Bando del Comune per borse di studio agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado

C’è tempo fino al 16 giugno 2023 per presentare la domanda per l’erogazione delle borse di studio del Ministero dell’Istruzione riservate a studenti iscritti alla Scuola Secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2022/2023.
Alla Regione Umbria, che nei giorni scorsi ha approvato i criteri e le modalità per accedere al beneficio, è stata assegnata la somma complessiva di 450.628,24 euro nell’ambito dei 39,7 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero. 
L’importo massimo della Borsa di studio assegnata agli alunni della Scuola Secondaria di secondo grado è di 150,00 euro. L’importo potrà essere rideterminato in rapporto al numero totale degli ammessi al beneficio e alle risorse finanziarie disponibili. 
Saranno ammessi al beneficio gli studenti appartenenti a famiglie con un ISEE non superiore a 15.748,78 euro. 
Le domande vanno presentate entro il 16 giugno 2023 sul modello predisposto (vedi allegato) all’Ufficio Protocollo del Comune di Orvieto oppure all’indirizzo di Posta Elettronica Certificata comune.orvieto@postacert.umbria.it.




Il Pd preoccupato per la mancanza di progettualità da parte della maggioranza targata Tardani

Nonostante ci si trovi ormai a poco più di un anno dal termine di questo mandato, l’attuale giunta sembra ancora incapace di delineare una strategia chiara e condivisa per il futuro della città. Si assiste a una serie di interventi frammentari e privi di coordinamento, slogan e comunicazioni vuote che non tengono conto delle esigenze reali dei cittadini e delle imprese. E’ palese ormai la più assoluta incapacità dell’amministrazione comunale di immaginare l’Orvieto del futuro.

Orvieto ha bisogno di una visione condivisa per il futuro, ma l’amministrazione comunale sembra incapace di fornirla. Orvieto si sta spopolando, i dati demografici lo dimostrano, ed il rischio di perdere il titolo di seconda città della provincia è reale, ma l’attuale amministrazione sembra non essere in grado di interpretare e definire le necessità e le istanze di chi vive o avrebbe voluto vivere Orvieto. In particolare, la gestione del patrimonio pubblico cittadino e l’equilibrio tra l’industria turistica e la vita ed i servizi forniti ai residenti sembrano essere tristemente sottovalutati. Nonostante il quadro desolante, in consiglio comunale, la maggioranza si rifiuta di utilizzare i 6 milioni di euro proposti dalla Regione per attivare un progetto di edilizia agevolata per giovani coppie, e/o ceti deboli presso il palazzo di via Postierla di proprietà della ASL e presso l’immobile di Via delle Pertiche, respinge la possibilità di trasferire le attività sanitarie attualmente esistenti in via Postierla presso l’immobile della ex mensa a cui andrebbe riservata la sua originaria destinazione di casa di comunità, e temporeggia nell’individuare nel Comune di Orvieto un’area decentrata con spazi verdi dove progettare la residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza (REMS) dopo aver partecipato il progetto con gli operatori del settore ed i cittadini. Le alternative, se non bizzarre, non sono pervenute.

Sui temi ambientali l’approccio non cambia.  Nonostante la sindaca Tardani fosse strumentalmente alla testa dei cortei ambientalisti di qualche anno fa oggi non solo sembra essersi dimenticata che sul nostro territorio insiste la presenza di quella che forse finirà per essere l’ultima discarica dell’Umbria ma non sembra nemmeno nemmeno tentare un’interlocuzione necessaria e di programma con il gestore per l’individuazioni di percorsi virtuosi che portino ad Orvieto investimenti, sostenibilità e benessere per la comunità. In compenso La tari per famiglie e attività aumenta del 10%. Ugualmente approssimativo, retorico e superficiale è invece l’impegno sulle politiche energetiche. L’amministrazione comunale di Orvieto da un lato manifesta la contrarietà al progetto Phobos e, dall’altro, non ha formulato osservazioni al corposo documento di controdeduzioni predisposto dalla società proponente in riscontro alla richiesta del MITE dello scorso agosto durante la fase di ripubblicazione scaduta ad Ottobre. E nonostante la Sindaca vanti rapporti e legami importanti con gli esecutivi regionali e nazionali, l’amministrazione comunale non ha preso posizione formale nei confronti della Regione Umbria in merito al parere favorevole sopra citato.

