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Tre giorni con A.Ge. al “paese delle rose” sul tema “Per esserci. Percorsi tra arte, tecnologie e ambiente”

Il cambiamento delle società e di tutte quelle abitudini e comportamenti che prima venivano dati per scontati devono inevitabilmente inaugurare o ripristinare un più adeguato rapporto con l’ambiente, con il mondo e con la terra.   Da questa consapevolezza, l’A.Ge. / Associazione Italiana Genitori di Orvieto e il compositore rodologo Walter Branchi lanciano nei giorni 13-14-15 maggio 2022 una serie di approfondimenti sul tema “Per Esserci. Percorsi tra Arte, Tecnologie e Ambiente”. L’iniziativa è patrocinata da Comune di Orvieto, Gal Trasimeno Orvietano, Cittaslow e Cesvol, e si avvale di e numerose collaborazioni a partire dal Cnr e Fidapa Orvieto.

L’evento – ad ingresso gratuito – si svolgerà tra il centro storico alla Nuova Biblioteca Comunale “Luigi Fumi” e il borgo di Rocca Ripesena – “Il Paese delle Rose” – una location singolare nata dal progetto avviato nel 2008 da A.Ge., che oggi anche grazie al “Roseto didattico” è una realtà mantenuta viva attraverso il volontariato e la partecipazione attiva di tutti gli abitanti della frazione, e che sintetizza perfettamente le finalità della manifestazione.

La tre giorni coinvolgerà scuole, insegnanti, professionisti, operatori del turismo, artisti, studiosi di discipline scientifiche e umanistiche e, dopo due anni di emergenza sanitaria, vuole essere un primo passo verso un percorso di condivisione, cambiamento e consapevolezza, da offrire a tutte le generazioni e soprattutto ai giovani, alle scuole e all’intera comunità che educa per una riflessione lungimirante rispetto al futuro a partire dal cambiamento dei comportamenti individuali per incidere sui cambiamenti collettivi che fanno la differenza.  

“Age riparte dopo un momento di fermo anche se in realtà non si è mai davvero fermata – ha spiegato la presidente dell’Associazione A.Ge., Monia Pieroni in occasione della presentazione della manifestazione – l’evento infatti ci ha coinvolto da molti mesi sin dallo scorso autunno e scaturisce da un’idea di Walter Branchi che è stata accolta con entusiasmo; la forza è venuta da Martina Dal Savio e Lorenzo Ricci, giovani che hanno danno disponibilità a collaborare. Come hanno collaborato Andrea Graziani, la vicepresidente Francesca Compagnucci. Ripartire è sempre difficile ma piano piano stiamo mettendo insieme i mattoncini e per questo dobbiamo coinvolgere la città perché la rete fra i diversi momenti di aggregazione cittadina è essenziale, e la collaborazione di cui spesso si parla, non è sempre scontata. L’ambiente è un terreno comune ed è coerente con la nostra mission quindi dobbiamo lavorare per amplificare la collaborazione effettiva”.

“Una manifestazione che torna a rivivere dopo gli anni della pandemia e che non solo tratterà argomenti su cui la nostra città ha fondato gran parte della ripartenza post Covid ma sopratutto torna a mettere in mostra il grande lavoro delle associazioni che anche in questo periodo buio e complicato hanno continuato a lavorare sottotraccia per mantenere vivo e vitale il tessuto sociale cittadino” ha affermato il sindaco, Roberta Tardani che ha aggiunto: “l’Associazione A.Ge. è nata nel 2008 ad Orvieto e in questi anni il suo è stato un percorso di progettazione che il Covid ha temporaneamente fermano ma che oggi riparte con stimoli ulteriori. Ci sono le condizioni per la ripartenza del territorio. Orvieto ha sempre puntato sulla bellezza che ci ha dato la storia ora dobbiamo investire sulla cura dell’ambiente che riguarda tutta la comunità chiamata ad impegnarsi per raggiungere degli obiettivi. In questa città c’è tutto, serve maggiore coesione. Ma ci sono gli elementi con cui pensare al futuro. Le associazioni hanno lavorato tanto e anche durante pandemia ogni associazione ha continuato a programmare. Oggi si raccolgono i frutti di questo lavoro. Il progetto di A.Ge. è interessante per i temi che porta avanti e questi elementi sono la nostra forza verso uno sviluppo sostenibile. Il Paese delle Rose è uno dei percorsi su cui punteremo per il nostro territorio. Abbiamo acceso l’attenzione su Orvieto, ora guardiamo meglio alle bellezze”.

