Per il 150° della nascita di Guglielmo Marconi, conferenza di Giuseppe De Ninno il 9 maggio

L’Auditorium “Gioacchino Messina” di Orvieto, sede della Fondazione CRO, ospiterà alle ore 17 di Giovedì 9 maggio un appuntamento di alto profilo culturale dedicato a Guglielmo Marconi, nel 150° anniversario della nascita dell’eminente scienziato.

Giuseppe De Ninno, fisico ed attualmente docente dell’IIS Majorana-Maitani di Orvieto, terrà una conferenza dal titolo “Guglielmo Marconi – La storia delle onde, ovvero le onde della storia”, durante la quale delineerà la figura e le intuizioni del grande genio italiano che ha rivoluzionato il mondo delle telecomunicazioni e, conseguentemente, la società mondiale.

L’evento è a ingresso libero. L’Unitre – Università delle Tre Età di Orvieto ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto per la gentile concessione dell’Auditorium Gioacchino Messina.

Giuseppe De Ninno

Dopo un breve passato da fisico (Laboratori Nazionali di Frascati – Infn e CERN) si è dedicato all’insegnamento nella scuola secondaria superiore. L’esperienza maturata nell’Istituto Professionale e nei Licei d’Arte, Linguistico e Scientifico lo hanno portato ad approfondire una didattica della fisica, e della matematica come supporto, orientata tanto al recupero dello svantaggio che alla cura delle eccellenze.




Il 24 marzo Giordano Conticelli presenta “Epifanie divine. Orvieto e il teatro sacro di maniera”

Venerdì 24 marzo alle ore 17,30, presso il Palazzo Coelli, sede della Fondazione CRO, nell’Auditorium Gioacchino Messina, Giordano Conticelli, Art History Ph.D Student (il nostro Dottorando di Ricerca) all’Università dello Stato di Washington a Seattle, presenterà una lezione dal titolo “Epifanie divine. Orvieto e il teatro sacro di maniera”. La conferenza è compresa nell’insieme delle manifestazioni che l’Istituto Storico Artistico Orvietano ha organizzato in occasione del V Centenario dalla morte di Luca Signorelli e Pietro Perugino.

La lezione di Giordano Conticelli analizzerà il complesso ruolo dell’artista nel contesto della produzione del XVI secolo, in particolare nell’epoca caratterizzata dallo stile chiamato Maniera che per molto tempo fu considerato erroneamente come il vizio che distrusse la pittura, specie dopo la presa di posizione di Giovanni Pietro Bellori. La pittura in realtà conobbe un grande momento di rivalsa sulla scultura al punto tale da diventare quasi egemone: ed in questo contesto il laboratorio orvietano conobbe una sua particolare autonomia dove pittura e scultura accompagnano di pari passo la realizzazione del nuovo Duomo controriformato. Nel secolo a cavallo tra gli affreschi del Signorelli e l’Annunciazione del Mochi, l’identità dell’artista entra in una fase di piena consapevolezza del proprio ruolo. È proprio nella Cappella Nova, all’alba del Cinquecento, che l’artista cortonese rivendicò con orgoglio un suo ruolo di creatore, così come sarà Francesco Mochi riportando la scultura sul grande palcoscenico dell’arte. Ad Orvieto, dove l’arte si confonde con il mondo reale e l’artista si immedesima in un taumaturgo che infonde miracolosamente vita alle proprie creazioni, si trovano i germogli dell’artificioso e complesso, ma innovatore, Teatro della Maniera.

Oltre alle numerose attività che Giordano Conticelli ha svolto negli Stati Uniti, anche nel campo di organizzazioni di mostre, ricordiamo solamente due interventi, molto seguiti, che ha presentato ad Orvieto: nel 2019: a febbraio, Il Martirio di san Matteo del Caravaggio, presso l’Unitre; e ad aprile Il Corpo Umano nel Duomo di Orvieto, proprio questo stesso Istituto Storico Artistico Orvietano. E infine, oltre alle molte pubblicazioni in lingua inglese, ricordiamo solamente il suo capitolo su La Cappella del Signorelli, in Museo Civico. 50 Opere della Storia di Orvieto, a cura di Giuseppe M. Della Fina, Milano 2021.




