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Liste d’attesa, la Regione punta ad azzerarle entro la fine dell’anno

Smaltimento dell’82% delle prestazioni accumulate prima del 1 maggio, gestione entro i primi di ottobre della maggior parte di quelle rimaste, contenimento e gestione delle nuove al fine di raggiungere un totale di circa 35 mila prestazioni in lista di attesa entro la fine dell’anno. Questi alcuni dei temi al centro della riunione di questo pomeriggio che si è tenuta a Palazzo Donini alla presenza della Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, dell’assessore alla Sanità, Luca Coletto, del direttore regionale, Massimo D’Angelo e dei direttori delle Aziende ospedaliere e sanitarie locali.

Entrando nello specifico dell’andamento, delle 77.597 prestazioni in sospeso al primo maggio se ne sono gestite circa 64 mila, mentre lo smaltimento della quasi totalità delle 13 mila rimaste sarà contrattualizzato entro i prossimi 10 giorni, raggiungendo così l’obiettivo del Piano con la gestione di tutte le prestazioni pregresse. Per ciò che concerne le nuove prestazioni, si è registrato un incremento tra agosto e settembre, così come annualmente accade, raggiungendo quota 38 mila accumulate da maggio ad oggi. Di queste circa 20 mila riguardano i fragili per i quali si è scelto di preservare il principio di prossimità territoriale (over 65, oncologici e invalidi gravi) scelta che, seppur abbia rallentato lo smaltimento e provocato come detto gran parte delle nuove liste d’attesa, permette di offrire all’utenza un servizio più agevole. Intanto, la capacità produttiva delle Aziende sanitarie ed ospedaliere si conferma anche per questo ultimo periodo in linea ai livelli pre Covid, dato dimostrato anche dal fatto che ben oltre il 50% delle prestazioni pregresse è stato effettuato dal sistema pubblico mentre il restante è stato svolto dal sistema convenzionato, senza dunque ulteriore spesa da parte dell’utenza.

Durante la riunione la Presidente Tesei ha chiesto una ancor maggiore ottimizzazione nella gestione, una verifica puntuale delle agende e maggiori controlli nelle varie strutture che erogano le prestazioni al fine di arrivare a fine anno con 35 mila pazienti totali in lista di attesa. La presidente si è inoltre riservata di valutare la possibilità di ripetere un Piano straordinario per il prossimo anno, allo scopo di riuscire ad avere un equilibrio strutturale rispetto alla nuove prestazioni richieste.–




Nuova lettera di PrometeOrvieto sulla sanità all’assessore regionale e dg della USL, “profumo di elezioni”

Il profumo di elezioni comincia a farsi sentire in molti settori. Anche la Sanità non ne è immune, anzi, per la sua importanza nella percezione dei cittadini sta diventando uno dei campi principali di contesa. Da un lato le opposizioni organizzano proteste per il livello di servizio che indubbiamente non è sufficiente, dall’altro la maggioranza quando non sostiene che va tutto bene dichiara che è in netto miglioramento e che sta recuperando il disastro lasciato da quelli che governavano prima.

Dobbiamo precisare che come Associazione PrometeOrvieto siamo scarsamente interessati a questo modo di approcciare le cose: il semplice tifo come se si trattasse di tifare per due squadre avverse non ci piace; crediamo che tutto debba essere supportato da numeri, da impegni e da percorsi precisi nell’implementazione del nuovo progetto organizzativo. Sicuramente chi ha oggi la responsabilità di soddisfare le richieste, di governare l’insofferenza può e deve impegnarsi a definire gli obiettivi misurabili di breve e di medio periodo. I cittadini devono esprimere i loro giudizi e le loro insoddisfazioni che devono trovare risposta in chi ha la responsabilità del servizio.

Cari Assessore alla Sanità e Direttore Generale, vogliamo con la presente segnalarvi una iniziativa che con la collaborazione della scuola superiore Sant’Anna di Pisa è stata introdotta dalla regione Toscana.

https://www.santannapisa.it/it/news/lesperienza-del-ricovero-ospedaliero-toscana-analizzata-dal-laboratorio-management-e-sanita

Riteniamo che una cosa analoga possa e debba essere fatta anche nella nostra Regione, coinvolgendo i dipartimenti di Statistica e Sanità dell’Università; riteniamo possa essere anche estesa per monitorare in modo indipendente il funzionamento delle prestazioni diagnostiche fornite. In questo modo avremmo un metodo per misurare la qualità percepita delle prestazioni ospedaliere e delle prestazioni diagnostiche da parte dei cittadini. Ci sembra questo l’unico modo serio a cui fornitori di servizi, in particolare quelli sanitari, possono senza ricorrere al puro tifo da stadio ricorrere per produrre dati che possano essere comunicati e giudicati ed essere presi come base per un miglioramento continuo delle prestazioni.

