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Il 30 dicembre convocato l’ultimo consiglio comunale dell’anno, l’ordine del giorno dei lavori

E’ convocata per venerdì 30 dicembre, alle 15 l’ultima seduta dell’anno del consiglio comunale di Orvieto. Sono 14 i punti all’ordine del giorno e fra questi l’interrogazione sulle problematiche del Liceo Classico F.A. Gualterio, presentata da Umberto Garbini, presidente del consiglio comunale, e le mozioni che riguardano la riapertura del Tribunale a Orvieto, ma soprattutto il progetto di valorizzazione della ex-caserma Piave presentata dal consigliere Franco Raimondo Barbabella. Di seguito l’ordine del giorno dei lavori:

Question Time, Comunicazioni

INTERROGAZIONI, INTERPELLANZE

1. Interrogazione presentata dal Consigliere Barbabella avente ad oggetto: “Reagire alle decisioni della Giunta Regionale in materia di sanità che penalizzano l’area orvietana”;

2. Interrogazione presentata dai Consiglieri Croce, Germani, Mescolini e Giovannini in merito alla Questione Rupe e dissesti idrogeologici;

3. Interrogazione presentata dal Presidente del Consiglio Comunale in merito alle problematiche di edilizia scolastica del Liceo Classico “F.A. Gualterio” presso Palazzo Clementini;

4. Interrogazione presentata dal Consigliere Tempesta in merito alla destinazione dei locali ambulatoriali dell’ex canile (Loc. Bardano) a laboratorio profilattico delle patologie sui cinghiali abbattuti e dei suini a seguito di macellazione domestiche ed altre questioni;

AFFARI GENERALI E ISTITUZIONALI – Relatore Presidente

5. Presa d’atto delle deliberazioni n.ri 66, 67, 68, 69, 70, 71 e 72 della seduta consiliare ordinaria del 30/11/2022;

BILANCIO, ENTI E PARTECIPAZIONI – Relatore Assessore Pizzo

6. Ratifica della Delibera di G.M. n. 275 del 17/11/2022 avente ad oggetto: “Variazione d’urgenza al Bilancio di Previsione 2022-2024 ai sensi dell’art. 175, comma 4, D.Lgs. 267/2000”;

7. Revisione ordinaria delle partecipazioni possedute nelle Società a partecipazione pubblica – Razionalizzazione periodica ex-art.  20 D.Lgs.  n. 175 del 19 agosto 2016,   come modificato dal D.Lgs. n. 100 del 16 giugno 2017;

8. Variazione al Bilancio di Previsione 2022-2024 ai sensi dell’art. 175 comma 3 lettera A) del D.Lgs. 267/2000 e ss.mm.;

MOZIONI, ORDINI DEL GIORNO

9. Mozione presentata dalle Consigliere Croce e Mescolini in merito alla richiesta di costituzione di un Tavolo Permanente di tutte le forze politiche sul Piano Sanitario Regionale;

10. Mozione presentata dal Gruppo Consiliare “Partito Democratico” in merito alla realizzazione del Centro Polivalente per le Politiche Sociali e della Famiglia presso il fabbricato ex scuola media di Orvieto Scalo;

11. Mozione presentata dalla Consigliera Croce in merito alle iniziative volte a sollecitare la Regione Umbria a promuovere un disegno di legge/ voto per modificare la riforma del decreto legislativo 155/2012 e riaprire i Tribunali minori tra cui quello di Orvieto;

12. Ordine del Giorno presentato dal Consigliere Giovannini in merito al distributore di acqua   pubblica di Piazza Cahen;

13. Mozione presentata dai Consiglieri Croce, Germani, Giovannini e Mescolini in merito al futuro dei progetti della Regione Umbria ad Orvieto;

14. Mozione presentata dal Consigliere Barbabella in merito ad un progetto di città dell’arte per un nuovo Rinascimento in nome di Luca Signorelli.




Orvieto fra le 15 candidate a Capitale della Cultura 2025. E ora “Forza Orvieto!”

