Cristina Croce, “Sportello di Prossimità: l’ennesima reazione scomposta della sindaca!”

Ancora una volta una reazione stizzosa, scomposta e priva di risposte quella della Sindaca alla mia ultima  interrogazione urgente, tipica di chi non ha argomenti e men che meno strumenti per nascondere le ormai evidenti assolute incapacità di governare anche i processi più elementari, come quelli che sarebbero richiesti per organizzare lo Sportello di Prossimità con il supporto dichiarato del Tribunale di Terni e, perché no,  anche dell’ Associazione degli Avvocati di Orvieto che sicuramente sarebbe disponibile a collaborare per la buona riuscita di un progetto che molti comuni virtuosi da tempo stanno già portando avanti con efficacia e soddisfazione da parte dei cittadini.

Non entro nel merito delle argomentazioni sostenute dalla Sindaca per giustificare l’ingiustificabile diniego anche solo a ragionare della possibilità di dare vita ad uno Sportello di Prossimità, visto che le stesse ripetono ancora lo stesso mantra della pandemia, mentre è del tutto strumentale l’aver voluto attribuire ad un tale servizio il ruolo di distaccamento del Tribunale cosa che solo una persona completamente avulsa dal settore avrebbe mai potuto ipotizzare, non certo la sottoscritta.

Colgo invece con soddisfazione nell’ultimo passaggio della maldestra arringa -che mal si addice al ruolo di una Sindaca, che dovrebbe invece fare tesoro delle interrogazioni dei consiglieri, uno spiraglio di luce che consiste nella dichiarata “disponibilità a trattare” (!!!) con l’Ordine degli Avvocati e le Associazioni Forensi, o meglio nella malcelata presa di coscienza di essere stata colta sul vivo della propria inadeguatezza ormai palesatasi anche ai cittadini più distratti.




Roberta Tardani, “lo sportello di prossimità scarica ogni responsabilità sui Comuni e non è un distaccamento del Tribunale”

In merito alle notizie di stampa relative alla sollecitazione della consigliera Cristina Croce sull’attuazione dello Sportello di Prossimità presso il Comune di Orvieto, il sindaco, Roberta Tardani replica: “sulla questione degli Uffici di Prossimità la consigliera Croce interviene con l’unico obiettivo di creare, ancora una volta, disorientamento tra i cittadini con informazioni equivoche e parziali. Crediamo sia poco informata viste le tante inesattezze che dichiara. Una su tutte: il tribunale di Terni non ‘offre’ alcuna opportunità, come lei impropriamente scrive, perché gli Uffici di prossimità dovrebbero essere sostenuti totalmente dai Comuni che dovrebbero mettere a disposizione personale proprio oltre che una sede adeguata.  Il ‘PON Governance e Capacità istituzionale’, proposto dal Ministero della Giustizia con la cooperazione delle Regioni, finanzia infatti solo la formazione degli operatori dei Comuni addetti agli Uffici di prossimità, la promozione e il coordinamento dell’azione informativa e l’allestimento base delle postazioni comunali.  Oggi il Comune di Orvieto, che da tre anni a questa parte e nel bel mezzo della pandemia è stato ed è impegnato a risolvere le annose carenze di organico, non può garantire il servizio che viene richiesto perché non può permettersi di sottrarre personale agli uffici che si stanno adoperando a cogliere tutte le opportunità legate alla ripartenza anche attraverso la gestione dei fondi Pnrr. E’ per questo che, come la stragrande maggioranza dei Comuni dell’Umbria, non abbiamo potuto aderire alla richiesta. Lo abbiamo comunicato subito a chi di dovere e lo abbiamo ulteriormente specificato nell’incontro cordiale che abbiamo avuto nel pomeriggio di oggi (7 giugno ndr) con la direzione del Tribunale di Terni”.“Nel corso del confronto – sottolinea – abbiamo ribadito la disponibilità dell’Amministrazione Comunale a individuare degli spazi dove eventualmente collocare l’Ufficio di prossimità a patto che il personale, almeno in questa fase di indisponibilità da parte dell’Ente, venga messo a disposizione dal Ministero della Giustizia. Tuttavia, la riflessione da farsi non è solo di carattere meramente organizzativo. Ci siamo battuti a suo tempo contro la riforma della geografia giudiziaria che nel 2013 ha portato alla soppressione del Tribunale di Orvieto, una riforma che prometteva risparmi che in realtà non si sono mai concretizzati come auspicato ma che nel corso degli anni ha invece creato disagi ai cittadini e ai professionisti, mitigati solo in parte dall’informatizzazione dei processi, peraltro accelerata solo dopo la pandemia. Occorre quindi interrogarsi se gli Uffici di prossimità, la cui funzione sarebbe principalmente di sportello informativo e limitata nell’operatività agli atti relativi alla volontaria giurisdizione, siano realmente la soluzione per risolvere i disagi dei cittadini derivanti dalla chiusura dei tribunali. Non si tratta dunque di un distaccamento del Tribunale come la consigliera Croce vuole far credere. Una cosa però è certa: non si può continuare a scaricare sugli Enti Locali gli effetti di una riforma sbagliata chiedendo ai Comuni di alleviare i disagi che ne sono derivati.  È su questo che siamo disposti a trattare e, insieme all’Ordine degli avvocati e alle associazioni forensi, confrontarci per valutare soluzioni concrete che riportino servizi sul territorio capaci anche di generare economia quotidiana come rappresentava una volta il tribunale per la città.  E su questo avremmo voluto che arrivasse un contributo dall’avvocato Croce che invece ormai ci ha abituati ad interventi completamente privi di proposte che non riescono nemmeno a nascondere la frustrazione per non aver inciso minimamente nei cinque anni in cui si è trovata alla guida della città lasciata impantanata nelle paludi dell’immobilismo”.