Come sempre siamo a disposizione per ogni approfondimento e collaborazione ritenuto necessario.

PrometeOrvieto




Sospetta frattura? Per il CUP la radiografia dopo due mesi a Gubbio

Iniziano a essere troppe le disavventure di chi si rivolge al CUP per prenotare una visita o un esame diagnostico.  La Cgil ha replicato alla sindaca Tardani ma non c’è alcuna critica nei confronti di chi opera nei vari front office.  La vera critica è nei confronti di chi ha ideato un sistema cervellotico per stessa ammissione dei vertici della sanità umbra, assessore in testa.

L’ultima storia che ci hanno raccontato riguarda un giovane, nome di fantasia Francesco che lamenta un continuo dolore probabilmente per un piccolo incidente a scuola.  Passano pochi giorni e il 2 gennaio i genitori portano Francesco dal medico di famiglia.  Il dottore lo visita e decide di prescrivere una semplicissima radiografia per assicurarsi sulla possibile presenza, o meno, di una micro-frattura.  La ricetta è datata 2 gennaio

La richiesta viene inoltrata in forma smart.  Nella ricetta non è indicata l’urgenza massima. 

Dal 2 gennaio regna il più totale silenzio mentre il piccolo dolore continuo non abbandona il giovane Francesco.  Dal CUP non arrivano notizie.  Ma come d’incanto il 28 febbraio arriva l’agognata risposta, il 2 marzo Francesco finalmente potrà effettuare la sua semplice radiografia.  La soddisfazione dura pochi secondi perché l’operatrice poi specifica che l’appuntamento è all’ospedale Branca di Gubbio.  Sì, non è un errore, proprio Gubbio a oltre un’ora e trenta minuti da Orvieto. Quindi i familiari del giovane Francesco dovranno chiedere un giorno di ferie, non lavorare, accompagnare il paziente a Gubbio, attendere l’esame radiologico e ripartire per tornare a Orvieto.  Insomma circa tre ore di viaggio tra andata e ritorno, a cui aggiungere il tempo necessario per la radiografia.  Troppo anche per chi, come in questo caso, può decidere di utilizzare la sanità privata o di partire il 2 marzo destinazione Gubbio Ospedale di Branca. 

Era novembre quando in pompa magna veniva presentato il progetto di Casa di Comunità e il robot di ultima generazione per la sala operatoria in comodato gratuito per due anni.  In quella sede a fronte delle vibrate proteste del pubblico, non telecomandato, l’assessore Luca Coletto ha spiegato che il nuovo algoritmo CUP stava evidenziando delle serie incongruenze.  Le incongruenze tradotte, sono i viaggi a cui vengono obbligati gli assistiti umbri per poter avere diritto alle prestazioni sanitarie.

La vera riflessione da fare è: vale ancora la pena insistere con chi è riuscito e proseguire la strada del peggioramento che aveva portato alla sonora sconfitta del Pd e del centro-sinistra alle ultime elezioni regionali?  La pandemia non può essere la scusa buona per ogni tipo di disservizio.  Si tratta della salute, bene primario e garantito dalla Costituzione.  Se viene sbagliato l’algoritmo la colpa a monte è di chi decide le regole; se non si riesce a assicurare il normale funzionamento di un ospedale la colpa non può essere sempre di altri; se medici e infermieri mancano la colpa non è solo del numero chiuso, perché ai concorsi per altri lidi partecipano e i professionisti già occupati “salutano” Orvieto appena possibile.

Chi vince si conferma mentre chi perde, come in questo caso, si sostituisce perché i cittadini non possono soffrire per errori altrui, non possono pagare per algoritmi folli che obbligano tanti a tour non volontari della bellissima Umbria.




