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Interrogazione di Barbabella, “una sistemazione ottimale dei costumi del Corteo Storico di Orvieto”

Franco Raimondo Barbabella, capogruppo di “Prima gli Orvietani” ha presentato un’interrogazione dal titolo eloquente, “Per una sistemazione ottimale dei costumi del Corteo Storico di Orvieto” . Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell’interrogazione presentata all’Amministrazione comunale.

Premesso che

1.   la recente approvazione dell’osservazione alla Variante al PRG, parte Operativa, con cui si destina l’intero Palazzo dei Sette a magazzino con la motivazione che ogni attività che vi si svolge ha bisogno di magazzino, ha destato e desta perplessità e a mio avviso giustificate contrarietà;

2.   l’operazione è finalizzata al trasferimento dei costumi del corteo storico in locali più dignitosi, ciò che, mentre è una riconosciuta e condivisa necessità, tuttavia è pensata e progettata come operazione di pura sistemazione, di fatto dunque una soluzione oggettivamente provvisoria;

3.   lo dimostra il fatto che non sembrano prese in considerazione non solo le esigenze di una effettiva e funzionale musealizzazione e fruizione pubblica, che infatti richiederebbe ben altro tipo di impostazione (un progetto espositivo e di fruizione ben organizzato, un piano finanziario e di gestione, ecc.), ma nemmeno le esigenze logistiche per la gestione stessa del corteo, che probabilmente avrebbero bisogno di spazi e condizioni logistiche ben diverse;

4.   peraltro una destinazione così problematica ha anche, come effetto non trascurabile, la conseguenza che impedisce l’inserimento del Palazzo dei Sette in un’altra operazione progettuale che attende da decenni di essere presa in considerazione, con la scusa che siccome la si ritiene difficile allora non si può nemmeno tentare di verificarne la possibilità, quella della Galleria di Orvieto, congiunzione del Palazzo con la Piazza e il Palazzo del Popolo, fino a prefigurare quel polo cittadino costituito da pinacoteca civica, esposizioni periodiche, attività culturali e congressistiche che può essere il punto focale di animazione della vita cittadina.

Considerato che

1.   alla luce di quanto sopra, e del fatto che ci sono altri locali di proprietà pubblica, già idonei o da rendere tali, ci potrebbe essere, se verificata in profondità, una soluzione più rispondente al complesso delle esigenze che costituiscono quella che possiamo e dobbiamo chiamare “Operazione di gestione e valorizzazione del patrimonio del Corteo storico della città di Orvieto”, anche in stretta relazione con lo sviluppo di una progettualità culturale e turistica più complessiva;

2.   ad esempio, sono da tempo in attesa di adeguata destinazione e conseguente sistemazione gli edifici dell’ex chiesa di San Francesco e dell’ex CRAMST, che, se considerate anche insieme alla nuova biblioteca comunale Luigi Fumi, costituiscono un complesso che opportunamente progettato e organizzato può, al momento intiutivamente, soddisfare tutte le esigenze che sono sia proprie che connesse con quella sistemazione di grande qualità espositiva, organizzativa e promozionale per il corteo storico che tutti auspichiamo;

3.   questa sistemazione, suggerita in tempi diversi da autorevoli cittadini, peraltro sarebbe logicamente, logisticamente, concettualmente e operativamente connessa non solo con la cattedrale stessa, ma in particolare con il complesso museale di piazza Duomo, con tutto ciò che questo può significare in termini di facilitazione dell’organizzazione e dell’efficacia delle attività connesse al Corteo e alla Biblioteca, dalla loro promozione alla loro realizzazione.

Quanto sopra premesso e considerato, interrogo la S.V. per sapere:

1.   se, prima di impegnarsi in quella che chiamerei per brevità “Operazione Palazzo dei Sette” sono state esaminate, per una soluzione adeguata alla sistemazione del corteo storico, altre possibilità e nel caso perché sono state scartate;

2.   nel caso uno studio della migliore soluzione tra diverse alternative non sia stato fatto, se non ritenga opportuno e necessario, alla luce delle considerazioni e dei problemi che anche in questa occasione mi sembra di dover evidenziare, comunque riconsiderare la scelta fatta e verificare la fattibilità dell’alternativa in ipotesi qui indicata.




Il consigliere del Pd Giovannini, “ma i posti nei parcheggi sotterranei per i residenti quando arriveranno?”

Il consigliere del PD Federico Giovannini torna con una nuova interrogazione da discutere in consiglio comunale, sull’argomento spinoso dei posti auto nei due parcheggi di Foro Boario e via Roma.  Secondo Giovannini la precedenza negli abbonamenti deve essere data ai residenti.

