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Arrestato dai carabinieri di San Venanzo un cittadino romeno raggiunto da un mandato d’arresto europeo

Nella tarda serata del 24 ottobre i militari del Comando Stazione Carabinieri di San Venanzo hanno proceduto all’arresto di un cittadino romeno, classe ’93, residente nello stesso comune. L’uomo, dedito alla commissione di reati, è stato raggiunto da un mandato di arresto europeo, emesso dal suo Paese d’origine: la Romania. I reati che gli vengono contestati riguardano rapina aggravata e associazione per delinquere, commessi, appunto, in quel Paese.

I militari dell’Arma, conoscitori del territorio e dei soggetti di particolare interesse operativo, non appena hanno constatato che quel mandato era riferito ad un personaggio di loro conoscenza, hanno proceduto alla sua individuazione e, poco dopo, al suo arresto. L’uomo, a seguito delle formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Terni, a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.




I carabinieri fermano a Sferracavallo un 18enne alla guida senza patente e in stato d’ebbrezza

Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio volti a garantire la sicurezza dei cittadini, il contrasto all’illegalità ed in particolare in questo caso il rispetto delle norme previste dal codice della strada svolti dai carabinieri di Orvieto, nella notte di domenica, verso le 02.00, appunto una pattuglia ha individuato, nella zona di Sferracavallo, un’autovettura che zigzagava vistosamente in mezzo alla strada. I militari hanno quindi deciso di fermare il conducente, un ragazzo di 18 anni, del posto, che a seguito degli accertamenti risultava avere un tasso alcolemico pari a tre volte il limite massimo consentito, violazione che prevede anche la sospensione della patente di guida per un periodo da sei mesi a un anno e l’informativa di reato all’autorità giudiziaria.

Durante i controlli è emerso che il conducente si era messo alla guida dell’autovettura senza aver mai conseguito la patente di guida, motivo per il quale gli è stata contestata anche una sanzione pari a 5.100 euro e si è proceduto al fermo del veicolo per tre mesi. La particolare pericolosità della situazione, riconducibile tanto al mancato possesso del documento di guida quanto all’abuso di sostanze alcoliche, era in questo caso ampiamente aumentata dalle condizioni meteorologiche di ieri che rendevano il manto stradale estremamente viscido e pericoloso.

Tali comportamenti, oltre alle sanzioni normativamente previste, sono assolutamente da stigmatizzare perché mettono seriamente a repentaglio non solo la vita dell’incauto conducente, ma anche quella di innocenti cittadini che hanno la sventura eventuale di incrociarlo sul proprio cammino.




I Carabinieri denunciano un uomo alla guida di un furgone che ha provocato incidente con un TIR a Orvieto Scalo

Nella tarda serata del 5 settembre, i Carabinieri della Stazione CC di Orvieto, hanno deferito in stato di libertà un uomo per aver provocato un incidente stradale.  I militari intervenuti, avendo notato un traffico anomalo in una delle principali arterie stradali di Orvieto Scalo, ne hanno verificato la causa e, di lì a poco, hanno constatato un incidente, verificatosi poco prima, tra un furgone e un tir.  I militari intervenuti hanno immediatamente soccorso l’uomo alla guida del furgone che era in stato di semi-incoscienza.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso come il furgone avesse invaso la corsia opposta e si fosse schiantato contro il tir, proveniente dall’altra direzione. L’uomo, soccorso da personale del 118, una volta giunto al Pronto Soccorso, ha rifiutato gli accertamenti volti a definire l’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti e/o alcoliche.

Per tali ragioni, è stato denunciato a piede libero per le violazioni di cui agli artt. 186 e 187 del codice della strada. Il veicolo è stato sottoposto a sequestro amministrativo in vista della successiva confisca.




A tre anni esce di casa in cerca di qualcuno. I carabinieri denunciano i parenti del bambino per abbandono di minore

Nella notte tra il 4 e il 5 settembre un bambino di tre anni, lasciato da solo in casa, svegliandosi e non trovando nessuno ha deciso di uscire, incamminandosi a piedi scalzi lungo la strada deserta in cerca di qualcuno.  Il bimbo è stato notato da un passante mentre usciva dal portone e ha immediatamente allertato i carabinieri.  I militari appena raggiunto il bambino si sono accertati sulle sue condizioni di salute e dopo alcuni accertamenti, hanno rintracciato la madre e lo zio. 

