Dalla Sicilia a Orvieto per lavoro, se hai il diabete c’è un “dolce” calvario da affrontare per ottenere i presidi necessari

La cronaca quotidiana ci offre spesso spunto ma la storia che vi raccontiamo oggi ha dell’incredibile e ancora non è giunta a soluzione.  Giuseppe (nome di fantasia) è affetto da diabete insulinodipendente.  Vive a Orvieto ma è residente ancora in Sicilia.  Fin qui nulla di strano.  Arriva il giorno in cui si accorge che stanno per terminare gli ausili che di solito utilizza per monitorare il livello della glicemia e l’insulina con i relativi aghi.  

Inizia a porsi il problema e chiede agli uffici USL come poter usufruire dell’assistenza qui a Orvieto.  Con estrema velocità, nonostante il periodo pandemico, lo specialista dell’ospedale controlla e compila il piano terapeutico che poi il nostro Giuseppe porta agli uffici USL.  Lì scopre di aver sì diritto a tutti gli ausili ma la certificazione e la richiesta deve arrivare dalla propria USL di appartenenza cioè da Palermo.  Nonostante il covid, dunque, i progressi tecnologici e l’avanzata del digitale per il povero paziente poco cambia, se non che si può fare tutto telefonicamente.  Dopo qualche lungaggine finalmente arrivano l’agognato tesserino con il codice a barre dalla Sicilia.  “Che bello, ha pensato Giuseppe, proprio in tempo per rifornirmi di tutto il necessario!”.  Ma l’amara sorpresa è dietro l’angolo.  In farmacia non accettano il codice, non per dispetto, ma semplicemente perché quello specifico codice per quello specifico assistito vale in Sicilia.  “E ora cosa devo fare?”

Giuseppe è quasi rassegnato e preoccupato perché la sue scorte stanno terminando.  Non si può contare sulle amicizie e sul proprio portafoglio perché le spese iniziano ad essere poco sostenibili e poi ne ha diritto!  All’ufficio USL spiegano che la farmacia prescelta da Giuseppe deve telefonare in Sicilia, farsi abilitare il codice e il gioco è fatto.  A parte la stranezza che nel 2021 ancora serva il telefono e non una procedura automatica e digitale, sembra cosa facile.  Giuseppe va nella sua farmacia di fiducia, spiega quello che sembra apparentemente semplice e invece qui inizia l’odissea.  Il farmacista chiama il numero della USL di Palermo indicato dall’impiegato di Orvieto.  Il numero addirittura non squilla, o meglio il trillo è quello tipico del telefono staccato.  Inizia un giro di telefonate fra uffici USL, Giuseppe, farmacista per capire il corretto iter.  Ecco scoperto l’arcano, In tutta Italia il sistema è simile e quindi non servono grandi sforzi ma per la Sicilia è diverso, la piattaforma è dedicata alla Regione.  Quindi il farmacista deve farsi accreditare dalla USL di appartenenza di Giuseppe, farsi accreditare, fornire tutti i codici per il rimborso e per la fatturazione.

Intanto viene reperito un nuovo numero per la USL di Palermo.  In verità dovrebbe rispondere una persona che poi dovrebbe a sua volta, indicare il numero dell’impiegato che prima non rispondeva al proprio telefono.  C’è il nuovo numero ma la musica non cambia, anzi, risulta inesistente.  E allora?  Giuseppe è già pronto a rimettere mano al portafoglio per pagare ciò che non dovrebbe.  Il farmacista orvietano non demorde e studia una strada tortuosa ma veloce.  “Troviamo una farmacia in Sicilia che fa spedizioni di presidi, non di medicine, e il gioco è fatto.  Noi forniamo il codice siciliano, luo prepara il pacchetto e lo invia all’indirizzo di Orvieto”.  Inizia un nuovo giro di telefonate.  Alla terza farmacia sembra che il problema possa risolversi.  Giuseppe è estremamente fiducioso.  Arriva l’ultima cocente delusione.  Il sistema sanitario siciliano è diviso rigidamente in province e quindi anche il farmacista di Messina o Agrigento, dovrebbe seguire lo stesso iter del loro collega di Orvieto, in pratica siamo tutti stranieri in Patria.

Giuseppe ha ancora qualche giorni di autonomia per i vari ausili ma rimane incredulo di fronte all’ultima trovata della burocrazia per complicare la vita a chi ha bisogno di monitorare e curare una malattia cronica e pericolosa.  Ora rimane l’ultimo tentativo, quello di trovare una farmacia a Palermo con un parente disponibile a ritirare gli ausili, impacchettarli e spedirli a Giuseppe ad Orvieto.  Qui la burocrazia non riesce a metterci lo zampino, serve solo la buona volontà.  

Una riflessione questa storia la merita sicuramente.  Il ministro Renato Brunetta, tanto odiato dalla categoria dei pubblici impiegati, ha spiegato che la nuova rivoluzione sarà quella della buona burocrazia.  Ecco ci permettiamo di suggerire al ministro di partire proprio da questa storia per partire con una riforma che, una volta almeno, parta dalle necessità dell’utenza, del cittadino, e non dalla parte esclusivamente dell’impiegato o del funzionario che oggi, troppo spesso, sembra avere diritto di vita o di morte sul privato o sulla partita IVA o sull’impresa che si presenta allo sportello.  Un primo passo potrebbe proprio essere l’uniformità del sistemi e delle piattaforme e una forte spinta verso il digitale.  Rimarrà tutto una chimera o un giorno non molto lontano sarà realtà?




