A Todi, la due giorni dedicata all’olio extravergine d’oliva DOP Umbria e alla nuova annata

Una giornata dedicata alla conoscenza e agli assaggi degli oli Dop Umbria, seguita da un educational per conoscere la biodiversità, le cultivar ed il territorio di provenienza dell’olio. Si è tenuta ieri, lunedì 6 febbraio, a Todi, la prima giornata dell’Anteprima dell’Olio extravergine di oliva Dop dell’Umbria, la presentazione della nuova annata Dop Umbria, rivolta a giornalisti, chef, ristoratori ed operatori di settore, interamente dedicata all’assaggio ed alla conoscenza dell’Olio Dop, e che prosegue oggi, martedì 7 febbraio, con un educational tour alla scoperta dell’Umbria rurale, dei frantoi, del paesaggio e delle emergenze culturali umbre.

L’Anteprima Dop, un evento dell’Associazione Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, realizzato in collaborazione con tutti gli attori del comparto olivicolo umbro, a partire dalla Regione Umbria, il Sistema Camerale dell’Umbria, Promocamera Umbria, Sviluppumbria, il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3A-PTA, il Comune di Todi, l’Istituto Agrario Ciuffelli – Einaudi di Todi, la Strada dei Vini del Cantico, le associazioni di categoria umbre, ha visto la partecipazione di giornalisti delle principali testate nazionali dei settori dell’enogastronomia e del turismo, operatori esteri selezionati dalla Camera di Commercio dell’Umbria, chef umbri del circuito degli Evoo Ambassador, esperti d’enogastronomia ed operatori di settore. La giornata del 6 febbraio, alla quale è intervenuto il vicepresidente della Regione Umbria e assessore all’Agricoltura Roberto Morroni, si è svolta interamente a Todi. La Sala Affrescata del Museo Pinacoteca del Comune è stata lo scenario del “Panel test”, una grande sessione di assaggio di Olio e.v.o. Dop Umbria guidata da Angela Canale, capo panel del Premio Regionale “Oro Verde dell’Umbria” e a cui hanno partecipato oltre 50 persone.

I partecipanti sono stati poi ospitati nella sede dell’Istituto Agrario “Ciuffelli – Einaudi” di Todi, il più antico Istituto Agrario d’Italia fondato nel 1863, dove si è tenuto il Banco di Assaggio con i produttori di Olio Dop Umbria, un momento di assaggio e confronto diretto con i produttori locali (Dop Colli Amerini Azienda Agricola Oliveto di Amelia e Frantoio Suatoni di Amelia (Tr); Dop Colli Assisi – Spoleto Frantoio Di Spello Uccd Soc. Coop di Spello (Pg), Frantoio Gaudenzi di Trevi (Pg), Gnavolini Raccolta Sapore di Bastia Umbra (Pg), Marfuga Azienda Agraria di Campello sul Clitunno (Pg), Olio Melchiorri di Spoleto (Pg); Dop Colli Martani Azienda Agricola Bacci Noemio di Gualdo Cattaneo (Pg), Decimi di Bettona (Pg), Frantoio La Casella di Todi (Pg), La Montagnola Snc di Torgiano (Pg); Dop Colli Orvietani Azienda Agricola Pelagrilli di Monteleone di Orvieto (Tr), Oleificio Cecci di Castel Viscardo (Tr); Dop Colli del Trasimeno Azienda Agricola Gori Maria Paola di Panicale (Pg), Centumbrie di Magione (Pg)). È seguito l’incontro di approfondimento a cura di Luigi Caricato, direttore della rivista OlioOfficina, la visita guidata dell’Istituto Agrario e della città di Todi e nel pomeriggio, alla Sala del Consiglio del Comune di Todi, la conferenza stampa di presentazione della nuova annata dell’olio extra vergine di oliva Dop Umbria. “L’olio – ha detto il vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura Roberto Morroni – caratterizza l’identità culturale e paesaggistica del nostro territorio. Come amministrazione regionale abbiamo investito per avere frantoi all’avanguardia, per sviluppare un’unione di intenti tra i produttori e sviluppare la filiera corta. Quello che in pochissimi imprenditori illuminati, inizialmente, hanno avuto l’ardire di fare, cioè di trattare l’olio come un elemento culturale di traino per il territorio e per il turismo – ha aggiunto -, come amministrazione regionale abbiamo cercato di farlo fare anche al resto delle aziende olearie dell’Umbria, anche grazie allo studio di un disciplinare sull’oleoturismo, perché oltre alla produzione, questa è la nuova frontiera su cui puntare, rendendo i frantoi al pari delle cantine, dei luoghi di accoglienza. Queste ed altre sono le ragioni per cui oggi l’Umbria è da considerarsi un vero e proprio “laboratorio” ed incubatore per la promozione dell’olio e dell’oleoturismo”.

