Proposta Civica, “a Sugano e Canonica si va per spot elettorali; mancano servizi e il dialogo con l’amministrazione”

Usciamo dall’incontro con gli abitanti delle frazioni di Canonica e Sugano con un rinnovato senso di gratitudine e di simpatia, di sincera simpatia per le persone che, abitando nei borghi sparsi intorno alla rupe, convivono con gli stessi problemi da anni. E che, tuttavia, venendo a conoscere Roberta Palazzetti, dimostrano da un lato di nutrire ancora una speranza di cambiamento e dall’altro di sentirsi nonostante tutto una comunità, aldilà delle difficoltà che pure causano un tangibile senso di isolamento e di frustrazione. Ed è per questo che crediamo andrebbe anzitutto data loro voce con sistematicità, non limitando il contatto alle occasioni elettorali, ma assumendoci fin da ora l’impegno a tenere aperto un canale diretto di comunicazione e confronto, se saremo investiti di un ruolo all’indomani del voto amministrativo.

Il potenziale delle frazioni è grande ed ignorarlo appare davvero molto sciocco, prima ancora che ingiusto. Sono borghi solitamente incastonati in aree di pregio paesaggistico e ambientale, vie di fuga dai ritmi accelerati della vita urbana con un forte potere attrattivo in termini non solo e non tanto di turismo occasionale, ma di vera residenzialità. Occuparsi di queste realtà significa pertanto cogliere una concreta opportunità di crescita e di sviluppo, che ad oggi appare non solo ignorata dall’amministrazione comunale, ma offesa da una patente incuria generale che vogliamo chiamare con il suo proprio nome: abbandono. Gli esempi di questa dimensione di colpevole trascuratezza (che alla lunga si traduce in degrado) sono molteplici. A Canonica e Sugano non esiste un ambulatorio che consenta al medico di base, almeno una volta a settimana, di ricevere pazienti e rilasciare ricette e impegnative. A Canonica e Sugano il cimitero, fatto salvo l’intervento di un privato cittadino, che provvede in autonomia a mantenere il decoro, non conosce alcun intervento di pulizia e di manutenzione da parte degli addetti comunali. A Canonica e Sugano non si effettua manutenzione stradale, nessuno cura i giardini pubblici, la fontana necessita da molto tempo di un intervento di riparazione ed ha perdite ingenti. A Sugano, che a tutti gli effetti il regolamento urbano considera un centro storico, non esiste la raccolta porta a porta dei rifiuti e si verifica il paradosso che – per fare fronte alle reiterate lamentele riguardo alle difficoltà di smaltimento – l’amministrazione comunale si limita ad introdurre altri cassonetti deturpando oscenamente le vie cittadine, anziché concepire soluzioni più idonee. Per non parlare dello stato di incuria della fonte del Tione e dell’area circostante, un’importante risorsa di cui la popolazione è stata scippata e che, dal business di un singolo privato, si è poi fatalmente tradotta nella spoliazione complessiva di un luogo appartenente, oltretutto, alla memoria storica della comunità.

La sintesi di questa breve e parziale rassegna di inefficienze, assenza di interventi e incuria generale corrisponde invariabilmente ad un quadro di scarsa, scarsissima attitudine da parte dell’amministrazione Tardani a governare la macchina amministrativa – che pure conta ad oggi circa 150 dipendenti. Da quanto invariabilmente emerge, appare evidente che da un lato manca il coordinamento delle risorse esistenti a copertura di tutto il territorio orvietano, dall’altra manca un sistema generale di controllo sugli interventi che pure vengono eseguiti, perlopiù concepiti a spot (sotto elezioni, diremo meglio, ad effetto), anziché nell’ambito di una seria e lungimirante pianificazione. Ed è su questo dato, che emerge con molta chiarezza, che continueremo a confrontarci tra di noi e con gli elettori, con cui ad ogni incontro ci sembra di poter dire che si creino spunti e visioni convergenti.

Nella consapevolezza generale che i margini di miglioramento della qualità di vita generale spesso ci sono già, a volerli cogliere. E fermo restando che al buon governo giova la pratica del confronto sistematico sul terreno e non certamente la pratica dell’autoreferenzialità.