Dehors, il nuovo regolamento approvato in giunta, ora la parola passa al consiglio comunale

Come anticipato nei giorni scorsi, la giunta ha approvato la proposta di modifica al regolamento per l’arredo e il decoro dell’ambiente urbano (già approvato con atti di Consiglio n.ri 93/2006 e 27/2009) che prossimamente verrà sottoposta all’esame del consiglio comunale per l’approvazione definitiva.  La nuova proposta mantiene la struttura dell’attuale regolamento, tuttavia definisce ulteriormente le tipologie e gli elementi genericamente definiti “arredo urbano” che concorrono ad articolare lo spazio pubblico e spesso si connotano come l’espressione più immediata dell’immagine della città.  La principale novità riguarda gli articoli 49 e 50 che definiscono in maniera puntuale i cosiddetti “dehors” e stabiliscono regole codificate che ne garantiscano la compatibilità con i luoghi ed il decoro pubblico, in conformità ai principi generali di riqualificazione e valorizzazione dell’ambiente urbano nella consapevolezza  della funzione positiva,  in termini di miglioramento dell’offerta di servizi ai cittadini ed ai turisti, di aggregazione sociale, di rivitalizzazione della città.
Per “dehors” – si legge nel regolamento – si intende l’insieme degli elementi mobili, smontabili o facilmente removibili, posti in modo funzionale ed armonico su area pubblica o privata gravata da servitù di uso pubblico, ovvero su area privata visibile da strade e piazze pubbliche, che costituisce, delimita ed arreda uno spazio esterno annesso ad un pubblico esercizio di somministrazione o laboratorio artigianale con somministrazione.  Più precisamente, in base alle attrezzature impiegate e all’impatto sullo spazio pubblico il “dehors” potrà essere differenziato secondo tre tipologie:
Tipo A – allestimento con arredi di base (sedie e tavolini), con o senza ombrelloni o tende a sbraccio (tipo aperto);
Tipo B – allestimento con arredi di base, ombrelloni, pedane e delimitazioni (tipo semichiuso – chiuso);
Tipo C – allestimento con arredi di base, pedane, delimitazioni e struttura di copertura (tipo chiuso).
Viene definito “dehors” semichiuso o chiuso lo spazio occupato con delimitazioni fisiche laterali, frontali e/o di copertura che determinino un ambiente circoscritto.  In relazione alla temporalità, il dehors può essere: stagionale (Tipo A) o permanente ( Tipo B e Tipo C).  Il periodo temporale per l’occupazione stagionale o permanente è stabilito dal Regolamento comunale per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche.
Nello specifico invece l’articolo 50 descrive gli elementi costituenti i dehors suddivisi in arredi di base, elementi complementari e accessori ed elementi di copertura (sedie, tavoli, vasi e fioriere, pedane, ombrelloni, elementi di perimetrazione, di illuminazione e di riscaldamento) che devono rigorosamente rispondere all’esigenza di salvaguardare i valori architettonici ed ambientali della città.  Nel regolamento sono presenti norme di tutela speciale.   In particolare è stata individuata una metodologia che contempla la predisposizione di puntuali e specifici progetti per i luoghi più significativi della città e per la regolamentazione dei manufatti e degli arredi urbani, da sottoporre alla approvazione della giunta comunale.   Ai fini della tutela dello spazio pubblico e dell’unitarietà degli interventi, il regolamento stabilisce di sviluppare, fra gli ambiti storico-monumentali, l’asse Via Maitani – Piazza Duomo – Via del Duomo, con specifiche prescrizioni di riassetto formale e di decoro urbano. Il contesto ambientale e architettonico è caratterizzato da complessi edilizi di grande importanza storica. La percorrenza di Via del Duomo e di Via Maitani porta alla visuale del monumento storico, immagine della città.
Attraverso il regolamento si intende rimettere in valore le valenze architettoniche e le visuali con nuovi criteri di intervento per l’arredo commerciale al fine di dare valenza secondaria a quest’ultimo, rispetto ai valori architettonici propri del luogo tutelato.   Ogni nuovo intervento sulla fascia commerciale ricadente nei suddetti ambiti storico-monumentali è soggetto all’approvazione preventiva di uno specifico progetto e, relativamente a Piazza Duomo, al preliminare Nulla-Osta della Soprintendenza dell’Umbria.