“A Rocca Ripesena, il ‘Paese delle Rose’ nasce da un’unione di privati cittadini che hanno creduto in un’idea perché credono in un ambiente particolare e collaborano fra loro per conservarlo nella sua bellezza – ha sottolineato Walter Branchi – l’appuntamento dei prossimi giorni è un evento nato ad Orvieto per il mondo e i problemi affrontati saranno quelli che interesseranno il mondo e le istituzioni. Uno di questi è la musica elettronica, musica inventata e non basata sul suono strumentale che guarda al futuro”. 

Anche Francesca Compagnucci vicepresidente A.Ge. e presidente Fidapa Orvieto si è soffermata sulla “grandissima potenzialità della manifestazione che oggi è all’edizione zero e che potrà avere uno sviluppo nazionale e internazionale. I temi trattati durante la tre giorni, saranno occasione di incontro tra generazioni per partecipare alle giornate di studio dove adulti e bambini potranno condividere insieme momenti di riflessione e laboratori pratici”.

Di seguito gli appuntamenti in programma: 

 Venerdì 13 Maggio 

15:00 – 15:30 – Biblioteca “Luigi Fumi” di Orvieto 

Presentazione della manifestazione

Saluti istituzionali di: Roberta Tardani – Sindaco di Orvieto, Gionni Moscetti – Presidente del GAL Trasimeno / Orvietano, e Anna Maria Turchetti Presidente Fidapa BPW Italy / Distretto Centro 

Introduzione al tema internazionale a cura della Past Laura Cicognolo

15:30 – 17:00 – Biblioteca “Luigi Fumi” di Orvieto 

Spunti musicali per una visione globale del mondo – 70 anni di musica elettronica

Walter Branchi – Francesco Galante – Agostino Di Scipio 

17:15 – 17:45 – Sala Eufonica Biblioteca “Luigi Fumi” di Orvieto 

Città invisibili, Rose impossibili – Progetto di Michela Mollia

Immagini ed elaborazione visiva di Josè Chavez Guerrero 

Testi di Italo Calvino (su prenotazione 327 2688655)

18:00 – 19:00 – Giardino della Biblioteca Luigi Fumi di Orvieto 

Ascolto musicale

Walter Branchi – Francesco Galante – Agostino Di Scipio 

21:00 – 23:00 – Cinema Corso di Orvieto

Proiezione del Film “Dusk Chorus” di David Monacchi e incontro con l’autore

• Sabato 14 Maggio

10:00 – 13:00 e 15:00 – 19:00 – Rocca Ripesena 

“La sensazione del suono” a cura dell’Associazione Culturale Metadiapason con Leonardo Zaccone e Giuseppe Silvi

(Laboratorio per ragazzi 12-16 anni. Su prenotazione 347 6860879)

10:30 – 13:00 – Rocca Ripesena, Sossogna

Il percepire camminato a cura di Walter Branchi 

con la collaborazione di Andrea Graziani (su prenotazione 338 1940386)

13:00 – 15:00 – Rocca Ripesena

Pic nic all’aria aperta (su prenotazione 393 9242113)

15:00 – 15:30 – Rocca Ripesena, Chiesa di Santa Maria della Stella

Germogli di vento di Giulia Ripandelli

Letture: Gianfranco Quero e Giulia Ripandelli

Interventi sonori: Paolo Modugno e Luigi Polsini

16:00 – 18:00 – Rocca Ripesena 

Laboratorio di fotografia naturalistica e macrofotografia con Roberta e Noemi

16:00 – 18:00 – Rocca Ripesena

Ripartiamo dall’Ambiente 

Francesca Caproni – Le esperienze del GAL Trasimeno Orvietano in tema di salvaguardia dell’ambiente

Andrea Graziani – Noi siamo ambiente  

A cura dei soci di Orvieto Linux – L’impatto ambientale delle tecnologie informatiche e la sostenibilità digitale  

Sara Moraca – L’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dei bambini 

Francesco Paola Presidente – MAB Unesco 

18:00 – 19:15 – Rocca Ripesena, Pianoro 

Dissodare la mente, coltivare la bellezza pratica yoga al Pianoro con Antonella Sciaboletta 

18:10 – 18:30 – Rocca Ripesena 

“Appunti dall’oceano” a cura di Livia Bartolucci IO CI SONO PER

18:30 – 19:00 – Rocca Ripesena, Chiesa di Santa Maria della Stella

Germogli di vento di Giulia Ripandelli

Letture: Gianfranco Quero e Giulia Ripandelli

Interventi sonori: Paolo Modugno e Luigi Polsini

19:00 – Rocca Ripesena 

Performance dei ragazzi del laboratorio “La sensazione del suono”

dalle 19:00 – Rocca Ripesena 

“Aperitivo Rosa” Pizza nello storico forno della rupe e altre specialità. Selezione vini a cura dell’Enoteca La Loggia