“Ho tentato di dar voce alle richieste dei miei elettori. Ai futuri amministratori, non scendete mai a compromessi”

Il 9 giugno 2024 sarà l’ultimo giorno delle elezioni amministrative ad Orvieto ma anche quello che chiuderà la mia esperienza di consigliere comunale.  La corsa alla futura guida di Orvieto annovera per adesso 3 candidati Sindaco, ma altri se ne aggiungeranno ancora, ed una nutritissima schiera di candidati amministratori.

L’amministrazione in carica si presenta alla riconferma elettorale nel tentativo di proseguire e difendere il lavoro fatto negli ultimi 5 anni, mentre gli altri chiedono fiducia nel sostenere una scelta di cambiamento, una diversa visione di città ed un diverso approccio metodologico.  Come consueto, durante la campagna elettorale, tutti hanno la “ricetta segreta” per amministrare efficacemente la città e fare così di Orvieto una specie di torta meravigliosa, con tanto di ciliegina alla sommità!

Secondo me, la “ricetta” utile e necessaria a città e cittadini è fatta di pochi ingredienti ed il Sindaco, chiamato ad assumere il ruolo di coordinatore dell’azione amministrativa che indirizza la città, non altro, dovrebbe sapientemente amalgamare.  Questi ingredienti si chiamano, coesione, partecipazione, dialogo, confronto, condivisione, valorizzazione delle risorse umane, relazione umana, rispetto, e sano civismo.  Per me, questi ingredienti non hanno caratterizzato la ricetta di governo dell’amministrazione politica oggi in carica, ed i risultati raggiunti, oppure no, li valuteranno gli elettori tra meno di 2 mesi.

Per quanto sopra, nel 2022 ho lasciato formalmente la maggioranza con la convinzione di non voler più rappresentare questa amministrazione, e sono fiero di portare a termine il mio mandato di consigliere comunale per dovere e rispetto di quelle persone che hanno creduto espressamente nella mia persona con un preciso voto di preferenza, e non certo per area di appartenenza. A queste persone ho tentato di dare voce, per ciò in cui comunemente crediamo, pensiamo, e sentiamo.

Ai nuovi candidati futuri amministratori, di qualsiasi orientamento, ma soprattutto a quei cittadini e giovani il cui impegno sarà mosso da princìpi profondamente civici, mi permetto di “donare” gli ingredienti di quella mia semplice ricetta.  Non ve li dimenticate mai gli ingredienti, difendeteli sempre, aggiungeteci i vostri, con il cuore, l’intelligenza e la sensibilità. Non vi fidate di chi vi racconterà che la politica è l’arte del compromesso, non scendete mai a compromessi. Solo così la vostra testa rimarrà alta, la vostra schiena dritta, il vostro sguardo fermo negli occhi di chiunque.  Io ho fatto così, e sono comunque orgoglioso di concludere con dignità un’esperienza, umanamente e politicamente, deludente.  

Soprattutto ragionate come una squadra, pretendete di esserlo, siate uniti, e non affidate la vostra testa e la vostra anima a chi pensi di amministrare una città da “solista”. Le primedonne (uomini o donne che siano) non esistono più, non servono, non vincono nulla, ed i risultati che ottengono non sono veramente sostanziali e rappresentativi del sentire e del bene comune, ma fugaci ed effimeri come l’immagine “riflessa” di sé stessi. 




“Proposta di legge per la fusione dell’ospedale di Terni nella USL Umbria2”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato del candidato sindaco Stefano Biagioli a firma Stefano Moretti per una proposta di legge regionale di riordino in materia di sanità e ospedali.

Stefano Biagioli, candidato sindaco al Comune di Orvieto, presenzierà all’incontro organizzato da Federsanità Anci Umbria a Perugia giovedì 11 e venerdì 12 aprile con una proposta di legge che si impegna poi a rappresentare al Consiglio Comunale di Orvieto ai sensi dell’articolo 35 dello Statuto Regionale, sulla falsariga del buon governo sanitario dell’Emilia Romagna, per la fusione dell’Azienda Ospedaliera di Terni nell’Usl Umbria 2.