Il Partito Democratico di Orvieto è preoccupato dalla mancanza di una chiara strategia per il futuro della città. È necessario un cambiamento di direzione e un dialogo aperto con le forze politiche e sociali dell’area per garantire un futuro sostenibile e prospero per la città e i suoi abitanti. 

Anche il Bilancio di Previsione 2023-2025, approvato durante l’ultimo consiglio comunale del 28 aprile, ci restituisce un’immagine impietosa della gestione dell’attuale Giunta. Tra la solitudine a cui sono lasciati gli uffici comunali ormai strutturalmente sotto organico, l’incapacità del comune di riscuotere le proprie tasse (1,2 di Tari evasa) e l’irresponsabile propensione all’indebitamento segnalata con preoccupazione anche dall’organo revisore, pare evidente che anche questo atto sia pieno della superficialità tipica a cui siamo stati abituati.  Leggendo gli allegati al bilancio, come il piano triennale delle opere pubbliche, anche qua lo sconforto è totale. Vengono posticipate di un anno tutte le opere già inserite nell’atto equivalente dello scorso anno, forse per preparare una esile campagna comunicativa in vista delle elezioni, ma è chiaro che molte di queste opere avranno bisogno di tempi molto più lunghi per la pubblicazione della documentazione per l’espletamento delle gare di appalto. Ci preoccupa su tutti l’importante questione della complanare dove tra la lievitazione dei costi da 8 a 13 milioni, i tempi dei progettazione e la conferenza dei servizi  in estate, si rischia di tardare ancora con una infrastruttura centrale per la vivibilità dei quartieri urbani di Orvieto.

Come detto dallo stesso consigliere Alessio Tempesta del Gruppo Misto, che durante l’ultima assise ha lasciato l’aula del Consiglio in polemica con la maggioranza, “non c’è dialogo” in questa amministrazione ed ogni possibilità di dialogo e di ascolto sono impossibili. Forse troppo presi dal revisionismo storico o dalla provinciale goffaggine con cui hanno saputo far diventare barzelletta e pettegolezzo della cronaca nazionale l’unico progetto, quello della Capitale della Cultura, che poteva rappresentare un’opportunità vera nel vuoto totale del loro mandato. In questo contesto, il Partito Democratico ritiene che sia urgente un cambio di passo e l’avvio di un confronto serio e aperto con le forze politiche e sociali del territorio. Noi abbiamo già iniziato una prima fase di incontri sui temi e le idee che si farà sempre più ampia, inclusiva e democratica. 

Solo un impegno collettivo e coraggioso può garantire un futuro sostenibile e prospero per la città e i suoi residenti.  Orvieto ha bisogno di un progetto ambizioso e partecipativo per il suo sviluppo che metta al centro le persone, il loro benessere e la loro salute perché se vogliamo essere sinonimo di “buon e bel vivere” il tema dell’accesso alle cure ed il diritto alla salute non possono che essere prioritari. Anche su questo il nostro impegno e la collaborazione con le associazioni, i partiti, i sindacati ed i cittadini è massima. Insieme, tutti, dobbiamo combattere  la preoccupante scelta della sindaca e della sua maggioranza di abdicare alla tutela della sanità territoriale e al rafforzamento del nostro ospedale a favore del proposito di trasformare i luoghi e le modalità di assistenza sanitaria in modelli dettati da logiche privatistiche di profitto. 




Benano, i residenti chiedono che fine ha fatto il recupero della ex scuola elementare?