21:30 – 23:00 – Rocca Ripesena 

Focus Ambienti – Proiezione cortometraggi – ORVIETO CINEMA FEST

• Domenica 15 Maggio

9:00 – Oasi dei Discepoi 

Escursione in collaborazione con CAI Orvieto – Percorso di 10 Km, dislivello 400 m

9:00 – 10:00 – Rocca Ripesena 

Dissodare la mente, coltivare la bellezza pratica yoga al Pianoro con Antonella Sciaboletta 

9:30 – 10:30 – Oasi dei discepoli / Rocca Ripesena 

Passeggiata botanica e biodiversità con Maurizio Conticelli sul sentiero CAI

9:00 – 11:00 – Lungo il percorso CAI Rocca Ripesena 

Installazione artistica “Il terzo Paradiso”

In collaborazione con la Fondazione Pistoletto e con la partecipazione di Fabio Barbanera

10:00 – 11:00 – Rocca Ripesena

Visita guidata al Roseto – Walter Branchi

11:00 – 13:00 – Rocca Ripesena, Piazzale d’ingresso

Sara Moraca – L’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dei bambini 

Luciano Dottarelli – Dall’Ecologia all’Ecosofia 

Andrea Graziani – Noi siamo ambiente 

Maurizio Conticelli – Faggete depresse, boschi planiziali scomparsi

dalle ore 13:00 – Rocca Ripesena – Pizza nello storico forno della Rupe e altre specialità

Selezione vini a cura dell’Enoteca La Loggia

dalle 15:00 – Rocca Ripesena – Musica dal vivo con ORVIETO SOCIAL TRIO

15:00 – 17:00 – Rocca Ripesena 

Il percorso digitale delle Rose. Introduzione alla programmazione Scratch a cura dei soci di Orvieto Linux 

dalle 15:00 – Rocca Ripesena 

Bambù Lab – costruire insieme una lampada in bambù – Laboratorio a cura di Damiano Olivieri

Attacco d’arte – Laboratorio a cura di TOO ITALY

Con una rosa hai detto, vienimi a cercare – Laboratorio a cura di Associazione Artemide Il Cerquosino 

16:00 – 16:20 – Rocca Ripesena 

“Appunti dall’oceano” a cura di Livia Bartolucci IO CI SONO PER

17:00 – 17:30 – Rocca Ripesena

“Il terzo Paradiso” Video intervista a Michelangelo Pistoletto in collaborazione con la Fondazione Pistoletto e con la partecipazione di Fabio Barbanera 

Durante la giornata si svolgerà TraMercato: mercato delle produzioni contadine locali e del piccolo artigianato.

Inoltre, Sabato e Domenica a Rocca Ripesena si potranno apprezzare le installazioni: 

– Per guardare il cielo ed ascoltare il vento – Le Arpe Aeolie di Mario Ciccioli 

– Trasparenze di colore sospeso – Stefano Sevegnani 

– Dall’alto – Kristin Jones

Funzionerà il Servizio Navetta gratuito dal parcheggio Oasi dei Discepoli a Rocca Ripesena nei seguenti giorni ed orari:

Sabato 14 maggio dalle 15:00 alle 20:00, Domenica 15 dalle 09:00 alle 21:00.

In caso di maltempo alcuni eventi saranno ospitati presso la sede di Cittàslow International, Palazzo dei Sette, Orvieto.




Gli studenti dell’Iisacp di Orvieto premiati in Senato per il progetto “Liberi dall’olio vegetale esausto”

Lo scorso 8 maggio un gruppo di studenti dell‘Istituto di Istruzione Superiore Artistica, Classica e Professionale di Orvieto è stato premiato in Senato per l’edizione 2019/21 del concorso “Senato & Ambiente”. Gli studenti orvietani hanno partecipato con “Liberi dall’olio vegetale esausto” un tipo di inquinamento pericolosissimo ma ancora non ben recepito in particolare dai privati e da alcuni amministratori. Nel progetto gli studenti sottolineano i rischi ambientali connessi al non corretto smaltimento degli oli esausti in condotte e depuratori.

L’importanza che soprattutto i giovani ricordino a tutti come la tutela ambientale parta dai corretti comportamenti dei singoli è stata sottolineata anche dalla senatrice Emma Pavanelli (M5S), della Commissione Ambiente di Palazzo Madama, “ho avuto il piacere di incontrare gli studenti dell’Iisacp di Orvieto e ritengo che sia necessario sperimentare nuovi modelli che sensibilizzino su nuovi modelli di riciclo per tutelare l’ambiente. Nell’elaborazione dell’indagine conoscitiva, questi ragazzi si sono approcciati alla questione, cercando una soluzione. Come cittadina – conclude Pavanelli – e rappresentante delle istituzioni, l’interesse per le tematiche ambientali e la sensibilità verso l’ecologia dimostrate dai ragazzi riempie il cuore e fa ben sperare verso il nostro, il loro futuro”.




