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Sabato 17 a Palazzo Coelli s’inaugura la mostra permanente delle opere di Livio Orazio Valentini

Organizzato dall’Associazione Livio Orazio Valentini, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Sabato 17 dicembre alle ore 16:30 presso l’Auditorium Gioacchino Messina di Palazzo Coelli, sede della Fondazione CRO verrà presentata l’esposizione permanente dell’opera di Livio Orazio Valentini e la raccolta delle piccole opere “familiari”realizzate in occasione del Natale.

La motivazione che ispira l’incontro è duplice come spiega Silvia Valentini, Presidente dell’Associazione: “presentare una sezione dedicata al complesso dell’opera del Maestro Valentini nelle sala mostra al piano terra di Palazzo Coelli che è dedicata alla mostra permanente: un riconoscimento che viene ad illustrare una ricerca artistica originale e prestigiosa nella città in cui l’artista ha vissuto e che offre dunque la possibilità continuativa di un dialogo con tutti coloro arrivano a visitare la meravigliosa Orvieto; ed illustrare un lavoro personale e protratto nel tempo che, in occasione delle festività natalizie, il Maestro Valentini ha realizzato per le tre figlie: un ‘dono’ fatto di cartoline, sempre con uno spunto preso dall’attualità degli eventi e con la sensibilità di artista e di padre che è nel suo stile inconfondibile. Una novità significativa che esce dal “privato” e testimonia di un’affettuosa e creativa ispirazione”.

L’incontro, coordinato da Alessandra Cannistrà, prevede gli interventi dei rappresentanti dell’Associazione, che ha voluto l’iniziativa, e della Fondazione CRO che ne ha reso possibile la realizzazione. Il critico d’arte Massimo Duranti che ha sempre seguito l’opera di Valentini, illustrerà i lavori esposti nella sezione dedicata a Maestro Orvietano presso la sala mostra di Palazzo Coelli, mentre Guido Barlozzetti presenterà e commenterà la raccolta delle piccole opere natalizie dell’artista. Cristiana Casaburo, dirigente scolastico del Liceo Artistico di Orvieto, parleràinfine, dell’intitolazione della scuola a Livio Orazio Valentini che qui ha trasferito nell’insegnamento la sua esperienza artistica.




L’Opera del Duomo e la città di Orvieto si preparano agli eventi per i 500 anni dalla morte di “magister Lucas de Cortona”, il Signorelli

Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo, e Antonio Natali, storico dell’arte, hanno presentato il calendario degli eventi dedicati ai 500 dalla morte di Luca Signorelli. Un carnet piuttosto ricco che partirà il prossimo mese di marzo con un ciclo di conferenze dal titolo “magister Lucas de Cortona” per approfondire la figura dell’artista.

Dalle sacre scritture della Bibbia, la Fabbriceria Orvietana ha scelto di trarre ispirazione per descrivere le celebrazioni che ricorderanno il 500esimo anniversario della morte di Luca Signorelli: “E vidi un Cielo Nuovo e una Terra Nuova”. Arte, architettura, teologia, storia e teatro, saranno gli argomenti su cui si incentrerà il percorso culturale che vedrà la partecipazione di importanti relatori: Francesco Federico Mancini e Cristina Galassi docenti dell’Università degli Studi di Perugia, Tom Henry professore di storia dell’arte presso l’Università di Kent e direttore del istituto di Kent a Roma, Antonio Natali, storico dell’arte, già direttore della Galleria degli Uffizi e attualmente membro del consiglio di amministrazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore, S.E. Monsignor Gualtiero Sigismondi, Vescovo della Diocesi di Orvieto  Todi e Padre Jean Paul Hernandez docente presso la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Pontificia Università Gregoriana.

Nell’aprile del 1499 Luca Signorelli assunse l’incarico di completare la decorazione delle due vele rimaste incompiute dal lavoro iniziale del Beato Angelico. L’intervento del Signorelli fu così mirabile che l’Opera del Duomo di Orvieto scelse di affidare all’artista anche la realizzazione del ciclo del Giudizio Universale. Il 23 aprile del 1500, il pittore sottopose al vaglio dei committenti i progetti per gli affreschi delle pareti e quattro giorni dopo ricevette ufficialmente l’incarico di portare a termine la decorazione dell’intera cappella. Tra il 1499 e il 1504, nella Cappella di San Brizio, egli illustrò il più importante ciclo rinascimentale dedicato alla trattazione di soggetti escatologici, comprendente Le Storie dell’Anticristo, il Finimondo, La Resurrezione della Carne, L’Inferno, L’Antinferno, La Chiamata degli Eletti e Il Paradiso. L’emozionante esperienza della vita di Luca Signorelli e del suo rapporto con la Cattedrale di Orvieto vivrà nel video che l’Opera del Duomo di Orvieto ha realizzato, per la produzione di Ruvido Produzioni e la regia di Igor Molino Padovan, di cui è protagonista il noto divulgatore scientifico e conduttore, Mario Tozzi. Il video documentario sarà pubblicato in occasione della prossima edizione di Umbria Jazz Winter che si terrà ad Orvieto alla fine del mese di dicembre, tramite il sito internet e i canali social dell’Ente e diffuso in città mediante totem interattivi e impianti multimediali.