I residenti di Benano, frazione del Comune di Orvieto, tornano a chiedere conto all’Amministrazione Comunale dei lavori di consolidamento e recupero della ex scuola elementare. “Avevamo avuto rassicurazioni che ci avrebbero informato sul recupero dei finanziamenti per l’intervento, ma ad oggi tutto tace. Noi non abbiamo un luogo dove poterci riunire in paese, dove poter organizzare una festa, un incontro pubblico. Ancor più grave, in caso di emergenza, non abbiamo uno spazio pubblico da utilizzare. Da tempo siamo in attesa di un chiarimento sull’individuazione dei finanziamenti per il recupero dell’edificio e di eventuali progetti al riguardo. Inoltre, sebbene l’area intorno alla ex scuola sia stata transennata, la struttura è vicino ad altre abitazioni ed alla strada, quindi riteniamo sia importante si calendarizzi un intervento al più presto”.

“Non è una polemica la nostra, semplicemente una richiesta di informazioni, perché vediamo che molti lavori vengono portati avanti ad Orvieto ed in altre frazioni e noi non riusciamo nemmeno a sapere come, quando e se si procederà con il recupero e consolidamento dell’edificio”, dicono ancora. L’altra questione che coinvolgeva la frazione, quella della fornitura del gas per cucina e riscaldamento, è stata risolta. “Vogliamo ringraziare per questo l’Amministrazione Comunale – dicono i residenti – in particolar modo l’assessore ai Lavori Pubblici Pier Giorgio Pizzo, per aver garantito, in tempi rapidi, un nuovo fornitore a Benano, che rischiava di restare senza gas. Ora chiediamo che lo stesso interesse venga riservato alla ex scuola elementare, per noi un nodo importante per la vita sociale e culturale e per la sicurezza della frazione”.




Ripartono i lavori all’Albornoz, la sindaca Tardani, “a volte anche noi bloccati dalla burocrazia”

I lavoro alla Fortezza dell’Albornoz sono ricominciati dopo oltre un anno di stop forzato. Lo aveva annunciato durante la conferenza stampa di inizio anno la stessa sindaca Roberta Tardani. Con questa ultima fase verrà così completato il progetto Rupe-Valle così da riconsegnare a cittadini e turisti la fruizione dei giardini e il collegamento diretto tra Pozzo di San patrizio e Tempio del Belvedere. E’ un nuovo piccolo ma significativo tassello per ampliare e migliorare l’offerta turistica e di servizi collegati. In particolare a lavori ultimati, sarà sicuramente migliorata l’area di “accoglienza” del turista che arriva, in particolare, dallo Scalo utilizzando la funicolare.

Più volte anche da Orvietolife avevamo sollecitato il completamento dei lavori anche per tornare a vedere fruibile un’area da sempre utilizzata dai giovani, dai bambini e dai turisti. Il sindaco Tardani ha spiegato che “anche la PA a volte rimane impastoiata nella burocrazia e per aver il via libera dalla Regione abbiamo dovuto attendere quasi un anno, per una variante al progetto iniziale”. I lavori erano iniziata settembre del 2020 con l’affidamento per un totale di poco più di 376 mila euro. I cantieri si erano fermati praticamente subito nonostante la durata stimata di soli 5 mesi. Il finanziamento dell’opera faceva parte del PSR per l’Umbria nell’ambito della strategia delle Aree Interne Sud Ovest Orvietano e ad aggiudicarsi il finanziamento era stata la giunta guidata da Germani nel 2018 con il progetto di riqualificazione dell’Anello della Rupe.




Umberto Garbini, “sul MOST non c’è stata urgenza, il consiglio è centrale e ancora nessuna alternativa alla Sala del Governatore come aula consiliare”

Nella tradizionale conferenza stampa d’inizio anno della presidenza del consiglio comunale che si è tenuta alla presenza di Umberto Garbini, presidente, e dei due vice, Silvia Pelliccia e Federico Giovannini, è stato tracciato un bilancio delle attività dell’assemblea elettiva.  Garbini ha aperto con i ringraziamenti per “i dipendenti, Daniela Volpi, Anna Antonini, Luisa Borgna e il segretario comunale Maria Perali che collaborano quotidianamente con me, per il senso delle istituzioni che hanno”.  Dopo i dati sulle attività consiliari (che troverete in calce all’articolo ndr) Garbini ha affrontato alcuni temi di stretta attualità anche alla luce delle dichiarazioni della sindaca Roberta Tardani durante l’annua conferenza stampa della giunta.

