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Grande successo per “L’Oltremondo” e martedì la replica in onda su RadioTre

La Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto ha accolto con emozione, raccoglimento e notevole partecipazione di pubblico la messa in scena de “L’Oltremondo – Luca Signorelli a Orvieto”, poemetto drammatico di Fabrizio Sinisi letto da Sandro Lombardi, a cura di Federico Tiezzi, luci e suono Alessandro Di Fraia, per la produzione della compagnia Lombardi-Tiezzi. Il testo racconta con profonda emotività e suggestioni la vita di Luca Signorelli: le sue passioni, l’amore per il figlio Antonio prematuramente scomparso, raggiungendo nella descrizione degli affreschi del Giudizio Universale una contemporaneità forte, drammatica nel suo essere nel tempo, oltre il tempo. Sandro Lombardi, nella sua coinvolgente interpretazione, ha saputo dare al testo di Fabrizio Sinisi il fascino della leggenda, della storia che si attualizza, del personaggio Signorelli che narra la sua vita nelle più umane sfumature di padre e artista.

Le prime due recite dello spettacolo sono state introdotte dall’analisi del professor Antonio Natali, storico dell’arte, già direttore della Galleria degli Uffizi e ora membro del Consiglio di Amministrazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze. A commissionare la realizzazione dell’opera letteraria, proprio in occasione delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Luca Signorelli, è stata la stessa Opera del Duomo di Orvieto. Il testo del poemetto drammatico è stato pubblicato nella collana “Teatro della memoria – Memoria del Teatro” edizioni L’Obliquo.

A suggellare questo importante progetto culturale sarà ora la diffusione radiofonica integrale dello spettacolo. E’ infatti in programma per martedì 26 settembre alle ore 20:30 su Rai Radio 3, media partner dell’iniziativa, la messa in onda de “L’Oltremondo”.




Un week-end con “L’Oltremondo – Luca Signorelli a Orvieto”, lettura alla Cappella di San Brizio

Da venerdì 22 a domenica 24 settembre, all’interno della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, nell’ambito delle iniziative per il quinto centenario dalla morte di Luca Signorelli promosse dall’Opera del Duomo, la compagnia Lombardi-Tiezzi presenta il poemetto drammatico “L’Oltremondo  – Luca Signorelli a Orvieto” di Fabrizio Sinisi, letto da Sandro Lombardi e a cura di Federico Tiezzi, luci e suono di Alessandro Di Fraia.

Il testo del poemetto è stato pubblicato nella collana “Teatro della memoria .- Memoria del Teatro” edizioni L’Obliquo e sarà disponibile durante i giorni dello spettacolo. Fabrizio Sinisi compone per Sandro Lombardi un testo che, continuando la ricerca intorno alle Vite di Giorgio Vasari inaugurata da Federico Tiezzi, attraversa la vita e l’opera di Luca Signorelli a Orvieto, immaginandone il capolavoro come un teatro di visioni, una vasta e crudele profezia dell’oggi.

Lo spettacolo verrà trasmesso nei giorni successivi da Rai Radio 3, media partner dell’iniziativa

L’Oltremondo  – Luca Signorelli a Orvieto, andrà in scena con repliche nei seguenti giorni ed orari:

Venerdì 22 settembre, ore 21
Sabato 23 settembre, ore 12, 19 e 21
Domenica 24 settembre, ore 17, 19 e 21.

I posti, limitati alla capienza della Cappella di San Brizio, potranno essere prenotati scrivendo a opsm@opsm.it, indicando nome, cognome, telefono, numero posti, data e ora spettacolo di interesse.




Le presenze al Duomo di Orvieto nel corso dei primi sei mesi del 2023 sono cresciute del 30,2%

Dopo i dati positivi registrati nel 2022, prosegue nel primo semestre 2023 il trend di crescita delle presenze nel Duomo di Orvieto. Al 30 giugno, infatti, 163.155 persone hanno fatto ingresso nella Cattedrale, rispetto ai 125.313 del primo semestre 2022, con un incremento del 30,2%. Il picco massimo è stato registrato tra il 23 aprile ed il primo maggio, in occasione dei due ponti in calendario, con 21.315 visitatori in nove giorni.