Il programma delle iniziative prevede, inoltre, una proposta musicale curata dalla Cappella Musicale del Duomo di Orvieto, su tre appuntamenti che impegneranno l’organistaMaestro Riccardo Bonci e la Corale diretta dal Maestro Stefano Benini. Previsto anche il contributo musicale della Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” di Orvieto che nel corso del 2023 presenterà un concerto per pianoforte all’interno della Cappella di San Brizio, del Maestro Riccardo Cambri.

Ad autunno del 2023 la Compagnia Lombardi-Tiezzi allestirà dalla lo spettacolo “L’Oltremondo, Luca Signorelli a Orvieto”Fabrizio Sinisi compone per Sandro Lombardi un testo che, continuando la ricerca intorno alle Vite di Giorgio Vasari inaugurata da Federico Tiezzi, attraversa la vita di Luca Signorelli a Orvieto, immaginandone il capolavoro come un teatro di visioni, una vasta e crudele profezia dell’oggi.

Le iniziative per celebrare i 500 anni dalla morte di Luca Signorelli vedranno la collaborazione tra l’Opera del Duomo, la Diocesi di Orvieto-Todi e le istituzioni amministrative e culturali della città. Previste una serie di attività che coinvolgeranno il mondo della scuola e dell’associazionismo. Tutti gli appuntamenti del calendario dedicato al Signorelli saranno trasmessi in diretta streaming sui canali social dell’Opera del Duomo per diffondere più ampiamente le iniziative, non solo in presenza.




Per “invito a Palazzo” la Fondazione CRO sarà aperta il 1° ottobre dalle 10 alle 17

In occasione dell’iniziativa “Invito a Palazzo 2022”, promossa dall’ABI – Associazione Bancaria Italiana – in collaborazione con ACRI – l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio S.p.A. – la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto aprirà al pubblico le porte di Palazzo Coelli per le visite che si svolgeranno sabato 1° ottobre 2022, dalle ore 10,00 alle ore 17,00, con ingresso libero. Sarà l’occasione per vedere da vicino e visitare lo storico palazzo, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, che è stato oggetto di un attento e raffinato restauro nonché di un ampliamento con la creazione di una funzionale sala convegni. Lo storico Palazzo fu proprietà nel tempo di importanti famiglie come Coelli (1580), Febei, Lazzarini, Cialfi e per ultimi i Fumi. I locali museali di Palazzo Coelli attualmente ospitano i dipinti di Umberto Prencipe, le sculture bronzee di Paolo Pollidori, le opere del Maestro Orvietano Livio Orazio Valentini, le opere dello scultore Rupert Kreuzer e del pittore Markus Lehrmann. Il Palazzo a due passi dal Duomo si erge, in una posizione strategica e privilegiata, l’elegante e monumentale Palazzo Coelli, che prende nome dalla prima illustre famiglia che lo ha abitato. Nonostante la scarsità di fonti documentarie relative alla sua genesi, sembra che la paternità dello stabile possa essere attribuita a Ippolito Scalza o alla sua scuola. La facciata, con tre ordini di cinque finestre in basalto, presenta il portale decentrato, soluzione forse dettata dalla necessità di fondere unità preesistenti e disomogenee. Si suppone, infatti, che l’edificio, sorto su fondamenta medioevali, si sia sviluppato attraverso l’aggregazione, in epoche successive, di vari volumi e che gli ultimi interventi siano stati opera degli allievi del grande Simone Mosca. L’antica dimora gentilizia è appartenuta nel tempo ad importanti famiglie orvietane quali Coelli Febei, Lazzarini, Cialfi e Fumi. Nel 2000 Palazzo Coelli è stato acquistato dalla Fondazione per essere destinato a sede dell’Ente e messo a disposizione della collettività per finalità di interesse generale.

Patrimonio Artistico

La Fondazione ha beneficiato nel corso degli anni di importanti donazioni di opere d’arte da parte di soggetti che – al fine di conservare e valorizzare le opere e di perpetuare la memoria degli autori, nati o che hanno operato ad Orvieto – hanno ritenuto l’Ente un “custode” ideale in considerazione della qualificata operatività nel settore artistico-culturale.

Collezione Ciaurro Nel 2009 la Fondazione è stata destinataria di una donazione da parte della signora Maria Iole Colombini di 45 quadri del maestro Ilario Ciaurro. L’artista si trasferì a Orvieto agli inizi degli anni venti chiamato dall’amico e storico Pericle Perali a dirigere la sua fabbrica di ceramiche Arte de’ Vascellari; Orvieto, il suo Duomo, le sue campagne, i suoi vicoli e le sue case sono presenti nelle opere di Ciaurro testimoniando il fascino esercitato dalla nostra città.

Collezione Frittelli La Fondazione ha ricevuto nel 2004, a titolo di deposito, dagli eredi di Gino Frittelli alcune fra le opere più significative dell’artista fiorentino appartenente alla scuola dei Macchiaioli, che ha vissuto e operato a Orvieto dal 1922 al 1935.