Per quanto riguarda la questione del Most alla Piave Garbini ha sottolineato che in tempi piuttosto brevi verrà completata la delegazione che sarà composta verisimilmente da tre consiglieri, uno dei quali sarà proprio lo stesso presidente. “E’ chiaro – ha spiegato il presidente – che fin da ora il sindaco potrebbe già chiedere ufficialmente un incontro con il ministro visto che, come sappiamo, l’appuntamento non sarà fissato nel giro di pochissimi giorni, quindi nel frattempo sarà definita la composizione della delegazione consiliare”.  Sulla presunta urgenza richiesta in consiglio, il presidente ha voluto chiarire che “non c’è stata alcuna urgenza specifica ma la richiesta di invertire l’ordine di discussione così come è avvenuto sovente in altre occasioni e i consiglieri interessati hanno approvato.  Tutto qui senza alcuna altra richiesta particolare”. 

Durante l’ultimo consiglio comunale dello scorso 30 dicembre una dichiarazione del consigliere Alessio Tempesta ha lasciato molti di stucco, “qui discutiamo mozioni anche a distanza di quasi un anno e spesso, troppo spesso, anche se approvate rimangono lettera morta”.  Sia Garbini che Giovannini hanno replicato ammettendo che troppo spesso le mozioni vengono discusse con grande ritardo e uno degli obiettivi che si è prefissato il presidente è proprio quello di accorciare questi tempi lunghi magari con ordini del giorno dei consigli più stringati.  Garbini ammette sì le mozioni spesso vengono approvate all’unanimità poi non hanno seguito. Ciò avviene per molti motivi, ad esempio le valutazioni da parte dell’Esecutivo sulla fattibilità economica. Resta il fatto che il consiglio è sovrano quindi dovrebbe essere in ogni caso vincolante. Un ragionamento questo che è generale per molte altre assemblee elettive dove il dibattito porta a delle conclusioni di sintesi non al ribasso”.  Gli fa eco Giovannini, “nell’ultima seduta dell’anno, il consigliere Tempesta aveva sottolineato la tematica della trattazione delle mozioni in tempi che non sempre sono congrui rispetto alla presentazione e all’urgenza dei temi trattati. Cosa che io auspico si possa risolvere. Un uso migliore della conferenza dei capigruppo su temi rilevanti per la comunità orvietana, potrebbe agevolare tutta l’Assemblea. Con questo intendiamo rassicurare non solo Tempesta ma tutti gli altri consiglieri. Altra questione è quella di trovare delle date congrue per tutti. Devo dire che il presidente ce la mette tutta per conciliare i vari aspetti”.  Sulla questione ritardi e mancata presa d’atto si è inserita la discussione sull’emodinamica, con una mozione approvata all’unanimità in consiglio regionale a cui non è corrisposto alcun atto da parte dell’esecutivo.  “Per l’emodinamica, di cui in questi giorni si è nuovamente parlato – ha risposto Garbini – a seguito di un evento drammatico, dico che so di questo problema come di tutti quelli del nostro ospedale che si trascinano e che devono essere risolti dalla politica. Ho apprezzato l’atto del consiglio regionale che grazie ad una sintesi tra i consiglieri Paparelli e Pace portò all’approvazione della mozione il cui deliberato non è stato però inserito nel Piano Sanitario Regionale. Spero che ciò avvenga e sicuramente lavoreremo tutti in questa direzione, perché parliamo di salute e della necessità di garantire a tutti le necessarie cure in un momento di difficoltà”.