“Si tratta – afferma Biagioli – di uno strumento legislativo in grado di consentire una reale integrazione tra territorio ed azienda ospedaliera, oggi di fatto chiusi in specifici perimetri organizzativi, tra di loro ni evidente difficoltà comunicativa, con conseguenti ritardi e disservizi a danno dell’ utenza. Immaginare un’unica Usl significa assoggettare a medesimo governo li complesso sistema sanitario che oggi si rappresenta in più punti di gestione spesso confliggenti tra di loro.

Una direzione unificata consentirà invece scelte razionali e funzionali, come l’individuazione a Cammartana di Narni di unico Ospedale di Terni e Narni, con miglioramento logistico, organizzativo e funzionale delle alte specialità già presenti e, per Orvieto, il superamento di una spedalità marginale e residuale come quella corrente a favore di una ipotesi di un Dipartimento di Emergenza e Urgenza di secondo livello, ovvero di un grande ospedale non solo servente l’area orvietana e ternana ma anche quella dell’Italia mediana ed interregionale, da Roma a Firenze, nonché la gestione coerente delle diverse Case ed Ospedali di Comunità così come pure consentite ed individuate dalla Legislazione regionale e finanziate con fondi del Pnrr.

La proposta può trovare seguito anche in anticipazione del Piano sanitario regionale con una lettura non più circoscritta alle pure fondate doglianze per ritardi e disservizi correnti, ma in grado di guardare al miglioramento del servizio sanitario attraverso una modalità prospettica ed alternativa alla stagnante immobilità della corrente giunta regionale”.

Questo il progetto di legge regionale:

Fusione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale n.2 di Terni e dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni

1. La presente legge detta disposizioni per l’adeguamento del governo e della gestione dei servizi sanitari. In particolare, per assicurare e potenziare gli stessi nell’ interesse generale, in condizioni di valorizzazione qualitativa, omogeneità, appropriatezza ed efficienza, la presente legge realizza forma di integrazione funzionale e strutturale e razionalizzazione organizzativa idonee a garantire lo snellimento amministrativo ed il contenimento della spesa pubblica.

2. Le finalità di cui al primo comma sono perseguite attraverso la fusione delle strutture aziendali dell’ USL n. 2 di Terni e dell’ Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, per effetto della quale risulta costituita un’unica Azienda Sanitaria denominata Usl n.
2 Terni.
3. La fusione decorre da… – da medesima data la neo costituita Usl n. 2 di Terni subentra a tutti gli effetti e senza soluzioni di continuità all’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni nonché nei rapporti attivi e passivi, interni ed esterni, dell’ Azienda Ospedaliera così cessata. II patrimonio dell’Azienda ospedaliera costituito da beni mobili ed immobili ad essa appartenenti, è trasferito all’Usl di Terni. Le relative incombenze amministrative risultano a carico dei due direttori generali degli enti così fusi.
4. Il personale in servizio nella pre-esistente Azienda Ospedaliera è trasferito senza soluzioni di continuità all’Usl di Terni.

Per il coordinamento della Lista “Stefano Biagioli Sindaco di Orvieto”
Stefano Moretti




L’ironica provocazione di Bella Orvieto, “per una transizione green…non più grano o cereali, seminate pannelli solari”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di “Bella Orvieto” su una prossima iniziativa prevista per il 12 aprile su transizione ecologica, energie rinnovabili e agricoltura sostenibile.

Stiamo leggendo sempre più frequenti notizie riguardo un progetto per l’installazione di un campo fotovoltaico nell’area a confine tra i Comuni di Orvieto e Castel Giorgio, in località Torre San Severo. La veridicità della notizia ed i timori sono avvalorati dall’iniziativa promossa per venerdì 12 aprile, proprio nella frazione del nostro Comune.  Bella Orvieto, tanto per chiarire le posizioni, è del tutto favorevole alla adozione di fonti alternative al combustibile tradizionale per la produzione di energia elettrica “pulita”, tra queste, anche i pannelli fotovoltaici; crediamo sia utile incentivare l’utilizzo di questi ultimi, negli edifici pubblici, impianti sportivi e scuole.