Collezione Prencipe Nel 2006 Giovanna Prencipe, figlia dell’artista Umberto Prencipe (Napoli 1879 – Roma 1962), ha donato alla Fondazione una collezione composta da n. 87 opere (48 dipinti, 17 disegni e 12 incisioni). Il maestro ha vissuto ed operato ad Orvieto nei primi anni del ‘900, dove ha lavorato intensamente soprattutto a quadri di paesaggio, pervasi da una immensa dolcezza e serenità d’animo. Nel 2008 la Fondazione ha pubblicato la prima monografia dedicata all’artista ed inaugurato l’esposizione permanente della collezione nella sede di Palazzo Coelli, al fine di dare il giusto risalto alle opere d’arte e tramandare la memoria del valente pittore e incisore del Novecento italiano.

Collezione Pollidori Nel 2004 gli eredi dell’artista Paolo Pollidori hanno donato alla Fondazione una collezione composta da n. 21 gessi ed un bronzo, realizzati dallo scultore orvietano, vissuto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Le opere riflettono il dominante mondo interiore dell’artista, nel quale l’esistenza umana è sentita come dolore incombente e profondo ed è contemplata da un pensiero costante e assorto. I gessi sono stati successivamente tradotti in bronzo e distribuiti nelle sale di Palazzo Coelli; è stato realizzato anche un catalogo che raccoglie le note biografiche sull’artista, nonché un saggio critico del prof. Renato Bonelli. Nel corso del 2005 una successiva donazione ha permesso di giungere all’esposizione nel Palazzo Coelli dell’intera collezione Pollidori.

Collezione Valentini Nel 2022, la Fondazione ha dedicato una sala espositiva ad alcune opere del Maestro Orvietano Livio Orazio Valentini (Orvieto 1920-2008), pittore, scultore, ceramista, per anni docente di disegno dal vero all’Istituto Statale d’Arte di Orvieto; le opere di Valentini, hanno impreziosito il patrimonio artistico esposto presso la sede della Fondazione.




Al Museo Claudio Faina dal 9 luglio l’arte contemporanea legata agli etruschi di Luigi Marinella

“L’arte degli Etruschi riesce a parlare ancora agli artisti – sostiene Daniele Di Loreto, presidente della Fondazione Faina – e per questo il Museo “Claudio Faina” accoglie un incontro tra un artista contemporaneo e un passato solo all’apparenza lontano”. Sabato 9 luglio alle 11 sarà inaugurata la mostra di Luigi Marinella “Quarta dimensione. L’azione creatrice del tempo“.  Il pittore, che ha trascorso la sua adolescenza ad Orvieto, ha guardato indietro nel tempo, verso gli “Etruschi di Orvieto” – che dialogavano con gli Etruschi di altre città-stato, col mondo greco e magnogreco – e si è soffermato su diverse opere conservate proprio presso il Museo Faina: la “Venere” di Cannicella, il cippo a testa di guerriero proveniente dalla necropoli di Crocifisso del Tufo, la statua in terracotta da uno dei frontoni del tempio di Belvedere, il Gorgoneoin dalla stessa area sacra, canopi, vasi figurati di produzione attica ed etrusca, buccheri.

Alcuni dei quadri esposti e realizzati meno di recente dialogano invece con soggetti e temi mitologici diversi. C’è, comunque, un filo conduttore suggestivo lungo il percorso espositivo: è la “capacità creativa del tempo”, come l’ha definita il pittore con sensibilità e acume.

Luigi Marinella è nato a Napoli nel 1955. All’età di nove anni, la madre gli regalò un cavalletto e una scatola di colori ad olio e dipingendo trascorse le estati ad Orvieto. Diplomato al Liceo Scientifico e laureatosi poi in economia e commercio, dopo aver lavorato in diverse città italiane, è andato a vivere e ad insegnare a Venezia, città nella quale risiede. Non dimenticando però la passione giovanile, gli etruschi e la Città di Orvieto, ma cercando di “tracciare una linea al giorno”. Ha al suo attivo diverse mostre in Italia e all’estero (Milano, Bologna, Venezia, Friburgo, Los Angeles, Berlino).




Thomas Lange e Mutsuo Hirano presentano la mostra “La zattera di Medusa” fino al 26 giugno alla Sala Expo del Palazzo del Popolo

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Si è aperta la mostra “La zattera di Medusa” alla Sala Expo del Palazzo del Popolo degli artisti Thomas Lange e Mutsuo Hirano che abbiamo intervistato con il contributo del presidente del consiglio comuna, Umberto Garbini, a margine del vernissage che si è tenuto il 19 giugno. Pittura e scultura sono le protagoniste assolute, con il tema del naufragio, del viaggio nel tempo, e di Signorelli che, tra l’altro è presente nelle due opere che gli artisti hanno donato al Comune di Orvieto. Chi vuole può visitare la mostra fino al prossimo 26 giugno dalle 16 alle 20.




Alla Sala Expo dal 20 al 26 giugno Thomas Lange e Mutsuo Hirano con la mostra “la zattera della medusa”

Dal 20 al 26 giugno presso la Sala Expo del Palazzo del Popolo – orario di apertura 16 / 20 – si terrà la mostra di Thomas Lange e Mutsuo Hirano dal titolo “LA ZATTERA DELLA MEDUSA”.