Il presidente del consiglio comunale non ha sorvolato sulla questione dei contenitori e in particolare del Palazzo dei Sette su sollecitazione dei giornalisti presenti.  La Sala del Governatore è, infatti, indicata come sala consiliare e come sala dei comizi elettorali in Prefettura.  Garbini sulla questione è stato coinciso e chiarissimo, “ad oggi non ho ricevuto indicazioni in merito.  La Sala del Governatore è indicata come aula del consiglio comunale alternativa come già successo ai tempi della ristrutturazione di quella nel Palazzo Comunale.  L’amministrazione deve indicare alla Prefettura la sala alternativa per i consigli e i comizi elettorali e la Prefettura deve dare il via libera definitivo, successivamente la Sala del Governatore può essere utilizzata per altro e occupata stabilmente”.

NUMERI E ATTIVITA’ DEL CONSIGLIO COMUNALE

il Consiglio si è riunito quattordici volte durante l’anno 2022, una delle quali ha previsto l’utilizzo della modalità a telematica in osservanza delle normative e nel rispetto della sicurezza e della salute dei Consiglieri e dei dipendenti. Tutte le sedute sono state convocate in regime ordinario ad eccezione della seduta del 15 Marzo che ha previsto un carattere di urgenza.

Nell’anno 2022 il Presidente del Consiglio ha presentato 16 proposte di delibere, la maggior parte delle quali sono ‘Prese d’Atto’ ad eccezione delle due delibere che riguardano la variazione della composizione delle Commissioni Consiliari. Queste ultime si sono rese necessarie in conseguenza del cambiamento della composizione dei gruppi consiliari. Nello specifico si tratta della fuoriuscita del Consigliere Casasole dal Gruppo di ‘Fratelli d’Italia’ per aderire al ‘Gruppo Misto’ nei primi mesi dell’anno 2022. Di recente invece il Consigliere Tempesta ha comunicato la fuoriuscita dal Gruppo ‘Progetto Orvieto’ per aderire al ‘Gruppo Misto’, sempre nelle stesse ore il Consigliere Casasole ha lasciato il ‘Gruppo Misto’ per il Gruppo ‘Progetto Orvieto’.

Le proposte di Delibere trattate dal Consiglio Comunale sono rispettivamente: 6 presentate dal Sindaco, 13 presentate dal Vicesindaco Mazzi, 1 presentata dall’Assessore Coppola, 31 presentate dall’Assessore Pizzo e 1 presentata dall’Assessore Luciani.

Gli atti di iniziativa consiliare che sono stati trattati, sono stati: 12 Interrogazioni, 3 Interpellanze e 10 Mozione.

I lavori delle commissioni si articolano nel seguente modo:

  • La Seconda Commissione Permanente, che si occupa dell’approfondimento delle proposte di delibera iscritte all’Odg e presieduta dal Consigliere Fontanieri, è stata convocata 12 volte;
  • La Commissione di Vigilanza e Garanzia, presieduta dal Consigliere Croce, non è stata convocato nell’anno 2022, ma soltanto negli anni precedenti;
  • La Conferenza dei Capigruppo è stata convocata una sola volta nell’anno 2022 per condividere i nominativi dell’Osservatorio permanente sul fenomeno delle dipendenze e per affrontare la discussione in merito al nuovo “regolamento per la disciplina delle attività di ripresa fotografica/audiovisiva/streaming e diffusione delle sedute del Consiglio Comunale”.



Via all’iter di adozione per la nuova variante al Piano regolatore Generale

La giunta comunale ha avviato l’iter per l’approvazione della variante parziale tematica al Piano Regolatore Generale – Parte operativa. Nel documento istruttorio licenziato dall’esecutivo sono sedici le modifiche apportate rispetto all’ultima variante, adottata dal consiglio comunale nell’aprile 2019, alle quali si aggiungono una serie di rivisitazioni di norme tecniche d’attuazione e varianti normative.

Ora gli uffici competenti avvieranno il procedimento di verifica di assoggettabilità a Vas (Valutazione ambientale strategica) dopodiché, raccolti entro 30 giorni i pareri dei soggetti aventi competenza ambientale, la variante sarà portata in consiglio comunale per l’adozione.