Cristina Croce, Siamo Orvieto, “il Comune ignora l’offerta del Tribunale di Terni per aprire uno sportello di prossimità”

La consigliera comunale Cristina Croce ha presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta riguardante lo sportello di prossimità da istituire presso il Comune di Orvieto.  Nell’interrogazione la consigliera Croce scrive, “sono venuta a conoscenza che il Tribunale di Terni ha sin dal mese di novembre dello scorso anno, richiesto alla sindaca di manifestare la disponibilità alla realizzazione presso il Comune di Orvieto dello Sportello di prossimità volto a venire incontro alle esigenze di tutti quei cittadini che necessitano occasionalmente e al di fuori della stretta attività giurisdizionali, di accedere agli uffici giudiziari per pratiche amministrative o semplice rilascio di certificati e/o attestazioni, dopo la nota soppressione del Tribunale di Orvieto”.  Lo scorso maggio sempre dal Tribunale, spiega nell’interrogazione Croce, il responsabile del progetto ha rinnovato al sindaco l’invito per organizzare un incontro per la definizione delle modalità di realizzazione dello sportello, ma “ancora una volta nulla ricevendo a riscontro, il Tribunale invitava nuovamente la sindaca a voler fornire una risposta ufficiale in merito alla disponibilità a meno, fissando un incontro da remoto per la giornata di domani (ndr il 7 giugno per chi legge).  La consigliera scrive ancora “al di la delle considerazioni di mera correttezza istituzionale che di per se avrebbero imposto una sollecita risposta da parte della sindaca, si evidenzia come lo Sportello di Prossimità potrebbe, sia pure in minima parte, sopperire ad alcune delle criticità create dalla chiusura del Tribunale di Orvieto in particolar modo per quei cittadini che vivono già in condizioni di fragilità”. Cristina Croce chiede direttamente alla sindaco se è “sua intenzione cogliere l’opportunità fornita dal Tribunale di Terni in merito alla possibilità di attuazione dello Sportello di Prossimità presso il Comune di Orvieto, fornendo, così come più volte sollecitato una risposta ufficiale e se, sempre la sindaco, ha intenzione di porre in essere le azioni necessarie per l’apertura dello Sportello presso l’Ente, recependo nell’interesse dei cittadini la disponibilità del Tribunale alla formazione del personale necessario”.




Tariffe TARI: aumenti e disattenzioni di un’amministrazione che ignora le determinazioni del Consiglio Comunale.

