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La Regione Umbria si sta preparando per il via anticipato alla quarta dose di vaccino per over 60

A poche ore dalla comunicazione ufficiale del Ministero della Salute che  estende alla platea degli over 60 e a tutti i soggetti fragili la vaccinazione con quarta dose, la Regione Umbria ha avviato il confronto con i distretti sanitari per predisporre in modo puntuale e rendere in tempi strettissimi operativo il nuovo programma vaccinale: lo rende noto il direttore regionale alla Salute, Massimo D’Angelo, ricordando che l’avvio effettivo della vaccinazione per gli ultrasessantenni sarà possibile dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della determina di Aifa.  “Stiamo organizzando i Servizi sanitari – ha spiegato D’Angelo – per rispondere in maniera efficace a questa nuova esigenza che ha portato ad anticipare i tempi di somministrazione della seconda dose booster anche alle persone che hanno compiuto 60 anni. Visto che le indicazioni di Aifa prevedono che tra la prima dose booster o dall’ultima infezione successiva al richiamo dovranno essere trascorsi 120 giorni, abbiamo attivato le strutture di Punto Zero per avere contezza del numero dei soggetti da vaccinare nella fascia individuata dalla circolare per poi invitarli alla vaccinazione”.

D’Angelo concludendo, ha ricordato che la circolare del Ministero ha dato priorità assoluta di mettere in massima protezione tutti i soggetti che non hanno ancora ricevuto né il ciclo di vaccinazione primaria, né la prima dose di richiamo (booster) e per i quali la stessa è già stata raccomandata. “Invitiamo quindi, tutti i cittadini che non si sono vaccinati, a farlo – ha detto il direttore regionale – Voglio ricordare che la nuova variante Omicron nei soggetti non vaccinati può aprire la strada a forme più gravi di malattia con il rischio di sviluppare  complicanze anche gravi”.




Gli studenti di Alberghiero e Artistico con l’Associazione Diamoci una Mano il 28 febbraio davanti l’ospedale per dire “grazie” al personale

Il Servizio Solidale degli studenti dell’Istituto Alberghiero “Luca Coscioni” continua il suo percorso. Insieme questa volta agli studenti del Liceo Artistico di Orvieto.

In occasione del Carnevale 2022 i nostri studenti vogliono celebrare la spensieratezza e la gioia, associate a questa ricorrenza, insieme a coloro che negli ultimi due anni hanno dovuto triplicare il proprio lavoro per far fronte alla situazione di emergenza determinata dalla pandemia. Sono le persone che operano nella sanità, nello specifico il personale del nostro Ospedale di Orvieto. Il servizio del personale sanitario è sempre un servizio molto prezioso. Rivolto alla cura della persona nella sua totalità.  Operano perché le persone possano tornare a vivere lo stato di salute, riconosciuto e tutelato dall’art. 32 della nostra Costituzione come “diritto fondamentale e interesse della collettività”

Lo stato di salute permette alle persone di tornare a vivere il proprio presente, di poter di nuovo essere operativi nella società e poter sperare ancora nel futuro, avere un futuro. Le chiacchiere di Carnevale, fatte dagli studenti del Corso Serale di Enogastronomia e della classe 3^C,  insieme alla creazione artistica elaborata dagli studenti della classe 5^C del Liceo Artistico, vogliono essere un riconoscimento simbolico per il grande impegno che il personale sanitario del nostro Ospedale ha profuso. Simbolicamente rappresentano un grande e sentito “Grazie”. Grazie al loro impegno tutti noi ricominciamo a vivere la normalità del presente e soprattutto possiamo avere la speranza del futuro, che soprattutto per i giovani è linfa vitale.

Un sentito grazie quindi da parte dell’Istituto di Istruzione Superiore Artistica Classica e Professionale di Orvieto, nella persona della Dirigente Scolastica, Cristiana Casaburo, insieme all’associazione Diamoci una mano, nella persona di Beatrice Casasole. Sarà presente l’assessore alle politiche sociali del Comune di Orvieto, Alda Coppola.

