Amici della Terra presenta la “sua” mozione ai sindaci dell’orvietano per evitare ampliamenti della discarica

L’Associazione “Amici della Terra” da anni segue con molta attenzione le vicende che hanno riguardato la discarica de Le Crete e, più in generale, la pianificazione inerente la gestione dei rifiuti e la sua attuazione. Le recenti decisioni assunte dalla Giunta regionale e dall’AURI in tema di nuove strategie pianificatorie e di indirizzi per il razionale smaltimento dei rifiuti nelle more della formazione del nuovo Piano di gestione integrata dei rifiuti, non sono condivisibili in quanto spostano in avanti i problemi, nonostante il preoccupante clima di emergenza per l’esaurimento delle capacità residue di smaltimento delle principali discariche regionali.

In tale contesto risultano evidenti le penalizzazioni a carico del territorio orvietano, che assumono una valenza non solo di tipo ambientale, ma anche e soprattutto politica.

Per tale motivo abbiamo proposto, insieme agli Amici della Terra club di Orvieto, uno schema di mozione sottoponendola al Consiglio comunale di Orvieto con l’auspicio che la possa approvare e farne oggetto di un serrato confronto con la Regione Umbria per sostenere le ragioni della Città di Orvieto.

Parimenti inviamo lo schema di mozione suddetto ai Sindaci dell’Orvietano, in ragione della natura comprensoriale che ha caratterizzato la discarica in località Le Crete nei suoi primi lustri di vita, affinché sostengano le ragioni del territorio da un punto di vista ambientale e politico.

Nel segnalare la nostra disponibilità a partecipare ad eventuali audizioni sull’argomento ed a fornire ogni utile chiarimento, porgiamo

Distinti saluti

Monica Tommasi

LO SCHEMA DI MOZIONE

Riferimenti istruttori

Deliberazione di Giunta regionale n. 1409 del 4/12/2018 “Gestione dei rifiuti. Azioni volte all’accelerazione del processo di riorganizzazione dei servizi di raccolta domiciliare, individuazione della disponibilità strategica per lo smaltimento dei rifiuti e indicazioni per il mantenimento della stessa nell’ottica dei principi dell’economia circolare”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 602 del 17 Luglio 2020 “Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. Istituzione del Comitato Tecnico Scientifico e avvio della fase di predisposizione dell’aggiornamento del Piano” è stato dato avvio alla redazione dell’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. L’esigenza nasce da una duplice osservazione: da una parte, con la direttiva (UE) 2018/850 il legislatore comunitario ha definito nuovi standard di gestione che impongono una revisione dell’attuale assetto, dall’altra, motivo ancor più cogente e rilevante del primo, si assiste ad un sistema di gestione territoriale che ancora, purtroppo, fonda la sua sostenibilità territoriale sullo smaltimento in discarica seppure, in questi anni, ha raggiunto obiettivi consolidati di raccolta differenziata di buon livello.

Deliberazione di Giunta regionale n. 110 del 24/02/2021 “Aggiornamento del Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti – Documento Preliminare. Approvazione e avvio processo di VAS”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 1 del 5/1/2022 “Aggiornamento del Piano di Gestione integrata dei Rifiuti. Indirizzo della nuova strategia pianificatoria” (fanno parte integrante dell’atto i seguenti allegati: Scenari di Piano ed indicatori_06_12_2021, Verbale_CTS_15-11-21-verspdfA);

Deliberazione di Giunta regionale n. 2 del 5/1/2022 “Discariche strategiche regionali: Fabbisogno di smaltimento e specificazioni tecniche e gestionali per il razionale utilizzo. Linee di Indirizzo in attesa dell’approvazione del Piano di Gestione integrata dei Rifiuti”;

Deliberazione del Consiglio Direttivo dell’AURI n. 1 del 14/01/2022 “Programmazione dei flussi di rifiuti agli impianti di trattamento e smaltimento nelle more dell’approvazione del Piano d’Ambito – primo semestre anno 2022”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 895 del 29/09/2021 “L.R. 16 febbraio 2010, n. 12, art. 12, comma 5. Pronunciamento della Giunta regionale sul motivato dissenso espresso da Amministrazioni non statali nell’ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale coordinato con A.I.A. del progetto di “Estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico-termovalorizzatore UL1 di Acea Ambiente srl ubicato in via Ratini n. 23 località Maratta Bassa, Terni (TR)”. Soggetto proponente: Società ACEA Ambiente srl”;

Premessa

La Regione Umbria, con DGR n. 602/2020, ha dato avvio all’aggiornamento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR) e con DGR 110/2021 ha approvato il documento preliminare di piano ed il rapporto preliminare ambientale ai fini dell’avvio della fase di consultazione propedeutica all’attività di elaborazione del piano (cd. scoping di VAS). Il nuovo piano dovrà analizzare, affrontare e risolvere le seguenti tematiche connesse al ciclo dei rifiuti:

  • “la chiusura del ciclo, ed in particolare il raggiungimento dell’obiettivo di conferimento in discarica non superiore al 10% dei rifiuti urbani così come stabilito dalla direttiva 850/2018/UE del cosiddetto pacchetto per l’economia circolare di prossimo recepimento;
  • il rispetto del principio di prossimità, che si declina con la tendenziale autosufficienza del sistema regione”.