Dal 6 al 10 aprile ad Orvieto screening con test sierologico di massa in 4 punti fissi e uno mobile per 3500 cittadini

Si terrà da martedì 6 a sabato 10 aprile la campagna di screening anti Covid attraverso i test sierologici rapidi messi a disposizione del Comune di Orvieto dal Centro operativo regionale della Regione Umbria.  La campagna, su base volontaria, interesserà complessivamente circa 3.500 cittadini.   Potranno sottoporsi al test sierologico rapido i soggetti maggiormente esposti al pubblico ovvero proprietari e dipendenti di attività commerciali, bar, ristoranti e strutture ricettive.   A questi si aggiungeranno anche i dipendenti del Comune di Orvieto.  Quattro i test-point che saranno allestiti in città dalla Protezione civile del Comune di Orvieto e individuati in base alla possibilità di garantire un ingresso e un’uscita separati, ampie postazioni per i prelievi, le analisi e l’attesa dei risultati.
Ad Orvieto centro il punto screening sarà allestito nella Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo, a Orvieto scalo negli uffici della polizia locale di via Monte Nibbio (ex scuola elementare), a Ciconia nella Sala Corsica del Centro sociale di via degli Aceri, a Sferracavallo nel Centro sociale adiacente agli impianti sportivi.   Un quinto test point mobile, composto da un veicolo attrezzato, sarà a disposizione per postazioni puntuali nelle frazioni.
Al test point Rupe potranno recarsi tutti i titolari e dipendenti degli esercizi pubblici del centro storico, al test point Scalo quelli di Orvieto scalo, a Ciconia quelli di Ciconia e località La Svolta, al test point Sferracavallo quelli di Sferracavallo, Segheria/Tamburino e Fontanelle di Bardano.
Complessivamente sono 630 le attività e gli esercizi pubblici che ricadono nel centro storico, 235 nella zona di Orvieto scalo, 187 nella zona di Sferracavallo, 166 nella zona di Ciconia e 65 nelle frazioni.
La campagna di screening non dovrà interessare coloro che hanno già contratto il Covid-19 o siano stati sottoposti a vaccino.
In ogni test point sarà presente un’équipe formata da: un medico, un infermiere e dai volontari della Protezione civile di Orvieto, della Croce Verde Anpas e della Misericordia che supporteranno le attività di svolgimento dei test. Complessivamente sono 5 i medici e 9 gli infermieri che hanno dato la disponibilità a seguire la campagna di screening.
Le operazioni si svolgeranno la mattina dalle 9 alle 13 e il pomeriggio dalle 15 alle 18.30 secondo il seguente calendario:
Test point Rupe: martedì 6 (15-18.30), mercoledì 7, giovedì 8, venerdì 9, sabato 10 (9-13)
Test point Scalo: mercoledì 7, giovedì 8, venerdì 9 (15-18.30)
Test point Ciconia: martedì 6, mercoledì 7, giovedì 8, venerdì 9 (9-13)
Test point Sferracavallo: mercoledì 7, venerdì 9, sabato 10 (15-18.30)
Test point Mobile: martedì 6 (9-13) a Sugano, Torre San Severo, Buonrespiro, Buonviaggio, mercoledì 7 (9-13) a Morrano, giovedì 8 (9-13) a Colonnetta di Prodo.
Gli interessati dovranno presentarsi al test point di riferimento muniti di mascherina, tessera sanitaria e con il modello di autodichiarazione già compilato e scaricabile (informativa e liberatoria).
Per informazioni sarà possibile rivolgersi alla Protezione civile di Orvieto al numero di telefono 0763-306410.
“Il test sierologico rapido qualitativo – spiega il responsabile della Protezione civile di Orvieto e coordinatore della Funzione associata ‘Sud Ovest Orvietano’, Luca Gnagnarini – analizza il sangue capillare prelevato dal polpastrello tramite un pungidito e consente di scoprire se il paziente è entrato in contatto con il virus e quindi il suo sistema immunitario ha prodotto anticorpi di risposta. Se il soggetto risulta negativo non si può escludere la possibilità di un infezione in atto in fase precoce. Se il soggetto risulta positivo dovrà avvisare il medico di medicina generale e mettersi in isolamento domiciliare volontario in attesa del tampone orofaringeo che sarà disposto dal Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Usl Umbria 2”.
“Come annunciato nei giorni scorsi – commenta il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – subito dopo Pasqua partirà questa importante campagna di screening nella quale abbiamo voluto coinvolgere le categorie di lavoratori che sono a contatto con il pubblico e quindi possono essere maggiormente esposte al contagio o allo stesso tempo veicolo di trasmissione del virus. Questi test, pur non avendo un’utilità diagnostica compiuta, saranno utili per intercettare eventuali casi sospetti e situazioni di potenziale pericolo ma soprattutto potranno servire a mappare l’effettiva diffusione dell’epidemia nella popolazione anche a distanza di tempo. Il nostro auspicio è che siano in tanti a sottoporsi a questo test che è già gratuito per la popolazione scolastica a cui rinnovo l’invito a usufruirne in vista di un rientro in sicurezza nelle scuole. Ringrazio sin da ora i medici e gli infermieri che hanno dato la loro disponibilità a seguire questa campagna di test”.



