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Gli Amici della Terra lanciano un appello a Regioni e Comuni, “che fine farà il giardino La Pellegrina?”

Monica Tommasi, presidente dell’Associazione Amici della Terra Onlus, ha inviato un appello per salvaguardare il Giardino “La Pellegrina” alle Regioni Lazio e Umbria ed ai Comuni di Bagnoregio, Bolsena, Lubriano, Celleno, Montefiascone, Viterbo, Orvieto, Castel Giorgio e Porano. “Ci domandiamo che ne sarà di questo giardino”, sottolineano, “ubicato nel Comune di Bagnoregio, sul confine di quello di Orvieto in Località Casa Nuova, distante appena 4 Km in linea d’aria da Bolsena. I Signori Graham, che hanno scelto di vivere nelle nostre campagne, hanno recentemente realizzato questo magico spazio verde avvalendosi del noto paesaggista Stuart Barfoot, che ha creato cinque giardini tematici impiegando oltre 500 specie di piante. Sono poi riusciti ad inserirlo nel network Grandi Giardini Italiani che comprende tra gli altri Ninfa, Villa Lante, Villa D’Este, Villa Adriana e Castello di Ruspoli. Il giardino è destinato ad essere visitato da professionisti e appassionati da tutti Europa, senonchè sono intervenuti una serie di progetti per impianti eolici e fotovoltaici che rischiano di cancellarlo dal territorio.

Prima il progetto eolico PHOBOS (sette grandi aerogeneratori alti 200 metri, di cui PEOS 6 e 7 sul territorio a nord del giardino) quindi il progetto eolico Bagnoregio (anche in questo caso sette grandi aereogeneratori alti 200 metri, di cui TRC 1,2,3, sul territorio ad est e a sud del giardino), per ultimo un progetto agrivoltaico denominato Deimos esteso su circa 70 ha che abbraccia il giardino su tre lati (notiza di pochi giori fa desunta dal sito del MASE, ove è in corso di procedimento il VIA con scadenza delle osservazioni fissata al 26 Aprile 2024). Non abbiamo parole per commentare la scriteriata politica energetica nazionale, iniziata dal Governo Draghi e poi proseguita senza soluzioni di continuità dal Governo Meloni. Proprio quest’ultimo ha approvato il progetto PHOBOS lo scorso mese di Giugno, laddove i Ministeri competenti (MASE E MIC) erano entrati in contrasto, provocando la presentazione di ricorsi da parte dei proprietari coinvolti, di Associazioni (Amici della Terra) e di Comuni (Orvieto e Castel Giorgio), che saranno discussi nel prossimo mese di Luglio presso il Tar dell’Umbria. Elemento comune a molti progetti di impianti eolici/fotovoltaici di un ampio territorio a carattere interregionale è costituito dalla nuova stazione elettrica prevista nel progetto PHOBOS in Località Torraccia nel Comune di Castel Giorgio a confine con quello di Acquapendente. Proprio qui gli amici della Terra ed i Comitati locali organizzarono un sit-in nell’Aprile 2023 per scongiurare il pericolo di invasione dell’Alfina con pali e pannelli made in Cina. Oggi siamo oltre il pericolo, siamo avvolti da paura (PHOBOS) e da terrore (DEIMOS), grazie ad assurde normative che, in nome della crisi energetica e climatica, non fanno altro che favorire la speculazione da parte di grandi gruppi imprenditoriali attraverso una colonizzazione selvaggia del Bel Paese, senza risolvere i problemi ambientali e, probabilmente, aggravandoli”




Germani chiede informazioni sui rifiuti e Tardani risponde, “con il nuovo piano regionale discarica residuale e via a iter per il termovalorizzatore in Umbria”

Giuseppe Germani, rappresentante di Orvieto Civica e Riformista, ha sollevato durante il question time del consiglio comunale del 27 dicembre, interrogativi riguardo dell’arte dopo l’approvazione del nuovo piano regionale dei rifiuti. La sua attenzione si è focalizzata sull’atteggiamento che il Comune di Orvieto adotterà nella scelta del sito destinato alla realizzazione del termovalorizzatore.