Il Consiglio Comunale ha approvato con il voto contrario della minoranza le tariffe della TARI che comportano un aumento sia per le famiglie che per le imprese tra l’8 e l’11 percento senza che l’amministrazione abbia voluto muovere un dito per ammortizzare e/o mitigare l’impatto dei costi sui cittadini, nonostante gli aumenti fossero prevedibili già dallo scorso anno quando era stato possibile utilizzare le risorse provenienti dai fondi Covid.

Del tutto sottaciuto, inoltre, il “vulnus” già evidenziato in seconda commissione che riguarda i costi dello smaltimento dei rifiuti Covid di cui l’amministrazione ignora sia la procedura sia i relativi oneri che inevitabilmente ricadranno sulle spalle dei cittadini ignari, già provati in questo difficile periodo storico. 

La stessa maggioranza, approvando l’atto obtorto collo, non ha potuto fare a meno di rilevare come del tutto disattesa da parte dell’amministrazione sia rimasta la risoluzione approvata un anno fa all’unanimità dei consiglieri, che impegnava il Sindaco a dare mandato all’ ufficio legale di attivare uno studio  finalizzato ad approfondire, a tutela dei cittadini, i contratti in essere con il gestore e di intraprendere un confronto fattivo con la Regione al fine di intervenire per riequilibrare e bilanciare i costi a carico dei comuni.

Ancora una volta questa amministrazione ignora le deliberazioni del consiglio comunale, dimostrando di sapere governare solo con le chiacchiere a discapito delle azioni concrete che rimangono mera aspirazione e lettera morta.

Cristina Croce-Martina Mescolini-Federico Giovannini-Franco Raimondo Barbabella-Giuseppe Germani




Alle celebrazioni del 2 giugno a Terni Massimo Bracaccia e Vittorio Cucchiarini nominati cavalieri dell’ordine al merito della Repubblica

Il gonfalone del Comune e una rappresentanza dell’amministrazione ha partecipato alle celebrazioni ufficiali del 76° anniversario della Festa della Repubblica a Terni. Durante la manifestazione ufficiale due cittadini orvietani, Massimo Bracaccia e Vittorio Cucchiarini sono stati insigniti del titolo di Cavalieri dell’Ordine “al Merito della repubblica Italiana”.

Soddisfazione della sindaco Roberta Tardani, “nel congratularci con i nostri concittadini per questo significativo riconoscimento desideriamo augurare a tutta la nostra comunità di trascorrere la ricorrenza della festa della Repubblica manifestando il sentimento di profonda gratitudine verso quanti, all’indomani della conquista della Liberazione, ispirarono la Carta Costituzionale della Repubblica ai valori di libertà, lavoro, solidarietà, uguaglianza, pari dignità e soprattutto pace”. Continua la sindaco, “da sempre il 2 giugno è una festa speciale per tutti gli italiani e credo che finalmente celebriamo con una ritrovata normalità dopo due anni difficili, dobbiamo, idealmente dedicarlo a tutti colore che con determinazione si battono per riconquistare la pace nelle proprie nazioni, in Europa e nel mondo”.




Il Pozzo di San Patrizio entra nella rete mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco

Il Pozzo di San Patrizio di Orvieto entra nella Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco. Il capolavoro di ingegneria realizzato da Antonio Da Sangallo il Giovane è stato inserito nel Global Network of Water Museums (WAMU-NET) che attualmente comprende oltre 70 musei e istituzioni di 30 diversi paesi: dall’Italia all’Olanda, passando per Spagna, Francia, Regno Unito, Germania, Croazia, Romania, Cina, Corea del Sud, India, Turchia, Marocco, Burkina Faso, Uruguay, Messico, Stati Uniti e altri ancora. La Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua ha sede a Venezia ed è una delle 18 “iniziative faro” del Programma Idrologico Intergovernativo (IHP) dell’Unesco al Mondo, nonché l’unica a essere gestita dall’Italia. La missione, nell’ambito degli obiettivi dell’Agenda 2030, è promuovere il valore dei patrimoni acquatici ereditati, sia culturali che naturali. Musei e monumenti che aderiscono sono quindi impegnati, a vario titolo, nella realizzazione di progetti educativi sul valore dell’acqua e dello sviluppo sostenibile. 