Il Ministero della Cultura ha comunicato l’elenco ufficiale delle 15 le città che hanno presentato il dossier di candidatura per il titolo di “Capitale italiana della cultura” per l’anno 2025 e fra queste c’è anche Orvieto.  Il titolo del dossier è “Meta Meraviglia. La cultura che sconfina”.  La sindaca Roberta Tardani spiega che “è il frutto di un processo partecipativo importante che ha coinvolto tutta la città con 4 workshop, interviste con i rappresentanti delle istituzioni culturali e 400 questionari inviati direttamente dai cittadini con proposte e contributi attraverso la piattaforma on-line attivata per dare la possibilità a tutti di contribuire alla definizione dell’idea progettuale”.

Sempre Tardani sottolinea con forza che “aver convogliato in un’unica direzione il fermento culturale della città è già un primo grande risultato centrato e rappresenta un patrimonio che segnerà un percorso nuovo per Orvieto, al di là dell’esito”.  La candidatura a Capitale italiana della cultura “è nel solco di un lavoro avviato da tre anni a questa parte, la nostra proposta punta a rinforzare e allargare l’offerta culturale – spiega la sindaca – di una città che può andare oltre le meraviglie che una storia millenaria le ha lasciato in eredità.  Come suggerisce il titolo, Orvieto guarda al futuro creando un legame con il passato e il presente, non si pone confini e punta sulle innovazioni digitali e i linguaggi artistici per sostenere un maggiore coinvolgimento delle comunità e per favorire la partecipazione e il protagonismo soprattutto dei giovani”.  Adesso i progetti presentati da tutte le città verranno sottoposti alla valutazione di una commissione di sette esperti di chiara fama nella gestione dei beni culturali. La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità.  L’attuale capitale è Procida, nel 2023 sarà il turno di Bergamo e Brescia mentre nel 2024 il titolo sarà della città di Pesaro.  E nel 2025?  Diciamo Forza Orvieto!




31 agosto, il giorno del Piano dei Rifiuti a Perugia e del sit-in a Orvieto. La replica della sindaco alle critiche

L’ultimo giorno di agosto è stato per Orvieto quello della Conferenza dei Servizi per la preadozione del Piano Regionale dei rifiuti e del contemporaneo sit-in di protesta sotto la sede del Comune. Il sindaco ha partecipato da remoto alla prima riunione della conferenza che tornerà a riunirsi a metà mese. Nel frattempo in Piazza della Repubblica si è tenuto un sit-in non partecipatissimo, di protesta contro l’eventualità che la discarica Le Crete venga allargata. Poi è tutta polemica politica. Roberta Tardani ha voluto spiegare punto per punto cosa è stato sottolineato durante la riunione del 31 agosto e ha ricordato i vari passaggi che hanno portato all’attuale situazione.

La prima stoccata è proprio per gli organizzatori della manifestazione, “mi spiace che non abbiamo aspettato la fine dell’incontro perché avrei potuto partecipare o incontrarli per chiarire alcune legittime preoccupazioni” ha rimarcato la sindaco che poi ha rincarato, “ribadisco l’apprezzamento per la proposta di piano che finalmente segna un’inversione di tendenza rispetto alle non-scelte del passato che hanno trascinato l’Umbria in una condizione di emergenza e precarietà”.

Inn soldoni, ricordiamolo, il piano prevede la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione che renderà residuale l’utilizzo delle discariche così come imposto dalle normative europee. In Umbria rimarranno attive tre discariche, quelle di Borgogiglione e Belladanza per cui è già prevista la cosiddetta riprofilatura, e Le Crete a orvieto per la quale rimane aperta la possibilità di una variazione di capienza ma a partire dal 2024 e solo se necessario. Il tutto se verranno rispettati i tempi per la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione nel 2026 altrimenti l’altra deadline è il 2028 e in questo caso si potrebbero rivedere anche i “confini” della discarica orvietana. Tardani ricorda anche i numeri correggendo quelli forniti in questi ultimi giorni, “i flussi in entrata restano in linea con quelli degli ultimi anni e non con le quantità indicate in questi giorni che vaticinano impropriamente il riempimento al 2024. Le 200mila tonnellate di sui parlano le associazioni ambientaliste riguardano, infatti, il fabbisogno annuale di smaltimento dell’intera Umbria e non quelle che finiranno nella discarica di Orvieto (delibera AURI n.32 del 26/06/2022)”.