La Regione Umbria, poi, con DGR n. 1/2022 e DGR n. 2/2022, ha rispettivamente fornito le indicazioni per dare seguito alla pianificazione in tema di rifiuti ed ha stabilito, nelle more del nuovo PRGR, le indicazioni per la razionale gestione delle discariche strategiche regionali.

In particolare, con la DGR n. 1/2022, vengono individuati vari scenari caratterizzati ciascuno da un diverso grado di impiantistica, rispetto ai quali viene approvato lo “scenario 1” descritto come segue: “Scenario Impiantistico 1: potenziamento del sistema di Raccolta Differenziata rispetto all’attuale livello con raggiungimento di performance pari ad almeno il 75%. Invio del rifiuto residuale indifferenziato a valorizzazione energetica per una quantità prevista di 130.000 t/anno a nuovo impianto di servizio per tutto il territorio regionale. Questa soluzione prevede l’impiego residuale di discarica per una quantità massima di circa il 7% dei rifiuti prodotti esclusivamente per la parte non valorizzabile e scarti di trattamento”.

L’allegato 2 della DGR n. 1/2022 prevede la messa a regime dello Scenario 1 tra il 2026 e il 2035.

La stessa deliberazione, in sede di analisi SWOT, prevede quanto segue a proposito di MINACCE e CONSEGUENZE MINACCE:

MINACCE Accettazione localizzazione impianto di WTE (cioè di un termovalorizzatore, ndr). Tempistica per l’approvazione e realizzazione impianto. Sovra dimensionamento nel caso di ulteriore riduzione del flusso di produzione.

CONSEGUENZE MINACCE La non realizzazione dell’impianto a causa della difficoltà localizzativa e di accettazione implica il mantenimento dello stato di fatto con la necessità di ulteriore sensibile programmazione spazi discariche con sensibile superamento dell’obiettivo di utilizzo discarica del 10%.

La DGR 2/2022 individua invece i fabbisogni di smaltimento ed il necessario incremento delle volumetrie delle discariche strategiche (Belladanza a Città di Castello, Borgogiglione a Magione e Le Crete a Orvieto), stabilendo le specifiche tecniche e gestionali per il loro razionale utilizzo. In particolare prevede un fabbisogno di oltre 1.000.000 di mc da ricavare mediante riprofilature e/o sopraelevazioni, e, dove non sia possibile, si prevede anche l’opzione di effettuare un limitato ampliamento con la creazione di un nuovo bacino limitrofo, di estensione limitata rispetto alla discarica preesistente indicativamente comunque non superiore al 30% dell’estensione del bacino esistente, nel periodo transitorio sino alla piena attuazione della nuova pianificazione.

A seguito degli atti regionali sopra richiamati, l’AURI, con deliberazione del Consiglio Direttivo n. 1/2022, ha programmato i flussi di rifiuti da smaltire nelle discariche umbre nel I semestre 2022, dando atto che la programmazione per l’intero anno 2022 sarà definita entro il 30/6/2022; la capacità residua delle discariche a quest’ultima data è stata calcolata in mc 513.250, di cui mc 369.050 riguardanti la discarica Le Crete dei Orvieto.

In considerazione dei quantitativi di rifiuti annui da smaltire, pari a circa 195.000 t (1 t = 1 mc), il sistema delle discariche regionali è destinato a esaurirsi già alla fine del 2024 / inizio 2025.

L’eventuale loro ampliamento sino a oltre 1.000.000 di mc, come sopra evidenziato, esaurirebbe la capacità delle discariche entro il 2030, mentre per giungere sino al 2035 ci sarebbe la necessità di un ulteriore ampliamento di 1.000.000 di mc e di rilevante consumo di nuovo suolo.

Tutto quanto ciò premesso,

Richiamate le competenze del Consiglio comunale in tema di pianificazione territoriale ed urbanistica ai sensi dell’art. 42 del TUEL (D.Lgs. 267/2000);

Considerato che, in base agli atti citati nei riferimenti istruttori, emergono enormi difficoltà su scala regionale per la gestione dei rifiuti a seguito dell’esaurimento oramai prossimo delle volumetrie disponibili e delle carenze impiantistiche;

Visto lo “Scenario 1” individuato dalla Regione Umbria per dare seguito alla formazione del nuovo PRGR, che tende ad esaurire nel breve termine (fine 2024/inizio 2025) le capacità residue delle discariche umbre, ipotizzando di chiudere il ciclo con la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore nella provincia di Perugia a regime nel 2026-2035;

Atteso che la costruzione dell’impianto suddetto, come anche evidenziato nell’analisi SWOT del documento preliminare approvato con la DGR 1/2022, andrà incontro a sicure difficoltà per la contrapposizione da parte delle comunità locali, come è facilmente deducibile da analoghe situazioni locali che riguardano il possibile utilizzo del CSS nei cementifici di Gubbio o dei rifiuti urbani indifferenziati nel termovalorizzatore di Terni;