Lo grideranno, il 28 febbraio 2022 alle ore 15,00, presso l’area ingresso dell’Ospedale di Orvieto, gli studenti del Corso Serale di Enogastronomia IPSIA, gli studenti della classe 3^C Alberghiero Luca Coscioni e gli studenti della classe 5^C Liceo Artistico.  Tutti insieme, “poche chiacchiere” di Carnevale e un grande, grande GRAZIE.

prof.ssa Caterina Leonardi




Regione Umbria, obbligo di mascherine all’aperto e tamponi per degenti e operatori sanitari

A seguito dell’aumento di contagi da virus SARS-COV-2/COVID-19, la Regione Umbria ha emanato una nuova ordinanza che prevede alcune prescrizioni. Tra queste vi è l’obbligo dell’uso delle mascherine all’aperto, la raccomandazione dell’uso delle mascherine FFP2 al chiuso e nei mezzi di trasporto oltre ad una serie di provvedimenti che interessano il personale sanitario, pazienti e visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali residenziali. Infine vi è la raccomandazione di limitare i contatti, soprattutto al chiuso, con soggetti fragili e in ogni caso di effettuare tamponi prima di tali visite domiciliari

   In sintesi gli obblighi a decorrere da domani, giovedì 23 dicembre, e sino al 9 gennaio:

-usare dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie – mascherine chirurgiche o FFP2 – in tutti i luoghi all’aperto, pubblici o aperti al pubblico, ad eccezione dei bambini di età inferiore a sei anni e dei soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina;

-effettuare un test ogni 5 giorni per tutti gli operatori in servizio presso strutture sanitarie ospedaliere e socio-sanitarie territoriali pubbliche e private, residenziali e semi- residenziali;

-effettuare un test di entrata e uno ogni 5 giorni per i degenti;

-consentire l’accesso a una sola persona all’interno delle strutture sanitarie per accompagnare pazienti ed utenti;

-consentire l’accesso a una sola persona nelle strutture sanitarie, socio- sanitarie e socio-assistenziali residenziali per far visita a pazienti ed ospiti;

-sospendere l’accesso alle strutture residenziali per anziani e non autosufficienti da parte di minori di anni 12 per le visite degli ospiti;

-effettuare al momento dell’ingresso test e quarantena di 7 giorni, con ulteriore test, per gli ospiti delle strutture socio-sanitarie o socio-assistenziali residenziali pubbliche e private;

-non recarsi in farmacia e laboratori privati per l’esecuzione di test diagnostici SARS COV 2 da parte di soggetti che presentano sintomatologie;

Queste invece le raccomandazioni contenute nell’ordinanza valide sempre per il medesimo periodo:

-adozione da parte degli Enti Locali ed Enti Pubblici, di tutte le misure possibili finalizzate a prevenire gli assembramenti nei luoghi pubblici o aperti al pubblico;

-effettuazione da parte delle Amministrazioni pubbliche di riunioni e incontri di lavoro in videoconferenza, prevedendo ove possibile nell’ambito del quadro normativo vigente il ricorso allo smart working;

-effettuazione di test SARS-CoV-2 da parte della cittadinanza, anche in autoprelievo, preventivamente rispetto a momenti di aggregazione familiare e conviviale, con particolare riferimento alla presenza negli stessi di persone anziane e/o fragili;

-utilizzazione nei luoghi chiusi, pubblici e privati, di dispostivi di protezione individuale FFP2;

-utilizzazione nei mezzi di trasporto pubblico di dispositivi di protezione individuale FFP2;

-la sospensione delle attività sportive non agonistiche e ludico-ricreative per i soggetti di età inferiore a 12 anni;

-la rigorosa osservanza delle disposizioni di cui all’Ordinanza del Ministro della Salute del 2 dicembre 2021 con riferimento ai contenuti e prescrizioni di cui alla scheda commercio al dettaglio ed in particolare al distanziamento interpersonale all’interno ed all’esterno degli esercizi commerciali.




La spada di Damocle della variante omicron sulle feste e i veglioni

Ci siamo. Il Natale è all’uscio e Capodanno è subito dietro l’angolo e ecco che arriva puntuale la variante covid-19, si chiama omicron. L’alfabeto greco in chi ha fatto il liceo classico evoca versioni e ore di studio, pronunce a volte improbabili, oggi indica l’orologio della pandemia. Omicron è la variante che fa paura in questo Natale 2021. A mano a mano in Europa tutti tornano a chiudere, torna a riecheggiare la parola “lockdown” che ormai sembra un lontano e drammatico ricordo e invece…Irlanda, Belgio, Gran Bretagna, Olanda e Germania uno dopo l’altro impongono restrizioni sempre maggiori. A Londra la “Premier League” è nel dramma, troppi giocatori contagiati ma il tradizionale boxing day sembrerebbe salvo, per ora. In Austria il 2022 porterà l’obbligo vaccinale e in gran parte d’Europa s’inizia a discutere dell’argomento e del lockdown “riservato” agli irriducibili no-vax. E in Italia? Fino a due settimane fa tutto sembrava filare abbastanza liscio, poi sono tornate a salire le positività, i ricoveri e le terapie intensive. Non sono numeri drammatici ma l’attenzione è alta, anzi altissima anche perché le feste tradizionalmente più da assembramenti sono alle porte. Il 23 dicembre il governo prenderà una decisione definitiva ma intanto le ripercussioni già si fanno sentire. Le indiscrezioni, poi, non aiutano il settore della ricettività ad uscire dalla crisi profonda legata alla pandemia. Lo stesso discorso vale anche per la ristorazione. Intanto post sui social ci invitano a veglioni e feste, concerti con cene, come nel caso di UJW e poi c’è il tam-tam delle feste private, dei veglioni in casolari di campagna senza alcun controllo. E il virus non attende altro che trovare un posto comodo dove potersi replicare in tutta tranquillità.