Tardani risponde alle critiche sulla sua partecipazione in passato a manifestazioni contro la discarica e spiega, “ribadisco la mia posizione e quella del Comune che avevo già espresso all’indomani dell’approvazione delle linee d’inidirizzo del Piano da parte della Regione. Vanno accelerati ulteriormente i tempi per l’individuazione del sito per il termovalorizzatore in modo tale da anticiparne la realizzazione e la messa in funzione prima del 2028 e va messo in campo ogni tipo di iniziativa per ridurre il periodo transitorio in vista dell’entrata a regime del piano. Il mio passato parla chiaro – sottolinea in maniera secca e decisa Roberta Tardani – e non accetto lezioni di coerenza da chi vorrebbe paragonarmi a chi in pubblico si diceva contrario all’ampliamento della discarica e a Perugia svendeva il nostro territorio mettendolo nero su bianco. E sorrido a sentir dire da chi ha avallato e sostenuto i governi regionali e locali precedenti, che hanno portato l’Umbria a essere maglia nera nella gestione dei rifiuti e riempito le nostre discariche, che oggi il sindaco ‘cala le brache’. Rivendico convintamente – eco l’affondo – la partecipazione alle manifestazioni contro le scelte che rischiavano di penalizzare e purtroppo hanno penalizzato il nostro territorio e anche da sindaco ho portato avanti con responsabilità e determinazione questa linea contrastando e opponendomi nelle sedi opportune a ogni ipotesi che potesse continuare a far pagare a Orvieto i ritardi e le inefficienze accumulati nel passato”.

Il lungo post si chiude con una sorta di appello e un ultima stoccata, “la Regione deve accelerare i tempi di attuazione del Piano. Questa è la voce che deve partire da Orvieto e che dovrebbe essere amplificata da piazze, partiti politici e associazioni. Questa è la battaglia per difendere Orvieto, non le schermaglie contro il sindaco per mere ragioni elettorali”.




Il sindaco sulla scuola di Sferracavallo, “i lavori saranno finanziati con fondi comunali dispiace che qualcuno gioisca per la bocciatura”

Durissima replica del sindaco Roberta Tardani dopo gli interventi della minoranza con siliare che ha stigmatizzato la bocciatura del progetto di demolizione e rifacimento della scuola dell’infanzia di Sferracavallo.

L’intervento di rifacimento della scuola dell’Infanzia di Sferracavallo, che come amministrazione abbiamo già dallo scorso anno inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche, al momento non è rientrato tra quelli finanziati dal Pnrr nell’ambito del Piano per asili nido e scuole dell’infanzia. Questa notizia ha dato sfogo ai soliti commenti superficiali e carichi di frustrazione politica dettata in primis dall’ignoranza delle procedure. Vogliamo fare chiarezza contro le equivoche strumentalizzazioni di chi tenta in tutti i modi di trarre in inganno i cittadini. La valutazione del Ministero dell’Istruzione ai fini dell’assegnazione del contributo avviene in base a precisi criteri tra cui il principale, che attribuisce ben 45 punti su 100, è l’assenza o la grave carenza dei servizi educativi sia pubblici che privati. Questo per premiare le situazioni in cui mancano posti negli asili per soddisfare le richieste della popolazione.

La proposta progettuale presentata dal Comune di Orvieto è stata penalizzata proprio in questo ambito poiché – fortunatamente o sfortunatamente a seconda della lettura che si vuole dare in questo caso – l’offerta dei servizi socio educativi per la prima infanzia nella nostra città, pubblica e privata, è adeguata alla domanda. Non aver ottenuto per il momento il finanziamento del Pnrr non significa che non interverremo sulla scuola dell’Infanzia di Sferracavallo. I lavori saranno finanziati con fondi dell’amministrazione comunale. Quella scuola va assolutamente messa in sicurezza per essere restituita alle famiglie di Sferracavallo e ai loro figli risolvendo definitivamente un problema che si trascinava da anni. Intanto proseguono speditamente i lavori nell’edificio di Fontanelle di Bardano dove i bambini della “Collodi” saranno temporaneamente trasferiti in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico. Garantiremo ai bambini e agli insegnanti una sede assolutamente adeguata e sicura perché abbiamo a cuore la scuola e il futuro dei nostri figli. E perché in tutto quello che facciamo mettiamo l’amore per Orvieto.