La sindaca e assessora all’Ambiente, Roberta Tardani, ha risposto alle preoccupazioni di Germani in menira chiara, “esprimo soddisfazione per l’approvazione di un piano dei rifiuti che riduce in modo significativo l’uso delle discariche e finalmente individua una chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso la termovalorizzazione”. Il piano, approvato di recente, punta a limitare drasticamente l’utilizzo delle discariche, che negli anni sono state la principale destinazione dei rifiuti nella regione. Tardani ha precisato che l’iter per il nuovo termovalorizzatore inizierà nel mese di febbraio, con Auri che indirà a marzo la manifestazione di interesse per l’individuazione del sito idoneo. Successivamente, si procederà con una gara per la sua realizzazione in modalità di project financing, prevedendo che l’impianto diventi operativo a partire dal 2028. La sindaca ha spiegato che, una volta ricevute le manifestazioni di interesse, sarà possibile comprendere quali Comuni e soggetti gestori saranno coinvolti nel progetto. Con il nuovo piano dei rifiuti, la discarica di Orvieto accoglierà solo il residuo di quanto sarà prodotto, riducendo notevolmente l’impatto ambientale nella zona.

Tardani ha concluso ringraziando il governo regionale per aver intrapreso una direzione moderna e sostenibile nella gestione dei rifiuti. L’approvazione del piano regionale rappresenta un passo significativo verso un approccio più responsabile nei confronti dell’ambiente e delle risorse.




Approvato il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, c’è la discarica di Orvieto che diverrà “residuale”

Il Piano Regionale Integrato dei Rifiuti è operativo dopo il voto positivo del consiglio regionale dello scorso 14 novembre. Sono state dettate le regole per i prossimi 15 anni visto che sono programmati gli affidamenti per pulizia e raccolta fino al 2037. Nel piano viene dato il via libera al nuovo termovalorizzatore per il quale si è candidata Todi e vengono efinite anche le discariche che rimarranno attive per i cosiddetti rifiuti residuali non riciclabili provenienti esclusivamente dalla Regione. La discarica “Le Crete” di Orvieto sarà operativa insieme a Belladanza e Borgo Giglione.

E’ stato sottolineato come nella discarica di orvieto andranno solo rifiuti “made in Umbria” e con la partenza del termovalorizzatore, prevista per il 2028, verrà ulteriormente diminuita la quota di conferimento in discarica. E proprio la partenza del termovalorizzatore farà andare a regime il nuovo Piano che prevede  l’obiettivo del conferimento rifiuti in discarica inferiore al 10 per cento e conseguentemente avere sufficiente spazio residuo nelle tre discariche regionali tale da scongiurare l’ampliamento. Altro nodo che viene sciolto riguarda la tariffazione della raccolta e del conferimento, punto sensibile e di grande interesse per la popolazione. Spiega Valerio Mancini, presidente della Seconda Commissione e relatore di maggioranza, “la Regione Umbria e l’Auri promuovono l’adozione di sistemi di tariffazione puntuale anche con meccanismi incentivanti. Nonostante quindi i due anni di Covid, che hanno di fatto rallentato l’attività amministrativa, ora siamo pronti ad approvare un atto che darà stabilità ad ambiente, imprese e famiglie. Il nuovo Piano dei rifiuti creerà indubbiamente opportunità su cui l’Auri sarà chiamato a lavorare e a centrare importanti obiettivi”. La tariffa puntuale dovrebbe rendere più sostenibile la Tari a patto che tutti facciano la loro parte, soprattutto i cittadini che dovranno essere virtuosi, limitando plastica e indifferenziato per ottenere costi più bassi.

Si chiude così il cerchio su un punto fondamentale per la Regione che ha confermato l’esistenza della discarica di Orvieto come strategica per l’Umbria seppure definita residuale e ad esclusivo utilizzo endogeno. Basta come assicurazione? E’ sicuramente un punto di partenza interessante perché viene ribadito che si punta ad evitarne l’ampliamento, nodo cogente. Vengono anche stabiliti obiettivi di raccolta differenziata performanti per il territorio regionale e si pongono le basi per definire meglio i costi dei servizi ai cittadini. C’è un piccolo neo che riguarda i territori interessati dalle discariche, quindi anche Orvieto, per cui non sembrerebbero previsti ristori di alcun tipo nonostante il peso ecologico presente.