PrometeOrvieto, “tante segnalazioni su liste d’attesa nella sanità, ora le inviamo alle istituzioni sperando che così comprendano meglio i problemi”

Il 6 dicembre sorso, durante un partecipato incontro pubblico che abbiamo organizzato a Ciconia di Orvieto, ci siamo assunti l’onere di raccogliere segnalazioni di quanto non va nelle prestazioni sanitarie e di trasferirle alla Regione e al Comune di Orvieto.
Abbiamo anche aperto un indirizzo email dilloaprometeorvieto@mail.com
Il fine che perseguiamo è quello di “fare qualcosa”, di aiutare gli amministratori regionali a comprendere i problemi attraverso la loro puntuale casistica e chi subisce disagi di non sentirsi soli, che si può agire e che faremo tutto quanto ci è possibile.
Di seguito pubblicheremo brani di alcune comunicazioni emblematiche. Da quanto abbiamo rilevato risultano almeno due fatti chiarissimi.
Uno: in tutta la Regione le prenotazioni hanno tempistiche folli, di mesi o anni, che si riducono a due o tre giorni nel caso si scelga l’intramoenia.
Due: le prenotazioni non seguono una logica geografica o di età, per cui la prenotazione può essere a Orvieto per un paziente di Norcia o il contrario.
Tutti i ragionamenti relativi ai problemi creati dal Covid e alla mancanza di risorse, comuni a tutt’Italia, non servono a risolvere i problemi, ma soltanto a segnalarli. Ancor più se la presidente Tesei dichiara ufficialmente, in risposta al consigliere Tommaso Bori, che “abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi, si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze. Il costo degli amministrativi è del 20% della spesa totale: si tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale.
Insomma, ci sembra proprio che ci sia da lavorare senza dilungarsi sui danni lasciati da “quelli di prima”, sul Governo (di destra) che non investe, sugli strascichi del Covid “cancellato per decreto” dal Governo (di destra). Bisogna sapere come operare, avere l’autorevolezza necessaria e soprattutto volerlo.
Certo è che così non va, non va bene e non è giusto. La constatazione che tutto si risolve facilmente e velocemente soltanto pagando segnala una realtà inaccettabile.
Scrive CR che “ho iscritto mio figlio alla lista in oggetto (dentista) a Novembre 2016 al compimento dei 6 anni (ossia appena consentito dalla USL di competenza) ma ad oggi, a distanza di 4 anni, non siamo stati ancora chiamati.”.
D.C. ci segnala che “dall’11 marzo che sono in attesa di un esame senologico strumentale e ancora non mi hanno chiamato. Ho fatto diverse telefonate, chiaramente, non sa niente nessuno. Per assurdo mi hanno chiamato per lo screening mammografico ma sono stata esclusa perché io la prevenzione non la devo fare perché il tumore già l’ho avuto.”.
E poi un altro caso emblematico di incomprensibile confusione: “Racconto la storia di mio marito: 75 anni senza problematiche particolari, a giugno inizia ad accusare giramenti di testa che si fanno sempre più frequenti. Il medico prescrive visita otorino ed ecodoppler dei vasi del collo richiedendo lui stesso la prenotazione con urgenza entro i 30 GG. Questo accade a fine giugno. Arriva il messaggio visita otorino a Terni a fine luglio. Ecocolor doppler inserito in lista d’attesa. Siamo andati al CUP per capire se fosse possibile fare la visita otorino ad Orvieto, ci è stato detto di sì, abbiamo annullato la precedente prenotazione ed il giorno successivo fatta la visita dal dottor Carboni, esattamente 20 giorni prima della visita prenotata per Terni. Prima domanda: perché accadono queste cose? Il meglio è arrivato dopo. Per l’altro esame non arrivava mai la comunicazione della data, telefonate su telefonate al CUP, ore interminabili di attesa senza giungere a soluzione. Poi mi sono arrabbiata ed ho preso a male parole il povero operatore, dopo 10 minuti arriva il messaggio, appuntamento fissato per il 16 di ottobre a Terni in una struttura convenzionata. Fatti due conti abbiamo deciso di andare al Cidat a pagamento. Per fortuna nulla di grave. Purtroppo questa è la situazione, dall’alto vogliono la sanità privata e ci stanno riuscendo perché creano il problema che si risolve solo rivolgendosi al privato. Che schifo.
Il tono deluso e arrabbiato di F.M. è comprensibile, anche di fronte a un evidente incomunicabilità nel CUP.
Ancora: “ mio padre si frattura un dito, va al pronto soccorso di Orvieto, dopo una lunga attesa gli comunicano che è banale frattura che prevede un intervento.
Gli viene comunicato che questo intervento non lo fanno più ad Orvieto e che deve andare a Terni, quindi passare dal loro pronto soccorso, meglio se di pomeriggio. Nessun invio quindi è stato fatto da Orvieto, mio padre è andato al pronto soccorso di Terni e ha fatto nuovamente la trafila.
Qui gli hanno confermato che era da operare e lo hanno chiamato per la settimana successiva. Poi è dovuto andare per il controllo, una visita in cui gli hanno tolto la fasciatura, guardato i punti e messo il disinfettante. Dovrà tornare per togliere i punti. 4 viaggi a Terni, in cui non potendo guidare, ha chiesto a noi familiari di accompagnarlo. Quindi abbiamo preso permessi/ferie etc e in parte si è organizzato da solo andando con il treno, quindi attendendo due ore prima e due ore dopo la visita perché il treno non c’era.
Posso capire essere inviati a Terni per interventi importanti che richiedono specializzazione e reparti dedicati, ma per interventi come questo è possibile che si debba chiedere alla cittadinanza di andare a Terni quando potrebbe essere risolto sul territorio?  Almeno evitare l’accesso al pronto soccorso di Terni e la visita di controllo
”.
Ci racconta S.M. che “sembra che in tutta l’Umbria, quindi Usl Umbria 2 e 1, non ci sia più un dermatologo disponibile in regime SSN. Da 2 mesi esatti, prescrizione alla mano, provo a prenotare una visita dermatologica tramite cup.regione.umbria.it e non trovo disponibilità pur estendendo la ricerca a tutta la regione. Non appaiono nemmeno appuntamenti a 6/12 mesi, nulla.

