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Per la settimana europea dei parchi appuntamento il 23 maggio alla Riserva Naturale di Monte Rufeno con “Il Paglia racconta…”

Nell’ambito delle iniziative Regione Lazio per la settimana Europea dei Parchi (Sabato 20 – Domenica 28 Maggio), la Riserva Naturale Monte Rufeno (sala Chico Mendes) ospiterà martedì 23 maggio alle 10 l’evento “Il Paglia racconta….” progetto realizzato con il contributo per i contratti di fiume della bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi. Interverranno la sindaca di Acquapendente Alessandra Terrosi il sindaco di Proceno Roberto Pinzi, la dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo Leonardo da Vinci di Acquapendente Luciana Billi ed il direttore della Riserva Naturale Massimo Bedini. Presenteranno i lavori i ragazzi della Scuola Secondaria di II° grado dell’Istituto Omnicomprensivo “Leonardo Da Vinci” di Acquapendente (indirizzo chimico coinvolti in attività di monitoraggio delle qualità delle acque del fiume Paglia) e quelli della Scuola Secondaria di I° grado dello stesso Istituto impegnati nello studio dell’ecosistema fiume e nella valorizzazione del fiume Paglia. Il percorso è iniziato il 14 Febbraio 2020 quando la Regione Lazio ha presentato i risultati del bando per il finanziamento regionale dei contratti di fiume. 21.000 € per il tratto che attraversa Acquapendente e Proceno che ha garantito un riallineamento parallelo a quanto realizzato sul versante umbro proponendo le stesse modalità di attuazione. Il tutto coordinato ed attuato da Alta Scuola che in nome e per conto dei due Comuni ha presentato il progetto.

Si è iniziato con quattro tavoli di lavoro, per poi passare ad una fase conoscitiva nella quale ai due Comuni si sono affiancati i cosiddetti stakeholders: Autorità di Distretto, Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Arpa Lazio, Consorzio Alto Paglia, associazioni di categoria, Legambiente, Italia Nostra, WWF, i responsabili gestione SIC media Valle del Paglia, Riserva Naturale Monte Rufeno, Enti locali. Si è arrivati poi alla definizione di un documento strategico e poi al Programma d’Azione di oltre 40 punti. Una delle linee di contatto è la volontà di consentire una analisi ed una condivisione partecipata di soluzioni strategiche, interventi ed azioni condivise. Del tutto alternative al paventato invaso sull’Alfina per la mitigazione delle piene. Definito metodo giusto per operare in un territorio dall’ecosistema delicato, è anche una rappresentazione di contrarietà a grandi opere che sprecano risorse ingenti e producono impatto ambientale devastante.




Biodistretto Lago di Bolsena è contrario alle pale eoliche previste dal progetto Phobos

Domenica 2 aprile si è svolta la manifestazione contro il progetto Phobos che prevede l’istallazione di 7 pale eoliche nell’area dell’Alfina.  Il Biodistretto di Bolsena è contrario al progetto. Durante la manifestazione, che si è tenuta in un terreno nell’area della Torraccia, i rappresentanti di associazioni del territorio e comuni cittadini hanno risposto all’appello dei Cittadini Custodi dell’Alfina, manifestando il loro dissenso come comunicato in una nota informativa del Biodistretto, “contro le 7 mega pale eoliche tra Castel Giorgio e Orvieto e una serie di mega progetti tutti collegati alla stazione elettrica prevista in loc. Torraccia di Castel Giorgio.  Striscioni, cartelli e preoccupazione sui volti, parole scambiate su quanto sta per succedere, hanno dato ancor più risalto alla serenità di un paesaggio di nuovo minacciato, da difendere. Gabriele Antoniella, invitato a intervenire in qualità di presidente ha precisato che, anche se territorialmente il Biodistretto non appartiene all’Alfina, i temi affrontati sono appoggiati e condivisi, e la necessità di muoversi insieme è evidente. Chi vive sui territori deve avere più voce e non, al contrario, essere messo a tacere. Emerge dal dibattito una linea comune: le rinnovabili sì, ma prima di stravolgere il paesaggio dobbiamo indagare, focalizzarci su costi e opportunità che i mega-impianti farebbero ricadere sui territori, considerare altre possibilità.

