La discarica è un problema, Barbabella chiede al presidente del consiglio comunale di riunire i capigruppo

La discarica torna a essere tema di strettissima attualità anche perché il 31 agosto è previsto l’esame delle osservazioni sul Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti preadottato dalla giunta Tesei. Lo spiega il capogruppo di “Prima gli orvietani”, Franco Raimondo Barbabella che ha chiesto la convocazione urgente dei capigruppo al presidente del consiglio comunale, Umberto Garbini.

Per mercoledi 31 agosto p.v. risulta che la Regione abbia indetto la conferenza di servizio per l’esame delle osservazioni alla proposta di Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti preadottato con DGR 600/2022. Le osservazioni presentate evidenziano la problematicità diffusa e preoccupante delle previsioni di piano in generale e soprattutto per la discarica Le Crete, la nostra discarica. Due associazioni in particolare mettono in evidenza il pericolo di esaurimento già tra il 2023 e il 2024 stando alle previsioni dell’AURI dei volumi che saranno conferiti (osservazioni n. 30 e 35), mentre ulteriori temi sono trattati nella osservazione n. 23).

Emerge per questo una evidente contraddizione tra la possibilità che la discarica attuale esaurisca la sua capienza nei prossimi due anni e la previsione di entrata a regime del sistema di incenerimento nel 2028, evenienza tutta da dimostrare. Che succederà nel frattempo? Ampliamento della discarica senza dirlo? La conferenza è dunque un appuntamento rilevante. Il sindaco è invitato a partecipare per esprimere il parere del Comune appunto sulle osservazioni. Sarà importante che il parere rispecchi gli orientamenti della città e non quelli del solo sindaco e della sola giunta.

Per questo le chiedo di convocare con urgenza la riunione dei capigruppo invitando il sindaco a riferire sugli orientamenti che intende affermare nella conferenza in questione in modo che dal confronto possa emergere una posizione condivisa nel superiore interesse della nostra comunità. La riunione evidentemente non dovrebbe tenersi oltre martedì prossimo (30 agosto ndr).




La conferenza dei servizi approva l’ampliamento della cava La Spicca. Il Comitato Amici del Botto rilancia la sfida

Il Comitato Amici del Botto di Orvieto ha appreso dell’approvazione, lo scorso 19 luglio, del progetto di ampliamento della cava La Spicca ad opera della Conferenza dei servizi. La decisione delle amministrazioni, assunta in tempi record, apre la strada al rilascio dei titoli abilitativi alle attività estrattive nell’area destinata all’espansione del giacimento. Particolarmente sorprendente la posizione del Comune di Orvieto, che si dichiara “favorevole senza condizioni”.

Sembrano così destinati a perpetuarsi lo scempio ambientale e il grave pregiudizio subito dagli abitanti delle aree circostanti per le polveri, il rumore e le vibrazioni dovute all’attività di scavo e lavorazione del materiale estratto.  Un attacco, sul piano degli interessi generali, mosso alla più preziosa delle risorse che possiede Orvieto, la sua bellezza paesaggistica e storico-artistica. Si tratta, infatti, poi di un depauperamento dell’intero territorio orvietano ed umbro, destinato a gravare sulle future generazioni, che erediteranno un territorio ferito e compromesso per decenni nelle sue potenzialità, anche economiche.

Pur risultando stralciato dal progetto di ampliamento il podere Spicca, vincolato dalla Soprintendenza, a testimonianza dell’interesse storico-paesaggistico dell’area, l’iniziativa infligge poi un gravissimo colpo a  quel gioiello storico che è il Borgo del Botto e all’aspirazione dei suoi abitanti di continuare a promuoverne lo sviluppo turistico secondo la sua naturale vocazione, in un’epoca nella quale più che mai la bellezza della nostra Regione è universalmente riconosciuta come patrimonio inestimabile.

Prendiamo atto della decisione regionale, ma non ci arrenderemo. Anzi. Ci auguriamo che un numero sempre maggiore di cittadini partecipi attivamente e consapevolmente alla nostra battaglia, nella convinzione che sia venuto il momento di dire stop all’impoverimento di un territorio che ha già pagato, per oltre un trentennio, un prezzo elevatissimo all’attività estrattiva.

Attendiamo nei prossimi mesi la decisione del Tar, che dovrà esprimersi sulla legittimità del procedimento amministrativo seguito ed in particolare sull’incomprensibile mancato esperimento della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e di qualsiasi valutazione delle conseguenze di un’ulteriore espansione territoriale e temporale delle attività estrattive sull’insieme degli interessi in gioco.