Bella Orvieto è del tutto contraria invece, all’applicazione del processo virtuoso anzidetto, prescindendo da qualunque considerazione e subordinando al principio dell’energia pulita, ogni e qualunque altra seppur sostenibile considerazione su dimensioni, ubicazione, danni prodotti.  Del resto, dobbiamo constatare che anche la normativa di legge, con la buona intenzione, forse, di semplificare gli adempimenti procedurali, ha aperto la strada a fin troppo facili e spregiudicate speculazioni.  Come già occorso qualche anno fa per la località San Faustino, pericolo scongiurato almeno per ora, se i termini dell’impianto in previsione sono quelli che sentiamo dire, il beneficio dell’energia pulita prodotta, sarà decisamente ed irrimediabilmente vanificato dal danno arrecato al sito. Non solo, troppo spesso si cerca di annebbiare le coscienze omettendo di comprendere nell’impatto di un campo fotovoltaico di questa potenzialità  e quindi negli elementi per la sua esatta e completa valutazione ambientale, le opere necessarie per immettere sulla rete elettrica nazionale, la potenza prodotta. Nel caso in parola, come del resto in quello che abbiamo citato, l’ordine di idee della potenza da connettere, prodotta dal campo alla tensione di 20 kV, riteniamo sia superiore a 10 MW e di conseguenza da allacciare alla rete ad alta tensione (almeno 150 KV ).    Questo vincolo di carattere elettrico, comporta, e non certo per una migliore disponibilità dell’area rurale dei due Comuni, già elettricamente servita e priva di criticità, la costruzione di linee a media tensione, impattanti ancorché previste in cavo interrato, una stazione elettrica di trasformazione, quindi i raccordi ad alta tensione per il suo inserimento sulla linea di pari potenza.

A lume di naso, e ci scusiamo per l’approssimazione dovuta alla mancanza di elementi progettuali precisi, ci sembra che la linea ad alta tensione più vicina, guarda caso attraversa l’area dell’Alfina, manco a dirlo, riconducendo questo progetto ad un tassello di un piano molto più ambizioso il cui fine, decisamente più speculativo che di transizione ecologica, verrà misurato in termini non di energia pulita, bensì di utile netto degli investitori.  Sarebbe oltremodo doveroso integrare la nostra contrarietà con una serie di considerazioni sulla bontà della scelta di sacrificare ettari di superficie agricola utile, sottolineiamo utile e non incolta, anziché votarla alla sua naturale destinazione.  Non mancheremo di farlo, assicurando fin d’ora la nostra condivisione e la nostra adesione a quanti si renderanno promotori di iniziative contro questo progetto, non contro il fotovoltaico.

Di una cosa però siamo certi già da adesso, molto probabilmente, l’affitto per “la coltivazione di pannelli fotovoltaici” assicura, senza rischi di siccità o grandine, redditi ben superiori a quello agrario.

Bella Orvieto




Sui veti a Italia Viva da parte del Movimento 5 Stelle

I 5Stelle mettono il veto al simbolo di IV nelle coalizioni del cosiddetto campo “largo” in Umbria. Come dargli torto visto che Italia Viva è il loro peggior avversario che ha scolpito nel proprio DNA proprio la lotta verso ogni populismo e simili supponenti forme di superiorità morale. Quel che invece sorprenderà anche i più distratti è il fatto che a pilotare le coalizioni del vecchio centrosinistra oggi siano i diktat dei grillini e non più la ex-vocazione maggioritaria del c’era una volta il PD. Ma di più, quel che sorprenderà anche i meno distratti è la reazione di alcuni candidati sindaci che si sono trovati in mezzo ed essi stessi ostaggio di questi veti in quanto impediti ad allargare le proprie basi elettorali a una forza politica sgradita ai grillini.

C’è da domandarsi seriamente quale autonomia e quale indipendenza potranno conquistarsi qualora eletti primi cittadini.  A meno che non si riesca a spiegare ai cittadini e agli elettori che le buche delle strade comunali si riparano meglio se non ci sono i renziani anche se su questo, ne siamo certi, i grillini avranno una spiegazione scientifica al pari di quella sulle scie chimiche. L’unico rammarico è che la presenza di IV sui tavoli del centrosinistra a Foligno e a Bastia era stata determinata esclusivamente dalla autentica stima verso le personalità candidate e senza alcuna nostra rivendicazione di posti al sole o qualsivoglia contropartita politica.