I provvedimenti inseriti nella variante al Prg – spiega il vicesindaco con delega all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi – riguardano sostanzialmente l’ampliamento di piccoli lotti minimi e alcune variazioni di destinazioni urbanistiche, modifiche che vanno ad accogliere le legittime richieste pervenute dai cittadini in questi anni. Nel concreto, la variante al Prg dovrebbe generare circa una decina di cantieri privati per ampliamenti e piccole nuove costruzioni nei quartieri al di sotto della Rupe e nelle frazioni mentre, per quanto riguarda le funzioni pubbliche, una delle modifiche apportate ci consentirà di avere a disposizione gli spazi per l’ampliamento della Scuola per l’Infanzia di Ciconia”.

Inoltre – prosegue – con l’obiettivo di migliorare la percezione dell’immagine del paesaggio di alcune parti del centro storico, liberandolo dalle macchine in sosta, abbiamo inteso modificare, ampliandolo, il limite del perimetro all’interno del quale è ammesso realizzare autorimesse private e pubbliche. Tutto ciò ci consentirà di regolamentare ulteriormente questo aspetto. I progetti in tal senso saranno dunque  sottoposti a piano attuativo e dovranno rispondere a precisi canoni che garantiscano equilibrio tra le necessità manifestate e il rispetto per l’immagine e il decoro del centro storico”.




La Lega, “come partito saremo in prima linea per garantire il nostro sostegno alla giunta Tardani”

Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato della Lega di Orvieto anche se non firmato dal segretario e/o dal capogruppo consiliare perché proveniente dalla mail che viene solitamente utilizzata per le note del partito.

“Tanto è stato fatto, altro lavoro è sicuramente da portare a compimento, come Lega saremo in prima linea per garantire il nostro sostegno alla giunta Tardani e il nostro contributo al percorso di crescita di Orvieto”. Così il coordinamento comunale della Lega – Orvieto e il gruppo consiliare del Comune di Orvieto in merito al bilancio di fine anno esposto dal sindaco Roberta Tardani e della sua Giunta.

“Il dato emerso dalla tradizionale conferenza stampa di fine anno – spiega la Lega – evidenzia una città che sta ritrovando vitalità in molti settori e nuova centralità nel contesto regionale. I progetti sulla promozione turistica e l’innovazione dei servizi hanno portato risultati concreti, la cultura e i suoi luoghi sono diventati patrimonio comune di tutti, i tanti immobili del centro storico hanno trovato una destinazione che va nella direzione dello sviluppo economico, sociale e culturale, il degrado e l’immobilismo degli anni passati sta avendo risposta in un importante piano di manutenzioni che ha interessato tutta la città, dalle frazioni al centro storico.

In questo contesto è stato determinante l’apporto della Lega Orvieto con i suoi rappresentanti nell’esecutivo e in consiglio comunale. In particolare vanno sottolineati i risultati centrati sul fronte della sicurezza, grazie al sistema di videosorveglianza che oggi copre gran parte della città e si è rivelato fondamentale come supporto alle indagini delle forze dell’ordine. Sul fronte dei servizi sociali, oltre a garantire l’assistenza ai cittadini in un periodo così complicato, rivendichiamo il progetto del Centro per le politiche sociali e della famiglia che ha intercettato 4,8 milioni di euro di fondi Pnrr e avrà il duplice obiettivo di potenziare i servizi ai cittadini e riqualificare una importante parte della città.

Ci apprestiamo ad affrontare un altro anno nella consapevolezza del lavoro che ancora c’è da fare. Come Lega siamo pronti a offrire il nostro sostegno al sindaco e il nostro contributo in termini di esperienze, impegno e progetti da sviluppare per il bene dei cittadini e per il rilancio del tessuto economico locale”.