ENGLISH VERSION

NEW REGIONAL WASTE MANAGEMENT PLAN APPROVED, ORVIETO LANDFILL TO BECOME “RESIDUAL”

The Integrated Regional Waste Management Plan is now operational following the positive vote by the regional council on November 14. The rules for the next 15 years have been set, as contracts for cleaning and collection are planned until 2037. The plan gives the green light to the new waste-to-energy plant, with Todi as a candidate, and defines the landfills that will remain active for the so-called non-recyclable residual waste exclusively from the region. Orvieto’s ‘Le Crete’ landfill will operate alongside Belladanza and Borgo Giglione.

It has been emphasized that only ‘made in Umbria’ waste will go to the Orvieto landfill, and with the launch of the waste-to-energy plant, expected in 2028, the landfill disposal rate will be further reduced. The start of the waste-to-energy plant will bring the new plan into full swing, aiming for a landfill waste disposal rate of less than 10 percent and sufficient residual space in the three regional landfills to prevent expansion. Another issue addressed is the pricing of collection and disposal, a sensitive and of great interest to the population. Valerio Mancini, president of the Second Commission and majority rapporteur, explains, ‘The Umbria Region and Auri promote the adoption of precise tariff systems, even with incentive mechanisms. Despite the two years of Covid, which effectively slowed administrative activities, we are now ready to approve an act that will provide stability to the environment, businesses, and families. The new waste plan will undoubtedly create opportunities for Auri to work on and achieve important goals.’ The targeted tariff is expected to make the Tari more sustainable, provided everyone does their part, especially citizens who need to be virtuous by limiting plastic and non-recyclables to obtain lower costs.

This closes the circle on a fundamental point for the region, confirming the existence of the Orvieto landfill as strategic for Umbria, albeit defined as residual and for exclusive endogenous use. Is this enough as assurance? It is certainly an interesting starting point because it is reiterated that the aim is to avoid its expansion, a crucial issue. Performance targets for separate collection are also established for the regional territory, laying the foundation for better defining the costs of services to citizens. There is a small drawback regarding the territories affected by landfills, including Orvieto, for which no compensation seems to be provided despite the present ecological impact.




Comune di Orvieto al TAR contro Palazzo Chigi, ministeri e Regioni per fermare il Parco eolico “Phobos”

Il Comune di Orvieto interverrà in adiuvandum nel ricorso al Tar contro il progetto del Parco eolico “Phobos”. Lo ha deciso la giunta comunale deliberando di aderire al procedimento, presentato davanti al Tribunale amministrativo del Lazio da alcuni proprietari di immobili insistenti nei territori di Castel Giorgio e Orvieto, contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Rwe Renewables Italia, Regione Umbria, Regione Lazio e Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Come abbiamo scritto nei pareri ufficiali che ci sono stati richiesti e ribadito in tutte le sedi – afferma il vicesindaco con delega all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi – il progetto contrasta fortemente con il Parco culturale che insiste nella zona al confine tra Orvieto e Castel Giorgio dove è prevista la realizzazione degli impianti eolici. Il Parco culturale, individuato e perimetrato dal Piano regolatore generale del Comune di Orvieto, fu istituito perché quella era ed è considerata un’area di grande interesse dal punto di vista paesaggistico e agrituristico. In questi anni siamo stati estremamente rigidi con i proprietari delle abitazioni che si trovano in quella zona nel valutare ogni trasformazione che è stata proposta e ora non possiamo mettere a rischio il territorio con un’alterazione profonda come quella che viene prospettata. Riteniamo che le nostre osservazioni di carattere urbanistico possano fornire un importante contributo nel sostenere il ricorso al Tar con l’obiettivo di tutelare il nostro paesaggio e il patrimonio artistico e culturale che custodisce”. 