Ma se per queste personalità candidati sindaco i diktat grillini contano più della stima di Italia Viva nei loro confronti allora auguriamo loro buona vita e un sincero #statesereni.




#PiazzaNova, è il luogo dell’incontro tra candidati della lista civica e cittadini

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Nova che ha così comunicato di partecipare alle prossime elezioni comunali dell’8 e 9 giugno.

Dal giorno della sua presentazione ufficiale Nova ha proseguito il percorso di confronto e coinvolgimento della cittadinanza, raccogliendo i contributi di nuovi soci e socie oltre alle proposte di chiunque abbia scelto di dire la propria attraverso i canali online e gli eventi in presenza. Proprio da queste occasioni è emersa la richiesta di offrire alle idee dell’associazione uno strumento concreto, una cassa di risonanza in vista delle elezioni amministrative. Nova ufficializzerà la propria partecipazione all’appuntamento elettorale di giugno: una lista civica indipendente con un suo candidato sindaco, espressione diretta dei valori, dei contenuti e, soprattutto, del metodo dell’associazione stessa. Come più volte ribadito Nova è un percorso di lungo termine, non un’avventura elettorale.

Questa esperienza nasce dalla volontà di costruire un cammino all’altezza della passione che guida il gruppo e della profondità dei cambiamenti che vuole attivare in questa comunità. Nova vivrà dopo le elezioni, ma crede sia fondamentale mettersi in gioco da subito per offrire un contributo di rinnovamento nello scenario politico orvietano. E’ con questo spirito che l’associazione inaugura #PIAZZANOVA, uno spazio aperto da vivere come luogo di incontro, approfondimento e informazione, in cui chiunque possa sentirsi libero di esprimere idee. L’opportunità della partecipazione viene, per noi, prima dei nomi di ogni candidato e candidata: crediamo fermamente che il cuore dell’azione politica autentica sia dar vita a processi di coinvolgimento civico e partecipazione democratica.

Nova vi aspetta sabato 6 aprile alle ore 18.30 in via Gualverio Michelangeli 1




“… questo è il fiore, del partigiano, morto per la libertà!”

Oggi (29 marzo) sono andato alla cerimonia per la commemorazione dell’assassinio di 80 anni fa da parte dei nazi-fascisti di Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Duilio Rossi. 

Durante il cammino mi è tornato in mente quel brutto post di Olimpieri che citava una frase dell’inno fascista: primavera di bellezza. Ed è questa, perdonatemi, la bellezza che ci ha regalato il regime fascista, quello nazista. A Camorena come a Sant’Anna di Stazzema, a Marzabotto, le Fosse Ardeatine. Piccole e grandi località d’Italia in cui fascisti e nazisti, insieme, hanno trucidato donne, uomini, bambini, anziani o giovani che si opponevano al regime per ridare libertà al nostro Paese. I Fratelli Cervi a Reggio Emilia, Giacomo Matteotti assassinato dai fascisti su ordine di Mussolini nel ’24 a Roma. Ecco, io ho loro, tutti loro in mente quando penso “all’orrenda primavera di bellezza di Olimpieri”. E sia chiaro, la mia è una condanna a tutti quei regimi che uccidono il dissenso e la voglia di libertà e democrazia. Nel mio pantheon ci sono loro, c’è la Costituzione Antifascista alla base della nostra Repubblica, frutto del lavoro di padri costituenti: cattolici, socialisti, comunisti, repubblicani, azionisti, liberali. E quando penso a loro ho la colonna sonora di quella storia, che si rinnova anno dopo anno.

Bella Ciao che non è che, come ha detto la sindaca Tardani “la facciamo suonare perchè incarna i valori dei familiari delle vittime”. No sindaca, mi dispiace! Bella ciao incarna i valori della Repubblica Italiana, nata dalla lotta partigiana che ha sconfitto la barbarie nazi-fascista e ci ha restituito la libertà di pensare, di esprimerci, di scegliere, di votare”.




Proposta Civica, “l’emodinamica è fondamentale per difendere la salute degli orvietani. Daremo battaglia”

La decisione di non potenziare il reparto di cardiologia dell’ospedale di Orvieto attraverso la creazione di un ambulatorio di emodinamica è un fatto molto grave, ma anche un esempio molto evidente di come i politici della nostra città siano subordinati agli interessi dei loro referenti perugini e non dei cittadini orvietani.