Come segnalato in una mia recente “question time” sul tema della disponibilità dei parcheggi per gli abitanti di Orvieto centro, la sindaca Roberta Tardani ha affermato che nelle strutture di via Roma e di Foro Boario “ci sono spazi per i residenti e spazi per le attività economiche che hanno sottoscritto un abbonamento e i cui proprietari sono residenti orvietani che hanno diritto a svolgere la loro attività”;

Le liste di attesa per accedere al posto auto nei parcheggi citati sono da tempo bloccate in ragione dell’esaurimento degli spazi. Nella risposta alla question time si è accennato- forse per mettere una pezza al malumore delle tante persone che sono rimaste escluse – a una prossima apertura delle liste, senza fornire dettagli su date e numeri.

Probabilmente la Sindaca ritiene il centro storico di Orvieto anzitutto un centro commerciale in cui, incidentalmente e inopportunamente, ci si vive. E da questa opinione fa discendere un ordine di priorità che andrebbe perlomeno rivisto. Il punto non è mettere contro – come proposto impropriamente e strumentalmente dalla stessa sindaca – residenti normali e residenti titolari di attività commerciali (i quali hanno tutto il diritto di vedersi assegnato un posto auto come singoli cittadini). Il punto è l’equivalenza tra i residenti del centro storico e i clienti di attività ricettive (perché di queste stiamo parlando). Un’equivalenza discutibile sotto diversi profili, a cominciare da quello in merito all’opportunità di sacrificare il diritto di un cittadino di vivere in una città al cui essere città contribuisce vivendoci, per far spazio alle legittime, ma non esclusive e prioritarie, richieste di comodità da parte di alcune strutture. .

Al di là di queste considerazioni che riteniamo di buon senso, l’aspetto che merita una più attenta considerazione, anche sotto il profilo formale, si trova nel dispositivo che disciplina le “Condizioni Generali di Abbonamento” che si sottoscrive per l’utilizzo di un posto auto dei parcheggi di Via Roma e di Foro Boario. In questo documento ufficiale non è prevista la cessione del posto auto ad altri veicoli “in luogo di quello/i indicati/i nel presenti contratto”. Quindi, nel caso in cui gli abbonamenti riservati alle attività ricettive consentissero l’uso del posto auto per veicoli diversi (ossia dei clienti) da quelli indicati nelle “Condizioni generali di abbonamento”, si configurerebbe una violazione dello stesso, richiedendo la risoluzione del contratto ai sensi dell’art.9, oltre alla verifica di eventuali responsabilità di quanti hanno compiti di controllo.

Se ciò corrispondesse allo stato di cose che si intende chiarire, si paleserebbe una difformità di condizioni tra gli abbonati privati e gli abbonati “multiaccesso”: tale difformità meriterebbe un dovuto approfondimento.

Chiedo quindi di sapere:

Se è intenzione dell’Amministrazione provvedere ad una modifica del regolamento in modo da introdurre criteri chiari ed equi di assegnazione, privilegiando anzitutto i residenti ed evitando al contempo “accaparramenti” di posti auto, per garantire, in tal modo, un uguale accesso – almeno in linea di principio – da parte di tutti i nuclei familiari residenti che desiderano usufruire del servizio;
il numero degli abbonamenti rilasciati ai titolari di attività ricettive e commerciali in entrambi i parcheggi insilati di via Roma e di Foro Boario;
se ad una stessa attività commerciale e/o ricettiva sono riservati più stalli;
se per gli abbonamenti ad uso commerciale sono previste tariffe più elevate rispetto agli abbonamenti per residenti e se di intende differenziare le tariffe in occasione della revisione del regolamento;
quando verranno sbloccate le liste di attesa per entrambi i parcheggi in oggetto ed in che numero.




Approvato in consiglio comunale lo schema di convenzione tra Comune e Provincia sul San Giovanni

Nella seduta del 4 dicembre il consiglio comunale di Orvieto ha approvato con sette voti favorevoli – sindaco Tardani, Pelliccia, Sacripanti e Fontanieri (Lega), Celentano e Casasole (Civitas-Progetto Orvieto), Olimpieri (Misto) – e due astensioni – Giovannini (Pd) e Barbabella (Prima gli orvietani) – lo schema di convenzione tra la Provincia di Terni e il Comune di Orvieto per la gestione del complesso “Chiostro San Giovanni” di Orvieto.

L’atto, illustrato in aula dal vicesindaco con delega al Patrimonio, Mario Angelo Mazzi, va a modificare e rinnovare per altri 10 anni la convenzione precedentemente stipulata il 29 maggio 2019. La rivisitazione dell’accordo era stata richiesta dal Comune di Orvieto per un migliore perseguimento delle finalità del progetto di valorizzazione del complesso e della realizzazione del Museo del Vino e dei prodotti della terra inserito nella Strategia dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano.