Sitizzazione, dimensionamento e comunità energetiche potrebbero essere le vie alternative.  Limitiamo il consumo di suolo! L’Italia è già campione europeo per SAU dedicata al fotovoltaico, e il viterbese è campione nel Lazio e tra i primi posti in Italia. Che si occupino le superfici già impermeabilizzate, ormai inutili ai servizi ecosistemici e al semplice godimento dell’occhio.  Il Biodistretto Lago di Bolsena da tempo esamina le possibilità offerte dalle comunità energetiche, vere e proprie comunità sociali che ripopolano le aree interne del Paese delocalizzando la produzione di energia, azzerando l’impatto sul paesaggio culturale dei territori, aiutando le famiglie a risparmiare e a diventare energeticamente autonome. Esempi di successo in giro per l’Italia ce ne sono ormai tanti e sono replicabili. Ci siamo salutati con l’impegno di conoscerci meglio per elaborare una strategia comune”.




Maurizio Conticelli scrive al Vescovo per il progetto pale eoliche all’Alfina e le scelte dell’Opera del Duomo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che Maurizio Conticelli ha inviato al Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, S.E. Gualtiero Sigismondi, sulla questione del progetto Phobos che prevede la messa in opera di 7 pale eoliche sul piano dell’Alfina. Parte di queste pale andranno a ricadere su terreni di proprietà dell’Opera del Duomo.

Eccellenza buongiorno,

la disturbo per il ruolo determinate che Ella svolge nei confronti dell’Opera del Duomo di Orvieto in merito ad un progetto per un impianto eolico con 7 aerogeneratori ciascuno alto 200 metri previsto nei Comuni di Orvieto e Castel Giorgio a confine con il Comune di Bolsena. Il progetto, denominato PHOBOS, suscita in molti angoscia e terrore non solo per il nome, ma per il devastante impatto che potrà determinare sul suggestivo tavolato vulcanico dell’Alfina.

Ci stiamo battendo, come associazioni e comitati, contro tale realizzazione che investe anche terreni di proprietà dell’Opera del Duomo di Orvieto che legge c.c., senza peraltro che quest’ultima abbia sollevato obiezioni e presentato formali osservazioni come risulta dalla documentazione presente nel sito del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica). Né sembrano avere avuto effetto i pareri contrari dei Comuni di Orvieto e Castel Giorgio, se è vero che il MASE avrebbe dato parere favorevole alla procedimento di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e che il parere definitivo sarebbe ora nelle decisioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri per dirimere il contrasto sorto a seguito del parere negativo del Ministero della Cultura (MIC).

Le scrivo per segnalarLe un articolo apparso su Astrolabio, giornale degli Amici della Terra, che riporta una lettera emblematica su questi argomenti a firma dell’Arcivescovo Metropolita di Benevento – Francesco Arrocca – e del Ministro Provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Sant’Angelo e Padre Pio – Fr. Francesco Dileo – dal titolo La spada e la sentinella della terra di San Pio da Petralcina, auspicando un Suo autorevole interessamento per scongiurare, in extremis, l’approvazione del progetto PHOBOS.
La ringrazio per l’attenzione e per ciò che potrà fare a difesa delle comunità locali, con l’invito per ultimo a consultare la documentazione di cui ai link sotto riportati, rimanendo a disposizione per illustrarLe più compiutamente quanto sopra descritto.

Distintamente 

Maurizio Conticelli, Orvieto 




“Amici della Terra” lancia un appello ai sindaci di Orvieto e Castel Giorgio

Una lettera a firma dell’ingegnere ambientale Monica Tommasi (nella foto), presidente dell’Associazione “Amici della Terra Italia”, arriva in queste ore sulla scrivania dei sindaci di Orvieto e Castel Giorgio. Si chiede un loro rapido ed efficace interessamento presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per scongiurare l’avallo del progetto “Phobos”, che prevede l’impianto di sette gigantesche pale eoliche e la costruzione di un’impattante stazione elettrica nel territorio di Castel Giorgio.

Dati i pareri discordi del Ministero della Cultura, che boccia il progetto, e quello del Ministero dell’Ambiente, che lo approva, l’ultima parola dovrà infatti arrivare da Palazzo Chigi. “Parere favorevole è stato peraltro espresso dalla stessa Regione Umbria, che non ha inspiegabilmente ritenuto di eccepire che questi impianti – sottolinea Monica Tommasi – ricadono nella cosiddetta fascia di rispetto che tutela i beni storico ambientali in base al D.L.13/2023.