Fonte: Comitato Amici del Botto




Il 7 luglio si apre la conferenza dei servizi per l’ampliamento della cava “Basalto La Spicca”

Il Comitato Amici del Botto di Orvieto comunica che il 7 luglio si aprirà la Conferenza dei Servizi che dovrà deliberare sul progetto presentato dalla Società Basalto La Spicca relativo all’ampliamento della Cava La Spicca di Orvieto.

Intanto, il Comitato è in attesa della decisione del Tar, al quale lo stesso si è rivolto per denunziare il mancato esperimento della VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Ricordiamo, in proposito, che il progetto di ampliamento determina l’avvicinamento del fronte di cava, e delle esplosioni provocate dalle mine, all’abitato delle Velette (Bivio Botto); la distruzione di decine di ettari di paesaggio agricolo di pregio naturalistico e storico; la dispersione di arsenico (cancerogeno) presente nel suolo, del quale è stata accertata l’elevata concentrazione proprio nell’area destinata alla espansione, con potenziali fenomeni di inquinamento indotto; un incremento del rumore generato dall’attività di frantumazione e lavorazione del materiale cavato, già oggi eccedente i limiti di legge: tutti aspetti che, a parere del Comitato, meritavano di essere presi in considerazione con le modalità – trasparenti e aperte alla partecipazione degli interessati – previste dalla VAS, procedura evitata dalla Regione sul semplicistico presupposto che il progetto non avrebbe impatti ambientali significativi.

In vista della Conferenza dei Servizi, il Comitato ha presentato le proprie osservazioni al progetto, che ci auguriamo vengano esaminate, anche in ragione delle potenziali ricadute sulla salute pubblica e, anzitutto, dei lavoratori della cava. Le osservazioni del Comitato possono essere consultate accedendo agli atti del procedimento tramite il link www.va.regione.umbria.it/via/elenco-dei-procedimenti-di-valutazione-di-impatto-ambientale




Siccità, la presidente Tesei firma due ordinanze per limitare l’utilizzo di acqua fino al 30 settembre

La presidente della Regione Donatella Tesei, alla luce della situazione idrica dell’Umbria, ha firmato due ordinanze, entrambe con validità dal 4 luglio: “Ordinanza 01 luglio 2022, n. 7. R.D. n. 1775/1933 “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici”. Limitazione attingimenti” e “Ordinanza 01 luglio 2022, n. 8 – Piano di Bacino del Fiume Arno. Misure di salvaguardia del Lago di Chiusi. Divieto di prelievo delle acque”.

Con la prima ordinanza, ritenuto necessario emanare un provvedimento per la limitazione degli attingimenti a tutela delle risorse idriche del territorio regionale, si ordina “di limitare gli attingimenti in aggiunta alle prescrizioni già impartite nelle autorizzazioni rilasciate (concessioni e licenze) a: coloro che risultano essere titolari di concessione di derivazione e coloro che hanno presentato domanda di concessione preferenziale o di riconoscimento di antico diritto o domanda di concessione di derivazione in sanatoria o di concessione ordinaria ai sensi dell’art. 264 c. 16 della L. R. n. 1/2015 ad uso irriguo, ad uso irriguo non prevalente, ad uso irriguo finalizzato a produzione agroenergetica; coloro che risultano essere titolari di licenza di attingimento ad uso irriguo, ad uso irriguo non prevalente, ad uso irriguo finalizzato a produzione agroenergetica; coloro che utilizzano a qualsiasi titolo fonti di approvvigionamento idrico per uso irriguo, uso irriguo non prevalente, uso irriguo finalizzato a produzione agroenergetica, da invasi, laghetti collinari, ecc.; dai corpi idrici del territorio regionale, ad esclusione dello specchio lacustre del Lago Trasimeno (già disciplinato dal PS2 – Ambito A – Piano di Bacino per il Lago Trasimeno approvato con D.P.C.M.del 19 Luglio 2002 – Pubblicato in G.U. n. 203 del 30 Agosto 2002), del Lago di Piediluco, del Fiume Nera e del Fiume Velino. Per i prelievi dal Lago di Piediluco, Fiume Nera e Fiume Velino rimangono valide le prescrizioni impartite nelle concessioni/autorizzazioni all’attingimento.