Nel dettaglio la nuova convenzione detta in maniera più netta gli obblighi tra i due Enti e nelle planimetrie aggiornate disegna una riorganizzazione più funzionale degli spazi per consentire che l’utilizzo della struttura non interferisca con le attività già presenti della Provincia di Terni. Tra gli impegni a carico del Comune di Orvieto la manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali – tranne quella straordinaria non finanziata dalle Aree Interne che resta a carico della Provincia – e la gestione del complesso. Per questo ultimo aspetto si procederà a un avviso pubblico per raccogliere le manifestazioni di interesse al quale seguirà un bando di gara. Nella commissione che sarà nominata per la procedura di gara, il Comune si impegna a garantire la presenza di un componente designato dall’amministrazione provinciale. Alla Provincia di Terni sarà inoltre assicurata la facoltà di utilizzare la struttura per eventi e incontri non in contrasto con la finalità del progetto per non meno di 15 giorni. Per quanto riguarda infine gli introiti derivanti dalla gestione che saranno reinvestiti nella valorizzazione della struttura in accordo con la Provincia mentre nel caso non siano necessari interventi saranno ripartiti.




Carlo Moscatelli, “Per la piscina comunale una piccola infiltrazione ha ritardato ancora l’apertura”

La piscina comunale è ormai un vero e proprio incubo per l’assessore Carlo Moscatelli. Appena si avvicina l’agognata apertura c’è qualcosa che la blocca, la rinvia. La consigliera di opposizione Cristina Croce è tornata chiedere lumi sugli impianti sportivi in generale e in particolare sulla piscina.

“Per lo stadio Muzi – ha risposto l’assessore allo Sport, Carlo Moscatelli – abbiamo una convenzione in atto in scadenza nel 2024 con le società Tennis ’90, Orvietana, Ciconia e Atletica Libertas Orvieto. Nel frattempo stiamo preparando un bando per la gestione che deve essere preceduto dagli interventi di riqualificazione della tettoia, degli spogliatoi e della pista di atletica. Stiamo valutando se affidare la gestione dell’intero impianto o dividere i campi da calcio dai campi da tennis”. 

Per quanto riguarda la piscina, questa volta un altro piccolo stop come ha spiegato Moscatelli, “si sono verificati dei danni minimali, una piccola infiltrazione, che ha fatto slittare la stipula del contratto assicurativo da parte del soggetto gestore”. E’ a un passo, quindi, ma ancora non ci siamo. La struttura è datata e in calendario ci sono lavori di ristrutturazione ben più importanti. Ma l’apertura ci sarà, ha promesso l’assessore Carlo Moscatelli.




La sindaca Tardani in consiglio, “i nuovi orari dei treni per i lavori sulla Bologna-Prato, ma non vengono tagliati i collegamenti”

Nei giorni scorsi in un comunicato CivicixOrvieto aveva sottolineato le difficoltà nel raggiugnere Orvieto per il taglio di alcuni ma fondamentali treni da e per Roma. Basandosi su tale comunicato il consigliere della Lega Gionni Moscetti, durante il question time in consiglio comunale ha chiesto al sindaco la situazione per la prossima estate e per i pendolari.

Abbiamo letto anche noi dalla stampa – ha risposto il sindaco Tardani – ma la realtà è diversa e le preoccupazioni non sono supportate da fatti concreti. Le modifiche agli orari di cui si parla, a partire dal 12 giugno, sono infatti dovute ai lavori che interesseranno la tratta Bologna-Prato fino all’11 settembre come comunicato già a febbraio scorso anche al Coordinamento Pendolari Umbri con cui questa amministrazione comunale intrattiene rapporti costanti per confrontarsi sulle istanze e le esigenze dei pendolari orvietani. Per effetto di questi lavori i servizi Intercity saranno temporaneamente rimodulati fino a settembre per poi tornare alla configurazione ordinaria. Sono confermati complessivamente 20 Intercity al giorno a servizio della regione ai quali si aggiungono 4 treni periodici nel fine settimana. I lavori comporteranno l’instradamento temporaneo di 6 Intercity via Terni, sulla Dorsale Orientale Umbra, che avrà 14 collegamenti invece che 8. Alcune corse che non fermeranno temporaneamente a Orvieto saranno sostituite con il potenziamento del Regionale di Trenitalia che garantirà cinque nuove combinazioni di viaggio tra Orvieto e Roma e viceversa nella fascia pomeridiana nei giorni feriali e due nuove combinazioni nei giorni festivi dal 18 giugno al 20 agosto.  Sulla Dorsale Occidentale Umbra, al servizio anche di Orvieto, sono previsti in questo periodo di lavori 6 servizi Intercity con un potenziamento della coppia Firenze-Roma (581-598) che fino al 10 settembre passa a circolare 7 giorni su 7,  mentre nel fine settimana viene confermata la coppia Milano-Reggio CalabriaE’ quindi fuorviante la nota dei Civici X – ha proseguito il sindaco – che sostiene che non fermerà più nessun Intercity a Orvieto e tantomeno che saranno scelte definitive visto che si parla di rimodulazioni temporanee dovute ai lavori. Inoltre, su richiesta della Regione Umbria, il servizio regionale di Trenitalia sarà potenziato nel periodo estivo per facilitare gli arrivi sulla città con 23 nuovi collegamenti sperimentali da e per Orvieto fino al 29 luglio. Siamo sempre aperti e disponibili al dialogo e al confronto con tutti ma sulla base di informazioni corrette. A meno che, anche in questo caso, non si sia voluto trovare un pretesto strumentale per attaccare l’amministrazione comunale dopo le informazioni inesatte diffuse nei giorni scorsi sui fondi del Pnrr che non corrispondono al vero per il Comune di Orvieto e smentite anche dal Comune di Narni”.




