Nuova aggressione ad un agente di polizia penitenziaria al carcere di Orvieto

Il 2 novembre, di sera, un detenuto di nazionalità tunisina, “noto per episodi di auto ed etero-lesionismo”, come scrive SAPPE in un comunicato sull’accaduto, ha aggredito, senza alcun motivo, un assistente capo della polizia penitenziaria colpendolo con una lametta. L’assistente capo ha riportato un taglio sulla fronte ed un’ecchimosi allo zigomo ed è stato portato al pronto soccorso per le cure del caso. Dopo alcune ore sempre lo stesso soggetto ha ingerito batterie e lamette minacciando di tagliarsi la gola, Anche in questo caso l’intervento degli agenti in servizio ha evitato il peggio.

E’ questo l’ennesimo atto di violenza nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria in servizio alla casa circondariale di Orvieto. Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del SAPPE, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, prima di tutto sottolinea come “anche in questo caso, la freddezza del pur poco personale di Polizia Penitenziaria in servizio è riuscito a gestire l’evento critico, riportando alla calma il soggetto e accompagnandolo in pronto soccorso per le cure del caso”. Bonino denuncia: “ci si domanda come sia possibile che detenuti di tale pericolosità, con evidenti disturbi psichiatrici, vengano trasferiti alla Casa Reclusione di Orvieto, invece di essere dislocati in apposite strutture penitenziarie dove vi siano livelli di sicurezza maggiori e presidi sanitari specialistici interni. Ci si chiede ancora il motivo per il quale l’Ufficio detenuti del Provveditorato Regionale continui da anni ormai a commettere errori che mettono a repentaglio la sicurezza e la salute dei colleghi? Ci si chiede il motivo per il quale il neo Provveditore Regionale, insediatosi ormai da qualche mese, continui a rimanere silente sulle numerose segnalazioni di questa organizzazione sindacale circa i disservizi del distretto da lui amministrato”.

Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi di Orvieto e denuncia“quel che è accaduto, ad Orvieto ed a Terni pochi giorni prima, è di una violenza inaccettabile e ci ricorda, per l’ennesima volta, quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Eppure, nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha ancora dotato i Reparti di Polizia Penitenziaria di strumenti utili a fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino….”.