La mostra, patrocinata dal Comune di Orvieto, sarà preceduta domenica 19 giugno alle ore 17 da un vernissage.  Dopo il saluto istituzionale e l’introduzione a cura del presidente del consiglio comunale, Umberto Garbini, seguirà Inno alla Gioia con le voci di Alessandro Picciolini e Thomas Lange, musica di Gabriele Tardiolo e Roberto Forlini.

Il famoso dipinto di Théodore Géricault è l’ispirazione della mostra La Zattera della Medusa“Il tema del naufragio – spiegano gli autori – può essere visto come un tema generale dell’umanità e quindi come un’indicazione della situazione attuale. L’esposizione di dipinti si presenta come scenografia teatrale del ‘disordine’ simulando la situazione del naufragio come simbolo dei problemi umani. Eppure la poeticizzazione del Disaster attraverso l’arte è segno di speranza”.

Nato a Berlino nel 1957, l’artista Thomas Lange focalizza la sua attenzione sulla tematica del tempo, sul confronto con il passato e sulla destinazione ultima dell’uomo. Alla fine degli anni ‘80 la sua prima opera entra a far parte della Collezione Würth, una delle più importanti collezioni private tedesche.

Mutsuo Hirano nasce nel 1952 a Hyogo (Giappone). Nel 1974 si laurea in Arte alla Tenri Daigaku University e l’anno successivo si trasferisce in Germania nella Repubblica Federale Tedesca. Studia Lingua e Cultura tedesca presso Philipps-Universität Marburg laureandosi in Storia dell’arte nel 1990; inoltre studia arte all’Istituto di Pittura e Grafica di Marburgo. Attualmente vive e lavora tra l’Italia e la Germania. Con la Galleria Nobili espone in due occasioni: RI-COSTRUZIONI (2013) a cura di Davide Sarchioni e KISU NO HI, il giorno del bacio (2017), curata da Kevin McManus.

In segno di ringraziamento alla municipalità orvietana, Thomas Lange e Mutsuo Hirano doneranno alla Città di Orvieto due loro opere.




Il Pozzo di San Patrizio entra nella rete mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco

Il Pozzo di San Patrizio di Orvieto entra nella Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco. Il capolavoro di ingegneria realizzato da Antonio Da Sangallo il Giovane è stato inserito nel Global Network of Water Museums (WAMU-NET) che attualmente comprende oltre 70 musei e istituzioni di 30 diversi paesi: dall’Italia all’Olanda, passando per Spagna, Francia, Regno Unito, Germania, Croazia, Romania, Cina, Corea del Sud, India, Turchia, Marocco, Burkina Faso, Uruguay, Messico, Stati Uniti e altri ancora. La Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua ha sede a Venezia ed è una delle 18 “iniziative faro” del Programma Idrologico Intergovernativo (IHP) dell’Unesco al Mondo, nonché l’unica a essere gestita dall’Italia. La missione, nell’ambito degli obiettivi dell’Agenda 2030, è promuovere il valore dei patrimoni acquatici ereditati, sia culturali che naturali. Musei e monumenti che aderiscono sono quindi impegnati, a vario titolo, nella realizzazione di progetti educativi sul valore dell’acqua e dello sviluppo sostenibile. 

“E’ un onore per noi – spiega il direttore esecutivo della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua, Eriberto Eulisse – poter accogliere un capolavoro come il Pozzo di San Patrizio di Orvieto all’interno della Rete che punta a promuovere un uso più consapevole dell’acqua e affermare un nuovo paradigma di sviluppo che abbia a cuore l’attenzione e il rispetto verso la natura. Riqualificare, tutelare e promuovere i patrimoni dell’acqua sia naturali che culturali su scala globale è lo stimolo per riportare l’attenzione verso quei capitali di conoscenza che nei secoli hanno generato modelli lungimiranti di gestione accorta dell’acqua. Per questo nella Rete WAMU-NET giocano un ruolo di primo piano non solo i musei in senso stretto ma anche gli eco-musei e i diversi patrimoni di civiltà delle acque, in quanto naturali prolungamenti di attività espositive e didattiche che coinvolgono tutto un territorio. Prosecuzioni che includono sia parchi e riserve naturalistiche che architetture e opere monumentali costruite per la loro speciale relazione con l’acqua, come appunto il Pozzo di San Patrizio.  Tutti questi patrimoni – aggiunge – costituiscono le preziose testimonianze di come attraverso i secoli e tramite un uso accorto e lungimirante dell’elemento liquido siano stati modellati veri e propri ‘paesaggi dell’acqua’ sia in ambito urbano che rurale. Valorizzando questi patrimoni di civiltà, arte e cultura, oggi si possono affermare anche nuove visioni e nuove politiche di sviluppo, volte a stimolare attività all’aria aperta e pratiche salutari di ecoturismo centrate sulla mobilità sostenibile”. 