Question Time in consiglio, dalla cittadinanza onoraria a Modiano alla piscina, la giunta risponde

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In apertura del consiglio comunale del 13 aprile c’è stato il consueto spazio dedicato al Question time. I consiglieri presenti hanno così avuto l’occasione di chiedere alla giunta lo stato dell’arte su varie questioni di interesse per i cittadini e non solo. Si è discusso della necessità evidenziata dagli abitanti del quartiere La Svolta di nuovi cestini per i rifiuti, dell’annosa questione della piscina comunale, di pale eoliche e anche dell’iter per la cittadinanza onoraria a Sami Modiano dopo l’impegno preso durante l’incontro organizzato dal Club Amici della Stampa lo scorso 26 febbraio all’Auditorium Gioacchino Messina della Fondazione CariOrvieto, dalla sindaca Tardani di concedere la cittadinanza onoraria a uno degli ultimi testimoni diretti della Shoah.

OrvietoLife ha deciso di trasmettere quasi integralmente la parte dedicata al Question Time. L’audio non è perfetto, purtroppo, ma la gran parte è chiara nei contenuti.




Nasce il gruppo consiliare Civitas-Progetto Orvieto con capogruppo Anna Celentano

Progetto Orvieto, la compagine civica nata nel 2019 a sostegno della candidatura a sindaco di Roberta Tardani, aderisce a Civitas Umbria.  Nell’ultimo consiglio comunale è stata formalizzata la costituzione del nuovo gruppo consiliare, composto dalla capogruppo Anna Celentano e dalla consigliera Beatrice Casasole, che assumerà la denominazione Civitas-Progetto Orvieto a partire dalla prossima seduta.  “Per noi – affermano congiuntamente Anna Celentano, Beatrice Casasole e l’assessore Carlo Moscatelli – questa è la ideale evoluzione del percorso iniziato nel 2019 che ha portato all’elezione a sindaco di Roberta Tardani. Progetto Orvieto aderisce a Civitas Umbria, di cui il sindaco Tardani è presidente, per dare corpo a un progetto più ampio di dimensione regionale, condividendo lo spirito e l’approccio del movimento che mette insieme molti sindaci e amministratori della nostra regione. Un’azione fatta di ascolto e concretezza che Progetto Orvieto e la Giunta Tardani hanno portato avanti in questi anni.

È grazie a questo che la città ha saputo reagire ai problemi del post pandemia e tornare a crescere dopo anni di immobilismo e inefficienze. Gli importanti interventi di manutenzione su tutto il territorio comunale, la capacità di intercettare le opportunità arrivate dal Pnrr, la visione strategica sui contenitori della città che oggi hanno finalmente una destinazione e una missione, l’innovazione dei servizi turistici e la grande promozione della città hanno prodotto e produrranno risultati evidenti e tangibili che stanno dando una prospettiva al nostro territorio e alle sue vocazioni. Il lavoro fatto dal sindaco Tardani e dall’amministrazione comunale ha dato finalmente una nuova dimensione a Orvieto anche nel contesto regionale. Ringraziamo – concludono – Civitas e l’assessore regionale Paola Agabiti per averci accolto. Siamo convinti che la strada intrapresa ci porterà ancora lontano nel bene della nostra città e dei nostri territori”. 




Il PD chiede che l’emodinamica sia inserita nel PSR, mozione delle opposizioni in consiglio comunale

Il Partito Democratico di Orvieto si schiera fermamente a sostegno della presentazione dell’atto dei consiglieri comunali di opposizione Giovannini, Mescolini, Croce, Germani e Barbabella che richiede l’inserimento all’interno del piano sanitario regionale di una struttura di emodinamica e di cardiologia interventistica presso l’Ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto. È una necessità primaria che il territorio dell’Orvietano possa contare su una struttura adeguata per il trattamento di patologie importanti come l’infarto miocardico acuto e l’ictus cerebrale, poiché i tempi di trasferimento troppo lunghi possono compromettere l’esito dell’intervento. 