Progetto esecutivo del Palazzo del Vino approvato dalla giunta è nella graduatoria del GAL

Una sinuosa copertura esterna sulla terrazza del complesso di San Giovanni per ospitare eventi all’aperto e un sistema di areazione dei locali dell’enoteca per adeguarli alle nuove esigenze legate all’emergenza sanitaria. Sono questi i nuovi elementi introdotti dal progetto esecutivo per la realizzazione presso il complesso di San Giovanni del “Palazzo del Vino e dei Prodotti della Terra – Centro delle culture agroalimentari ed enogastronomiche” approvato dalla giunta comunale.
Il progetto esecutivo è stato redatto dall’architetto Andrea Brenci e l’intervento, inserito nella Strategia delle Aree interne Sud Ovest Orvietano di cui il Comune di Orvieto è capofila, è incluso nella graduatoria del Gal Trasimeno-Orvietano nell’ambito del P.S.R. per l’Umbria 2014/2020 Piano di azione locale Gal, bando attuativo misura 19 – Sostegno allo sviluppo locale “Leader” – Sottomisura 19.2 – Azione 6 “Riqualificazione dei paesaggi rurali per la valorizzazione e la tutela attiva del patrimonio territoriale nelle aree rurali”.  L’intervento, per l’importo complessivo di oltre 671 mila euro, consentirà di realizzare un punto di accesso conoscitivo interdisciplinare alle risorse agroalimentari e enogastronomiche del territorio ad uso dei turisti, dei residenti e degli operatori, aumentare la visibilità e la competitività dei prodotti agroalimentari delle aziende del territorio attraverso l’ampliamento dei contenuti culturali e di servizio e l’allestimento di un emporio dedicato ai prodotti della terra e a quelli dell’artigianato, realizzare il Museo del vino multimediale MuViM, promuovere una più robusta cultura dell’alimentazione e del cibo attraverso corsi di formazione, percorsi di educazione alimentare, mappe delle comunità del cibo, realizzare un centro di documentazione territoriale (bibliomediateca della terra) per raccogliere e comunicare le memorie della cultura materiale gastronomica e agricola del territorio attraverso un complesso archivio multimediale, realizzare servizi qualificati per l’enoturismo in collaborazione con la Strada dei Vini Etrusco-Romana e le imprese del settore turistico, diffondere pratiche, culture e saperi sul tema delle filiere agroalimentari, della biodiversità, del recupero di antiche cultivar e del paniere dell’Orvietano, anche con la realizzazione di una “Cattedra ambulante di agricoltura”.
“Grazie alla proficua collaborazione con il Gal Trasimeno-Orvietano e alla interlocuzione con la Provincia di Terni per la ridefinizione della convenzione sull’utilizzo della struttura – afferma l’assessore ai Lavori pubblici e allo Sviluppo economico, Piergiorgio Pizzo – il progetto per la rifunzionalizzazione del complesso di San Giovanni entra finalmente nella fase operativa.   Rispetto alla progettazione definitiva abbiamo introdotto i necessari adeguamenti alle esigenze legate all’emergenza Covid-19, con dispositivi di areazione per i locali dell’enoteca, e aggiunto una copertura esterna per migliorare la fruizione degli spazi all’aperto. Si tratta di una struttura leggera dall’andamento sinuoso, come se fosse mossa dal vento, che sarà realizzata con acciaio corten e lamiera. Una superficie di circa 70 metri quadrati coperta con elementi di grande trasparenza, una doppia superficie in lamiera stirata e vetro, sorretta da colonne verticali realizzate con doppio elemento laminare per permettere allo sguardo di attraversare la struttura in orizzontale e verticale”.
“Il progetto – aggiunge – è ora stato inviato al Gal Trasimeno-Orvietano per l’ammissione definitiva al finanziamento dell’intervento. Una volta ammesso potranno essere bandite le gare per l’affidamento dei lavori che potrebbero partire già in autunno. Nel frattempo è nostra intenzione avviare una manifestazione di interesse per raccogliere contenuti e progetti per la gestione tra i quali scegliere quello migliore da mettere a gara. La riqualificazione del complesso di San Giovanni ci consentirà di avere un luogo espositivo e di formazione, una vetrina delle eccellenze agroalimentari del territorio che si potrà integrare con il progetto di costituzione del Distretto del cibo e fungere da leva anche per la promozione della città”.



L’amministrazione comunale rinvia al 30 giugno il Canone Unico Patrimoniale e Mercatale

L’amministrazione comunale ha stabilito di differire al 30 giugno, da quella stabilita originariamente il 30 marzo, il termine di pagamento del nuovo Canone Unico Patrimoniale e del Canone Mercatale entrato in vigore dal 1° gennaio 2021 e recentemente approvati dal consiglio comunale nella sessione di approvazione del bilancio di previsione triennale 2021/2023 unitamente ai relativi regolamenti.   Il nuovo Canone Unico Patrimoniale sostituisce, come è noto, la Tassa occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP), l’imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni (ICP DPA). 
“Il rinvio deciso anche alla luce dei recenti provvedimenti governativi – spiega l’Assessore al Bilancio e Tributi, Piergiorgio Pizzo – consentirà agli uffici di poter valutare un software di gestione per il nuovo canone patrimoniale, dove far confluire tutte le vecchie posizioni tributarie ed inserire il nuovo piano tariffario. Pertanto, prima di emettere gli avvisi di pagamento, sarà necessario un controllo puntuale di tutte le posizioni, evitando potenziali disagi ai contribuenti”.