Dati incoraggianti, che lasciano ben sperare anche per la seconda parte dell’anno. “Il Duomo di Orvieto – commenta il Presidente dell’Opera del Duomo Andrea Taddei – si conferma grande attrattore per il territorio e meta tra le più ambite dell’Umbria, sospinto anche dalla ricorrenza del quinto centenario dalla morte di Luca Signorelli che nel Duomo ha dipinto il Giudizio Universale, tra i capolavori dell’arte italiana. La presenza di molti visitatori da tutto il mondo e l’attenzione riservata dai media anche in questi mesi palesano le potenzialità di ulteriore crescita e sviluppo”.




Il restauro del Reliquiario del Corporale di Orvieto in un documentario il 1° giugno al Museo Emilio Greco

Il Reliquiario del Corporale di Orvieto, straordinario capolavoro di oreficeria medievale, ritrova nuovo splendore. Le fasi e i momenti salienti delle delicate operazioni di restauro saranno ripercorsi e approfonditi nella conferenza-studio di giovedì 1° giugno, al Museo Emilio Greco, con la partecipazione degli esperti e dei tecnici degli istituti che hanno collaborato: il gruppo di lavoro dell’Istituto Centrale per il Restauro, che ha curato il progetto unitamente a quello per la vetrina, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, responsabile dell’alta sorveglianza e i Musei Vaticani, che hanno prestato consulenza scientifica. Ad introdurre la giornata sarà Andrea Taddei, Presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto. Seguiranno i saluti di S.E. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Orvieto-Todi, Giuseppe Lacava, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Alessandra Marino, Direttore Istituto Centrale per il Restauro e Barbara Jatta, Direttore Musei Vaticani. Un video-documentario, realizzato su progetto visivo e fotografia di Massimo Achilli, testi di Alessandra Cannistrà, con voce narrante di Daniele Barcaroli e musiche di Stefano Profeta, farà immergere nella storia e nella bellezza del Reliquiario fino alle immagini straordinarie del dopo-restauro. A seguire interverranno Stefania Furelli, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Elisabeth Huber ed Elisabetta Giani dell’Istituto Centrale per il Restauro e Gerardo De Canio, consulente dell’Opera del Duomo. Sarà poi la restauratrice, Mari Yanagishita, a illustrare in dettaglio l’intervento compiuto. Ed infine gli studiosi Elisabetta Cioni e Giampaolo Ermini collocheranno questo “oggetto unico al mondo” nel contesto storicoartistico per comprenderne la complessità dietro alla straordinaria bellezza.

Il Reliquiario del Corporale, realizzato da Ugolino di Vieri nel 1338, costituisce non soltanto una delle più straordinarie opere dell’oreficeria medievale, ma anche il più “imponente esempio di manufatto in smalto traslucido” esistente, come ricordava Giuseppe Basile in occasione della restituzione dopo il complesso intervento conservativo condotto da parte dell’allora Istituto Centrale per il Restauro negli anni Ottanta del secolo passato. La struttura portante dell’opera è in argento dorato, come pure le parti decorative lavorate a tutto tondo. Ad essa sono unite, mediante piccoli chiodi, placche di diverse forme e dimensioni, lavorate a bulino e cesello e poi smaltate con paste vitree traslucide. Conservato nella Cappella del Corporale in Duomo all’interno della vetrina fatta realizzare da ICR e Soprintendenza dell’Umbria a fine restauro, il Reliquiario è stato trasferito nel 2014 nel Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, nella sala della Libreria Albèri, in occasione del Giubileo Eucaristico. Il suo valore culturale è superato solo dalla valenza storica e iconica: creato per conservare ed esporre al mondo la reliquia del sangue di Cristo, contiene il racconto figurativo più antico della storia del miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena nel 1263, fonte originaria per i maestri che da secoli ne hanno narrato la storia, dall’orvietano Ugolino di Prete Ilario negli affreschi della Cappella del Corporale fino a Raffaello nella stanza di Eliodoro in Vaticano.

“Il restauro del Reliquiario del Corporale – afferma il Presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto, Andrea Taddei – rappresenta uno dei più importanti obiettivi raggiunti dall’Opera del Duomo in questi ultimi anni, all’esito di un impegnativo percorso di studio, monitoraggio, documentazione e diagnostica, a cui si è aggiunta la successiva realizzazione della nuova vetrina che ora protegge il prezioso manufatto.”