L’Ospedale è già dotato della sala operatoria per interventi minori, così come delle caratteristiche e delle strumentazioni necessarie per la creazione di un laboratorio di emodinamica. Per questo motivo, il Partito Democratico di Orvieto conviene che sia fondamentale che il Governo Regionale si affretti e si mobiliti affinchè il tema dell’emodinamica ad Orvieto venga inserito nel Piano Sanitario Regionale, assieme ai relativi fondi. Solo in questo modo è possibile garantire un servizio adeguato per la cura dei cittadini dell’Orvietano e assicurare che tutti abbiano accesso a terapie cardiologiche specialistiche e al diritto alla salute.

Il Partito Democratico di Orvieto esprime il proprio pieno sostegno alla mozione, che vede come prima firmataria la capogruppo Mescolini, anche per il segno positivo con cui le opposizioni si dimostrano unite nella difesa comune dei diritti dei cittadini e la capacità di fare gruppo per il bene degli Orvietani.

Partito Democratico di Orvieto

IL TESTO DELLA MOZIONE

Istituzione del reparto di emodinamica all’ospedale di Orvieto

Al presidente del consiglio del comune di Orvieto Dott. Ing.Umberto Garbini
Al sindaco del comune di Orvieto Dott.ssa Roberta Tardani

Premesso che

Il territorio dell’Orvietano, oltre ad avere la maggiore concentrazione di pazienti over 65 di tutta l’Umbria, si trova a scontare una distanza di oltre 80 chilometri dalle strutture sanitarie pubbliche di Terni e Perugia, e, addirittura oltre 100 dall’ospedale di riferimento per quella Asl (Foligno), in cui poter trattare d’urgenza patologie importanti come l’infarto miocardico acuto e l’ictus cerebrale; come è noto in caso di malattie tempo-dipendenti come queste, la dilatazione dei tempi di cura può avere un impatto devastante sul malato. Tempi di trasferimento troppo lunghi possono infatti compromettere l’esito dell’intervento.

Considerato che

L’Ospedale di Orvieto è classificato come DEA (dipartimento di emergenza-urgenza e accettazione) di primo livello e confermato tale anche nel preliminare Piano Sanitario elaborato dalla Giunta Regionale. Per assolvere a tale funzione è necessario che vengano garantiti interventi diagnostico-terapeutici, tra cui quelli di cardiologia attraverso un laboratorio di emodinamica che può garantire un effettivo ed immediato soccorso.

Questo importante investimento oltre a colmare un deficit sanitario importante nell’area del territorio orvietano, potrebbe diventare il punto di riferimento ospedaliero più vicino per i malati acuti provenienti anche da altri territori come quelli della bassa Toscana e dell’alto Lazio (Provincie di Grosseto, Siena e Viterbo) sia per la minore distanza rispetto ai laboratori di emodinamica di loro riferimento, sia per i migliori collegamenti stradali con un bacino di utenza ipotetica di circa 100mila individui, con un volume di lavoro di circa 250 angioplastiche coronarie l’anno, cui andrebbero aggiunte le procedure coronografiche di tipo diagnostico.

Presso l’ospedale “Santa Maria della Stella” esiste già una sala operatoria per piccoli interventi che possiede le caratteristiche e le strumentazioni idonee per ospitare un laboratorio di emodinamica e cardiologia interventistica.
Lo sviluppo di proprie specificità, oltre che garantire qualità ma anche corrispondenza dei bisogni di cura della popolazione, favorirebbe la produttività e l’attrazione del distretto ospedaliero di Orvieto sia dal punto di vista degli utenti ma anche per professionalità che ad oggi rimane difficile assumere;

Considerato altresì che

A maggio 2020 fu presentata all’assemblea legislativa regionale una mozione sottoscritta da tutti i gruppi di minoranza che venne approvata all’unanimità per inserire nel nuovo piano sanitario regionale una struttura di emodinamica e di cardiologia interventistica presso l’ospedale di Orvieto;

Ad oggi non risulta essere stato inserito alcun intervento in tal senso all’interno del Piano Regionale Sanitario, come si è potuto rilevare anche durante l’incontro pubblico sulla sanità del 29 novembre 2022.
I sottoscritti consiglieri chiedono di impegnare il Sindaco e l’amministrazione comunale a sollecitare i vertici Regionali affinché venga inserito nel piano sanitario regionale il reparto di emodinamica con i relativi fondi per l’Ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto.