Dantedì, tutti gli eventi e la scoperta dell’unico quadro al mondo con il Sommo poeta barbuto di proprietà del Comune

Alla vigilia del “Dantedì”, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, nel 700mo anniversario della morte del sommo poeta il sindaco di Orvieto ha presentato gli eventi in programma in città insieme al presidente della Fondazione “Claudio Faina, Daniele Di Loreto, del presidente dell’Opera del Duomo, Andrea Taddei e al presidente della Fondazione Centro Studi Città di Orvieto, Liliana Grasso.  Proprio in occasione della conferenza stampa di presentazione è stata presentata la vera particolarità per le celebrazioni dantesche e cioè, un’inedita e unica rappresentazione di Dante con la barba.  Il quadro è attualmente nello studio del sindaco e sarà al centro dell’esposizione “Il vero volto di Dante Alighieri – Sulle tracce del sommo poeta a Orvieto” che si terrà a settembre negli spazi espositivi della Fondazione “Claudio Faina” in piazza Duomo.
Il “Dante barbuto” è un dipinto che raffigura il Sommo Poeta in una maniera completamente diversa dall’iconografia ufficiale.  Secondo le prime ricerche effettuate il quadro sarebbe databile tra il ‘500 e il ‘600. L’autore è ignoto ma è ipotizzabile si sia ispirato dal pittore fiorentino Cristofano di Papi dell’Altissimo. La raffigurazione sembra prendere spunto dalla dettagliata descrizione che Giovanni Boccaccio fa del volto di Dante Alighieri nel «Trattatello in laude di Dante» scritto tra il 1351 e il 1355. Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso”, scrive Boccaccio.
Sono rarissimi i casi nel mondo in cui Dante viene raffigurato con la barba: una miniatura su un codice che si trova nella Biblioteca Nazionale Marciana a Venezia, una cartolina riproducente un quadro andato perduto e altri due dipinti: il quadro di Il’ja Efimovic Repin che si trova in Russia, a Kostroma, una città a nord-est di Mosca, esposto al Kostroma State Historical-Architectural and Art Museum, e il quadro di Agnolo Bronzino che si trova a Firenze e appartiene a una collezione privata.
“Malgrado le difficoltà legate all’emergenza sanitaria – ha spiegato il sindaco di Orvieto e assessore alla cultura, Roberta Tardani – l’amministrazione comunale e le istituzioni culturali cittadine non hanno mai smesso di pianificare un calendario di attività degno di questa città in attesa di una quanto più celere e auspicabile ripartenza. In questo senso l’appuntamento con il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, che sta mobilitando iniziative in tutta Italia, rappresenta anche per Orvieto una preziosa opportunità da cogliere. Le tracce di Dante nella nostra città sono diverse e significative. Nel ciclo della Cappella di San Brizio in Duomo, Luca Signorelli ha raffigurato il ritratto di Dante ma anche scene tratte dai primi undici canti del Purgatorio, il tema del Purgatorio dantesco trova l’accezione più elevata nel pozzo di San Patrizio che per un breve periodo venne chiamato ‘purgatorio di San Patrizio’, senza dimenticare che le nobili famiglie orvietane dei Monaldeschi e dei Filippeschi e la loro rivalità per la supremazia cittadina vengono citate nella Divina Commedia nel VI Canto del Purgatorio”.
“In questo contesto – ha aggiunto – il quadro di Dante con la barba rappresenta assolutamente un inedito. Il dipinto si trova nella stanza del sindaco di Orvieto da tempo immemorabile ma non ha mai destato curiosità particolare. Ci siamo accorti di questa originalità nel momento in cui abbiamo pensato di organizzare qualcosa per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. L’esposizione si terrà nelle sale del Museo Faina presumibilmente a partire dal 14 settembre, data della morte del poeta, e sarà gratuita per i residenti di Orvieto ma stiamo anche pensando ad accordi di reciprocità con gli altri Comuni del comprensorio per favorire l’acceso gratuito dei nostri cittadini ai loro musei e viceversa.  L’iniziativa del quadro sarà certamente centrale ma non l’unica. Da domani e nel corso dell’anno ci saranno anche altre manifestazioni collaterali che coinvolgeranno il Centro Studi Città, la scuola comunale di musica e gli istituti scolastici superiori della città. Vogliamo lanciare un messaggio, quello di ripartire con la cultura, con i beni culturali, che consideriamo il bene più prezioso di cui la nostra realtà dispone”. 