Si sollecitano, dunque, i sindaci Roberta Tardani e Andrea Garbini a farsi senza indugio portavoce presso la Presidenza del Consiglio delle istanze di salvaguardia e valorizzazione dei territori che amministrano, scongiurando lo scempio, nella fattispecie, di aree inequivocabilmente non idonee in base alla normativa vigente alla realizzazione del progetto Phobos”. Alla lettera di Monica Tommasi, si unisce peraltro la protesta attiva dei comitati e dei cittadini che domenica 2 aprile alle 16 parteciperanno ad una manifestazione pubblica nei pressi del bivio della strada della Torraccia a Castel Giorgio.




Giornata ecologica ad Acquapendente per la salvaguardia ambientale

Si è svolta durante lo scorso week-end la prima giornata ecologica nei territori del Comune di Acquapendente che pubblica alcune foto per documentare la grande quantità di rifiuti raccolti dai volontari. Soprattutto anche per sensibilizzare tutti ancora di più su la cura e la salvaguardia del territorio. Organizzata dall’Istituto Onnicomprensivo Leonardo da Vinci di Acquapendente, ha visto la partecipazione del Comando Stazione dei Carabinieri Forestale di Acquapendente, della Polizia Locale, del Consiglio di Frazione di Torre Alfina, Società Idealservice, Sez. Enpa di Acquapendente, squadre di Caccia al cinghiale C 30, C30 2001 e Zanna Bianca. Attivissimo il Consiglio dei Giovani di Acquapendente, sempre sensibile e partecipe alle tematiche ambientali legate al territorio, che, tramite il suo Presidente Lucia Perinelli, ha contribuito all’organizzazione di questa importante giornata. Per il Comune di Acquapendente in prima linea la vicesindaca Monica Putano Bisti e l’Assessore Glauco Clementucci.

Prossimamente verranno organizzati altre giornate ecologiche per pulire altri luoghi.




Avviato un progetto pilota tra Comune di Montefiascone e biodistretto del lago di Bolsena

Il Comune di Montefiascone nello spirito di collaborazione con il Biodistretto Lago di Bolsena, ha individuato un’area per un nuovo modello di gestione per la vegetazione ripariale lacuale. Nell’area individuata verrà realizzato un progetto condiviso che si pone come obiettivo principale quello di sperimentare modalità più idonee per ripristinare fasce di vegetazione ripariale (arborea, arbustiva, ed olofitica) lungo un tratto di riva proponendo al contempo una modalità di fruizione turistica rispettosa della natura dei luoghi. Il tutto grazie ad apposito finanziamento regionale. Obiettivo quello di arrivare ad una gestione unica della vegetazione ripariale stessa. Una sorta di progetto pilota di tipo sperimentale con la messa a dimora di specie autoctone di vegetazione ripariale. Verrà rimossa la canna domestica (Arundo donax) specie archeofita invasiva creando le condizioni per lasciare spazio alla cannuccia di palude (Phragmites australis).




Il vice-sindaco Mario Angelo Mazzi, “il Comune di Orvieto contrario alle pale eoliche sull’Alfina”