Considerato che la stessa Regione Umbria, con DGR n. 895 del 29/09/2021, ha evitato di pronunciare un motivato dissenso nei confronti dei Comuni di Terni e Narni che avevano espresso un parere sfavorevole sulla possibilità di utilizzare anche rifiuti urbani nel termovalorizzatore sito a Maratta Bassa (Terni) e di proprietà di ACEA, ove si continuano a bruciare circa 100.000 t/anno di rifiuti speciali provenienti da altre regioni;

Evidenziato che tale ipotesi avrebbe ridotto sensibilmente il conferimento di rifiuti urbani in discarica, allungandone la durata nel tempo, con una riduzione delle emissioni in atmosfera da parte delle discariche e senza comportare un aggravio delle emissioni in atmosfera da parte del termovalorizzatore;

Sottolineato che, in sede di programmazione dei flussi di rifiuti stabilita con deliberazione del Consiglio Direttivo dell’AURI n. 1/2022, il Comune di Orvieto, tramite il proprio Sindaco quale membro dello stesso organo, ha espresso un voto contrario, peraltro ribadendo la contrarietà del Comune ad un ampliamento della discarica in loc. Le Crete durante una recente intervista sul TG3 regionale (Edizione delle 19,30 del 29/1/2022);

Ritenuto opportuno sostenere tale posizione di contrarietà per l’inaccettabile scenario definito dalla Regione Umbria che comporterebbe il rapido esaurimento delle capacità residue delle discariche a fronte della improbabile realizzazione di un nuovo inceneritore nella provincia di Perugia;

Atteso quindi che lo scenario suddetto comporterebbe un sicuro esaurimento delle volumetrie residue delle discariche nel breve termine ed una conseguente necessità del loro ampliamento, mentre appare sin da subito poco praticabile e non del tutto condivisibile la costruzione di un nuovo termovalorizzatore, che rischierebbe di non avere sufficienti quantitativi di rifiuti da bruciare a fronte del progredire del riciclo e della qualità della raccolta differenziata;

Considerato che gli atti della Regione Umbria e dell’AURI, mentre da un lato sottolineano la necessità di salvaguardare la capacità residua delle discariche, considerandole strategiche, peraltro in armonia con quanto indicato dal PRGR vigente e nelle linee della nuova pianificazione, dall’altro assumono decisioni in senso completamente opposto;

Visto che nel documento istruttorio contenuto nella DGR 2/2022, a proposito dei volumi delle discariche, si afferma che “sono stati riconosciuti quali riserva strategica regionale, da preservare con ogni ulteriore azione di contenimento dello smaltimento in discarica, in forza della Deliberazione n.1409 del 4/12/2018”, che peraltro prosegue come segue: “6) … compreso l’eventuale avvio delle frazioni non destinabili a recupero/riciclaggio a impianti di recupero energetico ubicati fuori dal territorio regionale; 7) di ribadire, nell’ottica di preservare la riserva strategica di cui al punto precedente e nel rispetto del principio di autosufficienza e prossimità di cui all’art.182-bis del D.Lg.s152/2006, il principio di prevalenza, nell’accesso agli impianti umbri, dei rifiuti urbani provenienti dal circuito umbro, rispetto a quelli di provenienza extraregionale;

Per quanto sopra riportato e nel sostenere la validità dell’inserimento della discarica in loc. Le Crete nel sistema di gestione dei rifiuti in Umbria, senza pertanto farne oggetto di sterili prese di posizione di tipo campanilistico;

Impegna il Sindaco

a sostenere con ogni iniziativa le ragioni finalizzate a impedire il rapido esaurimento delle discariche e di quella de Le Crete in modo particolare, e di adoperarsi affinché si proceda con estrema urgenza a ridurre drasticamente il conferimento dei rifiuti nelle discariche umbre.




Comune, Cosp Tecnoservice e Plastic free insieme per tenere pulite le sponde del Lago di Corbara

Un impegno congiunto tra istituzioni e cittadini per la pulizia dell’area intorno al lago di Corbara. Nei giorni scorsi l’Assessore ai Servizi manutentivi, Gianluca Luciani, ha effettuato un sopralluogo nell’area del lago di Corbara di competenza del Comune di Orvieto accompagnato dalla comandante della Polizia Locale di Orvieto,  Alessandra Pirro, dai responsabili della Cosp Tecnoservice e dai rappresentanti di “Plastic Free”Andrea Maiolini, Giorgio Pantarelli e Nicola Magrini, l’associazione di volontariato attiva sul territorio che organizza periodicamente iniziative di rimozione di rifiuti abbandonati in spazi pubblici e ambienti naturali.

“Abbiamo raccolto le segnalazioni e le indicazioni dei ragazzi dell’Associazione ‘Plastic Free’ – spiega l’assessore Luciani – per poter contribuire a migliorare le condizioni del lago di Corbara sia per le tante persone che ogni anno arrivano qui per la pesca sportiva sia per rendere la zona ancora più attrattiva dal punto di vista turistico. Per quanto riguarda l’area territoriale di competenza del Comune di Orvieto esiste già una postazione per la raccolta differenziata nei pressi del primo ponte sul lago che ora sarà ulteriormente ampliata incrementando i bidoni a disposizione. In accordo con Cosp Tecnoservice sarà posizionata una seconda postazione nella zona del Campo gara dal 1 aprile al 30 settembre, ovvero nel periodo di maggiore affluenza di pescatori. Provvederemo inoltre a installare in tutta l’area del Comune di Orvieto una cartellonistica che indicherà le postazioni per la raccolta dei rifiuti con l’auspicio che rappresenti un ulteriore deterrente contro la pessima abitudine di gettare e abbandonare i rifiuti in terra.  E’ nostra intenzione potenziare anche i controlli non solo attraverso il personale della polizia locale ma anche avvalendoci della collaborazione in convenzione con associazioni di volontariato che si occupano di tali attività. 
Solleciteremo infine anche il Comune di Baschi a prendere iniziative analoghe. Ringrazio l’Associazione ‘Plastic Free’
 – conclude l’assessore – per il prezioso contributo che offre all’ambiente e al territorio attraverso le proprie iniziative e per la fattiva e concreta collaborazione con le istituzioni dimostrata anche in questa occasione”. 