“L’inserimento del Pozzo di San Patrizio di Orvieto all’interno della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco – commenta il sindaco e assessore alla Cultura e al Turismo, Roberta Tardani – oltre al prestigio di far parte di un importante circuito internazionale delle Nazioni Unite, ha una doppia valenza. Innanzitutto riporta l’incredibile opera di Sangallo, visitata ogni anno da 200mila persone, alla sua dimensione storica originale e alle funzioni per le quali venne commissionato e realizzato da Papa Clemente VII. Il messaggio che è impresso sulle mura del pozzo – quello che non aveva dato la natura lo procurò l’ingegno – dopo 500 anni oggi torna più che mai attuale e non potrà che essere amplificato dalle iniziative e dalle attività della Rete Unesco dei musei dell’acqua. Dal punto di vista della promozione, inoltre, l’adesione a WAMU-NET, la partecipazione agli eventi e alle campagne di comunicazione rappresenta un altro importante tassello di valorizzazione turistica del Pozzo di San Patrizio potendo entrare in un sistema di musei e monumenti dell’acqua su scala globale che raggiungono complessivamente un bacino di oltre 30 milioni visitatori all’anno. Entrambi gli aspetti trovano concretezza nel progetto che abbiamo recentemente presentato al Ministero della Cultura che punta da una parte ad accrescere la fruibilità del Pozzo di San Patrizio attraverso la realtà virtuale e la realtà aumentata e dall’altra, in linea con gli obiettivi del Programma Idrologico Intergovernativo dell’Unesco, a promuovere il turismo sostenibile creando percorsi esperienziali a piedi e in bici alla riscoperta delle principali ma meno conosciute testimonianze del patrimonio artistico di Orvieto collegate all’acqua e al sistema di approvvigionamento idrico della città”. 




Una serata dedicata a “La grande bellezza”. Missione compiuta al Liceo Classico e delle Scienze Umane

Il 27 maggio al Liceo Classico e delle Scienze Umane si è parlato di “Grande Bellezza”, anzi è andata in onda la bellezza. Un pomeriggio diverso tra musica, letteratura, astronomia e arte. Di solito non si scrive in prima persona ma si può fare un’eccezione.

Il filo rosso è il libro di Virginia Saba, giornalista ma non solo, dal titolo intrigante “Il suono della bellezza – note di vita e filosofia” edito da IF Press. Ma i veri protagonisti sono gli studenti che leggono brani di Saffo, Ovidio, Dante, Yourcenar, Dostoevskij. Nella serata della grande bellezza non c’è esclusione e quindi c’è spazio anche per uno dei grandi della letteratura, un russo. L’arte, quando non fa rima con propaganda, è tale e non ha confini, non ha padrini, non si può censurare, nascondere, mai! Da ex-studente c’era un po’ di emozione, è affiorato qualche ricordo di quei tempi, diversi sicuramente. L’immagine del preside, Mario Ciocchetti, sempre inappuntabile con il suo passo lento che guidava il Liceo come un buon padre di famiglia, severo ma giusto. Mentre gli studenti leggevano con pathos brani immortali mi sono tornate alla mente la lezioni di Nadia Bambini e del decadentismo francese. Lei leggeva in lingua originale e incantava. Sono flash che non mi distraggono dal presente. Poi è arrivato il viaggio nell’arte e nella semplicità di un docente di oggi, Stefano Ugolini, una lezione emozionante, che rapisce come raramente avviene. Si è partiti dalla maschera di Tutankhamon per finire con Warhol e le celebre Marilyn. E la grande bellezza inizia ad avere un senso perché l’Italia tutta è simbolo e Orvieto uno scrigno da custodire gelosamente. E ancora emozione con Frate Andrea Frigo, fisico e responsabile del planetario di Amelia. Con leggerezza ci fa conoscere l’infinito piccolo e grande, l’universo, le galassie, la perfezione della creazione e conclude con un semplice ma potente “amen”. Per finire la musica con la preghiera mistica ma allo stesso tempo umana, calda di “Dolce sentire”. Le note e il canto leggero cacciano per pochi minuti i pensieri, lo stress e la mente viene occupata dalla “grande bellezza”. Missione compiuta!

Le foto sono di Paolo Ercolani




L’artista orvietano Maurizio Rosella presenta il suo “circus” dove realtà e anarchia si intrecciano

Tanto affascinante quanto misterioso, il circo ha da sempre costituito una dimensione in cui realtà e anarchia si intrecciano in un filo sottilissimo, quasi invisibile, non dissimile da quello sul quale gli equilibristi compiono le loro acrobazie. È incredibile pensare come un piccolo spazio, delimitato da tende triangolari e dal colore sgargiante, possa nascondere al suo interno un mondo completamente a sé stante, in grado di suscitare quella sensazione di euforico stordimento che ci scombussola e ci lascia appagati, sognanti, meravigliati.