Vengono esclusi dalle limitazioni: gli Enti che gestiscono reti irrigue pubbliche e coloro che prelevano da reti irrigue gestite da soggetti pubblici; coloro che fanno uso di impianti a goccia, microirrigatori a spruzzo statici e dinamici, microgetti o simili in grado di assicurare una piovosità non superiore a 2,8 mm/ora per mq, per i quali si vieta l’attingimento nei giorni festivi fino alle ore 19:00; tale divieto non si applica agli Enti e/o Istituzioni che effettuano studi di ricerca in collaborazione con la Regione”. L’ordinanza “è valida dal 04 luglio fino alle 24.00 del 30 settembre prossimo, in assenza di revoca della stessa precedente a tale data”.

Con l’ordinanza n.8 si ordina “Nelle aree interessate dei Comuni di Castiglione del Lago, Città della Pieve e Paciano della provincia di Perugia: il divieto assoluto di prelievo di acque dagli affluenti immissari del Lago di Chiusi, da attuarsi su tutto il bacino idrografico del lago nonché il divieto assoluto di prelievo di acque dai pozzi che attingono nei terreni alluvionali del subalveo lacuale ad esclusione dei prelievi destinati all’uso potabile”.

L’ordinanza è “valida dal prossimo 4 luglio fino a revoca espressa e comunque per un periodo massimo di 180 giorni dalla data della stessa”.




I dipendenti della Basalto la Spicca consegnano in Comune 2500 firme a difesa del lavoro e dell’azienda

La data del 30 giugno è sempre più vicina e il rischio che l’attività della cava “Basalto la Spicca” si blocchi è sempre più concreta. I dipendenti stanno da tempo combattendo per il diritto al lavoro e per il loro futuro e il 24 giugno hanno consegnato nelle mani del sindaco e del presidente del consiglio comunale, le firme raccolte a loro sostegno e dell’azienda.

“Noi dipendenti della Basalto la Spicca SpA, a dimostrazione del consenso raccolto, accompagnati dal nostro sindacato, abbiamo consegnato il 24 giugno nelle mani del sindaco, vice-sindaco e presidente del consiglio comunale, più di 2500 firme per mantenere in attività la cava della Basalto la Spicca Spa e salvare i posti di lavoro.

C’è chi “confeziona” articoli e locandine allarmiste e mistificatrici contro una realtà lavorativa storica e importante come la nostra e ci sono persone che dimostrano il loro sostegno e una forte solidarietà perché ben conoscono le difficoltà del mondo del lavoro soprattutto in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo.

Tale supporto, con nostro piacere, non è venuto soltanto da cospicuo indotto che teme a sua volta un effetto domino con ripercussioni sul proprio lavoro, ma anche da coloro i quali sostengono la nostra causa ben conoscendo la realtà di una comunità che si sta sempre più spopolando, anche a causa della carenza di posti di lavoro, accentuando in modo rilevante la crisi del territorio orvietano.

Non è nostra intenzione assistere inermi, vorremmo evitare l’irreparabile, ovvero la chiusura di un sito estrattivo storico che non è assolutamente una “vergogna” bensì una risorsa da non perdere per Orvieto e per tutto il territorio nel quale siamo nati, cresciuti e orgogliosi di lavorare.

Ringraziamo pubblicamente coloro che ci sostengono”.




Allarme siccità in Umbria, il sindaco vieta l’utilizzo dell’acqua per usi domestici non essenziali

E’ ormai allarme siccità in tutta l’Umbria con il Paglia che nella zona di Orvieto Scalo non raggiunge il metro di altezza. Nel resto della Regione i bacini e i fiumi sono in secca e la stagione particolarmente calda e la prolungata mancanza di precipitazioni non fa che peggiorare la situazione. Il sindaco di Orvieto ha emesso un’ordinanza sindacale pubblicato sull’Albo Pretorio online, che vieta l’utilizzo delle risorse idriche provenienti dall’acquedotto pubblico per usi domestici non essenziali come ad esempio: lavaggio di autoveicoli, annaffiatura di orti e giardini, ricambio di acqua nelle piscine. Tali comportamenti saranno perseguiti nei termini di legge.

Il provvedimento di limitazione dei consumi idrici emanato dal Comune recepisce la richiesta formalizzata in tal senso dal Servizio Idrico Integrato ed è motivato dall’assenza di precipitazioni che in tutto il territorio comunale, come in altri territori della provincia e della regione, sta determinando un preoccupante stato di siccità, nonchè dall’esigenza di salvaguardare la salute pubblica prevenendo tutti i potenziali rischi. 