Intervista a Monica Tommasi, Amici della Terra, “con il nostro piano attenzione all’ambiente e niente sorprese sulla discarica di Orvieto”

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La questione rifiuti in Umbria è un vero e proprio nervo scoperto e Orvieto è uno dei nodi centrali con la discarica “Le Crete”. L’associazione Amici della Terra ha presentato un suo progetto per dare una scossa e aprire un dibattito serio su alcuni questioni e cioè CSS e termovalorizzatore. Monica Tommasi, presidente nazionale dell’associazione, ritiene che la vera emergenza siano proprio le discariche, ben più pericolose di impianti che “per campanilismo vengono avversati a livello locale anche se l’impatto ambientale di questi sia minore o praticamente quasi nullo”.

Sempre Monica Tommasi in questa intervista per il nostro approfondimento video “Zoom” sottolinea che non si può attendere troppo e che comunque la Regione con il suo piano ha evidenziato un cambio di passo, forse un po’ timido.




Amici della Terra, uscire dall’emergenza rifiuti si può, serve il CSS e il termovalorizzatore di Terni

Presentata da “Amici della Terra” in conferenza stampa una proposta per la gestione dei rifiuti.

Amici della Terra si è presentata in conferenza stampa con una sua proposta di gestione dei rifiuti. A partecipare c’era anche Antonino Ruggiano, sindaco di Todi ma soprattutto presidente di Auri. La presidente nazionale, Monica Tommasi, snocciola numeri, percentuali e bacchetta la Regione rea di essere stata ferma, “di non aver cambiato passo comportandosi in maniera simile alle altre giunte”; come dire destra o sinistra ma la musica non cambia sui rifiuti.

Amici della terra spiega che per gestire la politica dei rifiuti e uscire dalla gestione emergenziale in tempi brevi, “si deve partire con il CSS a Gubbio e utilizzare il termovalorizzatore già presente a Terni. Non si deve attendere quello previsto a Perugia che dovrebbe essere pronto non prima del 2024 per poi andare a regime nel giro di qualche anno. Troppo tardi per le discariche che rimarrebbero fondamentali e non marginali visto che i rifiuti destinati agli impianti esistenti in Umbria dovrebbero arrivare al 7% del totale ma in tempi non predeterminati. Potrebbe essere tardi”.

Per Amici della Terra è necessario avviare un impianto di produzione di CSS a Gubbio e autorizzare l’impianto di termovalorizzazione di Terni senza perdere ulteriore tempo nella ricerca e costruzione di un impianto ex-novo nel perugino. “Non possiamo perdere tempo e con questi due impianti potremmo evitare che le discariche rimangano ancora un punto fondamentale nel ciclo dei rifiuti in Umbria. Con il piano presentato dalla Regione tutto andrebbe a rilento e a rimetterci sarebbero i territori su quali insistono le discariche”.

Alla conferenza ha partecipato anche Maurizio Conticelli, ex-amministratore ma soprattutto esponente della prima ora dell’ambientalismo equilibrato e attento. “Ricordo che promuovemmo il comitato Leonia, dal nome della città invisibile di Calvino simbolo del consumismo, per evitare ampliamenti della discarica. Con Amici della Terra siamo su una lunghezza d’onda simile ma l’attenzione rimane e rimarrà sempre alta”. Ruggiano, da parte sua, ritiene giusto il progetto presentato dall’associazione guidata da Monica Tommasi a livello nazionale e da Taira Bocchino, a livello locale, ma “è ingeneroso dire che la Regione è stata ferma. Abbiamo dovuto affrontare un’emergenza e le strade percorribili nel brevissimo termine sono assai strette. Tutto si può migliorare e ritengo il contributo di Amici della Terra scevro da ideologie politiche, tecnico e puntuale. Sicuramente verrà preso in considerazione anche perché oltre all’emergenza rifiuti c’è anche la necessità di tenere sotto controllo le tariffe, alte in Umbria”.

Il progetto di Amici della terra, dunque, sembra essere quello più veloce per tornare a una gestione del ciclo dei rifiuti non emergenziale, andando anche a produrre energia per le cementiere di Gubbio e a Terni mentre le discariche diverrebbero effettivamente marginale nel giro di pochissimi anni evitandone il collasso e il mantenimento dell’emergenza sine die.