L’associazione La Castellana e Plastic Free insieme per ripulire dai rifiuti le strade

Sarà un caso, ma non lo è, che l’Associazione della Castellana stia divenendo un punto di riferimento per le aggregazioni cui sta a cuore il prossimo. Ultimo, in ordine di tempo, il partenariato con Plastic Free Odv Onlus (Associazione contro la Plastica), di cui è animatrice, a Orvieto, Emilia Pollasto. Plastic Free ha dichiarato guerra alla plastica ormai da diverso tempo. Non è, infatti, difficile trovare ragazzi, componente maggioritaria dell’Onlus, impegnati con guanti, attrezzi e sacchi nella raccolta di rifiuti plastici, lasciati da coloro che “parlano bene ma razzolano male”.

Onore a questi volontari e un grazie all’Associazione per essersi prestata nella collaborazione al piano che prevedeva la pulizia nel tratto di strada, in parte della quale, insiste il percorso della Castellana. L’Associazione ha provveduto alla logistica, il resto lo hanno fatto i ragazzi che vedete nelle foto. Per dovere di cronaca va detto, come succede quasi sempre per tali attività, che sul tratto di strada bonificato si è trovato di tutto, comprese lattine da collezione.

ENGLISH VERSION

THE “LA CASTELLANA” ASSOCIATION AND “PLASTIC FREE” JOIN FORCES TO CLEAN THE STREETS OF WASTE

It might seem coincidental, but it’s not. The “La Castellana” Association is becoming a focal point for like-minded community groups with a passion for helping others. The latest collaboration is with Plastic Free Odv Onlus (an Association against Plastic), led in Orvieto by Emilia Pollasto. Plastic Free has been waging war on plastic for quite some time now. It’s not difficult to find the majority of young members of this non-profit organization actively engaged in collecting plastic waste left behind by those who “talk the talk but don’t walk the walk.”

Kudos to these volunteers, and a big thank you to the Association for their collaboration in the cleanup plan, which involved cleaning a section of the road that intersects with the Castellana’s route. The Association handled the logistics, while the young volunteers, as seen in the photos, did the rest. For the sake of fairness, it’s worth noting, as is often the case with such activities, that they found a bit of everything on the cleaned stretch of road, including collectible cans.




Arriva il via libera alle pale eoliche del progetto Phobos, ambientalisti al fianco di chi protesta

Lettera aperta a molte istituzioni sul provvedimento favorevole al progetto eolico PHOBOS

È stato pubblicato il provvedimento relativo al progetto eolico PHOBOS (7 pale da 200 m nei Comuni di Castel Giorgio e Orvieto e nuova stazione elettrica estesa 5 ha a Castel Giorgio, a confine con Bolsena e Acquapendente). Si tratta di un provvedimento con motivazioni indecorose e strumentali, che purtroppo potranno fare da apripista ai procedimenti di VIA in corso presso il MASE di molti progetti della Tuscia (previste al momento oltre 200 megapale talora di altezza intorno ai 250 m!), cui si sommeranno altri impianti eolici di competenza regionale e migliaia di ettari di impianti fotovoltaici e agrivoltaici. Verranno stravolti i progetti e le attività improntate alla salvaguardia e valorizzazione dei territori rurali e dei piccoli borghi della incontaminata Tuscia, ove una rivista prestigiosa come FORBES era giunta addirittura ad inserire Bolsena tra le 10 città piccole più belle d’Europa.

Chi “ringraziare” per questi atti impuri? L’ex Presidente Mario DRAGHI che ha adottato a suo tempo norme liberiste più che liberali per facilitare le “rinnovabili” ad ogni costo, dovendo ubbidire ai potentati europei e tedeschi in particolare; La Presidente Ursula Von der Leyen che non manca quotidianamente di sollecitare i nostri governi a realizzare rinnovabili ad ogni costo, mentre la sua Germania continua ad avere il primato delle emissioni di CO2 in Europa per il funzionamento e la riapertura delle centrali a carbone; La Presidente Giorgia Meloni ed il Consiglio dei Ministri che hanno partorito il provvedimento su PHOBOS, interpretando le poche norme a tutela del paesaggio e dell’ambiente secondo quanto sostenuto dalle ditte proponenti i progetti piuttosto che in armonia con le leggi dello Stato; Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che, per affrontare il tema riguardante una fetta minimale del fabbisogno energetico nazionale, sta dando attuazione ad una strategia basata su fonti rinnovabili intermittenti e basate su risorse per gran parte in mano ad uno stato autoritario come la Cina; La Regione Umbria che ha espresso un parere favorevole trascurando le proprie norme su ambiente e paesaggio e non partecipando alla seduta decisoria del Consiglio dei Ministri sebbene invitata; La Regione Lazio che ha rilasciato un parere favorevole facendo inorridire gli esperti della biodiversità; I mass media nazionali che hanno censurato le voci di protesta che venivano da associazioni, comitati, organizzazioni e cittadini; Le associazioni ambientaliste, Legambiente in testa, che sostengono la necessità di superare le visioni passate sul paesaggio, criticando le Soprintendenze e parlando di nuovi paesaggi energetici e di parchi eolici che potrebbero consentire iniziative turistiche con appositi manuali e guide.