I consiglieri comunali Martina Mescolini – Cristina Croce – Franco Raimondo Barbabella – Giuseppe Germani – Federico Giovannini




Canile e gattile, la risposta in consiglio del sindaco non soddisfa Alessio Tempesta, “evasiva e rimane il problema senza soluzioni neanche future”

Nell’ultimo consiglio comunale dell’anno che si è svolto il 30 dicembre, è stata trattata l’interrogazione presentata dal consigliere Alessio Tempesta, gruppo misto, sulla complessa situazione relativa alla destinazione dell’ormai ex-canile di Bardano, desinato a laboratorio profilattico delle patologie su cinghiali abbattuti e dei suini a seguito di macellazioni domestiche. In particolare, come scritto nell’interrogazione, il consigliere Tempesta chiedeva di sapere: Se la convenzione tra il Comune di Orvieto e la Asl Umbria 2 per la destinazione dei locali dell’ex canile di Orvieto, in Località Bardano a laboratorio di analisi delle corate, sia stata stipulata a titolo temporaneo, quindi solo fino alla data del 31 gennaio 2023, come previsto dai termini temporali dall’autorizzazione alla macellazione suina da parte della Asl Umbria 2 – Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di Origine Animale. Quale è, e se esiste, un progetto di futura destinazione del ex canile comunale di Bardano da parte dell’Amministrazione Comunale. Se le valutazioni di compatibilità sanitaria sulla coesistenza di un canile sanitario e di un laboratorio profilattico delle corate, sia pure fosse per 2 mesi all’anno (dal 01 dicembre al 31 gennaio), siano state effettuate, quali, e come siano normate e/o documentate. Se, in conseguenza dei punti 1° e 3° è riscontrata o meno la incompatibilità della presenza congiunta di cani e di un laboratorio di analisi delle corate, con riferimento soprattutto per il rischio epidemico di pseudo rabbia suina, patologia trasmissibile al cane ma non all’uomo. Se in virtù dei punti 1 e 4 l’Amministrazione Comunale abbia valutato preventivamente la suddetta affermazione fatta mezzo stampa, che farebbe presumere la possibilità di sussistenza congiunta tra un canile sanitario ed un laboratorio di analisi delle patologie suine in quella struttura. Se il Sindaco ed Assessore all’Ambiente è a conoscenza di quanti cani randagi vengono accalappiati annualmente sul territorio comunale di Orvieto, se conosce la loro destinazione, se conosce il costo giornaliero di ogni cane presso il canile sanitario esterno al Comune di Orvieto, e se si ritiene che tale situazione, e perché, sia la migliore possibile in termini di costo pubblico, e conseguentemente come questa ‘distanza’ dei propri cani possa facilitare il recupero del cane smarrito accidentalmente, (privo di microchip) e/o soprattutto le adozioni dei randagi, quest’ultima normata nell’Art. 209 della Legge Regionale 11/2015, al comma 1, lettera f). Se è vero che la liberazione dei box e locali del canile di Bardano dai cani randagi sia stata forzata nei tempi rispetto al contratto in essere con l’associazione di volontariato che aveva scadenza al 31 dicembre 2022, al fine di poter iniziare d’urgenza il servizio di analisi delle corate. Se e perché, in merito al punto 7, tale scelta e rapida azione sia appunto conseguenziale di quanto ascritto ai punti 3 e 4.
9. Se, e come, inconseguenza del punto 2, l’Amministrazione preveda di utilizzare gli importi previsti per il rifacimento del canile comunale, come riportati nella Missione 9, Programma 2, Titolo 1 del Bilancio Comunale. Se si intende continuare a garantire la prosecuzione continuativa del servizio di sterilizzazioni dei gatti delle colonie feline ancora presso i locali ambulatoriali del ex canile di Bardano, facilitandolo, con la sistemazione quindi delle problematiche infrastrutturali suddette. Se, consequenzialmente del punto 2 e 10, l’Amministrazione comunale intenda affrontare fattivamente, e con un approccio di maggiore attenzione etologica, la questione dei gatti randagi, con particolare attenzione alla realizzazione delle Oasi feline, quindi del loro mantenimento, come previsto dall’Art. 209, lettera d) della Legge Regionale 11/2015”. Insomma un’interrogazione corposa e complessa che ha anche aperto il sipario sulle divisioni interne alla maggioranza e in particolare con il consigliere Alessio Tempesta che da alcuni mesi ha deciso di lasciare il gruppo “Progetto Orvieto”, la lista civica che ha appoggiato il sindaco, per aderire al Gruppo Misto.