Cava del Botto, il Comune apre procedimento per inquinamento acustico per l’impianto di frantumazione

A seguito dell’istanza inviata al sindaco sul tema del rumore, il Comune di Orvieto ha avviato formalmente il procedimento per presunte violazioni delle norme in materia di inquinamento acustico.  Infatti, tra le osservazioni, che saranno esaminate dalla Conferenza dei Servizi, è stato presentato anche un report di misurazione del rumore dal quale è emerso un notevole superamento, di circa il doppio, dei limiti di legge, causato dall’impianto di frantumazione.  Un impianto, ricordiamo, che sta proprio sotto l’abitato del Botto, attivo 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana per tutti i giorni lavorativi dell’anno e che adesso vorrebbero portare a 10 ore al giorno per 330 giorni all’anno.

Il Comune di Orvieto, ha quindi avviato il procedimento  nei confronti della società Basalto La Spicca per le presunte violazioni delle norme in materia di inquinamento acustico (Legge Quadro sull’inquinamento acustico del 26/10/1995 n. 447 e s.m.i., DPCM 14/11/1997, L.R. 1/2015 e Regolamento Acustico Comunale (R.A.C.) approvato con D.C.C.n. 34 del 04/04/2016) per la verifica dei superamento dei limiti differenziali prodotti dall’impianto di trasformazione individuando il responsabile comunale del procedimento.

Nel frattempo la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con decreto n. 32 del 16 marzo 2022, ha dichiarato di interesse particolarmente importante e sottoposto a vincolo il Podere Spicca che sarebbe stato demolito a seguito dell’ampliamento della cava Ricordiamo che sono state depositate le osservazioni al progetto di ampliamento della Cava del Botto che verranno esaminate dalla Regione in vista della Conferenza dei Servizi.

Fonte: Comitato Amici del Botto




Con il Pnrr 11,4 milioni per valorizzare l’architettura rurale. Pubblicato il bando sul BUR dell’Umbria

È stato pubblicato mercoledì 20 aprile, sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria (Supplemento ordinario n.4, Bur Serie Generale n.18) e sul portale istituzionale www.regione.umbria.it il bando regionale per la protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, nell’ambito del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con oltre 11,4 milioni di euro, assegnati alla Regione Umbria dal Ministero della Cultura, verranno sostenuti progetti di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà di soggetti privati e del terzo settore, o a vario titolo da questi detenuti, per garantire che tale patrimonio sia preservato e messo a disposizione del pubblico. Ammissibili anche progetti che intervengano su beni del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà pubblica, dei quali i soggetti privati e del terzo settore abbiano la piena disponibilità, con titoli di godimento di durata pari almeno a 5 anni successivi alla conclusione dell’intervento, mantenendo i vincoli di destinazione per analoga durata. Potranno essere finanziati almeno 76 interventi su edifici storici rurali, provvisti della dichiarazione di interesse culturale oppure costruiti da più di 70 anni e censiti o classificati dagli strumenti regionali e comunali di pianificazione territoriale e urbanistica.

Per l’assessorato alla cultura, è una opportunità importante da cogliere per preservare i paesaggi rurali e storici attraverso il recupero e la conservazione di un grande patrimonio culturale della regione, quale elemento identitario dell’Umbria e ulteriore motore di rilancio e sviluppo del turismo, dando valore alle tradizioni e alla cultura locale. Una fonte importante di finanziamento per migliorare la qualità paesaggistica del territorio e restituire alla collettività, e in molti casi all’uso pubblico, un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico. Il recupero, si rileva, favorirà sia le attività legate al mondo agricolo sia la creazione di servizi a beneficio della fruizione culturale e turistica, come i piccoli musei locali legati al mondo rurale che svolgono un ruolo importante nelle comunità locali promuovendo la conoscenza e la memoria. Potranno essere finanziati interventi di risanamento conservativo e recupero funzionale di elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale, allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi sociali, ambientali e turistici su:

a)  edifici rurali: manufatti destinati ad abitazione rurale o destinati ad attività funzionali all’agricoltura (mulini ad acqua o a vento, frantoi, cantine case torre colombaie, ville e grandi residenze di campagna), che abbiano o abbiano avuto un rapporto diretto o comunque connesso con l’attività agricola circostante e che non siano stati irreversibilmente alterati nell’impianto tipologico originario, nelle caratteristiche architettonico-costruttive e nei materiali tradizionali impiegati;

b)  strutture e/o opere rurali: i manufatti che connotano il legame organico con l’attività agricola di pertinenza (fienili, ricoveri, stalle, essiccatoi, forni, pozzi, recinzioni e sistemi di contenimento dei terrazzamenti, sistemi idraulici, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili);

c)  elementi della cultura, religiosità, tradizione locale: manufatti tipici della tradizione popolare e religiosa delle comunità rurali (cappelle, edicole votive, abbazie, pievi, ecc.), dei mestieri della tradizione connessi alla vita delle comunità rurali.

