nel futuro.
Il generico richiamo alla matrice antifascista della neo-lista “unitaria” non è di per sé un buon viatico nell’intento, malcelato, di rappresentare l’ampio e variegato patrimonio della sinistra; così come non lo è quello alla Costituzione, poiché si tratta di valori comuni che appartengono a tutte le forze politiche e alla stragrande maggioranza del popolo italiano che ad essi si richiamano. In particolar modo non lo è quando i comportamenti effettivi di chi invoca quei valori confliggono con la prassi della democrazia.
Per tali ragioni, nei prossimi giorni valuteremo, assieme agli iscritti, ai simpatizzanti, alle cittadine e ai cittadini che condividono gli stessi dubbi e le medesime perplessità, le modalità di partecipazione alle prossime elezioni amministrative.




Botta e risposta via social tra le candidate Tardani e Palazzetti su Palazzo dei Sette e Corteo storico

Una nuova e bollente polemica è nata intorno alla decisione di trasferire i costumi e le attrezzature del Corteo Storico dalla Caserma Piave al Palazzo dei Sette, occupandolo tutto.  In prima battuta sarà magazzino e nuovo luogo di partenza per poi divenire anche punto museale. Dopo l’articolo pubblicato dal consigliere Franco Raimondo Barbabella ora è la volta delle due candidate che si sono beccate tramite social.   

Iniziamo con la sindaca Roberta Tardani che ha spigato gli ultimi atti in consiglio comunale, “è stato necessario un passaggio burocratico per dare forma a una precisa scelta politica di questa amministrazione e questa maggioranza che rivendichiamo con forza e orgoglio: dare una sede dignitosa e prestigiosa a uno dei tesori della città”.    I tempi si sono allungati rispetto al programma per le verifiche strutturali approfondite e per adeguare tutti gli impianti alla nuova destinazione del Palazzo dei Sette.  “Nei giorni scorsi, insieme all’associazione Lea Pacini, abbiamo fatto – ha scritto Tardani – due sopralluoghi e convenuto che visti i tempi stretti per riorganizzare l’uscita del 2 giugno il trasloco ci sarà subito dopo”.  Poi un’aspra polemica con i consiglieri di minoranza, in particolare, “nell’ultima riunione del consiglio comunale è stato evidente chi dice solo a parole di amare il Corteo, ma come al solito non ha nessuna soluzione concreta, e chi ha ostacolato il percorso senza proporre soluzioni alternative praticabili. Coloro che se ne avessero la possibilità azzererebbero tutto ciò che è stato costruito con impegno e fatica.  Quello che si vuole etichettare come ‘magazzino’, attaccandosi ai formalismi burocratici, sarà un luogo dove si potrà mettere in mostra una delle nostre meraviglie, la storia, la tradizione, la cultura, l’estro e la creatività dei nostri artigiani che hanno confezionato abiti e accessori”.

Quasi immediata la replica social della candidata Roberta Palazzetti, “le elezioni fanno miracoli: il Corteo Storico ha un magazzino.   Cinque anni fa, nel suo programma elettorale, Roberta Tardani prometteva una mostra permanente per il Corteo Storico. Una volta eletta, tira fuori l’idea che il luogo sarà il Palazzo dei Sette”.   Ma ecco la stoccata, “ma sarà un magazzino, non una mostra permanente, obiettano quanti i documenti li studiano con attenzione. Ovviamente la Sindaca nega, come ormai sta facendo su tutto ciò che critica il suo operato, e addita come disfattisti quanti al contrario sono solo realisticamente preoccupati di trovarsi di fronte all’ennesima promessa elettorale”.  Palazzetti non ci sta e respinge al mittente le accuse di disfattismo e rilancia ponendo alcune domande alla sindaca e alla sua maggioranza, “se a Palazzo dei Sette ci sarà effettivamente l’esposizione dei costumi, noi vogliamo vedere il progetto e la ripartizione degli spazi. Vogliamo vedere come lo spazio verrà ripartito per custodire i costumi, per consentire l’attività di sartoria e per esporli.  Vogliamo anche sapere qual è il piano di gestione della futura esposizione; un museo non è uno scherzo, deve rispettare una serie di normative, ha dei costi di gestione e chi li sosterrà? E chi lo gestirà?  Ci sono tutte le condizioni per preservare la sicurezza dei costumi? C’è un adeguato sistema di prevenzione incendi, considerando che il materiale è infiammabile?”. Anche la candidata Palazzetti chiude il suo post con un affondo, “colpo di scena finale della sindaca: il museo si farà, ma il trasloco avverrà dopo le elezioni, e chi critica non vuole bene al Corteo Storico.  Ma questo, cara sindaca, offende l’intelligenza degli orvietani, peggio di quando diceva che ci ha trovato nella preistoria e ci ha portato nel digitale.  Non si mette zizzania in una comunità su un elemento identitario come il Corteo Storico”.