È proprio questa la sensazione che l’artista Maurizio Rosella ripropone nella sua collezione Circus, allestita nella chiesa di San Giacomo nella monumentale piazza del Duomo, ad Orvieto. Oltrepassando la soglia della chiesa, l’occhio è attratto da teli di plastica trasparente che, grazie ai fasci di luce, contribuiscono a rendere l’atmosfera fumosa delle luci da palco. A seguire, quadri di grandi dimensioni in bianco e nero, posti su cavalletti, ci accompagnano verso l’altare dove, alzando lo sguardo, erge il busto imponente di un’antica statua colossale e dalle tinte rosso fuoco che, tuttavia, sembra quasi potersi librare in aria, con una leggerezza tipica di una ballerina (1). Al circo, infatti, la realtà lascia il posto alla fantasia ed è in base a questa consapevolezza che l’artista, in Futura (2), dipinge il mondo secondo i propri desideri, offrendo alla sua nipotina, nata da poco, una manciata di colori affinché anche lei possa fare lo stesso.

Molto diversa è invece l’atmosfera onirica nell’opera Nocturn (3), nella quale regna l’ambiguità dell’immagine ibrida: una mano alzata che impugna una spada dalla punta animalesca. Le forme contorte incutono un senso di disagio e punteggiano uno scenario distorto e angosciante, quasi a trovarsi all’interno di una gabbia di leoni.

L’opera Achtung Baby (4) è invece introspettiva e irriverente: due volti molto vicini si guardano intensamente, del tutto assorti l’uno dall’altro, con labbra che sono sul punto di sfiorarsi. Tuttavia essi non si toccano mai, ma rimangono bloccati in un attimo di attesa infinito, che sembra scioglierli e raggrumarli. Del resto, il titolo è ripreso dall’album musicale del gruppo irlandese U2 che parla di separazioni e inadeguatezze che consumano il corpo e lo spirito.

A seguire Seduzione ionica (5), che parte da un mito classico – il ratto di Proserpina – e si traduce in una composizione nella quale immagini e combinazioni di colori offrono prospettive sempre nuove e inesplorate: da una nuvola di particelle si arriva a scorgere uno sciame, tramutatosi poi in un abbraccio soffocante. La scomposizione in forze contrarie rende bene l’anarchia del circo, una dimensione caotica in cui anche le leggi della fisica vengono sfidate. A tal proposito, nell’opera Spazio di Hilbert (6), l’artista cerca di trasporre in arte il concetto di spazio e di coordinate cartesiane acquisendo svariate interpretazioni a seconda della distanza, dell’angolo, della traslazione e della rotazione dei movimenti, come ad accentuare il fatto che tutto sia ambiguo e ingannevole. La particolarità del lavoro d Rosella risiede nel suo modo di creare perché, dipingendo sul retro del vetro, sembra quasi mettere l’opera al riparo, renderla inafferrabile. Come dice lui stesso: “Tutti abbiamo un’anima privata e irraggiungibile. Io ho afferrato quest’irraggiungibilità e l’ho applicata all’arte”.




Tre giorni con A.Ge. al “paese delle rose” sul tema “Per esserci. Percorsi tra arte, tecnologie e ambiente”

Il cambiamento delle società e di tutte quelle abitudini e comportamenti che prima venivano dati per scontati devono inevitabilmente inaugurare o ripristinare un più adeguato rapporto con l’ambiente, con il mondo e con la terra.   Da questa consapevolezza, l’A.Ge. / Associazione Italiana Genitori di Orvieto e il compositore rodologo Walter Branchi lanciano nei giorni 13-14-15 maggio 2022 una serie di approfondimenti sul tema “Per Esserci. Percorsi tra Arte, Tecnologie e Ambiente”. L’iniziativa è patrocinata da Comune di Orvieto, Gal Trasimeno Orvietano, Cittaslow e Cesvol, e si avvale di e numerose collaborazioni a partire dal Cnr e Fidapa Orvieto.

L’evento – ad ingresso gratuito – si svolgerà tra il centro storico alla Nuova Biblioteca Comunale “Luigi Fumi” e il borgo di Rocca Ripesena – “Il Paese delle Rose” – una location singolare nata dal progetto avviato nel 2008 da A.Ge., che oggi anche grazie al “Roseto didattico” è una realtà mantenuta viva attraverso il volontariato e la partecipazione attiva di tutti gli abitanti della frazione, e che sintetizza perfettamente le finalità della manifestazione.

La tre giorni coinvolgerà scuole, insegnanti, professionisti, operatori del turismo, artisti, studiosi di discipline scientifiche e umanistiche e, dopo due anni di emergenza sanitaria, vuole essere un primo passo verso un percorso di condivisione, cambiamento e consapevolezza, da offrire a tutte le generazioni e soprattutto ai giovani, alle scuole e all’intera comunità che educa per una riflessione lungimirante rispetto al futuro a partire dal cambiamento dei comportamenti individuali per incidere sui cambiamenti collettivi che fanno la differenza.  

“Age riparte dopo un momento di fermo anche se in realtà non si è mai davvero fermata – ha spiegato la presidente dell’Associazione A.Ge., Monia Pieroni in occasione della presentazione della manifestazione – l’evento infatti ci ha coinvolto da molti mesi sin dallo scorso autunno e scaturisce da un’idea di Walter Branchi che è stata accolta con entusiasmo; la forza è venuta da Martina Dal Savio e Lorenzo Ricci, giovani che hanno danno disponibilità a collaborare. Come hanno collaborato Andrea Graziani, la vicepresidente Francesca Compagnucci. Ripartire è sempre difficile ma piano piano stiamo mettendo insieme i mattoncini e per questo dobbiamo coinvolgere la città perché la rete fra i diversi momenti di aggregazione cittadina è essenziale, e la collaborazione di cui spesso si parla, non è sempre scontata. L’ambiente è un terreno comune ed è coerente con la nostra mission quindi dobbiamo lavorare per amplificare la collaborazione effettiva”.