“Siamo di fronte ad un quadro misterioso – ha detto il presidente della Fondazione Claudio Faina, Daniele Di Loreto – perché se Dante è descritto da Boccaccio con una barba folta nessuno, tranne l’autore di questo dipinto, lo ha ritratto con la barba? Il primo mistero è che non sappiamo chi sia l’autore. Secondo, non sappiamo la data di realizzazione. A giudizio di alcuni storici dell’arte che abbiamo interpellato dovrebbe essere riconducibile verso la fine del ‘500, potrebbe essere un allievo di Cristofano dell’Altissimo, il pittore che ha realizzato, copiato almeno 280 ritratti della collezione di Paolo Giovio nota come ‘serie gioviana’, la maggior parte di essi esposti nella Galleria degli Uffici di Firenze. Terzo mistero, ci sono due lettere sul retro della cornice, PC che presumibilmente dovrebbero essere del committente, il primo proprietario del quadro, ma non lo abbiamo identificato. Quarto, non sappiamo come sia arrivato ad essere inventariato tra i beni del Comune di Orvieto, certamente una donazione, con buona probabilità si tratta di Filippo Antonio Gualterio, un orvietano famoso vissuto nell’800, politico e storico, senatore del Regno d’Italia, Ministro dell’Interno della Real Casa. A giudizio di un altro storico dell’arte che abbiamo interpellato la barba potrebbe essere posticcia, dipinta successivamente al quadro originale e anche questo sarebbe un altro mistero.   L’obiettivo di questa iniziativa – ha concluso – è suscitare curiosità e interesse su questo singolare e originale dipinto su cui nelle prossime settimane continueremo le indagini e gli approfondimenti tecnici per dare risposta a tutti i nostri interrogativi”.
“L’iniziativa programmata dalla Fondazione Centro studi ‘Città di Orvieto’ grazie alla vivacità e creatività culturale di Guido Barlozzetti, che ringrazio – ha affermato la presidente, Liliana Grasso – ha l’obiettivo di intrecciare l’opera di Dante Alighieri – un personaggio che è riuscito a tenere insieme il suo tempo storico così complesso con un mondo oltre – entrando nella sua biografia segnata da un lungo esilio e raccontandola con le testimonianze di Orvieto. Dalla Cappella Nova nasce e si sviluppa quindi una iniziativa costruita su più momenti. Un evento che ci auguriamo possa essere in presenza con la partecipazione del pubblico, altrimenti sarà proposto in diretta streaming. Saranno comunque dedicati a questa iniziativa culturale vari audiovisivi”.
“Sono molto contento di questa opportunità che ci viene data in occasione della celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri – ha detto Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto – una opportunità che ha dato luogo ad un lavoro coordinato tra varie istituzioni ed enti culturali che operano a vario titolo nella Città di Orvieto”. “L’Opera del Duomo – ha proseguito – di fatto ha già una mostra permanente di Dante all’interno della Cappella di San Brizio. Non abbiamo ancora stabilito le date precise ma anche noi contiamo di ripartire e presentare tra settembre/ottobre 2021, possibilmente in presenza, due o forse tre eventi programmati. L’intento è di ripartire con la promozione culturale e turistica collegando l’iconografia presente nella Cappella di San Brizio e le prime stampe della Divina Commedia. Proprio in Umbria, infatti, venne stampata nel 1472 la prima edizione della Divina Commedia per poi arrivare al 1481 alle edizioni fiorentine. I lavori del Signorelli in Duomo sono datati tra il 1499 e il 1503 quindi potremo offrire ai visitatori una lettura organica che possa dare visibilità alla parte iconografica delle straordinarie immagini della cappella Nova del duomo di Orvieto con gli scritti della Divina Commedia. Il quadro di Dante Alighieri con la barba che si trova nell’ufficio del Sindaco di Orvieto, costituisce sicuramente una unicità che apre una lettura diversa e nuova rispetto a quella che già abbiamo di Dante Alighieri”.
In attesa della mostra, il 25 marzo si terranno alcune iniziative virtuali per celebrare il Dantedì. “Sulle tracce di Dante Alighieri a Orvieto” è il titolo del video realizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Orvieto in collaborazione con la Scuola Comunale “Adriano Casasole” e la Nuova Biblioteca pubblica “Luigi Fumi”.
“Dal Pozzo di San Patrizio e dalla Cappella di San Brizio in Duomo”, Alessio Tempesta e l’attrice orvietana Giulia Schiavo leggeranno il VI Canto del Purgatorio mentre il conduttore televisivo e scrittore Guido Barlozzetti parlerà del rapporto tra l’arte e la Divina Commedia riassunto nei dipinti di Luca Signorelli.
Il video, che sarà pubblicato sui canali social e You Tube, rappresenterà una sorta di teaser dell’evento “Dante, il Poeta del Finimondo” che organizzerà il Centro studi “Città di Orvieto” a settembre.
Sempre on line si terrà l’iniziativa “Dante, uomo in viaggio” promossa dall’Unitre di Orvieto con gli interventi di Franco Raimondo Barbabella, Donato Catamo, Raffaele Davanzo, Roberta Menichetti, Fioralba Salani e la partecipazione degli studenti del liceo classico “F.A. Gualterio”.
Sempre a settembre è in programma anche la produzione musicale-culturale a cura della Scuola comunale di musica che unirà due celebrazioni importanti quella dei 100 anni dalla morte di Mancinelli e quella dai 700 di Dante.
Il legame sarà l’opera lirica Paolo e Francesca scritta dallo stesso Mancinelli per i versi di Arturo Colautti e riferita al V Canto dell’inferno della Divina Commedia.