È credibile che tutti i dermatologi delle Usl umbre siano già impegnati per tutto il 2023 e oltre?Mi rivolgo a voi sperando che la voce di noi cittadini e contribuenti possa essere ascoltata da chi si occupa della gestione del servizio sanitario.”.

M.Z. segnala che “Ma non è che dall’altra parte dell’Umbria le cose vadano meglio.”

R.B. ci racconta che “sono due mesi che cerco di prenotare una visita oculistica per mia madre, 83 anni, che ha avuto in passato delle piccole ischemie in un occhio. Non la cerco dietro la porta, ma nemmeno così lontano da dover traversare mezza regione o più. Ad oggi, le uniche opportunità, che non ho accettato, erano Orvieto, oppure Branca. Partendo da Cascia, con una persona anziana e malata. Ditemi voi se va tutto bene.”
Questi sono soltanto alcuni casi, tutti uguali, tutti determinati dalla sciagurata scelta di organizzazione della prenotazione, senza filtro di età e di residenza, con un evidente utilizzazione dei medici irrazionale e comunque non funzionale, soprattutto alla luce della disponibilità di medici superiore alla media nazionale.

Spediremo al Presidente della Regione, all’Assessore alla Sanità, al Direttore generale della USL UMBRIA2 e anche per conoscenza al Sindaco di Orvieto, al Responsabile del distretto e al Direttore sanitario del territorio tutte le segnalazioni pervenute con la speranza che vogliano attivarsi per fare di più per i cittadini che sono a disagio; chiederemo inoltre un appuntamento all’assessore per poter meglio comprendere e, eventualmente, essere utili.

Aiutiamoci ad aiutarci. dilloaprometeorvieto@gmail.com

Firma la petizione: https://chng.it/tFKg7Hp6RC




PrometeOrvieto chiede il mantenimento del Distretto sanitario a Orvieto e una commissione per controllare i lavori legati al PNRR

Dopo l’assemblea pubblica del 6 dicembre dal titolo “Sanità negata” l’associazione PrometeOrvieto ha inviato una lettera alle autorità sanitarie e politiche regionali in cui viene richiesto il mantenimento del Distretto sanitario e la creazione di un comitato di controllo e partecipazione. Di seguito il testo della lettera e il link per firmare la petizione online sempre di PrometeOrvieto.

Gentilissime Autorità,

si è svolto il 6 dicembre scorso in una sala del centro anziani di Ciconia di Orvieto gremita di cittadini l’assemblea pubblica: Sanità negata-aiutaci ad aiutarci, organizzata dall’Associazione PrometeOrvieto.