Lo stesso non possiamo dire di chi gioisce e spera nei problemi non avendo avuto la capacità di risolverne nemmeno uno quando ne ha avuto la responsabilità e la possibilità.




Mozione della consigliera Croce sulla riapertura del Tribunale di Orvieto, PrometeOrvieto attende di sapere

Giovedì 11 agosto dovrebbe essere discussa in consiglio comunale una mozione presentata dalla
consigliera Cristina Croce con la quale si chiede all’amministrazione comunale di “intraprendere iniziative concrete volte a sollecitare la Regione Umbria ad approvare un disegno di legge/voto ex art 121 della Costituzione finalizzato alla riapertura dei Tribunali minori, tra cui quello di Orvieto”.
Non possiamo che richiamare quanto già detto nelle scorse settimane in relazione alle iniziative di molte Regioni italiane che hanno deciso di presentare disegni di legge volti a far riaprire i tribunali soppressi con la riforma del 2012.
Ci si è accorti, infatti, che l’operazione non ha portato i risultati sperati in tema di risparmi.
Ci si è accorti che la Giustizia, come tutti i servizi pubblici, non può non essere prossima alle persone, anche fisicamente. Anche la Lombardia, locomotiva economica d’Italia, ha votato per la presentazione di un disegno di legge che disponga la riapertura dei tribunalini, con spese di gestione e manutenzione dell’immobile a carico della Regione e con spese del personale (magistrati ed amministrativi) a carico dello Stato. Ora la legislatura volge al termine, quindi non ci sarà tempo per approvare i disegni di legge menzionati, ma il dato politico che ci riguarda da vicino è capire se questa amministrazione comunale abbia intenzione o no di intraprendere in Regione una battaglia fondamentale per ripristinare un servizio pubblico essenziale per la nostra comunità. Non solo, la battaglia dovrebbe rappresentare un primo tassello dell’obiettivo di ridare ad Orvieto, più complessivamente, il ruolo di punto di riferimento per l’erogazione dei servizi pubblici dell’Umbria sud-occidentale: nella sanità, nell’istruzione, nella giustizia, ecc.. Certo, le dichiarazioni della Sindaca sull’impraticabilità dello “Sportello di prossimità” del Tribunale di Terni, che poteva essere aperto dal Comune di Orvieto, non evocano positivi presagi.
Prometeorvieto attende l’esito della discussione con grande interesse, come immaginiamo tutta la
cittadinanza.

Prometeorvieto – Florido Fratini




Comune e USL tirano dritto, la Casa di Comunità si fa in Piazza Duomo nonostante i dubbi e l’immobile alla Piave

Durante il consiglio comunale del 28 luglio è tornata protagonista la sanità orvietana con un’interrogazione presentata dai gruppi di opposizione. Ha risposto la sindaco in qualità di assessore alla Sanità. La prima risposta è indirizzata a coloro che sono da sempre critici sulla scelta dell’ex-ospedale per la Casa di Comunità, tra questi anche noi di OrvietoLife, “i fondi stanziati per gli interventi sul territorio sono ampiamente sufficienti a coprire le spese per la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli spazi e le risorse provengono sia dal Pnrr che dal bilancio della USL Umbria2”.

Roberta Tardani ha poi specificato l’ammontare delle risorse per la Casa e Ospedale di Comunità previsto in piazza del Duomo, circa 8 milioni per la ristrutturazione, l’adeguamento degli impianti e l’arredamento e le attrezzature. Come Orvieto Life abbiamo chiesto a alcune ditte, senza potere entrare ovviamente, un’ipotesi e solo per ristrutturare e ammodernare una rete elettrica che, se fosse di un’azienda privata, allo stato dell’arte sarebbe totalmente inadeguata, hanno indicato una cifra intorno ai 6 milioni di euro. Quindi, per tutto il resto e in particolare per le attrezzature mediche, rimarrebbero circa 2 milioni. In mezzo ci sono gli appalti e, con il gioco dei ribassi, e magari dei successivi adeguamenti, le cifre potrebbero quadrare (in una prima fase). Ci rimane il legittimo dubbio sulle scelta fuori tempo massimo di scegliere l’ex-ospedale per la Casa di Comunità quando “illo tempore” la stessa USL acquistò con destinazione vincolata, una porzione della Caserma Piave per gli stessi servizi. L’atto è datato 2008, sindaco Stefano Mocio. Da allora non si è mossa una virgola ma soprattutto i cittadini, non solo orvietani, non hanno avuto a disposizione un servizio adeguato e in uno spazio dedicato per oltre 15 anni. Il tutto perché si è convinti che a piazza Duomo è già tutto pronto, e non lo è, servono 8 milioni di euro. Il problema è favorire l’economia cittadina? Sembra molto un falso problema visto che l’area commercialmente più depressa è proprio quella intorno alla ex-Caserma mentre nella zona del Duomo si può contare sui flussi turistici e sugli uffici pubblici e privati concentrati in un’area piuttosto ristretta. Anche la questione traffico non è secondaria. Siamo in piena zona turistica e lì dove non si vogliono auto le andiamo a cercare facendole passare accanto all’area più di pregio della città.