Boom di visitatori al Duomo e al Museo dell’Opera, oltre 300 mila nel 2022 e ora il 500mo di Signorelli

Il Duomo di Orvieto e i Musei dell’Opera del Duomo segnano un dato eccezionale per l’afflusso di visitatori che nel 2022 registrano un aumento degli accessi superiori al 55% rispetto al 2021. Il 2022 si chiude con 302.938 accessi, che rimangono inferiori al 2019 di appena il 10% ma che fanno registrare un aumento economico di oltre il 14% rispetto al periodo precedente la Pandemia. Dati che in prospettiva al 2023 appena iniziato, e nel quale si celebrano i 500 anni dalla morte di Luca Signorelli, fanno sicuramente ben sperare. Durante l’anno appena trascorso l’Opera del Duomo di Orvieto ha aperto al pubblico la nuova biglietteria in Piazza Duomo, all’interno dei locali del Palazzo della Fabbriceria. La riqualificazione degli spazi della Sede dell’Opera ha permesso anche di allestire la nuova area bookshop inaugurata all’inizio del mese di dicembre in occasione della presentazione degli eventi per l’anno dedicato a Luca Signorelli.




Inizio in grande stile per il Festival della Piana del Cavaliere al Duomo con il Coro Giovanile Italiano

Si apre il 2 settembre alle 21 il Festival della Piana del Cavaliere con il concerto che si terrà in Duomo protagonista il Coro Giovanile Italiano. Guidato da maestri d’eccezione il coro è stato apprezzato negli anni per la perizia artistica e musicale e la dinamicità nel destreggiarsi tra i repertori più disparati.

Sabato 3 settembre sempre alle 21 al Teatro Mancinelli Maud Nelissen, compositrice e pianista olandese, eseguirà la sonorizzazione dal vivo del film “Il Monello” di Chaplin. Proprio la Nelissen è l’unica che ha il permesso della famiglia Chaplin per eseguire l’arrangiamento per pianoforte delle musiche di The Kid in Europa. Ha lavorato con Eric James, l’ultimo arrangiatore di Charlie Chaplin. Da quel momento non ha mai smesso di esibirsi, da sola, all’interno di ensemble e con orchestre per festival e eventi speciali nel mondo. L’evento sarà introdotto al Ridotto del Teatro Mancinelli alle 19 da Silvia Paparelli, pianista e musicologa

Domenica 4 settembre la Sala di CittaSlow International, all’interno del Palazzo dei Sette, ospiterà alle 17 la conferenza dal titolo “Quando la memoria è il presente per Beppe Fenoglio e Pier Paolo Pasolini”. E’ un evento organizzato per ricordare i due grandi scrittori italiani nel centenario della nascita. Luigi Tassoni, critico e semiologo e Milly Curcio critica e storica della letteratura, racconteranno la pagine di Beppe Fenoglio e di Pier Paolo Pasolini, due personalità differenti ma accomunate dalla coerenza della loro narrazione. Alle 21 al Teatro Mancinelli il Trio Chagall eseguirà un concerto che prevede musiche di Haydn, Shostakovich e Beethoven. a introdurre il concerto al Ridotto del Teatro alle 19 sarà Oreste Bossini

Il 3 e il 4 settembre alle 12 si terranno i concerti della mattina, la novità di quest’anno, alla Chiesa di San Giuseppe con la Georgian Chamber Orchestra che eseguirà musica tradizionale georgiana

La biglietteria del Festival è aperta presso il Teatro Mancinelli di Corso Cavour 122 con orario continuato. Per info: 327.8690329 info@festivalpianadelcavaliere.it

La biglietteria online è sempre attiva al seguente link https://ticketitalia.com/festival-della-piana-del-cavaliere.

Quest’anno sarà anche possibile, grazie alla collaborazione con AGIS, usufruire dei vantaggi della Carta Giovani per assistere agli spettacoli della VI edizione del nostro Festival! La carta può essere utilizzata direttamente tramite l’App IO.

Inoltre, presentando presso la biglietteria del Festival i biglietti acquistati per visitare i luoghi turistici della città, sarà possibile partecipare agli spettacoli in programma con uno sconto di 3 euro sul prezzo del biglietto. Ogni biglietto acquistato per i siti turistici di Orvieto dà diritto ad un biglietto per i nostri eventi. Lo sconto verrà applicato anche sui biglietti che godono già di una riduzione.