Da una prima sommaria ricostruzione i Carabinieri hanno constatato che i parenti, visto che il piccolo si era addormentato, avevano deciso di uscire di casa, lasciandolo quindi da solo, libero di andare via di casa, cosa poi avvenuta.

Benché la situazione sia stata risolta rapidamente e nel migliore dei modi, in considerazione dello stato oggettivo di pericolo a cui il piccolo è stato esposto, e che avrebbe potuto comportare conseguenze di assoluta gravità, i fatti qui descritti sono stati oggetto di relazione all’autorità giudiziaria e i parenti del piccolo sono stati denunciati in stato di libertà per “abbandono di minore”, proprio in virtù dell’obbligo di proteggere il piccolo, vigilando sui suoi comportamenti, attuali o potenziali, così da prevenire eventuali pericoli in rapporto alle circostanze di tempo e di luogo.

Ulteriori accertamenti valuteranno il contesto familiare in cui il minore è inserito, affinché possano essere determinati compiutamente eventuali pericoli alla sua incolumità.




Il ricordo dei Carabinieri per i 40 anni dall’attentato al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

A 40 anni dalla morte, l’Arma ricorda il Generale C.A. Carlo Alberto Dalla Chiesa, e lo fa con una locandina celebrativa voluta dal Comando Generale dei Carabinieri.  La locandina riporta una frase celebre del Generale:“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”.

Il 3 settembre 1982 alle ore 21:00 circa, in un agguato a colpi di kalashnikov uccisi della mafia, persero la vita il Generale C.A. Carlo Alberto Dalla Chiesa, Prefetto di Palermo, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente della scorta Domenico Russo.  Sul luogo dell’eccidio, un anonimo cittadino lasciò un cartello affisso al muro: “Qui è morta la speranza dei palermitani onesti”.

Nominato Prefetto di Palermo il 6 aprile 1982, il Generale C.A. Carlo Alberto Dalla Chiesa, che negli anni ’70 fu in prima linea contro le Brigate Rosse, si insediò il 30 aprile, giorno dell’omicidio del Segretario Regionale del PCI Pio La Torre, Deputato, autore della proposta di legge che inserì nel Codice Penale l’articolo 416bis che prevedeva il reato di associazione di stampo mafioso, diventata, poi, legge, solo dopo la sua morte.




Donna 35enne guida senza patente perché sospesa e viene fermata a Ciconia dai Carabinieri dopo veloce inseguimento

Nella tarda serata del 30 agosto 2022, in piazza del Fanello a Ciconia, durante i previsti controlli del territorio posti in essere dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Orvieto, una donna di 35 anni, alla guida propria autovettura, già nota alle forze dell’ordine per pregresse vicissitudini, ha deciso di non fermarsi all’alt imposto dalla pattuglia dell’Arma, dandosi a precipitosa fuga. Immediatamente, scattava l’inseguimento durato 3 chilometri circa prima di essere definitivamente fermata.

La donna, sprovvista di patente di guida poiché già ritiratale lo scorso mese di luglio, ha ben pensato di evitare il controllo di polizia, tentando una vana fuga. Bloccata e fatta scendere dal veicolo, non soddisfatta di quanto già posto in essere, ha iniziato ad aggredire verbalmente i militari con minacce e ingiurie.

In ragione di tali fatti è stata denunciata per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e sanzionata in via amministrativa. Il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo per mesi 3.




Si trova faccia a faccia con il ladro nella sua casa a Ciconia, chiama i carabinieri e prova a fermarlo

Verso le ore 23.40 del 17 agosto è arrivata una chiamata con richiesta d’intervento al 112 proveniente da Ciconia. Il richiedente ha segnalato che al suo rientro ha trovato il proprio appartamento messo a soqquadro e la possibile presenza del ladro ancora all’interno della casa. L’uomo si è armato di un bastone e si è diretto verso la sagoma. Il ladro, vistosi scoperto, ha iniziato a fuggire attraverso la finestra del terrazzo calandosi, poi per due piani.