Il Comune di Orvieto ribadisce la propria ferma e totale contrarietà al progetto per la realizzazione dell’impianto eolico denominato Phobos così come espresso formalmente nel parere inviato al Ministero della Transizione Ecologica”. Lo afferma il vicesindaco del Comune di Orvieto con delega all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi.
Il parere, nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza statale – spiega – è stato regolarmente trasmesso l’8 giugno 2022 con protocollo nr. 20779. Siamo in contatto con i competenti uffici ministeriali per verificare il motivo per cui non risulti inserito sul sito web del Ministero insieme a tutti i pareri espressi dai soggetti interessati. Riteniamo – prosegue – che le osservazioni presentate dal Comune di Orvieto siano dirimenti rispetto alle valutazioni che sarà chiamata a fornire la competente commissione ministeriale perché, unitamente a quelle più squisitamente tecniche fornite dagli altri Comuni, evidenziano il preciso indirizzo politico di sviluppo che l’amministrazione ha pensato per quelle aree. Come è scritto nel parere – prosegue il vicesindaco – la zona interessata dall’impianto eolico ricade infatti all’interno del Parco Culturale individuato e perimetrato dal Prg, parte strutturale, al fine di promuovere politiche di sviluppo centrate sulla identità locale, in grado cioè di valorizzare le risorse territoriali e integrarle con la promozione turistica”.
Il Parco culturale – si legge nel parere – è finalizzato “alla costruzione di servizi culturali e turistici per valorizzare e rendere fruibile il patrimonio culturale ed ambientale che definisce questo territorio”. Nel Parco culturale “non sono ammesse trasformazioni del mosaico paesistico dei soprassuoli ad eccezione di quelle relative agli avvicendamenti delle coltivazioni. Sono ammesse attività di studio, ricerca, restauro, inerenti i beni, ad opera degli istituti autorizzati, l’utilizzazione agricola dei terreni destinati a tale uso, adeguamenti della rete viaria esistente, la manutenzione e l’attrezzamento dei percorsi esistenti, la realizzazione e l’attrezzamento di nuovi percorsi. All’interno del parco è vietata ogni forma di attività estrattiva”.
Alla luce di questo – precisa il vicesindaco – è evidente che l’amministrazione comunale di Orvieto ha da sempre considerato il territorio come un valore aggiunto e ha da sempre messo in atto azioni il cui fine ultimo è quello della valorizzazione delle risorse territoriali e della tutela delle permanenza identitarie che contraddistinguono il paesaggio dell’Altopiano dell’Alfina, imponendo ai cittadini regole ferree nell’uso e nella trasformazione del territorio che hanno comportato sacrifici per i residenti. Regole che oggi non possono essere messe in discussione”.

È necessario sottolineare – precisa ancora il vicesindaco – che l’autorizzazione del progetto in questione è di esclusiva competenza statale e il Ministero ha raccolto le osservazioni di tutti i soggetti coinvolti e interessati per poter emettere o meno il decreto di VIA.  Il parere tecnico formulato dalla Regione Umbria, che non era stato comunicato a questa amministrazione, è il frutto di una conferenza di servizi interna che ha esaminato le risposte della società proponente alle integrazioni allo studio di impatto ambientale chieste dalla Regione stessa, ma non è da intendere in contrasto con le osservazioni urbanistiche del Comune di Orvieto di cui il Ministero dovrà tenere conto”. 




Italia Nostra contesta il via libera della Regione Umbria alle pale eoliche all’Alfina

Nonostante l’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto eolico PHOBUS sia collocata all’interno dell’Unità di Paesaggio 4TV “Tavolato vulcanico di Castel Giorgio – Poderetto – Casa Perazza – Torre S. Severo – Porano – Canale Nuovo – Castellunchio – S. Egidio”, contraddistinta da un paesaggio agrario storico di pregio, la Regione Umbria ha recentemente rilasciato alla Commissione di VIA del Ministerio per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE già MITE) parere favorevole per la realizzazione di un impianto eolico composto di 7 aerogeneratori di grandi dimensioni che saranno visibili a 360°. Italia Nostra aveva presentato il 7 giugno 2022 le proprie osservazioni alla Commissione con la richiesta di rigettare il progetto (vedi MiTE-2022-0071338.pdf).

La Regione non ha rilevato che la localizzazione dell’impianto andrebbe a ricadere all’interno della fascia di rispetto dai Beni Culturali tutelati stabilita dalle disposizioni introdotte dal D.L. 50/2022, successivamente modificate dal recente D.L.n. 13 del 24 febbraio scorso in materia di aree idonee e risulterebbe pertanto in contrasto con le leggi vigenti. Gli aerogeneratori 1, 4 e 6 ricadono in un perimetro inferiore ai 3 km da Beni Culturali tutelati ex art. 136 dalla L. 42/2004 – Castello di MontalfinaComplesso di Montiolo, Necropoli etrusca di LaguscelloBorgo PecoronePalazzo Simoncelli o Palazzone e Casa Parrocchiale a Torre San Severo (vedi mappa allegata). Il progetto ha impatti anche sulla antica Via Traiana, un’arteria romana valorizzata dal sentiero regionale “Traversata dei laghi” che, nel tratto tra Orvieto/Castel Giorgio e Bolsena, si attesta sul tracciato dove verrebbero installati gli aerogeneratori 3, 4 e 5.