Torniamo alla Piave. E’ vero, è da ristrutturare ma è lì e oggi, con il Pnrr si poteva immaginare anche l’affiancamento di altri servizi a partire da un nuovo parcheggio interrato a servizio degli utenti e dei dipendenti USL e di cittadini e turisti. E invece sembra che ci andrà un archivio, quindi con costi di ristrutturazione, spese di gestione, ma tutto va bene, ci mancherebbe.

A breve verrà presentato il piano che prevede spese per 8 milioni di euro, una parte frontale del palazzo che dovrà gestire il Comune con nuovi costi di gestione per l’Ente, il grande punto interrogativo del personale USL e comunale, cioè altre spese, e poi il moloc della ex-Piave che la USL ha tenuto fermo, senza immaginarci nulla se non un archivio, forse, che deve essere manutenuto a prescindere dalla destinazione finale. Ma va tutto bene!




Associazione Prometeo Orvieto, “ma come saranno regolati i flussi veicolari alla Casa di Comunità al Duomo?”

Nei giorni scorsi è rientrata nella discussione amministrativa orvietana la scelta di collocare nell’ex ospedale di piazza Duomo la futura Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità, previsti dalla legge sulla sanità dello scorso anno e finanziati attraverso il Pnrr, oltre risorse regionali. Otto milioni disponibili, forse, se l’Italia riuscirà ad attuare i piani e le riforme previste dall’Europa data la condizione politica.
In occasione dello scontro, più che dibattito, sono emerse valutazioni su quell’intervento davvero sconcertanti. Si continua a spacciare l’occupazione dell’ospedale da parte della Casa di Comunità e dell’Ospedale di Comunità come un’occasione di sviluppo del centro storico, nonostante sia evidente che l’unica cosa che può attrarre un simile servizio è il traffico veicolare e non certo persone che hanno voglia di girare e spendere, prima o dopo una visita o un intervento sanitario. Ma, si dice, quell’immobile finora non si è riusciti a venderlo e quindi tanto vale indirizzare lì risorse recuperabili, al di là dell’opportunità specifica, perché poi la Regione consente anche di usare il frontale adiacente a piazza Duomo per il sevizio di accoglienza turistica. È un ragionamento superficiale e deve esserci sotto qualcosa che ancora non sappiamo, dato che si poteva decidere di costruire la casa di comunità nella porzione di Piave dove era prevista, già proprietà dell’Asl e che sembra diventerà sede di un archivio Asl, sulla cui produttività è inutile discutere.
Non ci torna il ragionamento, troppe forzature logiche, troppa leggerezza, come quella di sottovalutare la difficoltà di accesso e di sosta all’ex ospedale da parte di migliaia utenti di tutto l’Orvietano senza ostacolare il loro diritto di un servizio agevole da raggiungere e senza inficiare la vivibilità della piazza o del centro storico. A tal proposito ricordiamo all’assessore Mazzi la promessa che ha lanciato oltre cinque mesi fa di spiegare ai cittadini come si svolgerà senza problemi il traffico intorno all’immobile e nella città.
Noi, cittadini dubbiosi di tutta l’operazione, siamo qui ad attendere delucidazioni, dopo reiterate e ignorate richieste di sapere, semplicemente per capire.