“Un evento come l’Anteprima Dop non celebra solo la qualità di un prodotto certificato, ma anche la qualità di un territorio, perché dal bello nasce il buono – così ha esordito Paolo Morbidoni, presidente della Strada dell’Olio dell’olio e.v.o. Dop Umbria – La rivoluzione culturale nel settore dell’olio – ha proseguito – si compirà appieno soltanto quando questo prodotto uscirà definitivamente dall’ambito degli addetti ai lavori e diventerà un prodotto culturale legato all’atto edonistico del mangiare. Quando diventerà esperienza da vendere sul mercato turistico e patrimonio di conoscenza, di chi cerca una qualità nel cibo che sia anche sostenibile e salutistica. Anteprima Dop nasce proprio per spingere fino in fondo questa nuova stagione dell’olio”.

Ad intervenire alla conferenza, moderata dal giornalista Luigi Caricato, sono stati inoltre: Antonino Ruggiano, Sindaco di Todi; Michela Sciurpa; Amministratore Unico di Sviluppumbria; Marcello Serafini, Amministratore Unico 3A-PTA Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria; Federico Sisti, Segretario Generale della Camera di Commercio dell’Umbria; Angela Canale e Giulio Scatolini, Capi Panel “Premio Oro Verde dell’Umbria” che hanno dato voce alla preoccupazione che ha caratterizzato il periodo precedente alla raccolta di ottobre/novembre 2022, momento in cui, a seguito della siccità che si è protratta per mesi e del grande caldo estivo, si temeva per il momento della raccolta e frangitura delle olive, ma la sapienza e le capacità ormai consolidate dei produttori, unite alle innovazioni che caratterizzano gli odierni macchinari dei frantoi, hanno fatto sì che per questo anno in Umbria si siano comunque prodotti circa 40.000 quintali di olio extravergine di oliva, a fronte dei 50.000 mediamente prodotti negli anni precedenti. A raccontare le caratteristiche della campagna olearia, Federico Mariotti, key manager Certificazione 3A-PTA Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, società che dal 1998 è autorizzata dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al controllo e certificazione dell’Olio e.v.o. DOP Umbria, che ha raccontato le caratteristiche dell’annata olearia 2022 e della certificazione Dop Umbria, dicendo che l’olio extravergine d’oliva DOP Umbria è stato il primo registrato, in ambito comunitario, a comprendere l’intero territorio regionale. Le indicazioni sulle modalità produttive sono contenute nel disciplinare e il loro rispetto è controllato, fino all’atto dell’immissione al consumo, dall’Organismo di Certificazione 3A-PTA. Questo meccanismo di controllo, a volte non è percepito appieno nella sua reale importanza dal consumatore: il controllo e la certificazione della produzione e del prodotto, la vigilanza e i controlli dell’ICQRF del Masaf, fanno sì che il sistema dei “controlli” italiano sia tra quelli più efficaci al mondo. Il consumatore che compra un prodotto DOP acquista un prodotto controllato e certificato, un prodotto in possesso delle peculiarità conferite dal territorio di produzione e che contraddistinguono le eccellenze italiane come l’olio della nostra regione. Un prodotto che ha una propria identità e che per caratteristiche procedurali di ottenimento ed intrinseche, si differenzia dalla massa, rientrando in quelle specialità che fanno grande l’Italia.

  I dati della DOP dell’annata 2022. La campagna olearia 2022 della Dop Umbria è caratterizzata da un forte consolidamento e miglioramento rispetto alla precedente. I dati produttivi estrapolati dal SIAN evidenziano come le olive umbre molite e l’olio atto a divenire DOP Umbria, paragonato alla precedente campagna olearia, segna un + 66%. Alla data odierna sono stati effettuati 111 prelievi che hanno consentito la certificazione già di circa 300.000 litri di DOP Umbria; se si considera il fatto che nell’intera campagna olearia 2021 ne sono stati certificati 326.000, è ragionevole ipotizzare che verrà eguagliato il quantitativo della campagna olearia precedente con nove mesi di anticipo. Per quanto riguarda le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche degli oli della campagna 2022 si riscontra un miglioramento rispetto all’anno precedente per la parte chimica, oltre ad uno splendido equilibrio delle caratteristiche organolettiche in termini di fruttato, amaro e piccante. In particolare “come dato medio riscontrato, abbiamo i seguenti risultati: Ac. % 0,19; N.P. 3,9; PFT 543; Ac. Oleico% 74,3; colore verde, fruttato verde, Mfruttato 3,9; Mamaro 4,0, MPiccante 4,2”. In definitiva è ragionevole affermare che le peculiarità della campagna olearia 2022 rappresentano un elemento di grande attrattiva per il mercato, mercato che sottolinea un grande interesse per “l’oro verde” della nostra regione, rappresentato dalla DOP Umbria.