Link al sito di “Amici della Terra”: https://www.amicidellaterra.it/




Gian Luigi Maravalle al PD di Ficulle, “Politica dalla memoria corta con indiscutibili responsabilità che stride con la realtà ed il presente”

Forse sbaglio ma la situazione dei rifiuti non nasce ieri come il Circolo PD vuol far credere e la soluzione ad una seria crisi a livello regionale non è l’apertura dell’isola ecologica a Fabro. Siamo ormai abituati alla politica dalla memoria corta, ma le giravolte, prescindendo dall’autocritica, non sono altro che goffi tentativi di rinnovarsi, che evidentemente non assolvono dalle responsabilità di quanto fatto e non fatto in passato: a Ficulle, a proposito di ambiente, un esempio è la mancata tutela del calanco di Santa Cristina previsto nel potenziale aumento della discarica di Orvieto, che sarà risolta dall’attuale Amministrazione in sede di approvazione del PRG Operativo. Ma stiamo all’attualità anche considerando che il Mondo non finisce al bel Borgo dell’Alto Orvietano.  

Strategia Rifiuti zero. Come riportato da innumerevoli studi la realizzazione di un sistema “Zero Waste” che tutti auspichiamo non è attuabile in un giorno e non può prescindere da una strategia nazionale ed internazionale. Nel mentre a causa dei ritardi accumulati dalle amministrazioni passate in Umbria sussiste una situazione di grave emergenza rifiuti. Oggi urgono soluzioni all’altezza dell’emergenza, e considerando la crisi attuale, che tengano conto anche di altri fattori, come ad esempio l’impennata dei costi dell’energia che grava sulle famiglie, sulle imprese ed avrà riflessi su ogni genere di approvvigionamenti, oltre che evidentemente sul costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Inoltre, l’idea del termovalorizzatore, vale ricordare al Circolo PD, nasce dalle precedenti amministrazioni regionali: non è un’originale soluzione di oggi. Tanto è vero che in passato si discuteva sul dove realizzare l’impianto e della sua sostenibilità, al tempo con buona pace del Circolo PD ficullese.  

Come d’altro canto le ragioni della mancata apertura dell’isola ecologica di Fabro non è addebitabile al presente e tanto meno al Comune di Ficulle che non è capofila dell’investimento, come surrettiziamente il Circolo PD ficullese vuol far credere. Oltre tutto, rispetto all’apertura dell’isola ecologica, a Ficulle non è mancato l’interessamento congiunto e collaborativo della maggioranza e dell’opposizione: esiste altro modo di fare politica. Ed è altresì vero che l’Amministrazione di Ficulle ha messo in campo, anche attraverso l’ausilio dei Carabinieri Forestali, ogni azione per migliorare le percentuali di raccolta differenziata. A riguardo dall’analisi svolta con il Gestore è emerso che la percentuale registrata è condizionata anche dalla bassa confluenza di materiali quali: l‘edile, i metalli ed i legnami. Conseguentemente, stando ai dati, si  evidenzia come la migliorabile percentuale della raccolta differenziata nel Comune di Ficulle non è esclusiva responsabilità dei cittadini o dell’Amministrazione e potrà risultare  incrementata con l’auspicata apertura dell’isola ecologica. Come sempre fatto il Comune di Ficulle seguiterà a rivolgere attenzione alla raccolta differenziata ed è prevista un’attività di sensibilizzazione, attraverso le strutture d’accoglienza, per quanto riguarda i turisti. Da altro punto di vista, comprendendo le difficoltà degli operatori del settore turistico, anche auspicando che con l’arrivo della nuova stagione non si verifichino campagne stampa, costruite ad arte, lesive e non rispondenti al vero, come nel famoso caso dei comunicati “Borgo sommerso dai rifiuti” posta in essere dal Circolo piddino ficullese nella primavera dello scorso anno.

Concludendo, la questione della chiusura del ciclo dei rifiuti deve essere affrontata con determinazione e certamente nel caso della realizzazione di nuovi impianti vale il “non nel mio giardino” se un territorio è di altissimo pregio ed economicamente fragile: vale per l’orvietano e per gli altri territori dalle medesime caratteristiche, ovvero quelli la cui economia è fondata quasi esclusivamente su turismo e produzioni d’eccellenza. Quindi non un fatto di campanile sul quale banalizzare attraverso anglicismi googlati, ma valutazioni che trovano ragione anche dallo studio del rapporto economico sul territorio dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano recentemente pubblicato dall’Osservatoriocts.it, oltre che dalle evidenti conseguenze della crisi conseguente la pandemia. 




Umberto Garbini, “ho espresso le mie opinioni e non capisco tutto questo rumore. La vera sfida è sui grandi temi”

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Umberto Garbini, presidente del consiglio comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia, ha replicato alle durissime critiche giunte alle sue dichiarazioni da parte di Croce, Barbabella e Oreto. “Non penso di aver detto cose errate e ritengo che esista il diritto di critica, siamo in democrazia. Ritengo che alcuni consiglieri non abbiano letto bene le mie dichiarazioni”. A parte le polemiche l’intervista è stata l’occasione per fare il punto su alcuni grandi temi a partire dalla viabilità nel centro storico, un punto fermo per Garbini, da cui partire per rilanciare l’immagine della città turistica.