PrometeOrvieto ha presentato i risultati dell’ascolto del territorio orvietano e delle esperienze poco felici dei cittadini alle prese con la Sanità pubblica; le segnalazioni erano state raccolte per il tramite della mail dilloaprometeorvieto@gmail.com e della pagina facebook della medesima associazione.

Ad onor del vero, probabilmente a causa di un malessere comune e ben distribuito in tutto il territorio regionale, le lamentele sono giunte da tutta l’Umbria, da Città di Castello ad Amelia, da Narni a Foligno, da Foligno a Castiglion del lago e via dicendo. Con ciò, contribuendo a dipingere un panorama dei servizi sanitari pubblici decisamente in affanno.

Sono state raccolte le firme dei partecipanti alla piattaforma che segue. Con i medesimi contenuti sarà attivata nei prossimi giorni un’ulteriore raccolta di adesioni utilizzando le potenzialità dei social.
Queste le richieste a cui hanno aderito i cittadini sottoscrittori.

1) Richiesta di mantenimento del Distretto sanitario dell’Orvietano 

presidio organizzativo irrinunciabile per una più corretta programmazione, gestione e controllo dei servizi per la salute.

2) Creazione di un Comitato di controllo e partecipazione

a- per il monitoraggio dell’effettiva esecuzione delle attività che Regione e Asl2 dovranno porre in essere per il miglioramento dei servizi sanitari territoriali nell’Orvietano (reintegrazione dei medici di medicina generale mancanti, liste di attesa per esami e razionalizzazione del CUP)

b- per il monitoraggio dell’effettiva assunzione del ruolo di DEA (Dipartimento di emergenza-urgenza e accettazione) di primo livello da parte dell’ospedale di Orvieto

c- per il monitoraggio dell’effettiva realizzazione nei tempi programmati della Casa di Comunità e dell’Ospedale di Comunità ad Orvieto

PrometeOrvieto presenterà a Lei Signor Presidente e a Lei Signor Assessore alla Sanità della Regione Umbria, nonché alle Autorità locali sanitarie, quali il Direttore della Ausl Umbria ed il Sindaco di Orvieto, le firme raccolte e chiederà all’Amministrazione regionale di concordare con la sottoscritta Associazione incontri periodici mensili volti a monitorare la situazione delle iniziative inerenti la ristrutturazione dei servizi sanitari umbri, così come promessi, e la situazione del livello di efficienza dei medesimi servizi.

firma la petizione on line:

https://chng.it/tFKg7Hp6RC

PROMETEORVIETO




29 novembre, la sanità, i progetti, i programmi e la cronaca delle proteste nella Sala dei 400

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29 novembre, la data più importante per la sanità orvietana: presentazione di progetti e programmi. L’attesa è stata carica di tensione che inevitabilmente si è poi scaricata prima, durante e dopo l’appuntamento a cui hanno partecipato presidente e assessore della Regione, il direttore generale della USL Umbria 2, il dg della sanità umbra, la sindaca di Orvieto. Insomma tutti sul palco per spiegare cosa cambierà “in meglio” a loro dire per i cittadini.

In platea medici, dipendenti USL, cittadini, consiglieri comunali, politici, sindacalisti, rappresentanti di associazioni varie, tutti lì pronti a domandare e ascoltare.

Prima della presentazione un folto picchetto di cittadini, sindacati si è ritrovato sotto il Palazzo del Popolo per sottolineare le difficoltà della sanità orvietana. Poi in sala i mormorii e le proteste aperte che a tratti hanno interrotto le varie relazioni. Tutta la cronaca e i commenti di Andrea Sacripanti, capogruppo della Lega, Cristina croce, capogruppo di Siamo orvieto, Martina Mescolini, capogruppo del PD, Ciro Zeno, Cgil Orvieto e Damiano Bernardini, sindaco di Baschi.




USL, Regione e Comune presentano progetti e programmi per la sanità nel territorio orvietano

La sanità orvietana, l’ospedale, il futuro dell’ex-ospedale in piazza Duomo sono gli argomenti all’ordine del giorno dell’incontro pubblico che si terrà il 29 novembre alle 17,30 al Palazzo del Popolo organizzato dalla Usl Umbria2 e dal Comune di Orvieto.

Sono previsti gli interventi del sindaco Roberta Tardani, anche assessore alla salute, di Donatella Tesei, presidente della Regione, dell’assessore regionale Luca Coletto, del direttore generale Sanità, Massimo D’Angelo, del dg della USL Umbria2, Massimo De Fino, di Massimo Marchino, direttore del Distretto di Orvieto e del direttore dell’ospedale orvietano, Patrizio Angelozzi.  L’obiettivo è quello di spiegare i programmi e i progetti per il potenziamento dei servizi territoriali e ospedalieri del territorio di Orvieto.