La prima giornata di “Anteprima Olio Dop Umbria” si è conclusa a Collazzone (Pg) al Frantoio I Potti de Fratini con una cena oleocentrica a otto mani con gli chef: Filippo Artioli, chef de La Trattoria di Oscar; Giancarlo Polito, chef di Tipico Osteria dei Sensi & Locanda del Capitano di Montone; Giulio Gigli, chef di Une Ristorante di Capodacqua di Foligno; Marco Gubbiotti, chef di Cucinaa Progetto Gastronomico di Foligno, che fanno parte del circuito “Evoo Ambassador”, la rete creata dalla Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri in cui trovare prodotti di qualità tra cui una ricca selezione di oli extra vergine d’oliva prodotti in Umbria.

Il 7 febbraio, nella seconda giornata di Anteprima Olio Dop Umbria, l’esperienza dedicata a chef, giornalisti e professionisti del settore – con l’intento di rimarcare il peso del territorio di origine che incide sulla qualità organolettica dell’olio, ma che sta sempre più diventando una chiave di lettura originale ed affascinante per i turisti che visitano i territori di produzione – è proseguita con un tour alla scoperta della biodiversità e delle sottozone della Dop Umbria, a partire dalla visita al Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3A-PTA, per proseguire con due percorsi creati ad hoc, nei Colli Martani, Assisi – Spoleto e nel Colli Amerini, per far conoscere ai partecipanti, il paesaggio e le emergenze culturali umbre in inscindibile connubio con i peculiari prodotti della regione, fino a trovarsi per il saluto finale, al Frantoio Suatoni di Amelia (Tr), dove è stato anche presentato “Amerino Tipico”, un progetto di sviluppo territoriale e di valorizzazione del cibo, a partire dall’olio, come elemento chiave per l’innovazione territoriale e nuova opportunità di racconto del paesaggio Amerino.

L’Anteprima dell’Olio Extravergine di Oliva Dop Umbria è un evento della Strada dell’Olio e.v.o. Dop Umbria, che fa parte del progetto “Esperienze lungo le Strade dell’Olio Dop Umbria” – PSR per l’Umbria 2014-2020 – Misura 16.3.3.




Le “bollicine” per le feste, rigorosamente “made in Umbria”

Bollicine made in Umbria per brindare alle festività del Natale e all’anno nuovo. Oltre ai prodotti della tradizionale gastronomica come le lenticchie, la notte di San Silvestro vedrà come protagoniste le bollicine locali. “Nonostante in Umbria non ci sia la tradizione della spumantizzazione, come invece accade nel nord d’Italia, i produttori agricoli del territorio negli ultimi anni hanno vissuto una vera e propria evoluzione qualitativa”. Lo ha detto Nicola Chiucchiurlotto dell’azienda agricola Madrevite a Castiglione del Lago, tra le imprese associate a Cia Agricoltori dell’Umbria. In Umbria, infatti, sono sempre di più le aziende che, oltre ai terroir storicamente e tradizionalmente conosciuti, scelgono di differenziarsi e mettersi in gioco con un prodotto che al mercato piace. “I piccoli e grandi produttori umbri – ha aggiunto Chiucchiurlotto – hanno dimostrato l’ascolto contemporaneo di una lettura adeguata allo scenario enologico moderno che, parallelamente alla valorizzazione delle peculiarità del territorio, li ha portati ad affacciarsi al mondo delle bollicine”.

Dalle dolci colline del Trasimeno fino a quelle dell’Orvietano. Anche qui alcune aziende agricole si sono affacciate alla produzione di bollicine con ottimi risultati. “Abbiamo imbottigliato Simcha’ spumante Brut metodo Charmat e Simcha’ spumante Brut metodo Classico – ha detto Massimo Ciaffardini Ceo&Founder dell’azienda agricola Casale Ciaffardini srl, in località Poggente, Orvieto Sono vini che ci stanno dando grandi soddisfazioni. Oltre alle nostre vigne, alla posizione collinare e ventilata, e alle proprietà dei nostri terreni, ruolo fondamentale è giocato dal nostro enologo, Riccardo Cotarella, tra i migliori al mondo. Possiamo dire che anche l’Umbria sa fare ottime bollicine che non hanno nulla da invidiare a quelle venete o francesi”.

Bollicine anche in località Rocca Ripesena sempre nell’Orvietano. “E’ stata un’idea di mio figlio, che è enologo – ha spiegato Giovanni Dubini all’azienda agricola Palazzone – . E’ una produzione limitata, che stiamo sperimentando ma che, devo ammettere, ha riscosso successo”. Insomma, l’Umbria premia le feste. Anche quest’anno le famiglie italiane scelgono di trascorrere Natale, Capodanno e l’Epifania negli agriturismi umbri che in questi giorni e nei prossimi accoglieranno molti tristi che vogliono coniugare il piacere di una location nella natura, i confort e le bellezze del patrimonio artistico delle città umbre. “La stagione è andata bene – ha concluso Dubini che gestisce anche un agriturismo-, le prospettive per il 2023 sono buone e le prenotazioni, rispetto a quelle del 2022, sono in aumento”.