L’ordinanza è stata trasmessa a tutte le Forze di Polizia operanti sul territorio comunale.




Pier Giorgio Oliveti, Cittaslow International, “vivere slow si può anche nelle metropoli”

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Con Pier Giorgio Oliveti abbiamo fatto il punto sull’assemblea generale di Cittaslow International che si è svolta a Orvieto lo scorso 10 e 11 giugno. In particolare abbiamo posto l’accento sul nuovo progetto, molto ambizioso, “Metropolis” che vuole portare il vivere slow anche nelle grandi città. Oliveti, segretario generale dell’associazione, ha ricordato che “entro il 2050 la gran parte della popolazione vivrà nelle grandi aree metropolitane è quindi necessario programmare e progettare in sintonia con l’ambiente punto centrale del buon vivere”. Cittaslow International è una realtà affermata che vede in Orvieto il suo fulcro centrale e che in città apporta il proprio contributo anche in termini di Pil come rete sovranazionale.

Ma CittaSlow è anche sociale e attenzione per chi soffre e naturalmente, anche con lo scoppio della guerra in Ucraina la rete si è attivata per portare il proprio aiuto concreto in particolare in Polonia.




Preadottato il nuovo piano dei rifiuti. Più differenziata, termovalorizzazione e Le Crete attiva

La giunta regionale ha preadottato il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti che è stato presentato alla stampa il 16 giugno dalla presidente Donatella Tesei e dall’assessore all’ambiente Roberto Morroni. I punti salienti riguardano la diminuzione del 4,4% della produzione dei rifiuti, una ulteriore spinta sulla differenziata al 75% e la riduzione della frazione non recuperabile e non riciclabile a un massimo del 7% in anticipo di 5 anni sugli obiettivi prefissati a livello nazionale e europei.

“Il percorso del nuovo Piano – ha ricordato la Presidente Tesei – è stato avviato nel luglio di due anni fa, con la costituzione e l’istituzione di un Comitato Tecnico Scientifico che, con un lavoro rigoroso e puntuale, ha fornito un quadro della situazione dell’Umbria, evidenziandone le criticità e i ritardi notevoli causati dalla mancanza di una programmazione coerente con le esigenze del territorio regionale. Analisi scientifiche e approfondimenti tecnici sulle migliori esperienze in materia di gestione dei rifiuti a livello nazionale ed europeo sono stati le basi per la definizione della proposta che abbiamo preadottato ieri per un Piano – ha rilevato – che fa compiere un passo in avanti all’Umbria, garantendo risposte concrete a problematiche di grande rilevanza”.

 “Un Piano – ha detto il vicepresidente Morroni – che persegue due scopi fondamentali: garantire la stabilità e l’autosufficienza regionale del ciclo integrato dei rifiuti e collocare l’Umbria fra le regioni più avanzate del nostro Paese e dell’Europa. Un Piano moderno, che introduce criteri di efficienza e di miglioramento sotto il profilo della sostenibilità ambientale ed economica. Punti salienti del nuovo Piano sono il recupero di materia, scandito dall’obiettivo di incrementare la raccolta differenziata al 75%, e la valorizzazione energetica del rifiuto e degli scarti della raccolta indifferenziata con l’entrata in funzione di un termovalorizzatore dal 1° gennaio 2028. “Un Piano, quindi, di svolta – ha ribadito Morroni – capace di assicurare la chiusura del ciclo dei rifiuti, proposito fallito dalle precedenti amministrazioni”.

Il vicepresidente Roberto Morroni, nell’illustrare in dettaglio il percorso svolto dal Comitato tecnico-scientifico dal 20 luglio 2020 ad oggi, si è soffermato, in particolare, sulla novità rappresentata dal servizio di incenerimento con recupero energetico. “L’impianto, nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità, avrà una capacità effettiva limitata a 160mila tonnellate all’anno di rifiuti trattati, sia urbani che speciali, di produzione regionale. Una quantità – ha evidenziato – appropriata, in linea con le esigenze dell’Umbria”.