Linee programmatiche attraverso parole-chiave per un rilancio culturale e amministrativo

Il primo tema è quello delle tecnologie che stanno in capo al nostro mondo e che riguardano sopratutto i giovani. Altro tema quello degli anziani che stanno divenendo sempre più maggioranza ma non attenzione delle sfere pubbliche. C è bisogno di tenere un canale aperto tra le generazioni.
Una cultura di carattere cattolico e moderata no può permettersi di perdere i deboli. Bisogna creare una piattaforma su cui possa far riferimento chi non è contento della situazione attuale. Le radici e le bellezze della nostra città possono essere il viatico per superare il sopito.
Gli eventi culturali riprogrammati possono intrecciare i temi materiali con quelli culturali e spirituali.
Fare una città di riferimento: politiche per i giovani, sostegno al disagio, attenzione alla fascia di età 24-34 per la quale un ritardo nel mercato del lavoro può essere fatale, accanto a questo accompagnamento al lavoro e coinvolgimento imprese, in modo da allargare la ricchezza collettiva riducendo le distanze sociali, avvio di un rapporto con i portatori di interesse economico, idea e metodo di un tavolo istituzionale con associazioni e volontariato, verso una società della conoscenza che no si riduce solo al momento di vita. sociale, animare nel senso di vita in comune.
L’ amministrazione chiamata a guidare la città avrà anche il compito di portare a compimento progetti e processi avviati come la complanare, medicina di prossimità, Caserma Piave, ex Ospedale, turismo, infrastrutture ma con un nuovo metodo.
L’ amministrazione dovrà essere protesa all’innovazione digitale, sociale, urbanistica, e disponibile agli investimenti pubblici e privati, approfondendo e le prospettive in attenzione al beneficio pubblico. L’ amministrazione, attraverso tavoli di concertazione, sensibilizzerà gli enti sovraordinati alla soluzione delle questioni che interesseranno la città.
Orvieto città delle politiche sociali, delle generazioni, della cultura e della bellezza. Orvieto città della salute, del verde e pulita. Orvieto città sicura. . Orvieto città sostenibile con meno consumo di suolo verso la riqualificazione Incrementale specie sulle emergenze ahimè note. Orvieto città turistica aperta al mondo.
Questi i temi che Italia Viva intende mettere in campo su cui, un gruppo di lavoro, sta lavorando estrapolando ogni singolo aspetto, materiale e immateriale, raffinando le specifiche programmatiche insiste ai vari temi.

ITALIA Viva Orvieto




Fratelli d’Italia contro Garbini, “non ricorrere a foglie di fico nelle dichiarazioni per disorientare l’elettorato”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato da parte di Fratelli d’Italia riguardante la posizione di Umberto Garbini, presidente del consiglio comunale, durante l’ultima seduta della massima assise cittadina.

A Orvieto Fratelli d’Italia è un solo partito, quello cioè che sostiene l’attuale amministrazione nel rispetto del mandato ricevuto dagli elettori nel 2019, quello che giudica positivamente il lavoro fin qui svolto dalla maggioranza di centrodestra e quello che ha dichiarato, con scelte e determinazioni ufficiali, il proprio sostegno alla ricandidatura a sindaco di Roberta Tardani”. Così Fratelli d’Italia provinciale dopo gli ultimi eventi in consiglio comunale a Orvieto.

“Tutto il resto che si muove fuori da questa impostazione non può essere fatto o dichiarato per nome e per conto di Fratelli d’Italia. Per questi motivi Fratelli d’Italia ritiene le dichiarazioni e i voti espressi anche nelle ultime ore in consiglio comunale da Umberto Garbini, iniziative a titolo personale che non rispondono alla linea politica e alle impostazioni di vincolo di coalizione che sono e rimangono a sostegno della giunta Tardani.
Fratelli d’Italia non intende confondersi con gli atteggiamenti di chi, non rispettando le decisioni prese dagli organi preposti, sostiene in modo palese altri candidati in vista delle prossime elezioni comunali. Consapevoli della libera espressione dei voti esprimibili da ogni eletto, riteniamo che esista anche il dovere di essere rispettosi della linea politica del partito di espressione o di avere il buongusto di separare la propria strada, come nei fatti sta quotidianamente accadendo, senza ricorrere a foglie di fico nelle dichiarazioni, con l’obiettivo di creare disorientamento nell’elettorato”.




Le consigliere Breccia e Marinelli non condividono la scelta della candidata sindaca della lista “Uniti per Porano”

Le rappresentanti in Consiglio Comunale Settimia Breccia e Barbara Marinelli della “Lista Civica Per Porano dalla nostra prospettiva” non hanno partecipato all’incontro di sabato 16 marzo nella sala Consiliare del Comune di Porano.