Festa per i 30 anni dell’Ercole Olivario, un riconoscimento per le aziende umbre e l’orvietano Eugenio Ranchino

Il Premio Nazionale ercole Olivario ha raggiunto i 30, un traguardo importante che è stato festeggiato a Perugia al Centro Congressi della camera di Commercio. A settembre era stato presentato l’albo d’oro e il 24 novembre sono stati consegnati il volume “Albo d’Oro” e la moneta celebrativa alle 46 aziende di Abruzzo, marche, Umbria e Molise che si sono aggiudicate l’ambito “Tempietto” fin dalla prima edizione. nel 1993. Da allora si sono iscritte al concorso da tutta Italia più di 10 mila etichette con 2 mila finalisti e 350 prodotti premiati. E c’è un pezzetto di Orvieto, tra le 30 aziende umbre premiate con il Tempietto, troviamo, infatti, il Frantoio Eugenio Ranchino che recentemente è stato indicato dalla guida internazionale Flos Olei “miglior olio Extravergine di Oliva Blended – Fruttato Intenso” con l’etichetta “Canale”.

Il Concorso nazionale Ercole Olivario è organizzato dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, con il sostegno di Ice – Agenzia per la Promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – del Ministero per le Politiche agricole e forestali, del Ministero dello Sviluppo economico, con il supporto del Sistema camerale nazionale, del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) – Centro di ricerca ingegneria e trasformazioni agroalimentari (IT) sede di Pescara – delle associazioni dei produttori olivicoli e delle istituzioni impegnate nella valorizzazione dell’olio di qualità italiano: Unaprol Consorzio olivicolo italiano ed Italia olivicola. Il presidente della Camera di Commercio , Giorgio Mencaroni, ha sottolineato, “è un appuntamento fortemente simbolico con il quale intendiamo dare risalto a chi, dopo una seria e attenta selezione, ha contribuito con la sua vittoria a rendere sempre più ambita la partecipazione al concorso, innalzando sempre di più il livello di questa sana competizione che si caratterizza, non mi scorderò mai di ricordare, per le rigidità delle procedure, per la trasparenza e per il suo connotato istituzionale che la rende unica nel panorama nazionale. Grazie a tutti gli attori del comparto, sempre più aziende si sono messe in gioco puntando sulla qualità e passando dai pochi premiati delle prime edizioni ad un notevole crescendo nelle edizioni più recenti, sinonimo questo dell’impegno profuso verso il miglioramento del prodotto. Potersi fregiare di un riconoscimento dell’Ercole Olivario per un’azienda è simbolo di pregio e della produzione di un olio di altissima qualità”.

Queste sono le aziende umbre che si sono aggiudicate il “Tempietto” nei 30 anni dell’Ercole Olivario:

– Azienda Agraria Clarici
– Azienda Agraria Viola
– Azienda Agricola Oliveto di Contessa Geltrude
– Azienda Agrituristica Frantoio Ciarletti
– Batta Giovanni
– Cantine Giorgio Lungarotti
– CM Srl – Centumbrie
– CUFROL Frantoi Oleari Umbri
– Decimi
– Frantoio Gradassi
– Frantoio “La Casella” di Scassini Paolo
– Frantoio Oleario Bartolini
– Marfuga Azienda Agraria di Gradassi Francesco
– Ranchino Eugenio
– Soc. Agricola Trevi Il Frantoio
– Società Agricola Mascio




L’olio “Canale” del Frantoio Ranchino miglior olio “fruttato intenso blended” per la guida internazionale Flos Olei 2023

Il Frantoio Ranchino, con l’olio “Canale” si è classificato come “Migliore Olio Extravergine di Oliva Blended – Fruttato Intenso” al concorso internazionale “Flos Olei” edizione 2023.
Il concorso si propone l’obiettivo di valorizzare la qualità dell’olio extravergine di oliva a livello internazionale, premiandone i prodotti migliori, diffondendone la conoscenza e contribuendo così a una sua corretta commercializzazione.

L’eccellenza degli Extravergine Ranchino nasce prima di tutto dalle qualità della materia prima e dalla capacità di comprenderla e di valorizzarla.
Cultura, ricerca e tecnica al servizio della materia prima: un olio extravergine di pregio nasce da questi valori. Cultura è radicamento profondo nel territorio d’origine, nelle colline orvietane, dove la famiglia Ranchino coltiva 8.700 piante di olivo e raccoglie le olive ancora verdi dagli alberi a 445 metri d’altitudine. Cultura è conoscenza delle varietà autoctone più raffinate, come Moraiolo, Frantoio, Leccino.  Lo studio stimola la ricerca, l’accostamento prudente tra diverse forme di allevamento e la contaminazione saggia tra modernità e tradizione, conservazione filologica della tipicità e innovazione. Infatti, nei terreni di famiglia sono coltivate anche l’Itrana, la Kalamata e la Picholine de Languedoc e sono state recuperate a nuova vita il Pocciolo, la Gentile di Anghiari e la Borgiona, cultivar umbre antichissime

E l’olio Canale nasce proprio dalla molitura di queste antiche Cultivar: Gentile di Anghiari 15%, Borgiona 15% insieme a Coroncina 30% e Itrana 30%. (Scheda dell’olio Canale, Olio Extravergine di Oliva – Fruttato Intenso).