Le risorse, a fondo perduto, vengono assegnate fino all’80% delle spese ammissibili, nei limiti massimi di 150mila euro per soggetto ammissibile; fino al 100% delle spese ammissibili, nei limiti massimi di 150mila euro per soggetto ammissibile, se il bene è dichiarato di interesse culturale. Possono presentare domanda persone fisiche e soggetti privati profit e non profit. Le domande di ammissione andranno presentate a partire dalle ore 12 di martedì 26 aprile 2022, esclusivamente tramite l’applicativo predisposto da Cassa Depositi e Prestiti, accessibile dal canale Bandi della Regione Umbria. La procedura di selezione degli interventi da ammettere ai finanziamenti è una procedura a sportello con valutazione, nella quale l’ordine temporale di arrivo delle domande guiderà sia l’istruttoria della domanda che la valutazione di merito da parte della Commissione.

Le domande potranno essere inviate fino alle 16.59 del 23 maggio 2022; saranno istruite e valutate fino a concorrenza delle risorse finanziarie disponibili.




Lettera aperta al ministro Franceschini, ecco perché la rete Nogesi no partecipa alla manifestazione di venerdì a Roma

Venerdì 22 aprile si svolgerà alle ore 11 a Roma una manifestazione davanti al Ministero della Cultura per chiedere al dicastero e al suo ministro, Dario Franceschini, di favorire una svolta nel processo autorizzativo degli impianti a fonti rinnovabili, dopo un decennio di ostacoli.

La manifestazione si svolgerà nell’ambito della Giornata della Terra 2022 davanti al Ministero della Cultura, in via del Collegio Romano, 27 ed è organizzata da “Cittadini per l’Italia Rinnovabile”, un comitato di recente costituzione formato da cittadine e cittadini, attivisti, giornalisti, professionisti, esperti e operatori delle rinnovabili e rappresentanti di associazioni ambientaliste. Tra essi molte firme di autorevoli ecologisti italiani.

Il comitato ha anche promosso una petizione su Change.org, che ha già superato 12000 firme.

Perché questa manifestazione e questa petizione?

Gli organizzatori lamentano che la svolta “rinnovabile” in Italia viene bloccata da un decennio con l’uso strumentale della burocrazia, e con il pretesto dei vincoli paesaggistici, e spesso con altre motivazioni non più accettabili.

Ed è giunta l’ora di dire basta, dicono. Rivendicano il fatto di avere a cuore il paesaggio, ma chiedono che questo Paese si ponga l’ambizione di costruire un nuovo paesaggio, quello della transizione ecologica. Un paesaggio che ospiti armoniosamente le energie pulite senza che esse vengano rifiutate con pregiudizio, come fossero un corpo estraneo.

Agli intellettuali, alle Soprintendenze, a tutta la classe politica e culturale, chiedono di lavorare per disegnare il paesaggio che caratterizzerà questa fase delicata del nostro tempo: ogni fase storica vede cambiare il paesaggio, che non è mai immutato negli anni.

Si ricorda che la convenzione europea del paesaggio si pone l’obiettivo di “… garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali“, e non di conservarlo immutato.

“Cittadini per l’Italia Rinnovabile” nasce appunto per dare voce a quella che si presume sia la maggioranza degli italiani, una maggioranza che vuole farsi sentire, perché – si afferma – le energie rinnovabili sono un diritto.

“Abbiamo diritto a chiudere per sempre con l’economia malata della combustione fossile, che ci ha consegnato il disastro del clima, ci ha riempito di milioni di tumori e di malattie cardiorespiratorie, ha reso le nostre città invivibili, devastate dall’inquinamento, dal rumore e dalle polveri sottili”, si legge nella nota del comitato.

Cosa chiede il comitato:

  • Vogliamo liberarci del gas fossile e delle bollette esorbitanti, unendoci in comunità energetiche, autoproducendo l’energia, rendendo le nostre abitazioni eco-efficienti.
  • Vogliamo un modello energetico democratico e distribuito, basato sull’energia che viene dal sole, dal vento, dal mare, dalla geotermia, dal biometano, dalle biomasse a filiera corta e dai bacini idroelettrici.
  • Vogliamo le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici nei nostri territori, per un’indipendenza energetica che sia amica dell’ambiente.

Si chiarisce che le fonti rinnovabili sono le energie della pace, del lavoro, della salute. E che l’economia rinnovabile è vantaggiosa per l’ambiente, per i cittadini, per gli investitori e per gli Stati. Può dare un forte impulso alla crescita sostenibile utilizzando risorse naturali preziose e gratuite.