Approvata all’unanimità in consiglio comunale la mozione “most” per Orvieto città dell’arte

Il 30 dicembre il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione MOST per fare di Orvieto una “Città dell’arte” realizzando nell’ex Caserma Piave il “Museo di Orvieto dei tesori nascosti”. Significa tirar fuori dai depositi dei grandi musei italiani ed esporre l’immenso patrimonio oggi non accessibile al pubblico in quanto ritenuto di minor interesse ma in realtà di grande valore artistico e culturale. Desidero dare atto al Presidente Garbini di aver gestito con correttezza e competenza una fase difficile del dibattito consiliare, e nel contempo esprimere apprezzamento per la convinta condivisione che hanno saputo esprimere i colleghi dei gruppi di maggioranza e di minoranza, condivisione che ha portato al voto unitario e che è veicolo fondamentale di speranza in un esito positivo non scontato ma certamente possibile.

La proposta è rivolta anzitutto al Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ma tende a coinvolgere tutti i soggetti potenzialmente interessati a realizzare un grande museo di valore e portata mondiale che funzioni come una grande impresa culturale, facendo di Orvieto il centro di un’esperienza fortemente innovativa che ha il suo punto focale nel riuso dell’ex caserma Piave e che però di fatto, con una serie di iniziative coordinate, tende a coinvolgere l’intera città e il territorio. Un’operazione a scala urbana e in dimensione insieme regionale, nazionale e internazionale. In altri termini Orvieto può essere il luogo ideale in cui realizzare questo nuovo museo di valore mondiale concepito, come detto, come una grande azienda culturale generatrice di una poderosa attività con risvolti in tanti altri campi (formazione, scuola, turismo, artigianato, enogastronomia, ecc.) tali da coinvolgere in una trasformazione di qualità un’intera vasta comunità.

Si tratta non ancora di un progetto ma di un’idea progettuale, avvio di un percorso che sappiamo essere molto complesso e dall’esito niente affatto scontato. Ma l’idea non è campata in aria e bisogna crederci perché è fondato crederci. D’altronde finora, dopo che artatamente, tra il 2005 e il 2007, fu fatto fallire il progetto di RPO, per l’ex Piave sono state prodotte solo chiacchiere. Ora invece c’è in campo una iniziativa che congiunge il patrimonio immobiliare della città a funzioni di straordinaria forza e validità e queste con esigenze nazionali di valorizzazione del patrimonio artistico. C’è una strategia, che da sola certo non basta. Ma c’è una strategia. Un primo passo dunque significativo, seppure in una strada in salita. Di sicuro una prova importante a cui non possiamo sottrarci, a cui nessuno deve sentirsi autorizzato a sottrarsi.

Dopo più di trent’anni una intera comunità può ritrovare le ragioni per guardare con fiducia al futuro. Allora, per una volta cerchiamo di dimostrare, prima che agli altri a noi stessi, di essere capaci di proposte convincenti e di prospettarle con spirito unitario agli altri. Il Consiglio ha fatto la sua parte. Ora la sindaca e la giunta devono fare la loro, insieme alla delegazione che rappresenterà la volontà unanime della città. Sarà importante lo spirito unitario che tutti possono contribuire a determinare.




“Non verrà realizzata alcuna REMS a Orvieto”, parola della sindaca Roberta Tardani

Durante la question time del consiglio comunale del 30 dicembre la consigliera Beatrice Casasole del gruppo Progetto Orvieto, ha chiesto di conoscere lo stato dell’arte sulla possibile realizzazione di una REMS a Orvieto. All’incontro pubblico sulla sanità orvietana il direttore generale della USL Umbria2, Massimo De Fino, aveva annunciato che la Regione aveva individuato Orvieto come posto ideale. La stessa USl aveva indicato la ex-mensa della Piave come luogo disponibile. La risposta della sindaca Tardani è stata categorica e non lascia dubbi, “non verrà realizzata alcuna REMS a Orvieto”. Ha poi proseguito spiegando che si trattava solo di un’ipotesi non suffragata da progetti o documenti di alcun tipo.

Tardani ha poi affondato il colpo verso le associazioni che hanno alimentato il dibattito cittadino sulla questione, “mi auguro che questo possa fugare ogni dubbio di associazioni e comitati; di queste ho letto le prese di posizione sulla stampa e sui social ma non ho ricevuto nessuna richiesta di incontro. La porta del mio ufficio – ha concluso il suo intervento – è sempre aperta e resto a disposizione per ogni tipo di confronto e chiarimento”.