Per la biglietteria online e il programma completo
http://www.festivalpianadelcavaliere.it/programma-2022/




La grande ferita della scritta su un muro del Duomo per la festa scudetto. Ora via il muro omertoso e chi ha visto parli

Con un appassionante finale al fotofinish domenica 22 maggio si è concluso il campionato di calcio di “Serie A”. Una sfida, un derby a distanza tra le milanesi fino all’ultimo giro d’orologio. Bello tutto, bella la festa in giro per l’Italia, la piazza del Duomo di Milano stracolma di gente. Anche a Orvieto un gruppo di tifosi si è radunato nella piazza antistante il Duomo per la festa. Via alle bandiere, ai canti, ai cori contro i “cugini” interisti ma, domenica 22 maggio, è stata anche la giornata dello sfregio al Duomo con una scritta pesantemente offensiva scritta sul muro con le caratteristiche strisce nere e bianche sul fianco della facciata.

No, non si può assolutamente parlare di qualche buontempone, ma di un teppista, un delinquente che ha sfregiato il simbolo della città, speriamo non “sua”. Non è da considerare un’attenuante essere forestiero ma lo speriamo fortemente perché se l’autore dell’incivile gesto fosse un orvietano allora sarebbe ancora più deprecabile per tutto quello che simboleggia il Duomo. Ora speriamo che le telecamere facciano il loro lavoro e riescano a individuare il delinquente per punirlo, per obbligarlo alla pulizia del muro e per un DASPO a vita. Speriamo che qualcuno sappia e si rompa il muro, un altro tipo di muro, di omertà che di solito difende i vigliacchi nei piccoli come nei grandi reati. Speriamo che l’autore del gesto si palesi e rifonda i danni materiali di tasca propria, quelli morali difficilmente potranno essere recuperati. La ferita è profonda e non si può rimarginare con un colpo di spugna, serve altro. Intanto torni la civiltà e chi ha sbagliato paghi, questa volta!




Orvieto si “accende” di ridicolo. Tutti lavorano per limitare il traffico nei centri storici, noi per aumentarlo

La scorsa settimana la Regione Umbria ha deliberato, all’interno del Piano sanitario regionale, che la Casa di Comunità del territorio orvietano si costruirà nella sede dell’ex ospedale, in piazza Duomo a Orvieto. Non si tratta una concessione, di un investimento regionale o di un segno di attenzione per il nostro territorio, ma della scelta del Piano sanitario nazionale di puntare sulla sanità territoriale. I fondi sono per 7milioni del Pnrr e per 1 milione della Regione.

Naturalmente, la Lega orvietana ha diffuso un comunicato con cui approva l’ubicazione della Casa di Comunità lì di fronte alla nostra cattedrale e che, incredibile, allucinante, assurdo, “per quanto riguarda le possibili criticità relative alla viabilità del centro storico l’esecutivo comunale sta già vagliando delle soluzioni che non impattino su piazza Duomo“. Sì, proprio così, l’esecutivo sta vagliando soluzioni per come infilare le auto di decine di operatori e centinaia di pazienti ogni giorno nel cul de sac viario che porta alla sede dell’ex ospedale senza che il passaggio avvenga attraverso piazza Duomo. In più, ricordiamo, le auto dovranno trovare parcheggi, che ci sono in abbondanza, dichiara la sindaca in altro post.

È concepibile spendere 8 milioni per un servizio senza garantire prima, con assoluta certezza, in fase di progettazione, che sia possibile un comodo accesso e la sosta? Domanda ovviamente retorica: è contro ogni logica, è come costruire un edificio partendo dal tetto anziché dalle fondamenta.
E il parcheggio? Ficchiamo le auto nella zona di rispetto della Rupe, dove c’è qualche pelo di verde, con il rischio che la Sovrintendenza bocci tutto? E come si muoveranno dentro lo spazio disponibile? e di quanti stalli c’è necessità? che mole di traffico è prevista? di che tipologia di mezzi, oltre ovviamente le ambulanze? E ancora. L’Asl, che ha acquistato dal Comune l’ex mensa della caserma Piave, sindaco Stefano Mocio, destinandola a Casa della Salute, istituto sanitario precedente alla Casa di comunità, cosa farà di quell’immobile all’interno del corpo della Piave? E del progetto di realizzazione?  E se la Corte dei Conti vi individuasse un danno erariale e bloccasse tutto? Questo soltanto per quanto riguarda la funzionalità della Casa di Comunità.

Per Orvieto e il suo centro storico questa sciagurata scelta significa semplicemente togliere dal progetto di città, che prima o poi qualcuno tenterà di realizzare, una risorsa culturale, architettonica ed economica. Tutto per buttare là un posto su cui tentare di raccattare quattrini del Pnrr, fondi che non ci daranno, perché non sarà possibile rispettare i tempi e le modalità del Piano europeo. Con il voto abbiamo affidato a questa gente il nostro futuro, le affidereste anche i vostri soldi? domanda retorica su cui riflettere.