La guida Flos Olei 2023 è giunta alla sua tredicesima edizione ed è considerata la più importante pubblicazione di settore a livello globale.  Flos Olei è un vero e proprio atlante olivicolo in quattro lingue, italiano, inglese, spagnolo e cinese che recensisce 500 aziende provenienti dai 5 continenti e 56 Paesi.




Il latte è introvabile, prezzi in forte aumento e i caseifici sono in sofferenza

Aumentano i prezzi delle materie prime, dell’energia e del gas e le aziende soffrono.  Senza differenze di dimensioni, soffrono le aziende piccole e grandi con conseguenze che troveremo solo nei prossimi mesi.  I piccoli produttori agricoli, le nostre vere eccellenze, da tempo hanno lanciato l’allarme sul caro energia e sulla difficoltà nel reperire materie prime a prezzi adeguati.  Riccardo Marconi, titolare del Caseificio Montecristo di Todi ha spiegato che “la crisi rischia di divenire irreversibile perché i produttori di latte stanno vendendo i capi di bestiame e reperire la materia prima diventa ogni giorni più difficile e costoso”

Entriamo subito nel vivo del problema e parliamo di aumento dei costi per le aziende agricole e zootecniche…

E’ aumentato tutto in maniera generalizzata a partire dall’energia e dal gas per non parlare di sementi, fertilizzanti e mangimi.  Le bollette iniziano a fare paura veramente anche perché queste variabili che difficilmente possono essere limitate non ti permettono di programmare nel medio termine.

Lei ritiene che le sanzioni siano giuste o sono state e continuano a essere un errore?

Intendiamoci, la Russia ha invaso l’Ucraina, ha ucciso e continua a bombardare.  In qualche modo si doveva reagire a un atto così sconsiderato e violento. L’Europa è partita con le sanzioni e in poco più di un mese è arrivata a bloccare ogni scambio.  Mi sembra che l’Europa non abbia saputo prevenire, non è andata alla ricerca di fonti di approvvigionamento alternative che si dovevano trovare prima, visto che i segnali di allarme da Russia e Ucraina arrivavano da tempo.  La crisi energetica sta fiaccando l’intera Europa, forse è il momento di coordinare gli sforzi e le politiche di salvaguardia di famiglie e soprattutto delle imprese, ancor di più delle piccole imprese e di quelle che, per loro natura e per il loro business, sono più colpite dall’aumento dei costi generalizzato e, lasciatemelo dire, spesso non giustificato.

Quindi ritiene che qualcuno sta speculando troppo?

Non posso dirlo con certezza ma le faccio un esempio.  Si sta giustificando il forte aumento del prezzo del latte con la scusa che gran parte del prodotto viene dall’estero.  Non è così, assolutamente!  Sicuramente il prezzo del latte è in crescita per una serie di motivi ma non è l’import la prima e principale causa.

Quali sono i reali motivi?

In realtà il prezzo del latte è in aumento per due cause concomitanti drammatiche.  La siccità ha drasticamente ridotto le scorte di foraggio visto che dai 3 tagli degli scorsi anni siamo passati a un solo taglio.  La seconda è più strettamente legata alla guerra e riguarda i mangimi che hanno subito rialzi incredibili e i distributori oggi pretendono il pagamento con bonifico anticipato e non a 60/90 giorni azzerando ogni possibilità di avere cassa disponibile per gli allevatori. 

E quali sono le conseguenze?

Gli allevatori stanno vendendo i loro capi per i macelli e a ottobre assisteremo alla mancanza di latte ovino e alla scarsità di quello bovino e caprino in misura minore.  Tutto sta passando nel silenzio quasi assoluto ma la crisi che ne può derivare potrebbe essere praticamente irreversibile visto che per una vaccina servono circa tre anni di tempo, e nel frattempo i costi fissi continuano a correre.

Concretamente può farci capire come stanno cambiando i prezzi?

Partiamo dal latte.  L’ultimo acquisto di latte ovino lo abbiamo concluso a 1,90 euro al litro e a marzo 2022 stavamo a 1,15.  UN allevatore mi ha riferito che sotto 1,80, ad ora, non è economico produrre latte.  Per comprendere ancora meglio, per produrre un chilo di formaggio servono circa 5 litri di latte; a questo bisogna aggiungere i costi di produzione e il margine per l’azienda casearia. 

Quindi anche il prezzo dei formaggi rischia di salire vertiginosamente nei prossimi mesi?

Come Caseificio Montecristo abbiamo ritoccato i listini di 2 euro al chilo mentre nei negozi che forniamo abbiamo preferito tagliare o addirittura azzerare i margini per preservare tutto il lavoro svolto fino ad oggi e non perdere il cliente.  Per il futuro speriamo che questa spirale di aumenti rallenti o, meglio, se fermi altrimenti saremmo costretti alla sospensione della produzione almeno di parte dei formaggi anche perché il cliente finale non è disposto a spendere e non può.