Infine un “ringraziamento” complessivo alle istituzioni sopra elencate che costringeranno molti Cittadini ad affrontare una dura e costosa stagione di ricorsi per pretendere il rispetto delle leggi!

Gli Amici della Terra e molte altre associazioni e comitati saranno a loro fianco!

ENGLISH VERSION

The green light has been given to the wind turbines of the Phobos project, with environmentalists supporting those who protest

Open letter to many institutions regarding the favorable decision on the Phobos wind project

We are writing to express our deep concern and disappointment regarding the recent decision to approve the Phobos wind project in the communities of Castel Giorgio and Orvieto. The decision, as outlined in the published statement, is filled with questionable and instrumental motivations. Unfortunately, it paves the way for the ongoing Environmental Impact Assessment (VIA) processes for numerous projects in the Tuscia region.

The Phobos project consists of 7 wind turbines, each with a height of 200 meters, spanning across Castel Giorgio and Orvieto. Additionally, it involves the creation of a new electrical station covering an area of 5 hectares at the border of Bolsena and Acquapendente. These developments are alarming, especially considering that they are just the beginning of a significant wave of renewable energy projects planned for the Tuscia region. We anticipate more projects to follow, including additional wind turbines, some of which could reach heights of around 250 meters, alongside thousands of hectares dedicated to photovoltaic and agrivoltaic installations.

The consequences of this wave of industrialization will have far-reaching effects on the rural landscapes, small villages, and pristine environments of Tuscia. The region, known for its natural beauty and charming towns, including Bolsena, which was recognized by Forbes as one of the ten most beautiful small cities in Europe, risks losing its unique character and appeal.

We would like to question and express our concerns to the following individuals and organizations who have contributed to this decision:

  1. Former President Mario Draghi, who adopted overly liberal policies to facilitate renewable energy projects at any cost, complying with European and German energy interests.
  2. President Ursula Von der Leyen, who continually urges national governments to prioritize renewable energy projects, despite Germany maintaining the highest CO2 emissions in Europe due to coal-powered plants.
  3. President Giorgia Meloni and the Council of Ministers, who drafted the Phobos project’s approval, interpreting existing regulations in favor of project proponents rather than in harmony with state laws.
  4. The Ministry of the Environment and Energy Security, which is pursuing a strategy primarily based on intermittent renewable sources, many of which rely on resources controlled by an authoritarian state like China.
  5. The Umbria Region, which provided a favorable opinion while neglecting its own environmental and landscape regulations and choosing not to participate in the Council of Ministers’ decisive session despite being invited.
  6. The Lazio Region, which issued a favorable opinion, alarming biodiversity experts.
  7. National mass media, which have overlooked the voices of protest from associations, committees, organizations, and concerned citizens.
  8. Environmental associations, including Legambiente, which argue for the necessity of redefining our perceptions of the landscape, criticizing heritage conservation authorities and suggesting that new “energy landscapes” and wind parks could support tourism.

We want to express our support and solidarity with the citizens who will inevitably face a challenging and costly process of legal appeals to demand the enforcement of the law.

The Friends of the Earth and many other associations and committees stand by their side and are ready to join efforts to protect our environment and heritage.