Roberta Palazzetti, candidata sindaco per la lista Proposta Civica, contesta duramente il passo indietro che Regione e Comune hanno fatto rispetto al potenziamento della cardiologia orvietana.

Siamo di fronte ad un episodio sconcertante e inaccettabile.

L’Assemblea Regionale aveva approvato nel 2020 l’attivazione del servizio di emodinamica all’ospedale di Orvieto,  il Consiglio comunale lo ha poi approvato, con un inspiegabile ritardo, solo nel 2023. Ma a quel punto la Regione torna sui suoi passi e afferma che l’emodinamica non si farà. La Sindaca Tardani diligentemente si allinea al diktat della Presidente Tesei. Noi no.

L’attivazione del servizio di emodinamica rappresenta la vera soluzione per le emergenze cardiologiche, diversamente dall’elisoccorso. Si tratta di un completamento del reparto di cardiologia che può rivelarsi essenziale a salvare la vita ai pazienti colpiti da infarto.

Un accurato studio, redatto dal primario di cardiologia Andrea Mazza, spiega chiaramente come l’introduzione dell’emodinamica costituisca un passaggio fondamentale per qualificare il nostro ospedale. Lo stesso primario smentisce anche l’argomentazione secondo la quale l’ospedale di Orvieto non avrebbe un bacino di utenza sufficiente a sostenere il nuovo servizio, dal momento che l’emodinamica sarebbe a servizio di un territorio interregionale pari a circa 120.000 persone. Ovvero poco meno del bacino  che corrisponde all’ospedale di Foligno.

Si tratta di argomentazioni molto valide, tanto che tutti i politici di destra e di sinistra le avevano condivise senza esitazione prima che la Regione decidesse di penalizzare Orvieto, depotenziando in  modo grave le possibilita’ concreta di gestire l’emergenza per le patologie cardiache.

A questo punto chiediamoci: tra i politici locali, allineati con i rispettivi referenti regionali, e il nostro eccellente primario del reparto di cardiologia, a chi vogliamo dare credito?!

Già nel 2020 era stata affrontata e risolta l’obiezione principale, quella per cui ad Orvieto non ci sarebbe il numero minimo di interventi indicati dalle linee guida; le stesse linee guide infatti derogano a quel principio nel caso in cui tra l’inizio dell’infarto ed il successivo ricovero in ospedale trascorra un tempo superiore ai sessanta minuti. E’ il caso di Orvieto che è a 76 chilometri da Terni e a 77 chilometri da Perugia. Questa questione era stata affrontata e risolta. Perchè ora è stato messo di nuovo tutto in discussione? Chi difende Orvieto?

Quanto all’elisoccorso, e’ evidente che presenta forti limitazioni: bisogna innanzitutto che sia disponibile e non sia impegnato in un altro soccorso, inoltre ci sono problematiche legate al volo notturno, infine bisogna sperare che non ci siano condizioni metereologiche avverse e che l’intevento sia davvero tempestivo, considerando tutte le manovre necessarie per l’atterraggio e la ripartenza.

Noi l’emodinamica la realizzeremo, mettendo in campo tutte le risorse e le energie di cui disponiamo perché ciò avvenga!




Stefano Biagioli, candidato-sindaco “per chi vuole una sanità pubblica vera, per i giovani e una città unita”

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Stefano Biagioli, candidato sindaco del campo largo e liste civiche, si presenta ai lettori di orvietolife. Medico, dirigente sportivo, già vice-sindaco a Porano durante la consiliatura di Enrico Brugnoli; il dottore ha deciso di impegnarsi “per proteggere i più deboli, quelli che hanno bisogno di una sanità pubblica vera e funzionante”. Durante il confronto sulla sanità organizzato da PrometeOrvieto Biagioli ha chiaramente elencato i punti deboli, tanti e ha sonoramente bocciato il progetto di Casa e Ospedale di Comunità.

Durante l’intervista sono stati toccati anche altri temi delicati per la città a partire dalla questione Piave sino ai giovani e ai pendolari.