Sulla discarica, “ho un atteggiamento piuttosto realista. I rifiuti ci sono e l’Umbria per troppi anni non ha avuto un programma. Oggi l’assessore Morroni ha dovuto compiere delle scelte che mi sembrano equilibrate. L’errore sulla discarica di Orvieto è stata fatta nel passato da chi l’ha voluta e poi da chi l’ha venduta e da parte di chi non ha saputo chiedere i giusti indennizzi”. L’ultimo tema affrontato è la sanità, un vero e proprio punto dolente, un nervo scoperto. “Indubbiamente l’ospedale di Orvieto non verrà chiuso, così mi hanno assicurato anche in Regione. E’ chiaro che vi sono delle criticità, a partire dalla cronica mancanza di personale, la prima questione da risolvere. Orvieto ha bisogno di un ospedale che risponda pienamente alle esigenze di un bacino di circa 40 mila persone e a quello più largo che va oltre i confini regionali, ma senza voli pindarici. Anche qui bisogna essere realisti e chiedere quello di cui ha realmente bisogno la sanità del territorio e insistere con forza”.




Lucio Riccetti, Italia Nostra, “il piano dei rifiuti è insufficiente ma una base di partenza”

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Il dibattito sui rifiuti, mai veramente sopito, si è riacceso dopo la presentazione della bozza del Piano Regionale dei Rifiuti da parte della giunta guidata da Donatella Tesei. Un piano che prevede la realizzazione di un termovalorizzatore e la riprofilatura delle discariche di Belladanza e Borgogiglione e, più avanti, di Orvieto. Si sono immediatamente levati gli scudi dei rappresentanti locali della politica, a partire dalla Lega, che hanno bocciato il nuovo piano chiedendo un cambio di passo alla stessa Regione. Il PD ha intitolato il proprio comunicato “capriole sui rifiuti” e le associazioni ambientaliste stanno ricordando a tutti gli attori, a partire dall’attuale sindaco di Orvieto, i loro ruolo nel passato e le loro dichiarazioni nel recente passato. Siamo partiti dal significato di riprofilatura con Lucio Riccetti, presidente della sezione umbra e consigliere nazionale di Italia Nostra, per approfondire il tema dei temi: la chiusura del ciclo dei rifiuti. Non è mancato anche un accenno alla situazione d’allarme sul fiume Paglia, fatto indipendente dalla discarica, ma ulteriore campanello d’allarme per un territorio a alta vocazione turistico e soprattutto con produzioni agricole di pregio.




Roberto Morroni, “sui rifiuti basta con la fake news per convenienza politica”

Si alzano i toni dello scontro sulla questione dei rifiuti dopo la presentazione della bozza del Piano regionale dei rifiuti da parte della giunta Tesei. In particolare a Orvieto non è piaciuta l’eventualità di un nuovo riprofilamento della discarica “Le Crete”, dopo quello del 2018. Per tentare di fare chiarezza sull’intera materia è intervenuto con una nota il vice-presidente e assessore regionale Roberto Morroni.

“Credo sia opportuno, dinnanzi alle strumentalizzazioni e mistificazioni cui stiamo assistendo in questi giorni, ricondurre la discussione sulla nuova programmazione per la gestione integrata dei rifiuti in Umbria nei termini corretti – dichiara il vicepresidente e assessore all’Ambiente della Regione Umbria, Roberto Morroni”. “La scelta operata dalla Giunta regionale e dalle forze politiche che sostengono la maggioranza di governo va in una direzione chiara e inequivocabile: il recupero di materia e di energia. Infatti, in molti parlano astrattamente di green economy – prosegue Morroni – mentre, grazie al nuovo piano, l’Umbria potrà concretamente intraprendere un percorso all’insegna dello sviluppo sostenibile, facendo leva su due elementi qualificanti.  Il primo riguarda il potenziamento del riciclo dei rifiuti tramite l’innalzamento della raccolta differenziata al 75%, rispetto all’attuale 66,2%; un livello importante ed economicamente sostenibile, cui si aggiunge il secondo elemento rappresentato dal recupero di energia da rifiuto indifferenziato, con la costruzione di un impianto di termovalorizzazione sul modello dei sistemi di gestione già attuati nei Paesi sviluppati europei e nelle regioni italiane del Nord”. 

Morroni sottolinea con forza la scelta di chiudere il ciclo dei rifiuti anche con la termovalorizzazione, “priorità del piano è la chiusura del ciclo dei rifiuti, concepiti come risorsa. Sarà importante, per ottenere questo risultato, anche la collaborazione dei cittadini, al fine di selezionare in modo corretto i rifiuti prodotti da destinare a riciclo, mentre, per la parte residuale dell’indifferenziato, la soluzione ottimale è la termovalorizzazione, cioè la valorizzazione energetica, perché il ricorso al conferimento in discarica rappresenta la peggiore pratica sotto il profilo ambientale. A questo proposito – continua l’assessore – mi preme sottolineare che la riprofilatura delle discariche non è una scelta, ma un passaggio obbligato, a fronte di anni di ritardi, di inerzia e di immobilismo politico. Dobbiamo assicurare la tenuta del sistema di gestione dei rifiuti ed evitare l’insorgere di situazioni emergenziali con le conseguenti gravi implicazioni”. 