La Riserva Naturale di Monte Rufeno compie 40 anni, punto centrale per la salvaguardia ambientale

“Oggi è stata una giornata veramente importante per tutto il nostro territorio, con la celebrazione dei 40 anni dalla nascita della Riserva Naturale di Monte Rufeno. Questo l’incipit dell’intervento della sindaca di Acquapendente Alessandra Terrosi nella giornata dedicata ai festeggiamenti per il 40° anniversario della Riserva Naturale Monte Rufeno. “L’Amministrazione Comunale di allora”, sottolinea, “la Comunità Montana, l’Amministrazione Provinciale e quella Regionale, ebbero la visione di lungo termine e l’intelligenza politica di capire l’importanza della tutela ambientale. Così 3000 ettari di boschi demaniali divennero protetti. La Riserva Naturale Monte Rufeno da allora è diventata laboratorio a cielo aperto, luogo di studio, territorio salvaguardato, visitato da un turismo consapevole. Un gruppo di giovani aquesiani misero a disposizione la propria passione per il territorio, credendo in quel progetto di salvaguardia e creando il primo nucleo di persone che dopo una formazione ad hoc diventarono Guardiaparco. Dopo 40 anni la RNMR mantiene il suo ruolo centrale nella salvaguardia ambientale e nell’educazione alla corretta gestione e fruizione del territorio.

Oggi, è anche l’occasione per ricordare anche Egidio Leandri e Maria Teresa Pelorosso, entrambi impiegati presso la Riserva di Monte Rufeno, che hanno amato e per la quale si sono impegnati con estrema passione. L’Amministrazione ringrazia la Consigliera Regionale Valentina Paterna, il Direttore della Direzione Ambiente Vito Consoli, sua Eccellenza il Prefetto ed il Questore della provincia di Viterbo e tutte le autorità civili e militari, la dirigente scolastica, i docenti e gli alunni presenti, i Guardiaparco e i direttori provenienti da altre aree protette, i rappresentanti di tutte quelle realtà, scientifiche e associative, che hanno avuto ed hanno tutt’ora rapporti con la nostra area protetta”.




Lettera aperta di Amici della Terra ai sindaci del territorio per bloccare il progetto “Phobos”

Amici della Terra di Orvieto ha scritto ai sindaci di Castel Giorgio, Orvieto, Porano, Castel Viscardo, Allerona, San Venanzo e Acquapendente che a suo tempo hanno formulato osservazioni contrarie al progetto PHOBOS.

Gentili Sindaci,

il progetto in oggetto prevede il dispacciamento dell’energia presso la stazione elettrica in loc. Torraccia prevista all’interno del progetto PHOBOS che è ubicata all’interno delle fasce di rispetto di cui all’articolo 20 comma 8 c-quater del D.Lgs. 2021.

Ciò dovrebbe costituire motivo di incompatibilità su cui molti cittadini e associazioni si stanno mobilitando per ricorrere contro il provvedimento (peraltro non ancora pubblicato) del Consiglio dei Ministri a favore della VIA del procedimento relativo a PHOBOS.

Si auspica pertanto una nuova presa di posizione dei Comuni in indirizzo con la presentazione di osservazioni contrarie al progetto indicato in oggetto in quanto correlato alla stazione elettrica sopra nominata e per il fatto che tale infrastruttura potrà favorire la proliferazione di altri progetti per impianti a FER che potrebbero stravolgere l’Alfina.

ecco di seguito il testo per una eventuale osservazione in tal senso.

Testo per eventuale osservazione al Progetto agrivoltaico “Maag Black Sheep” di Castel Giorgio

Questo ente ha presentato a suo tempo osservazioni contrarie al progetto PHOBOS relativo a 7
aerogeneratori di m 200 di altezza nei Comuni di Castel Giorgio e Orvieto e ad una nuova stazione elettrica in loc. Torraccia di Castel Giorgio.
Proprio quest’ultima è di nuovo prevista a servizio del progetto “Maag Black Sheep” in argomento, sebbene ricada all’interno delle fasce di rispetto previste dall’art. 20 comma 8 c-quater del D.Lgs. 199/2021. Per tale motivo esprimiamo parere contrario a tale progetto anche per la viva preoccupazione che tale stazione possa favorire una proliferazione di impianti a FER non compatibile con la valenza paesaggistica con carattere interregionale dei territori dell’altipiano dell’Alfina.
Di seguito una sommaria elaborazione di quanto sopra riportato, sulla base della cartografia dei beni paesaggistici dell’Umbria, da cui risulta che la stazione elettrica sia ubicata a circa 1400 metri di distanza dall’area vincolata del “Pecorone” e quindi a distanza inferiore di km 3 di cui alle fasce di rispetto sopra richiamate.