Sono la figlia di Elio e della Flora

Non sono una di fuori, come pensa qualcuno, sono una di voi. Sono nata ad Orvieto, sono la figlia di Elio e della Flora. Il babbo ha aperto il primo supermercato in città, al Cordone, dove lavorava anche la mamma, ed è stato presidente dell’USO (Unione Sportiva Orvietana).

Qui ho studiato fino alla maturità classica, poi sono andata a studiare all’Università a Perugia e subito dopo sono andata a lavorare, in giro per il mondo.

Ho lavorato in grandi aziende multinazionali, ho ricoperto incarichi di vertice, ho vissuto in 22 Paesi del mondo, ma ad Orvieto sono sempre tornata appena possibile. Sempre ad Orvieto per la Palombella e il Corpus Domini, ad Orvieto per le festività natalizie e pasquali, ad Orvieto per le ricorrenze e i momenti importanti della famiglia. Ad Orvieto mi sono sposata, ad Orvieto ci sono le mie sorelle con le loro famiglie, ad Orvieto ci sono i miei più cari amici, quelli della gioventù, dei tempi spensierati e disinteressati.

E ad Orvieto sono tornata, libera ormai dagli impegni di lavoro, per offrire alla mia città, se gli elettori lo vorranno, quanto ho appreso in tanti anni di vita aziendale, di relazioni istituzionali, di rapporti con enti pubblici territoriali e di gestione di sistemi complessi.

E le prime due cose che ho appreso sono che ci vogliono competenze adeguate per ogni attività e ci vuole una squadra forte, perché una persona sola al comando, per quanto brava possa essere, non è mai una buona soluzione. Per questo ho già messo in piedi una squadra di professionisti in tutti i settori di maggiore interesse per l’amministrazione, uomini e donne che si sono offerti di lavorare con me per questa grande sfida.

La mia candidatura nasce come proposta civica alla città e tale rimarrà. Se ci saranno forze politiche disponibili a sostenermi saranno benvenute ma non condizioneranno la laicità di questa proposta. E questo non sarà certo un punto di debolezza, al contrario sarà la mia forza.

Del resto, cosa ha valso ad Orvieto avere amministrazioni di destra o di sinistra negli ultimi 10 anni quando a livello regionale o nazionale sedevano i loro amici di destra o di sinistra? Questo ha aiutato Orvieto ad avere una sanità migliore e un Ospedale degno del suo ruolo? Questo ha migliorato i servizi di trasporto? Questo ha portato scuole di formazione o università? Ha aumentato posti di lavoro? Ha migliorato la qualità della nostra vita?

La verità è che queste gestioni partitiche hanno solo generato una subordinazione del territorio orvietano. Gli orvietani lo hanno capito e hanno tentato di reagire passando da un’amministrazione di sinistra ad una di destra e viceversa, senza riuscire ad ottenere però un vero cambiamento.

Da qui nasce la nostra Proposta Civica, una proposta indipendente che rappresenta la vera forza di cambiamento, senza subordinazioni, esclusivamente indirizzata agli interessi della città e degli orvietani. Soluzioni fattibili, progetti concreti, persone capaci: questa è la nostra formula. E poi ascolto e rapporto diretto con la gente e con tutte le molteplici forze che la città esprime. Perché questa città è migliore di chi l’amministra.

Sulla questione che sarei molto legata alla Rupe non mi soffermo se non per dire che ognuno di noi è legato al luogo dove è nato e dove ha vissuto soprattutto l’infanzia e l’adolescenza, ma questo non significa che io non abbia in giusta considerazione tutto il territorio orvietano. Del resto, i problemi, come le opportunità, sono uguali per tutti: la salute, l’occupazione, i trasporti, il decoro urbano, non hanno confini. Ogni realtà però ha la sua vocazione e ogni realtà ha le sue potenzialità. Il punto è come utilizzarle al meglio e come renderle produttive per creare la migliore vivibilità. Io ho già ingaggiato le persone giuste per offrire ad ogni parte della città le più adeguate soluzioni.

Proposta Civica vuole realizzare una città ideale e riteniamo che sia tale quella che non lascia indietro nessuno. Non è uno slogan, è un punto programmatico, e la differenza non è un dettaglio.