“E’ un onore per noi – spiega il direttore esecutivo della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua, Eriberto Eulisse – poter accogliere un capolavoro come il Pozzo di San Patrizio di Orvieto all’interno della Rete che punta a promuovere un uso più consapevole dell’acqua e affermare un nuovo paradigma di sviluppo che abbia a cuore l’attenzione e il rispetto verso la natura. Riqualificare, tutelare e promuovere i patrimoni dell’acqua sia naturali che culturali su scala globale è lo stimolo per riportare l’attenzione verso quei capitali di conoscenza che nei secoli hanno generato modelli lungimiranti di gestione accorta dell’acqua. Per questo nella Rete WAMU-NET giocano un ruolo di primo piano non solo i musei in senso stretto ma anche gli eco-musei e i diversi patrimoni di civiltà delle acque, in quanto naturali prolungamenti di attività espositive e didattiche che coinvolgono tutto un territorio. Prosecuzioni che includono sia parchi e riserve naturalistiche che architetture e opere monumentali costruite per la loro speciale relazione con l’acqua, come appunto il Pozzo di San Patrizio.  Tutti questi patrimoni – aggiunge – costituiscono le preziose testimonianze di come attraverso i secoli e tramite un uso accorto e lungimirante dell’elemento liquido siano stati modellati veri e propri ‘paesaggi dell’acqua’ sia in ambito urbano che rurale. Valorizzando questi patrimoni di civiltà, arte e cultura, oggi si possono affermare anche nuove visioni e nuove politiche di sviluppo, volte a stimolare attività all’aria aperta e pratiche salutari di ecoturismo centrate sulla mobilità sostenibile”. 

“L’inserimento del Pozzo di San Patrizio di Orvieto all’interno della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco – commenta il sindaco e assessore alla Cultura e al Turismo, Roberta Tardani – oltre al prestigio di far parte di un importante circuito internazionale delle Nazioni Unite, ha una doppia valenza. Innanzitutto riporta l’incredibile opera di Sangallo, visitata ogni anno da 200mila persone, alla sua dimensione storica originale e alle funzioni per le quali venne commissionato e realizzato da Papa Clemente VII. Il messaggio che è impresso sulle mura del pozzo – quello che non aveva dato la natura lo procurò l’ingegno – dopo 500 anni oggi torna più che mai attuale e non potrà che essere amplificato dalle iniziative e dalle attività della Rete Unesco dei musei dell’acqua. Dal punto di vista della promozione, inoltre, l’adesione a WAMU-NET, la partecipazione agli eventi e alle campagne di comunicazione rappresenta un altro importante tassello di valorizzazione turistica del Pozzo di San Patrizio potendo entrare in un sistema di musei e monumenti dell’acqua su scala globale che raggiungono complessivamente un bacino di oltre 30 milioni visitatori all’anno. Entrambi gli aspetti trovano concretezza nel progetto che abbiamo recentemente presentato al Ministero della Cultura che punta da una parte ad accrescere la fruibilità del Pozzo di San Patrizio attraverso la realtà virtuale e la realtà aumentata e dall’altra, in linea con gli obiettivi del Programma Idrologico Intergovernativo dell’Unesco, a promuovere il turismo sostenibile creando percorsi esperienziali a piedi e in bici alla riscoperta delle principali ma meno conosciute testimonianze del patrimonio artistico di Orvieto collegate all’acqua e al sistema di approvvigionamento idrico della città”. 




La città di Orvieto candidata a Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2025

Orvieto si candida a Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2025. La giunta comunale ha approvato l’adesione al bando del Ministero della Cultura e il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ha inoltrato formalmente la manifestazione di interesse a partecipare alla procedura di selezione per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025.

Il Ministero della Cultura raccoglierà le proposte entro il 31 maggio dopodiché i Comuni o le Unioni dei Comuni che hanno inviato la manifestazione di interesse dovranno presentare entro il 13 settembre il dossier di candidatura che comprende il progetto culturale della durata di un anno.