Una giornata cruciale anche perché se la riforma sanitaria rimarrà quella ormai nota, potrebbe essere il canto del cigno del Distretto di Orvieto e probabilmente potrebbe essere l’occasione giusta per conoscere, nei particolari, visto che è prevista la presenza dei tecnici della USL, i costi di realizzazione della Casa di Comunità accanto al Duomo e la loro sostenibilità a fronte dei soldi previsti con il PNRR e la lievitazione dei prezzi delle materie e dei lavori edili e, forse, anche il progetto di viabilità prevista per non ingolfare una parte delicatissima del centro storico della città.




La Regione trova i soldi per due ospedali mentre a Orvieto solo maquillage e poco altro

Passo dopo passo va avanti la programmazione sanitaria regionale con una nuova riunione operativa tra la presidente Tesei, l’assessore Coletto e il direttore generale D’Angelo. Sul tavolo la realizzazione di due nuovi ospedali, quello di Narni-Amelia e l’altro a Terni. Il dato certo riguarda i soldi con il decreto firmato sempre il 17 ottobre che prevede il finanziamento da parte dell’Inail di 84 milioni per il polo ospedaliero di Narni-Amelia e di 100 milioni per il nuovo policlinico di Terni. I primi 84 milioni andranno a finanziare l’opera di Narni-Amelia, mentre gli altri 100 contribuiranno al project financing previsto per l’ospedale di Terni così da rendere sostenibile finanziariamente la realizzazione.

Il comunicato ufficiale si conclude con una frase interessante, “…equilibrio tra i territori, nel rispetto di norme e procedure amministrative”. Resta da intendersi sulla parole “riequilibrio” che non sembra, nei fatti, essere reale per Orvieto. Si chiude e si allontana l’ultimo centro decisionale e cioè il Distretto, si opera un maquillage profondo dell’ospedale, ma sempre di maquillage si tratta, si investono soldi sull’ex-ospedale in piazza Duomo per la realizzazione, 12 anni dopo, della Casa di Comunità abbandonando il sito individuato fin dal 2008 nella ex-mensa della Caserma Piave e poi rientriamo come territorio in quello calderone di investimenti tecnologici previsti per l’intera Regione.

Certamente se si vuole ottenere un mero e secco risparmio economico nel breve termine indebolire, stabilizzare i posti letto, e favorire il trasferimento presso altri ospedali individuati come eccellenze, questa è la strada maestra ma la sanità non può essere trattata solo e esclusivamente come voce di finanza publica, c’è una parte fondamentale che riguarda la cura e la prevenzione per i cittadini senza alcuna distinzione. E nel medio periodo e addirittura nel lungo? Ci penserà, se vorrà, chi ci sarà, magari rimettendo nuovamente mano al PSR, ai livelli di assistenza, nella distribuzione, che purtroppo non corrisponde quasi mai alle vere esigenze dei territori, di incarichi, direzioni, uffici che vedono Orvieto sempre retrocedere nelle retrovie, con la politica sempre allineata e coperta sui desiderata dei referenti regionali, magari in cambio di qualche prebenda e strapuntino. Poco importa se dalle “eccellenze” siamo a circa un’ora, se per una visita o un esame clinico ci si deve sobbarcare un giro dell’Umbria, bella sicuramente ma in altri frangenti, se su Orvieto passano due linee ferroviarie e l’autostrada e l’afflusso turistico è piuttosto alto, se il territorio ha un’età media più altra di quella già abbondante dell’Umbria.

Tutto questo lo dovrebbe ricordare la politica locale, soprattutto quando da opposizione diventa maggioranza, perché da ormai troppi anni le urla dei banchi dell’opposizione diventano cinguettii quando si diventa maggioranza in ossequio al quieto vivere regionale che in altri territori è bilanciato dalla rappresentanza negli organi istituzionali, consiglio e giunta regionale, con Orvieto che mestamente è fuori da ogni gioco da molto, troppo tempo e intanto a Perugia decidono, disfano, declassano, nominano, trasferiscono negli altri territori non sempre capoluoghi provinciali o regionali.