Mentre la totalità delle città italiane studia come limitare il traffico nei centri storici, noi studiamo come alimentarlo, a costo di creare traffico anche in strade senza uscita e degradando la vita di decine di famiglie, come avverrà in via Bonaventura Cerretti, uno dei possibili quanto improbabili accessi all’ex ospedale. Orvieto si accende di ridicolo.

Fonte: PrometeOrvieto




La “Casa di Comunità” in Piazza Duomo, chi dice sì e chi no, ma la fretta non consiglia mai il meglio

La “Casa di Comunità”, erede della “Casa della Salute” ha riacceso il dibattito in città.  Il problema vero riguarda l’ubicazione scelta e la presenza di un secondo edificio, sempre di proprietà di USL, che rischia di divenire un secondo scheletro.

Costruire una Casa di Comunità nella piazza che ospita una delle Chiese più belle al mondo, monumento alla bellezza, simbolo unico per la cristianità, non può essere normale, non può essere una vittoria.  Non calzano, poi gli esempi di altri palazzi ripristinati a uffici e ambulatori in altri centri storici, lì non c’è il Duomo di Orvieto.   Insomma, non si può definire Orvieto unica solo a corrente alternata; o lo è sempre o non lo è.  Si sta progettando, poi, una piazza senza auto, finalmente, e speriamo senza eccezioni, e nel frattempo si vuole aprire un maxi-cantiere della durata almeno di 24 mesi, a essere ottimisti, aprirci una serie di servizi e uffici che prevedono il transito continuo di auto, tramite viabilità alternativa, per carità, ma che alla fine tocca anche la piazza.  Poi ci sono i costi di ristrutturazione, funzionalizzazione e di personale che saranno sicuramente molto alti, ma magari viene in soccorso il Pnrr, visti i vincoli architettonici e paesaggistici presenti.  Alla ex-Piave, intanto, la USL acquisì nel 2007 per 2,4 milioni di euro la palazzina mensa proprio per costruirvi la Casa della Salute.  All’epoca il sindaco era Stefano Mocio e con quell’operazione si riuscì anche a stabilizzare il bilancio dell’Ente.  Non solo, si riusciva a “legare” la USL a impegnarsi in un investimento importante per la città e il territorio.  Quindi, quanto costerà questa Casa della Salute?  Per ora 2,4 milioni di euro senza colpo ferire e senza miglioramenti nei servizi erogati da 15 anni.  A questi si devono sommare i soldi previsti dalla vendita all’asta dell’ex-ospedale e poi quelli che verranno impiegati per la sua ristrutturazione, per l’arredo, per l’acquisizione di attrezzature mediche, per le bollette elettriche negli anni e per il nuovo personale da assumere.   E’ chiaro che le spese di ristrutturazione, arredo, acquisto attrezzature, bollette, personale, vanno calcolate in ambedue i casi, ma sicuramente con costi ben differenti.  E il conto lo pagheremo tutti noi.  All’ex-ospedale c’è anche da inventarsi la viabilità alternativa per non intasare il Duomo, progettarla, metterla in opera…Alla Piave si deve ristrutturare ma non un palazzo storico nella piazza più importante della città con vincoli molto stringenti.  C’è da arredare, riempire di attrezzature e soprattutto metterci il personale necessario.  Ma le dimensioni sono diverse, prima di tutto; tutto il sistema viario e dei parcheggi è praticamente pronto, basterebbero poche e semplici migliorie dai costi piuttosto contenuti per il Comune di Orvieto. E per chi deve controllare va tutto bene?

Ora c’è anche la questione “Case di Comunità” e “Case della Salute” sollevata dal settimanale “Panorama” con i medici che non ne vogliono proprio sapere di diventare dipendenti delle Usl lasciando la convenzione in libera professione come medici di famiglia.  Non solo i medici ritengono che si rischi di gettare soldi nell’ennesimo buco nero senza vantaggi per gli ammalati, soprattutto cronici.  Insomma, già prima di nascere si rischia l’ennesimo flop in salsa italiana e non solo a Orvieto.