Strisce blu di superficie gratuite dalle 16 alle 22 fino al 5 aprile

La Giunta Comunale ha prorogato fino al 5 aprile 2021 la sosta gratuita dalle ore 16:00 alle 22:00 in tutti i parcheggi di superficie del Centro Storico disciplinati a “strisce blu”.
Come per i precedenti, analoghi provvedimenti, a fronte dell’andamento della situazione epidemiologica e delle disposizioni nazionali in materia di divieto di spostamento in entrata e uscita tra i territori di diverse regioni, l’Amministrazione Comunale intende ridurre quanto più possibile la penalizzazione che, da lungo tempo ormai, stanno subendo le attività economiche e commerciali del centro storico oltremodo danneggiate dal forte calo dei flussi turistici, attuando misure finalizzate ad agevolare la mobilità e l’accesso alle attività economiche soprattutto da parte dei cittadini residenti nel territorio comunale.
Alla scadenza del provvedimento torneranno in vigore le tariffe già stabilite per l’utilizzo dei parcheggi a strisce blu.



I consiglieri di minoranza, “così non si fronteggia la pandemia. Reagire con una generale mobilitazione sociale”

Se la mancanza di coerenza è una delle ragioni della crisi che viviamo, ad Orvieto sembra concentrarsi per responsabilità plurime una lucida incoerenza di governo: da una parte il sindaco chiude le scuole perché è stata superata la “soglia 250” come stabilito a livello nazionale, con un automatismo francamente discutibile; ma dall’altra in contemporanea tutte le autorità lasciano che si svolga sul nostro territorio una manifestazione ciclistica con 800 iscritti e di sicuro molte centinaia di effettivi partecipanti.

Sulla chiusura delle scuole il sindaco può invocare l’obbligo di rispettare la normativa nazionale, e sulla manifestazione ciclistica il fatto che questa rientra tra quelle autorizzate a livello centrale. Sta bene che sia così, sta bene che saranno tutti tamponati, sta bene tutto questo, ma l’andamento dell’infezione nel territorio avrebbe dovuto consigliare una decisa richiesta alle autorità della regione e dello stato di fermare tutto in base al principio di prudenza perché comunque in questi casi la possibilità di assembramento c’è e dunque anche di conseguenze successive.

Se il sindaco l’ha fatto gliene daremo atto, ma allora lo deve dire, perché in ogni caso la responsabilità di aver fatto svolgere una manifestazione di questa portata in un momento di pericolo di zona rossa qualcuno se la deve prendere. Non ci possono essere solo automatismi con cui eventualmente giustificare eventi che fanno a pugni tra loro. Naturalmente ci auguriamo che in ogni caso siano state prese tutte le misure prudenziali di gestione e che siano stati effettuati tutti i controlli del caso. Restano i fatti: il sindaco chiude le scuole per le ragioni dette; il presidente di regione chiude le attività commerciali il sabato pomeriggio e la domenica; le autorità permettono però che si svolga una manifestazione nazionale. No, così non va!

L’infezione sta crescendo, mentre il processo di somministrazione dei vaccini sta ristagnando, e non solo per i ritardi nella fornitura ma per l’inadeguatezza dell’organizzazione. Su questo punto dobbiamo domandarci che cosa succederà con lo spostamento del punto di somministrazione a Fontanelle di Bardano. Lì pare che debbano confluire anche i cittadini dei comuni del circondario. I sindaci dell’Alto orvietano chiedono di istituire un altro punto di somministrazione a Fabro. Perché non appoggiare decisamente questa richiesta, che da una parte rende meno problematica la gestione del punto di Fontanelle di Bardano e dall’altra facilita la vita dei cittadini di quella parte del nostro territorio?

Ci permettiamo di chiedere al sindaco anche se non sarebbe stato il caso di muoversi un po’ prima, ad esempio con la richiesta e l’organizzazione di uno screening di massa non appena si è manifestato il nuovo processo di diffusione dell’infezione tale da preoccupare. Se non si interviene sui veri fronti della diffusione si rischia di andare rapidamente in zona rossa, con tutte le conseguenze. E allora come giustificare il fatto che da una parte si invocano le riaperture di ristoranti e bar a pranzo e a cena e poi però nell’esercizio reale del potere non si sa bene a chi spetti e come realmente debba operare per una effettiva prevenzione?

Ripetiamo, noi pensiamo che bisogna cambiare approccio, bisogna reagire decisamente: più prevenzione organizzata per evitare di dover correre dietro al virus e alle irresponsabilità che ne stanno alla base. Allora insistiamo sulla necessità di intervenire su due fronti: da una parte sull’organizzazione di uno screening di massa, come si fa in questi casi in altri comuni; dall’altra su un’attività di sensibilizzazione, assistenza e controllo capillare per evitare a monte i comportamenti che favoriscono la circolazione del virus in particolare tra i giovani e i giovanissimi. Pensiamo che da questo versante la questione non riguardi più solo le forze dell’ordine in funzione di deterrenza e di repressione, ma tutte le organizzazioni della società civile e in particolare del volontariato.

Chiamiamo tutti ad adoperarsi perché i comportamenti responsabili diventino rapidamente esercizio quotidiano. E puntiamo non solo ad evitare che questa nostra zona venga proclamata zona rossa, ma a fare in modo che presto torni ad essere almeno zona gialla. Questo è il vero modo di aiutare i nostri concittadini sia sul piano della garanzia di istruzione che su quello economico del commercio e degli esercizi pubblici di bar e ristorazione, oltre che di condizioni di vita più attinenti al concetto di vita quasi normale.