“Sarà l’Auri – ha specificato ancora Morroni – a decidere la localizzazione puntuale dell’impianto di termovalorizzazione, attraverso un apposito iter che prevede varie fasi. Entro quattro mesi dall’approvazione del Piano regionale, tramite avviso pubblico di manifestazione d’interesse, sarà avviata la procedura per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’impianto. Entro diciotto mesi dall’approvazione, avverrà l’affidamento, cui seguiranno trenta mesi per realizzare l’impianto. La messa in esercizio, che stimiamo dal 1° gennaio 2028, segnerà l’interruzione del conferimento in discarica dei rifiuti derivanti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani che possono essere recuperati dal punto di vista energetico”.

Quanto alla localizzazione dell’impianto, “sono state definite le mappe delle aree non idonee del territorio regionale e si terrà conto comunque, in quelle che non vi sono comprese, di vincoli come la presenza di zone agricole di pregio” ha detto il vicepresidente Morroni, sottolineando come “compete alla Regione la pianificazione e la programmazione degli impianti pubblici, mentre sarà l’Auri a stabilire dove sarà realizzato l’impianto di recupero energetico”.

Le discariche diverranno sempre più marginali e nel Piano è previsto che quelle attive saranno ridotte a tre, Borgogiglione, Belladanza e Le Crete, poi in una seconda fase rimarranno solo le ultime due, quindi Orvieto sarà sempre più centrale per quanto riguarda i rifiuti non riciclabili. Morroni ha poi sottolineato che “per superare l’attuale frammentazione e polverizzazione che limita l’efficienza del sistema, con un servizio organizzato per l’intero territorio regionale: un solo gestore si occuperà dei servizi di superficie, raccolta, spazzamento e trasporto; un solo gestore per i servizi di trattamento e smaltimento; un solo gestore per il servizio di trattamento termico con recupero energetico”.

La proposta di Piano preadottata dalla Giunta regionale prosegue il suo iter partecipativo e autorizzativo; l’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea Legislativa è prevista entro l’anno in corso.




All’assemblea di Cittaslow International, a Orvieto dal 10 al 12 giugno, in anteprima il progetto “Metropolis”

Dal 10 al 12 giugno Orvieto sarà protagonista di Cittaslow con ospiti internazionali che si riuniranno al Palazzo del Popolo dopo due anni abbondanti di riunioni a distanza. Sono quasi 200 gli iscritti di Cittaslow International, una rete che coinvolge 32 paesi, 282 città di cui 10 in Umbria e Orvieto hub di questa rete che promuove il vivere in maniera sostenibile. Non ci saranno i rappresentanti cinesi perché la pandemia ancora si fa sentire con i suoi colpi di coda. Ma ci sarà anche un collegamento via web perché l’occasione è importante, verrà presentato in anteprima mondiale il progetto “Cittaslow Metropolis”, un vero e proprio salto di qualità, una grande scommessa perché entro il 2050 i due terzi della popolazione mondiale vivrà nelle grandi aree metropolitane e l’emergenza ambientale non può essere combattuta senza la collaborazione e la partecipazione delle città.

Ma cosa significa Cittaslow Metropolis? L’idea è quella di trasferire la sfida del “buon vivere” dai paesi e dalle realtà cittadine di provincia prima nei quartieri per poi entrare nelle grandi realtà metropolitane, lentamente, senza fretta ma costantemente. Cittaslow è uno stile di vita che nelle città significa quartieri dove i bambini possono giocare liberamente, dove i pendolari in massimo 30 minuti possono raggiungere il loro posto di lavoro, i ragazzi le loro scuole, i cittadini tutti i servizi. In questo modo si punta a diminuire la mobilità quotidiana inquinante diminuendo le emissioni di carbonio ma non solo, l’obiettivo è far calare il rumore e lo stress. Spiega Pier Giorgio Oliveti, segretario generale di Cittaslow International, “a Orvieto presentiamo il progetto pilota in corso in tre quartieri di Smirne, in anteprima mondiale, e così si porta il buon vivere dalla piccole città alla metropoli. E’ una nuova sfida che prevede una griglia di valori slow, la partecipazione attiva dei cittadini e di tutti i cosiddetti stakeholders e degli amministratori che devono guidare scelte e progetti”.