I tecnici stanno raccomandando prudenza e soprattutto una stretta, forte, proprio sui grandi eventi, sui veglioni, sugli eventi sportivi, insomma su tutto quello che raduna troppe persone in un luogo magari al chiuso e senza mascherina per ovvi motivi. Gli stessi tecnici hanno anche raccomandato un’ulteriore stretta sui resistenti al vaccino proprio per tentare di arginare questa nuova ondata guidata dalla variante “omicron”. Che il clima sia totalmente cambiato nel giro di poche settimane è chiaro. I vacanzieri convinti ora lo sono molti meno e aumenta il numero delle disdette, così come confermato dal presidente di Federalberghi Umbria, Simone Fittuccia. Il pacatissimo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto con insolita durezza stigmatizzando le televisioni che danno troppo spazio ai no-vax e alle loro teorie non supportate dalla scienza ufficiale. Nelle scuole si torna a discutere di eventuale DAD dopo le feste e di protocolli più stringenti per mettere in quarantena le classi e il sottosegretario Sileri ha aperto la strada al prolungamento delle vacanze natalizie.

La variante omicron rischia di essere il vero convitato di pietra di queste festività di fine anno. I numeri dei contagi nella piccola Umbria sono repentinamente cresciuti così come nel resto del Paese e tornano i divieti, gli obblighi, le mascherine all’aperto sempre, riaccendendo nella memoria collettiva paure e insicurezze che non fanno bene all’economia del divertimento, dello svago, del turismo, dell’enogastronomia, insomma in quei settori che ora dovrebbero tirare e che rischiano di finire nel tritacarne delle restrizioni sia nazionali che regionali. E allora non resta che attendere il 23 dicembre per conoscere le decisioni del governo sperando che venga premiato chi ha rispettato tutte le regole e ha ascoltato la scienza.




La difficile gimkana tra green e super pass. Il giro di vite giusto per non richiudere

Green Pass, ora super green pass, tamponi, scadenze, terza dose, è sempre più un ginepraio la vita ai tempi della pandemia. Intanto chiariamo subito, la pandemia è ancora nel pieno e anzi ha deciso di spingere sull’acceleratore. In Italia i contagi stanno salendo costantemente anche se con ritmi molto più lenti che in altri Paesi d’Europa. Il merito? E’ di una campagna vaccinale che va avanti in maniera sostenuta anche per la dose “booster”. Un bel risultato, sicuramente, che conferma la grande voglia di ripartire dell’Italia. Ci sono anche i no-vax e i no-green pass, in molti casi le due cose coincidono. Manifestano per una supposta “libertà” di scelta nonostante i maggiori costituzionalisti dicano l’esatto contrario. Sì perché quando si parla di malattia ci si deve affidare alla scienza, che ha spiegato in tutte le salse che allo stato attuale le uniche armi di prevenzione sono vaccino e distanziamento interpersonale, oltre al rispetto delle più elementari norme igieniche; quando si parla di leggi e di Costituzione si deve fare riferimento agli esperti, ai docenti universitari, ai costituzionalisti e così via. Purtroppo in Italia proliferano invece gli esperti da social. La laurea in social è diffusissima purtroppo per loro, però, non ha valore e per fortuna per tutti noi.

Le fake anti-vaccino sono numerose, alcune anche fantasiose, con fondamento scientifico? Assai poche, o meglio, il dubbio sui possibili effetti collaterali c’è, così come c’è per ogni medicinale e ogni vaccino che viene somministrato. E’ così, quando il fisico si trova al suo interno elementi chimici può reagire in maniera avversa. Di scientifico c’è poco altro. C’è invece da sottolineare che la tecnica dei vaccini Pfizer e Moderna è attualmente allo studio per una lunga serie di altri destinati a combattere la diffusione di patologie gravi e gravissime, compresi alcuni tumori. Chissà, allora, cosa si dirà quando dalla sperimentazione si passerà alla somministrazione di questi vaccini. Facciamo una piccola previsione…”perché lo Stato non li inserisce fra la prestazione gratuite?”. Sì perché molto spesso la memoria è corta, anzi cortissima e gli stessi che oggi urlano e gridano al complotto giudaico-capitalista, domani saranno quelli che chiederanno l’accesso universale a tali future cure sempre contro lo stesso nemico.