Tale scelta deriva dal fatto che non condividono le linee programmatiche generiche e di comportamento della neo-lista “Uniti per Porano” compresa la designazione della candidata sindaca di fatto imposta dal rappresentante della lista “Alternativa per Porano” avvenuta con modalità avulse da ogni pratica democratica atta a coinvolgere le migliori energie della tradizione della sinistra democratica, cattolica e socialista di Porano.

Rassicurano i cittadini e gli elettori che proseguiranno la loro forte opposizione all’interno del consiglio comunale fino al termine della legislatura per il bene della comunità, con la competenza e la coerenza che le ha sempre contraddistinte.

Il loro intento è stato sempre e rimane quello di realizzare un fronte allargato unico e condiviso.

Le consigliere Settimia Breccia e Barbara Marinelli




Porano, assemblea pubblica del Gruppo “Uniti per Porano” il 16 marzo

Sabato 16 marzo alle 16:30 si terrà un’assemblea pubblica nella Sala Consiliare del Comune di Porano. L’incontro è organizzato dal Gruppo “Uniti per Porano”, nato dalla fusione dei due gruppi di opposizione “Alternativa per Porano” e “Porano, dalla nostra prospettiva”.

“Il nostro obiettivo – spiegano i promotori dell’assemblea – è condividere con la cittadinanza i principi su cui si basa il nostro progetto per il territorio. Vogliamo un’amministrazione più vicina alle esigenze dei cittadini, in grado di fornire migliori servizi, attenzione alle situazioni di fragilità e una gestione virtuosa dei beni comuni.”

“Inoltre, intendiamo promuovere uno sviluppo socio-economico sostenibile, valorizzare le risorse naturalistiche e storico-archeologiche del territorio, tutelare il paesaggio, promuovere itinerari tematici, prodotti tipici e patrimoni materiali e immateriali.”

“Riteniamo che Porano abbia bisogno di una visione organica e strategica, che negli ultimi anni è mancata. Vogliamo essere un laboratorio politico aperto, ispirato ai valori della Costituzione italiana: democrazia, lavoro, solidarietà, uguaglianza, libertà, rispetto dei diritti umani, pluralismo, non discriminazione, tolleranza, giustizia, parità e rispetto tra donne e uomini.”

“L’assemblea è aperta a tutti, sia a chi risiede a Porano sia a chi vi trascorre periodi di ferie. Il nostro candidato sindaco è l’avvocato Carmela Pamela Palmieri, che rappresenta al meglio le istanze del gruppo. Intendiamo sostenerla con convinzione e costruire intorno a lei una squadra di persone competenti e appassionate al servizio di Porano e dei suoi cittadini.”

“Invitiamo tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori e negli obiettivi generali a partecipare all’assemblea e a dare il loro contributo.”




Formazione e università, Orvieto deve recuperare il troppo tempo perso

“Il convegno di sabato scorso, organizzato sul tema dell’economia della conoscenza, è la prova di quanto terreno perduto debba recuperare la nostra Orvieto”. Lo dice la candidata sindaco di Proposta Civica, Roberta Palazzetti. “L’incontro che si è svolto all’auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio ha ricordato la figura di un imprenditore straordinario come Eugenio Fumi, è stato fonte di grande ispirazione per tutto ciò che Orvieto può fare nel campo della formazione e dell’auspicato polo universitario, ma è stata anche la prova lampante di quanto la nostra città in questi anni sia rimasta indietro rispetto ad analoghe realtà umbre e di quante occasioni abbia finora perduto – dice Palazzetti. Comunque, meglio tardi che mai. Ci sono città più piccole della nostra che, ormai da anni, hanno avviato progetti nel campo della formazione che stanno producendo grandi frutti. Abbiamo visto il caso di Narni che ha avviato un corso nel settore della sicurezza. Noi arriviamo buon ultimi. Dobbiamo guardare largo e lontano”.

“Noi avevamo detto che avremmo fotografato l’esistente senza giudizi di merito e così vogliamo fare: questa volta parliamo di ITS-Academy” – prosegue Roberta Palazzetti.

“Sono fondazioni di partecipazione istituite in ogni Regione affinché si attui la formazione di tecnici con elevate competenze professionali, contribuendo così a sostenere la competitività del sistema produttivo e a colmare la mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro. I programmi didattici sono pensati e realizzati dalle stesse imprese partecipanti che poi ospitano i tirocini. Insomma, una formazione dal taglio applicativo per far acquisire competenze tecniche e professionali spendibili nel mondo del lavoro”.

ITS-Umbria Academy è nata nel 2011 e ha sede a Perugia, con campus anche a Terni, Città di Castello e Foligno. Molto attiva in Umbria l’Academy, oltre che nelle sedi, ha messo in calendario prossimi Open Day di orientamento anche a Gubbio e a Todi.