All’arrivo dei carabinieri la vittima del furto ha fornito una descrizione del ladro che, nel frattempo, si è dato alla fuga intimorito sia dalla reazione della vittima che dall’arrivo della pattuglia dei carabinieri. Le ricerche sono risultate comunque vane e il ladro è riuscito a asportare dall’appartamento 400 euro in contanti. In una nota diffusa dal comando provinciale i carabinieri sottolineano come sia importante fornire i dettagli in proprio possesso quando si richiede un intervento e che “ognuno di noi deve porre in essere tutte quelle attenzioni volte a rendere il più difficile possibile il furto dei propri beni all’interno delle proprietà”.




Giovane di 18 anni danneggia vasi sul Corso, i turisti avvisano i Carabinieri che lo fermano

I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile hanno denunciato un 18enne per danneggiamento aggravato. La sera del 15 agosto alcuni turisti, che in questi giorni affollano la città di Orvieto, hanno
segnalato ad una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile in transito sul corso che un giovane stava danneggiando alcuni vasi dinanzi ad un esercizio commerciale.
La pattuglia, raccolta la segnalazione, nel dirigersi sul luogo individuava il giovane che alla vista dei militari cercava di darsi alla fuga ma veniva prontamente raggiunto e bloccato. Il giovane 18enne, di nazionalità tunisina, veniva preso in consegna dai militari ed accompagnato presso gli uffici per il suo deferimento all’Autorità Giudiziaria di Terni.




Ruba le offerte nelle chiese di Allerona, fermato e denunciato dai carabinieri

Nella notte del 15 agosto un uomo, utilizzando un metodo piuttosto rudimentale ma rivelatosi molto efficace, è riuscito a estrarre il denaro dalle cassette delle offerte nelle Chiese di Allerona e Allerona Scalo.  Il parroco ha allertato i carabinieri appena accortosi del furto.  Le indagini si sono concentrate i9mmediatamente sulla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza installato in entrambe le parrocchie.  Il video non ha lasciato scampo all’autore del furto, lo stesso per le due Chiese.

Durante le ricerche, è stata segnalata proprio alla Stazione Carabinieri di Allerona la presenza di un trentenne che a piedi stava percorrendo la strada provinciale che da Allerona paese portava allo Scalo, la descrizione dell’uomo corrispondeva all’autore dei due furti, tanto che i Carabinieri si mettevano sulle sue tracce, riuscendo ad individuarlo in una zona boschiva dove aveva nel frattempo trovato un luogo sicuro per nascondersi.

Una volta rintracciato, lo stesso ammetteva l’addebito e veniva condotto pressi gli uffici della locale Stazione per tutti gli accertamenti ed il suo deferimento all’autorità giudiziaria di Terni. Le indagini degli uomini dell’Arma intanto proseguono per capire se l’uomo si sia reso protagonista di fatti analoghi in altri Comuni della provincia, nel frattempo l’operazione dimostra, ancora una volta, l’importanza della sinergia tra la popolazione ed i militari dell’Arma.




I Carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale di Perugia riconsegnano preziose pergamene all’Archivio di Stato di Orvieto

Sono state restituite nei giorni scorsi, alla sezione orvietana dell’Archivio di Stato di Terni, quattro importanti pergamene manoscritte illecitamente sottratte da quel fondo storico in epoca imprecisata, recuperate grazie all’intervento dei Carabinieri che le hanno intercettate in vendita nel web, alladirettrice Cecilia Furiani, dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Perugia, Tenente Colonnello Guido Barbieri. Si tratta di singole missive prodotte da: la Sacra Congregazione della Fabbrica di San Pietro datata Roma 28 luglio 1640; il Giudice auditore della Camera Apostolica Cristoforo Prospero Caffarelli datata Roma 24 luglio 1648; il Protonotario apostolico Ottaviano Raggio al Cardinale Angelo datata 20 luglio 1639; il Protonotario apostolico Cristoforo Vidman datata 02 agosto 1645.