I numeri ci raccontano la realtà. Oggi la diffusione del virus è molto alta per le fasce di età più giovani e tra i no-vax convinti, soprattutto i ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva sono quasi tutti rientranti in queste categorie. Ma il vaccino non immunizza, è la vulgata più comune fra i resistenti. E’ esattamente così. Scienziati e medici hanno sempre spiegato che il vaccino rende più difficile la vita al virus, ma molto più difficile perché si è meno contagiosi e ci si contagia che più difficoltà. Nel caso di contagio, poi, si riduce fortemente il rischio di essere ricoverati e di morte. In un’ideale bolla di solo vaccinati, ad esempio, si potrebbe tornare ad una vita normale con piccole attenzioni dettate dal buonsenso. Nel caso in cui si fosse in presenza di soggetti fragili allora la vaccinazione sarebbe fortemente auspicabile per evitare rischi francamente inutili.

L’Italia non vuole e soprattutto non può permettersi un nuovo duro e lungo stop delle attività lavorative e il giro di vite appena approvato dall’esecutivo va letto in tal senso. Basta chiusure, se non strettamente necessarie per la salute pubblica, e sì ad un valore diverso tra chi in questi mesi ha dimostrato senso civico, da una parte, e ha compiuto tutti gli atti necessari per proteggersi dalla malattia dall’altra. Sì a maggiori libertà per chi rispetta le leggi anche quando non piacciono, però devono assolutamente esserci maggiore rigore e più controlli altrimenti si rischia di vanificare ogni sforzo.

Ora che si avvicinano le Feste, con le luci, lo shopping, gli eventi è giusto dare un guro di vite per quelle attività che tanto hanno sofferto in questi due anni ma gli imprenditori stessi devono essere i più rigorosi e attenti alle regole per non trasformarsi in “prenditori” e poi vittime al prossimo eventuale lockdown perché i cittadini e non solo una parte di essi, non possono sopportare un nuovo blocco soprattutto se questo sarà dovuto a scarso rispetto delle regole, controlli leggeri e, magari, positivi in quarantena che invece escono tranquillamente certi, o quasi, di farla franca.




Gian Luigi Maravalle, sindaco di Ficulle “controlli giusti per il green pass ma con la fiera di Rimini pensiamo al futuro”

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Al Comune di Ficulle un dipendente non è in possesso di green pass e il sindaco Gian Luigi Maravalle è pronto ad adottare le misure del caso. Con il primo cittadino abbiamo affrontato anche il tema spinoso degli incidenti della manifestazione no green pass che si è svolta la scorsa settimana a Roma. “Indubbiamente questi episodi sono da condannare senza indecisioni ma la data della manifestazione di giusta solidarietà alla CGIL forse non è proprio idonea”. Per quanto riguarda la decisione del governo di lasciare il costo dei tamponi a carico dei lavoratori Maravalle ricorda l’articolo 1 della Costituzione “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro…ma il governo in un momento emergenziale ha fatto una scelta che noi siamo tenuti a rispettare”. Inevitabile una parentesi dedicata alla partecipazione dell’Orvietano alla fiera del turismo di Rimini. “E’ un primo passo avanti, con Orvieto che si è posto come capofila di un territorio così come ho personalmente sempre auspicato. Nel passato non è stato sempre così scontato mentre questa volta si è lavorato in squadra e Ficulle ha potuto presentare il nuovo portale turistico agli operatori del settore, insomma una bella sfida che siamo pronti a cogliere e una grande opportunità per tutti”.




Porano, il sindaco Marco Conticelli “via al green pass e rispettiamo le regole”

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Dal 15 ottobre diventa obbligatorio il green pass per recarsi nei luoghi di lavoro. E’ un obbligo dirimente che prevede la sospensione dal lavoro e dallo stipendio di chi viola le regole. Il sindaco di Porano, Marco Conticelli, ha sottolineato che tutti i dipendenti, i collaboratori e gli amministratori sono già in regola con la nuova normativa anti-covid riguardante il green pass. Sempre Conticelli ha ricordato cosa cambierà a partire dal 15 ottobre e che l’obbligo vale anche per tutti i lavoratori di ditte esterne che hanno in corso pallati e affidamenti da parte dell’Ente.