Unitre, in attesa di tornare in presenza “La Bussola della Storia” sarà su RTUA

Data l’attuale situazione dei contagi da Covid-19, il Consiglio Direttivo dell’Università delle Tre Età di Orvieto ha deciso di rinviare ulteriormente la ripresa delle attività culturali, prevedendone la riapertura nella seconda metà del mese di febbraio se le condizioni sanitarie lo consentiranno. Frattanto, al fine di assicurare ai soci, e non solo, la continuità delle iniziative culturali, l’Unitre Orvieto ha raggiunto un accordo con l’emittente televisiva RTUA per la messa in onda di alcuni percorsi culturali già realizzati all’inizio dell’attuale Anno Accademico, a partire dal ciclo “La Bussola della Storia – I cambiamenti di quadro che hanno fatto la modernità” curato dal professore Franco Raimondo Barbabella. Per quattro giovedì consecutivi a partire dal 27 gennaio 2022, alle ore 11 e in replica alle ore 17 saranno trasmesse le lezioni registrate lo scorso autunno nell’Aula del Dialogo di Palazzo Negroni. 

Calendario completo delle trasmissioni in chiaro sul canale 18 del digitale terrestre

– 27 gennaio – “Lo sconvolgimento delle certezze medievali: da Gutemberg alla pace di Westfalia”

– 3 febbraio – “Un popolo diventa nazione: la rivoluzione americana”

– 10 febbraio – “Un popolo conquista il diritto alla libertà e all’uguaglianza: la rivoluzione francese”

– 17 febbraio – “Ad un certo punto della storia del mondo, l’alleanza di scienza e tecnica con la politica imprime una svolta all’economia e alla società: la rivoluzione industriale inglese”




Si parla di “infinito” il 26 novembre con Danilo Giulietti per la prima conferenza ISAO

Per il Programma delle Conferenze dell’Istituto Storico Artistico Orvietano si comincia, il prossimo 26 novembre al Museo Emilio Greco, con una emblematica riflessione sul Tempo e sullo Spazio. Danilo Giulietti, un orvietano che tutti conosciamo come professore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, ci guiderà nei meandri del concetto di Infinito, in tutte le accezioni possibili: nella fisica, nella filosofia, nella cosmologia. Sono gli infiniti: che, come l’infinito silenzio di Leopardi, ci fanno meditare sulla veridicità o meno delle ininterrotte prospettive di questo Mondo e di questa Umanità, cioè Noi. I limiti ineludibili della conoscenza hanno da sempre illuminato nuove aree prima sconosciute, ed hanno man mano svelato altre incognite sempre più vaste, appunto in un processo infinito. Così, di pari passo, se la nostra società continua a basarsi su un’ipotesi di sviluppo infinito, fiduciosa del sostegno di un inarrestabile progresso tecnologico, nel frattempo la Natura ci manda segnali, come il cambiamento climatico e lo squilibrio degli ecosistemi operato dalla globalizzazione, che ci fanno riflettere come la comprensione umana dell’Universo non possa essere staccata dalla comprensione del destino di questa nostra piccola Terra. E, forse, la prima rappresentazione antica del ben conosciuto simbolo dell’infinito ∞, simile anche alla nota Striscia di Moebius, che è scolpito nella chiesa di San Vittore alle Chiuse nel comune di Genga, della fine del secolo XII.

L’ISAO non ha chiesto il pagamento delle quote relative all’anno 2020-2021, dato che le attività erano state interrotte per la pandemia. Ma ora, anche per poter finanziare al meglio il nostro nuovo ciclo culturale, sollecitiamo la corresponsione della quota sociale 2021-22. E per tutti coloro che, non ancora soci, volessero diventarlo, ricordiamo che i soci riceveranno sempre, direttamente, notizie delle attività dell’Istituto, e potranno ricevere tutte le pubblicazioni recenti e future dell’ISAO, e tutti gli arretrati disponibili, compresi quelli del Bollettino e di Lettera Orvietana; ed il bellissimo volume Orvieto, Imago VV di Alberto Satolli, un libro completo di innumerevoli immagini di Orvieto inserite nel racconto della storia della Città. Un volume che da solo vale almeno il doppio della quota di iscrizione, che è sempre di €40,00. Il presidente Raffaele Davanzo, direttamente nella sede ISAO di Piazza Febei, formalizzerà le nuove iscrizioni (e potrà ratificare i rinnovi dei già soci) e distribuirà tutti gli arretrati del Bollettino, di Lettera Orvietana e di tutte le altre pubblicazioni disponibili che i soci vorranno richiedere. Nonché di altri sette volumi di carattere storico e filosofico che le Assicurazioni Generali ci hanno fornito gentilmente in diverse copie.