“Non ci fermeremo – dicono quelli del Comitato – perché sappiamo che solo con un modello energetico incentrato sulle rinnovabili, sull’efficienza energetica, e sulla possibilità di autoproduzione e condivisione dell’energia, sarà possibile liberarci dal rincaro delle bollette e realizzare innovative forme di integrazione di sistemi di accumulo, mobilità elettrica e impianti efficienti per un modello economico sempre più decarbonizzato”.




Il “podere la Spicca” dal 16 marzo è sotto tutela perché d’interesse storico-artistico e culturale

La Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con decreto n. 32 del 16 marzo 2022, ha dichiarato di interesse particolarmente importante e sottoposto a tutte le relative disposizioni di tutela, il PODERE SPICCA.

Una decisione quella della Soprintendenza, come è scritto nella relazione inviata anche al Comune di Orvieto, contro il “rischio di perdita per possibili lavori di ampliamento della limitrofa cava di basalto denominata ‘La Spicca’”, all’esito del relativo procedimento, ai sensi dell’art. 10 comma 3 lett. a) e comma 4 lett. l) del D. Lgs. 42/2004.

Il Podere in questione si trova proprio al centro del I° stralcio del nuovo progetto di ampliamento presentato dalla società La Spicca, che sarà a breve oggetto della Conferenza dei Servizi della Regione. Come sottolinea la Soprintendenza nella sua nota:

“L’immobile si caratterizza per la presenza di una torre seicentesca attorno alla quale si sono successivamente addossate in più fasi le abitazioni e le stalle. L’insieme ora appare come un casale agricolo di forma quadrata sul quale al centro svetta la torre seicentesca, che nella parte alta conserva i motivi tipici delle colombaie. Nell’insieme si ravvisa sia l’interesse artistico, per la presenza architettonica della torre, che l’interesse di architettura rurale di interesse storico quale testimonianza dell’economia rurale tradizionale”.

L’importanza storica-architettonica e culturale che riveste il Podere è peraltro confermata dalla presenza nelle immediate vicinanze delle cisterne romane, già sotto vincolo, a testimoniare la continuità secolare di coltivazioni in un territorio connotato da forte struttura identitaria.

Un’importante notizia, dunque, per gli abitanti del Botto e delle Velette che si stanno battendo da mesi per evitare un nuovo ampliamento della cava, che avrebbe creato un’orrenda voragine al posto dell’intera collina sulla quale è ubicato il Podere in questione, per fortuna adesso protetto.

Un progetto di ampliamento della cava, ricordiamolo, passato sotto silenzio e neppure sottoposto a VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Motivo per cui è stato presentato un ricorso al Tar Umbria su cui è attesa a breve una decisione.




A Todi la giunta presenta i primi progetti legati al “Geobonus”. Briziarelli, “la tutela dell’ambiente in Costituzione deve diventare atto concreto”

Il sindaco di Todi Antonino Ruggiano e il vicesindaco Adriano Ruspolini, sono i primi in Italia ad aver approvato in giunta un atto esecutivo per l’utilizzo del #Geobonus, strumento introdotto su proposta del senatore della Lega Luca Briziarelli nel 2018 e concretamente utilizzabile dal febbraio scorso a seguito della pubblicazione del relativo DPCM attuativo. Il Geobonus prevede un credito di imposta del 65% per le donazioni finalizzate ad ‘interventi su edifici e terreni pubblici, sulla base di progetti presentati dagli enti proprietari, ai fini della bonifica ambientale, compresa la rimozione dell’amianto dagli edifici, della prevenzione e del risanamento del dissesto idrogeologico, della realizzazione o della ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e del recupero di aree dismesse di proprietà pubblica’. I tre progetti presesentati dall’ammistrazione, contrasto al dissesto idrogeologico del Colle di Todi, potenziamento e valorizzazione di una rete cittadina di parchi ed aree verdi e recupero a fini culturali e sociali della Palazzina di Pantalla rientrano a pieno titolo tra le finalità. “Quest’anno abbiamo inserito la tutela dell’ambiente nella Costituzione – ha scritto Briziarelli in un post Fb – , ma se si vuole che la sua difesa sia veramente tra i nostri principali obiettivi è necessario che agli intenti seguano azioni concrete come questa. Quelli di Todi sono i primi progetti in Italia approvati da una Giunta Comunale che prevedono l’uso del ‘Geobonus’. Per questo ho risposto volentieri alla richiesta dell’Amministrazione Ruggiano di poter avere da parte mia sostegno e supporto nel percorso di attuazione ed auspico che altre realtà in Umbria ed in Italia possano fare altrettanto”.