Gli antichi documenti, visionati ed espertizzati da parte dei funzionari della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria sono stati dichiarati di notevole valenza storico-documentale per il loro particolare contenuto, trattandosi di atti concernenti argomenti amministrativi risalenti al periodo preunitario (metà del XVII secolo). Si tratta di scritti che risultano essere emanati dalle magistrature giudiziarie dello Stato Pontificio con il fine di regolare i rapporti di proprietà del territorio orvietano. In particolare, attraverso tali documenti venivano rese note, a tutte le cariche pontificie del territorio, le decisioni giuridiche prese dagli organi centrali sulle istanze presentate dai possidenti, fra i quali compare, in tutte le pergamene, la nobile famiglia dei Marabottini. Sul verso dei documenti è presente la dichiarazione autografa del pubblico balivo della Città di Orvieto, funzionario comunale incaricato di notificare le decisioni giuridiche. Le pergamene manoscritte, che immesse sul mercato antiquariale avrebbe fruttato circa duemila euro complessivi, sono importanti testimonianze delle vicende giuridico- amministrative che hanno riguardato il territorio orvietano dell’epoca e la loro particolare natura pubblica ne prevede la tutela ope legis rendendoli inalienabili, trovando la loro naturale collocazione presso un Archivio Pubblico, per essere studiati e consultati, e non nella disponibilità di un privato.

L’attività d’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Firenze ha preso avvio nel 2020 attraverso il monitoraggio del mercato antiquario e delle vendite online. Gli “investigatori dell’arte” attraverso l’analisi delle inserzioni riferite al commercio dei  beni culturali, sovente svolto senza alcun tipo di autorizzazione ed eludendo i controlli amministrativi previsti dalla normativa, individuavano un utente, successivamente identificato attraverso in nickname quale titolare di una regolare attività commerciale del settore antiquario operante nella provincia fiorentina, che proponeva la vendita di antichi documenti; fra le immagini fotografiche presenti a corredo dell’annuncio, venivano estrapolate quelle relative alle quattro pergamene manoscritte immediatamente sottoposte alla valutazione dei funzionari archivistici della locale Soprintendenza. Una volta ottenuta conferma circa la loro natura pubblica, veniva inviato all’Autorità Giudiziaria un circostanziato rapporto che dava origine alla perquisizione e al sequestro operati presso l’abitazione e l’attività commerciale del venditore, in questo caso indagato per il reato di ricettazione. L’ulteriore analisi compiuta sui documenti sottoposti ad expertise, ne consentiva di ricondurne la provenienza dal territorio orvietano nonché la loro effettiva demanialità con conseguente restituzione all’Ente deputato alla loro conservazione.   

Attraverso il monitoraggio del commercio antiquario svolto dai Carabinieri TPC in stretta collaborazione con gli Uffici periferici territoriali del Ministero della Cultura quali le Soprintendenze e gli Archivi di Stato, soprattutto per quanto riguarda libri e documenti antichi (molto ricercati e ambiti da collezionisti e appassionati della materia), è molto frequente imbattersi in beni culturali di appartenenza pubblica che, nella maggior parte dei casi, si scoprono essere stati oggetto di sottrazione indebita sovente rilevata a distanza di anni. Determinanti in questi casi le ricerche effettuate attraverso la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il database creato, gestito e alimentato dal Comando TPC, dove sono conservati milioni di informazioni concernenti immagini, descrizioni, resoconti investigativi comprese le denunce per reati commessi in danno del patrimonio culturale.

La restituzione al luogo di originaria provenienza delle due pergamene, così come già avvenuto per tante altre importanti testimonianze del passato, oltre a confermare l’impegno che da più di cinquant’anni caratterizza la peculiare attività svolta dai Carabinieri del Reparto specializzato dell’Arma nella ricerca e nel recupero di opere d’arte spesso ritenute perdute, permette alla comunità a cui appartengono di riappropriarsi di tasselli della propria storia identitaria, diffondendo nel contempo il principio di legalità alla base del rispetto e della salvaguardia del bene comune.