Sono tanti i contenitori, brutta parola ma così vengono definitivi dalla politica, nel centro storico ancora vuoti e ognuno è un’occasione persa, un fallimento, un pugno in un occhio ma è altrettanto un errore, un’occasione persa, un fallimento, un pugno in un occhio occupare per forza e senza un progetto di medio-lungo termine omogeneo che migliori la vita dei cittadini e dei suoi ospiti. Qualche piccola considerazione che poniamo sommessamente e speriamo che con la pandemia in ritirata si riesca a aprire un dibattito serio sul futuro della città e sulla destinazione dell’ex-ospedale soprattutto per cancellare “ex”.   

La Piave è baricentrica rispetto al territorio di riferimento, comoda da raggiungere sia in auto che con i mezzi pubblici, anche da altri comuni.  Per rivitalizzare il centro storico serve assolutamente la Casa di Comunità al Duomo?  Non scherziamo, nel frattempo si portano allo Scalo alcuni uffici comunali e gli abitanti calano.  Non solo, chi utilizza ambulatori, uffici e arriva in auto fino al Duomo, sicuramente con parcheggio orario o a pagamento per evitare i soliti furbetti, ripartirà appena terminata la commissione.  E poi si occupa uno dei palazzi più belli della città con ambulatori e uffici sanitari?  Ora con il Pnrr, vari finanziamenti europei, possibile che non si riesca a immaginare una destinazione più “consona” e al servizio della città nello stesso momento? Ma soprattutto è possibile che i privati non riescano a cogliere occasioni di tale portata?  Nel passato gli orvietani hanno dato dimostrazione di guardare avanti, di pensare alla città, alla loro città.  Perché non provarci di nuovo, insieme al Comune e alla USL, perché no?




PrometeOrvieto, Casa di Comunità nel vecchio ospedale: tre errori (enormi) con una sola mossa

Il Servizio Sanitario Nazionale ha definito nuove importanti linee guida a cui le Regioni debbono adeguarsi ed ha posto al centro del sistema la Sanità territoriale. Il Covid ha fatto emergere la debolezza del Sistema sanitario sui territori, dopo anni di potenziamento degli ospedali come centro di diagnosi e cura. In Lombardia è già stata inaugurata la prima Casa di Comunità, la prima delle oltre 200 previste, una ogni circa 50mila abitanti. In essa lavoreranno 5 medici di medicina generale, 10 infermieri, 2 Oss, 40 specialisti, oltre a medici di comunità e pediatri di libera scelta. Un modello organizzativo che sarà replicato anche ad Orvieto, dove la Regione ha previsto i servizi della Casa di Comunità del territorio, che, sia chiaro, non sono quelli che vengono erogati a Via Postierla.

Una cosa è certa: è da pazzi infilare nell’ex ospedale in piazza Duomo un servizio che riguarda 50 mila potenziali pazienti provenienti da tutto il territorio dell’Orvietano, ne deve servire centinaia al giorno e sopportare traffico e parcheggio di altrettante auto. In questo sciagurato caso si produrrebbero tre danni enormi con un solo movimento:

– mortificare piazza Duomo, privandola di un bene (il complesso dell’ex ospedale) che potrebbe e dovrebbe essere destinato alla fruizione da parte dei turisti;

– aumentare il traffico veicolare in quell’area centrale della città, compromettendone la sua naturale vocazione;

– ospitare la Casa di Comunità nel luogo in assoluto più difficile da raggiungere dal territorio, senza parcheggi e con il traffico già appesantito per la presenza in loco delle scuole.

L’idea paventata di costruire nell’ex ospedale la Casa di comunità è talmente illogica che la sua realizzazione violenterebbe irreparabilmente la naturale vocazione di piazza del Duomo. Speriamo, dunque, che si estingua da sola e che, comunque, se ci fossero dei dubbi, che l’amministrazione convochi un consiglio comunale, aperto a cittadini e soprattutto agli amministratori dell’Ente regionale (effettivo deus ex machina), in cui ciascuno esprima le proprie idee e si assuma le responsabilità conseguenti. Le decisioni che verranno prese oggi sulla questione potrebbero costituire una svolta storica per i servizi (ma anche per lo stesso sviluppo) della nostra città e del nostro territorio perché mai come ora sono stati disponibili altrettanti fondi per realizzare progetti di così ampio respiro.

Fondamentale sarà utilizzarli in modo appropriato, in modo tale da impostare il futuro della nostra Comunità, senza procedere alla cieca, senza ricercare una soluzione qualunque e non ponderata, pur di mostrare un effimero efficientismo.

Vorremmo che chi decidesse per queste scelte avesse anche il coraggio di mettere il proprio nome su una targa inaugurativa, per i posteri.

PromoeteOrvieto