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I dipendenti della Basalto la Spicca consegnano in Comune 2500 firme a difesa del lavoro e dell’azienda

La data del 30 giugno è sempre più vicina e il rischio che l’attività della cava “Basalto la Spicca” si blocchi è sempre più concreta. I dipendenti stanno da tempo combattendo per il diritto al lavoro e per il loro futuro e il 24 giugno hanno consegnato nelle mani del sindaco e del presidente del consiglio comunale, le firme raccolte a loro sostegno e dell’azienda.

“Noi dipendenti della Basalto la Spicca SpA, a dimostrazione del consenso raccolto, accompagnati dal nostro sindacato, abbiamo consegnato il 24 giugno nelle mani del sindaco, vice-sindaco e presidente del consiglio comunale, più di 2500 firme per mantenere in attività la cava della Basalto la Spicca Spa e salvare i posti di lavoro.

C’è chi “confeziona” articoli e locandine allarmiste e mistificatrici contro una realtà lavorativa storica e importante come la nostra e ci sono persone che dimostrano il loro sostegno e una forte solidarietà perché ben conoscono le difficoltà del mondo del lavoro soprattutto in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo.

Tale supporto, con nostro piacere, non è venuto soltanto da cospicuo indotto che teme a sua volta un effetto domino con ripercussioni sul proprio lavoro, ma anche da coloro i quali sostengono la nostra causa ben conoscendo la realtà di una comunità che si sta sempre più spopolando, anche a causa della carenza di posti di lavoro, accentuando in modo rilevante la crisi del territorio orvietano.

Non è nostra intenzione assistere inermi, vorremmo evitare l’irreparabile, ovvero la chiusura di un sito estrattivo storico che non è assolutamente una “vergogna” bensì una risorsa da non perdere per Orvieto e per tutto il territorio nel quale siamo nati, cresciuti e orgogliosi di lavorare.

Ringraziamo pubblicamente coloro che ci sostengono”.




Agli “amici” non piacciono troppo neanche i “botti” del tiro al volo previsti per i mondiali di luglio

La sindaco Roberta Tardani è andata fin sul Lago di Garda per presentare i prossimi mondiali di tiro al volo shooting che si terranno a Orvieto il prossimo mese di luglio.  Intanto intorno al campo di tiro a volo Orvieto Shooting Range – Tav il Botto, nato in una parte dismessa della cava del Botto risistemata secondo le normative vigenti, tornano a volare i forestali per un sopralluogo dall’alto dell’intero impianto.  Lo scorso anno sempre all’impianto c’ era stata un’altra visita che non aveva trovato nulla da eccepire.  Anche la soglia del rumore durante le gare e le normali attività è nella norma ma a qualcuno questo evidentemente non basta.  Secondo Veniero Spada, consulente esterno della società di gestione dell’impianto, “sono i soliti noti che cercano di metterci i bastoni tra le ruote.  Il campo del Botto è in piena regola ma qualche amico del Botto non accetta.  Si parla di rumori – continua Spada – ma è chiaro che un campo di tiro a volo ne faccia un po’ ma tutto entro i limiti della normativa vigente, secondo i controlli effettuati”.

Proprio in un post FB “Gli amici del Botto” esprimevano la loro soddisfazione per l’annunciata manifestazione ma evidentemente non tutti gli amici la pensano allo stesso modo.  Intanto sono previste più di 800 persone per gli inizi di luglio così come tante ne erano previste nel 2020 per i campionati europei. “Purtroppo – ricorda Veniero Spada – il covid hi fortemente ridimensionato quell’evento portando i partecipanti a poco più di 250 unità, ma fu un successo.  Ora speriamo che sia la volta buona per il movimento del tiro al volo e per la città.”  Nel frattempo, gli organizzatori hanno già definito l’ampliamento temporaneo del perimetro dell’impianto sportivo. “Abbiamo chiesto ai nostri vicini dell’azienda Basalto la Spicca la possibilità di utilizzare una porzione di terreno che ricade nella parte di cava attiva e inviato alla Regione tutti i documenti richiesti.  Confidiamo che l’iter si chiuda nel più breve tempo possibile per poter poi lavorare a pieno ritmo per l’organizzazione dei mondiali di luglio”

Una parte degli “amici” del Botto non vogliono i mondiali di tiro a volo, tutti non vogliono la cava e l’impianto industriale, quindi “no” a ogni eventualità di crescita sportiva o economica, l’importante è che regni la pace.




Il “podere la Spicca” dal 16 marzo è sotto tutela perché d’interesse storico-artistico e culturale

La Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con decreto n. 32 del 16 marzo 2022, ha dichiarato di interesse particolarmente importante e sottoposto a tutte le relative disposizioni di tutela, il PODERE SPICCA.

Una decisione quella della Soprintendenza, come è scritto nella relazione inviata anche al Comune di Orvieto, contro il “rischio di perdita per possibili lavori di ampliamento della limitrofa cava di basalto denominata ‘La Spicca’”, all’esito del relativo procedimento, ai sensi dell’art. 10 comma 3 lett. a) e comma 4 lett. l) del D. Lgs. 42/2004.

Il Podere in questione si trova proprio al centro del I° stralcio del nuovo progetto di ampliamento presentato dalla società La Spicca, che sarà a breve oggetto della Conferenza dei Servizi della Regione. Come sottolinea la Soprintendenza nella sua nota:

“L’immobile si caratterizza per la presenza di una torre seicentesca attorno alla quale si sono successivamente addossate in più fasi le abitazioni e le stalle. L’insieme ora appare come un casale agricolo di forma quadrata sul quale al centro svetta la torre seicentesca, che nella parte alta conserva i motivi tipici delle colombaie. Nell’insieme si ravvisa sia l’interesse artistico, per la presenza architettonica della torre, che l’interesse di architettura rurale di interesse storico quale testimonianza dell’economia rurale tradizionale”.

L’importanza storica-architettonica e culturale che riveste il Podere è peraltro confermata dalla presenza nelle immediate vicinanze delle cisterne romane, già sotto vincolo, a testimoniare la continuità secolare di coltivazioni in un territorio connotato da forte struttura identitaria.

Un’importante notizia, dunque, per gli abitanti del Botto e delle Velette che si stanno battendo da mesi per evitare un nuovo ampliamento della cava, che avrebbe creato un’orrenda voragine al posto dell’intera collina sulla quale è ubicato il Podere in questione, per fortuna adesso protetto.

Un progetto di ampliamento della cava, ricordiamolo, passato sotto silenzio e neppure sottoposto a VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Motivo per cui è stato presentato un ricorso al Tar Umbria su cui è attesa a breve una decisione.