I numeri sono impietosi e l’obiettivo che si è prefissato la giunta è quello di di raggiungere un indice di riciclo superiore al 65% per rendere il ricorso alle discariche sempre più marginale. “Oggi, in Umbria, vengono prodotte più di 450.000 tonnellate annue di rifiuti urbani, dei quali circa 190.000 tonnellate, comprensive di una quota minima di rifiuti speciali, finisce in discarica. Una quantità enorme – commenta Morroni – che colloca l’Umbria agli ultimi posti tra le regioni italiane. Per superare questa criticità ereditata dalle precedenti amministrazioni, l’attuale Giunta regionale, con lo scenario adottato, si impegna quindi a portare in discarica meno del 10% dei rifiuti prodotti e raggiungere un indice di riciclo di almeno il 65% entro il 2030, quindi 5 anni in anticipo rispetto a quanto stabilito dall’Europa. È guardando alle buone pratiche – evidenzia Roberto Morroni – che l’Umbria può voltare pagina, rendendosi una regione moderna e attenta all’ecosistema”.   “Invito – conclude Morroni – a non diffondere fake news per mera speculazione politica. La responsabilità di governo della Regione impone a chi amministra di adottare una strategia che sia, allo stesso tempo, pragmatica ed efficace, in linea con gli indirizzi nazionali e comunitari”.




Roberta Tardani, “sui rifiuti è sempre no alla discarica e per l’ospedale vogliamo risorse adeguate all’emergenza-urgenza”

La tradizionale conferenza di fine anno del sindaco Roberta Tardani si è svolta, quest’anno, in modalità telematica e è stata l’occasione per fare il punto della situazione, e rilanciare sui alcuni grandi temi a partire da sanità e rifiuti per arrivare alla Caserma Piave.

La prima cittadina ha sottolineato che il 2022 sarà un anno “comunque ricco di soddisfazioni e opportunità colte il sui resoconto diventa anche il bilancio di metà mandato di questa amministrazione“. Già, il metà mandato, quando spesso si ha una rivisitazione delle deleghe assessorili e s’inizia a programmare per il secondo mandato magari allargando i cordoni della borsa. Questa volta è tutto rivoluzionato dall’emergenza covid di questi ultimi due anni e dal PNRR che potrebbe essere la grande occasione oppure l’ultimo treno mancato segnando il definitivo declino della città. E’ una grande responsabilità sia per chi governa che per chi è all’opposizione ma sicuramente grandissima per sindaco e giunta. Le sfide sono tutte sul tappeto e sono questioni piuttosto spinose per la città e il suo futuro.

Partiamo con un breve accenno all’emergenza, “la città ha saputo affrontare con maturità, senso di responsabilità e coraggio questo anno ancora contraddistinto dalla pandemia. Gli uffici comunali e la Prociv hanno supportato costantemente la fase della ripartenza economia e sociale di Orvieto. Penso ad esempio – spiega Tardani – a tutte le iniziative e gli eventi, fino al ritorno di UJW. che per tutto l’anno si sono potute svolgere in sicurezza”. Non può mancare un accorato appello alla vaccinazione, “oggi, pur di fronte a una recrudescenza del virus dovuta alle varianti, ci troviamo di fronte a casi non gravi, spesso asintomatici, e lo dobbiamo alla massiccia campagna di vaccinazione che è stata messa in campo e alla quale non può sottrarsi chi vuole e chi chiede un ritorno alla normalità“.

Ma concentriamoci sulle nuove sfide e i grandi temi a partire dal nuovo bando per la gestione integrata di Teatro, Palazzo del Popolo e ufficio turistico che è ai nastri di partenza e che nelle intenzioni della giunta, dovrebbe andare a completare uno dei tasselli del mosaico per il definitivo rilancio turistico della città, affiancandosi alla nuova segnaletica, al portale liveorvieto.com e alla rinnovata Carta Unica, “finalmente uno strumento adeguato”, ha ribadito con forza la sindaco e assessore al turismo. E proprio tra le azioni per rendere più attrattiva la città viene, sollecitata da una domanda, la prima novità che riguarda le isole pedinali. “Stiamo studiando le modalità per rendere pedonali due aree, quella che va da piazza del Duomo a piazza del Popolo e il tratto di corso Cavour dal Teatro a piazza della Repubblica“. E’ una proposta che fu lanciata proprio da OrvietoLife all’allora sindaco Giuseppe Germani e che ora dovrebbe presto divenire realtà insieme a una stretta sui permessi per il centro storico.

Sulla sanità Tardani ha spiegato che “vogliamo tutto quelle che è previsto per un ospedale dell’emergenza-urgenza, senza cosa in più o in meno. Soprattutto riteniamo che sia urgente un adeguamento del personale e un potenziamento della medicina di territorio”. Anche per quanto riguarda la soppressione del Distretto il sindaco ritiene che “si possano applicare delle deroghe vista la particolarità di questo territorio. Insieme ai sindaci dei Comuni interessati, stiamo lavorando per portare la questione con forza in Regione spiegando come il territorio abbia difficoltà di collegamento con il resto dell’Umbria, una popolazione anziana sopra le media regionale e da non sottovalutare, è un’Area Interna e che deve essere supportata e arricchita di servizi e non il contrario”. Per il sindaco una prima vittoria arriva con l’accelerazione sulla “Casa di Comunità” che, in accordo con la USL troverà posto nell’area dell’ex-ospedale accanto al Duomo.