Il Comitato del Botto rischia di far fare il Botto. A chi? Alla politica orvietana e all’economia dell’orvietano.

L’economia orvietana è in crisi e tutto è certificato da alcune chiusure eccellenti, il default di Vetrya e altri segnali che vengono da settori importanti per il territorio.  Dal default Vetrya sono nate due nuove realtà ma il saldo netto occupazionale è passivo di circa 50 unità; la pandemia ha bloccato il turismo in uno stop&go insostenibile e ora la guerra rischia di dare il colpo finale a alcune realtà; il mercato immobiliare commerciale è fermo, fatte salve alcune novità, anche per il mantenimento dei prezzi delle locazioni piuttosto alti e sparametrati con la realtà finanziaria e economica attuale.  

Poi ci sono altri quattro indicatori che volgono al brutto e cioè la crisi della principale banca del territorio, che ha tagliato alcune importanti filiali e che, così come avviene nell’intero comparto, nelle operazioni relative al risanamento già in atto e con buoni risultati, potrebbe andare a toccare anche i lavoratori; la sanità pubblica ospedaliera che viene lentamente depotenziata in un’agonia che rischia di seguire la stessa strada di altri servizi pubblici, come per esempio il Tribunale, che poi porta alla chiusura totale o quasi; stiamo assistendo a un calo demografico che ormai è decennale, salvo qualche piccola fiammata fatua, che impoverisce ulteriormente il territorio; i servizi ferroviari si sono rarefatti e rallentati andando a colpire una fascia di popolazioni numerosa, quella dei pendolari, che vede la propria qualità di vita peggiorata negli ultimi cinque anni in particolare.  Infine, c’è la stretta attualità, la guerra, con un futuro economico certamente non roseo e che un territorio come il nostro già provato e fragile potrebbe non riuscire a sostenere.

In una situazione così da tempesta perfetta arriva il solito comitato del “no” a tutto, questa volta in cachemire, animato soprattutto da pochi ma “pesanti” proprietari di casali dell’ultima ora e peraltro non-residenti, che vuole bloccare lo sviluppo di un’attività estrattiva, quella di “Basalto La Spicca” sull’onda di non ben specificati timori. Risulta ad OrvietoLife, anche se l’azienda da noi contattata si è trincerata dietro un glaciale e infastidito “no comment”, che tra i dipendenti serpeggi più di qualche timore rispetto alla possibile chiusura del sito estrattivo. La cava è lì da circa mezzo secolo, ha sempre operato in quell’area e ora il rischio concreto è che 20 famiglie, quelle dei dipendenti, rimangano senza lavoro. Tutto ciò poi senza contare l’indotto che potrebbe coinvolgere anche i dipendenti dell’Azienda Agricola Le Velette, collegata e in sinergia con la proprietà del sito estrattivo e le imprese orvietane del trasporto del materiale. Un indotto di altri 45/50 dipendenti e relative famiglie

E’ vero, non fa piacere avere due/tre botti a settimana ma sono realtà, lo ribadiamo, da mezzo secolo.  In una situazione di crisi e di guerra, con l’edilizia che sta provando a ripartire fra mille difficoltà, c’è chi preferirebbe vedere aumentare i costi per le forniture dei materiali per quali motivi?  Forse per aumentare i valori di terreni e immobili nell’area?  E intanto le famiglie dei lavoratori? E le infrastrutture produttive? Che fine dovrebbero fare?  

Se il Turismo, con le sue numerose micro realtà produttive, soffre il commercio non sta certo meglio e in questa situazione il territorio non può che fare appello all’Agricoltura e all’Industria. La prima è seriamente messa a rischio dall’ondata dei rincari e la seconda nel nostro territorio non brilla certo per presenza. Eppure c’è chi ancora ritiene sacrificabile il territorio e soprattutto la sua forza produttiva fatta di Imprese e lavoratori. L’Italia ha pagato un caro prezzo ai mille “Comitati del no” e oggi se ne vedono i risultati drammatici. L’assurdo poi, nel caso specifico, è che a dover essere sacrificata sia una realtà produttiva tutt’altro che in crisi e che rispetto alle altre imprese paga retribuzioni maggiori di quelle pagate in media ad Orvieto e nell’intera Area interna (Dati di Infocamere su rielaborazione di Cittadinanza Territorio Sviluppo). Infatti se la retribuzione media nell’Area interna è pari a 35mila euro e ad Orvieto 40mila, la retribuzione media pagata da Basalto La Spicca è pari a 51mila euro. Ad averle aziende così, capaci di ridistribuire ricchezza e garantire lavoro in momenti storicamente così difficili. L’impresa si colloca tra le prime 20 dell’Area interna Sud-Ovest orvietano e tra le prime 5 imprese per Margine Operativo Lordo.