L’apertura dell’assemblea è prevista per le 16 del 10 giugno con Mauro Migliorini, sindaco di Asolo e presidente di Cittaslow, con la tavola rotonda dal titolo “Cittaslow Metropolis, il laboratorio del futuro. Una contraddizione che fa scuola: quando e come la metropoli adotta le qualità slow”. Al confronto parteciperanno Tunç Soyer, sindaco di Smirne e vicepresidente di Cittaslow oltre che coordinatore della rete nazionale turca di Cittaslow, Walter Ganapini, docente e ricercatore italiano, membro onorario del Comitato Scientifico dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, Sohn Dehyun, accademico dell’Università di Seoul, coordinatore della rete coreana di Cittaslow, Giacomo Degli Antoni, professore di economia politica e delle relazioni internazionali all’Università degli Studi di Parma e Giuseppe Roma, architetto, membro del comitato scientifico di Cittaslow e presidente della Rur/Rete urbana delle rappresentanze. Alla tavola rotonda la partecipazione è libera fino a esaurimento dei posti disponibili.

L’11 giugno partirà l’assemblea generale dell’associazione. L’ospite d’onore sarà l’architetto e urbanista spagnolo Vicente Guallart, che proviene da Barcellona, una metropoli che si sta trasformando puntando sulla sostenibilità, una sfida difficile soprattutto per un’area vocata al turismo di massa, città portuale, commerciale e industriale con tutti i problemi del caso.

Barcellona è una delle aree metropolitane che ha accettato la sfida di Cttaslow Metropolis. Da circa 5 anni oltre alla città catalana anche a Busan, Bruxelles, Taipei e Smirne si studia, progetta e poi si concretizza l’idea di un modello urbano “lento” . E’ quello che sta avvenendo a Smirne, in Turchia, con il programma “Cittaslow Neighborhood” si lavora seguendo i principi di integrazione sociale, impegno civico, dati scientifici, benefici e interazione sociale.




Comitato Amici del Botto, “via alla raccolta di firme contro l’ampliamento della cava La Spicca”

È scattata la raccolta firme da parte del Comitato Amici del Botto di Orvieto per evitare l’ampliamento della cava di basalto denominata La Spicca. Un’operazione che sta procedendo speditamente in questa battaglia contro un ulteriore prolungarsi dell’attività della cava, che da oltre 30 anni opera sul territorio orvietano. Nel testo della petizione il Comitato fa presente il profilarsi di un nuovo scempio con un ampliamento della cava di circa 32 ettari per una durata prevista dell’attività di 20 anni. 32 ettari che se sommati a quella parte della cava già attiva danno un totale di 70 ettari di terreno sconvolto per l’estrazione del basalto.

“Un progetto di ampliamento – come è scritto  nella petizione – presentato nonostante diverse segnalazioni  fatte negli anni passati, con esposti alle autorità competenti, dagli abitanti delle Velette e del Botto per i disturbi legati all’attività della cava, dovuti sia alle vibrazioni indotte dal brillamento delle mine che mettono a repentaglio la statica delle abitazioni private, che al rumore (assordante) dell’impianto di frantumazione, del quale peraltro si vogliono aumentare le ore lavorative e soprattutto i giorni lavorativi all’anno, così che nemmeno nei giorni festivi ci sarà un po’ di pace”.

Nel testo della raccolta firme il Comitato ricorda alcuni punti di fondamentale importanza:

“Il Comune non ha ritenuto necessario procedere alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), strumento di pianificazione che a nostro avviso è più che necessario per tenere in debita considerazione le esigenze di tutela dell’ambiente e della salute umana” ed anche che “Il piano Regionale delle Attività Estrattive è fermo al 2005, dunque non è più idoneo ad interpretare i fabbisogni attuali, in un momento storico nel quale si sta andando verso un riciclo dei materiali anziché che verso un ulteriore sfruttamento delle risorse”. Il Comitato non è disposto a stare in silenzio di fronte a questa nuova e grave distruzione di un territorio vocato alle attività eno-gastronomiche di qualità, al turismo, che ha nel paesaggio uno dei maggiori suoi punti di forza; senza considerare le preoccupazioni legate alla sicurezza e alla salute delle persone. Una distruzione che non interessa solo i residenti della zona in cui insiste la cava ma tutto il territorio di Orvieto e della regione Umbria in generale.

La petizione termina con un appello a tutte le forze politiche e alle Associazioni per fermare questa nuova ferita che si profila per il territorio e chiede a tutti i cittadini, “sia a quelli residenti nella zona che a quelli residenti nel Comune di Orvieto o in altri comuni della Regione, ma anche a chiunque abbia a cuore il territorio e l’ambiente, di aderire alle iniziative che stiamo promuovendo per far sentire ancor più forte la nostra voce”.