La relazione archeologica evidenzia tre necropoli principali nelle località Laguscello (vincolata con decreto del 21.6.2011), Fattoraccio e Casa Perazza, tutte risalenti, secondo gli ultimi scavi, al IV al II secolo a.C., e propone come “opera compensativa” la valorizzazione del sito archeologico, riconoscendo implicitamente che il “Parco eolico Phobos” arrecherà quindi un danno da compensare alla comunità. La relazione ricorda che “nel 2014 fu decisa la ripulitura di una delle tombe, costituite da camere con lungo dromos di accesso ricavate nel banco di tufo, e furono recuperati circa 70 pezzi di pregevole valore, tra cui una statua bronzea raffigurante un drago”. La presenza di così consistenti evidenze archeologiche nell’area non può far escludere che nella realizzazione dell’opera possano malauguratamente esservi rischi per eventuali altri beni archeologici, benché la relazione archeologica classifichi tale rischio come basso (per la relazione archeologica consultare PEOS_S05_01_Relazione_archeologica.pdf) .

Per tali motivi, l’Associazione ritiene che l’area su cui insisterebbe il progetto non sia idonea ad ospitare un simile impianto industriale. Italia Nostra sottolinea anche i rischi di procedere all’approvazione di parchi eolici nelle more della individuazione delle aree idonee e non idonee dove realizzare simili impianti. Nella deregulation attuale, si lascia alle imprese la decisione di dove e come installare i loro impianti, procedendo senza una corretta pianificazione.

Antonella Caroli – Presidente nazionale Italia Nostra

Lucio Riccetti – Consigliere nazionale Italia Nostra e presidente Italia Nostra Orvieto




Mai così isolati e inascoltati, soprattutto per colpa nostra. È ora di reagire

La storia dell’emarginazione di Orvieto, che in realtà per molti versi è autoemarginazione, è lunga. Qualche decennio fa il centralismo amministrativo e politico della regione faceva tutt’uno con il centralismo politico del PCI, con connivenza di alleati e oppositori. I rappresentanti da eleggere al Parlamento o al Consiglio regionale venivano decisi a Roma o a Perugia, al massimo con qualche spazio per Terni, e Orvieto semplicemente accettava ed eseguiva. Chi tentava di opporsi veniva emarginato e tollerato o espulso. Risultato di questa miope e violenta logica centralistica l’impoverimento della classe dirigente locale e alla fine la rinuncia ad avere rappresentanti in Parlamento e in Regione. Brutta e deprimente tradizione di marginalità, che nei decenni più recenti si è trasformata in prassi trasversale passivamente praticata e accettata come se fosse normale. Oggi siamo al punto che nemmeno ce ne preoccupiamo. Mai così rinunciatari, mai così isolati e inascoltati. Se ne è avuta ancora una volta netta percezione nel Consiglio comunale di martedì scorso nello spazio riservato alle questioni a risposta immediata.

Il collega Giovannini ha chiesto se l’Amministrazione fosse al corrente del parere positivo dato dalla Regione al progetto di parco eolico “Phobos” tra Orvieto e Castelgiorgio e perché non sono state presentate osservazioni nel periodo della riapertura dei termini. Il vicesindaco Mazzi si è detto all’oscuro di questa decisione della Regione ed ha promesso di interessarsi insieme agli amministratori di Castelgiorgio. Beh, francamente, non avere informazioni su questioni di impatto territoriale come questa del progetto Phobos, immagino senza volontà del vicesindaco, rende tristemente plastica l’estraneità di Orvieto e del territorio orvietano dal potere reale.

Per parte mia ho fatto osservare per l’ennesima volta alla sindaca che continuano i disservizi del sistema sanitario dell’Umbria che coinvolgono pesantemente anche il nostro territorio: oltre alle liste di attesa, mancanza quando di personale quando di strumentazione adeguata, personale che deve venire ad Orvieto e non viene, spostamento conseguente dei cittadini anche per operazioni normalissime e banali da Orvieto ad Amelia, a Terni, a Foligno, e per evitarlo i cittadini costretti a rivolgersi ai privati. La sindaca ovviamente si è detta informata e, oltre ad esprimere una larvata accusa di inadempienza all’assessore Coletto, se l’è presa soprattutto con il funzionamento del CUP muovendo anche accuse al personale di non fornire informazioni corrette agli utenti.