Alle domande che ci siamo posti deve rispondere la politica che fino a oggi è stata piuttosto timida e che rischia di vedersi esplodere nelle mani una nuova crisi occupazionale che il territorio non può permettersi assolutamente in un momento storico così complesso e tempestoso. 




Paparelli, PD, e Pavanelli, M5S, “le dichiarazioni del senatore Candiani (Lega) sulla discarica di Orvieto registrano il fallimento delle Giunta Tesei”

Hanno fatto molto rumore le dichiarazioni del senatore Stefano Candiani sulla discarica di Orvieto.  In effetti sono molto pesanti e stridono con quello che è stato sostenuto dalla giunta regionale a trazione leghista e dalla maggioranza in Comune, che vede il partito di Salvini come azionista di controllo.  Questa dicotomia è stata notata sia da Fabio Paparelli, portavoce di minoranza in consiglio regionale, sia da Emma Pavanelli, senatrice del M5S

In una nota il consigliere del PD Fabio Paparelli dichiara, “le recenti dichiarazioni rilasciate dal senatore della Lega Stefano Candiani, con cui è stata definita la discarica di Orvieto la pattumiera di tutto il centro Italia, ribadiscono ancora una volta l’inadeguatezza e la schizofrenia con cui il partito di Salvini continua a governare la nostra regione”. Continua Paparelli, “solo qualche settimana fa la Giunta Regionale a trazione leghista, ha scelto di inserire proprio la discarica de Le Crete di Orvieto, tra quelle che saranno ampliate ulteriormente, in attesa della realizzazione di un fantomatico termovalorizzatore, che comporterebbe gravi danni e riporterebbe l’Umbria indietro di almeno trent’anni rispetto alle politiche ambientali e di gestione dei rifiuti”.

Sulla stessa linea la senatrice del M5S, Emma Pavanelli, tra l’altro membro della Commissione ambiente di Palazzo Madama. “Il fallimento della giunta regionale umbra a trazione leghista sul nuovo piano dei rifiuti è sotto gli occhi di tutti, anche il senatore Candiani della Lega se ne è accorto. E lo ha manifestato chiaramente ieri, durante l’audizione con il ministro Cingolani sul piano di attuazione del Pnrr in Senato. Se da una parta la Lega Umbria nel suo piano rifiuti indica la strada dell’aumento della capienza delle discariche regionali, incluso quella di Orvieto, dall’altra i suoi vertici in Senato sono radicalmente contrari a queste politiche. E’ un fallimento, ma anche una sorta di commissariamento da parte dei vertici della Lega che confermano l’inadeguatezza di questa Giunta Regionale che ancora oggi, invece di parlare di economia circolare e quindi nuovi posti di lavoro, parla di discariche e di inceneritori”.




Il senatore della Lega Candiani, “la discarica di Orvieto pattumiera del Centro Italia”. Lucio Riccetti di Italia Nostra, risolleva dubbi e perplessità sul sito

Le problematiche intorno alla discarica di Orvieto sono rimaste in sospeso anche in virtù di altre problematiche locali e dell’emergenza mondiale derivante dalla guerra in Ucraina. L’intervento del senatore della Lega Stefano Candiani le riportano in prima pagina. Ecco di seguito un estratto delle dichiarazioni del senatore: “con il PNRR la politica dei rifiuti deve essere completamente rivista e soprattutto le discariche devono divenire un fattore residuale. Io ho sempre in mente quella grande discarica che si vede davanti Orvieto e che sostanzialmente è la pattumiera di tutto il centro Italia.  Questa è una cosa indecorosa anche solo a pensarla.   Il PNRR deve dare una risposta seria su questo tipo di problematiche e le amministrazioni che siano regionali, provinciali o locali debbono essere ovviamente indirizzati in quella direzione”

Parole pesanti come macigni e che riaccendono anche i dubbi e le preoccupazione del presidente di Italia Nostra di Orvieto e consigliere nazionale della stessa associazione, Lucio Riccetti che sottolinea, “la dichiarazione del senatore Candiani e l’apparente mancata risposta di Acea alla lettera di Arpa-Umbria che chiedeva chiarimenti sui parametri i valori non conformi sulla sicurezza, sollevano molte perplessità e preoccupazioni sulla discarica anche in vista del paventato allargamento così come previsto dalla bozza del piano regionale dei rifiuti”.

E’ un intervento a gamba tesa anche nei confronti della giunta regionale umbra guidata da Donatella Tesei e a trazione leghista che nelle discariche ha individuato la risposta per il medio periodo all’emergenza rifiuti in Umbria con l’inserimento della discarica “Le Crete” fra quelle che potranno essere ampliate nei prossimi anni nel momento in cui dovesse esaurirsi la capienza degli altri due siti già operativi nella Regione.