Lei ha parlato di sospensione della produzione ma alcuni caseifici stanno pensando addirittura alla chiusura…

Noi non chiuderemo nonostante i grossi sacrifici che già stiamo facendo, augurandoci che questa crisi non duri a lungo.  Ho ben presente la situazione di altri caseifici piccoli, medi e grandi che sono in serissime difficoltà e purtroppo qualcuno sta pensando alla chiusura così come sta avvenendo in molti altri settori.

Ma voi che azioni avete messo in campo per resistere?

A gennaio i costi energetici erano già in forte crescita e i venti di guerra erano chiarissimi e abbiamo proceduto ad acquisti per affrontare meglio la susseguente crisi e potere pagare le bollette. Poi da tempo abbiamo investito sulle energie alternative. Nel 2018 con il PSR il caseificio lo abbiamo trasformato in solare ma senza batterie di accumulo.  Ora abbiamo in cantiere un nuovo progetto di PSR da oltre 270 mila euro con macchinari nuovi, batterie per il fotovoltaico e altri aggiornamenti per cuoi abbiamo tempo fino a inizio del prossimo anno.  Il problema vero è programmare, è quasi impossibile soprattutto per realtà piccole come la nostra.

Vorrei concludere con banche e salario minino.  Il credito oggi è sicuramente necessario più di ieri nonostante i costi siano in aumento e il costo del lavoro è un’altra criticità che pongono oggi gli imprenditori di ogni settore…

Per quanto riguarda il credito noto che le banche si stanno muovendo, ovviamente all’interno dei severi paletti del rating, per finanziare le imprese anche perché le previsioni sono pessime con il 15/20% delle aziende a rischio chiusura e questo sarebbe un ulteriore problema drammatico per il sistema Paese.  Sul reddito minimo a 9 euro, questa è la cifra di cui parlano i politici, potrei essere in pieno accordo ma non è possibile che all’azienda si rovesci un costo di 20 euro circa.  Sì al reddito minimo ma con il contemporaneo taglio del cuneo fiscale altrimenti non si assume più.




L’azienda agricola della Fondazione Faina si rilancia e investe 340 mila euro in nuovi mezzi

La Fondazione Faina, che gestisce l’azienda agricola di 320 ettari di seminativo e 250 ettari di terreno boschivo, ha rinnovato il proprio parco macchine con trattori di ultima generazione, acquistati con un investimento complessivo di 340 mila euro, utilizzando in parte il contributo pubblico per l’innovazione tecnologica in agricoltura. Lo annuncia il Presidente, Daniele Di Loreto che in una battuta sintetizza il concetto che l’agricoltura sostiene la cultura e per questo occorre continuare ad investire per mantenere questo importante asset che consente di sostenere le spese di gestione del museo.

L’azienda agricola, i cui terreni sono ubicati in parte nel territorio del Comune di Castel Giorgio e in parte in quello di Orvieto, produce: grano, orzo, girasole, colza e foraggere.  A dirigerla è l’agente agrario, Stefano Pelorosso e si avvale di due operai agricoli, Stefano Bellitto e Onorio Mazzocchini, tutti dipendenti della Fondazione, cui si aggiungono due operai avventizi per i periodi di maggiore concentrazione delle lavorazioni.  L’attività agricola è seguita per la parte tecnica dal Prof. Antonio Pierri, docente di economia ed estimo rurale all’Università di Perugia, nominato Consigliere della Commissione Amministratrice della Fondazione Faina dal Direttore del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell’Università, mentre la parte amministrativa è affidata al Segretario Amministrativo della Fondazione, che dal 1° luglio è Patrizia Lazzarini.

Un team di valore e di comprovata esperienza la cui capacità e competenza è dimostrata dagli eccellenti risultati raggiunti nella produzione, evidenzia al riguardo il Presidente della Fondazione.




Approvato in Regione il piano 2022/26 per interventi urgenti e il controllo della peste suina

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Salute, Luca Coletto, ha approvato il Piano per gli anni 2022-2026 con interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della Peste Suina Africana nei suini d’allevamento e per i cinghiali. “La Peste Suina Africana – ha ricordato l’assessore Coletto – è una malattia virale che, a livello internazionale, è riconosciuta come la minaccia più rilevante per l’intero settore suinicolo ed è presente sin dal 1978 in Sardegna e dal 2022 nel nord e centro Italia. Con la legge ‘n.29 del 7.4.2022’ le Regioni e le Province autonome sono state chiamate ad adottare un Piano regionale di interventi urgenti con l’obiettivo generale di ridurre il rischio di introduzione dell’infezione e migliorare la gestione del cinghiale nel territorio di competenza ed eventualmente facilitare l’applicazione delle misure previste in caso di emergenza da PSA”. Coletto ha sottolineato che in sintesi il Piano vigente, è articolato in cinque ambiti principali di attività: sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali, sorveglianza passiva negli allevamenti di suini, controllo numerico della popolazione di cinghiali, verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza e campagna di formazione ed informazione degli stakeholders.