“Una manifestazione che torna a rivivere dopo gli anni della pandemia e che non solo tratterà argomenti su cui la nostra città ha fondato gran parte della ripartenza post Covid ma sopratutto torna a mettere in mostra il grande lavoro delle associazioni che anche in questo periodo buio e complicato hanno continuato a lavorare sottotraccia per mantenere vivo e vitale il tessuto sociale cittadino” ha affermato il sindaco, Roberta Tardani che ha aggiunto: “l’Associazione A.Ge. è nata nel 2008 ad Orvieto e in questi anni il suo è stato un percorso di progettazione che il Covid ha temporaneamente fermano ma che oggi riparte con stimoli ulteriori. Ci sono le condizioni per la ripartenza del territorio. Orvieto ha sempre puntato sulla bellezza che ci ha dato la storia ora dobbiamo investire sulla cura dell’ambiente che riguarda tutta la comunità chiamata ad impegnarsi per raggiungere degli obiettivi. In questa città c’è tutto, serve maggiore coesione. Ma ci sono gli elementi con cui pensare al futuro. Le associazioni hanno lavorato tanto e anche durante pandemia ogni associazione ha continuato a programmare. Oggi si raccolgono i frutti di questo lavoro. Il progetto di A.Ge. è interessante per i temi che porta avanti e questi elementi sono la nostra forza verso uno sviluppo sostenibile. Il Paese delle Rose è uno dei percorsi su cui punteremo per il nostro territorio. Abbiamo acceso l’attenzione su Orvieto, ora guardiamo meglio alle bellezze”.

“A Rocca Ripesena, il ‘Paese delle Rose’ nasce da un’unione di privati cittadini che hanno creduto in un’idea perché credono in un ambiente particolare e collaborano fra loro per conservarlo nella sua bellezza – ha sottolineato Walter Branchi – l’appuntamento dei prossimi giorni è un evento nato ad Orvieto per il mondo e i problemi affrontati saranno quelli che interesseranno il mondo e le istituzioni. Uno di questi è la musica elettronica, musica inventata e non basata sul suono strumentale che guarda al futuro”. 

Anche Francesca Compagnucci vicepresidente A.Ge. e presidente Fidapa Orvieto si è soffermata sulla “grandissima potenzialità della manifestazione che oggi è all’edizione zero e che potrà avere uno sviluppo nazionale e internazionale. I temi trattati durante la tre giorni, saranno occasione di incontro tra generazioni per partecipare alle giornate di studio dove adulti e bambini potranno condividere insieme momenti di riflessione e laboratori pratici”.

Di seguito gli appuntamenti in programma: 

 Venerdì 13 Maggio 

15:00 – 15:30 – Biblioteca “Luigi Fumi” di Orvieto 

Presentazione della manifestazione

Saluti istituzionali di: Roberta Tardani – Sindaco di Orvieto, Gionni Moscetti – Presidente del GAL Trasimeno / Orvietano, e Anna Maria Turchetti Presidente Fidapa BPW Italy / Distretto Centro 

Introduzione al tema internazionale a cura della Past Laura Cicognolo

15:30 – 17:00 – Biblioteca “Luigi Fumi” di Orvieto 

Spunti musicali per una visione globale del mondo – 70 anni di musica elettronica

Walter Branchi – Francesco Galante – Agostino Di Scipio 

17:15 – 17:45 – Sala Eufonica Biblioteca “Luigi Fumi” di Orvieto 

Città invisibili, Rose impossibili – Progetto di Michela Mollia

Immagini ed elaborazione visiva di Josè Chavez Guerrero 

Testi di Italo Calvino (su prenotazione 327 2688655)

18:00 – 19:00 – Giardino della Biblioteca Luigi Fumi di Orvieto 

Ascolto musicale

Walter Branchi – Francesco Galante – Agostino Di Scipio 

21:00 – 23:00 – Cinema Corso di Orvieto

Proiezione del Film “Dusk Chorus” di David Monacchi e incontro con l’autore

• Sabato 14 Maggio

10:00 – 13:00 e 15:00 – 19:00 – Rocca Ripesena 

“La sensazione del suono” a cura dell’Associazione Culturale Metadiapason con Leonardo Zaccone e Giuseppe Silvi

(Laboratorio per ragazzi 12-16 anni. Su prenotazione 347 6860879)

10:30 – 13:00 – Rocca Ripesena, Sossogna

Il percepire camminato a cura di Walter Branchi 

con la collaborazione di Andrea Graziani (su prenotazione 338 1940386)

13:00 – 15:00 – Rocca Ripesena

Pic nic all’aria aperta (su prenotazione 393 9242113)