L’ultimo consiglio si trasforma in una “sfida all’ok Corral” tra sgarbi istituzionali, liti e strilli

30 dicembre, in piena euforia per Umbria Jazz Winter è in calendario anche il consiglio comunale, l’ultimo dell’anno. Si devono discutere 14 punti all’ordine del giorno, alcuni anche piuttosto interessanti. Tanti sorrisi, qualche battuta e con il solito ritardo inizia il consiglio. Poi le interrogazioni con qualche stoccata ma nulla lascia presagire quello che avviene di lì a poco. Uno strappo al bon ton istituzionale, urla, nell’aula del consiglio e nella “Sala delle 4 Virtù”, questi gli ingredienti di una serie di scontri che hanno certificato e palesato le tensioni tutte interne alla maggioranza. Tutto avviene in un attimo quando viene chiesto dal consigliere Barbabella di invertire l’ordine del giorno e discutere prima la sua mozione sul MOST, l’ambizioso progetto di riqualificazione della ex-Caserma Piave che intende riconvertire tutta l’area in un grande museo corredato da scuole di formazione professionale legate al restauro e all’arte più in generale. Barbabella ritiene che sia urgente la discussione e l’eventuale approvazione. A stretto giro di posta arriva la richiesta da parte del sindaco di sospendere il consiglio comunale per poter procedere con la riunione della giunta.

La reazione del presidente del consiglio è piuttosto fredda e dura, “la convocazione e l’ordine del giorno le vengono recapitati per tempo quindi personalmente ritengo che si deve andare avanti ma mi rimetto al voto dei consiglieri”. In effetti il consiglio comunale è la massima espressione istituzionale e la richiesta suona come uno sgarbo istituzionale. Proprio recentemente a livello più alto, la presidente Meloni è stata pubblicamente bacchettata dal deputato Roberto Giachetti per essere arrivata in Aula con 15 minuti di ritardo. Anche in quel caso il Parlamento è la massima espressione democratica e istituzionale perché elettiva. Meloni ha chiesto scusa per il ritardo. In consiglio comunale invece si accendono gli animi con uno scontro al calor bianco tra i consiglieri di maggioranza Moscetti e Tempesta, da poco aderente al Gruppo Misto dopo l’uscita dalla lista civica in appoggio al sindaco. Volano gli stracci con accuse che scivolano anche sul personale. Tempesta sottolinea come le mozioni siano ormai “completamente inutili perché poi non vengono mai rispettate e soprattutto troppo spesso discusse anche dopo quasi nove mesi di ritardo”, il riferimento è proprio alla mozione di Croce e Mescolini sulla creazione di un tavolo per la situazione della sanità a Orvieto presentata lo scorso febbraio. Nel tentativo di calmare le acque interviene il capogruppo della Lega, Andrea Sacripanti, che chiede una sospensione di qualche minuto per una riunione di maggioranza.

Il cronista è quindi costretto a una nuova attesa per capire se e quando si discuterà di MOST e sanità. Il nostro mestiere è fatto di attese che non sono mai perdite di tempo ma occasioni per osservare, discutere, parlare, prendere contatti. Intanto la maggioranza si chiude nella Sala delle 4 Virtù. Si alzano i toni, arrivano grida classiche di una litigata piuttosto accesa. I pochi astanti in sala consiliare rimangono basiti con il consigliere Tempesta che in segno di protesta rimane seduto al suo posto in consiglio.

L’ultimo consiglio si è trasformato a tratti in una “Sfida all’Ok Corral” rarissima e con uno sgarbo istituzionale che difficilmente potrà essere sanato, almeno in tempi brevi. E soprattutto si è lacerata la maggioranza che ha scoperto le tensioni interne rendendole pubbliche anche se poi alla conta tutto è filato liscio, almeno per il consiglio del 30 dicembre.