Entro il 15 novembre la giuria composta da sette esperti indipendenti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti e della valorizzazione territoriale e turistica, selezioneranno le 10 città finaliste che saranno successivamente chiamate a illustrare il proprio progetto in audizione pubblica. Il 17 gennaio 2023 è in programma la proclamazione della città vincitrice che riceverà un contributo di un milione di euro per la realizzazione dei progetti e delle attività previste.

“Una sfida stimolante e ambiziosa – commenta il sindaco e assessore alla cultura, Roberta Tardani un vero banco di prova per la città intera che attraverso tutte le sue articolazioni sociali e culturali sarà chiamata a dare concretamente il proprio contributo di idee al di là degli steccati, degli schieramenti e dei mandati elettorali. Le esperienze delle città che hanno ottenuto il titolo in questi anni – prosegue – ci insegnano che non esistono progetti vincenti senza il reale coinvolgimento e la condivisione di tutta la comunità con processi che nascono dal basso. I tempi per la costruzione del dossier di candidatura sono serrati ma siamo convinti che la città sarà in grado di elaborare una proposta all’altezza della sfida che ci attende. Personalmente ritengo che questo sia proprio il momento giusto per tentare questa avventura incanalando nella giusta direzione il fermento culturale di una città che ha saputo reagire con determinatezza alla pandemia. Fortunatamente non partiamo da zero perché il lavoro di analisi fatto sul fronte del marketing territoriale ci fornisce importanti indicazioni e siamo già all’opera per mettere insieme un comitato tecnico cittadino al quale affiancare un team di esperti in progettazione culturale”.

“La Città di Orvieto – continua il sindaco – ha già tentato la candidatura in altre due occasioni ma sempre al seguito di altre realtà, nel 2015 di Todi e nel 2018 di Viterbo e Chiusi. Questa volta invece intendiamo giocare la partita da protagonisti, capofila di un territorio e rappresentanti di una regione che merita tale palcoscenico”.

“Questa iniziativa – conclude – rappresenta una grande opportunità per mettere a terra una progettazione condivisa nel settore culturale che al di là dell’esito della competizione resterà patrimonio comune della città negli anni futuri. I progetti che sapremo mettere in campo avranno inoltre una ricaduta dal punto di vista delle politiche turistiche contribuendo ad affrontare nel concreto anche il tema di come migliorare la qualità dei flussi turistici togliendo alibi a chi invece preferisce alimentare sterili discussioni. Se riusciremo a fare tutto questo, se marceremo tutti verso la stessa direzione, avremmo comunque vinto e fatto il più grande investimento per lo sviluppo della nostra città”.   




Ex-Ospedale, via alla conferenza dei servizi a giugno, intanto fermi i lavori sul tetto per il caro materiali

Nel consiglio comunale del 19 maggio durante il tempo dedicato al question time il consigliere e capogruppo della Lega, Andrea Sacripanti, è tornato sul delicato e dibattuto tema di casa e ospedale di comunità che dovrebbe sorgere nell’ex-ospedale in piazza Duomo. Sacripanti ha voluto ricordare l’ampio dibattito e la divisione nella città sull’opportunità o meno di costruire proprio di fronte al Duomo ambulatori e uffici sanitari. Sempre il capogruppo della Lega ha sottolineato il forte sostegno della Lega al progetto che impegna risorse pubbliche derivanti dal PNRR e che assicurerebbe il compimento dell’opera entro il 2026. L’intervento si è concluso con una domanda relativa alla tempistica.

A rispondere il vice-sindaco Mario Angelo Mazzi che si sta occupando di tutta la parte progettuale in coordinamento con la USl Umbria 2 proprietaria dell’immobile tramite l’architetto Farina. Mazzi ha comunicato che il prossimo mese di giugno è stata convocata la conferenza dei servizi per prendere visioni delle eventuali osservazioni dei vari enti sulla location e sul progetto in essere. Nel frattempo sta andando avanti anche la progettazione della parte frontale che rimarrà nella disponibilità del Comune ma “non posso anticipare nulla finché i contatti già in atto non si concretizzano”.