Associazione Prometeo Orvieto




La scuola dell’infanzia “Collodi” deve essere ristrutturata, bando per un immobile in locazione

La Scuola dell’Infanzia “C. Collodi” di Sferracavallo sarà ristrutturata e da settembre le lezioni saranno temporaneamente trasferite in una struttura idonea a garantire la continuità delle attività scolastiche.  Lo ha deciso la giunta comunale che ha approvato un atto di indirizzo con cui recepisce i risultati delle analisi sulla valutazione della sicurezza dell’immobile di Sferracavallo.   Nella relazione tecnica e di calcolo della vulnerabilità sismica, consegnata il 7 luglio 2022 dall’ingegner Marco Sorbelli, si legge che “sulla base dei risultati delle analisi si può concludere che l’edificio risulta non idoneo all’uso poiché le verifiche per carichi statici risultano non soddisfatte e pertanto devono essere adottati opportuni provvedimenti che consentano l’uso della costruzione con i livelli di sicurezza minimi previsti dalle vigenti norme tecniche”.

Considerato che le direzioni didattiche degli istituti che insistono sul territorio non hanno attualmente a disposizione spazi idonei sufficienti in altri plessi scolastici e che il Comune non ha strutture proprie disponibili e di dimensioni adeguate a ospitare la Scuola dell’Infanzia “Collodi”, sulla scorta della relazione tecnica del Servizio Lavori Pubblici e Ambiente sono state individuate due soluzioni alternative: reperire in affitto un immobile idoneo o noleggiare una struttura prefabbricata modulare.   L’esecutivo ha ritenuto prioritaria l’ipotesi della locazione di un immobile e ha dato mandato al Settore Tecnico di pubblicare un avviso esplorativo per acquisire le manifestazioni di interesse.   Secondo l’avviso pubblicato il 12 luglio l’immobile dovrà essere situato nelle frazioni di Sferracavallo, Bardano o Gabelletta e rispondere ai requisiti tecnici richiesti. Nel caso la struttura fosse priva di tali requisiti saranno considerate ammissibili anche le proposte di immobili per le quali la proprietà si impegna a realizzare a proprie spese i lavori per rendere la struttura conforme in tempo utile per consentire il regolare avvio dell’attività scolastica il 14 settembre 2022. La locazione avrà una durata di sei anni e, terminata la necessità di ospitare la Scuola dell’Infanzia “Collodi”, l’Amministrazione Comunale potrà utilizzare l’immobile per ospitare temporaneamente sezioni di altri istituti scolastici che saranno oggetto di interventi nei prossimi anni.

“Sul fronte della sicurezza delle scuole – afferma l’Assessore ai Lavori pubblici, Piergiorgio Pizzo – questa Amministrazione sin dal suo insediamento ha fatto delle scelte importanti. Innanzitutto, procedere progressivamente alla verifica sismica di tutti gli edifici scolastici di proprietà che non era stata mai fatta prima. Da questo lavoro una delle prime decisioni scaturite è stata quella di risolvere definitivamente i problemi della Scuola dell’Infanzia ‘Collodi’ e del nido Girotondo di Sferracavallo per troppo tempo accantonati e le cui criticità sono state confermate dalla relazione che abbiamo ricevuto in questi giorni.   Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato infatti un progetto di demolizione e ricostruzione da 2,3 milioni di euro e siamo in attesa della pubblicazione delle graduatorie. Ma a valere sui fondi regionali del Pnrr sono stati presentati anche altri progetti di adeguamento relativi alla scuola primaria Orvieto centro ‘Barzini’, la scuola media di Orvieto centro ‘Signorelli’, la scuola primaria di Sferracavallo ‘Frezzolini’ e la scuola primaria di Ciconia ‘Sette Martiri’.   Anche per questo – conclude – abbiamo ritenuto prioritaria l’ipotesi di reperire un immobile in affitto per trasferire temporaneamente la scuola dell’Infanzia ‘Collodi’. Nel giro di pochi giorni raccoglieremo le manifestazioni di interesse e potremmo quindi procedere con la soluzione definitiva che in ogni caso garantirà il regolare avvio dell’attività scolastica senza creare disagi alle famiglie”. 