Il canile, poi, è stato al centro di polemiche anche nel recentissimo passato proprio tra il sindaco e lo stesso Tempesta che ha voluto sottolineare come la “delega” al benessere animale non sia mai stata effettivamente utilizzata e in particolare non è mai stata concretizzata in alcun atto scritto da parte della sindaca Tardani. Ma ecco in sintesi e come riportato anche nel comunicato ufficiale del Comune, la risposta della sindaca all’interrogazione. “Sulla mozione innanzitutto manca una premessa fondamentale: il canile di Orvieto era sotto sequestro da tempo e per tale provvedimento gli ingressi erano bloccati e l’attività evidentemente limitata. Nel corso del mio mandato ho affrontato la questione più volte con le associazioni animaliste, e in molte occasioni era presente anche il consigliere Tempesta che ha peraltro condiviso con noi e con le associazioni stesse come la struttura di Bardano, per le condizioni e per l’ubicazione, tra mattatoio e ferrovia, non fosse il luogo più idoneo ad ospitare un canile. Nel bilancio che avevamo ereditato al nostro insediamento l’importo previsto per il rifacimento della struttura di Bardano era una sola previsione di spesa eventualmente da finanziare con un mutuo. La valutazione comune che quella zona fosse inidonea a ospitare un canile, la mancanza di spazi adeguati a ospitare un parco canile che avrebbe peraltro una spesa importante per le casse del Comune ci hanno spinto a fare la scelta di affidare il servizio di custodia dei cani. Recentemente ho avuto un nuovo incontro con le associazioni alle quali ho dato la mia disponibilità a valutare in futuro con la Asl la possibilità di prevedere un canile sanitario nella struttura di Bardano. Lei sostiene che la competenze di questa decisione sarebbe del Comune e cita l’articolo 209 lettera b della legge regionale 11/2015 che stabilisce che siano i Comuni a provvedere “alla costruzione dei canili sanitari e dei canili rifugio e alla ristrutturazione di quelli esistenti” omettendo però di scrivere la seconda parte e cioè ‘nel rispetto del piano di cui all’articolo 211’. E cosa dice l’articolo 211? Che la giunta regionale, sentite le aziende sanitarie locali, adotta il piano degli interventi di prevenzione del randagismo degli animali di affezione e il piano stabilisce i criteri per gli interventi di costruzione, risanamento e corretta gestione dei canili sanitari. Ovvero Regione e Asl dettano le linee, i Comuni realizzano gli interventi. Come sarebbe perciò possibile realizzare un canile senza un confronto con Asl e Regione?
Abbiamo ricevuto da parte della Usl Umbria la richiesta urgente di disporre, nell’ambito delle attività di contrasto alla peste suina per far fronte all’emergenza della peste suina che coinvolge centinaia di cittadini su tutto il territorio orvietano, di una struttura per effettuare delle visite ispettive e analisi su cinghiali abbattuti e le visite di controllo su suini macellati a domicilio per autoconsumo. Così abbiamo firmato con la Asl Umbria 2, che in quella struttura ha già a disposizione ambulatori sanitari, un’estensione della convenzione per effettuare a Bardano le analisi sulle corate suine. Questa attività è iniziata soltanto dopo il trasferimento dei cani da Bardano al canile Montetonico di Castel Giorgio che si è aggiudicato il bando per l’affidamento del servizio di custodia deciso da questa Amministrazione per garantire il benessere degli animali alla luce della condizione della struttura di Bardano. Non c’è stata pertanto nessuna concomitanza tra la presenza dei cani e le analisi delle corate suine. C’è invece un parere della Asl che non evidenzia incompatibilità tra l’attività di analisi delle corate suine e quella di sterilizzazione dei gatti che va avanti regolarmente e continuerà regolarmente anche in futuro. Nell’incontro con le associazioni ho detto che, nel momento in cui si troveranno soluzioni alternative per ospitare le analisi delle corate suine, sarà possibile avviare un ragionamento sulla destinazione a canile sanitario della struttura di Bardano. Come Sindaco e assessore all’Ambiente conosco benissimo la situazione del randagismo nel nostro Comune. Nel 2022 sono stati accalappiati sul territorio comunale 10 cani. I cani catturati privi di microchip vengono attualmente trasportati al canile sanitario di Schifanoia a Narni dove permangono per un massimo di 60 giorni decorsi i quali vengono trasferiti ai canili rifugio dove possono essere adottati. Il costo della custodia al canile sanitario è di 3,5 euro al giorno per animale. Questa Amministrazione intende portare avanti ogni iniziativa possibile per il benessere degli animali, cani e gatti, ed ha avviato un confronto virtuoso con le associazioni animaliste che saranno preziose nella definizione delle attività da portare avanti e anche nella sensibilizzazione dei cittadini su tutte le problematiche connesse a questo ambito”.