La novità di giornata riguarda invece la comunicazione, sempre di Mazzi, relativa alla ristrutturazione della copertura che interessa anche la parte frontale. “I lavori già affidati sono momentaneamente bloccati per il forte aumento dei costi delle materie prime – ha spiegato Mazzi – ma con la revisione dei costi si dovrebbe sbloccare tutto”. Proprio su quest’argomento come OrvietoLife ci eravamo concentrati in uno degli articoli sull’ex-ospedale. I costi di ristrutturazione potrebbero essere piuttosto alti e i soldi previsti rischiano di non bastare rendendo un miraggio la scadenza tassativa del 2026. Anche l’altra questione dei tanti palazzi vuoti nel centro storico non giustifica l’utilizzo spot per servizi di sanità pubblica. Serve un progetto complessivo. Anzi ormai rischia di essere piuttosto tardi e il PNRR poteva essere il volano per riqualificare, ristrutturare, destinare e completare rendendoli fruibili i tanti “contenitori” vuoti o male utilizzati in città, mentre, confermiamo ancora di più le nostre perplessità sulla location prescelta mentre già da tempo avremmo dovuto avere un palazzo dedicato alla sanità, alla Caserma Pive, altro pesantissimo “ex” e con il PNRR sicuramente sarebbe stato pronto ben prima del 2026 senza stravolgimenti di alcun tipo anche per il sistema della viabilità nel centro storico.




Assegnati con il PNRR quasi 4 milioni di euro alle zone sociali di Orvieto, Terni e Narni

Ammontano a quasi 4 milioni di euro i finanziamenti assegnati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali alle zone sociali di Orvieto, Terni e Narni nell’ambito del PNRR nel contesto della Missione 5 “Inclusione e coesione”.  Nello specifico 211.500 euro per il sostegno alle capacità genitoriali (capofila Orvieto), 2 milioni 460mila euro per l’autonomia degli anziani non autosufficienti (capofila Narni), 330.000 euro per il rafforzamento dei servizi domiciliari per garantire la dimissione anticipata assistita e prevenire l’ospedalizzazione (capofila Terni), 210.00 euro per la prevenzione del burn out tra gli operatori sociali (capofila Terni), 715.00 euro per i percorsi di autonomia per persone con disabilità (capofila Terni).

“Un risultato importante – commenta l’assessore alle Politiche Sociali, Alda Coppolacentrato grazie alla capacità degli uffici di mettere in campo una progettazione complessa ma soprattutto grazie alla scelta di partecipare in partenariato con le Zone sociali di Terni e Narni che si è rivelata vincente per intercettare tutte le opportunità offerte dal PNRR. I progetti finanziati ci consentiranno di mettere in sinergia i territori e creare una rete tra azienda ospedaliera, azienda sanitaria e comuni per migliorare i servizi e le politiche di inclusione sociale rivolte ai cittadini maggiormente svantaggiati. Per questo ringrazio gli uffici dell’assessorato alle Politiche sociali che hanno saputo coordinare la progettazione dei Comuni dell’Ambito confrontandosi con le esigenze dei sindaci e delle loro comunità ma anche coordinarsi con le altre zone sociali per costruire progetti di territorio. Nei prossimi giorni è in programma una riunione a Terni fra i responsabili delle Zone Sociali coinvolte per discutere le modalità organizzative e di avvio dei singoli progetti”.

“Il Comune di Orvieto – prosegue – come capofila della Zona sociale n. 12 ha inoltre chiesto anche un finanziamento di 105.000 euro a valere sui fondi POC Inclusione FSE 2014/2020 per azioni di contrasto agli effetti del Covid e per la presentazione di progetti di Intervento Sociale da parte dei soggetti del Terzo Settore. Si tratta dell’implementazione del servizio di pronto intervento sociale, già presente sul nostro territorio, da estendere H24 per 365 giorni l’anno in caso di emergenze ed urgenze sociali per garantire risposte tempestive alle persone che versano in una situazione di particolare disagio ed emergenza di rilevanza sociale segnalando le varie situazioni ai servizi competenti per l’eventuale presa in carico”.