E Orvieto? Fino a pochi giorni fa è stata totalmente assente. Ma la Sindaca Tardani a 90 giorni dalle prossime elezioni e nell’imminenza di un convegno sulla formazione così esordisce sull’argomento: “ho avuto un incontro con il direttore dell’ITS-Umbria Academy, alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione Paola Agabiti (ça va sans dire). Obiettivo del confronto è stato quello di valutare congiuntamente la fattibilità dell’avvio di un progetto pilota sul territorio di Orvieto”. Ma che vuol dire? Sono anni che l’opportunità esiste, ci vogliono le imprese, gli spazi, la progettazione. Poi dice che sono state approfondite le condizioni necessarie, che ha raccolto la disponibilità ad accompagnare un confronto operativo con l’amministrazione comunale (anche qui facciamo fatica a capire che cosa stia dicendo) e, infine, che aprirà un tavolo con le associazioni imprenditoriali per analizzare i fabbisogni delle imprese e costruire una proposta. Un’altra promessa della Sindaca Tardani.

“La formazione ha sicuramente attinenza con il territorio – conclude Palazzetti – ma bisogna guardare anche ai trend nazionali ed internazionali. Tutto ciò può rappresentare un grande elemento per lo sviluppo economico e culturale della città e per i nostri giovani. Bisogna muoversi, cambiare passo e portare concretezza e visione. Questo è il mio impegno”.




Alla città serve il sogno per realizzare un ITS e un polo universitario

L’iniziativa di sabato 9 marzo, moderata da Claudio Lattanzi e Stefano Cimicchi, organizzata da più realtà è chiaramente un forte aiuto a chi si è proposto di amministrare questa città. La laicità progettuale è quanto ritengo essenziale e necessario per evitare che le buone idee e le buone proposte si differenzino essenzialmente non per la loro oggettiva bontà ma per chi le propone. Ed è il drammatico errore che ha commesso l’amministrazione uscente: pensare di essere autosufficiente, decidere di boicottare tutto ciò che di nuovo veniva pensato, o quasi tutto, se non proposto da chi la pensasse come loro.

E poi, permettetemi, quando un sindaco, come ha detto Roberta Tardani, deve imparare a non sognare… beh, è bene che scelga di fare altro. Senza il sogno, che ovviamente si trasforma in “progetto”, Orvieto non avrebbe avuto la Legge speciale, per esempio. Senza il sogno non avremmo Umbria Jazz Winter. E senza il sogno Narni non avrebbe la sua Università, Bagnoregio senza il sogno di Astra Zarina non avrebbe colto l’opportunità di uno sviluppo legato a Civita. Viterbo, senza sogno, non avrebbe la sua università che rappresenta la seconda azienda di quel territorio. E se Eugenio Fumi, che abbiamo ricordato, non fosse stato un sognatore, avrebbe portato l’Itelco nel mondo e avrebbe dato la voglia e trasmesso la passione a decine di orvietani che con lui sono partiti ed hanno svolto o svolgono ruoli importanti nell’imprenditoria italiana?

Parole opportune: se si sogna da soli è solo un sogno ma se si sogna insieme è la realtà che comincia. Orvieto può e deve sognare insieme e ieri sera, sulle questioni poste, lo ha fatto. Anzi, ha fatto molto di più.

Più proposte e più idee, di singoli e di associazioni, di imprenditori.

C’era intesa ad agire per un polo universitario, per una sede ITS a Orvieto, per una forte collaborazione tra scuole, imprese, istituzioni e territorio, per un progetto di riqualificazione per la Piave, per la valorizzazione delle nostre tipicità di prodotto e quindi complessivamente di un nuovo modello economico per il nostro territorio. Quel sogno, dicevo, ieri sera ha avuto molti sognatori che hanno però deciso di mettere in rete le proprie idee e le proprie proposte, i propri contatti, le cose già fatte, di metterci la faccia, di collaborare insieme.

Mi piacerebbe che a sostegno di qualunque amministrazione ci fosse un “pensatoio” civico a sostegno dell’istituzione. Ebbene, se dovessi essere il sindaco di questa città, farò tutto il possibile, con tutti voi, per perseguire questi progetti, ed altri sogni. Di farlo con quella laicità progettuale che sarà la bussola della mia amministrazione e per la quale non dovranno esistere steccati o pregiudizi.

Ho sempre detto che questa sarà una sana e positiva competizione elettorale. Sono convinto davvero che su questo tra alcuni competitor c’è intesa. Penso al modo di porsi del gruppo di Nova, alle proposte di Roberta Palazzetti e il suo progetto Civico. Il mio impegno è quello di lavorare con e per tutti i “sognatori”, Contrariamente a chi ha deciso di smettere di sognare.