Approvata dalla giunta regionale la variante al piano sanitario, i distretti diventano 4 e durata quinquennale

La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alla Salute, ha preadottato le proposte di modifica alla legge regionale del 9 aprile 2015, n. 11 –  Testo Unico in materia di Sanità e Servizi sociali – e contestualmente, ha adottato il Piano sanitario 2022-2026, dal titolo “Umbria: la salute al centro”.  Ora entrambi i disegni di legge passeranno al vaglio dell’assemblea legislativa dell’Umbria per la definitiva approvazione. Si tratta di due documenti di grande importanza per l’architettura della sanità in Umbria, soprattutto alla luce del fatto che l’ultimo Piano sanitario regionale ad oggi ancora vigente, è il PSR 2009-2011, approvato il 28 aprile del 2009.

La redazione del nuovo Piano Sanitario è stato pertanto, un obiettivo di primaria rilevanza per l’esecutivo regionale. Si tratta – ha spiegato l’assessore alla Salute – del primo Piano adottato a seguito della pandemia che ha messo a dura prova l’organizzazione della rete ospedaliera e dei servizi sanitari territoriali, facendone emergere i punti di forza e le debolezze. Inoltre, la contestualità della redazione del nuovo Piano Sanitario con la definizione del “Piano Nazionale di ripresa e resilienza”, ha comportato alcune attenzioni e  suggerito  ad esempio, l’opportunità di ampliare il periodo di vigenza del Piano regionale da tre a cinque anni, per adeguarne la valenza temporale ai tempi di realizzazione dei progetti del PNRR, cui le strategie del Piano sono indissolubilmente collegate, ma lasciando impregiudicata per i prossimi atti di programmazione sanitaria la facoltà di definirne i periodi di vigenza in base a contingenti valutazioni di opportunità. Da qui – ha precisato l’assessore – è nata la necessità di apportare modifiche al Testo unico che nella nuova versione, prevede anche che il Piano sanitario sia approvato con legge.  

Per la Giunta regionale quindi, la redazione del nuovo Piano Sanitario è stato un obiettivo di rilevanza strategica fondamentale che, con un forte intreccio dell’ambito sociale con quello sanitario, si è prefisso l’obiettivo finale di migliorare e rendere più sicure ed efficaci le prestazioni per i cittadini. Il consolidamento ed il rafforzamento dell’integrazione sociosanitaria si inserisce, di conseguenza, in un percorso virtuoso volto ad evitare duplicazioni di interventi, ad un uso più efficiente ed efficace delle risorse professionali e finanziarie, alla prontezza, appropriatezza e continuità delle risposte a vecchi e nuovi bisogni puntando, nel contempo, sulla prevenzione. Sul versante del procedimento, muovendo dall’analisi dello stato del sistema sanitario e sociale al 31 dicembre 2019 attraverso la stesura del Libro Bianco, è stato preadottato lo schema del nuovo Piano sanitario, ai fini dell’avvio degli adempimenti di concertazione sociale ed istituzionale. Quindi oltre ad espletare tale fase concertativa sono stati acquisiti i pareri del Consiglio delle autonomie locali (CAL), delle Conferenze dei sindaci e dell’Università degli Studi di Perugia. A seguito del parere del Ministero della Salute che ha  rilevato come l’impostazione generale del Piano Sanitario Regionale abbia ripreso le indicazioni prioritarie della programmazione nazionale, la Regione si è inoltre impegnata ad elaborare specifiche schede di intervento che, per ogni strategia delineata, definiranno gli obiettivi generali e specifici, le azioni attuative, con relativi target e cronoprogrammi che saranno oggetto di costante monitoraggio per misurarne il livello di raggiungimento.

In sede di concertazione è emerso, tra l’altro, che la prevista ripartizione del territorio regionale in due Aziende sanitarie USL e in 5 Distretti non risulta in linea con precedenti esperienze di collaborazione, scambi, che storia e tradizioni locali hanno consolidato in alcuni dei territori della regione. Ciò ha determinato un ripensamento nella configurazione dei Distretti, che dovranno passare da 5 a 4. Tale scelta non avrà risvolti nel testo del Piano Sanitario, se non per la configurazione delle Centrali Operative Territoriali, che rispetto al precedente modello proposto (1 hub e 5 spoke), passeranno a 1 hub e 4 spoke (ognuna delle spoke suddivisa in due moduli). Questa nuova configurazione, tra l’altro, risulta in linea con criteri e target previsti per la Missione 6, Component 1 dal Decreto del Ministero della Salute 20 gennaio 2022, recante la ripartizione programmatica delle risorse per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano degli Investimenti complementari.