“I finanziamenti ottenuti per i progetti di inclusione e coesione sociale sul nostro territorio – afferma soddisfatta il sindaco, Roberta Tardanisono l’ennesima dimostrazione della capacità di questa amministrazione di saper cogliere le occasioni del PNRR e di saper costruire relazioni e progettazioni congiunte con le altre Zone sociali della provincia di Terni nell’ottica di un miglioramento complessivo dei servizi a livello territoriale e della capacità di dare risposte alle emergenze sociali derivate dalla pandemia”.

“Queste risorse – aggiunge – seguono quelle già ottenute per l’importante progetto del Centro per le politiche sociali da realizzare nell’ex scuola media di Orvieto scalo per cui si sta entrando nel dettaglio della progettazione che sarà illustrata e condivisa con la cittadinanza. Come Comune siamo inoltre impegnati in ogni ambito di intervento del PNRR, dal sociale allo sport passando per la cultura, l’edilizia scolastica, la sicurezza stradale, la viabilità, la riqualificazione dei giardini storici e il contenimento del dissesto idrogeologico, con progetti già presentati e altri in fase di definizione per spingere la città verso lo sviluppo”.




La giunta approva il bilancio 2021, “realmente risanato, ora via con manutenzioni, promozione turistica e eventi”

La giunta comunale ha approvato il bilancio consuntivo 2021. Il rendiconto della gestione finanziaria, secondo la proposta che sarà presentata al consiglio comunale, garantisce la totale copertura del disavanzo di oltre 4,7 milioni accumulato dall’Ente.  Sono andati a ridurre il passivo, nello specifico, 870 mila euro derivanti dallo svincolo degli accantonamenti al Fondo crediti dubbia esigibilità, 690 mila euro rinvenienti da maggiori entrate e/o minori spese verificatesi nel corso dell’esercizio 2021 e 970.833 euro provenienti dal trasferimento dello Stato per effetto della conversione in legge del D.L. 25 maggio n.73. Tutto questo ha portato – al 31 dicembre 2021 – ad accertare un disavanzo complessivo di 2.265.277 euro che, secondo il piano di rientro contenuto nella relazione tecnica che accompagna il rendiconto, sarà interamente coperto con il contributo istituito dal decreto “Sostegni bis” per far fronte alle esigenze di ripiano dei disavanzi dei Comuni prodotti dalla sentenza della Corte Costituzionale 80/2021.  “Con la definizione del bilancio consuntivo che porteremo alla discussione in Consiglio Comunale – afferma l’assessore al Bilancio, Piergiorgio Pizzo – possiamo dire che oggi i conti del Comune sono realmente risanati. Un obiettivo sul quale si sono concentrati gli sforzi di questa Amministrazione nell’ultimo anno e che è stato raggiunto non solo mantenendo invariata la spesa per il sociale ma anche mettendo a sistema tutte le agevolazioni e i contributi post Covid e soprattutto tornando a investire sulle manutenzioni, sulla promozione turistica, sugli eventi e sulle politiche culturali per consentire alla città di agganciare la ripartenza. Tre le componenti essenziali – prosegue – che hanno consentito di centrare questo risultato: una forte azione di recupero dei crediti e di velocizzazione degli incassile maggiori entrate e le minori spese nel corso dell’anno e i fondi messi a disposizione dal Decreto Sostegni bis, convertito nella legge 106/21, emanato dal Governo a supporto degli Enti locali in disavanzo che avevano utilizzato il Fondo anticipazioni liquidità per la copertura del passivo ai sensi dell’articolo 39 ter del DL 162/2019. Tale procedura, sulla quale la precedente Amministrazione aveva costruito l’uscita anticipata dal predissesto, era stata dichiarata infatti illegittima dalla Corte costituzionale riproponendo il problema di gestione del deficit. Oggi il disavanzo di bilancio coincide esattamente con il contributo che è stato previsto per il Comune di Orvieto fino al 2030 di cui la prima tranche già erogata consente di coprire le prime tre annualità del piano di rientro”.“

Grazie anche a un’attenta pulizia delle poste in bilancio – conclude – e un saldo positivo dei fondi rischi per 15 milioni di euro, che determina un saldo di cassa di 13 milioni di euro, all’esame del Consiglio Comunale consegniamo dunque conti realmente risanati e in sicurezza”.