15:00 – 15:30 – Rocca Ripesena, Chiesa di Santa Maria della Stella

Germogli di vento di Giulia Ripandelli

Letture: Gianfranco Quero e Giulia Ripandelli

Interventi sonori: Paolo Modugno e Luigi Polsini

16:00 – 18:00 – Rocca Ripesena 

Laboratorio di fotografia naturalistica e macrofotografia con Roberta e Noemi

16:00 – 18:00 – Rocca Ripesena

Ripartiamo dall’Ambiente 

Francesca Caproni – Le esperienze del GAL Trasimeno Orvietano in tema di salvaguardia dell’ambiente

Andrea Graziani – Noi siamo ambiente  

A cura dei soci di Orvieto Linux – L’impatto ambientale delle tecnologie informatiche e la sostenibilità digitale  

Sara Moraca – L’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dei bambini 

Francesco Paola Presidente – MAB Unesco 

18:00 – 19:15 – Rocca Ripesena, Pianoro 

Dissodare la mente, coltivare la bellezza pratica yoga al Pianoro con Antonella Sciaboletta 

18:10 – 18:30 – Rocca Ripesena 

“Appunti dall’oceano” a cura di Livia Bartolucci IO CI SONO PER

18:30 – 19:00 – Rocca Ripesena, Chiesa di Santa Maria della Stella

Germogli di vento di Giulia Ripandelli

Letture: Gianfranco Quero e Giulia Ripandelli

Interventi sonori: Paolo Modugno e Luigi Polsini

19:00 – Rocca Ripesena 

Performance dei ragazzi del laboratorio “La sensazione del suono”

dalle 19:00 – Rocca Ripesena 

“Aperitivo Rosa” Pizza nello storico forno della rupe e altre specialità. Selezione vini a cura dell’Enoteca La Loggia

21:30 – 23:00 – Rocca Ripesena 

Focus Ambienti – Proiezione cortometraggi – ORVIETO CINEMA FEST

• Domenica 15 Maggio

9:00 – Oasi dei Discepoi 

Escursione in collaborazione con CAI Orvieto – Percorso di 10 Km, dislivello 400 m

9:00 – 10:00 – Rocca Ripesena 

Dissodare la mente, coltivare la bellezza pratica yoga al Pianoro con Antonella Sciaboletta 

9:30 – 10:30 – Oasi dei discepoli / Rocca Ripesena 

Passeggiata botanica e biodiversità con Maurizio Conticelli sul sentiero CAI

9:00 – 11:00 – Lungo il percorso CAI Rocca Ripesena 

Installazione artistica “Il terzo Paradiso”

In collaborazione con la Fondazione Pistoletto e con la partecipazione di Fabio Barbanera

10:00 – 11:00 – Rocca Ripesena

Visita guidata al Roseto – Walter Branchi

11:00 – 13:00 – Rocca Ripesena, Piazzale d’ingresso

Sara Moraca – L’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dei bambini 

Luciano Dottarelli – Dall’Ecologia all’Ecosofia 

Andrea Graziani – Noi siamo ambiente 

Maurizio Conticelli – Faggete depresse, boschi planiziali scomparsi

dalle ore 13:00 – Rocca Ripesena – Pizza nello storico forno della Rupe e altre specialità

Selezione vini a cura dell’Enoteca La Loggia

dalle 15:00 – Rocca Ripesena – Musica dal vivo con ORVIETO SOCIAL TRIO

15:00 – 17:00 – Rocca Ripesena 

Il percorso digitale delle Rose. Introduzione alla programmazione Scratch a cura dei soci di Orvieto Linux 

dalle 15:00 – Rocca Ripesena 

Bambù Lab – costruire insieme una lampada in bambù – Laboratorio a cura di Damiano Olivieri

Attacco d’arte – Laboratorio a cura di TOO ITALY

Con una rosa hai detto, vienimi a cercare – Laboratorio a cura di Associazione Artemide Il Cerquosino 

16:00 – 16:20 – Rocca Ripesena 

“Appunti dall’oceano” a cura di Livia Bartolucci IO CI SONO PER

17:00 – 17:30 – Rocca Ripesena

“Il terzo Paradiso” Video intervista a Michelangelo Pistoletto in collaborazione con la Fondazione Pistoletto e con la partecipazione di Fabio Barbanera 

Durante la giornata si svolgerà TraMercato: mercato delle produzioni contadine locali e del piccolo artigianato.

Inoltre, Sabato e Domenica a Rocca Ripesena si potranno apprezzare le installazioni: 

– Per guardare il cielo ed ascoltare il vento – Le Arpe Aeolie di Mario Ciccioli 

– Trasparenze di colore sospeso – Stefano Sevegnani 

– Dall’alto – Kristin Jones

Funzionerà il Servizio Navetta gratuito dal parcheggio Oasi dei Discepoli a Rocca Ripesena nei seguenti giorni ed orari:

Sabato 14 maggio dalle 15:00 alle 20:00, Domenica 15 dalle 09:00 alle 21:00.

In caso di maltempo alcuni eventi saranno ospitati presso la sede di Cittàslow International, Palazzo dei Sette, Orvieto.