Distintamente
Monica Tommasi, Presidente




Lucio Riccetti, Italia Nostra, torna l’interesse per l’ambiente da parte della politica. Ora risolviamo le emergenze

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Dopo un lungo silenzio si torna a parlare di ambiente con un lungo c omunicato del PD e poi a gamba tesa anche Fausto Prosperini è voluto entrare nell’agone presentando una proposta interessante per lo studio della vitivincoltura e non solo. Lucio Riccetti, consigliere nazionale e presidente della sezione orvietana di Italia Nostra, ha voluto sottolineare queste due novità ricordando i punti critici del territorio a partire dalle pale eoliche che dovrebbero sorgere sul’Alfina senza dimenticare i fiumi e il moloc “discarica”. Senza no a prescindere ma con uno sguardo alla realtà dei fatti Riccetti chiede controlli per la discarica, ribadisce il forte “NO” all’eolico e sulla manutenzione degli alvei fluviali ricorda come la cementificazione sia il male assoluto per l’intera area.




Il giovane ornitologo Francesco Barberini traccia il bilancio della settimana europea dei Parchi al Monte Rufeno

Il provetto ornitologo Francesco Barberini, in qualità di Ambasciatore della Riserva Naturale ci presenta il consuntivo-evento aquesiano organizzato per la settimana Europea dei Parchi.  “La Festa”, sottolinea, “è sbarcata presso la nostra area protetta con la presentazione dei lavori del progetto “Il Paglia racconta..” finanziato dalla Regione Lazio con apposito contributo per i contratti di fiume delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi (DGR 487/2022). Protagonista l’Istituto Onnicomprensivo “Leonardo Da Vinci” di Acquapendente della Dirigente Dottoressa Luciana Billi. Ma soprattutto i ragazzi della Scuola Secondaria di II° grado coinvolti in attività di monitoraggio della qualità delle acque e i ragazzi della Scuola Secondaria di I° grado impegnati nello studio dell’ecosistema fiume e nella sua valorizzazione. Il percorso didattico, a cui hanno dato un contributo i Comuni di Acquapendente e Proceno, la Riserva Naturale Monte Rufeno e la Coop L’Ape Regina, è iniziato con una fase formativa in classe (studio del corpo idrico del fiume, ecosistema naturale, inquadramento geografico e cartografico, storia e tradizione dei luoghi, toponimi locali).

Si è passati poi alle uscite sul campo (due prelievi nei siti torrentizi Quintaluna-Tufo, Quintaluna-San Leonardo, Quintaluna-Briglia e in quelli fluviali Paglia-Ponte Gregoriano, Paglia S. Anna, ponte sullo Stridolone, confluenza torrente Stridolone fiume Paglia (Località Tirolle). Ufficialmente sono stati presentati i dati dei campionamenti sui campioni d’acqua fluviale effettuati presso i laboratori scolastici: analisi chimiche e fisiche hanno riscontrato leggere anomalie di gruppi di sostanze inquinanti (pesticidi, antibiotici, coliformi fecali, nitriti, nitrati, ammoniaca, fosfati, cloruri, arsenico, idrocarburi) derivanti da attività zootecniche, agricole ed urbane. Ma quello che più conta l’aver iniziato a tracciare una visione futura di medio-lungo termine. Ci sono punti di forza, debolezze, opportunità e rischi. Ma tutto può essere sicuramente brillantemente superato con progettazione e assunzione di responsabilità da parte di enti preposti. Fondamentali e propedeutiche saranno le cosiddette “passeggiate progettanti” durante le quali saranno sperimentate assieme a docenti ed operatori le prime strategie di una più complessa progettazione. Fondamentale la realizzazione di un sentiero didattico che permetterà di raggiungere punti per l’osservazione dell’avifauna. Dove dovrà essere creata un’area semi-naturale.

Dovranno essere inoltre realizzate brochure e depliant sentiero, audiovisivi e materiale digitale”.