Inoltre è stato attivato un numero unico regionale per agevolare e supportare le segnalazioni di ritrovamento delle carcasse di cinghiale alle Aziende sanitarie competenti per territorio,  è stato formalizzato un Gruppo di lavoro regionale per la peste suina africana e istituito il Tavolo interassessorile con rappresentanti del Servizio Foreste, Montagna, Sistemi naturalistici e Faunistica venatoria, del Servizio Energia, Ambiente e Rifiuti, dell’IZSUM (CEREP e Osservatorio Epidemiologico) e delle Aziende USL, con il mandato di dare seguito alle iniziative già prese a livello nazionale di coordinamento delle attività di gestione della fauna selvatica ed in particolare del cinghiale.




Siccità, la presidente Tesei firma due ordinanze per limitare l’utilizzo di acqua fino al 30 settembre

La presidente della Regione Donatella Tesei, alla luce della situazione idrica dell’Umbria, ha firmato due ordinanze, entrambe con validità dal 4 luglio: “Ordinanza 01 luglio 2022, n. 7. R.D. n. 1775/1933 “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici”. Limitazione attingimenti” e “Ordinanza 01 luglio 2022, n. 8 – Piano di Bacino del Fiume Arno. Misure di salvaguardia del Lago di Chiusi. Divieto di prelievo delle acque”.

Con la prima ordinanza, ritenuto necessario emanare un provvedimento per la limitazione degli attingimenti a tutela delle risorse idriche del territorio regionale, si ordina “di limitare gli attingimenti in aggiunta alle prescrizioni già impartite nelle autorizzazioni rilasciate (concessioni e licenze) a: coloro che risultano essere titolari di concessione di derivazione e coloro che hanno presentato domanda di concessione preferenziale o di riconoscimento di antico diritto o domanda di concessione di derivazione in sanatoria o di concessione ordinaria ai sensi dell’art. 264 c. 16 della L. R. n. 1/2015 ad uso irriguo, ad uso irriguo non prevalente, ad uso irriguo finalizzato a produzione agroenergetica; coloro che risultano essere titolari di licenza di attingimento ad uso irriguo, ad uso irriguo non prevalente, ad uso irriguo finalizzato a produzione agroenergetica; coloro che utilizzano a qualsiasi titolo fonti di approvvigionamento idrico per uso irriguo, uso irriguo non prevalente, uso irriguo finalizzato a produzione agroenergetica, da invasi, laghetti collinari, ecc.; dai corpi idrici del territorio regionale, ad esclusione dello specchio lacustre del Lago Trasimeno (già disciplinato dal PS2 – Ambito A – Piano di Bacino per il Lago Trasimeno approvato con D.P.C.M.del 19 Luglio 2002 – Pubblicato in G.U. n. 203 del 30 Agosto 2002), del Lago di Piediluco, del Fiume Nera e del Fiume Velino. Per i prelievi dal Lago di Piediluco, Fiume Nera e Fiume Velino rimangono valide le prescrizioni impartite nelle concessioni/autorizzazioni all’attingimento.

Vengono esclusi dalle limitazioni: gli Enti che gestiscono reti irrigue pubbliche e coloro che prelevano da reti irrigue gestite da soggetti pubblici; coloro che fanno uso di impianti a goccia, microirrigatori a spruzzo statici e dinamici, microgetti o simili in grado di assicurare una piovosità non superiore a 2,8 mm/ora per mq, per i quali si vieta l’attingimento nei giorni festivi fino alle ore 19:00; tale divieto non si applica agli Enti e/o Istituzioni che effettuano studi di ricerca in collaborazione con la Regione”. L’ordinanza “è valida dal 04 luglio fino alle 24.00 del 30 settembre prossimo, in assenza di revoca della stessa precedente a tale data”.

Con l’ordinanza n.8 si ordina “Nelle aree interessate dei Comuni di Castiglione del Lago, Città della Pieve e Paciano della provincia di Perugia: il divieto assoluto di prelievo di acque dagli affluenti immissari del Lago di Chiusi, da attuarsi su tutto il bacino idrografico del lago nonché il divieto assoluto di prelievo di acque dai pozzi che attingono nei terreni alluvionali del subalveo lacuale ad esclusione dei prelievi destinati all’uso potabile”.

L’ordinanza è “valida dal prossimo 4 luglio fino a revoca espressa e comunque per un periodo massimo di 180 giorni dalla data della stessa”.