La risposta è apparentemente esaustiva e il consigliere Alessio Tempesta si dichiara “parzialmente soddisfatto”. Restano alcune domande in sospeso ma soprattutto rimane aperta la questione del fenomeno del randagismo e della cura degli animali. E’ molto chiaro, in tal senso, proprio Tempesta che rilancia rispondendo some sia un falso problema quello delle risorse per la realizzazione di un nuovo canile sanitario visto che a bilancio delle risorse ci sarebbero almeno per una prima e già operativa fase di realizzazione. Anche sulla valutazione e realizzazione di un canile sanitario la sindaca, secondo il consigliere Tempesta, è stata piuttosto evasiva e imprecisa nonostante abbia citato l’intero articolo 211 della Legge Regionale 11/2015 . “La valutazione non viene effettuata dalla USL e la decisione è in capo esclusivo dell’amministrazione comunale”, spiega Tempesta; è pacifico che l’interlocuzione con la USLci dovrà essere per ogni questione autorizzativa e amministrativa relativamente alla parte sanitaria. E per il futuro? Anche per i prossimi anni il consigliere Tempesta è piuttosto pessimista viste le premesse e l’orientamento dell”attuale giunta. “in particolare ritengo che un canile sanitario poteva essere mantenuto spendendo pochi soldi per le opere di adeguamento richieste e invece si continuerà ad analizzare le corate dei suini ben oltre la data prevista del prossimo 31 gennaio. Silenzio tombale, invece, per quanto riguarda oasi felina e gattile”. Il benessere animale può accompagnarsi anche a una sana gestione economica ma l’amministrazione la vede in maniera diversa e ha deciso di appaltare tutto ad altri Comuni e ai privati, spendendo una cifra non indifferente ogni anno e rimanendo succube delle eventuali variazioni in corso d’opera che riporterebbero la situazione all’emergenza, che non vuo dire normalità.




L’ultimo consiglio si trasforma in una “sfida all’ok Corral” tra sgarbi istituzionali, liti e strilli

30 dicembre, in piena euforia per Umbria Jazz Winter è in calendario anche il consiglio comunale, l’ultimo dell’anno. Si devono discutere 14 punti all’ordine del giorno, alcuni anche piuttosto interessanti. Tanti sorrisi, qualche battuta e con il solito ritardo inizia il consiglio. Poi le interrogazioni con qualche stoccata ma nulla lascia presagire quello che avviene di lì a poco. Uno strappo al bon ton istituzionale, urla, nell’aula del consiglio e nella “Sala delle 4 Virtù”, questi gli ingredienti di una serie di scontri che hanno certificato e palesato le tensioni tutte interne alla maggioranza. Tutto avviene in un attimo quando viene chiesto dal consigliere Barbabella di invertire l’ordine del giorno e discutere prima la sua mozione sul MOST, l’ambizioso progetto di riqualificazione della ex-Caserma Piave che intende riconvertire tutta l’area in un grande museo corredato da scuole di formazione professionale legate al restauro e all’arte più in generale. Barbabella ritiene che sia urgente la discussione e l’eventuale approvazione. A stretto giro di posta arriva la richiesta da parte del sindaco di sospendere il consiglio comunale per poter procedere con la riunione della giunta.

La reazione del presidente del consiglio è piuttosto fredda e dura, “la convocazione e l’ordine del giorno le vengono recapitati per tempo quindi personalmente ritengo che si deve andare avanti ma mi rimetto al voto dei consiglieri”. In effetti il consiglio comunale è la massima espressione istituzionale e la richiesta suona come uno sgarbo istituzionale. Proprio recentemente a livello più alto, la presidente Meloni è stata pubblicamente bacchettata dal deputato Roberto Giachetti per essere arrivata in Aula con 15 minuti di ritardo. Anche in quel caso il Parlamento è la massima espressione democratica e istituzionale perché elettiva. Meloni ha chiesto scusa per il ritardo. In consiglio comunale invece si accendono gli animi con uno scontro al calor bianco tra i consiglieri di maggioranza Moscetti e Tempesta, da poco aderente al Gruppo Misto dopo l’uscita dalla lista civica in appoggio al sindaco. Volano gli stracci con accuse che scivolano anche sul personale. Tempesta sottolinea come le mozioni siano ormai “completamente inutili perché poi non vengono mai rispettate e soprattutto troppo spesso discusse anche dopo quasi nove mesi di ritardo”, il riferimento è proprio alla mozione di Croce e Mescolini sulla creazione di un tavolo per la situazione della sanità a Orvieto presentata lo scorso febbraio. Nel tentativo di calmare le acque interviene il capogruppo della Lega, Andrea Sacripanti, che chiede una sospensione di qualche minuto per una riunione di maggioranza.

Il cronista è quindi costretto a una nuova attesa per capire se e quando si discuterà di MOST e sanità. Il nostro mestiere è fatto di attese che non sono mai perdite di tempo ma occasioni per osservare, discutere, parlare, prendere contatti. Intanto la maggioranza si chiude nella Sala delle 4 Virtù. Si alzano i toni, arrivano grida classiche di una litigata piuttosto accesa. I pochi astanti in sala consiliare rimangono basiti con il consigliere Tempesta che in segno di protesta rimane seduto al suo posto in consiglio.

L’ultimo consiglio si è trasformato a tratti in una “Sfida all’Ok Corral” rarissima e con uno sgarbo istituzionale che difficilmente potrà essere sanato, almeno in tempi brevi. E soprattutto si è lacerata la maggioranza che ha scoperto le tensioni interne rendendole pubbliche anche se poi alla conta tutto è filato liscio, almeno per il consiglio del 30 dicembre.