 

I consiglieri comunali

Franco Raimondo Barbabella, Cristina Croce, Giuseppe Germani, Federico Giovannini, Martina Mescolini




Il sindaco firma l’ordinanza, chiuse tutte le scuole, asili e nidi fino al 21 marzo. Incidenza di 261 contagiati su 100 mila abitanti

Al fine di fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ha emesso l’ordinanza di sospensione di tutte le attività didattiche in presenza per tutte le scuole, statali o paritarie, di ogni ordine e grado nonché all’interno degli asili d’infanzia, nidi inclusi, pubblici e privati nel territorio del Comune di Orvieto da lunedì 8 al 21 marzo 2021.
Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali (secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’Istruzione n. 89 del 7 agosto 2020 e dall’ordinanza del Ministro dell’Istruzione 134 del 9 ottobre 2020), garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.
Il provvedimento (ordinanza sindaco) si basa sul rapporto emesso il 6 marzo dal Servizio di Igiene Sanità Pubblica della ASL Umbria 2, nel quale si evidenzia che i dati relativi alla sorveglianza epidemiologica COVID-19 mostrano nelle ultime due settimane un rilevante aumento dei contagi nel Comune di Orvieto. “In particolare – spiega la nota della Asl – si sono osservati molti casi COVID (in gran parte asintomatici) nella popolazione scolastica, che ha costretto a porre in isolamento numerose classi di ogni ordine e grado, dal Nido alle Superiori. E’ pertanto evidente l’effetto di diffusione del contagio costituito dalla frequenza scolastica con successivi cluster familiari”.  Nella stessa nota viene comunicata l’incidenza settimanale (dati parziali) nel Comune di Orvieto dal 1 marzo al 5 marzo (settimana 1 –7 marzo) che risulta pari a 261 contagi per 100.000 abitanti, quindi già superiore al limite stabilito dall’ultimo DPCM del 2 marzo, di 250 contagi per 100.000 abitanti.   Sulla base di tali dati, di concerto con la ASL viene adottato il provvedimento di chiusura di tutte le Scuole e Nidi d’Infanzia presenti nel territorio comunale per un periodo di 14 giorni, in stretto adeguamento al DPCM del 2 marzo 2021 e all’ordinanza del Presidente della Giunta regionale del 5 marzo recante “Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID’, che dà atto della permanenza della nostra Regione nella cosiddetta ‘zona arancione’”.
“I dati sull’incidenza settimanale dei contagi nel nostro comune che ci sono stati comunicati dalla Asl Umbria 2 – commenta il Sindaco, Roberta Tardani – ci impongono misure più stringenti di contenimento del virus come stabilito dall’ultimo Dpcm del 2 marzo.  Abbiamo chiesto e ottenuto di anticipare i tempi di valutazione dei dati, solitamente analizzati il lunedì, per consentire alle scuole e alle famiglie di organizzarsi seppur con un giorno di anticipo.
Chiudere le scuole è un provvedimento doloroso, che so che comporta disagi come ritengo che la didattica in presenza rappresenti sicuramente un valore aggiunto per l’apprendimento e la socialità rispetto alla Dad. Ma questo, considerate le indicazioni del Dpcm entrato in vigore ieri e l’ordinanza della Regione Umbria, è al momento l’unico strumento e obbligo che abbiamo per contenere la diffusione del virus”.
“Proprio per i comprensibili disagi che comporterà – prosegue – mi appello al senso di responsabilità di tutti affinché la chiusura delle scuole non venga vanificata da comportamenti non responsabili, soprattutto da parte dei più giovani, come ci sono stati segnalati in questi giorni. I controlli saranno intensificati ma non possiamo essere h24 in tutte le zone della città e non possiamo certo entrare nelle case della gente. Allo stesso tempo questa ordinanza ha l’obiettivo di non compromettere il corretto svolgimento della campagna vaccinale in corso. Confidiamo quindi nella collaborazione che ha sempre contraddistinto la nostra comunità in questo lungo anno di condivisione e adattamento all’emergenza sanitaria”.



Il nuovo comandante dei Carabinieri di Terni, colonnello Davide Milano, incontra il sindaco che presenta il sistema di videosorveglianza

Il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, ha ricevuto in comune il nuovo comandante provinciale dei Carabinieri di Terni, colonnello Davide Milano, accompagnato dal comandante della compagnia di Orvieto, tenente Luciano Lappa.  L’incontro è stato l’occasione per consolidare i rapporti e ribadire l’importanza della collaborazione tra le forze dell’ordine e l’ente che ha assunto un significato concreto soprattutto in questo difficile periodo contraddistinto dall’emergenza sanitaria dove gli sforzi congiunti si sono concentrati nell’assistenza alla popolazione e nella vigilanza sul rispetto delle disposizioni per contenere i contagi da Covid-19.
“Con il colonnello Milano ci siamo trovati concordi nel ritenere Orvieto una città ancora sicura rispetto a realtà più grandi e complesse  – ha spiegato il sindaco, Roberta Tardani – ma occorre mantenere comunque alta l’attenzione su una serie di fenomeni, come l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti da parte dei minori, che sono legati anche al decoro e alla vivibilità della nostra città.  Al comandante ho parlato del progetto di videosorveglianza messo a punto dalla nostra polizia locale che sarà operativo da quest’anno e che attraverso l’installazione di 7 telecamere ci consentirà di vigilare su un’ampia area del centro storico che va da piazza della Repubblica a piazza Duomo passando per corso Cavour e piazza del Popolo, soddisfacendo l’esigenza dei cittadini di una salvaguardia efficace dei beni pubblici e privati. Sicuramente il sistema sarà anche un valido supporto al servizio della forze dell’ordine per le attività di prevenzione e contrasto dell’illegalità”.