Rimane il problema dei tamponi, unica alternativa al vaccino che, per ora, è a completo carico del lavoratore anche se il dibattito è molto aperto in tal senso e le possibili proteste dei prossimi giorni potrebbero anche indurre il governo a rivedere la questione, anche se Mario Draghi ha ribadito con forza che i tamponi sono e saranno a carico dei lavoratori.




Green pass, che succede dal 15? L’opinione di Damiano Bernardini, sindaco di Baschi

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Dal 15 ottobre scatta l’obbligo di green pass per i dipendenti pubblici e per tutti coloro che hanno collaborazioni o sono lavoratori in appalto nella pubblica amministrazione. Lo stesso obbligo, ricordiamolo, vale in tutti i luoghi di lavoro, ma in un piccolo comune il rischio di avere un corto circuito nella macchina amministrativa è molto alto. Basta, a volte, anche un singolo dipendente per bloccare un ufficio, magari importante come può essere l’anagrafe.

Damiano Bernardini, sindaco di Baschi, ci ha rassicurati, “da noi tutti i dipendenti sono in regola con il green pass, ma certamente le criticità possono essere anche pesanti in realtà amministrative piccole come le nostre”. Il sindaco, poi, è molto categorico per quanto riguarda i costi dei tamponi, “lo Stato ha dato la possibilità di vaccinarsi in maniera gratuita a tutti, chi sceglie l’alternativa del tampone è giusto che paghi”.




Flash mob a sostegno del professore no green pass in piazza Marconi

Dalle ore 7,30 del 6 ottobre e fino alle 8 c’è stato un flash mob organizzato a sostegno della “battaglia civile” del docente Gianfranco Pigozzi che nei giorni precedenti aveva manifestato il proprio durissimo dissenso sull’obbligo di green passa per i dipendenti della scuola.

Un gruppo di genitori e non solo, dunque, nonostante la giornata uggiosa tipicamente autunnale, si è ritrovato nei pressi delle scuole con il metodo del tam-tam digitale. L’invito postato privatamente era piuttosto chiaro, “Rifiutiamo fermamente la logica del green pass! Giudichiamo questo provvedimento ricattatorio e discriminatorio nei confronti dei cittadini e dei nostri ragazzi e profondamente lesivo dei diritti civili e costituzionali. Riteniamo che il green pass non sia una vera misura di prevenzione sanitaria bensì un brutale atto di sottomissione politica. Dal 15 ottobre sarà richiesto, unico Paese al mondo, per accedere a qualsiasi attività lavorativa e ricreativa del nostro vivere quotidiano. Noi non ci stiamo!”. Per sostenere Gianfranco Pigozzi è stato quindi lanciato #nonseisolo.

La manifestazione si è tenuta cercando di contenere al massimo i disagi per gli studenti che stavano facendo il loro ingresso nei due istituti.




Un prof no vax si fa sospendere e protesta con un cartello fuori dalla scuola

Un docente della Scuola media Signorelli ha messo in atto una protesta eclatante proprio all’orario d’ingresso. Il docente ha posteggiato la sua auto in piazza Marconi e ha esposto un cartello dal testo piuttosto eloquente: “il green pass è vergognoso e criminale perché provocatoriamente disonesto nei confronti dei cittadini, violentemente lesivo dei diritti costituzionali, completamente inutile per la prevenzione del contagio. Il prof. Pigozzi di fronte a questo brutale atto di ricatto e sottomissione politica perpetrato con il plauso della maggioranza dei benpensanti e con atteggiamenti discriminatori ed irrisori nei suoi confronti, si farà sospendere, rinuncerà allo stipendio e, con profondo dispiacere, non insegnerà più arte ai suoi alunni. Ma così facendo spera almeno di insegnare loro a non piegare la testa di fronte alle ingiustizie. (sempre che non lo riteniate un insegnamento disdicevole o fuori moda). Viva l’Italia, Viva l’Europa, terre di diritti, democrazia e progresso…ma quello vero, quello dalla parte dell’uomo e non dei mercati”.

Una vera e propria invettiva contro l’obbligo vaccinale per il personale della scuola. Il professor Pigozzi una volta sospeso non percepirà lo stipendio a meno che non decida, cosa molto poco probabile, di vaccinarsi nel prossimo futuro. Il governo ha scelto la strada del vaccino per assicurare nelle scuole un ambiente sicuro per quanto possibile e la linea dura con i dipendenti pubblici che non rispettano le norme. Il concetto di libertà e quello di diritto non possono essere salvacondotti, ma la scienza deve tornare al suo ruolo primario, quello di cercare risposte e soluzioni alle malattie, un ruolo che non può essere della politica.