I Distretti del Cibo promossi dal GAL Trasimeno-Orvietano diventano realtà. L’elenco delle aziende e degli enti aderenti a quello Sud-Ovest Orvietano

È arrivato proprio a ridosso del 18 giugno scorso, in occasione della Giornata nazionale dedicata ai Distretti del Cibo, il riconoscimento della Regione e il conseguente inserimento nell’elenco del Ministero delle Politiche Agricole dei primi due Distretti del Cibo costituiti in Umbria: il Distretto del Cibo Agroalimentare delle Produzioni Certificate e Tutelate dell’Area Trasimeno-Corcianese e il Distretto del Cibo Agroalimentare delle Produzioni Certificate e Tutelate dell’Area Sud Ovest Orvietano. Ad annunciarne oggi la nascita, quale primo coronamento del percorso avviato nel marzo 2020 dalla Regione Umbria, sono stati l’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni, ebi vertici del Gal – Gruppo di azione locale Trasimeno Orvietano, soggetto promotore dei due Distretti, con una conferenza stampa a Palazzo Donini. Vi hanno partecipato Gionni Moscetti, presidente del Gal Trasimeno-Orvietano e del Distretto del Cibo Sud-Ovest Orvietano; Romeo Pippi, presidente del Distretto del Cibo Trasimeno–Corcianese; Francesca Caproni, direttore Gal Trasimeno-Orvietano, che cura il coordinamento di entrambi i Distretti. Sono intervenuti, inoltre, il sindaco di Orvieto Roberta Tardani, l’imprenditrice Dominga Cotarella e gli imprenditori Roberto Berioli e Riccardo Prudenzi (consiglieri, rispettivamente, del Distretto Trasimeno-Corcianese e del Distretto Area Sud Ovest Orvietano).   

“Siamo qui per inaugurare i primi Distretti del Cibo, obiettivo che abbiamo perseguito con determinazione in quanto rappresentano una preziosa opportunità di sviluppo dei territori” ha affermato l’assessore Morroni, che ha rivolto un plauso al Gal e a tutti coloro che hanno raccolto la sfida per dotare la regione di “un valido strumento, introdotto dalla legge di bilancio 2017, ma fin qui ignorato, e che porta in dote risorse e valore aggiunto”.

“Oggi i primi Distretti sono diventati realtà – ha dichiarato ancora Morroni – Il lavoro di animazione, che coinvolge già un’ottantina di aziende e attira l’interesse di un’altra settantina, proseguirà per estendere questa esperienza in altre realtà regionali. Intanto, plaudiamo a un’ottima partenza – ha evidenziato – e ora si apre la partita vera: costruire insieme progettualità per attrarre le significative risorse messe in campo dal bando del Ministero delle Politiche agricole”.   

Il percorso che ha portato alla formazione dei due Distretti è stato illustrato dal direttore del Gal Trasimeno Orvietano, Francesca Caproni, e dai presidenti dei due Distretti, Romeo Pippi e Gionni Moscetti, che hanno manifestato soddisfazione per la “scommessa vinta”, frutto di una interlocuzione diretta con le aziende, iniziata durante l’emergenza pandemica, e di un grande lavoro di squadra con imprese e istituzioni.

Il distretto agroalimentare del sud-ovest orvietano avrà sede a Orvieto e comprende 15 comuni tra Umbria e Lazio: Allerona, Baschi, Castel Viscardo, Castel Giorgio, Castiglione in Teverina, Fabro, Ficulle, Orvieto, Montecchio, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione, Parrano, Porano, San Venanzo e Todi. Il presidente è Gionni Moscetti, vice, Andrea Oreto e consigliere Riccardo Prudenzi.

Ma chi sono le aziende, gli istituti e associazioni che animano e hanno aderito al Distretto? Le aziende agricole sono: Lattuada Alessandro, Le terrazze di Spazzavento, Marceddu e C, Zappitello Nicola, Neri Enrico, Pelagrilli, Pietrangeli Luigi, Cantine Monrubio, Famiglia Cotarella, Feudi Spada, La Sapienza, L’Orvietan, Moncelsi Fernando, Pincredi, Podere Acquaccina, Podere Caselle, il Pogliano, Rotanselva, il Fossile, Lupetto, Tenuta Decugnano dei Barbi, tenuta di Freddano, Fattoria La Cacciata, Fattoria La Cerchiara, Bioviridis, Il Vecchio Frantoio, Norcineria Oreto. Gli enti e le istituzioni che hanno già aderito sono: Cnr-Iret, Consorzio Tutela Vini di Orvieto, Fondazione Cotarella, Cittadinanza Territorio Sviluppo srl, Università degli Studi di Perugia e Cnr.

 




Annalisa Bacciottini, CTS, “a Orvieto i settori trainanti sono agricoltura e commercio che soffrono la crisi”

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Con Annalisa Bacciottini abbiamo preso spunto dall’ultimo report di Cittadinanza Territorio Sviluppo sulle microimprese curato anche da Matteo Tonelli. Si evince un quadro a tinte più scure per l’intero territorio ma soprattutto per Orvieto con una discesa vertiginosa dei redditi della società di persone e degli occupati. I settori trainanti a Orvieto sono agricoltura e commercio, con particolare riguardo alle attività legate al turismo.

I momenti critici sono molto legati a problematiche esogene e nel territorio il settore manifatturiero non ha una forte incidenza è questo il segnale che l’economia non cresce.