Sui rifiuti la posizione di Roberta Tardani è netta, “siamo contrari a ogni tipo di ampliamento della discarica se non accompagnato da un vero completamento del ciclo dei rifiuti”. Per quanto riguarda il comunicato della Lega di Orvieto la sindaco sottolinea di essere totalmente in accordo ma ritiene ingeneroso incolpare l’attuale maggioranza di inerzia e di aver peso tempo, “voglio ricordare – spiega Tardani – che l’ultimo Piano dei Rifiuti risale al 2009 e da allora non c’è stato alcun investimento ma solo qualche adeguamento che è sempre passato per la discarica. Ora il cambio di passo c’è stato, per questo ritengo ingeneroso quanto scritto nel comunicato che per il resto sottoscrivo, perché c’è un progetto di chiusura del ciclo dei rifiuti con la termovalorizzazione”. E ancora sulla discarica, “Ora servono risorse adeguate per traghettare l’Umbria fuori dall’emergenza e la Regione deve sbrigarsi, a Orvieto, si deve sapere, siamo stufi di soccorrere gli altri. Io non cambio opinione, in AURI lo scorso anno ho votato contro la politica dei flussi e oggi sono pronta alle nuove sfide che ci attendono”.

Il 2022 si prospetta, quindi, un anno impegnativo con tante grandi sfide aperte, dalla Piave alla complanare, fino a ospedale e rifiuti, battaglie che non si devono assolutamente perdere per evitare nuovi scossoni alla città e la perdita di appeal dal punto di vista turistico.




Pd di Orvieto, “capriole sui rifiuti”

Un nuovo mega inceneritore e la riprofilatura (che suona meglio di ampliamento) di tre discariche, tra cui quella Orvietana. Questo ha partorito, dopo due anni di discussioni, la Giunta Tesei. Questa la prospettiva delineata per la nostra Regione e per il nostro territorio, in cui l’assenza di visione, di programmazione, di lungimiranza e di consapevolezza va tristemente a braccetto con le contraddizioni e le “capriole” dell’Amministrazione cittadina.

Il Sindaco non ha più alibi e ha la grande responsabilità di far valere in Regione, con determinazione e senza cercare scappatoie, le istanze di un territorio che, in materia di rifiuti, ha già dato”. Questo sentenziava dai banchi dell’opposizione l’allora Consigliera, oggi Sindaco, Tardani. E proseguiva, depositando una mozione di sfiducia al Sindaco, motivata dalla considerazione che: “La mancanza di autorevolezza del Sindaco ci ha messo in una condizione di assoluta debolezza nei confronti della Regione“.   Era un’altra Giunta Regionale e un altro Sindaco. Il grande vigore della Consigliera di ieri, spesso urlato agitando striscioni di  protesta, ha lasciato spazio al timido auspicio del Sindaco di oggi per cui sostanzialmente “l’ampliamento della discarica è un’eventualità da evitare”. Tutto qui.

Funamboliche capriole giungono anche dalla Lega, che tra Orvieto e Perugia, riesce ad essere contemporaneamente pro e contro gli inceneritori, che riesce ad essere contemporaneamente pro e contro l’ampliamento della discarica, che riesce ad essere contemporaneamente al governo ed all’opposizione di se stessa. Il dato restituisce oggi tutta la dimensione vuota e strumentale della demagogia di ieri, un esercizio pericoloso quando va a braccetto con la totale assenza di programmazione, essenziale garantire a questo territorio tutele, investimenti e sostenibilità.

Prendiamo tristemente atto che non vi è alcun concreto impegno nella realizzazione del modello di economia circolare coerente con la programmazione europea; nessuna prospettiva di  progressiva dismissione delle discariche e messa al bando di inceneritori che bruciano rifiuti altrimenti riciclabili, nessuna prospettiva di realizzazione della gerarchia virtuosa del ciclo dei rifiuti (riduzione di quantità e pericolosità, riutilizzo, riciclaggio e compostaggio, recupero energetico); nessun investimento funzionale alla realizzazione di una filiera industriale del riciclo per una sana e sostenibile economia circolare; nessun intervento sugli  impianti di trattamento meccanico-biologico funzionali ad un’efficienza e una capacità tale da ridurre al massimo il conferimento in discarica; nessun progetto di potenziamento dei piccoli impianti di smaltimento, isole ecologiche, diffusi centri di recupero e riuso dei RAE e di altri rifiuti altrimenti destinati all’indifferenziata.

Nessun orizzonte per consegnare alle generazioni future un territorio tutelato, sano e stabile dal punto di vista economico. Nulla se non la promessa vuota di importare il modello Copenaghen, famigerato per essersi rivelato un colossale fiasco tecnico e finanziario, un investimento che mina il piano climatico della città e che i cittadini danesi pagheranno per 30 anni con rifiuti importati. Questo ci propone la Giunta Tesei, tra le goffe contraddizioni della sua Lega ed l’imbarazzante placet della Sindaca Tardani.

Partito Democratico di Orvieto – Gruppo Consiliare Partito Democratico Orvieto