Il calvario della piscina comunale, ancora chiusa. Cristina Croce presenta un’interrogazione, manca una vera programmazione

Ci risiamo, il gestore della piscina comunale ha comunicato anche tramite fb che l’impianto rimarrà chiuso ancora per alcuni giorni. “Il guasto è più grave del previsto”, questo è il motivo e intanto i cittadini rimangono senza piscina. Immediata la polemica politica con la consigliera Cristina Croce che, sempre sui social spiega, “era agosto dello scorso anno quando l’assessore allo sport in risposta ad una question time dichiarava che ‘la piscina comunale sarebbe stata interessata da interventi di manutenzione straordinaria ad opera del Comune e che nel frattempo sarebbe stato affidato un incarico per un progetto di rinnovo complessivo dell’impiantistica che sarà effettuato durante la prossima estate?. ad oggi nonostante le rassicurazioni dell’assessore allo sport, non risulta effettuato nessuno studio di fattibilità, né alcun progetto di rinnovo complessivo dell’impiantistica della piscina…”.

Insomma, l’impianto è obsoleto, cosa nota da tempo, e i lavori di manutenzione sono più che urgenti, ma ancora nulla di concreto, si sa solo che si procederà per piccoli step a fronte di un progetto complessivo che verrà portato a termine in più anni. Quindi abbiamo un servizio sportivo e socio sanitario che ha bisogno di interventi urgenti, anzi urgentissimi e si rimanda con la politica dei piccoli passi che a volte va a bersaglio ma altre, come in questo caso, fallisce miseramente, privando la cittadinanza di un servizio e soprattutto con il rischio che per completare i lavori in tempi brevi aumentino i costi. Eppure per altri impianti sportivi i soldi si sono trovati, forse un campo di calcio in meno e una piscina funzionante in più sarebbe stato il giusto compromesso per un’amministrazione che, chiaramente, deve far quadrare i conti. Se c’è da muovere una critica non riguarda l’immobilismo, anzi, ma la mancanza di una programmazione delle priorità non in base al numero di tesserati di un dato sport, ma in base alla valenza sociale di un servizio e la piscina comunale aveva, ha e, sicuramente avrà un ruolo determinante in tal senso.




A Piazza Cahen attiva la videosorveglianza con 4 telecamere

Sono state attivate le nuove telecamere di videosorveglianza in piazza Cahen. Si tratta di 4 postazioni fisse realizzate nell’ambito del progetto “Scuole sicure” per cui il Comune di Orvieto ha ottenuto un finanziamento di 15mila euro dal Ministero dell’Interno grazie al progetto presentato tramite la Prefettura di Terni dal comandante della polizia locale, Tenente Colonnello Alessandra Pirro.  Le nuove telecamere – installate dalla società Umbra Control srl – coprono zone sensibili frequentate dai ragazzi con l’obiettivo di prevenire e contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’area sottoposta a controllo insiste infatti una scuola superiore, il capolinea dei mezzi di trasporto pubblico locale utilizzati dagli studenti della scuole medie superiori, la via di accesso all’Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi, l’accesso alla Funicolare e alla Fortezza dell’Albornoz.

“Con l’installazione di queste quattro nuove postazioni – spiega l’Assessore alla Sicurezza, Gianluca Luciani – si va ad ampliare e implementare il sistema di videosorveglianza che copre il centro storico. Rendere Orvieto più sicura è uno degli obiettivi del mandato di questa Amministrazione e, oltre a rappresentare un deterrente, le telecamere sono già state determinanti per aiutare le forze dell’ordine nelle indagini su alcuni reati commessi nella nostra città”. 

L’assessore Luciani stigmatizza poi gli atti vandalici di cui sono stati oggetto nelle ultime settimane i locali dell’ex scuola di Ponte del Sole, sede del Gruppo Scout di Orvieto. “Atti ignobili commessi da gente senza scrupoli – dice – che non solo ha danneggiato un patrimonio pubblico comune ma che, per le modalità e la sfrontatezza con cui sono stati commessi, hanno rischiato di mettere in pericolo le persone presenti. In passato, a fronte di altri reati commessi nella zona a danno dei residenti, si era intervenuti potenziando l’illuminazione. Ora, di concerto con il Vicesindaco e Assessore al Patrimonio, Mario Mazzi, predisporremo degli interventi sull’immobile e sulla recinzione esterna per rafforzare la sicurezza della struttura”.