Evidentemente lontani i tempi in cui tutto andava bene e le minoranze venivano bacchettate ogni volta che sollevavano un problema reale evidente a tutti. Anche in questo caso è emersa con plastica evidenza la marginalità del potere locale rispetto a quello regionale, l’errore di aver accettato passivamente per lungo tempo le logiche centralistiche con rinuncia non solo a progettare autonomamente lo sviluppo e ad inserirsi con il coraggio della sfida nei sistemi decisionali generali, ma anche a dare battaglia perché fossero garantiti almeno i servizi essenziali. Si sono perse occasioni e possibilità importanti per accontentarsi di qualche piccola concessione e qualche finanziamento qua e là, peraltro per più di un aspetto senza nessuna garanzia di realizzabilità.

Ci sono già troppe occasioni perse. Se ne aggiungerà presto un’altra se non si sposerà decisamente un’idea progettuale capace di determinare una svolta nelle prospettive di sviluppo di questa parte dell’Umbria. L’idea progettuale c’è, è il MOST, il Museo dei Tesori Nascosti, il Museo dei Musei. La proposta è stata approvata all’unanimità sia dal Consiglio comunale che dal Consiglio regionale. Però si ha l’impressione che non sia stata presa sul serio. C’è aria di scetticismo e di rinuncia. Non va bene. Sarebbe un vero peccato, imperdonabile, se anche in questo caso si andasse avanti alla stracca, senza crederci e facendo percepire agli interlocutori che in realtà non ci si crede. Troppe volte i primi distruttori delle nostre speranze siamo stati noi stessi.




Dal 20 al 26 agosto a Todi e Orvieto la scuola internazionale di gestione del territorio

Todi e Orvieto ospiteranno dal 20 al 26 agosto la International Summer School sul tema “Foreste, territorio, acqua e paesaggio”. Il programma del corso di perfezionamento, che coinvolgerà  Università pubbliche di Algeria, Tunisia, Siria, Moldavia, Romania, Argentina, Paraguay, Brasile, Usa (Arizona) e Italia, è stato messo a punto dalla Scuola di Alta Specializzazione e Centro Studi per la Manutenzione e Conservazione dei Centri Storici in Territori Instabili istituita dalla Regione Umbria e dai Comuni di Orvieto e Todi nel 1999. “L’iniziativa – informa l’assessore ai lavori pubblici Moreno Primieri, che sta coordinando gli aspetti logistici e organizzativi – prevede la partecipazione al programma elaborato in collaborazione con il professor Mourad Maroc del Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell’Università di Blida (Algeria), di 56 partecipanti, tra studenti e docenti”.
Nei giorni scorsi, presso il Comune di Todi, si è tenuta una riunione organizzativa alla presenza del Sindaco Antonino Ruggiano, del presidente di Alta Scuola Ing. Giovanni Selli, del geologo ambientale Endro Martini e del professor Mourad Maroc. Al momento hanno aderito al progetto, sottoscrivendo una lettera di intenti, l’Università di Blida 1 in Algeria, l’Università Politecnica di Chisinau in Moldavia, l’IRET CNR di Porano, il CIRIAF CRB dell’Università di Perugia, il Consiglio Nazionale dei Geologi, la Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA APS), il Parco Archeologico Orvietano, i Comuni di Orvieto e Todi. Sono in corso contatti che porteranno a breve alla configurazione definitiva del partenariato, dopo di che si procederà alla formalizzazione di un accordo di collaborazione internazionale costituendo una aggregazione temporanea di scopo con Alta Scuola capofila.”Sarà un importante scambio di conoscenze – sottolinea l’assessore Moreno Primieri – nella gestione del suolo, del territorio e del paesaggio, con studi dei rischi naturali e analisi della prevenzione e pianificazione urbanistica. Il fine è anche di fare riferimento alla cultura antica, alla storia e alle buone pratiche originali di gestione del territorio, dell’acqua e delle foreste e del paesaggio che i territori di Orvieto e Todi possono offrire”.
Il Comune di Todi si potrà avvalere della struttura del convitto e della sala conferenze dell’Istituto Agrario, meta di un sopralluogo e di un incontro tra la delegazione e la dirigenza della scuola.