Alcune delle tematiche da sviluppare e evidenziate in fase di concertazione, come la salute mentale, dipendenze, salute materno infantile e dell’età evolutiva, sostegno delle persone con disabilità, malattie rare, medicina di genere, assistenza agli immigrati e la salute in carcere, già riportate come criticità nel Libro Bianco, saranno oggetto di successivi e specifici atti di programmazione. Le principali novità introdotte nel PSR riguardano la Governance, con elementi di innovazione rappresentati dal Board per il governo del sistema sanitario regionale, il supporto del C.RE.VA (Commissione tecnica regionale  che valuta e autorizza le spese e gli investimenti delle 4 aziende), il nuovo sistema di accreditamento istituzionale, l’Assistenza Territoriale, la riduzione del numero dei distretti da 12 a 4, l’ istituzione delle Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità, le Centrali Operative Territoriali (COT), la presa in carico del malato cronico, il potenziamento delle cure palliative, la riconfigurazione delle Rete Ospedaliera in aderenza ai parametri del DM 70/2015, con revisione delle reti dei servizi clinici generali e della rete dell’emergenza e urgenza, l’istituzione dell’Ispettivo Regionale e la realizzazione dell’elisoccorso regionale. Prevista anche l’istituzione di un IRCSS, l’attuazione del Protocollo d’Intesa con l’Università degli Studi di Perugia di cui alla DGR 364/2022 e lo sviluppo dell’ecosistema digitale dei servizi per il cittadino.




Piccola risalita dei casi di covid-19 in tutta la Regione ma calano i ricoveri ospedalieri

La curva epidemica, come pure la media mobile a 7 giorni, in Umbria mostra un trend in aumento rispetto alle settimane precedenti. L’incidenza settimanale mobile per 100.000 abitanti all’8 marzo è pari a 897: questi i dati che emergono dal report elaborato settimanalmente dal Nucleo epidemiologico regionale e resi noti dall’assessore alla Salute, Luca Coletto. L’RDt sulle diagnosi calcolato per gli ultimi 14 giorni con media mobile a 7 giorni aumenta attestandosi ad un valore di 1,48. L’andamento regionale dell’incidenza settimanale mobile per classi di età mostra un trend in leggero aumento per tutte le classi d’età, più marcata nelle classi di età compresa tra 3 e 24 anni. Tutti i distretti sanitari hanno l’incidenza settimanale in aumento ma ancora inferiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti.

Rispetto alla settimana precedente si osserva una leggera diminuzione nell’impegno ospedaliero regionale (all’ 8 marzo 140 ricoveri di cui 5 in terapia intensiva), mentre si registrano nella settimana dal 28 febbraio al 6 marzo, 17 decessi. Rispetto alla settimana precedente si registra un aumento della percentuale di positivi sul totale dei tamponi (15.3 %) con un numero di test effettuati paragonabile.

“I dati – ha commentato l’assessore Colettomettono in risalto un aumento dei casi nella fascia della popolazione più giovane compresa tra i 3 e 24 anni, ma va detto che in realtà il numero dei positivi cresce in tutte le età e che i giovani sono decisamente più monitorati anche attraverso la scuola. Gli esperti del CTS e Nucleo epidemiologico regionale – aggiunge Coletto – riconducono l’aumento dei casi positivi a più fattori. Da una parte la diffusione al 60 per cento della variante Omicron2 sicuramente più contagiosa, dall’altra un calo di attenzione di tutti nell’adottare le precauzioni. Quindi, se la maggiore libertà e la ripresa della vita sociale dal punto di vista psicologico, sicuramente fa bene a tutti e in particolare ai giovani, di contro l’aumento dei contagi, visto che il virus continua a circolare, era previsto. Fortunatamente gli indicatori di gravità, quindi ricoveri e occupazione posti in terapia intensiva, non si muovono in positivo”.

L’assessore Coletto ha quindi rinnovato l’invito ad adottare tutte le misure che ormai conosciamo per proteggerci dal virus, sollecitando tutti coloro che “non si sono vaccinati con la terza o prima dose, a farlo al più presto perché i non vaccinati possono sviluppare forme più gravi della malattia prodotta dal virus”.